Bleach Soul Society

[Test - Crossed destiny]

Test energia blu - Juggernaut

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    Crossed Destiny
    Test Energia Blu per Eshi Kisaki/Juggernaut



    Tutto accade fin troppo velocemente.
    Sconfitta ed uccisa la donna hai frantumato per la seconda volta la realtà, stavolta all'interno del perimetro che fino a poco prima sembrava insensibile alle sollecitazioni del tuo possente corpo.
    Qualcosa doveva essere accaduto... Ma in quella situazione il fatto era l'ultima delle tue preoccupaziioni.
    Eri stato ferito, e tutto ciò che volevi era di tornare nell'Hueco Mundo per rigenerare la carne martoriata ed il braccio gravemente offeso.
    Credevi che tutto fosse finito, che il peggiore dei tuoi avversari fosse finalmente caduto sotto i tuoi colpi... Ma ti sbagliavi.
    Non è il più distruttivo tra i nemici quello cui ti devi guardare, bensì il più paziente.
    Perché questi non ti affronterà apertamente, sarebbe... Sciocco da parte sua.
    L'attimo in cui affonda i suoi denti nella tua carne è quando la situazione lo vede favorito, e poco importa quanto tempo deve aspettare, quanto a lungo deve covare il suo odio nei tuoi confronti.
    Taiki Yamada ha atteso molto, ma alla fine il suo momento è giunto.
    Ed è con sorpresa mista a dolore che senti la sua voce alle sue spalle, mentre al tuo corpo ferito si aggiunge danno al danno.
    Vai Da qUalChE PaRte JuGgERnaUt?????
    Troppo tardi realizzi il tuo errore, e pezzi del tuo corpo vengono asportati dal tuo eterno rivale che -in un impeto di energia- stà giocandosi il tutto per tutto in un azzardo disperato.
    E purtroppo per te è un azzardo che potrebbe vincere.
    Per quanto debole possa essere il patetico Hollow, sei troppo danneggiato per poter avere ragione di lui.
    Una constatazione questa che imperversa serpentiforme attraverso molte delle tue coscienze minori: affrontarlo ora... Significa la morte!


    Tutto accade troppo velocemente.
    Con un gesto disperato scagli lontano la tua nemesi, non ti importa nemmeno di sapere dove.
    Basta che non possa raggiungerti, basta che ti stia lontano pochi secondi, quel tanto che basta per allontanarti.
    Hai perso il controllo sullo sciame di menti che compongono la tua essenza, per un solo brevissimo istante ma sei tornato quello che qualunque Shinigami definirebbe "comunissimo Gillian"
    Una macchina assassina alta più di dieci metri, guidata da nient'altro che istinto... E che adesso stà percependo un unico messaggio.
    "Scappa, scappa più lontano che puoi."
    Barcollando, alla massima velocità che le tue gambe malconce ti permettono attraversi il Garganta, certo che -una volta giunto nell'Hueco Mundo- Taiki Yamada non potrà più raggiungerti.
    Ma la cosa è vera solo per metà. Non potrà raggiungerti subito... Ma non è detto che possa apparire sufficientemente vicino al luogo in cui emergerai pronto a completare l'opera.
    La cacofonia di voci è assordante mentre la realtà si ricompone dietro di te, fragile barriera che ti separa dal piccolo e molesto Hollow.
    Quasi non ti rendi conto del tuo orgoglio ferito, sopravvivere è l'unica cosa che conta per i componenti del ronzio che ti rintrona, impedendoti di pensare chiaramente.
    Hai paura, e ben poca rilevanza ha la preoccupazione che il sangue perduto possa rivelarsi eccessivo per arrivare abbastanza lontano.
    Poi, con un tonfo sordo entrambe le tue zampe affondano di svariati centimetri nelle sabbie dell'Hueco Mundo.
    E la sabbia, Reishi cristallizzate finissime, si tingono di rosso.
    E più morto che vivo -mosso unicamente dalla forza della disperazione- arranchi in cerca della salvezza.


    Avanzando tra le sabbie desolate di questa dimensione, ormai quasi privo di coscienza, ti rifiuti di cadere.
    Non sai più nemmeno quante miglia hai messo tra te e Taiki Yamada... E al momento neppure ci pensi.
    La sola cosa che ancora ti spinge in avanti è la speranza di trovare un luogo sufficientemente tranquillo dove pote riposare, una delle tante caverne naturali presenti in questa zona in cui poterti finalmente rilassare.
    Ma non è facile. L'agonia che rende ogni passo un calvario è una tua fedele compagna.
    Il braccio -strappato lo sperone di ghiaccio- non è più utilizzabile e richiederà molto tempo per guarire completamente, ed anche il resto del monolitico corpo non versa in condizioni migliori.
    Ritornerai quello di un tempo? Impossibile dirlo al momento, e pochissime sono -tra le centinaia di miliaia- quelle che hanno considerato la peggiore delle ipotesi.
    Sopravvivere, questo è l'unico imperativo al momento.
    Poi, in lontananza, la vedi.
    Una grotta, o almeno quella che potrebbe rivelarsi tale.
    Potrebbe essere già occupata e questo segnerebbe la tua fine... Ma se fosse deserta avresti trovato ciò di cui hai disperatamente bisogno.
    Non c'è tempo per porsi troppe domande: all'aperto -in mezzo alle sabbie dell'Hueco Mundo- sei una preda troppo facile.
    E mentre la traccia di sangue ai tuoi piedi si allunga in direzione del varco nelle rocce in lontananza,
    la distanza verso la salvezza -o la fine di tutto- si fa sempre più vicina.



    CITAZIONE
    QM Point:
    Obbiettivo di questo post è, ripercorrendo gli eventi dall'attacco di Taiki, di arrivare sino all'ingresso della caverna. Dettagli e quant'altro sono a tua discrezione... Fatti valere!

     
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    I - Execution/Extinction
    No matter the price
    No matter the pain
    I will continue to rise
    I will challenge the goal
    I won't falter.
    Even if my body breaks
    Even if my will is shattered.
    I will prevail
    Or if not, I won't be able to face myself anymore



    Non udiva più niente.
    Prima vi era il trionfo, la gloria, l' esaltazione.
    Aveva abbattuto la sua avversaria e aveva prevalso sulle avversità.
    Era ferito, ma importava poco.
    Adesso la forza di Miranda era sua. Poteva sentirla nelle profondità del suo corpo, invadere ogni fibra del suo corpo con la sua energia corrusca e roboante, poteva percepirla riscaldare e riempire il suo corpo con la forzadi un fiume in piena che esonda dagli argini.
    Non c'era nulla che non sentisse di poter fare.
    Sarebbe sceso ancora più a fondo in quella galleria, avrebbe ucciso tutti i suoi avversari, ne avrebbe spezzato le ossa e succhiato il midollo, avrebbe preso le loro anime urlanti e le avrebbe divorate senza lasciarne nemmeno un frammento.
    Non c'era nulla che non avrebbe potuto fare.
    Sentiva di poter spezzare le montagne con un pugno, di poter abbattere i cieli con un raggio di energia corrusca.
    Avrebbe aperto un garganta, si sarebbe recato nella Soul society e avrebbe macellato quei falliti degli shinigami schiacciando i loro orgogliosi vessilli e i loro neri shihakusho sotto i suoi calzari artigliati.
    Il mondo era suo, ne era certo.
    Poi era arrivata la voce.
    Gracchiante, sofferente, carica di dolore, ma soprattutto di astio e di ira.
    E con lei era giunto il dolore.

    All' inizio non vi aveva nemmeno fatto caso, preso come era dal suo stato di esaltazione, si trattava di un leggero prurito alla schiena, tuttavia era stato troppo per il suo già provato corpo.
    Molta della materia tenebrosa che lo avvolgeva era già per terra, dissolta in brillanti reishi multicolori, assieme al suo nero sangue, che formava un lago di nera putredine attorno alla sua possente figura.
    Sentiva mai artigliate che lo bramavano, ossuti artigli che infierivano sulla sua carne.
    Urlando afferrò qualcosa dietro la sua schiena e lo scagliò contro il muro alle sue spalle profocando una fiorita di detriti rocciosi.
    Eppure il dolore non passava.
    Si era attenuato...per poi ricominciare più forte di prima.
    Altre mani artigliate, stavolta affilate come zampakuto stavano infierendo su di lui.
    Mettevano a nudo la materia indefinibile che formava le sue interiora, uscivano all' esterno aprendo solchi sanguinolenti per poi precipitare ancora una volta dentro di lui, devastando la sua carne.
    Nulla poteva la sua armatura, divenuta adesso solo un peso.
    Era rigida, pesante, ed emanava calore, un calore intenso, afoso, che lo faceva sudare.
    Non sudore comune, ma sangue, il suo stesso sangue.
    Come un gigante delle leggende Juggernaut sanguinava da innumerevoli ferite, soffriva, gemeva, si lamentava come un qualunque essere umano.
    Tale era la sua caduta.
    Da dio a mortale.
    Poteva percepire da dietro la maschera rettiliana le cupide grinfie della morte che lo bramavano.
    Le ossute falangi della cupa mietitrice che carezzavano la sua anima.
    Non sopportava più quella tortura.
    Cercò inutilmente di tamponare le infinite ferite, ma era inutile, da qualunque parte poggiasse la mano ruscellava il serico icore vitale, fonte della sua esistenza.

    Ciondolò come una nave in mezzo alla tempesta, oscillando di qua e di là, davanti a lui il garganta tremolava come un miraggio per un assetato in mezzo al deserto.
    Il suo imperativo era solo uno, fuggire, il più lontano possibile.
    Ormai del glorioso tiranno non restava più niente, solo rabbia e paura.
    Era regredito allo stato primordiale di fiera mossa solo dall' istinto.
    La sua nodosa gamba destra cedette con uno schicco sonoro alla pressione esercitata dalle sue sembianze.
    I suoi muscoli si stirarono come funi tese allo spasimo, schioccanti gomene doloranti.
    La sua arne pulsava mentre con un lungo e modulato lamento la colossale e torreggiante amalgama di spiriti precipitava pesantmente contro un muro lasciando una lunga ed infinita strisciata color inchiostro nero pece.
    Pezzetti di cemento armato tintinnarono contro le sue bollenti piastre insozzate di liquame fumante, putrelle di ferro lacerarono ancora di più il suo braccio già inerte.
    Ma non importava.
    Doveva fuggire, a qualunque costo.
    L'essere che credeva di potersi ergere sulla razza dei divoratori di anime adesso strisciava come un infante, piangendo lacrime cupe e fosche, simili a quelle che promanerebbero da un ombra, gocce grosse come secchi di acqua.
    Strisce oleose che partivano dai due lumicini che adesso ardevano fiocamente nella coscienza di Juggernaut il Gillian.
    Rotolando e ansimando sul gelido terreno il possente figuro raggiunse stancamente il garganta e vi pose un artiglio dentro, rischiando di perdersi per sempre nel miasma che lo avvolgeva.
    Non sapeva da dove,non sapeva come e con quale coscienza ma sussurrò poche scarse parole all' indirizzo di colui che lo aveva quasi ucciso.
    Quel piccolo e insolente hollow che era arrivato così vicino a farlo sparire per sempre.
    La sua voce era più acuta adesso, e rauca, resa tremolante dalla confusione che regnava nella sua mente e nel suo cuore, quel cuor che aveva perso per sempre.

    Sei stato bravo demonietto, molto bravo...e astuto

    Reclinò la testa di lato mentre lacrime untuose, simili a benzina macchiavano indelebilmente la sua maschera e ricadevano a terra in tintinnanti gocce di cristallo d'ombra.
    Hai fatto i compiti, lo devo riconoscere.
    E così volevi uccidermi...

    Mormorò con voce rotta dall' agonia,simile ad un vecchio che esala gli ultimi respiri nel suoletto di morte.
    Mormorò con voce singhiozzante asmatica e annaspante.
    Era uno spettacolo pietoso, che sembrava invocare un colpo di grazia rapido e indolore, un coup de grace che non sarebbe mai arrivato purtroppo per lui
    Eri invidioso di me,mi odiavi...eppure io non l' ho mai capito...

    Tossì con un ruggito grumi di sangue e carne macilenta, che si persero per sempre nella fauce di oscurità, intrappolati per sempre in un mondo parallelo.
    Tra i lampi di dolore il Gillian percepiva la propria vulnerabilità, la propria idiozia.
    Aveva capito il suo errore,ma forse era troppo tardi ormai.
    Grandi erano le sue ferite, immenso il suo dolore, e la sua pena non aveva fine.
    Mosse ancora un po' le sue stanche membra in avanti.
    E boffonchiò ancora.
    Che idiota sono stato, troppo preso da me stesso. Troppo attento a guardare il cielo...per accorgermi di ciò che si muoveva...ai miei piedi...aaaah, che rabbia....quale stupido sono stato!

    Gridò disperato la sua frustrazione al cielo coperto dal soffitto di cemento.
    Poi fissò i suoi occhi lattiginosi e offuscati dal dolore verso il suo avversario, il suo boia.
    Aspettava solo che si alzasse e venisse a finirlo.
    Cosa aspetti,fini...scimi...

    Espresse in un ultimo piagnucoloso soffio sdentato.
    Poi chiuse gli occhi, aspettando la sua sentenza.
    Painter.
    Un nome,quel nome, il suo, che lo riportò anni addietro,quando ancora era un hollow, e un umano, quando ancora incideva le sue prime opere nella carne degli uomini.
    Era una voce quella, fredda, carica di ciò che sembrava rancore, oppure gioia.
    Una cosa era però inconfondibile in quei suoni, in quelle parole.
    La rabbia, una rabbia a stento repressa, una rabbia rivolta solo verso di lui, e verso la sua attuale condizione.
    Cosa fai a terra, alzati.
    La voce lo incitava ad alzarsi, a proseguire nel suo cammino, a non fermarsi.
    Era la personificazione di tutti gli spiriti che aveva in se.
    Di tutte quelle anime depravate a cui aveva promesso che le avrebbe portate in alto, verso la gloria, verso la vita eterna.
    Aveva preso i loro sogni e le loro ambizioni, e se ne era fatto carico, aveva un impegno, e che fosse stato dannato se non l' avrebbe mantenuto.
    Ghghhhuuuaaah, gghuuuu

    Mormorò pietosamente mentre scalciava con la gamba che gli era rimasta ancora sana, grattando l' impiantito del secondo livello sotterraneo dei laboratori Ivanovich.
    Il suo braccio ancora sano, il sinistro, spinse con forza, cercando di risollevare quella mole gigantesca pesante tonnellate.
    Rivoli di tenebre fluivano lungo le scanalature dell'armatura irrorando a getto continuo il pavimento.
    Il reiatsu verde tenue riempì l'aere afferrando come i tentacoli di una piovra famelica qualsiasi appiglio utile ad issare la stazza imponente dell' amalgama di demoni.
    Sembrava un mostro delle leggende, un idolo di qualche popolazione indigena.
    Un dio infuriato e malevolo.
    Il suo corpo poteva essere piagato dalle ferite.
    Il suo reiatsu consuntodalla fatica.
    La sua maschera crettata dalla battaglia.
    Ma il suo spirito era sempre quello indomito di prima.
    Anche esso era stato infranto, ma quelle poche e lapidarie parole lo avevano aiutato a risollevarsi dalla sua miseria.

    Ignorando il dolore atroce che lo pervadeva Il colosso spiritico si tirò su in piedi su zampe malferme.
    La sua visione era appannata e il mondo vorticava impazzito attorno a lui, il suo equilibrio era minato dalla perdita di sangue e l'incoscienza cercava di attirarlo a sè con tutte le sue forze.
    Ma non avrebbe comunque ceduto,non ancora.
    Demone...

    Tuonò portando ogni energia residua alle corde vocali.
    Vuoi i miei territori e il mio regno? Prendili!
    Vuoi imiei segreti e i miei tesori? Afferra la mano e possiedili! Sono tuoi!
    Vuoi i miei servi? I miei segreti? Le mie conoscenze? Chiedi e saranno tue.
    Puoi avere tutto ciò che èmio, te lo cedo con fiducia, commosso dalla tua abilità.

    Tacque un istante, mentre il suo corpo si svuotava di ogni energia residua.
    Stava cedendo, il suo corpo si stava sfaldando, stava perdendo coesione.
    Doveva assolutamente tornare nell' Hueco Mundo prima di superare il punto di non ritorno.
    Tuttavia c'è una cosa...

    Il coro di voci nella sua testa divenne una cacofonia assordante.
    Tutti gridavano una cosa sola.
    -Vattene, torna nel tuo mondo, non ti è più possibile stare qui.-
    Li ignorò, poteva farlo ancora per poco,e ogni secondo in più in cui rimaneva nel piano materiale era pura agonia ma c'era una cosa che doveva assolutamente fare.
    C'è una cosa che non puoi avere.
    Ed è la mia vita.

    Le voci iniziarono ad ululare come un anima in pena, un unico coro discordante di toni alti e bassi, acuti e profondi.
    E tra di essi uno in particolare lo colpì, con la forza di una mattonata.
    La voce di prima,che esprimeva un comando ineluttabile
    Painter!
    Obbedendo al richiamo si abbandonò dunque al dolce abbraccio della fauce dimensionale, il Garganta.

    L' impatto con la sabbia fu più duro di quanto si immaginasse.
    Attorno a lui il candido deserto si tinse di nero mentre suggeva avidamente le stille di sangue oscuro che colavano dal corpo menomato.
    I minuscoli granelli di polvere che penetravano negli ampi squarci del suo corpo pungevano, sembravano pugnali acuminati conficcati nella sua sembianza che lo tormentavano senza sosta.
    Cadde riverso nelle sabbie di reishi affondandovi pesantemente come una balena spiaggiata.
    Il suo respirare era roco e affannoso, il semplice atto di pensare doloroso.
    Dall' alto della sua maschera un rivolo di fluido nerastro più denso ,simile a petrolio, colò dalle fauci spalancate del Gillian ferito a morte, accompagnato dai brandelli sanguinolenti dei pasti più recenti.
    Juggernaut stava vomitando.
    Persino il suo stesso corpo si ribellava ai suoi ordini, esitava a muovereun solo dito, poichè anche la mossa più lieve o impercettibile scatenava nelle sue vene undolore più atroce di qualunque avesse mai provato.
    Eppurenon poteva rimanere immobile a lungo, sapeva che doveva muoversi, ma dove.
    Non riusciva a pensare, a mettere in fila un pensiero coerente, tutta la sua mente era invasa daun turbinio di immagini e volti urlanti, anime intrappolate in lui che cercavano una via d'uscita.
    Alzati Painter, devi trovare un riparo.
    Ancora quella vocemisteriosa e sconosciuta, eppure così familiare alle sue orecchie.
    Non riusciva a capire, e non ne sarebbe stato in grado neppurese avesse saputo pensare.
    Sapeva solo una cosa, doveva obbedire ai comandi della voce.
    MNnnnnngh, si può sapere .....chi sei tu,che osi.... darmi ordini?.

    Sussurrò roco rivolto all'aria.
    Non rispose nessuno, come se avessero dovuto rivelarsi dei nemici.
    L'unica risposta che ebbe fu il lungo e modulato ululato del vento dell' Hueco Mundo.
    E con esso giungevano i richiami lontani dei Gillian.
    Non ci avrebbero messo molto a trovarlo, e nelle sue condizioni era una facile preda.
    La torreggiante creatura si inoltrò quindi nelle sabbie, alla volta di una isolata caverna che appariva come un miraggio laggiù, lontano, in mezzo al nulla.
    Strisciò a fatica nella sabbia, protendendo la mano in un disperato tentativo di attrarre a se quel luogo, ma reclinò stanco la testa mascherata.
    Non riusciva più a proseguire, era troppo stanco, troppo malridotto.
    La voce lo incalzò ancora.
    Muoviti, Painter.
    Sempre esortazioni,mai nient'altro.
    Niente altre reazioni, lo spingeva solo a sopravvivere.
    Ansimando in preda ai crampi e al dolore più puro il torreggiante costrutto si appoggiò alla parete della caverna in cui aveva trovato riparo.
    Poi chiuse gli occhi,e per la prima volta nella sua lunga vita di terrore, morte e veglia perenne
    Juggernaut sognò.


     
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    L'interno della caverna è deserto... O almeno sembra esserlo ad una prima occhiata.
    Innumerevoli pseudo-Hollows, entità singole troppo piccole per costituire una minaccia si ritraggono impaurite difronte alla tua imponente stazza.
    La fortuna ti ha guardato con occhi benevoli stavolta, sebbene le tue condizioni non siano assolutamente tranquillizzanti.
    La pochezza dell'energia spirituale che ti sostiene, il lungo tragitto attraverso il quale ti sei trascinato e -ultimo ma non meno importante- il turbinio di voci contrastanti che in ogni momento come aghi sembrano dilaniare la tua coscienza non ti stanno concedendo di sfruttare la tua proverbiale capacità di guarigione come normalmente faresti.
    E la cosa -a giudicare dall'intensità con cui l'icore nerastro che ruscella dal tuo corpo- è preoccupante.
    Anzi, a dirla tutta... Ti è fatale.
    Per quanto inconcepibile, tutti gli indizi sembrano puntare ad un'unica conclusione.
    Stai morendo.
    Lentamente, ma inesorabilmente la vita stà defluendo dalla tua imponente figura.
    E le centinaia di miliaia di entità che compongono la tua coscienza stanno ribellandosi come altrettanti frammenti impazziti macellandoti dall'interno.
    Senza neanche la forza di fare un altro passo ti accasci ad una parete, mentre il rimbombo del tuo corpo che cade echeggia lungo le pareti per poi disperdersi all'esterno.
    I piccoli Hollows ti sono vicini... ma non è certo per consolarti che sono lì.
    Con gli occhi appannati, il respiro rantolante, vedi che i più coraggiosi si stanno avvicinando: sono a circa quindici metri da te e chini sulla polla di sangue che si stà formando attorno al tuo corpo ne lambiscono il sangue.
    Paiono animali assetati ai bordi di una sorgente nella savana, in Africa.

    Già... non ci sei mai stato, ma hai saputo belle cose di quel posto.
    Non sarebbe male andarci, un giorno.
    Il problema è che per te, quel giorno non esiste più. Le possibilità di sopravvivere nell'Hueco Mundo erano senza dubbio maggiori rispetto al restare sul mondo terreno in balia di Taiki Yamada.
    Ma aggiungere poco al niente non basterà a salvarti, non stavolta.
    Hai affrontato innumerevoli sfide, e sei sempre sopravvissuto per poterlo raccontare... se avessi avuto qualcuno con cui parlarne.
    E' triste... no, per essere più precisi è "spaventoso".
    Hai paura della morte, non serve a nulla nasconderlo ora.
    Essa coglie chiunque, è in ognuno di noi... Ed è la nostra compagna in ogni momento.
    Vale tanto per gli Shinigami quanto per gli Hollows come te.
    Si, un tempo -quando ancora eri una singola esistenza- hai discusso con qualcuno a proposito della morte.
    Dicesti che se anche fossi morto, te ne saresti andato felice avendo vissuto ogni singolo istante della tua esistenza.
    Hai mantenuto la tua promessa... Ma allora cos'è questo senso di insoddisfazione, di vuoto che senti dentro di te?
    E' chiaro, purtroppo.
    Non è che non sei pronto ad accettare la tua fine.
    Il punto è che non vuoi morire.
    Hai scoperto tanto, hai ottenuto molto e perso ancor di più... Ed è naturale che tu voglia continuare a vivere.
    A vivere e a scoprire il perché della tua esistenza: hai guidato questa massa brulicante di Hollows, hai dato loro forma grazie al tuo spirito indomito che ha prevalso sul puro istinto di un'innumerevole folla di derelitti, hai scalzato gli altri candidati e ti sei erto come loro guida.
    Loro... volevano vivere.
    Il tuo scopo -hai capito, ora o un tempo non ha più importanza- non si limita soltanto a quello.
    Tu sei speciale... Ma ciò non basterà adesso. Stai perdendo il controllo, e con esso ciò che ti stà mantenendo in vita.
    Senti la tua coscienza aggredita, da tutti i fronti.
    La tua risoluzione comincia a sgretolarsi.


    E come il primo dei minuscoli Hollow si avvicina quel tanto che basta per addentare la tua possente corazza il resto dello sciame, galvanizzato, lo segue.
    E mentre decine di insignificanti moscerini cominciano a mangiarti lentamente sprofondi nell'incoscienza.
    Il banchetto ha inizio.
    Dentro, e fuori.









     
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    II - Memories...
    A scattered dream
    is like a far-off memory
    A far-off memory
    is like a scattered dream
    I want to line the pieces up
    Yours...
    and mine.




    Il vento onnipresente ululava sulle candide dune di cenere e reishi che componevano le dune della morte, l'immenso deserto dell'hueco mundo, sollevando nubi di polvere, che si perdevqano nella notte buia e priva di luce aleggiando come fantasmi, spiriti in pena mossi da una forza invisibile e a cui non si potevano opporre.
    Esattamente come le creature che vi dimoravano.
    Gli hollows, gli spiriti vuoti, i divoratoridi anime.
    Molti nomi per rappresentare una specie sola, esseri privi di cuore e di anima,mossi solo dal desiderio di uccidere e divorare,di squartare la carne e divorare leinteriora di quelle anime prave che affollavano il suolo delmondo dei vivi.
    Suicidi,stupratori,assassini e ladri.
    Santi, eremiti, massaie e terroristi.
    Tutti dopo la morte hanno eguali possibilità di divenire un divoratore di anime.
    Perchè per ogni essere umano vi è un lato negativo, non importa quanto in profondità esso sia sepolto, perchè con la disgregazione della catena dell' anima, anello dopo anello, grano di rosario dopo grano di rosario dei peccati commessi in vita, con la morte la bianca maschera appare sempre a cancellare il volto di coloro che un tempo erano esseri umani.
    Chiunque può diventare un hollow.
    Nessuno escluso.
    E una volta effettuata la loro trasmutazione in nuove creature i neonati hollows sanno per istinto che esiste un luogo che possono chiamare casa.
    Un luogo assai strano questo,illuminato da una perenne e pallida luna ppiena, le cui fasi sono invertite rispetto a quella terrestre.
    Un luogo dove non sempre a vincere è il più forte e dove anche gli esseri piùi nfimi possono sopravvivere tra le sabbie del mondo della tenebra eterna se sono abbastanza astuti...o fortunati.
    E decisamente la colossale e feroce creatura conosciuta con il nome di juggernaut non rientravain quest'ultima categoria.
    Lamentandosi e gemendo la gigantesca figura strisciava come il verme che era diventato attraverso le pesanti dune ora macchiate di nero icore fumante diretto verso una caverna che sembrava solo un lontano miraggio.
    Le ferite gli dolevano, ma ancora di più il proprio orgoglio, che bruciava nel suo petto inondandolo di cocente vergogna.
    Perchè era ancora vivo?Perchè ancora respirava su quella terra lui, che prima era invincibile? Era sopravvisuto, sì, ma a che prezzo?
    Le voci dentro di lui erano in subbuglio, serpeggiava il dissenso, e le sue reazioni erano ancora più lente del solito,persino il semplice atto di pensare comportava un dolore atroce.
    Ma a lui piaceva quel dolore,lo aiutava a rimanere cosciente, anche perchè svenire nell' Hueco Mundo equivaleva a morte certa, anche per entità ben più forti di lui.
    Non aveva più tempo sentiva il reiatsu scorrere via dallesue ferite alla stessa velocità del sangue; non ci sarebbe voluto molto prima di diventare un guscio vuoto privo di sostanza,un altro elemento decorativo di quello sterile deserto niveo costellato di scheletri di alberi rinsecchiti, che puntavano al cielo come ossute dita imploranti.
    Improvvisamente il suo artiglio corazzato colpì qualcosa di solido, roccia, un grosso masso roccioso che affiorava dal terreno, chiaro segno che era finalmente arrivato alla grande parete rocciosa davanti a lui.
    Puntellandosi con una zampa che ormai lo sosteneva solo a malapena il gillian dalle possenti sembianze strisciò attraverso l' entrata di un anfratto roccioso accoccolandosi lungo il fianco della corta galleria, schiacciando nel procedimento alcuni piccoli hollows simili a scolopendre lunghe circa mezzo metro.
    Una vista terrificante per un umano, ma che a Juggernaut dava meno fastidio di un moscerino.
    Dopotutto una delle poche cose che ancora restava in suo possesso era la sua formidabile stazza.
    Avrebbe potuto riposare per decenni, prima che quelle minuscole bestioline avessero iniziato a rappresentare un problema degno di nota per lui.
    Eppure il rumore delle loro mandibole fameliche, il rumore umido della sua carne che veniva strappata via da centinaia
    di minuscole fauci affilate,la sensazione dei denti sulla sua pelle...era incredibilmente fastidiosa.
    Il possente demone tentò di sollevare il braccio ancora sano per schiacciare quelle pesti,ma l'arto bardato di osso non si mosse di un centimetro, restando insensibile e sordo ad ogni richiamo o ordine.
    Oramai le forze lo stavano abbandonando, non avevapiù energia da impiegare, era a tutti gli effetti un semplice e appetitoso piatto per un pantagruelico banchetto dedicato a quegli odiosi parassiti.
    Juggernaut sbuffò tristemente mentre le sue forze si prosciugavano definitivamente.
    I suoi luminosi occhi, già offuscati si chiusero sempre di più, mentre la maschera, sollevata a più di diciotto metri dal suolo si adagiava sulle spalle a guardare il soffito di quella ampia caverna.

    Che giornata.... di merda....

    Mormorò a fatica con la voce corale rauca e carica di risentimento.
    Era meglio...se fossi rimasto...a dormire...

    Poi la maschera rettiliana si spense, mentre il Menos perdeva i sensi tagliando i ponti con il mondo reale.
    Ignorando così il dolore, la fatica, la vegogna e la sensazione del proprio corpo che a poco a poco veniva divorato, boccone dopo boccone.
    E Juggernaut, dopo tanto tanto tempo....

    Sognò

    -I dreamt a dream tonight
    -And so did I
    -Really? And what did you dream?
    -That dreamers often lies...
    -In bad dreams,while they lies asleep!
    -Romeo and Juliet -



    L' essere che un tempo si era chiamato painter penetrò con violenza nel reame del proprio sogno, spinto da una forza inconcepibile derivata dalla sua condizione attuale e dalla sua propria intrinseca debolezza.
    Le anime che lo componevano erano in subbuglio e questo loro stato di agitazione si rifletteva nell' immagine e nell'aspetto della sua anima.
    Il suo spirito, la coscienza principale, schiantò la fragile parete che lo separava dal suo inconscio come uno specchio schizzando come una folgore giù, nei meandri del proprio essere; la sostanza spirituale che garantiva coesione al corpo fittizio,al suo avatar mentale, si disgregava a poco a poco, mentre carne, ossa, pelle, capelli venivano sostituiti da brillanti filamenti di pura e semplice luce.
    Perse il suo aspetto, la sua identità, sino a divenire puro spirito, un lucore che aleggiava nelle buie e fredde sale della propria immaginazione.
    Attorno a lui fluttuavano decine, centinaia, migliaia,milioni di piccole sfere trasparenti, simili in tutto e per tutto a esili e fragili bolle di sapone.
    Quando la sua luce ne sfiorava una questa esplodeva bombardandolo con immagini e ricordi di una vita passata.
    Vita, che un tempo non gli era appartenuta.
    Avanti, sbrigati Painter, vai avanti.
    La voce che aveva sentito anche prima lo esortava a proseguire, a procedere con il suo viaggio, più giù, sempre più giù, verso il cuore di quel mondo fittizio e inesistente, che sembrava comunque così reale.
    Reale solo per lui, l'unico a potervi vivere.
    Odiava quella voce, che gli ricordava in qualche modo una sensazione già vista, ma non avrebbe saputo proprio dire nè dove, nè come, era come se stesse provando una bizzarra e inquietante sensazione di Deja vu.
    Tuttavia proseguiva con il suo viaggio, spronato dalla misteriosa presenza che lo esortava.
    Al suo passaggio i ricordi scoppiavano con un colpetto sordo, un tintinnio brillante che ricordava lo scontrarsi tra due bicchieri di vetro in occasione di un brindisi.
    E ad ogni bolla che deflagrava seguivano i ricordi.
    Non suoi, ma che tuttavia gli appartenevano.
    Rivide morte, sangue, distruzione e sofferenza, dolci ricordi e paure ancestrali,percepì sul proprio corpo immateriale la stretta gelida dell' angoscia e la calda e amichevole morsa del sollievo.
    Vide la morte di tanti hollows, la loro rinascita e la loro successiva dipartita, quel giorno di due anni fa alle dune, uno scontro pantagruelico dal quale era uscito come unico vincitore.
    Come vincitore e dominatore...
    Dominatore, e che dominatore sono stato! Sconfitto da una pulce patetica e illusa. Che vergogna!!

    Imprecò mentre attaversava una formazione di bolle più consistente delle altre.
    Altre immagini, altro dolore, altra sofferenza.
    Però stavolta era stato lui stesso a causarle, dopo aver combattuto in una affollata città.
    Le povere vittime di quel giorno non avevano trovato la pace, e quel pensiero fece sorridere una faccia senza connotati.
    Un volto inespressivo, nemmeno in grado di esprimere la più minima delle emozioni.
    L'epitome di quello che ambiva a diventare in un futuro nemmeno troppo prossimo.
    Prosegui Painter, non perdere la concentrazione, sai che il tempo che ti è stato concesso si stà esaurendo...non esitare .
    Con uno sbuffo annoiato la massa di energia proseguì la sua corsa imperterrita, travolgendo le bolle di ricordi e venendo a sua volta travolta da essi.
    Ripercorse in pochi istanti vite intere, esistenze non più lunghe di un battito di ciglia, mentre ai suoi lati si stagliavano come immense statue, immagini di tutti coloro a cui quelle memorie appartenevano.
    Hollows, quincy, shinigami e normali esseri umani.
    Coloro che avevano divorato e che erano stati divorati.
    Ognuno andava a comporre una frazione di quel tutto che era il gillian.
    Volenti o nolenti tutti si erano prostrati al suo cospetto, annullati e piegati dalla sua indomabile volontà, scorrendo trai loro volti si sentiva come un monarca che passi in rassegna il suo popolo festante.
    Era un sovrano, un tiranno spietato ma non se ne pentiva affatto, conosceva benissimo l'esigenza di dominare i suoi nemici sotto un tallone di ferro e perchè no, anche i suoi alleati.
    Painter, non fermarti,siamo quasi arrivati
    La voce tornò ancora una volta, fastidiosa come un moscerino ronzante, e altrettanto insopportabile.
    La luce si fermò, all' improvviso, per poi iniziare abrillare come un piccolo sole in miniatura.
    La sua rabbia era torrida come un incendio, palpabili ondate di rabbia e odio si dipartivano da quella luce abbagliante che crebbe apoco a poco sino a raggiungere tre volte le sue dimensioni originali.
    Adesso basta! Non ho idea di chi tu sia, ma mi hai stufato con il tuo noioso e continuo ciarlare, fatti avanti!

    La vace atteseper alcuni istanti, poi tornò a parlare, il suo tono sempre monocorde, inespressivo, tuttavia sempre con quel tono di comando imperioso, che si addice ad un re o ad una regina.
    Painter, prosegui.Presto ti sarà tutto chiaro. Al termine di questo percorso mi paleserò, ma prima devi accettare di seguirmi.
    La sfera tremò di ira a stento repressa, prima di proseguiire con ancora più furia e velocità di prima.
    Accecante, imperiosa, splendida, il suo passaggio adesso riduceva in cenere i ricordi, ignorandoli completamente, la massa di ricordi non lo impensieriva, non lo rallentava, gli scivolava semplicemente accanto come l' acqua attorno ad un pesce.
    Nè gli avrebbe causato alcun danno, poichè lui era il padrone di quel luogo.
    Là, dove la determinazione era il potere più grande, e la volontà rendeva in grado di compiere facilmente ciò che altrimenti si sarebbe potuto definire miracolo,lui non aveva rivali.
    Ecco perchè era il re.
    E la voce presto si sarebbe pentita delle sue parole.
    Avrebbe imparato il significato della parola dolore nel modo più diabolico e brutale possibile.
    Ci siamo....Painter.
    La voce tornò improvvisa, distogliendo tutta la rabbia che gli aveva offuscato la vista sino a quel momento.
    Solo allora si accorse che attorno a lui non fluttuava più alcun ricordo.
    Niente più bolle di sapone, non vi era più alcun memento di vita passata.
    Non vi era più nulla.
    Solo nero, solo buio, una tenbra eterna.
    E Painter capì di essere arrivato nel più oscuro e recondito meandro del suo spirito.
    Allora? E' tutto qui quello che volevi mostrarmi?

    Tuonò innervosito.
    Quel viaggio era stato intrapreso senza scopo allora.
    Era finito in un vicolo cieco.
    Aveva visto tutto e non restava nient'altro.
    Buio? Nulla? Se sei soddisfatta voce, fatti vedere,cosicchè io possa finalmente avere quello che mi spetta!

    Niente, silenzio.
    Un silenzio assordante, come mai sarebbe stato possibile ottenere in un luogo diverso da quello.
    Una assenza di suoni che feriva le orecchie.
    Guarda meglio....Painter.
    Ancora, era sparita così come era apparsa.
    Tuttavia lo spirito di juggernaut notò qualcosa, in lontananza.
    Una luce, piccola, fioca, intermittente.
    Ammantato come era di luce propria non vi aveva fatto minimamente caso.
    Era un ricordo, più piccolo degli altri, offuscato, evidentemente mai sfiorato sin dal giorno della trasformazione.
    Una simile piccolezza meritava dunque la sua attenzione?
    Si disse l'indomabile spirito.
    Econ un semplice movimento di un arto inesistente sfiorò la piccola bolla, che tremolo delicatamente, prima di scoppiare con un tintinnio argenteo e cristallino.
    E per la prima volta Juggernaut sognò...

    Sognò di stare sognando

    -Peace good Mercutio, thou talks of nothing!
    -True,i talk of dreams
    Wich are the child of an idle brain
    Begot of nothing
    But vain fantasy
    -Romeo and Juliet -




    image

    La luce filtrava copoiosa dalla grande finestra posta sul lato della stanza, inondando di un soffuso bagliore l'intera camera da letto.
    Alle pareti occhieggiavano poster di anime e quadri di paesaggio cittadino, con le svettanti torri dei grattacieli che coprivano a sprazzi un cielo azzurro cosparso generosamente di nuvole. Acquerelli, tempere, carboncino; non c'era mezzo di espressione artistica o stile che non fosse stato utilizzato per realizzare quelle opere.
    All'esterno dell'appartamentosi vedeva una selva di cemento e acciaio costellata di verde e cartelloni pubblicitari che la facevano apparire un nido di farfalle multicolori.
    Da sottofondo il rumore del traffico, leggero e udibile solo in distanza si mischiava al fischiettare e al cinguettio delle rondini.
    Nel letto, coperta da un pesante piumone una figura si mosse, disturbata dall'improvvisa irruzione della luce diurna nella stanza.

    Pi


    Pigolò una sveglia a forma di gatto posta su un comodino in legno di noce accanto al giaciglio dell' occupante della stanza.
    La sagoma nelle coperte si rifiutò categoricamente di alzarsi, e si strinse ancora di più nella pesante coperta, cercando rifugio nel tiepido abbraccio del piumone.
    Tutto ciò che emise fu un brontolio sordo e indecifrabile, prima di cacciare con forza la testa sotto la pesante coltre delle coperte

    Pi Pi


    Riprese imperterrita la macchina, mentre l' interruttore di spengimento si riattivava sotto forma di una zampa alzata.
    La figura sotto le coperte si mosse ancora un poco, mugugnando sinistri propositi e maledicendo ripetutamente l' inventore della sveglia e chiunque fosse stato l' ideatore di quell'aggeggio infernale.

    Pi Pi Pi


    Ancora una volta il gatto produsse il rumore meccanico e trillante della suoneria.
    Ancora una volta le pesanti cortine di stoffa imbottite di piume si scollarono mandando il classico suono di chi ha perso la pazienza, un lugubre e lamentoso peana di fastidio e irritazione.
    Alla fine si era giunti a questo, un confronto di determinazione, una gara di resistenza.
    Bisognava vedere solo chi si sarebbe arreso prima.

    Pi Pi Pi Pi


    La suoneria cantò ripetutamente, quasi stizzita dalla perseveranza del suo avversario.
    Con un mugolio di rabbia una mano affusolata impaludata in un pesante pigiama azzurro cielo emerse dalla massa di lenzuola e iniziò ad armeggiare con la superficie del comodino, tastando il legno alla disperata ricerca di quella malefica zampa.

    Pi Pi Pi Pi Pi


    La mano si mosse ancora più freneticamente, spingendosi sempre più in là.
    Un metro dopo l'altro sfiorò l'infernale macchina ululante...e si lascio sfuggire un lamento disarticolato.
    La sveglia si trovava a pochi centimetri dalla punta delle dita.
    Eppure si era sporta al massimo.
    Un mugolio ferino di rabbia e ciò che si trovava al di sotto dellecoperte balzò in avanti premendo la zampa che fungeva da blocco.
    A-ha!. Tuonò trionfante contono addormentato la figura sospesa ancora in aria.
    Cimise un paio di secondi per rendersi conto di essere sospesa a circa 30 centimetri da terra.
    ah...ah....aaaaaaargh!.
    Il terrore si dipinse sul suo volto, prima di atterrare sul pavimento di legno con un sonoro tonfo ed un conseguente lamento di dolore.
    Alla fine il malefico attrezzo aveva raggiunto il suo scopo.
    La sagoma si alzò dunque da terra massaggiandosi il dolorante fondoschiena con tono lamentoso e prossimo alle lacrime prima di dirigersi verso il bagno e aprire l'acqua fredda.
    Immerse le mani affusolate da artista sotto il getto di liquido gelido,poi con un gesto felino sollevò le mani ancora cariche di acqua e le pose con rapidità sul viso dai lineamenti fini e affusolati, tanto simile a quello di una volpe per le sensazioni che ispirava.
    La sensazione del freddo punse il viso del protagonista di quel ricordo come mille spilli acuminati, scacciando gli ultimi residui di sonno.
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    Poi si guardò allo specchio.
    Aveva un Aria assolutamente orribile, e aveva dormito benissimo sino al suono di quella maledetta sveglia.
    Avrebbe fatto male alla sua pelle ridursi in quello stato, se avesse continuato così un ragazzo non l' avrebbe trovato mai. Certo, c'era sempre Kyosuke, però erano solo amici, o almeno di questo si era convinta...era più di un anno che cercava il coraggio di confessarsi e stava iniziando a pensare che non ce l'avrebbe mai fatta.
    Già, aveva una espressione veramente orribile, doveva sicuramente fare qualcosa altrimenti si sarebbe ritrovata con delle rughe precoci. Si sciacquò un'altra volta il viso, per scacciare gli ultimi residui di sonnolenza, tuttavia sapeva che era praticamente impossibile eliminare i postumi di un risveglio del genere. Si chiese perchè le ragazze negli anime o ricevevano superpoteri o misteriosamente attiravano sempre un ragazzo affascinante e maledettamente romantico.
    Sigh sospirò con trasporto mentre canticchiava a mezzavoce la opening di "Magical Girl Diva-chan". Aveva da poco reiniziato il semestre e sembrava che anche questa volta il cursus scolastico avrebbe preso un trend negativo, come testimoniava il grafico appeso alla parete nella stanza dietro di lei.
    C'era poco da fare, semplicemente non riusciva a mettere la testa a posto. Le sue giornate si riducevano a guardare anime e a svolgere i compiti del giorno dopo, niente di più. Le uniche materie in cui riusciva a tirarsi su erano Giapponese e Arte, sebbene pochi mostrassero di apprezzare le sue opere. Certo, alcune delle sue tavole erano arrivate fino a Jump, ma a parte quel momentaneo successo più nulla.
    Decisamente era una vita normale, ma era contenta così.
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    Allungò la mano per prendere lo spazzolino, ci versò sopra il dentifricio e iniziò a lavarsi i denti; il forte e pungente sapore della menta le riempì la bocca mentre un dente dopo l' altro si ripuliva la bocca.
    Nel frattempo si oservò attentamente, non si poteva neanche definirla una ragazza brutta, diciamo che era nella norma....
    Già, nella norma era la parola adatta per definirla, asicuramente non si sentiva inferiore a molte delle sue amiche; certo alcuni dei suoi gusti in fatto di hobby erano un po' strani,ma si sà, nessuno è perfetto,e questo era risaputo.
    Tuttavia di ragazze otaku ce ne erano poche in rapporto ai ragazzi, e di solito questa attitudine era malvista dalla popolazione maschile, eccetto per una piccola cerchia di persona. Fortunatamente per lei però Kyosuke era tra queste.
    Ripensò al ragazzo dai corti capelli mori e dagli occhi color dell' oro...e la sua mente andò altrove...
    Per lo meno sino a quando non vide l' orologio riflesso nello specchio.
    Weffe e wenfa? Aaaawww! Fono in witaddo!!!
    Mugghio mentre sputava rapidamente il dentifricio rimasto nel lavandino e iniziava a vestirsi con la rapidità di un fulmine.
    Camicia, giacca, gonna, calze, scarpe, indossò tutta l' uniforme scolastica a tempo di record,con una velocità di cambio d'abito che avrebbe fatto invidia a moltissimi supereroi.
    In capo a dieci minuti era fuori dalla porta che correva con un pezzo di pane appena tostato e imburrato stretto tra i denti con la cartella in mano che ondeggiava alle sue spalle.
    Stasera ho lezione pomeridiana e poi il club di arte, non tornerò a casa prima dell' ora di cena-aruyo!
    Disse salutando i genitori, che ancora attoniti cercavano di capire quale uragano si fosse abbattuto sulla loro cucina.

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    Si sentiva felice, decisamente, era quella che si preannunciava come una bella giornata, carica di allegria e all' insegna del buonumore, già, si sentiva felice di essere così viva.
    Attraversò con passo rapido le vie del centro di Tokyo passando attraverso una folla immane di impiegati e turisti.
    Si fermò alcuni istanti davanti ad un semaforo attendendo che fosse verde e attraversò rapidamente le strisce pedonali, arrivando così a pochi passi dall'ingresso del parco di Inogashira. Spesso sostava all'ombra di quegli alberi a dipingere il laghetto e gli eventuali passanti, o più spesso gli anziani che si fermavano a dare da mangiare alle anatre che affollavano quel giardino pubblico.
    Secondo il suo orologio da polso mancavano ancora quindici minuti alla chiusura dei cancelli della accademia, e ne avrebbe impiegati dieci per arrivare a destinazione.
    Chiuse gli occhi mentre si concentrava sulla musica che il suo MP3 portava alle sue orecchie; canzoncine allegre, motivetti accattivanti, tutto contribuiva a rilassarla, così come aiutava il dolce profumo dei ciliegi in fiore, che solletiva le sue narici.
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    La vista dei petali rosati sull'acciottolato era semplicemente indescivibile,e non aveva parole per descrivere come si sentiva; decise che al suo ritorno avrebbe portato con se Miyu, Yuki, Ume e Ryoko.
    Si sarebbero procurate dei panini dalla mensa e avrebbero svolto la sessione odierna del Club alparco, pranzando sotto i ciliegi in fiore...
    E chissà,magari avrebbero avuto fortuna, e sarebbe tirato un po' di vento.
    Guh,stò diventando troppo romantica, tutti questi lirismi non sono da me, sarà l'aria di primavera-ne?
    Concluse con quel suo intercalare che nei primi tempi aveva suscitato l'ilarità dei suoi compagni di corso. Eppure da dove veniva,la zona est del Kansai,nessuno aveva mai fatto battute o scherzato su questa sua peculiarità, evidentemente la città era tutta un altra cosa.
    Comunque le importava poco, si sentiva bene, libera, felice di essere in quel luogo... che andassero al diavolo i suoi professori e la società che la voleva trasformare in una impiegata senza nome.
    Si era iscritta alla facoltàdi arte Nipponseiri proprio per sfuggire al suo grigio destino.
    Diventare una artista, quella sarebbe stata la sua via di fuga.
    E non si sarebbe lasciata sfuggire questa occasione, per niente al mondo.
    La campana che segnava l' inizio delle lezioni la riportò alla realtà con la sua melodia universalmente riconosciuta in ogni parte dell' arcipelago nipponico.
    Din-don-dan-don...
    Odioso suono, per due motivi, primo l'aveva strappata dalle sue considezioni, e secondo perchè significava solo una cosa...
    Sono in ritardissimo, ancora una nota di biasimo e sono fritta!!
    Sibilò in preda al panico mentre scavalcava una ringhiera color verde brillante e atterrava sulla strada accanto a lei.
    L'asfalto neropece assorbì il suono delle sue scarpe di cuoio mentre la studentessa si dirigeva verso il cancello che si stava chiudendo con lentezza esasperante.
    Era terrible,le sembrava che non sarebbe mai arrivata.
    Tese la mano in un disperato tentativo di fermare il custode dal viso arcigno.
    Non poteva permettersi un altro ritardo, i suoi l'avrebbero spellata viva, e si sarebbero infuriati come demoni, le avrebbero portato via il televisore e si sarebbe persa l'ultima puntata di "Tokimeki memorial", proprio adesso che Tatsuya doveva dichiararsi.
    Per un attimo pensò che il braccio le si sarebbe staccato nel tentativo di raggiungere il grigio cancello.
    Sentì risuonare un lamento sordo, e percepìlo spostamento d'aria di un ruggito possente,animalesco.
    Vide alla sua destra una ombra gigantesca,con due occhi che fiammeggiavano di rabbia famelica.
    Fece per urlare, tuttavia la sua imprecazione fu sovrastata dallo stridere dei freni del tir.
    Troppo tardi.
    Kinaru Kisaki cercò disperatamente di pronunciare una qualche frase,ma labocca le si era come paralizzata.
    Un botto terrificante e divenne tutto buio.
    Il ricordo si spense come la fiamma di una candela che avesse terminato lo stoppino, scomparendo per sempre alla
    vista.
    Ma a Juggernaut tutto questo non importava di certo.
    Aveva già smesso di guardare da tempo; la sfera di luce che rappresentava la sua essenza adesso era rossa come una supernova, ardeva di rabbia impossibile da reprimere, era furioso, iracondo come mai era stato.
    COSA SIGNIFICA QUESTO...OLTRAGGIO! COME OSI! VOCE, MALEDETTA, FATTI VEDERE! COME OSI PRENDERTI GIOCO DI ME IN QUESTO MODO! CHE COSA SIGNIFICA QUESTO! PERCHE'MI HAI FATTO VEDERE QUESTA COSA COSI'...INSULSA!

    La sua tonante imprecazione fece risuonare e tremare tutte le pareti del suo ego, come un terremoto di immane potenza.
    536.328 spiriti si fecero piccoli piccoli cercando di sparire e non attirare le ire del padrone di quei luoghi.
    Tutti si misero a tremare sperando di non essere scelti come capro espiatorio.
    Tutti tranne uno.
    Ancora non capisci Painter? Eppure mi sembra molto chiaro...e sono sicura che tu abbia già capito...



    -Then i see Queen Mabd has been with you!
    She is the fairies midwife and she came in shape no
    bigger than an agate stone on the ring of an alderman.
    Over man's noses as they lie asleep.
    Her chariot is an Empty Hazelnut.
    And in this state she gallops night by night...
    -Romeo and Juliet -



    Mi pare ovvio, ciò a cui hai assistito non è altro che la mia morte...
    Una figura emerse dalle ombre, con passo sicuro, camminando nelle tenebre come se ci avesse vissuto da sempre,e in effetti non era una definizione tanto lontana dalla realtà.
    Già, poichè quell' entità aveva dimorato nelle ombre sin dalla nascita di Painter.
    Una nascita che aveva segnato la sua morte.
    La luce di Painter ne rivelò a poco a poco i contorni, facendo apparire cosìil volto di una ragazza di circa diciotto anni.
    La stessa del ricordo che aveva visionato poco prima.
    O meglio, quella del suo ricordo.
    Si sentiva male, decisamente male; non aveva avuto idea del perchè non si ricordasse il momento della sua morte.
    Adesso invece lo sapeva, e la risposta non era decisamente gradita.
    Maledetta...non credere di prendermi in giro,io non sono...

    La fanciulla sorrise.
    Una ragazza? Tsk,che pena, sei veramente ridicolo sai? O meglio...sei ridicola
    Era semplice, e anche molto intuitivo.
    Kinaru, si scriveva in Hirgana con gli ideogrammi di Riservata e Ragazza
    tuttavia leggendoli in Katakana veniva fuori Eishi Pittore e Diabolico
    Painter l'aveva capito nelmomento stesso in cui aveva visto quegli ideogrammi sull'etichetta della cartella.
    Ela cosa non gli era piaciuta affatto.
    Kinaru parlò di nuovo, nella sua voce era preminente iil tono di scherno,così caustico da fargli male al solo sentirlo.
    Guarda cosa sei realmente Eishi, una copia di ciò che ero...prima che tu mi portassi via tutto
    Un vento etereo soffiò all' improvviso cancellando l'alone di luce pulsante che aveva avvolto l'hollow di nome Eishi Kisaki.
    Rivelando un corpo esattamente identico e speculare a quello che gli stava di fronte, come la parodia contorta di uno specchio.
    Non ci vediamo da molto tempo sai? disse mentre il suo volto diventava impassibile Painter

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    poi aggiunse
    Sono finalmente venuta a reclamare ciò che mi spetta di diritto...la MIA vita.


     
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    III - Around the mind
    She gazed herself throught the mirror.
    Her smiling face grinning ominously
    Her fine hands clenched in sharp nails
    Her brown eyes tainted with deep red.
    Evil was all over her face.
    Then suddenly a Mask appeared.
    And all she saw thereoff
    Was only darkness....






    Entrambe le creature, adesso composte da puro spirito fluttuavano entrambi, l'una a pochi metri dall' altra, sospese in un vuoto abisso che si estendeva in ogni direzione.
    Attornoalle due sagome femminili non vi era nulla se non oscurità, oscurità frammista a piccole schegge luminose, scarti di ricordi da lungo tempo perduti o ritenuti inutili.
    Infinite stelle luccicanti fluttuavano prive di sostanza e in preda ad un ordine casuale, trasportate dal vento impalpabile e invisibile della coscienza.
    Laggiù, nel punto più remoto, più discosto, pressochè inviolabile della poliedrica e multidimensionale mente dell'amalgama di hollows nota come Juggernaut si stava per verificare un evento epocale.
    Dopo anni di esistenza si stava verificando qualcosa di inconcepibile, qualcosa che non era quasi considerato possibile per gran parte delle anime che generavano il Gillian.
    La notizia della sfida si sparse attraverso ogni vena, attraverso ogni osso, volando su terminazioni nervose di puro reiatsu e sangue nero come la pece.
    Volando su ali di curiosità e dubbio l'idea che qualcuno potesse affrontare la mente dominante si appiccò come un incendio, divorando con foga le anime che popolavano la colossale creatura.
    -E' una sfida...-
    Si mormorava con bocche inesistenti, si fischiava tra zanne immateriali, si sentiva dire con orecchie invisibile.
    Qualcuno osa sfidare il padrone....
    Se prima era un dubbio adesso era divenuta una certezza.
    Da refolo di vento era divenuta una tempesta.
    Qualcuno metteva in dubbio l' autorità di Painter.
    In pochi istanti la notizia pervase ogni fibra dell' esistenza.
    E a poco a poco un rombo sordo si ripercosse in ogni stanza, in ogni salone, in ogni corridoio, in ogni anfratto dello spirito malevolo.
    Un rumore di fondo che crebbe, aumentò e si fece a poco a poco più udibile.
    Era il ruggito di una folla acclamante, del pubblico di un anfiteatro, di una mandria roboante.
    -C'è uno spettacolo!-
    Si rumoreggiava tra i piccoli spiriti senza forma degli hollows più minuti.
    -Grande festa! Gaudio! Giubilo!-
    Ancora altre invocazioni, ancora altre acclamazioni.
    Esseri annoiati dalla vita e bramosi solo di oblio e di annientamento si risvegliarono dal loro sonno di morte.
    Anime bramose di vendetta si riscossero dai loro contorti piani di rivincita.
    Spiriti fanaticamente fedeli al loro padrone si mossero per accorrere al richiamo del loro sovrano.
    Tutti, nessuno escluso, si radunarono, poichè quel momento era un momento di lotta.
    Una sfida era stata lanciata, rimaneva solo un dubbio....chi l' aveva lanciata?
    Ma soprattutto...
    A quella sfida, sarabbe stato risposto?

    La ragazza appena fuoriuscita dalle ombre sollevò con consumata lentezza la mano destra e con l'indice teso indicò il cielo privo di colori al di sopra di lei.
    Un sorriso si dipinse sul suo volto giovanile mentre pian piano il rombo sordo si faceva sempre più forte, sino a riempire l'infinito spazio che li circondava con il clamore di una folla in delirio.
    Le senti Painter? Le senti queste esclamazioni? Questi ruggiti gutturali?Il plauso che ci tributano? Queste voci acclamano noi...
    Sul volto di Painter,così simile al suo eppure così diverso, anch'esso incarnazione della gioventù e della spensieratezza eppure carico di tutta la malvagità e la follia che quella mente contorta e inquinata dalla nequizia conteneva,si poteva leggere la perplessità .
    Sembrava di assistere ad un confronto tra due immagini riflesse da uno specchio; ma quale eral' originale tra di esse? La placida ragazza desiderosa di vendetta? O il mostro sanguinario, il lupo dalle fauci sporche di sangue, travestito con una sottile e lanosa pelle di un innocuo agnello?
    Andiamo,non fare quella faccia, sai benissimo cosa intendo...e fossi in te io sarei preoccupata...
    Painter scostò la testa di lato, visibilmente incuriosito, quella presenza femminile così fuori posto in quella cattedrale di pensieri violenti e contorti lo indisponeva, quell' isola di sanità e bontà nell'oceano di perfidia che riempiva i suoi pensieri gli era invisa e lo faceva adirare come può essere arrabbiato un uomo che abbia abbandonato il cane sull'autostrada e lo ritrovi al suo ritorno che lo aspetta sulla porta di casa.
    Ma non avrebbe permesso che finisse in fretta, si sentiva in un certo qual modo obbligato a rispondere a tono alle domande di quella fastidiosa entità astrale.
    Non l'avrebbe annientata solo sul piano fisico (Se anche ci fosse stato qualcosa di tangibile in quelle sale) ma anche sul piano mentale, su quello verbale e su quello spirituale.
    L'avrebbe ridotta ad un guscio vuoto solo per provare la sua superiorità e solo allora l' avrebbe relegata di nuovo nell' angolo più interno della propria mente, stavolta per sempre, una volta per tutte.

    E perchè dovrei mai esserlo....credo tu stia dimenticando qualcosa,mia cara....

    Disse con tono arrogante e supponente, il pronome maschile stonava terribilmente con la ben modulata voce femminile che aveva scoperto di possedere solo pochi minuti prima.
    O forse erano passati anni, non lo sapeva, non gli importava più in effetti; in quel momento si trovava in un luogo dove le leggi del tempo, dello spazio e della fisica non avevano più significato alcuno.
    L' unica cosa all' atto pratico che importava era che ogni tanto la sua voce tendeva ad assumere un tono più stridulo e penetrante del normale, cosa che gli riusciva ben difficile da sopportare, sebbene con la pratica tutti questi problemi sarebbero stati presto solo un ricordo lontano.
    Io qui sono il padrone, tutto si muove secondo ogni mio comando.
    Queste patetiche creature mi sono sottomesse, esse non mi seguono perchè lo vogliano, o perchè vedano in me un capo carismatico.

    Disse girando su se stesso -o su se stessa, era ancora una cosa difficile per lui da decidere- per nulla imbarazzato dal mostrare le nudità del suo nuovo corpo.
    Che quella strega avesse sperato in un suo cedimento mentale era innegabile.
    Ma la povera stolta non poteva certo immaginare che lui era di tutta un'altra tempra rispetto a quello che credeva.
    Aveva affrontato avversità di ogni genere, nemici ancora più forti di quelli di un tempo, e aveva trionfato, ed era sopravvisuto.
    Una scoperta del genere poteva anche averlo turbato nel profondo dell' animo, scuotendone le convinzioni, ma che fosse dannato,se avesse permesso di mostrare anche il più piccolo segno di questi suoi dubbi all' esterno.
    Si rese conto dopo di avere detto una stupidaggine, dannato lo era già, e quello che era più divertente da sapere era che nel farlo aveva dannato per sempre l' anima della sua precedente padrona, per quanto un tale termine fosse inadatto adescrivere la relazione che correva tra di loro.
    Tuttavia accantonando questi pensieri la esile figura di donna -come aveva appena scoperto essere- proseguì la sua esposizione, sollevandosi sempre più in alto mentre fiamme nere ne avvolgevano il corpo, come una elegante veste che si increspava,ruggendo nel vuoto.
    Esse mi seguono perchè temono la mia forza, perchè sanno che altrimenti le distruggerei con uno schiocco di dita.

    Rise, mentre le fiamme nere la facevano levitare nel vuoto come il negativo di una cometa, la serica fiamma lambiva l' atmosfera, risaltando persino nel nero inferno retrostante, brillando di luce propria.
    Un altro bizzarro miracolo di quel mondo dove la logica era guardata più come ad una superstizione e ad una leggenda.
    Un luogo mistico dove niente poteva essere ciò che doveva.
    Le braccia pallide si tesero un ultima volta verso l' aria, prima che Painter compisse un'altro giro su se stesso, tornando nella sua posizione originaria.
    La voce giovanile venata di rabbia, di odio e di alterigia.
    Loro mi devono seguire, per mantenere integre le loro flebili, patetiche ed inutili vite.

    La risposta che Juggernaut ricevette era però diversa da quella che si aspettava.
    Lo spirito di Kinaru sollevò delicatamente la mano alla bocca per pararsi, e piegò il torso mostrando il fianco.
    Le spalle e il busto furono scossi da un tremore irregolare e incontrollato.
    In capo ad un paio di secondi una risatina soffocata iniziò a filtrare dalle dita aperte e a riempire lo spazio attorno ai due contendenti, fuori luogo come una nevicata il venti di Agosto, nel pieno dell' estate
    Hu..huhu....huhuhuhu...
    Painter inarcò dubbioso un fine sopracciglio , simile ad un singolo tratto di matita, portandosi un po' più vicino alla sua rivale.
    Per quale motivo rideva? Che ragione aveva di essere così allegra? Probabilmente non si rendeva conto della situazione in cui si trovava, sapeva di essere condannata a morte eppure trovava il coraggio di ridere sprezzantemente davanti a lui, il suo carnefice per giunta!
    Non c'era dunque limite alla presunzione di quella fanciulla? Davvero non lo temeva?
    Sarebbe stato necessario insegnarle le buone maniere, e il costume che si confaceva a ciò che componeva una parte di lui; muta sottomissione e genuina paura, quello era ciò che si aspettava dai suoi servi.
    Si chinò in avanti domandando con fare accusatorio frammisto a curiosità
    Cosa ci sarebbe dicosì divertente? Sentiamo, mi stai incuriosendo...

    Kinaru rispose debolmente con voce soffocata, soffrendo ancora dei postumi della risata.
    Il suo tono di voce era tutto fuorchè sottomesso, con buona pace di Painter.
    Era invece carico di determinazione, e sui lineamenti astuti, assimilabili ai tratti somatici di una volpe, era rappresentato il trionfo al suo stato più puro, incastonato in una espressione da chi ha appena scoperto di avere vinto alla lotteria nazionale il primo premio in denaro sonante.
    Hmpfh. Temo tu ti stia dimenticando qualcosa, dovresti sapere che stai commettendo un errore, un grosso errore.
    Painter trasalì, o meglio, per la prima volta dall' inizio della conversazione si sentì in trappola.
    Ciò non andava bene, non andava affatto bene, non poteva permettersi distrazioni.
    Si chiese cosa avesse di particolare quella ragazza, quale ascendente avesse su di lui per spingerlo a provare una paura così inaturale e immotivata...
    Poi sorrise,con quel suo orribile ghigno sadico, che tanto stonava con un volto così angelico come quello che aveva scoperto di possedere.
    E disse ridacchiando con estrema soddisfazione
    Dici ? Mi chiedo chi dei due stia veramente facendo il passo più lungo della gamba Kinaru-chan...

    Improvvisamente La fanciulla,come se fosse stata punta da uno spillo trasalì, i suoi occhi si fecero gelidi, mentre sibilava poche amare parole cariche di risentimento e di rabbia all' indirizzo del demone.
    Painter godette a quella vista; avere infranto la sua corazza di freddezza, solo apparentemente ostentata era già di per se un trionfo a se stante.
    Non mi chiamare con quel nome Painter, tu non ne hai il diritto.
    Le sue labbra si mossero leggere e delicate, pronunciando parola così pregne di veleno da suonare come una condanna a morte.
    Sembrava impossibile che un banale e normale essere umano, così in apparenza fragile e inoffensivo, potesse portare dentrodi se tanto rancore, tanta furia vendicativa repressa; il nemico che l'hollow si trovava a fronteggiare era uno dei più temibili possibile.
    Era una ragazza disposta a tutto pur di prevalere su di lui.
    Chiunque avrebbe preso quelle parole come una sfida sprezzante, una vuota minaccia.
    Ma non Eishi, lui sapeva cosa aveva davanti....e sapeva che quella frase rappresentava una sfida ben precisa, diretta a lui, e a lui soltanto.
    Hah! Patetica! IO non ne avrei il diritto? IO? Taci stolta, stare rinchiusa qui dentro per tutto questo tempo ti ha ottuso il senso del giudizio! IO qui regno incontrastato! IO qui sono la legge!

    Sbottò lui con fare acido e carico di trionafalismo sollevando per l' ennesima le due braccia volte ad un cielo vuoto ed inesistente sopra di loro.
    La voce identica a quella della sua sfidante suonava graffiante, come un vetro sulla guancia, era dissonante e intrisa di follia e presunzione in quantità incalcolabile.
    Il lungoabito di fiamma ondeggiò e sibilò frustando ruggente l' aria, comese fosse stato affamato di carne e di spirito umani.
    Sembrava una creatura senziente che muovesse la testa a destra e a sinistra in cerca della preda, un segugio che ha fiutato la propria vittima.
    Tuttavia Kinaru non mosse neanche un muscolo, come se quell' inquietante spettacolo non la riguardasse affatto.
    Si limitò a stringere con forza i pugni lungo i fianchi, tremando di rabbia, mentre la mandibola stringeva convulsamente il labbro inferiore, mordendolo e facendo fuoriuscire dalle labbra rosate un sottile rivolo di sangue rosso carminio che scivolò lungo il mento,sino a che le gocce di liquido cremisi non fluttuarono atorno a lei come splendidi rubini preziosi.
    Taci, dannato mostro... è solo colpa tua se sono ridotta in questo stato.
    Mormorò lei, sempre più adirata, il corpo scosso da un tremito di giusta furia.
    Lo odiava,lo odiava con tutte le sue forze.
    Doveva morire,non poteva restare in vita, lei non lo avrebbe permesso, lo avrebbe distrutto ad ogni costo.
    Ogni parola che pronunciava era ulteriore determinazione che accumulava,ogni singola sillaba gli ricordava l' odio che doveva provare nei confronti di quell' essere spregevole, indegno persino di vivere.
    Huh?

    Si limitò ad annuire Painter
    Se solo tu non fossi apparso....
    Sussurrò lei con voce rotta e incendiata dalla rabbia
    Se solo tu non avessi ficcato il tuo dannato naso nella mia vita...
    Quelle parole sgorgavano come un fiume in piena dalla bocca della ragazza, sospesa nel nulla solo grazie alla sua forza di volontà.
    I suoi occhi erano coperti dalla frangia di capelli neri,che pur impedendo una chiara visione dava comunque una idea dell' espressione che la giovane studentessa doveva avere.
    Le sue nocche erano diventate bianche per la pressione che vi esercitava
    Mi hai portato via tutto.
    Disse lei come un atto di accusa, ruggendo tutta la sua frustrazione all' indirizzo dell' unico colpevole e responsabile delle sue sofferenze.
    Il grido di lei rimbombò in ogni anfratto della mente causando un vero e proprio scuotimento nella trama di quell' ambiente.
    Migliaia di anime si trovarono istintivamente a combattere tra la paura che provavano per Painter e il rispetto che iniziavano a nutrire verso il grande carisma di colei che aveva lanciato la sfida.
    Il dubbio si stava per la prima volta instillando nel grande e apparentemente inattaccabile muro della coscienza collettiva di Juggernaut.
    Si, l'ho fatto...

    Rispose lui semplicemente, senza il benchè minimo mutamento nel tono di voce o nell' attegiamento, limitandosi a rimanere ondeggiando e levitando nel punto preciso in cui si trovava, apparentemente ignaro del dissenso che si stava manifestando nelle profondità del suo subcosciente.
    Nel frattempo l'ombra di Kinaru continuò zittendo sul nascere ogni possibile intervento dell' "Artista" che aveva davanti
    Stai zitto! Avevo una famiglia e me l'hai sottratta,avevo degli amici e me li hai portati via.
    Ero felice, ma hai infranto tutti i miei sogni trasformandomi...

    Disse lei con voce rotta daun lacerante dolore.
    Odiava ricordare tutte le crudeltà che Eishi le aveva inflitto mentre era imprigionata nel corpo da hollow.
    Eppure ne era costretta, le era necessario ricordare tutti i nomidi coloro che il suo nemico aveva sconfitto, onde sapere chi vendicare nel momento in cui avrebbe annientato il ferino inconscio del divoratore di anime.
    Lui però interruppe ancora una volta il discorso, certo di avere capito a cosa la fanciulla si riferisse...
    In un essere perfetto, è questo che vuoi dire, no?

    Ma la risposta che ricevette fu decisamente più brusca di quanto si aspettasse.
    Tanto brutale e inaspettata da lasciarlo senza parole.
    Non dire stronzate!
    Tuonò infatti lei scuotendo tutto ciò che la circondava.
    Nei profondi occhi verdi si leggeva solo ribrezzo e desiderio di uccidere, erano gli occhi di una bestia feroce, di una persona che aveva assistito alla morte dei suoi cari senza fare nulla per poter fermare l'assassino.
    Ricordava ancora le pesanti mani guantate sporche di sangue, i corpi dei suoi genitori sparsi per le stanze della casa, stesi a terra come semplici bambole prive di vita a cui erano stati tagliati i fili.
    E il sangue, tutto il sangue che riempiva ancora tutti i suoi incubi nei momenti in cui scivolava nel sonno.
    E in quel luogo,in quell'angolo appartato, dormire era l'unico modo sicuro per non impazzire.
    Riacquistò però subito la usuale freddezza che aveva avuto di l' a poco prima e fissò ancora una volta i grandi occhi sulla figura sopra di lei, che se ne stava la sopra con il solito onnipresente ghigno sardonico stampato sulla faccia.
    Cosa credi, che non avere sentimenti, che non provare la minima emozione sia tollerabile? Se prima potevo nutrire qualche dubbio adesso ne sono certa, tu sei pazzo Painter, tu sei pazzo...
    Disse ancora lei, stavolta in un soffio.
    La tua follia mi è costata troppo, ho perso una quantità esagerata di cose che mi erano care per fermarmi adesso...
    Inspirò profondamente prima di volgere ancora una volta lo sguardo in alto e fluttuare delicatamente, come una piuma, sino ad arrivare allo stesso livello di Eishi.
    quindi preparati maledetto hollow
    Disse semplicemente.
    Gli occhi di Painter incontrarono quelli di lei, e si vide riflesso in essi.
    Quel corpo femminile, così paludato in vesti di fiamma non era tutto sommato così orrendo.
    Forse essere una donna aveva anche i suoi lati positivi.
    Ridacchiò, e sollevò una mano verso la sua vittima, apostrofandola con parole di stima.
    Oooooh, finalmente mi piaci...adesso sì che inizamo a ragionare.

    Kinaru lo ignorò,proseguendo con il suo discorso.
    Ad ogni parola sentiva le forze aumentare, la sua determianzione irrobustirsi.
    Non avrebbe esitato, oggi era il giorno in cui avrebbe avuto la sua vendetta.
    Ecosì lanciò la sua audace e personale dichiarazione di sfida ufficiale.
    Ho intenzione di riprendermi la mia vita, la mia esistenza, e tutto il tempo che tu, dannato bastardo mascherato, mi hai sottratto...hai capito?
    Il suo doppio, un parto malvagio scaturito dalla sua mente ad un passo dalla morte sorrise, ancora,per l' ennesima volta.
    Il solito perpetuo ghigno da gatto sornione.
    Perfettamente Kinaru-chan, ho capito perfettamente, e non aspettavo altro che questo momento....una volta che mi sarò liberato di te potrò finalmente dire di aver dominato questo possente simulacro di dio.

    Sentiva il trionfo a portata di mano, sentiva che una volta eliminato lei tutti gli ostacoli sarebbero stati abbattuti.
    Sarebbe iniziata una nuova era, una era di gloria,di splendore...e finalmente per lui, di pace interiore.
    Pensa che coincidenza Painter....
    Si intromise la fanciulla nei suoi pensieri.
    Tuttavia lui la tacitò subito, prima troncava il discorso e meglio sarebbe stato.
    Voleva combattere,adesso aveva smania di farlo.
    Sentiva l'adrenalina scorrergli nelle vene invisibili, percepiva il desiderio del confronto, il brivido del combattimento.
    Aspetta, fammi indovinare...anche tu vuoi questo corpo, per recuperare tutto ciò che hai perso in vita a causa mia, giusto?

    Disse cercando di concludere in fretta quel tedioso scambio di parole.
    Prima gli sembrava tanto divertente, ma si sà, gli dei sono incostanti, e quella lunga schermaglia verbale aveva iniziato ad annoiarlo, non fornendogli più nessuno spunto per continuare.
    La precedente proprietaria del corpo che aveva occupato sorrise a sua volta, una copia esatta del sorriso che lui aveva in quel momento, e si produsse in una graffiante risposta.
    Ti sbagli, all' inizio era questo il mio scopo...ma adesso ho solo voglia di far sparire quel sorrisetto da sadico dalla tua schifosissima faccia.
    Disse lei lasciandolo per un attimo interdetto.
    Interessante piccola mia....perchè non ci provi allora? Voglio proprio vedere come farai... Kinaru-chan!

    La voce carica del più irrisorio dei toni di voce.
    Tuttavia lei non reagì alla provocazione; si limitò a dire, quasi volesse constatare un dato di fatto.
    Ecco, questa è una cosa che non avresti dovuto dire.
    Improvvisamente un vento etereo smosse le treccine della sfidante al titolo di sovrano della creatura nota come Juggernaut, segnando l' inizio del duello che avrebbe deciso il destino di uno tra i più temuti Gillian dell' HUeco Mundo.
    [...]


     
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    IV - My soul ~ Your beats
    I despise you.
    She muttered with broken voice.
    Her green eyes brimming with anger.
    She gasped when a dart of sheer power hit her side.
    Still trying to breath she hold her sword.
    The hand clenched on the hilt.
    The shiny blade tainted with deep black blood.
    She stared at her twin,that was laughing madly on air.
    And with a jump, she flew in the sky.
    Longing for vegeance.
    Burning with hatred and fury.
    To cleanse that demon once and for all.








    Hm...dunque vuoi distruggermi eh?

    Disse Painter, ondeggiando nell' aria, le vesti di tenebra che frusciavano e schiccavano come fauci, sul volto un sorriso di scherno perenne, che quasi mai lo abbandonava.
    Una espressione quella, che stonava incredibilmente su quel volto fanciullesco, distorcendolo e trasformandolo in una orrida parodia del suo doppio reale.
    Interessante, è la cosa più divertente che abbia sentito ultimamente. Ci hanno provato in molti, sai? Ragazzina.

    Aggiunse piegandosi in avanti, le mani contratte in due pugni e punate sui fianchi, con l' aria supponente e presuntuosa di uno studente saputello che tragga piacere nell' umiliare un compagno che odia.
    Ma tu in fondo mi sembri determinata, e allora perchè indugiare...avanti, provaci!

    La sua mano ruotò di 180° rivolgendo il palmo al cielo.
    I lunghi capelli neri sparsinel vuoto eterno alle sue spalle.
    Kinaru fu però pronta a ribattere con tono di sfida mentre i muscoli del suo corpo sitendevano e assumeva una posa di guardia accucciata, preparandosi allo scontro imminente.
    Una coltre di reiatsu verde chiaro trasudò dalla sua forma.
    Energia mentale, che del reiatsu aveva solo l' aspetto, sebbene alla fine le applicazioni pratiche fossero le stesse.
    Mi stai sfidando Painter? Ma non credere, l'avrei fatto anche senza il tuo invito.
    Painter non ribattè, contrariamente al suo solito, limitandosi a sbuffare con aria annoiata boffonchiando
    Perfetto! Non vedo l' ora...

    I suoi occhi verde acqua si ridussero a due fessure mentre volontariamente, a spregio, dava le spalle alla sua avversaria,dimostrando di non temerla affatto, anzi, aumentando volutamente questa idea allontanandosi di alcuni passi,come se stesse facendo una allegra passeggiata.
    La sua aria disinvolta non faceva altro che accentuare la rabbia di Kinaru, che ben presto si trovò a faticare per trattenre lapropria rabbia.
    Imperterrita la parte peggiore della sua anima continuava a parlare.
    Schiacciare la tua fastidiosa e impertinente testolina sotto il mio tallone sarà l'ultimo gradino prima della mia ascensione.

    Poi improvvisamente in un turbinare di buio girò su se stessa, tendendo la mano a ciò che restava dello spirito della giovane.
    Sollevò poi le braccia al cielo e esclamò in tono enfatico prima di concludere con una risata carica di follia.
    E allora vieni piccoletta, affrontami, che si dia inizio alle danze!
    Hwahahahahah!!!

    Kinaru si limitòa scuotere la testa e a sua volta iniziò a camminare,sempre sospesa in aria, in direzione del suo nemico.
    Quandoparlò lo fece con voce fredda,monocorde, incredibilmente scocciata dall' atteggiamento della sua doppia.
    Painter, prima di iniziare vorrei che tu mi facessi almeno una piccola cortesia che trovo sarebbe molto di buon gusto da parte tua.
    Lo spirito hollow inclinò con fareinterrogativo la testa di lato, quasi a cercare una possibile risposta tra le mille alternative, a quella richiesta così fuori luogo.
    Hm? Una cortesia? E perchè no, l' ultimo desiderio di un condannato a morte non si rifiuta mai.

    Disse con boria e alterigia, riempiendosi di un orgoglio apparentemente immotivato, felice di aver trovato ilmodo di risaltare anche in quel breve scambio verbale, nel quale le parole ferivano più di spade o artigli aguzzi da predatore.
    Perfetto, allora piantala di ridere come un imbecille quando hai la mia stessa faccia, è una cosa che mi disgusta.
    La risposta della fanciulla lo gelò su due piedi, lasciandolo a bocchegiare come un pesce fuor d'acqua.
    Decine di stati d'animo diversi si avvicendarono sul volto di Eishi mentre pian piano iniziava ad assimilare larisposta che gli era stata data.
    L'analisi ultima gli giunse come una pesante pietra sul viso, che si distorse mentre la rabbia ne deformava i lineamenti.
    Cosa? Brutta...!

    L'abito di fiamme seriche si increspò mentre iniziava a frustare selvaggiamente l'aria, assecondando lo stato d'animo del suo possessore quasi fosse anch'esso una parte del corpo astrale dell'hollow dal cuore nero come la pece.
    L' essere malevolo sollevò dunque le braccia al cielo mentre la verste si aggrumava attorno al suo esile corpo, ricoprendolo di una guaina cupa e sibilante che emetteva ad intervalli regolari brevi scariche elettriche bluastre.
    Hmmm...e così sia allora, l'hai voluto tu...

    POco a poco la luminescenza nerainiziò a sparire,rivelando cosa si stava generando al di sotto di quellacoltre impenetrabilealla vista.
    Prima i piedi,poi le gambe e infine il torso.
    Una bianca armatura, sin troppo familiare agli occhi di Kinaru aveva preso vita, coprendo centimetro dopo centimetro del corpo di Painter.
    Come dimenticare quelle placche candide, il connettivo bluastro e quel bianco rivoltante così simile al colore delle ossa.
    Era la vecchia corazza di Painter, e ovviamente rappresentava l'ennesimo smacco e una ulteriore provocazione verso lo spirito della ragazza.
    Il tuo ultimo desiderio...

    Disse mentre frammenti sparsi di energia si aggregavano attorno alla faccia prendendo la forma di una maschera priva di lineamenti eccetto che per la bocca scheletrica priva di labbra.
    Un odore di carne in putrefazione riempì l'atmosfera mentre ancora una volta l'hollow che era stato Eishi Kisaki prendeva vita.
    La solita voce gracchiante e dissonante,da far accapponare la pelle.
    La sua sola vista le causò un urto di vomito mentre la rabbia la pervadeva.
    Le sucessive parole le giunsero distorte, mentre l' adrenalina fomentata dall' odio bruciante che le ardeva nel petto le accellerava le sensazioni ben oltre i limiti dell' umano.
    Sentivadi poter fare qualuque cosa....come se ce ne fosse stato bisogno.
    Voleva un unica cosa, e l' avrebbe ottenuta quel giorno, o mai più.
    E' stato esaudito!

    Disse la maschera scheletrica con l' onnipresente e ributtante ghigno sadico.
    Denti candidi come perle, così belli a vedersi, eppure così empi e perversi nella loro stessa esistenza.
    Era quasi triste sapere che cose così affascinanti erano state usate per compiere cose innominabili.
    Kinaru abbassò la testa per alcuni istanti,mormorando qualcosa
    Molto.....MEGLIO!
    Prima di eromperein un urlo di rabbia a denti stretti che generò una ondata di puro potere mentale, composto di rabbia e frustrazione oltre che di nervosismo.
    L'onda cremisi si espanse all' infinito nel vuoto, travolgendo ogni cosa e minacciando di trascinare con se anche Painter.
    Dopo alcuni attimi di sorpresa però l' hollow riacquistò all' istante la sua compostezza e si limitò a sollevare il braccio destro davanti a sè, come a voler fermare quella massa compatta di sentimenti stillanti veleno.
    Era una cosa impossibile, come poteva fare quella creatura,sebbene così potente a fermare un onda di energia grande almeno tre volte lei?
    Invece una buona porzione di quel colpo si bloccò,come congelata, avanti a lui, immobilizzandosi nell'istante esatto in cui sfiorava il palmo corazzato dell' immondo essere.
    La massa di energia psicocinetica ondeggiò alcuni istanti...prima di ritornare un tutt'uno con l'oscurità da cui era scaturita.
    La figura ammantata d'osso scosse le spalle con fare intristito, i capelli neri che sventolavano per effetto della mera massa di quel corpo scomparso improvvisamente nel nulla.
    La voce stonata della bestia aggredì ancora una volta i suoi timpani.
    Beh? Tutto qui quello che sai fare? Che delusione...

    I suoi denti digrignarono per la rabbia.
    Possibile che quella creatura fosse così potente?
    Dopotutto era solo una parte di lei, come poteva esserle superiorein quanto a forza di volontà?
    Strinse i pugni mentre cercava di calmare il respiro affannoso e quel flusso ininterrotto di acredine e risentimento.
    Doveva usarli come potere sì, ma non doveva lasciarsi trasportare da loro; altrimenti non sarebbe stata meglio dell' essere che stava cercando di distruggere.
    Inspirò dunque con energia, cercando di sgombrare la mente da quei pensieri,per concentrarsi ancora una volta su come sconfiggereil suo nemico.
    Non credere Painter, questo è solo l' inizio
    Si limitò a ribattere causticamente.
    Era un avvertimento per lo spirito del divoratore di anime.
    C'era volutamente andata leggera con il primo attacco, si era trattato di una provocazione per saggiare le forze del suo nemico.
    Tuttavia i risultati non erano certo stati incoraggianti.
    Non aveva provocato alcun danno al demone, eccetto indisporlo un po' e renderlo decisamente più irritabile, tanto che un'aura rossa venata di nero iniziò a fuoriuscire da ogni interstizio della corazza bianco-lucido,come fumo aspro e corrosivo.
    Poi la bestia mascherata sibilò con rabbia
    Parole grosse per una pulce, è ora che tu impari una importante lezione, che nessuno può sfidare Painter!

    In pochi istanti nel palmo armato si formò una piccola sfera cupa di rabbia e superbia, che rapida come un lampo sparì,per riapparire improvvisamente contro il ventre della ragazza,sbalzandola alll' indietro per una distanza inconcepibile senon in quello spazio inesistente.
    Guh!
    Tossì a fatica la giovane, contenta del fatto che le sue difese l'avessero protetta da un danno sicuramente letale in altre situazioni.
    Constatare di quanto potere disponesse quell' essere era terrificante da contemplare, ma non aveva possibilità, se voleva davvero vincere avrebbe dovuto contrastare tutta quell' energia e rispedirla al mittente.
    E doveva farlo in fretta, prima che le forze le venissero meno.
    Nel frattempo Painter si era sollevato in aria, ed era scattato alsuo inseguimento, urlando come un folle in preda all' esaltazione.
    Siiii, è così che deve essere, urla! Urla di più con il tuo volto contorto dall' agonia! Hora! Hora! Hora!

    Quell' essere era veramente minorato mentalmente per amare tanto la vista del sangue -si disse Kinaru preoccupata- anche se dopotutto non era una cosa tanto bizzarra vista la sua attuale condizione di divoratore di anime.
    Una ondata di energia la distrasse dalle sue considerazioni, così come fecero due dardi di nera rabbia, che la mancarono, esplodendo in un vortice di distruzione.
    A quella coppia se ne aggiunsero subito altri, terribili costrutti crepitanti di energia di forma tetragonale, che sibilavano e crepitavano, avvolti da un aura di risentimento.
    Ammantata da un alone di forza cinetica color verde acido la giovane sfrecciava tra le deflagrazioni provocate da quello sbarramento.
    Come una cometa zigzagò tra le lance di tenebra che piovevano dall' alto,lasciandosi dietro una scia di scintille luminescenti.
    Poi un impatto terrificante le fece perdere conoscenza per alcuni istanti, precipitandola verso il basso.
    Il suo esile corpo si avvitò planando verso la distruzione, mentre frammenti di luce si staccavano dalle due lustre ali di energia disgregandosi in miliardi di particelle brillanti.
    Riacquistò conoscenza aprendo lentamente gli occhi,mentre un rivolo di sangue le scivolava tra le labbra, tagliate durante l' impatto.
    D-dann...
    Boffonchio con voce impastata, mentre dava forza ai costrutti immateriali sulla sua schiena.
    Con un turbinio di aria si girò su se stessa, volando verso l' alto ancora una volta.
    La determinazione sul volto, il fuoco della rabbia nelle viscere.
    Le appandici alari sbatterono ancora una volta accellerandone la velocità, mentretrale sue mani si formavano una serie di piccole sfere verde pallido cariche di furia e ribrezzo.
    Non sottovalutarmi brutto bastardo!
    Disse sollevando la mano.
    In pochi nanosecondi i corpi astrali lasciarono il poslo intorno a cui orbitavan, sfecciando verso la sagoma della coscienza che governava il gillian, intrecciandosi in una complessa spirale di mutevoli geometrie curvilinee.
    Accorgendosi del pericolo Eishi sollevò istantaneamente una barriera di sdegno, tuttavia non riuscì ad impedire che la subitanea implosione delle sfere lo scagliasse lontano,l' armatura crettata e sciolta dalla rabbia bruciante della giovane avversaria.
    Bruciava, bruciava come l' inferno e gli provocava un dolore inimmaginabile l' energia di sentimenti positivi che gli martoriava le carni.
    Tuttavia accolse il dolore come una benedizione che gli dei gli stavano donando, rendendolo vivo, facendolo sentire vivo come mai prima.
    Con una capriola eleganteed aggraziata la bewstia si girò su se stessa, mentre dalla sua schiena emergevano due ali di energia identiche nell' aspetto a quelle di Kinaru, solo che queste erano rosse e blu scuro, formate della stessa energia che lo copriva come un empio sudario.
    Ha! ha ha ha! Questo sì che è divertente Kinaru-chan!

    Ululò ridendo sguaiatamente.
    Avanti, colpiamoci e distruggiamoci avicenda sino a quando le nostre braccia saranno troppo stanche per colpire e le gambe non ci reggeranno in piedi! Combattiamo sino a dilaniarci le carni, sino a rompere le nostre ossa sino a quando ci terranno in vita i nostri spiriti!

    Sogghignado sbattè dunque le ali lanciandosi contro la sua avversaria.
    L' energia nelle sue mani prese la forma di uno spadone medievale dalla foggia inquietante, tanto da sembrare partorito dagli incubi di un illustratore settecentesco.
    L'essere fece mulinare quella lama, dotata di uno spessore impossibile, che rientrava nella geometria razionale solo con il nome di un concetto, con il nome di piano.
    Era infatti un arma creata con lo scopo di tagliare la speranza, un concetto quello, che poteva essere distrutto solo da qualcosa di altrettanto inesistente.
    Sei completamente pazzo...
    Mormoròlei,come a volersene convincere una volta per tutte.
    Nelle sue mani apparva all' istante una lama altrettanto letale, tuttavia molto più sottile ed elegante.
    Uno stocco affilato e dalla lunga lama.
    Un'arma anch'essa creata appositamenteper trapassare il nero cuore di Painter
    Sibilandosi vicendevolmente il proprio reciproco odio i due contendenti al titolo di signore di quel luogo sfrecciarono l'uno versol' altro, sospinti dalle proprie ali, incrociando le lame a metà strada con un urto che distrusse all' istante numerose delle anime più deboli.
    Le loro maschere si sfracellarono come pezzi di ceramica, scomparendo per sempre.
    I due spiriti proseguirono nel loro scambio di colpi.
    Fendenti,parate,affondi,schivate.
    Avvolti dalla loro stessa volontà sembravano quasi danzare nell' aria un valzer di morte.
    Una sinfonia di colpi che avrebbe indotto molti spadaccini delle leggende a bocca aperta.
    Nessuno dei due aveva mai retto in mano una spada,eppure le loro mosse erano così perfette,le loro tecniche così mirabili, i loro colpi così letali da dare l' impressione che non avessero fatto altro nella loro vita.
    Ma ciò era ovvio,dopotutto non erano spade quelle con cui si stavano affrontando, bensì materializzazioni del loro stessi sogni, ovvero unacosa che avevano coltivato per tutta la vita.
    L'uno grosso, grezzo, affilato e terrificante a vedersi, trasmetteva solo paura e tragedia.
    L'altro longilineo,delicato, lavorato a linee curve promanava un aura di coraggio e purezza.
    Così i due avatar di quei desideri si sfioravano delicatamente, quasi a baciarsi, ad abbracciarsi, nei loro violenti impatti.
    Maledetto demon...
    Mugunò lei a denti stretti,mentre la sua sottile spada si incrociava con la lama dello spadone di Painter.
    Non riuscì a finire la frase, poichèun piede corazzato sfondò tute le sue protezioni togliendole il fiato.
    La vista le si appannò mentrei contorni delle cose accanto a lei si facevano sfocati.
    Dalla boccale sfuggi un grido di sorpresa frammisto a dolore
    ....Kyah!
    Mentre lo stocco le scivolava dalla mano inerte un pugno corazzato la colpì sotto il mento mandandola a volare all' indietro.
    Sopra e sotto si confusero in un caleidoscopio di visioni e incoscienza,sino a quando non sentì una mano possente afferrarla peri capelli e sollevarle la testa in alto.
    Era una agonia,sentiva il proprio cuore che sussultava nel petto, i capelli neri che si tendevano allo spasimo ein alcuni punti si strappavano con un tormento simili a quello di spilli infilati nella carne viva.
    Ma la sofferenza maggiore gliela causarono le parole dell'hollow longilineo.
    Piccola stupida, davvero credevi che volessi prolungare questo tedioso contrattempo?

    Disse lui con voce roca e sibilante
    Ngh...
    Fu tutto quello che lei riuscì a rispondere, una soffocata e muta esclamazione di dolore.
    Non farmi ridere, per me sei solo una parassita, un fantasma del passato, nient'altro che un ricordo sin troppo presente e assillante, una reliquia di un passato da cancellare.

    Continuò lui imperterrito.
    Determinata a non perdere quel confronto a parole Kinaru mormorò con voce rotta ma pur sempre sarcastica, riacquistando il tono saccente e pungente di poco prima.
    In questo si assomigliavano,i due, entrambi amavano punzecchiare l'avversario anche in condizioni preoccupanti e proibitive, quando ogni speranza doveva essere perduta.
    Tsk, certo che ...siamo piuttosto boriosi eh?
    Poi proseguì sempre più a fatica,lelabbra che iniziavano a gonfiarsi per i colpi subiti.
    Deve piacerti davvero tanto...sentirti parlare...presuntuoso...e pedante di un holl...
    Taci!

    Ululòlui con furia, sferrandole un rapido e potente calcio nel costato.
    Gah!
    Il semplice impatto le strappò unasoffocata esternazione di sofferenza.
    Poi Painter sollevò in alto lo spadone, che ora brillava di energie mortifere.
    Scariche statiche di intento omicida scintillavano sulla lama, illuminando il buio attorno a loro.
    Ho perso sin troppo tempo con te,ti staccherò la testa e la metterò su un palo come trofeo, anzi, penso che la distruggerò e basta, la tua sola vista mi ripugn...ma cosa?

    Il discorso del demonio si interruppe mentre fiamme bluastre avvolgevano prima la grande spada nera, e poi il suo stesso corpo mandando scariche di pura agonia lungo le fibre del suo corpo astrale.
    Che diavolo significa questo!

    Tuonò lui furioso, disperdendo le ruggenti lingue di fiammacolor zaffiro con un mero moto di volontà, che in quel luogo poteva sopprimeretutto, persino le fiamme blu, cariche di disprezzo e dell' odiopiù terrificante che avesse mai visto.
    Poi improvvisamente, dal nulla una katana composta delle stesse fiamme che lo avevano ferito saettò alle sue spalle, aprendogli un profondo squarcio nella schiena, da cui colò icore nero e fumante, venato di volti urlanti in cerca di libertà
    Uuuuungh!....CHI!

    Gridò mentre la furia lo permeava come una seconda pelle.
    Chi osa!

    Ripetè nuovamente con foga,scandagliando l' area alla ricerca di una muta risposta,che però non venne.
    Quandosi girò per terminareil suo lavoro con la sua origine si accorse di una cosa.
    Quellefiamme blu stavano chiaramenteostruendo il suo passaggio e ciò che più era ributtanteerache proteggevano la sua preda.
    La furia aumentò ancora di più quando le lividelingue di fiamma presero forma umanoide, di una shinigami per di più.
    Una dea della morte il cui aspetto era rimasto impresso in lui durante lo scontro di poco prima.
    Non provare a Toccarla Juggernaut!
    Ingiunse lei,squadrandolo con occhi dardeggianti, la spada di fiamme in mano, i capelli di fiamma sulla testa.
    Era sin troppo simile ad un avatar in cerca di vendetta.
    Ma chi...cosa...
    Mormorò stancamente lafanciulla, mentre cercava di mettere a fuoco l'ambiante attorno a sè.
    Non capì molto, sentiva solamente che qualcuno la stava arreggendo per le spalle, sorregendola sulle ginocchia.
    Sentì una mano calda che le sfiorava il viso e con un immane sforzo si tirò su su un gomito, senza però capire chi la stesse aiutando in quel momento.
    Non c'è tempo per le spiegazioni Kinaru-chan, il tempo a nostra disposizione si stà esaurendo, e ci resta poco prima di perdere definitivamente la nostra coscienza
    Una voce calda,avvolgente e,per la prima volta dopo tanti anni di solitudine....una voce amichevole.
    Quindi ascoltaci attentamente, sei l'unica che può fermare questo abominio,l' unica con una personalità sufficientemente rilevante da poter rivaleggiare con Painter
    Non capiva,semplicemente Kinaru non capiva.
    Chi erano queste anime, e perchè dicevano di volerla aiutare.
    Non aveva alcun senso, da quando Eishi l'aveva relegata in quell' angolo buio di coscienza non aveva percepito più nulla, se non le oscene risate e la ripugnante presenza di altri hollows, anime nere come il peccato stesso.
    Un esplosione di fiamme riempì l' amosfera, rischiarando a giorno il buio infinito attorno a loro.
    Stai fermo dannato, non ti lascerò avvicinare a lei nemmeno di un altro passo...
    Disse l'anima avvolta dalle fiamme blu della rettitudine.
    Erano un fuoco che brillavacon tanta intensità da farle lacrimare gli occhi.
    Poi sentì la voce di Painter, adesso carica di un odio non descrivibile con parole umane.
    Una voce tagliente comela lama di un rasoio, così fredda e inquietantemente misurata da farle accapponare la pelle.
    Spostati nullità, mi sei solo di intralcio! La tua ostinazione non fa altro che aumentare la mia rabbia, stai giocando col fuoco...

    La risposta della misteriosa donna le diede però coraggio, risvegliandola dal torpore e dalla stasi in cui le minacce e le percosse dell' hollowl'avevano precipitata.
    Sempre amato il rischio.
    Disse la dama di fiamme.
    A quelle parole fece eco il rimbombanteurlo di furia animalesca dellacreatura che stavano cercando di fermare.
    Raaaaaaaagh

    E con esso una tempesta di energia tale da scuotere tuttol'ambiente attorno a loro.
    Le fiamme diminuirono di intensità, e si allontanarono, come impaurite, quando il loro bersaglio mosse il calzare in armatura avanti.
    Lavoce di prima la riscosse dai suoi pensieri e da quella vista.
    Avanti, ti prego, non fermarti, combattilo e sconfiggilo, fallo per noi....e per te stessa.
    Erano parole laconiche, ma in esse poteva leggere la verità.
    Era davvero l'unica speranza per loro.
    Ma cosa poteva fare lei,era sola, debole, e lui l'aveva già sconfitta una volta.
    Con le lacrime agli occhi si aggrappò piangendo al torso dello spirito che cercava di consolarla, di incitarla a proseguire.
    E piangendo lo rese partecipe di tutto il suo scoramento
    Ma...è troppo forte! Prima mi ha quasi ucciso,e ci sarebbe riuscito se voi non l' aveste fermato!
    Pianse,con le lacrime che le scorrevano lungo le guance leggermente abbronzate.
    Le luccicanti gocce scivolavano sulle gote piene, prima di scivolare nell'oscurità attorno a loro.
    Da sola non posso fermarlo! Dalla sua ha migliaia di hollows che lo seguono!
    La voce però risuonò chiara alle sue orecchie,restituendole la speranza.
    Non era il tono di chi sa di essere destinato alla sconfitta, bensì di chi sa di poter vincere.
    E soprattutto ne è fermamente convinto.
    Indubbiamente è vero, ma rifletti su questa cosa:cosa li spinge a farlo?
    Parole criptiche, che la spinsero a pensare.
    Tanto che inizialmente non sentì cosa l'altro stava dicendo.
    Tutto quello che capì fu
    E poi...
    Al coro si aggiunse anche la donna delle fiamme azzrre.
    Le sue parole erano come un faro,che illumina la strada e dissipa le tenebre.
    Tu hai noi.
    Kinaru sentì rinascere nel suo cuore la volontà di vincere, sapevadi potercela fare.
    Maledì la se stessa del passato, che si era fatta dominare da una bestia come Eishi.
    Maledì la se stessa di poco prima,che aveva gettato via la speranza per così poco.
    E ringraziò gli spiriti, che tanto l'avevano aiutata.
    E chiese i loro nomi, così da poterli portare per sempre con sè
    Vi ringrazio, ma voi, chi siete...
    Disse con determinazione.
    Miranda...
    Disse lei,prima di sparirein un vortice di energia
    Lloyd....
    Mormorò lui con un sorriso prima di unirsi alla shinigami in un unico vortice di energia.
    Una massa di potenza corrusca che si riversò nel suo corpo, riempiendo lo diuna energia che mai avrebbe potuto sognare.
    Nella sua mente balenarono immagini di vite non sue, che si sforzò di ignorare,nomi, date, e due in particolare, che avrebbe invece serbato per sempre.
    Poi con una esplosione di energia le sue ali tornarono a splendere, più radiose e imponenti che mai.
    Grazie...non vi dimenticherò mai,e ora,maledetto demone...a noi due.
    Nel suo sguardo non vi erano più dubbi o incertezze.
    La maschera priva di lineamenti la guardò nel suo nuovo fulgido splendore, e i denti bianco perla privi di gengiva si distorsero in un osceno sorriso di gioia.
    Il divertimento non era ancora finito.
    Hmm? Non ti sai rassegnare piccola peste.
    E va bene, vediamo di finire quello che abbiamo iniziato!

    Disse ridacchiando.
    Con un ronzio sordo iniziò ad accumulare tutta la sua energia in un unico colpo, un attacco che solo lui sapeva essere in grado di compiere.
    Si trattava della manifestazione incorporea della sua stessa immensità, di un dono che era concesso a pochi eletti.
    Tutta la sua possanza si raggrumò nel suo palmo che vibrava per l' energia a stento in esso contenuta.
    Poi con un movimento del polso la rilasciò sulla sua avversaria in un turbine di devastazione.
    Un enorme raggio cremisi si dipartì dalla sua manocancellando tutto ciò che si trovava sulla sua strada.
    Un CERO,il raggio annientante, un memento costante del suo status di Gillian.
    Tuttavia Kinaru mosse solo il braccio,senza fare nessun tentativo per scansare quell' energia.
    E davanti a lei si dispiegò uno scudo di energia, intrecciato di bizzarri simboli simili a rune, del tutto privi di significato.
    Era la sua difesa assoluta, unamossa che prendeva il nome di Baluarte, che lei stessa aveva concepito.
    Baluarte, lo scudo infrangibile.
    Un nome che bene definiva le sue proprietà.
    Quando tutta l'energia mortifera si dissipò lei era ancora lì, inpiedi, rifulgente di potere a stento trattenuto.
    Sibilandodirabbia Painter le gridò contro, folle di ira.
    Cosa? Perchè! Come puoi resistere! Come puoi essermi alla pari dannata sgualdrina!

    Lei sorrise, e si limitò a ribattere scrollando le spalle.
    Non capiresti mai, si tratta di una cosa che hai gettato via troppo tempo fa, una cosa che ritenevi inutile e pesante, di cui ti sei liberato troppo a cuor leggero. Si tratta dei sentimenti Painter, di cose a te oscure come: pietà, solidarietà, amore.
    Ma sei stato troppo cieco per accorgerti della loro importanza, e ora guarda...hai già perso.

    A quelle parolela creatura rise,di gusto, come non aveva mai fatto in vita sua.
    Rise tanto che la gola iniziò a fargli male.
    Donna! Il contatto con quegli scarti ti ha forse fuso il cervello? Sei impazzita del tutto, non c'èaltra spiegazione per questo! Tu non mi ha sconfitto! Sono ancora qui, o forse sei troppo stolta per accorgertene?

    Poi fu il turno di Kinaru di iniziare a ridere.
    Hu...huhuhu...huhuhuhu...Mi chiedo chi tra noi sia lo stupido.
    Se sono ancora qui davanti a te significa che i nostri poteri sono alla pari no?

    Era vero,nessuno poteva negare quella realtà.
    Lei era ancora lì, davanti a lui, nonostante tutti gli sforzi che aveva fatto per cancellarla una volta per tutte dalla sua vita.
    Ebbene pensaci un po' su, quale è la differenza tra me e te?
    Disse poi lei con tono di sfida.
    Lui puntigliosamente ribattè punto su punto.
    Ce ne sono tante piccola sciocca, a partire dalla tua stupidità!

    Sollevandosi in aria su ali di tenebra proseguì la sua auto incensazione.
    La mascherainespressiva che guardava verso di lei.
    Io sono più forte, più resistente, più astuto e più determinato di te! Ho sconfitto migliaia di nemici, ho divorato i loro corpi e assimilato le loro anime! Non esiste che tu mi sia superiore!

    Improvvisamente un dolore acuto lo fece voltare.
    Ma cosa?

    Disse sorpreso.
    Sulla sua spalla una piccola anima a forma di insetto si era posata su di lui e lo aveva morso.
    Un graffietto da niente,ma per Painter fu come una offesa imperdonabile.
    Come osi piccola pulce!

    Tuonò lui schiacciandola con un movimento del guanto corazzato.
    Frammenti di anima si dispersero nell' aria,come neve luminescente.
    Kinaru però non aveva finito.
    Afferrò uno di quei minuscoli frammenti e ci giocherellò facendoselo passare tra le dita mentre parlava con nonchalanche.
    Già, non ti sono superiore, ma la differenza stà tutta qui...io non ho mai perso una battaglia, cosa che non si può certo dire di te,ne è una prova la tua esistenza in questo luogo.
    Le sue paroleerano calme e compassate,quelle di chi semplicemente si limita a constatare un fattomolto semplice.
    Painter nemmeno la ascoltava.
    Tsk, che ingenua, e credi davvero che un simile discorsetto possa in u qualche modo turbarmi? Mi duole infrangere le tue speranze, ma io non mi faccio certo traviare da due paroline!

    Lei lo guardò negli occhi....
    e sorrisecon il sorriso sornione di un gatto.
    Quello stesso sorriso che Painter aveva sempre avuto.
    Tu forse no...
    mormorò divertita.
    Ma loro penso saranno di tutt'altra opinione.
    Come pronunciò quelle parole decine, centinaia, migliaia dimani si protesero in avanti per afferrare Eishi.
    L'hollow cercò invano di liberarsi, ma quella strettamicidiale era troppo per lui.
    Tranciò arti,zampe e artigli nel tentativo di liberarsi, e li malediceva,uno dopo l'altro.
    Aaaaaargh! Maledetti! Chi vi credete di essere, lasciatemi andare! Ascoltatemi maledetti bruti! Ve lo comando!

    Poi dopo gli artigli spuntarono le fauci.
    Oltre centomila maschere si avventarono sul corpo di Painter, strappandone brani di carne, dilaniandone i muscoli e schiantandone le ossa.
    La maschera venne strappata via, la corazza divelta, e la materia spirituale sottostante trangugiata con epicureo piacere.
    Le anime che componevano Juggernaut obbedivano ad una sola cosa, al potere.
    E in quel caso, in una situazione di parità, chi aveva già perso una volta era inadempiente.
    Quelle creature erano spiriti estremamente esigenti, una sconfitta era già troppo, non c'erano seconde possibilità in quel mondo; era una regola che valeva anche per le sabbie dell'HUeco Mundo.
    E come una amante incostante il popolo di anime aveva già scelto la sua nuova padrona.
    Waaaaagh! Fermi! Fermi! Fermatevi!

    La voce di Eishi si riempì di terrorementre sentiva la propria fine avvicinarsi.
    Lui, che aveva trionfato.
    Lui, che aveva ucciso.
    Lui, che aveva divorato.
    Non poteva morire così, non doveva finire così!
    Non in questo modo, non contro di lei.
    ALdolore si aggiunse la voce della nuova regina di quella moltitudine.
    Calma,soddisfatta,carica di gioia a stento trattenuta.
    Che pena...hai visto Painter? Avevi promesso che li avresti portati in alto, però gioisci...ci penserò io a continuare la tua opera.
    Lui impallidì, o l' avrebbe fatto se avesse avuto ancora un corpo.
    Tutto quello che restava dell' essere chiamato Eishi Kisaki era solo una sfera trasparente.
    Un insieme di ricordi tanto simile aquelli che poco prima aveva attraversato.
    A modo mio però.
    Sapeva che quelle parole erano una condanna a morte.
    Quando Kinaro sollevò in alto la sua sfera dei ricordi riuscì a mormorare appena,con la voce rotta dal panico.
    No! Aspetta, aspetta! Fermati, pensaci bene, io e te potremmo fare grandi cose...pensaci...

    Lei sorrise, ancora.
    Con quel sorriso che adesso odiava all' inverosimile.
    Sayonara....Painter!
    Disse lei.
    Poi spezzò la sfera con la pressione delle dita, cancellando per sempre ogni traccia dell' esistenza dell'hollow chiamato Painter.

    image


    Non l' aveva sconfitto, l'aveva distrutto per sempre.
    Piangendo di gioia Kinaru sollevò lo sguardo verso la cima di quel luogo angusto.
    Finalmente era libera, finalmente iniziava la sua nuova vita.
    Dispiegò le ali e volò verso l'esterno, mentre le altre anime la acclamavano come una salvatrice.
    Come loro nuova sovrana.
    Solo un ultimoresiduo dell' essenza di Painter le giunse attorno, e prima di sparire anch'esso per sempre urlò un ultima imprecazione.
    Maledetta!!!

    Kinaru sorrise,mentre un nuova nome prendeva forma nella sua mente.
    Poi osservò gli ultimi frammenti di Eishi che scomparivano nel vuoto.
    Maledetta....Detto da lui suonava quasi come un complimento.
    Disse, mentre sfrecciava verso una nuova esistenza.
    [...]


     
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    III


    Era solo questione di tempo prima che il tuo nascondiglio venisse trovato.
    Le tracce di sangue ed icore di varia natura che hai lasciato al tuo passaggio avrebbero attirato ben presto ospiti indesiderati, questo lo sapevi fin troppo bene.
    Non che al momento avessi troppa scelta, comunque.
    Certo, quel che forse Juggernaught non aveva previsto, era che la sua pista sarebbe stata fiutata da ben cinque Divoratori di Anime.
    Ogni tanto gli Hollows si raggruppano, è raro ma può capitare:i più forti ed intelligenti arrivano a comprendere che -per sopravvivere- non è spesso necessario essere i più forti... Basta essere ragionevolmente furbi, coalizzandosi con altri individui più o meno delle medesime capacità.
    E -una volta sufficientemente potenti grazie alla forza del numero- affrontare coloro che da soli non si sarebbe stati capaci di sopraffare.
    Non ne girano in molti di gruppi di questo genere, i più vengono spazzati via in brevissimo tempo da Menos, o dai più belligeranti Adjucas se si è particolarmente sfortunati.
    Capita però che qualche gruppo sfugga al massacro insensato, e cominci a farsi una nomea.
    Questa banda non ha nome... Ma difficilmente una composizione del genere potrebbe passare inosservata agli occhi degli astanti.
    Il più grosso di loro è un Menos Grande, un Gillian perfettamente formato: una maschera scheletrica assai più espressiva di quella dei suoi animaleschi fratelli rende palese il fatto che in lui una personalità più forte, carismatica (o entrambe le cose) abia preso il sopravvento nel dilaniante conflitto interiore che lo ha portato ad essere quel che adesso è.
    Secondo per dimensioni è un Fuji-Hollow di fattezze taurine. Se vi fosse una parola adeguata per descriverlo, "Minotauro" sarebbe quella che lo rappresenterebbe meglio. Alto poco meno del primo, brandisce un'enorme pezzo metallico solo vagamente somigliante ad una Zanpakuto.
    Probabilmente deve aver visto qualche Arrancar, e da lì aver preso l'idea di afferrare il primo detrito di forma solo lontanamnte simile... E sventolarla a mò di clava con un mugolio di rabbia mista ad ottusità.


    -Lo sEntO... è qUi...-

    Quindi, vengono due creature simili nell'aspetto, ma differenti per voce. Due enormi lupi, quadrupedi dall'aspetto possente stanno fiutando il terreno chinando le maschere grandi quasi quanto una persona e fiutando il terreno alla ricerca di qualcosa che evidentemente devono aver trovato.
    Tu, in questo caso.
    Le fibre guizzanti dei loro muscoli si rivoltano verso un'altra creatura, l'ultima. E' più grande di essi, ma non raggiunge certo l'altezza dei più grandi compagni. Un volto d'osso simile ad un oni della mitologia giapponese rende quest'ultimo Divoratore di Anime il più simile tra tutti ad un essere umano, ma lo scintillio cremisi nei suoi occhi parrebbe vanificare ogni speranza di ricevere la più vaga forma di compassione.


    -JugGerNauGht DelLe dUne SetTenTriOnaLi... tI abBiaMo tRovAto, InfIne.-
    Si, era proprio sulle tue tracce che essi si erano focalizzati.
    Accumulare tanto potere in così breve tempo porta inesorabilmente a farsi molti nemici, tanto nel mondo reale quanto qui nell'Hueco Mundo.
    Ma a differenza dell'altra parte, qui è raro che i tuoi nemici usino mezzi diversi dal farti a pezzi con fauci e zanne per ristabilire il proprio predominio sulla regione. Hai fatto tue le dune settentrionali, un bel traguardo per un semplice Gillian... Ma adesso che sei ferito non sei per loro altro che una preda facile da finire, un pasto che non deve fare altro che aspettare di essere consumato.
    I due "canidi" puntano come bestie da caccia l'ingresso della caverna dove ti sei rifugiato, o quantomeno hai cercato di prolungare l'inevitabile.
    Già da qui è possibile sentire l'odore di morte e di sangue, segno inequivocabile di quanto gravi siano le ferite del loro bersaglio.
    E più di uno di loro sorride sotto la maschera, leccandosi i baffi per quel che lo aspetta.


    -...FatE atTenZioNe, nOn sAppIamO coSa pOtrEbbE riSerVarCi.-

    Non è una leggerezza quella ringhiata dal Divoratore di Anime con la maschera da oni, pur ferito Juggernaught non è un avversario da sottovalutare, ed è necessaria adottare la massima cautela per avvicinarlo.
    Mentre i due lupi si avvicinano ai lati della caverna, i tre Hollows più grossi si avvicinano a passi lenti, gli occhi saettanti nell'oscurità alla ricerca del minimo segnale di pericolo.
    E così entrano, mentre la sabbia sotto di loro -metro dopo metro- si trasforma in una poltiglia ferrigna e disgustosa, mescolatasi col sangue che ancora stà uscendo a fiotti dalla un tempo possente carcassa che giace in un angolo.
    Perché lì è la loro preda. Il corpo danneggiato appena percettibilmente dai numerosi quanto minuscoli esseri troppo deboli per uscire allo scoperto, l'Hollow evolutosi sino allo stadio di Gillian è accasciato al suolo, apparentemente privo di vita. Il suo sangue ha formato una piccola palude sotto di sé, al punto che la sabbia non è riuscita ad assorbire tutto l'icore colato dagli innumerevoli danni riportati nello scontro in Siberia.
    Quindi, accade.
    Come il suono di un diapason, una sensazione sgradevole e definitivamente reale attraversa uno dopo l'altro tutte e cinque le creature. Come una singola nota continua, un qualcosa si è risvegliato nella caverna, qualcosa di strano e al tempo stesso inquietante.
    E' quasi... è quasi come se una luce diffusa avesse appena illuminato a giorno l'ambiente.
    Ma non di luce si tratta.
    E' reiatsu, reiatsu di un Divoratore di Anime che dovrebbe essere sull'orlo dell'estinzione. Ma è troppo maledettamente potente per essere il suo... E in esso vi è qualcosa di diverso.
    L'Oni fa in tempo a lanciare un grido di allarme, prima che un lampo rischiari l'ambiente.
    La caccia non sarebbe andata come essi avevano programmato.
    Decisamente no.


    -...AttEnzIonE!! si Stà RisVegl...!!!-



    CITAZIONE
    QM point

    L'utente Allen92 ottiene per il personaggio Juggernaught la tanto sospirata Energia Blu ed il passaggio al rango di Adjucas.



    Edited by Felio86 - 11/1/2014, 21:03
     
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6 replies since 9/4/2010, 23:54   437 views
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