Scheda di Alizabetha Coraciero

-Prima di iniziare la mia storia credo sia doveroso fare un piccolo inciso a proposito della nascita della mia padrona.
Tutto ciò che riferirò in questa sede mi è stato riferito da lei in persona, e non corrisponde ad altro che alla pura verità...
o almeno spero

-Capitolo (I), la vita e la morte-

Nata 35 anni or sono nel mondo dei viventi la creatura che adesso porta il nome di Alizabetha ed Helena Coraciero possedeva tutt'altro nome.
Si chiamava Kinaru Kisaki, e studiava arte alla scuola superiore Nipponseiri di Tokyo.
Viveva quella che all' apparenza era una normalissima vita da persona comune, come tutti i mortali non aveva problemi di sorta e viveva nella spensieratezza di chi sa di avere tutta una vita davanti.
Entrambi i genitori avevano un impiego del quale purtroppo non rimane più neppure un ricordo, tuttavia era più che sufficiente a garantire uno stile di vita moderatamente elevato al nucleo familiare.
Era insomma una di quelle vite che i mortali definiscono felici.
O almeno lo era sino a quando non avvenne un incidente.
Banale, forse del tutto accidentale, ma una vettura uscì di strada e la investì, provocandole gravissime ferite in tutto il corpo.
Non morì, ma la sua mente rimase danneggiata per sempre.
Impiegò mesi per guarire dalle ferite nel corpo, ma quelle nella sua anima, l' avrebbero seguita per sempre.
Dentro di lei nacque, o si risveglio, poichè potrebbe essere stata sopita sin dalla nascita, una nuova e ben più feroce personalità.
Una entità, che si diede il nome di Eishi, sfruttando una diversa lettura dei Kanji che ne componevano il nome...
Fu così che nacque il "Pittore diabolico"
Dopo essersi ripresa dalle ferite questa seconda anima attese il momento giusto per ripresentarsi, e quando lo fece, lo fece in grande stile.
Gli omicidi che insanguinarono la città di Tokyo raccapricciarono il pubblico e i lettori per molti mesi sino alla tragica conclusione.
Eshi Kisaki venne fermato una notte, tre mesi e numerose vittime dopo la sua dimissione dalla casa di cura.
Una poliziotta, tale Mikoto Shuurei, sparò la pallottola che uccise la perversa creatura che era diventato, con un singolo proiettile in mezzo al petto.
Fu così, che nel più completo buio e lontano da tutti la misera anima mortale di Kinaru Kisaki si liberò dal suo guscio caduco.

-Capitolo (II), Il Pittore e una tela dipinta di sangue-

La morte stessa non avrebbe mai accettato tra le sue braccia una creatura depravata come Eishi, e fu proprio il ritardo nell' intervento degli dei vestiti di nero che permise allo spirito di sopravvivere quanto bastava.
In un tempo stranamente corto anche per gli standard delle anime umane, lo spirito di Eishi venne spazzato via in una esplosione di materia biancastra, e al suo posto, quando si diradò il fumo, giacque una creatura partorita dall' incubo, uno scheletro alato e fasciato di una corazza bianca come il latte.
Eishi era morto, per tornare sotto forma di hollow, e come tutti loro, scelse un nuovo nome che lo rappresentasse.
Un nome che sarebbe stato destinato ad instillare terrore nelle generazioni future, una beffarda presa di giro di quelle che erano state le sue passioni mortali.
Divenne "Painter", della foresta orientale.
Eppure la nascita non fu indolore, poichè appena giunto alla luce il demone venne a scontrarsi con il primo di una lunga sequela di nemici...un quincy, niente più che un ragazzo ancora inesperto.
Fu un duello breve e violento, ma grazie al quale il neonato divoratore spirituale apprese molto sul suo corpo...e su quanto fossero dolorose le frecce degli arcieri spirituali,lezione che avrebbe trovato molto utile negli anni a venire.
Al termine del primo sanguinoso pasto oramai sazio e satollo il demonio dispiegò le sue scheletriche ali per giungere nell' hueco Mundo, il luogo che da allora avrebbe chiamato "casa".
Con il passare dei giorni Painter prolungò sempre di più la sua lista di efferatezze e di crimini innominabili, infinite schiere di anime finirono preda dei suoi artigli e alcuni dei della morte e arcieri spirituali seguirono la medesima sorte.
Uno dei pochi a scampare a questa sorte fu Felio Sanada, una presenza che negli anni a venire sarebbe stata ricorrente nella vita della mia signora, ma il suo scontro con questo shinigami occupa un'altro capitolo delle mie memorie e non è trattato in questa sede.
A quest'epoca risale anche il suo lungo rapporto di rivalità con altri hollows non degni di nota e con alcuni degli esseri noti come Vizard, nonchè il suo primo contatto con gli appartenenti ad una non ben nota Organizzazione avvenuto nel carcere terrestre di Lavenworth, ma la cuarta espada non ama parlare molto di questo periodo, ed io non ho mai osato chiedere ulteriori spiegazioni, poichè i suoi desideri sono incontestabili per me.
Infine trascorsero due anni, al termine dei quali Painter partì per un lungo viaggio attirato da un richiamo irresistibile.

-Capitolo (III) L'ombra del colosso-

Ciò che aveva richiamato l' hollow non era altro che una invocazione ancestrale.
Un richiamo a cui non poteva resistere, lui e infiniti altri divoratori di anime.
Ciò che seguì quel raduno fu una orgia di devastazione e di massacro come non se ne vedevano da tempo.
Simile divorava il proprio simile in una orgia autodistruttiva di autolesionismo.
Infiniti divoratori spirituali caddero in quella epica battaglia, e tra di essi anche Painter.
Non l' ultimo a cadere, ma certamente l' unico a restare in vita, nel nuovo corpo che sorse da quella carneficina.
Trionfò su innumerevoli altre menti più deboli e ottenne il controllo sul potente Gillian che sorse da quella moltitudine.
Ottenne nuovo potere ed un nuovo nome, Juggernaut, il signore delle dune occidentali.
Pregno del suo nuovo aspetto e sicuro della sua recente ascensione istantaneamente prese per sè una larga fetta del territorio delle dune della morte, e lo rese il proprio feudo.
Tuttavia passarono i giorni, e con essi tutta l' eccitazione per il nuovo potere conseguito.
E alla gloria fece posto la noia, tipica di tutti gli immortali.
Alla ricerca di un veicolo per incanalare tutta la sua frustrazione il potente menos si avventurò per il mondo dei vivi seminando morte e distruzione, e reclutando quei seguaci che riteneva promettenti.
Ma nessuno sopravvisse più di pochi mesi.
E così di pari passo con la sua noia anche la sua rabbia aumentava, e sempre più sventurati avversari ne facevano le spese.
Almeno fino a quando il Gillian non trovò quello che cercava.
In Russia, una misteriosa pulsazione, simile a quella che lo aveva spinto al massacro quando era ancora Painter lo chiamò, promettendogli gloria, potere e soprattutto divertimento.
Nelle gelide steppe della Siberia, durante una operazione della Soul Society e dei Quincy contro l'Organizzazione il grande holow trovò modo di aprirsi una breccia all' interno delle mura e di penetrare all' interno dei vasti sotterranei.
Laggiù si battè contro un'altra appartenente della stirpe dei Vizard, MIranda, e la sconfisse, cibandosi del suo cuore.
Tuttavia la sorte non sembrava voler arridere al gigante di tenebra.
Un hollow minore che lo aveva seguito sino nelle profondità del complesso, approfittando delle molte ferite subite nello scontro dal suo simile, lo aggredì alle spalle, cercando di approfittarsi del momentaneo vantaggio acquisito su di lui.
Non fu sufficiente ad abbatterlo, ma abbastanza da indurlo alla ritirata.
Così, piagato nell' animo e nel corpo il potente signore delle dune cercò riparo in una caverna isolata...
Ma la sua storia non era destinata a finire in maniera così ingloriosa.

-Capitolo (IV) La regina delle sabbie-

Nei meandri di quella caverna avvenne qualcosa di impensabile.
Nel riprendersi dalle proprie ferite il gigante per la prima volta in tanti anni di esistenza, fece una cosàa che non aveva mai fatto...pensò.
E nello sprofondare tra i ricordi risvegliò qualcosa che mai avrebbe voluto.
Ciò che era rimasto nascosto per così tanto tempo rivide la luce.
Kinaru Kisaki, che aveva atteso tutto quel tempo in uno stato di quiescenza ritornò alla luce.
Affrontò Painter, e lo distrusse al termine di una lunga ed estenuante battaglia di volontà, distruggendo per sempre ogni traccia di ciò che la aveva oppressa così a lungo.
E questo segnò la nascita di ciò che tutt'ora è conosciuto come Alizabetha Coraciero.
La mia signora dunque, riacquisito il controllo sul proprio corpo iniziò un lungo viaggio nel mondo dei vivi, alla ricerca di anime affini con cui intavolare un rapporto paritario, basato su quella che i mortali chiamano senza ritegno alcuno "fiducia".
Fu così che la incontrai.
Si trattò di un incontro fugce, un duello che finì sin troppo rapidamente con la mia sconfitta, ma da allora le giurai fedeltà.
In seguito con il passare dei giorni si unirono a noi altri holow desiderosi di fuggire dalle catene generate dal nostro essere, e in breve tempo diventammo un piccolo gruppo.
Sotto la guida della nostra nuova padrona prosperammo, sopravvivendo nell'estrema sterilità del deserto Africano, almeno siano a quando il destino non bussò nuovamente alla nostra porta sotto forma di un Vastolorde.
Antonio Fuentes.
Desiderosa di mettere alla prova le sue abilità contro un avversario di tal fatta Milady Coraciero abbandonò il nostro rifugio e all' ombra delle mura di quello che gli Dei della morte chiamano Avamposto 29 affrontò il Menos, sconfiggendolo grazie all' aiuto di due shinigami.
Al suo ritorno però, qualcosa in lei era cambiato, e aveva messo gli occhi verso un'altra meta.
La citta della tenebra eterna, la metropoli dell' Hueco Mundo...Las Noches.

-Capitolo (V) Nella città della tenebra eterna-

L'arrivo della mia signora nella metropoli delle anime vuote, destò immediatamente la sorpresa di molti dei suoi occupanti.
Una nuova arrivata, di così grande potenza non poteva certo passare inosservata, tanto che già al suo ingresso nel primo anello innumerevoli furono le sfide che le vennero rivolte.
Eppure milady non si fermò nepure a prendere in considerazione le offese e le vuote minacce dei suoi simili, e proseguì la sua visita nella città, attraverso gli squallidi barrio e i vicoli stretti, sino a giungere quasi alle porte della cittadella, all'imboccatura della lunga scalinata che portava ai cancelli della fortezza.
Laggiù si pose con spavalderia davanti alla porta di ingresso della magione più grande, quella che un tempo era stata la abitazione del possente Regaldo Testero, un potente Adjuchas la cui fama era offuscata solo dalla propria stupidità.
Tronfio e accecato dalla superbia il potente hollow emerse dalla sua porta, e osò schernire la mia signora, il folle.
Nella sua cecità la chiamò ignorante, debole e stupida, accettando la sfida che gli veniva lanciata, certo di poterla vincere.
Egli si faceva forte di essere dalla parte vincente, e si faceva scudo delle leggi della città, lo stolto.
Leggi che impedivano di versare sangue nelle strade, pena, la morte più atroce.
Rise, e si fece avanti, pronto a strangolare a morte la piccola creatura che aveva davanti.
Ma milady Coraciero neppure si scompose, aveva affrontato capitani shinigami, vastolorde di immane potenza, costui, per lei, era nulla.
Fece un passo in avanti e lo afferrò per il collo, rapida come la folgore.
Lo sollevò in alto e sorrise, mentre l'energia spirituale di Regaldo veniva assorbita a velocità incredibile.
Pochi secondi, e il tronfio essere si dissolse in una nuvola di polvere spirituale.
La mia signora entrò dunque nella sua nuova magione, e noi al suo seguito.
La reggia era stata conquistata, e non una goccia di sangue era stata versata.
I giorni trascorsero, la lunga notte immutabile si estese all' infinito, mentre la fama della mia signora aumentava ogni istante di più, di pari passo con la sua energia.
Ormai più simile ad una Vastolorde che ad una Adjuchas, milady attendeva con ansia qualcosa, non una sfida, non un omaggio, niente di quello che aveva sembrava soddisfarla.
Non i dueli, non le profferte dei supplici o le alleanze con i signori del primo anello suoi pari.
No, voleva di più voleva altro, un desiderio insaziabile che le rodeva l' anima.
E infine questo dono, inaspettato, un giorno qualunque arrivò

-Capitolo (VI) Sul divenire una spada-

Dieci Arrancar, dieci maschere spezzate, un giorno bussarono alle porte della magione.
Essi erano l'exequias, la guardia personale di sua eccellenza Aizen, il signore di Las Noches.
Erano la sua lama, l'ascia del carnefice, loro eseguivano le esecuzioni su commissione del loro padrone...ma stavolta, portavano con se un dono ancora più pericoloso.
Era un invito, un invito per la mia signora a recarsi al cospetto del signore di Las Noches.

Molto resta ancora da scrivere, ma ormai si avvicina l' ora in cui la mia signora si sveglia al mattino, e le faccende da sbrigare sono ancora molte.
Dunque per il momento interrompo qui la mia narrazione, con l' intento di riprendere la mia narrazione in un secondo momento, quando il tempo a mia disposizione sarà maggiore.




-Beatrìz Satelizer, le mie memorie al servizio di una espada-

Zampakuto:

A differenza di tante altre armi possedute dagli Arrancar, la zampakuto di Alizabetha ha un aspetto decisamente molto meno raffinato, tanto che a prima vista potrebbe essere tranquillamente scambiata per un unico solido blocco di acciao grezzo.
La spada, di foggia tipicamente occidentale, presenta una guardia del tutto anomala formata da una unica grande concrezione di materiale ferroso da cui si dipartono numerose punte arrotondate in ogni direzione, formando al loro interno una grande cavità all' interno della quale trovano posto il polso e la mano della arrancar.
La lama invece in netto contrasto con il resto appare liscissima, come levigata dalla lunga esposizione ad un corso d' acqua, e presenta al proprio centro una concrezione di materiale cristallino alquanto simile al rubino, ma che tuttavia pare essere parte integrante del metallo della lama.
Alizabetha tuttavia pare restia ad utilizzare questa lama, preferendo solitamente affrontare il proprio nemico a mani nude, riservando l' uso della sua arma ad avversari da lei ritenuti più degni di stima.

Comando attivazione Resurreciòn: Desangua, Dainslèif! (Prosciuga, Dainslèif !)

Abilità
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Tecniche
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