Bleach Soul Society

[Event Quest] Into the Storm...

Massacro: "Squadra" Hollow (Juggernaut-Taiki Yamada-Shruikan)

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  1. Dark Neji Hyuga
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    Laboratori Ivanovich
    Siberia

    -Dove diavolo si è cacciata Rosarita proprio ora che ho bisogno di lei?-
    Boris Ivanovich aveva un pessimo presentimento, ed in genere ogni suo pessimo presentimento era foriero di grossi guai.
    Percorrendo il freddo ed asettico corridoio, il ricco magnate russo strinse nervosamente le dita della mano destra. La base, i suoi preziosi laboratori erano protetti contro ogni genere di minaccia sia terrena che spirituale. Cosa avrebbe potuto temere?
    In realtà di incognite in quel progetto ce ne erano fin troppe, a partire dal reale potere che i suoi, i loro avversari in quello e nell'altro mondo avevano fino a quel momento evitato di rivelare.
    Accendendo una sigaretta, il vecchio ex membro del Kgb scosse la testa. Soul Society, Hueco Mundo... E perfino l'Ordine dei distruttori spirituali erano contro l'Organizzazione. Nemici potenti, contro cui non poteva che opporre improbabili -per quanto indiscutibilmente forti- alleati.
    Anche loro erano un pericolo non indifferente.
    Per quanto ciecamente convinto della possibile riuscita del piano, e degli utili che ne sarebbero derivati, aveva più di un motivo per dubitare delle loro buone intenzioni.
    Hollows, Quincy e Shinigami potenti come e più di lui... uniti sotto la guida che una creatura che ancora stentava a riconoscere come tale.
    Forse un tempo lo era stata. Ora era soltanto una "entità" pericolosa ed altamente instabile.
    Di questo passo avrebbe finito per perderli, quei corti e candidi capelli che ancora possedeva: sarebbe bastato un minimo errore e la mostruosità che in quel momento stava subendo gli ultimi ritocchi sfruttando i dati che i numeri II e III avevano procurato a Leavenworth avrebbe provocato la fine sua, della base... E forse persino di una generosa porzione della Siberia!
    Aveva scommesso molto su quel piano, anzi, sarebbe stato più corretto dire che aveva investito tutto ciò che possedeva: strutture, ricchezze... E le vite dei suoi sottoposti.
    Giunto davanti ad una porta chiusa la cui targhetta indicava appartenere al suo ufficio, Ivanovich entrò nella stanza: Rosarita non poteva essere che lì.
    La strega dai capelli verdi, l'Arrancar che la sua famiglia braccava senza successo da quattro generazioni: Boris si chiedeva cosa -alla fine- lo avesse spinto a tradire gli ideali della propria casata, a voltare le spalle al suo paese e all'Ordine che rappresentava... Ma la risposta era sempre la stessa.
    Ricchezza e potere.
    Era stato educato in quel modo dopotutto, e se per ottenere entrambi aveva letteralmente dovuto stringere un patto col diavolo... Beh, pensarci sopra non sarebbe servito a nulla, non più almeno.

    -Sei in ritardo, Ivanovich.-
    La voce che lo accolse non era certo quella ben della sua alleata, simile più alle fusa di un gatto.
    Maschile, sicura di sé fino a sfiorare la tracotanza e che Boris conosceva bene.
    Il Numero I in persona, capo supremo dell'Organizzazione a cui aveva votato anima e corpo era comodamente seduto sulla sua poltrona, e -Alejandra Cervantes al fianco, sorridente come sempre- giocherellava con il modellino di MIG che il ricco imprenditore teneva sulla scrivania.
    Indossava il solito completo: giacca e pantaloni neri, camicia bianca senza cravatta... Costoso e trasandato al tempo stesso. Come sempre.
    Ivanovich non si chiese neppure come quei due avessero fatto ad entrare lì, quando l'intera base era protetta da una barriera specificatamente progettata per impedire ogni genere di apparizione indesiderata.
    Le risorse a disposizione di quell'uomo sfioravano l'illogicità.

    -Hai perso la parola, Boris?- chiese una voce dietro di lui, stavolta riconoscibile.
    -Non dirmi che non ti avevo avvisato dell'arrivo di...- sorrise Rosarita, reclinando il capo con aria maliziosa: i lunghi capelli di un verde innaturale nascondevano solo in parte la placca ossea sul volto.
    Arrancar.
    Non sarebbe mai riuscito ad abituarsi alla loro presenza.

    -Temo ti sia sfuggito di mente... cara- sibilò l'uomo, che se solo avesse avuto lo stesso vigore di un tempo l'avrebbe annichilita seduta stante.
    Brutta cosa la vecchiaia, già. Quanti anni aveva ormai? I sessanta erano un lontano ricordo, ed ora la strada era tutta in discesa...

    -Tranquilli, tranquilli...- li interruppe la voce pacata del Numero I -La nostra è... come dire, una visita di piacere, sbaglio?-
    La risposta era ovvia: erano lì per vedere con i propri occhi il risultato del lavoro che per la prima volta in quindici anni poteva dirsi essere arrivato alla conclusione.
    Già tanto era trascorso, da quando per la prima volta i due si erano presentati alla sua porta, sorridenti... E pronti ad annichilire la VII Divisione se Ivanovich non avesse collaborato.
    Ma in breve quella che era apparsa come una relazione a senso unico si era dimostrata fruttuosa, oltre ogni più rosea previsione del magnate russo: collaborare con loro aveva i suoi numerosi, notevoli vantaggi.

    -Non resterà deluso, signore. Glielo assicuro- promise Ivanovich, ringraziando l'addestramento militare ricevuto. Chiunque altro si sarebbe lasciato sfuggire quantomeno un lamento, un balbettio o comunque un qualche segno di timore difronte alla possanza spirituale delle figura che gli stava davanti.
    Ma non lui. E neppure coloro che stavano assistendo alla scena, alcuni vecchi di secoli.

    -Me lo auguro Boris, altrimenti...- sorrise l'uomo, schioccando le dita -...potrei considerare la nostra collaborazione conclusa.-
    Non vi fu un cambiamento d'aria, di pressione o di energia spiritica nella stanza. Eppure Boris Ivanovich che qualcosa era apparso ove prima non c'era nulla.
    Dietro di lui, all'angolo della stanza era comparso un portale circolare totalmente nero dal quale uscirono una, due, quattro ed infine cinque figure.
    Tutte e tre indossavano pesanti vesti dello stesso colore, mantelli logori e stracciati sul cui retro compariva in parte sbiadito e in parte lacero il simbolo del Gotei XIII.
    Quattro di loro si erano fermati un passo indietro, ma uno -in un certo modo più imponente degli altri- si avvicinò ad ivanovich, squadrandolo da sotto il mantello con due occhi di topazio.
    Era più basso del russo di almeno una testa, eppure l'industriale capì di trovarsi di fronte ad un essere forte quanto e più della sua antica nemica ed ora alleata.
    Un volto umano ed apparentemente giovane, che nulla aveva a che fare con Hollows o Arrancar.. ma ugualmente pericoloso.
    Conosceva gli individui nerovestiti appena apparsi, Rosarita gliene aveva parlato un tempo. Aveva combattuto gli Shinigami per una vita, e sapeva riconoscere un Ufficiale di Seggio quando ne vedeva uno.
    Lo sguardo determinato, i lunghi capelli neri non facevano riaffiorare alcun volto dalla sua memoria sebbene Rosarita fosse stata prodiga di informazioni sulle Tredici Squadre di protezione che costituivano le forze della Soul Society.
    Di quanti e quali mostri si era circondato il Numero Uno???

    -Non ci saranno... Contrattempi, signore.- si sforzò di dire il vecchio proprietario del complesso, che senza remore aveva fatto scendere in campo le prime -reali- forze a disposizione.
    -Il capo non vuole correre rischi, quindi i Numeri XVI, XVII e XIX affiancheranno i tuoi uomini per tutta la durata dell'esperimento- annunciò la ragazza conosciuta come Alejandra in tono leggero, ma che non ammetteva repliche.
    Quattro su cinque. La figura restante -quella che si era posizionata un passo avanti agli altri- scivolò dietro la scrivania, in posizione speculare ad Alejandra a fianco del Numero I.

    -Ai vostri ordini, milady- miagolò Rosarita, impassibile.
    Boris Ivanovich ruotò di mezzo giro, fino a guardare l'uomo da cui ora dipendeva la sua vita e che ora sembrava aver perso interesse per l'ambiente circostante al di fuori del minuscolo simulacro di aereo.
    Mentre il tacco sinistro batteva con un rumore sordo contro quello destro, la mano guantata di bianco -ciò che ora sostituiva la vecchia Croce- scattò verso la fronte in un rigido ma impeccabile saluto militare.

    -La VII Divisione Russa dell'Ordine dei Quincy è ai suoi ordini signore. Quale capitano in carica io, Boris Ivanovich, le garantisco che nulla potrà interrompere questo esperimento- disse, scandendo parola per parola.
    Nonostante gli anni, l'un tempo membro del Consiglio dei Maestri Distruttori ed ora al comando di quasi un centinaio di arcieri spirituali, possedeva ancora un fisico temprato ed una mente elastica.
    Le forze della struttura erano perfettamente funzionanti... E grazie ai Numeri giunti come rinforzo nulla avrebbe potuto ostacolare l'ambizioso piano: se tutto fosse filato liscio... Il potere e l'influenza derivatigli lo avrebbero reso l'uomo più potente del continente.
    Non poteva fallire.


    [...]

    Into the Storm...
    L'arrivo dei divoratori!

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    Hueco Mundo


    Uno richiamo di sangue e fame si diffondeva per le lande desolate della terra degli Hollow. Uno di quelli che si avvertono solo durante le grandi guerre. Qualcosa d'immateriale che è nell'aria, la respiri nel suo tipico odore che mette un insolito appetito negli abitanti del mondo dal cielo senza stelle. Qualcosa che sfiora piacevolmente i loro corpi squamosi o dalla strana pelle colorata. Qualcosa a cui il loro istinto non poteva dire di no.
    Eppure questa volta era diverso, una nota leggermente stonata in quel richiamo che spesso faceva convergere grandi masse di anime perdute in un unico luogo, pregustando grandi massacri. Una nota sinistra che sibilava tra quelle di richiamo incutendo un certo timore degli animi degli Hollow. Un avvertimento di pericolo? Che quel luogo che attirava così tanto la loro sete di energia spirituale, celasse anche un orrendo destino per coloro che ci si avventuravano?
    Minaccia, questa era la parola giusta da affibbiare a quella mera sensazione che poteva far rizzare i peli. Una primordiale paura che teneva lontani i divoratori che sapevano di non poter osare tanto. Varcare i confini del loro "sicuro" mondo per andare in un luogo arcano ed ignoto sarebbe stata una pazzia, specialmente ora che quella nota che faceva stonare la melodia di richiamo si sentiva un po più decisa e cupa tra le altre. Sembrava che un'ombra tenebrosa si volesse abbattere su un banchetto già pronto per coloro che avessero abbastanza fame da lanciarcisi.
    Eppure si sa, anche in quel luogo di notte perenne c'erano entità talmente pazze o forti da non ascoltare quel sinistro campanello d'allarme e dare retta soltanto all'istinto che voleva saziarsi di potere. Per questo i più impavidi o incoscienti aprirono i varchi per entrare dritti nelle fredde lande della Siberia. Andare in pasto ad una morte certa per divenire più forti e elevarsi finalmente tra le masse di idioti mangiatori che popolavano il loro mondo. Una scelta azzardata, un azzardo che forse li avrebbe portati a un grande potere... Oppure li avrebbe distrutti.
    Un immensa distesa di neve e ghiaccio, ecco come si presentava l'ambiente ai divoratori di anime. Il cielo ingrigito non dava segni di voler rilasciare altri cristalli bianchi, nonostante questi alcuni granelli venivano alzati da qualche soffio di vento gelido che faceva sentire la propria presenza in quel paesaggio monotono. In questo clima inospitale e rigido, una struttura nascosta ai più era stata attaccata dando inizio ad una battaglia senza pari sul mondo dei viventi. Una battaglia che nessun notiziario avrebbe riportato, una battaglia che fazioni antiche come il mondo avrebbero combattuto, ognuna per difendere i propri ideali. Un campo vasto per fazioni vaste, tutti col proprio scopo eppure raggruppati da un idea comune o da alleanze di convenienza. L'unica cosa che poteva essere percepita con certezza, erano la moltitudine di reiatsu anche potenti che si trovavano in quel luogo.
    Da quella struttura ben fortificata provenivano ordini e spari. Dal cancello sfondato e dal disordine che giungeva sembrava che la battaglia era cominciata da un po. Ora si era in grado di conoscere cosa aveva creato quel richiamo così forte nel Hueco Mundo.
    E in tutto quel caos generato da correnti spirituali ed urla, un ulteriore minaccia per i protagonisti si sarebbe aggiunta. La loro fame era molta e quel banchetto non era che la miglior occasione per loro, di diventare ancora più forti e sfogare i primordiali istinti.




    CITAZIONE
    Regolamento:

    - Si gioca a turnazione libera: non importa postare prima o dopo qualcuno, purché entro la fine della settimana tutti abbiano postato.
    - Ogni turno durerà una settimana, al termine della quale il QM posterà.
    - Se tutti i PG avranno postato, il QM potrà anticipare il giro, fornendo ai giocatori giorni in più per il turno seguente.
    - Randomicamente i post dei QM potranno essere modificati dagli admin inserendo narrazioni di cosa sta avvenendo altrove: questo avverrà per non rovinare ai QM (anche giocatori) l'effetto sorpresa.
    - Nel primo post potrete descrivere la partenza e l'arrivo in Siberia con la situazione che trovate.
    - Siete immuni a pallottole e ad armi convenzionali.

    SPOILER (click to view)
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    Legenda:

    L - Laboratori
    U - Uffici
    T - Torrette
    W - Deposito acqua industriale
    M - Magazzini
    H - Eliporto
    ? - Spiazzo circolare di grandi dimensioni... cosa potrebbe essere?

    Bene primo giro di post descrittivo, potete anche arrivare all'interno della struttura ma evitate troppe iniziative personali. Niker e Hel i vostri pg sentono il richiamo e giustamente vanno nel luogo sopracitato. Allen puoi fare un primo post dove senti il richiamo ma decidi per ora di non andare, ti inserirai tra 1 giro di quest.
     
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    Hueco Mundo, il covo ed il riparo di tutti gli hollows, una immensa distesa di sabbia senza fine incorniciata da un eterno cielo senza stelle in cui troneggia una luna pallida e immota che, come un occhio malsano e stillante di pus, osserva le vicende di tutti i mostri che sotto di lei combattono, muoiono, si divorano e crescono per sopravvivere ad un altro ripetitivo ed insopportabile giorno. Questo è l'Hueco Mundo, un luogo dove vige solo la legge del più forte, un luogo che tutti i divoratori di anime chiamano casa.
    Ogni giorno, come nel capriccio di un demone spietato, diviene lungo un' eternita; infinite vite vengono consumate e ricreate in una notte senza fine ma questo poco importa poichè per nessuno degli occupanti di questo mondo insano e folle il tempo ha più significato. Essi adesso vivono per sempre, non più tormentati da triviali faccende mortali come la malattia, essi vivono solo per uccidere e assimilare il prossimo: i loro istinti, le loro emozioni, i loro desideri giacciono sepolti in profondità sotto una maschera bianca che li protegge dal mondo esterno, e ma soprattutto da loro stessi.
    La vita di un hollow è scandita da pochi avvenimenti: la caccia, il pasto, la fuga e la crescita. Se sia per uno scherzo dello stesso dio che ha creato questo luogo infernale o per un semplice caso i destini dei divoratori sono strettamente legati al bianco deserto conosciuto come dune della muerte, sin dalla propria rinascita il kompaku sa istintivamente giungere qui, e sa sempre come tornarci.
    Ma per quelli come Juggernaut era diverso, loro da sempre attendevano, dominando l'oscurita infinita dell' Hueco mundo, divorando e massacrando i deboli e gli inermi, uccidendosi fra loro, e divenendo così sempre più forti.

    un rumore,di campanelli...
    O forse campane, poi un sussurro...
    Un sighiozzo, delle grida...
    No,è qualcosa di diverso, un richiamo, un sentore....
    E' una minaccia?
    E' un Alleato?
    Bisogna ucciderlo....
    Bisogna trovarlo e prenderlo...
    Dobbiamo fuggire...



    Ancora quella sensazione, quel brivido, c'era qualcosa nell' aere terso delle dune della muerte che stava attirando gli hollos minori come il miele faceva con le mosche.
    Giungevano strisciando, volando, saltando da ogni parte delle dune,e poi sparivano, molti,i più opportunisti, attendevano al varco per divorarli, ma altri si traslavano nell' universo reale, per andare a vedere cosa fosse quel bizzarro richiamo, un richiamo suadente e perverso,che però nascondeva qualcosa, come poteva essere una lametta di rasoio nascosta dentro una polpetta di riso...
    Molte delle voci dentro di lui lo confermavano, quel rumore, quel brusio derivava dalla guerra; egli stesso l'aveva sentito, in Africa, dove si trovavano sterminate mandrie di hollows,e gli umani si uccidevano e si riproducevano tra di loro a ciclo continuo la morte era all'ordine del giorno, decine di conflitti interni laceravano il continente, provvedendo così un infinito afflusso di anime che consentiva di sostentare una popolazione di hollows sterminata.
    Pochi Gillian, i più forti della loro razza, potevano tollerare il clima secco e così scarsamente irrorato da reishi della secca savana africana, e Juggernaut era uno di essi; nella sua breve permanenza in quella natura selvaggia aveva compreso molte cose, e aveva imparato a riconoscere i sintomi di una guerra in corso quando ne sentiva una.
    Accanto a lui fluì una processione di cinque Gillian, anche loro si stavano allontanando a passo d'oca ciondolando pigramente e fermandosi solo per lanciare profondi ululati penetranti.
    Sputò per terra schiacciando sotto un enorme globo di saliva nerastra una creatura dalle sembianze di un piccolo gufo.
    Immediatamente una tormadi hollows minori si accalcò sui resti insanguinati litigando furiosamente per un boccone di quell' inaspettato pasto.
    SI concentrò attentamente mentre molte voci dentro di lui intonavano una melodia folleggiante e profonda, una trenodia di sofferenza,rabbia e follia, un fischio penetrante, un sibilo assordante,un mugolio appena accennato....
    Dentro la sua mente una planimetria dellazona si accese come su un display, centinaia di fiammelle tremolanti si muovevano,mentre decine di esse sparivano e riapparivano continuamente venendo sotituite da colori cangianti, un arcobaleno di vite che mutava in continuazione.
    Due in particolare attrassero la sua attenzione, una, rossa come ilsangue trasmetteva odio e minaccia al solo guardarla, l'altra, di un caldo cremisi sembrava distorcere l'aria a causa di un grande calore.
    Certo,se comparate alla sua anima sembravano minuscole, perfare un rapporto, se le loro fiammelle rosse erano accendini la sua Anima era una torcia brillante colr verde tenue...
    Ma da tempo aveva smesso di considerare i suoi inferiori, anzi,i suoi sottoposti; già,poichè se uno aveva accettato di seguirlo,l'altro aveva giurato di ucciderlo.
    Quanto gli erano suonate bizzarre quelle parole, ma presto se ne sarebbe accorto, poichè nessuno poteva sottovalutare Juggernaut...NESSUNO.
    E comunque entrambi avrebbero fatto il lavoro sporco per lui, volenti o nolenti stavano per favorire il suo piano.

    Si avvicinò ad una parete di roccia, e finalmente trovò quello che stava cercando, Una enorme roccia che ostruiva l'ingresso alla sua tana. Con estrema facilità la spostò di lato richiudendosela alle spalle e inoltrandosi nei bui meandri della caverna.
    Percorse molti metri sino ad arrivare nella camera centrale.
    Attorno a lui scintillavano molti dei suoi tesori, la catena del quincy che aveva sconfitto, svariati lembi di Shihakusho strappati ad alcuni shinigami, un paio di maschere di hollows dalle fattezze estremamente interessanti,i due denti anteriori di VonLiebewitz e decine di Gunpla variopinti, unica nota di colore in quella scura cavità nelle viscere del costone roccioso.
    Laggiù, al sicuro, nelle viscere della terra chiuse gli occhi e riprese ad ascoltare i movimenti di quelle due anime.


    da che mondo e mondo negli scacchi si fanno avanzare prima i pedoni...

    Disse sussurrando....
     
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  3. Hellmaster
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    So sad...
    Can you see it?
    The loneliness of this place...
    Lighted only from that solitary moon...
    Can you see them?
    The lost Souls who walk in the sand?
    They look into the dark night...searching for it...
    Desiring it...
    They don't have a future
    They don't want it...
    Creatures born from hate
    Only to kill each other...
    But they share the same need...


    image
    ...Blood...


    So sad...
    Can you hear it?
    The silence of this place...
    Brushed only from the breath of death...
    Can you hear them?
    The forgotten souls who walk in the sand?
    They listen to the wind...waiting for it...
    Craving it...
    They abandoned the past
    The don't remember it...
    Cratures born from rage
    Only to destroy each other...
    But they share the same need...



    Into The Storm - Chapter One

    The One who seek Power



    Ci sono volte in cui, quando ti svegli, ti ritrovi a osservare un cielo stellato, offuscato soltanto da alcune nuvole di passaggio...
    Ci sono volte in cui, quando sei sveglio, ti ritrovi a fissare un mondo giovane ancora incapace di guardare in faccia la verità e capirla...
    Ci sono volte in cui, quando ti addormenti, ti ritrovi a pensare che la notte non è altro che una calda coperta per tutta la gente...

    Ci sono volte in cui, quando chiudi gli occhi, tutto questo perde significato e ti ritrovi in una realtà diversa...più cruda...

    Le persone credono che i sogni siano soltanto immagini dettate da una fantasia così profonda che sanno appena di possedere...ma si sbagliano.
    Quando fa buio e ti stringi nelle coperte...Quando il cuore batte più forte...Quando le tue mani si muovo da sole alla ricerca di qualche appiglio...Quando ti ritrovi a guardare in faccia ciò che temi e speri che se ne vada...già sai qual'è la verità.
    Una finestra appena socchiusa su un mondo nero e bianco, su cui si erge un albero solitario e rinsecchito che ruba la luce a una luna smorta e senza calore...
    Incubo lo chiamano in molti, ma di certo ci si poteva riferire a quel luogo con un nome più appropriato...


    Hueco Mundo. Foresta dei Menos. Tana di Tai.

    tac...tac...tac...

    basta...vi prego...fatelo smettere...fatelo tacere...

    tac...tac...tac...

    ancora...di nuovo...perché? smetti...ti prego...non lo sopporto...



    Gli occhi verdi si aprirono di colpo, ritrovandosi a fissare in faccia colui che dominava incontrastato nella sua tana: il buio.
    Qualcosa l'aveva disturbato, chiamandolo indietro da quella via diretta verso il mondo di Morfeo. Chi aveva osato? Chi aveva potuto?
    Sebbene fosse una creatura demoniaca, non possedeva le capacità di vedere al buio come altri suoi compagni, ma le sue orecchie erano tra le più sensibili e non poteva sfuggir loro quel suono, incessante, ripetitivo...

    tac...tac...tac...


    Ancora, di nuovo, quel suono fastidioso che, come un pugnale, colpiva e colpiva la sua mente dolorante.
    Ancora, di nuovo, quel suono maledetto che gli impediva di dormire trapassandogli i timpani.
    Cos'era? Dov'era? Due domane a cui teneva dare una risposta immediata e poi...Come fermarlo? Come tornare a dormire?
    Come un orso che si sveglia dal letargo, così lui si alzò dal suo giaciglio e salì la pietra fino a raggiungere l'uscita della sua casa.
    A destra e a sinistra solo alberi grigi poteva vedere, avvolti dalla notte e da essa cullati.
    Né hollow ne menos si potevano sentire e il silenzio ne approfittava per uscire allo scoperto e vagare per quelle lande desolate. Rapido si diffondeva così come spariva...disturbato solo da quel rumore...

    tac...tac...tac...


    Si gira...si volta...non capisce. Lentamente, l'hollow discese dalla pira di pietra guidato soltanto dal suo udito. Cercava, cercava ma ancora non trovava. Andava dritto, poi a destra, poi tornava e proseguiva.
    Cos'era quel ticchettio, simile a una goccia d'acqua che cade sulla roccia, che lo disturbava e lo agitava in quel modo?
    Distruggerlo, si diceva, trovarlo e metterlo a tacere una volta per tutte. Voleva silenzio per la sua stanca mente...e dormire. Tornare nella sua tana, avvolgersi nel calore delle proprie ali e sognare ancora, di nuovo...ciò che voleva...

    tac...tac...tac...


    Ancora, sempre lui, ma stavolta diverso. Accompagnato da un odore pungente che spesso soleva solleticargli il naso quando mangiava e divorava. L'odore più conosciuto della foresta...l'odore del sangue.
    Ed ecco, dietro ad alcuni alberi, aprirsi la scena del giorno: Tanti corpi, o per meglio dire tanti pezzi, che si spargevano per un intera radura grigia e rossa. Una furiosa battaglia si sarebbe detto...un furioso assalto l'avrebbe definito l'hollow.
    Al centro, in ginocchiato, si trovava un corpo mutilato di un Hollow suo compagno...immobile, come i morti attorno a lui.
    Con una sorta di rispetto, il demone si avvicinò a lui per osservare la sua maschera, incrinata in più punti, e avere così modo di ricordare uno dei pochi che aveva portato con diritto il nome di Hollow.

    tac...tac...tac...


    Le orecchie si rizzarono, cercando il rumore e la sua origine. Lo sguardo si volse ancora a destra, poi a sinistra...e infine eccolo.
    Infilzato, tra delle rocce, un corpo ormai morto che si stava lentamente disintegrando al tocco della morte.
    La sua mano...le sue dita...che gocciolavano sangue nero. Ancora, una, due, altre tre volte la goccia cadde e colpì la roccia, provocando quel monotono ticchettio che l'hollow aveva ormai imparato ad odiare.
    Un morto, quindi. Ecco cosa lo teneva sveglio dai suoi sogni. Ecco cosa gli impediva di dormire.
    Trattenendosi dal distruggere quel corpo semplicemente liberando la sua furia, l'hollow mosse i passi necessari per raggiungere l'hollow sconfitto.
    I suoi occhi verdi si fissarono sui suoi spenti, mentre questi venivano lentamente scomposi in reishi e dispersi nell'aria circostante. Quello era ciò che aspettava al corpo di un hollow ormai morto...nessuna traccia doveva rimanere nell'hueco mundo.

    ~potere~


    Si, ecco cosa succedeva a coloro che lo incontravano.
    Si, ecco cosa potevano fare coloro che lo possedevano.
    Non esisteva il potere di proteggere le persone care.
    Non esisteva il potere di aiutare i deboli.
    Non esisteva il potere di fare del bene.
    Il potere esisteva solo per se stesso, e c'era un solo modo per provare di possederlo: far soffrire gli altri, e infine distruggerli.
    E allora l'hollow attese, sopportando quel ticchettio, fino a quando la nera nuvola di morte non si portò via l'intero corpo., la sua esistenza e ciò che sarebbe potuto diventare.
    Non vi erano possibilità dopo la sconfitta in hueco mundo...o vivevi, o morivi.
    Preso da questi pensieri, l'hollow si allontanò da quei picchi di roccia, riavvicinandosi a colui che con onore aveva difeso la sua vita. Anche in disgrazia, questo possedeva ancora il suo onore e non si permetteva di giacere a terra come i vermi attorno a lui.
    sei stato forte oggi...adesso, riposa mormorò l'hollow, per poi frantumare la sua testa con unico, violento colpo portato con i suoi artigli.
    L'intero corpo esplose in una nuvola scura, per poi sollevarsi verso il cielo e lentamente sparire. Chissà, magari un giorno qualcuno avrebbe fatto lo stesso con la sua testa.
    In quei giorni, infatti, non era raro vedere nuvole di reishi alzarsi verso la luna e sparire lentamente, segnando la fine di un hollow dietro l'altro. C'era qualcosa nell'aria che rendeva tutti più agitati e nervosi...e per ogni sciocchezza esplodeva una furiosa lite che decimava i compagni do ogni zona.
    Sembrava un po come la calma prima della tempesta...e qualcosa diceva all'hollow che quella non sarebbe stata una pioggia leggera...


    ~


    Hueco Mundo. Foresta dei Menos. Ora dell'assalto...


    Stesso posto, stessa notte... o almeno si sarebbe detto così se quella si fosse dimostrata davvero una notte come tutte le altre. Ma qualcosa nell'aria teneva svegli i predatori, notturni o meno, e li costringeva a vagare nervosi per le lande di pietra, alle volte evitandosi e alle volte sterminandosi tra loro.
    Una strana atmosfera si era diffusa nel tetro mondo, quasi come per indicare l'inizio di qualcosa di importante. Forse mancavano ore, forse minuti...forse addirittura pochi secondi.
    Come quando assistette all'arrivo del nuovo millennio, così anche ora il demone nero si limitava ad aspettare calmo e seduto, indifferente al grande passo che si stava per compiere.
    Ma stava davvero per succedere qualcosa di così importante? Questo non poteva dirlo, ma i suoi occhi non erano così cechi da vedere sotto quale pressione si stava trovano l'hueco mundo. Persino lui poteva sentirla...provenire dal mondo umano...così bella, così dolce.
    Lentamente si stavano ammassando, al di là di quel misero confine dimensionale, anime con poteri e ambizioni diverse e questo non poteva che attirare ogni singolo essere di quel mondo. Qualcosa però non andava...qualcosa stonava...
    Era la stessa sensazione che si provava davanti a un pasto troppo facile e troppo grande. Che si trattasse di una trappola per loro? Improbabile, nessuno, nemmeno shinigami e quincy insieme, avrebbero rischiato di trovarsi tutto hueco mundo addosso e per di più nel mondo reale.
    Era qualcosa di serio ed enorme, ed era proprio questo che stava spaventando gli hollow e li spingeva a rintanarsi nelle loro tane. Ma non lui...non scappava mai, nemmeno davanti alla morte in...
    I suoi pensieri tornarono a quell'unica volta in cui si era sentito davvero morto e soltanto l'istinto più primordiale l'aveva salvato. Tornarono a quell'unica notte in cui era stato testimone della forza di coloro che possedevano il potere...
    Ed era giusto pensarci, perché nulla poteva smentire il fatto che potessero trovasi anche loro in quel luogo.
    Ma se questo era vero, cosa poteva spingerlo ad andarci? Cosa poteva spingerlo a rischiare la morte ancora una volta?
    Gli occhi dell'hollow si chiusero per un attimo, spingendo la sua coscienza in quel luogo scuro e di silenzio che solo lui poteva raggiungere. Doveva calmarsi, abbandonare le sue paura e prendere una decisione.
    Era a un passo dall'evolversi, poteva sentirlo nella sua pelle, ma qualcosa l'avrebbe bloccato per sempre a quello stadio se non l'avesse affrontato: aveva paura, una paura folle.
    no...non sarà questo a impedirmi di diventare più forte...a impedirmi di raggiungerli e spezzarli con le mie mani si disse lui convinto, allontanando i pensieri che potevano soltanto danneggiarlo.
    I suoi occhi si aprirono di scatto, incapaci di ignorare il brivido che aveva attraversato il suo corpo.

    ~Era iniziata~


    Cosa? nemmeno lui poteva saperlo, ma i suoi muscoli non potevano smettere di tremare.
    Scappa, fuggi, nasconditi! Ecco cosa gli diceva la mente
    Vai e uccidi...Ecco cosa gli suggeriva invece l'istinto, e a lui avrebbe dato ascolto ancora una volta.
    Le ali traslucide si aprirono ancora una volta alle sue spalle, avvolte dal rosso reiatsu e da esso sostenute.
    Attorno a lui poteva vedere le ombre di coloro che fuggivano via dalla loro occasione più grande, ma lui sarebbe stato diverso. Lui le avrebbe volato incontro, raggiungendola e abbracciandola, nonostante l'inimmaginabile rischio di essere bruciato da essa.
    Con un unico colpo, la sue braccia aprirono il nero varco che l'avrebbe portato dall'altra parte, e senza remore lo varcò...Ancora una volta avrebbe cercato il potere, o sarebbe morto nel farlo.

    ~


    Siberia. Laboratori Ivanovich


    Un freddo ancora più intenso di quello della sua casa lo accolse nel suo abbraccio, dandogli il benvenuto tra la neve e il ghiaccio. Il reiatsu del suo stesso corpo si sollevò avvolgendolo, tentando di difenderlo dalle rigide temperature di quel luogo tanto inospitale.
    Il varco si era aperto ad una certa distanza dal suo obbiettivo, per sicurezza, ma anche da li poteva sentire quell'eccitante rumore da battaglia. Raffiche di proiettili si sentivano falciare l'aria, accompagnate dal violento suono di quelli che parevano colpi di cannone.
    Che si trattasse di un assalto? Ma portato da chi? E soprattutto, contro chi? Cosa si poteva nascondere in un luogo così freddo da causare una lotta del genere?
    Curioso e affamato, l'hollow decise di avvicinarsi sfruttando i propri piedi a differenza delle ali. Stava per cacciarsi in una battaglia senza quartiere e non voleva attirare l'attenzione troppo presto.
    sarà il caso di limitare anche il mio reiatsu... pensò lui, costringendo alla sua energia di diminuire e smettere di avvolgerlo. In quel luogo poteva sentire la presenza di esseri fin troppo potenti e niente lasciava credere che l'avrebbero ignorato.
    Lentamente, quindi, si spostò verso la fonte di tutto quel baccano, fino a ritrovarsi su una sorta di promontorio da cui poteva avere una buona visione dei fatti.
    Davanti a lui si innalzava una sorta di centro protetto da un lungo perimetro di pietra e fil spinato, ora preso d'assalto da niente meno che da shinigami e...quincy?
    Si, sembravano proprio loro quelli che ora stavano accompagnato gli Dei della morte nel loro attacco, lottando contro le difese nemiche con i loro archi. La cosa era alquanto strana, considerando che mai, per quanto ne sapeva l'hollow, quelle due fazioni aveva stretto alleanza.
    Ma le stranezze non si limitavano a quelle: il posto era chiaramente difeso da degli esseri umani il che lasciava intendere che quel luogo fosse, per l'appunto, opera umana...perché quindi tanto disturbo per assalirla?
    Ma a quanto sembrava sia shinigami che quincy erano convinti di quel che stavano facendo, ed era già riusciti a sfondare l'entrata e a portare la battaglia all'interno delle mura.
    di certo i morti non mancheranno...ma cosa si può nascondere all'interno di questo posto? si chiese l'hollow, abbassandosi più che poteva e iniziando ad avvicinarsi al fianco sinistro dei Laboratori. Entrare dall'ingresso principale si sarebbe rivelata certamente una pessima idea, e in volo rischiava di farsi vedere ugualmente.
    L'attenzione dei difensori, inoltre, doveva essere puntata completamene sugli attaccanti, quindi era improbabile che lo vedessero mentre si avvicinava di soppiatto.
    per ora mi muoverò nell'ombra... si disse lui, raggiungendo il punto in cui il muro di pietra si innestava nella montagna.
    il motivo di questo attacco si deve trovare all'interno...e se è così importante da motivare un assalto del genere, significa che deve essere mio...
    Il ragionamento era logico, e il suo obbiettivo poteva rivelarsi un piatto ben più sostanzioso di quanto potesse immaginare.
    Con un balzo, raggiunse la cima delle difese avversarie per poi gettarsi rapidamente dall'altra parte.
    Si trovava ora in prossimità di quello che sembrava un Eliporto, cosa priva di interesse per lui, ma poté vedere a pochi metri di distanza alcuni edifici di medie dimensioni e, appena di sfuggita, uno più grande e apparentemente di forma circolare.
    tsk...e ora da dove comincio? si chiese lui, indeciso da dove iniziare le sue ricerche.
    Dall'alto sarebbe riuscito certamente a mettere in chiaro le idee, ma continuava a non voler esporsi troppo.
    beh...direi che quel palazzo può rivelarsi un ottimo inizio si disse, iniziando a muoversi verso i laboratori più grandi.
    Nell'aria poteva già sentire la puzza di morte prendere il sopravvento su ogni altro odore, e il suo istinto sembrava divertirsi a segnalarli ogni volta che un energia spirituale spariva...dio, che fame che iniziava a provare...


    CITAZIONE
    note personali: mi trovo attualmente, guardando la mappa, tra le mura a sinistra e l'eliporto. Mi sono limitato a entrare nel perimetro dei laboratori, nel punto più lontano dalla battaglia (presuppongo), così come mi è stato permesso.
    Spero che ci potremo divertire tutti quanti ^^



    Edited by Hellmaster - 8/10/2009, 17:38
     
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  4. Niker
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    »Power, Madness and Death! Part 1.


    Hueco Mundo
    Dune della Muerte, Notte Eterna


    Potere!

    La vita... non altro è che tristezza interrotta da alcuni attimi di vuoto, un apparente felicità, una finta euforia, che distoglie i pensieri dallo squallore dell'esistenza. Mentre la morte equivale alla vera felicità, o meglio, al vero cammino per raggiungerla. Una volta che l'anima corrotta, durante il periodo di vita terrena avrà subito immani sofferenze, e sarà quindi stata purificata, finalmente, otterrà il Potere... e un assaggio della felicità.


    Un immensa bestia ricoperta di squame scure come un lago di notte, dormiva in una tenebrosa caverna, acciambellato in maniera simile ad un gatto. Ma in realtà era sveglio... più che sveglio... Strane parole confuse gli rimbombavano nella testa, strane composizioni di suoni e rumori, note di paura... sembravano un allarme e al tempo stesso un richiamo, procurando disagio al demone. Stava dormendo da circa un paio di giorni dopo il duro allenamento che lo aveva trasformato, seppur in piccola parte anche esternamente, dentro. Durante il sonno le ferite inferte dall'hollow-ragno si erano cicatrizzate. Una vera comodità. Senza lasciar intendere di esser sveglio ad un piccolo hollow in cerca di cibo che stava ronzandogli attorno, continuò il suo finto sonno, mentre cercava di escludere il fastidioso suono, dai suoi pensieri. Nulla.

    [ Tsk... non posso nemmeno fare uno spuntino in santa pace... ]

    Con un movimento rapidissimo, la coda tracciò una lina orizzontale nell'aria, decapitando il piccolo hollow, con le lame poste all'estremità di essa.

    - Iddatakimasu! -




    »Power, Madness and Death! Part 2.


    Hueco Mundo
    Dune della Muerte, Notte Eterna


    Shruikan stava oltrepassando una duna, mentre il richiamo di morte gli ronzava in testa. Il piccolo spuntino gli era servito per svegliarsi. Ora doveva decidere cosa fare per il ronzio, ascoltarlo, o ignorarlo? Però, come rinunciare ad un offerta di potere così allettante?? Sentiva infatti, che il richiamo era emanato da un luogo colmo di reiatsu...

    [ Mmh... rischiare la mia vita per fare un passo? Non sarebbe una mossa tanto intelligente... però... si dice anche chi non risica... non rosica. E in ogni caso posso pur sempre ritirarmi. Ho deciso... si parte! ]

    Così, il drago si fermò, e con un rapido moviemento, sollevò la zampa destra, e con la stessa rapidità, calò un poderoso fendente squarciando l'aria stessa, per poi addentrarsi nello squarcio stesso.





    »Power, Madness and Death! Part 3.


    Hueco Mundo
    Dune della Muerte, Notte Eterna


    Un'immensa distesa di terra semi-congelata copriva l'intero panorama, eccetto per una struttura di grandi, grandissimi dimensioni, e a quanto pareva, era sotto assalto. Shruikan sussultò. Shinigami! Tantissimi shinigami... inoltre altri "umani" che impugnavano archi.

    - Shinigami e Quincy!!! -

    [size=1]Non sapeva nemmeno di aver pronunciato quella parola a lui estranea, ma sapeva che gli arceri venivano chiamati quincy, ed erano nemici tanto quanto gli shinigami.

    [ Non ho la più pallida idea di come faccio a conoscerli... tanto meglio per me, almeno so che devo stare attento anche a loro e ai loro dannati archi.

    Cercando di non dare troppo nell'occhio si avvicinò alla struttura. Riuscì a scorgere anche degli umani senza arco o spada, ciò significava che shinigami e quincy stavano attaccando i viventi? Il loro compito non era proteggerli da quelli come Shruikan? Questi erano i quesiti che andavano a formarsi nella testa dell'hollow. Cercando poi di soddisfare questa curiosità, si espose delle teorie, mentre, con cautela si avvicinava sempre più, mentre aggirava una piccola collinetta.

    [ Se gli shinigami si sono abbassati a tanto, ci dev'essere sotto qualcosa di grosso... Non dovrei farmi gli affari degli altri, ma non posso mancare ad una "festa" così spassosa ]

    Sghignazzò tra sè e sè. Finalmente giunse davanti ad un tratto di mura. Con inaspettata agilità il drago fece un balzo con il quale riuscì a scavalcare le mura, e in un attimo planare all'interno. Vi erano vari prefabbricati sparsi a caso all'interno delle mura, di varie dimensioni. Rimanendo sempre nell'ombra, Shruikan iniziò a guardarsi attorno. Con la coda dell'occhio scorse un'altra ombra nascosta. Capì che si trattava di un hollow. La sua essenza era oscura, tenebrosa come la sua. Come se lo conoscesse da una vita Shruikan gli comparve di fianco, e osservando una scena di battaglia dove molte anime venivano distrutte, disse con tono pacato.

    - Cosa diavolo sta succedendo qui, "fratello"? -

    Infuse quanta meno "simpatia" possibile nell'ultima parola. Erano si fratelli, ma uno poteva diventare benissimo il pasto dell'altro.


     
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  5. Dark Neji Hyuga
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    L'inizio del massacro?



    Dunque era cominciata. La battaglia lanciava il suo urlo verso il cielo grigiognolo della Siberia, mentre entità spirituali ed umani si scambiavano colpi dando a prima vista ragione alle prima fazione delle due. Infatti difficilmente i nerovestiti potevano essere colpiti da quei proiettili metallici e questo permetteva loro di passare indisturbati tra le file nemiche sguainando le loro armi per eccellenza, Soul Slayer. Alcune di esse rotearono in aria fendendo l'aria e la carne dei difensori del luogo. Schizzi cremisi partirono dai corpi dei soldati che non potevano fare altro che cadere inermi sotto i colpi degli dei della morte, mai nome più azzeccato poteva essere dato a quelle entità. Il candore della neve si sporcò col rosso del sangue e subito il suolo di battaglia si dipinse di quell'acre colore, come la scena rievocativa delle antiche battaglie medievali. Ma neanche coloro che si trovavano nel freddo luogo erano così impreparati, infatti luci blu saettarono bloccando in parte la corsa degli Shinigami che a differenza di prima si ritrovavano un nemico più difficile da gestire.
    Ogni pedina si muoveva secondo un preciso scopo, alcune cercavano di entrare e prendere possesso del castello, altre di difenderlo. Infine ne erano giunte due che non avevano alcun interesse comune con gli altri gruppi, ma come sciacalli speravano di poter accrescere il proprio potere da quella battaglia facendo solo il proprio interesse e andando contro alle due fazioni schierate in campo. D'altronde era questa la loro natura e ogni volta che c'erano di queste grosse guerre era difficile pensare che non arrivassero a flotte per buttarsi come parassiti affamati su ciò che potevano catturare con i propri morsi.
    Entrambe le figure erano apparse da un buco nero ed entrate indisturbate nel perimetro messo in subbuglio dal recente attacco del plotone misto del Gotei XIII ed Ordine Quincy. Nonostante i loro corpi fossero molto diversi, il comune buco sul petto e la maschera ossea di un bianco simile a quello della neve non davano dubbi sulla loro entità: Hollows. Entrambi erano arrivati lì, attirati dallo stesso richiamo di morte e potere. Non si poteva sapere se fossero alleati, quella parola era un po blanda messa in bocca ai divoratori di anime che stipulavano di norma solo accordi di comodo. La loro natura difficilmente gli permetteva di legare con i propri simili, soprattutto nei primi stadi evolutivi della loro specie.
    Ma questa era la minore delle cose, perchè collaborazione o meno lo scenario che si presentava davanti ai loro occhi intensi era lo stesso. Urla, ordini urlati al vento, colpi di fucile e mitragliatrice, sangue ed altre urla di natura diversa dalla prima. Qualcosa che rievocava in loro un antica fame, l'istinto omicida poteva scattare in qualsiasi momento, spronato da tale scenario di morte e devastazione. Inoltre l'occasione di scatenarsi si presentò subito.
    Sotto il suono dell'allarme una dozzina di uomini in divisa militare passò a pochi metri dai due alati, uscendo da uno degli edifici vicini alla loro posizione. Di nuovo si ripeteva la scena, ordini impartiti con durezza e velocità; l'occasione non permetteva di stare troppo comodi. Il russo probabilmente non era tra le lingue dei due Hollow, ma ciò poco importava. A quanto pareva quegli uomini non si erano accorti della loro presenza, come molti umani la maggior parte di loro non li vedeva. Alcuni potevano distinguere delle ombre trasparenti, ma l'agitazione del momento aveva distolto ogni attenzione a ciò che l'occhio poteva notare solo con una certa tranquillità e concentrazione.
    Infine un urlo spaventato ed una raffica di proiettili provò a colpire i due abitanti del Hueco Mundo. O meglio, passò loro attraverso, quelle stupide armi umane non potevano niente contro delle anime; corrotte ma pur sempre anime. Di nuovo un urlo, mentre parole di puro terrore avvisavano i soldati della presenza di due ospiti inaspettati. Il gruppo si guardò intorno incuriosito, ma nulla apparve ai loro occhi. Un facile pasto, forse indegno della attenzione dei due mangiatori di anime. Eppure da qualche parte bisognava cominciare e la sete di sangue probabilmente stava salendo alle stelle. Dunque perchè non inaugurare quel nuovo banchetto con un semplice antipasto?



    [...]
    SPOILER (click to view)
    Numero I
    Alejandra Cervantes
    Numero ???
    Numero XV
    Rosarita



    Nell'ufficio di Ivanovich la tensione era palpabile, come sempre accadeva quando più Numeri si trovavano a convivere uno spazio troppo stretto con il grande capo... Era una sensazione indescrivibile, eppure la sola presenza della figura elegante davanti a individui di comprovata esperienza e forza spirituale era sufficiente a renderli inquieti per non dire di peggio.
    Distogliendo l'attenzione dal modello di aereo che fino a quel momento lo aveva intrattenuto, il Numero I alzò lo sguardo in direzione del soffitto e ancora più in là verso qualcosa che lui solo era in grado di percepire: i presenti non dissero nulla, limitandosi a registrare l'evento.
    Quanto estese erano le sue capacità precognitive? Nessuno di loro era riuscito ad avvertire alcunché a quella profondità, non con il massiccio Kekkai che ricopriva l'intera base, sotterranei compresi.

    -...Come previsto, sono arrivati.- mormorò con una leggera punta di disappunto, mentre coloro che gli erano vicini si allontanavano impercettibilmente. Nessuno aveva mai avuto il sentore che la figura comodamente seduta potesse leggere nei loro pensieri... Ma come dirsi sicuri?
    Coloro di cui era possibile scorgere l'espressione -Alejandra e Rosarita- chiusero gli occhi all'unisono, reclinando leggermente il capo ed espandendo i propri sensi: se per loro era impossibile percepire quel che stava avvenendo con la precisione del loro signore, era però possibile rendersi conto dell'identità degli invasori.
    Shinigami. E Quincy.

    -Preparatevi ad interv...- esclamò Alejandra stendendo una mano verso il quintetto di figure ammantate di nero, volendo anticipare le intenzioni dell'uomo accanto a lei. Se il Numero I li aveva convocati non era certo per assistere al suo trionfo, bensì per costituire una seconda e più efficace muraglia contro ciò che il Gotei XIII e l'Ordine dei Quincy avrebbero potuto mandargli contro.
    Tuttavia la voce del suo capo la interruppe, senza perdere un briciolo del proverbiale aplomb.

    -No, non occorre. Non ancora almeno.-
    -Cosa intendi dire?- ribatté lei, cui non era mai piaciuto venire contraddetta. nemmeno da lui.
    Fu l'individuo incappucciato a parlare stavolta, parlando con il consueto timbro freddo ma non ostile. Era un timbro che Alejandra aveva sempre odiato, troppo serioso e controllato per i suoi gusti.

    -Numeri XVI, XVII e XIX, prendete posizione al piano superiore. Sapete come agire.-
    All'ordine rivolto a quelli che sembravano essere dei suoi diretti sottoposti, tre delle quattro figure risposero con un più o meno accentuato movimento dl capo in segno di assenso.
    -...- Senza che una sola parola fosse scambiata, i tre individui -differenti notevolmente per corporatura l'uno dall'altro- uscirono dalla stanza.
    -Numero XV, resta qui per il momento.- proseguì quindi la figura, rivolgendosi a quarto e ultimo manto, il quale rispose prontamente.
    -Come desidera.- Una voce femminile tutt'altro che dolce si levò da sotto il cappuccio mentre la donna sotto di esso arretrava rispettosamente di qualche passo portandosi all'angolo della stanza in attesa.
    -Posso raggiungere Boris, signore?- domandò a quel punto Rosarita, incerta sul da farsi. Non era mai prudente irritare il Numero I (molti erano stati i suoi provvisori colleghi che avevano pagato cara una simile arroganza), ma altrettanto sciocco poteva rivelarsi il dimotrarsi codardi... O quantomeno non a difendere gli ideali del gruppo da loro formato.
    Scioccandole uno sguardo annoiato e disinteressato la figura declinò l'iniziativa con un cenno della mano impedendole di allontanarsi: non nutriva abbastanza simpatia per Ivanovich da volerlo aiutare per puro spirito caritatevole (chi mai le era stato caro in fondo?), ma andarsene da lì non sarebbe stato certo un peccato. Restare vicina ad Alejandra e al suo "protetto", se così si poteva definire era qualcosa che si sarebbe volentieri risparmiata...

    -Tu servi qui Rosarita. Sono certo che Ivanovich e i suoi sapranno cavarsela anche da soli.-
    In quel momento qualcosa nella tasca della giacca dell'uomo attirò la sua attenzione: estraendo quello che sembrava un minuscolo comunicatore, l'individuo rimirò con soddisfazione il piccolo led rosso sulla sua superficie lampeggiare per qualche istante prima di accendersi definitivamente.
    Tutti coloro che erano in quella stanza erano consapevoli di quel che significava.
    Le entità spirituali che in superficie stavano combattendo... Avevano già perso.

    -Ah, perfetto. Possiamo andare.- commentò deliziato, alzandosi dalla poltrona e dirigendosi a passi leggeri verso verso chissà dove.
    -Stà per iniziare?- chiese l'arrancar dai capelli color del petrolio con la voce che tradiva tutta la sua aspettativa. Aveva atteso per molto, molto tempo qualcosa che potesse scuoterla dalla noia cui ormai si era rassegnata.
    -Lo spettacolo? Ah, certamente. Gli scocciatori potranno arrivare qui il più in fretta possibile... ma sarà comunque troppo tardi.- rispose il Numero I -poco più alto di lei- fermandosi ad un passo dalla porta e -tornando indietro- recuperando il modellino che tanto a lungo lo aveva trattenuto.
    Ivanovich non si sarebbe offeso se al ritorno non lo avesse trovato.
    Presto avrebbe avuto ben altro a cui pensare.



    SPOILER (click to view)
    Ok Allen per un turno resta in panchina ed entrerà in azione dal prossimo. Niker, Hell a voi la mossa. Decidete se iniziare con questo breve pasto o andare oltre e rimanere furtivi. Comunque sia non siate auto-conclusivi, soprattutto se decidete di dirigervi da qualche parte. Postate l'idea poi sarò io a dirvi se potete proseguire.
     
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  6. Hellmaster
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    ...C'è chi uccide per vivere...
    ...C'è chi uccide per odio...
    ...C'è persino chi uccide per lavoro...
    ...Ma solo loro uccidono per un puro e insensato divertimento...
    ~


    Into The Storm: Chapter Two

    Free Blood


    Siberia. Laboratori Ivanovich



    Le urla si facevano man mano più forti. Il rumore del combattimento sempre più violento...L'odore del sangue sempre più pungente.
    Una perfetta tavola calda, ecco come l'avrebbe potuta definire un qualunque hollow.
    Una trappola mortale, invece, la stavano probabilmente definendo coloro che stavano combattendo, che fosse per la difesa del posto o per l'attacco.
    Ancora non gli era chiara la ragione che stava dietro a quel massiccio attacco, ma poteva essere sicuro che si sarebbe divertito non poco in quell'occasione...sempre che fosse sopravvissuto ovviamente.
    Lentamente, nascosto dall'ombra che la notte e il tempo potevano offrirgli, l'hollow si muoveva verso l'edificio prescelto per l'inizio della sua ricerca. La fame era sicuramente grande, ma lo era anche la sua curiosità. Voleva scoprire a ogni costo cosa avesse spinto shinigami e quincy a unirsi e voleva farlo prima di cominciare la sua cena.
    In lontananza poteva vedere le rapide raffiche di proiettili partire contro i nemici, così come gli strani lampi blu, sicuramente opera degli arcieri spirituali, partire sia da una fazione che dall'altra. Gli veniva difficile credere che dei quincy stessero difendendo quel luogo dai loro stessi fratelli e la cosa non poteva far altro che rafforzare la sua curiosità.
    tsk...queste faide non mi interessano...devo trovare ciò che custodisce questo complesso e poi deciderò sul da farsi si disse lui mentre distoglieva lo sguardo dalle luci che divampavano all'ingresso principale. Quanto meno l'attacco gli stava offrendo un ottimo diversivo per entrare senza essere notato e lui non aveva intenzione di buttar via l'occasione.
    Inoltre potrebbero giungere altri come me e sfidarmi per ottenere ciò che ancora devo trovare...argh, devo sbrigarmi. Non voglio sprecare energie per frantumare anche la loro testa
    Resistendo quindi al richiamo del sangue, l'hollow stava per tornare a camminare quando una voce, ben poco benvenuta, lo costrinse a cambiare i suoi piani.
    CITAZIONE
    cosa diavolo sta succedendo qui, "fratello"?

    Il suo sguardo si spostò repentino verso sinistra alla ricerca dell'ombra che aveva avuto il coraggio di chiamarlo fratello e la follia di mostrarsi a lui. La ricerca non durò molto e pochi istanti dopo poté osservare la figura di uno strano essere mentre questo si avvicinava a lui.
    Gli ci volle meno di un'occhiata per comprendere che si trattava a tutti gli effetti di un hollow e la strana forma, simile a quella di un predatore, facevano intuire che si trattasse di un tipo pericoloso...per altri quanto meno.
    I suoi piani erano stati però mandati in fumo dalla presenza dell'altro e questo l'asciava al demone alato un'unica scelta: sfoderare gli artigli e distruggere l'ospite inatteso. Se avesse avuto un po' di fortuna questo si sarebbe rivelato un debole e lui sarebbe potuto tornare sulla sua strada senza altri problemi.
    Tuttavia, decise di non mettere subito in atto il suo piano. La distanza tra lui e il nemico non poteva essere trascurata, e un attacco immediato sarebbe stato sicuramente sventato in qualche modo.
    dovrò avvicinarlo prima...in questo modo portò distruggerlo rapidamente e senza troppi problemi si disse lui, cercando di comprendere la forza del suo avversario dall'odore che emanava e dai segni sul suo corpo.
    Il primo non gli fu di alcun aiuto essendo questo lo stesso che poteva trovare su ogni fratello, ovvero l'odore del sangue. La vista, invece, gli permise di notare l'assenza di veri e propri segni di battaglia sul suo corpo, che fossero recenti o meno.
    A differenza del suo, gravato dalla presenza di diversi segni sia sulla maschera che sul corpo, quello del suo interlocutore sembrava ancora essere in perfetta forma.
    Un giovane hollow? Forse, e questo non poteva far altro che giocare in suo favore.
    è in corso una battaglia...difficile non vederlo disse lui, mettendo in dubbio le capacità visive del "fratello" con l'ultima parte della sua affermazione. Se fosse riuscito a farlo arrabbiare avrebbe ottenuto un certo...vantaggio su di lui e i suoi piani si sarebbero sicuramente svolti più in fretta.
    se vuoi anche sapere il suo perché...beh, dovrai andare a chiederlo a loro aggiunse poi, facendo un cenno col capo verso l'epicentro di quel combattimento senza quartiere.
    L'odore del sangue ormai impregnava tutta l'aria, segno che gli attaccanti non ci stavano andando piano con i soldati che si erano trovati davanti. Il loro obbiettivo doveva essere davvero importante per giustificare un massacro del genere.
    kukukuku...a quanto pare non siamo solo noi hollow ad avere un "lato" oscuro eh... pensò lui, notando l'ironia della cosa. Per una volta non erano stati lui e i suoi compagni a portare la morte, ma proprio loro che con tanta ostinazione cercavano di annichilirli da generazioni intere.
    La cosa però è interessante... ragionò poi, ma prima che potesse farlo, un rumore in lontananza attirò la sua attenzione.
    Dai laboratori verso cui era diretto, una porta era stata spalancata di colpo e alcune figure stavano uscendo di corsa. Saranno stati una dozzina, uomo più uomo meno, tutti con vestiti militari e con in braccio un mitragliatore dall'aspetto poco inoffensivo.
    Probabilmente dovevano essere dei rinforzi che, dagli edifici, erano stati spostati per dar man forte ai loro compagni ancora ai cancelli.
    Nessuno di loro, tuttavia, sembrò dar peso alla loro presenza e si diressero senza remore verso il loro obbiettivo. Nell'aria si potevano sentire le urla di uno degli uomini che, con tono decisamente autoritario, si impegnava ad impartire ordini ai suoi subalterni.
    è inutile che ti sgoli tanto...alla fine morirete tutto comunque pensò l'hollow ascoltando quella fastidiosa lingua russa in cui si spiegava il capitano.
    Poco dopo, tuttavia, un altro urlo si fece sentire nell'aria, attirando l'attenzione sia degli hollow sia di tutti i soldati li vicino. A differenza della voce del capo squadra questa era pervasa da una sorta di terrore e la raffica di proiettili che trapassò innocuamente il corpo dell'hollow fu un chiaro suggerimento per capire chi l'aveva suscitato.
    La canna di uno dei mitragliatori ancora fumava per la raffica appena scatenata e, dall'espressione sconvolta dell'uomo che lo reggeva, si poteva intuire che non sarebbe stata l'ultima.
    Probabilmente il suo spirito era abbastanza forte da permettergli di vedere le entità come gli hollow, a differenza dei suoi compagni che ancora non sembravano aver capito cosa stesse succedendo.
    ti sei guadagnato la mia attenzione, umano... mormorò l'hollow spostandosi verso di lui.
    Non appena parlò alcuni dei soldati si voltarono in sua direzione, ma ancora non sembravano capaci di vederlo. Sentire la sua voce, tuttavia, sembrò essere sufficiente per fargli capire davanti a cosa fossero e, imbracciata l'artiglieria, iniziarono a sparare alla cieca in sua direzione, mentre il resto dei loro compagni si guardavano senza capire.
    Inutile dire di quale fosse la soddisfazione, per l'hollow, di sentir le pallottole passargli attraverso senza procurargli alcun danno. La cosa lo faceva sentire stranamente invincibile e l'idea di essere invulnerabile alle armi umane gli sembrò maledettamente divertente.
    mi dispiace...tutto inutile mormorò lui ridacchiando, mentre la neve sotto di lui esplodeva al contatto con i proiettili.
    ma torniamo a noi...
    Con un rapido scatto si sarebbe portato davanti all'uomo che, tra tutti, era riuscito a vederlo e con un'unica mossa gli avrebbe infilzato gli artigli nello stomaco. Certo, sarebbe stato un colpo letale per l'umano, ma sarebbe rimasto in vita abbastanza a lungo da poter capire cosa significava trovarsi davanti a un hollow.
    immagino che la prossima volta farai finta di niente... avrebbe mormorato lui, per poi infilzare nuovamente il corpo dell'umano e divorare la sua anima.
    Il resto dei soldati, che neanche aveva la forza per vederlo, non gli interessava minimamente. Si sarebbero rivelati un pasto insignificante per lui e una rilevante perdita di tempo oltre tutto. Che fosse l'altro hollow a occuparsene.
    immagino che tu abbia fame... mormorò lui, rivolto all'hollow presente.
    puoi divertirti con loro se ci tieni...io preferisco stanare quelli all'interno del palazzo
    Una spiegazione logica, coerente e per metà persino veritiera. All'interno dell'edifico ci sarebbero stati sicuramente altri uomini con una forza spirituale appagante ed era sua decisa intenzione divorarli...e nel mentre avrebbe dato la caccia al suo principale obbiettivo.
    Che il suo "compagno" l'avesse ascoltato o meno, si sarebbe quindi spostato rapidamente verso l'interno dei laboratori. Doveva essere rapido dato che il rumore degli spari poteva aver attirato attenzioni indesiderate e lui non intendeva perdere troppo tempo contro degli stupidi umani...o contro qualcosa di peggio.
    In questo caso il fratellino hollow si sarebbe rivelato quindi un ottimo diversivo e lui avrebbe potuto continuare per la sua strada tranquillamente...
    ho uno strano presentimento però... pensò lui annusando l'aria. Era stato abbastanza volte vicino a energie spirituali maledettamente potenti da riuscire a capire quando ve ne erano nelle vicinanze...e il suo istinto gli diceva che in quel luogo ve ne erano anche troppe.
    spero di non trovarmi davanti a qualcosa di troppo forte troppo preso...non voglio rinunciare al divertimento già all'inizio
    Per sua natura cercava il combattimento anche contro avversari ben più potenti di lui, ma sapeva capire quando si trattava di una battaglia persa e in quel caso l'unica soluzione era ritirarsi...anche se bastava allungare ancora un po il braccio per raggiungere il proprio obbiettivo.
    ma questa volta sarà diverso...questa volta otterrò ciò che voglio!!


    CITAZIONE
    note: ho detto che alcuni soldati iniziano a sparare alla cieca in nostra direzione per rendere la cosa un pelo più realistica. Spero di non venir linciato per questo ^^

     
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  7. Niker
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    CITAZIONE

    Legenda Testo

    Descritto
    - Parlato -
    [ Pensato ]


    Legenda Personaggi

    Baiko "Shruikan" Maeda
    Taiki Yamada


    »Hollow Squad


    Mondo dei Vivi
    Siberia, Ora X


    Archi, balestre, armi da fuoco, spade. Confuse, le armi si muovevano, mentre i loro utilizzatori non pensavo altro che ad una cosa: "uccidere o essere uccisi". Strano. Per questo pensiero, che può essere considerato come un istinto per gli hollow, essi sono disprezzati e temuti, e ora proprio colore che ne sono disgustati stavano mettendo in atto quel comportamento. Ironico... e oltremodo spassoso...

    Con un movimento rapido si voltò e dopo aver scrutato per un attimo attraverso l'ombra, riconobbe il suo simile. L'hollow annusò l'aria mentre osservava con perizia Shruikan. Questo non distolse lo sguardo dalle scene di morte. Erano estremamente... divertenti.

    - E' in corso una battaglia... difficile non vederlo... se vuoi anche sapere il suo perché...beh, dovrai andare a chiederlo a loro. -

    Shruikan non esplose. Non era uno sciocco. E sapeva che infuriarsi per degli insulti era inutili... d'altronde era cresciuto. Farsi provacore è da idioti, e certo lui non poteva sopportare l'idea di considerarsi tale. Così decise di rispondere con lo stesso tono saccente e di superiorità, facendosi sfuggire una risatina, mantenendo il contegno, e continuando a osservare la scena di battaglia, mentre con la coda dell'occhio destro teneva sott'occhio il pericolo fratello demoniaco.

    - Ehehe... Non credi di aver già troppi nemici tra shinigami e quincy? Ne cerchi anche tra hollow? Mossa poco saggia... Perlomeno in una situazione di questo genere. Beh, ciò che ti manca al cervello lo compensi col coraggio... I miei complimenti. -

    Il semi-complimento poteva renderli nemici, ma d'altronde era un passo da rischiare, non farsi sottomettere era un principio di Shruikan. Ma sapeva però che era intelligente sfruttare le occasioni, che sembrano svantaggiose, ma che nascondono qualcosa di interessante. Successivamente alla risposta, Shruikan osservò nuovamente la battaglia. Vide una scena che lo diverti oltremodo. Due arcieri stavano combattendo, quando quello degli invasori riuscì a trafiggerlo al cuore. Aveva ucciso un suo fratello, molto più grave per gli umani, uccidere propri simili, oltretutto avevano una grande abilità in comune. Vide una lacrime solcare il volto del vincitore. Un ghigno divertito si dipinse sulla maschera del demone.

    [ Eheh... e pensare che uccido quotidianamente i miei fratelli, solo perchè lo desidero! Eheheheheh... ]

    Poi sentì un urlo, che prevalse sulle grida di sofferenza. Era terrore. Seguito da una raffica di proiettili verso il "fratello" che attraversarono come fosse aria. Un soldato impaurito guardava verso gli hollow terrorizzato, mentre i suoi compagni guardarono nella sua stessa direzione, incapaci di capire il motivo di tale paura.

    - Ti sei guadagnato la mia attenzione umano... -

    Mormorò a bassa voce, l'hollow, mentre il plotone, che impaurito dalla voce comparsa dal nulla iniziò a sparare alla cieca nel punto dove il soldato aveva sparato la prima scarica. L'hollow si scagliò contro il soldato per attaccarlo. Vide che tentò di infilzarlo con un artiglio. Un'attacco rapido e letale. In seguito, dopo aver pronunciato alcune parole al uomo terrorizzato prima di provare a colpirlo una seconda volta.

    - Immagino che tu abbia fame...
    puoi divertirti con loro se ci tieni...io preferisco stanare quelli all'interno del palazzo. -

    Il drago osservò l'hollow che noncurante dei soldati che sparavano alla rinfusa, li superò puntando ad un edificio.

    - Beh, immagino che ogni hollow abbia fame, sempre... Nonostante ciò non mi interessano prede dal sapore inesistente... Quindi, siccome come te, percepisco energie maggiori all'interno di quel palazzo, ho deciso a "visitarlo", anchio. -

    Così, seguendo la strada del fratello si diresse verso l'entrata dell'edificio. Mentre camminava ebbe l'opportunità di osservare il fratello. Il suo corpo era pieno di cicatrici e segni di lotte precedenti.

    [ Mmhh... Questo hollow è nato da parecchio tempo... Sicuramente avrà molte esperienze in battaglia... aggregarmici non sarà affatto una cattiva idea, almeno finchè non si ribellerà... a questa sorta di "alleanza" tacita. ]


     
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  8. Dark Neji Hyuga
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    L'ingresso di un nuovo giocatore


    Esterno Laboratori Ivanovich

    La battaglia continuava imperversa a versare il suo sangue mentre alcune ombre si muovevano dietro le quinte dell'atto principale per accontentare i propri istinti, approfittando del caos generato dalla lotta.
    Ombre che non si fidavano persino dei propri simili, anzi forse è giusto dire che non si fidano soprattutto dei propri simili. Pronti a tradirsi l'un l'altro appena si presenta la giusta occasione. Dunque due di queste ombre dalle bianche maschere si ritrovano insieme nel retro di alcuni dei casolari del complesso e già l'aria si fa tesa. Indecisi se ignorarsi o darsi battaglia fin da subito i due Hollow si studiano ed insultano per un po, sperando reciprocamente che l'altro non sia in grado di trattenere la propria rabbia e attaccasse per primo offrendo un vantaggio al divoratore. Ma a quanto pare entrambi siete abbastanza acuti e non cadete nelle misere trappole che pongono fine alla vita di molti vostri simili. Ora però bisognava capire come muoversi in quell'intricato disegno strategico e le urla affiancate alle raffiche di proiettili fanno spostare la vostra attenzione verso un gruppo di militari russi. A quanto pareva uno di loro, era in grado di vedervi. Peccato per lui che l'equipaggiamento che aveva, non gli consentiva di scalfire la vostra pelle spirituale, mentre invece gli artigli di Taiki affondano la carne dell'uomo come se fosse di burro. Un unico gemito soffocato da un vomito di sangue fu quello che uscì dalla bocca del russo, mentre l'Hollow alato ironizzava facendo degli ultimi attimi di vita del militare una vera e propria agonia. Uno sguardo dapprima spaurito che pian piano si trasformò in qualcosa di morente ed opaco fu tutto ciò che il malcapitato dette in risposta al proprio carnefice, prima che questi lo divorasse con tranquillità.
    Non era difficile immaginarsi la reazione dei propri compagni che videro uno di loro venire linciato dal niente proprio davanti ai loro occhi. Ferite che si aprono da sole può voler dire che c'è qualcosa di invisibile che è pronto ad ucciderli tutti e se c'è qualcosa che l'uomo teme più di ogni altra, è ciò che non può vedere.
    Una nuova raffica cieca andò a colpire l'aria trapassando di nuovo i corpi squamosi o attraversando semplicemente il nulla, prima che tra urla e paura gli umani se la dessero a gambe. Un gesto inutile visto che nessuno dei due divoratori aveva intenzione di sprecare il proprio tempo con degli insetti. Erano molto più attratti dalle varie fonti di energia spirituale che probabilmente si trovavano all'interno dei complessi. Ed è lì che si dirigevano, o meglio è lì che avevano intenzione di dirigersi. Già perchè due frecce azzurrine arrestarono la loro corsa al banchetto, andandosi ad infrangere nella neve a pochi metri dai loro corpi. Difficile non capire da dove venissero.
    Quincy. Erano comparsi dal nulla, probabilmente attirati dalle urla dei soldati. Erano tre in tutto e nonostante le loro divise differissero dalle classiche degli arcieri, candide come l'elemento predominante della siberia; i loro archi già tesi non lasciavano dubbi sulla loro natura. I tre vestiti con cappotti neri in pelle, puntavano i loro dardi mortali verso i vostri corpi. Che fare dunque? Questa volta, nonostante si potesse trattare di pesci piccoli, c'era la seria possibilità di essere feriti e la distanza medio-lunga che c'era tra voi non vi permetteva di mettere fine a tutto con un colpo veloce.
    Una situazione di stallo che di sicuro avreste voluto evitare. Ma non era solo quello, qualcosa nei vostri sentori stava suonando come un campanello d'allarme. Gli stessi sentori che captano la melodia che ogni volta vi invita a banchettare in occasioni di grandi carneficine. Questa volta uno strano istinto si attivava in voi, un istinto di sopravvivenza. Qualcosa di assolutamente diverso rispetto al richiamo che vi aveva portato lì sembrava volervi sopprimere, qualcosa di cupo e temibile allo stesso tempo. Qualcosa di grande e complesso, dalla molteplice natura che ancora non riuscivate a spiegarvi nello stadio evolutivo in cui vi trovavate.
    Una grande crepa, distorse il cielo sopra la struttura. Segno che ci sarebbe stato un nuovo ingresso e sicuramente la sua presenza avrebbe rigirato le carte in tavola. Se a vostro favore o meno dipendeva da voi e da come gli eventi si sarebbero susseguiti.




    Interno Laboratori Ivanovich

    -Tra quanto sarà raggiunta la soglia critica?- domandò il Numero I alla sua più fidata collaboratrice. La bella quanto inquietante fanciulla dai capelli color blu petrolio rispose con una luce poco rassicurante negli occhi: la fonte di energia impiegata era quantomeno... peculiare. Gli scienziati di Ivanovich avevano fatto un buon lavoro, eccezionale avrebbero detto in molti.
    Kaspar aveva dato il suo generoso contributo, ovviamente. La minuta figura biancovestita era consapevole che nulla di ciò che l'Arrancar aveva promesso loro sarebbe stato disinteressato... Ma di quello si sarebbero potuti occupare dopo.
    Avevano ancora altri impieghi, per quest'ultimo.

    -Il tempo per generare l'energia richiederà ancora qualche minuto. La reazione è irreversibile... Ma la qualità delle anime coinvolte potrebbe richiedere ancora qualche minuto.-
    Anime di Hollows. Una fonte di energia potente, ma ancora misteriosa... Non era cosa nuova sfruttarle per ottenere nuovo potere, e lei stessa in passato aveva divorato un numero incredibilmente alto di simili entità spirituali.
    Tuttavia c'era qualcosa di nuovo in questo esperimento, qualcosa a cui nessuno aveva mai pensato sino ad ora; ci erano voluti innumerevoli sacrifici nell'Hueco Mundo, e svariate decine a Leavenworth per carpirne anche solo un frammento.
    Più che sufficiente per iniziare, però.

    -Uff... Non mi piace aspettare. Non siamo riusciti a renderlo più stabile?-
    Alejandra Cervantes sospirò.
    Quanto era infantile... Nessuno lo avrebbe giudicato tale sentendolo parlare normalmente, o giudicandolo dal suo aspetto apparente. Tuttavia il suo "Capo" era fatto così: come i bambini poteva alternare stadi di immotivata felicità ad una rabbia cieca e distruttiva su chiunque, senza fare distinzione tra nemici e alleati.
    Non era un caso che lei -e pochi altri Numeri- riuscissero a stargli accanto e ad assisterlo nella vita di tutti i giorni.
    Erano i soli in grado di farlo.
    E di restare vivi.

    -Sai anche tu che non è possibile. Stiamo giocando con qualcosa di inesplorato... Se tutto finisse in una esplosione sarebbe un peccato.- provò a giustificarsi, con il tono di chi stà spiegando le addizioni ad un ragazzino: non c'era affetto in quella frase -non era di quello che aveva bisogno- né comprensione. Solo un forzato rispetto.
    Lei gli era utile quanto lui lo era a lei: arrabbiarsi o provare ad affrontarlo non avrebbe portato che ad una rapida fine. Odiava ammetterlo, ma il Numero I in quanto a semplice potere era su un'altro livello rispetto a tutti loro.
    Certo, se le cose si fossero messe male avrebbero potuto affrontarlo tutti assieme e -forse- avere ragione di lui... Ma anche in questo caso difficilmente la figura accanto a lei si sarebbe trovata priva di alleati.
    Non tutti nell'Organizzazione erano pragmatici quanto lei.
    In quel momento il soggetto dei suoi pensieri le rispose rassicurandola, mettendo al contempo in guardia l'altra figura femminile.

    -Hai ragione, Alejandra. Ah, Rosarita...- chiese avanzando verso l'ascensore che li avrebbe condotti al livello più basso e sicuro della struttura, rivolgendosi alla donna dai lunghi capelli verdi.
    Il volto dietro alla placca che ne ricopriva parzialmente la fronte non tradì la minima espressione. Con lui non poteva permetterselo.

    -Signore?- domandò la compagna di Boris Josef Ivanovich in tono neutro. Cosa poteva volere da lei? L'aria meditabonda dell'uomo doveva preoccuparla? Il suo arco vitale non poteva essere comparato con quello assai più lungo della più minuta "sorella", ciononostante poteva dirsi più che in grado di comprendere la natura umana, o almeno di chi le stava davanti.
    Il numero I era però un'eccezione. La sua poliedricità, i mille tratti della sua personalità tantto scostante lo rendevano per lei un vero e proprio mistero.

    -Non ho dubbi sulle capacità di Ivanovich... Ma non voglio comunque imprevisti. Da qui non entrerà nessuno fino alla conclusione del progetto.- ordinò lui, apparentemente contrastando il comando datole pochi minuti prima.
    Un comando che Rosarita fu ben lieta di adempiere.
    -Come desidera.- asserì, fermandosi un attimo a riflettere prima che una domanda le sorgesse spontanea, indicando le ultime due figure nerovestite. -E loro?-
    L'uomo che ogni Quincy, Shinigami ed Hollow dotato di senno avrebbe dovuto istintivamente temere restò in silenzio per qualche secondo, davanti alla porta dell'ascensore: il silenzio attorno a loro era quasi tangibile.
    Poi, quando il familiare campanello elettronico tintinnò e le porte si spalancarono davanti al quintetto, la figura maschile sorrise impercettibilmente.

    -Verranno con me. Per ora.-
    Senza dire altro, seguito da Alejandra e dalle restanti due figure ammantate, lasciando la longilinea Arrancar ai suoi pensieri.
    Le ultime parole dell'uomo, trasudanti febbrile eccitazione, ancora risuonavano nell'aria.

    -Ancora poco... E tutto sarà pronto.-


    SPOILER (click to view)
    Ed Allen può fare il suo glorioso ingresso e propongo che posti per primo questa volta. Mettevi d'accordo sul come sbarazzarvi dei sgraditi tiratori, sono tre energie gialle e questa volta non vi consiglio di ignorarli. Poi insieme decidete che fare, senza scrivere azioni autoconclusive...
     
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    Foresta dei Menos, zona Nord
    Gardèn de petra


    Si trascinò stancamente lungo lo stretto sentiero di pietra che attraversava la foresta dei menos, un luogo proibito ai più e aperto a chiunque, vi dimoravano i forti e i deboli, solo che questi ultimi non avevano molta speranza di rimanervi per molto.
    Le sue enormi zampe artigliate e corazzate graffiavano il terreno mentre come in trance il gillian si muoveva in avanti, similead una marionetta, abbattendo gli alberi lungo il suo passaggio oppure semplicemente schivandoli come un pupazzo radiocomandato.
    Era diventato del tutto simile agli altri colossi senza cervello che popolavano quell' angolo dimondo dimenticato da Dio e ignorato dagli uomini, si annoiava, era depresso, se può essere depressa una macchina di morte divoratrice di anime in grado di abbattere un palazzo di tre piani a mani nude.
    Un tempo amava quel luogo, con i suoi anfratti, i suoi nascondigli, dove regnava la legge del più forte,e la giustizia stava dalla parte di chi poteva farla rispettare.
    Non vi erano convenzioni, ne obblighi in quel bosco pietrificato, non vi erano edifici, nè piazze, nè vicoli. Solo immensi monoliti chiamati alberi, ombre tetre e demoni chiamati hollows, nati dal cuore tenebroso del genere umano.
    Una eredità che i figli di Adamo preferivano non vedere, la genesi nata da una mela, figli perversi delle colpe dei viventi.
    Eppure adesso lo odiava,con tutto il cuore.
    Cosa ci faceva là, lui, egli aveva il potere, poteva sbriciolare la pietra, non vi era avversario che lo volesse sfidare, molti lo temevano,altri invece semplicemente lo ignoravano.
    Aveva un suo feudo, dei servi e degli alleati, aveva soddisfatto i suoi sogni e in teoria doveva essere felice...ma no.
    Lui non era felice.
    La felicità era un concetto che gli era alieno.
    Lui non poteva essere felice.
    La sua era una vita fatta di morte, sangue e devastazione.
    Non poteva essere felice...
    E questo oramai l' aveva capito.
    Le sue giornate, scandite unicamente dai cicli della luna a specchio dell' Hueco Mundo si riducevano a nient' altroche ad un pasto continuo, aveva perso il conto di quanti altri hollows aveva divorato, e non aveva certo idea di quanti ne ospitasse adesso dentro di se.
    Sapeva solo che la sua esistenza era diventata inutile, l' aveva capito sin da quando aveva divorato quell' hollow dalle sembianze di verme, circa duecento pasti prima.
    L' aveva guardato e aveva capito che in fondo erano simili,entrambi strisciavano sulla terra, entrambi si arrovellavano e si divincolavano in una infinita lotta per la sopravvivenza, certo, la creatura chiamata Juggernaut aveva dalla sua un corpo mille volte più potente, ma le differenze si fermavano lì, entrambi erano parassiti di una terra arida e deprimente.
    Poi un pensiero lo interruppe nellesue considerazioni mentre ruminava una creaturina mascherata simile ad una capra dalle zampe forse troppo lunghe.
    Ciò di cui aveva bisogno era divertimento, qualcosa che spezzasse la sua routine quotidiana.
    E c'era un solo luogo in cui poteva trovare il potere di spezzare quella routine, il mondo dei vivi, la culla dove era nata la sua debole anima umana.
    Quel caleidoscopio di sentimenti ormai dimenticati da tempo, un tempo contenuti nel suo cuore, adesso sostituitosoloda un enorme buco vuoto e tenebroso.
    Improvvisamente si fermò,era arrivato nel punto dove doveva essere.
    Appoggiò lentamente la mano nell' aria davanti a sè e fece scorrere lentamente un artiglio in mezzo al nulla, dall' alto verso ilbasso, come un trincetto sulla carta.
    E come un foglio di carta la realtà si lacerò rivelando una ferita verticale alta più di sedici metri che dava nel nulla.
    Un Garganta, la "Gola infinita", un passaggio dimensionale che poche creature anche tra gli hollows sapevano creare in modo così preciso.
    Sposto un lembo dello spazio prima di barcollare dentro la voragine, verso quella che si prospettava essere una gita divertente nelle fauci della morte.

    [...]


    Altrove, Russia
    Laboratori Ivanovich

    Infiniti chilometri più in là, ignaro di quello che stava succedendo Viktor Gruskjic si accese l' ennesima sigaretta imprecando pesantemente nella cruda lingua della sua madrepatria. Era già la sedicesima in poco più di mezz' ora come attestava il mucchio di cicche consumate che si trovava ai suoi piedi attorno ai suoi pesanti anfibi; il medico gli aveva insistentemente chiesto di smettere, poichè era pericoloso per la sua salute. Ricordava benissimo di essersene andato ridendo fragorosamente, quel dottorucolo a Mosca non aveva assolutamente idea di cosa lui affrontasse ogni giorno, se lo avesse saputo probabilmente gli avrebbe consigliato di passare a qualcosa di più forte.
    Un' altra esplosione scosse il muro perimetrale, e a giudicare dalla colonna di fumo che si innalzava in lontanaza le cose stavano facendosi scottanti.
    L'allarme era suonato poco prima e da allora non aveva fatto altro che martellargli le orecchie in continuazione, rendendo ogni secondo un inferno.
    Sogghignò, la sua situazione non era minimamente paragonabile a quella delle guardie al cancello principale.
    Il suo auricolare aveva appena iniziato a trillare che subito era iniziata una cacofonia di urla e strepiti frammisti al suono di quella che immediatamente aveva riconosciuto come una mitragliatrice da 42mm,di quelle che stavano sulle torri di guardia.
    Per lo meno delle torri che rimanevano ancorain piedi.
    Un novellino si sarebbe macchiato i pantaloni e sarebbe corso immediatamente in supporto alle unità impegnate nella difesa, ma Viktor non era certo nuovo a quelle cose come i soldati normali assunti in tutta fretta dal Capitano Ivanovich.
    Lui si era girato tutti i peggiori scenari di guerra che la grande Russia avesse mai calpestato, specialmente in Afghanistan, ai tempi dell'operazione Grande Falce.
    Ai suoi uomini amava dire che i guerriglieri di laggiù erano se possibile più feroci degli hollows,e si sbagliava di poco, tant' era che nessuno aveva mai messo in dubbio le sue parole.
    L' aurucolare crepitò alcuni secondi prima di trasmettere la voce di Gorislav, il suo secondo in comando.
    Per evitare il traffico elettromagnetico aveva fatto cambiare la banda di trasmissione della sua unità a beta-kappa-beta e di fatto ciò rendeva i suoi uomini una delle poche squadre che potessero comunicare liberamente.
    Era un vecchio trucco che aveva imparato ai tempi della guerra in Crimea, una delle sue prime azioni sul campo.
    Si strinse le guance nel bavero del pesante cappotto foderato e salì rapidamente la scaletta di metallo che portava alla postazione di guardia.
    Gorislav gli corse incontro ad ampie falcate prima di fare il suo rapporto
    Signore
    Iniziò sfoderando un perfetto saluto militare
    abbiamo un contatto lungo il muro,numerosi hollows si stanno avvicinando, abbiamo iniziato a respingerli e si stanno allontanando dopo aver subito gravi perdite! Per ora le difese reggono senza problemi, si preannuncia un compito facile
    Sorrise con la tipica spavalderia dei giovani come lui, tuttavia non pensava secondo i canoni dei veterani, e presto avrebbe capito il suo errore.
    Era questa la ragione per la quale era solo un sergente e lui un Tenente.
    Un grido di avvertimento risuonò lungo le mura di cemento
    Arrivanooo!
    In pochi istanti una decina di archi lucenti furono puntati oltre gli spalti, mentre poco piùin basso una marea ruggente si avvicinava sbavando.
    Pochi attimi dopo il sibilo delle frecce spirituali rimbombò nella pianura.
    Viktor scagliava dardi di luce ad una cadenza di tiro allucinante.
    Un colpo, una tacca.
    Creature preistoriche mascherate dalle ali affilate come lame piovevano dal celo venendo accolte da uno sbarramento concentrato che le decimò.
    Il quincy vide una di esse con lo stomaco crivellato di raggi di luce cadere addosso a Klasich facendolo precipitare nella ribollente massa sottostante avvolto in un devastante e letale abbraccio.
    Non esitate figli di russia!
    Ruggì rivolto ai suoi uomini
    Siete o non siete uomini di Ivanovich? E allora mostrate le palle! Se siete entrati nei quincy non dovevate aver paura di crepare!
    Il fuoco di risposta si fece più intenso, mentre i demoni si ritiravano strillando.
    Alcuni minuti dopo finalmente si potè rilassare
    Osservò i volti dei suoi commilitoni e vide la determinazione scolpita sui loro volti.
    Tuttavia i loro nemici erano troppi.
    Yosif! Vieni subito!
    Il suo attendente si fece avanti zoppicando
    Gorislav era morto durante l'assalto poco prima.
    Un hollow simile ad un ragno siera arrampicato sugli spalti e l' aveva decapitato con un morso prima che lo stesso Viktor gli conficcasse quattro dardi nella maschera giustizianddolo sul posto e vendicando l' amico.
    Vide che il ragazzo non lo stava ascoltando e stava fissando preoccupato qualcosa lungo l'orizzonte.
    Chiama il comando e digli che ci dobbiamo ritirare, potremo resistere massimo per un'altra ora.
    La sua stima si rivelò sbagliata di circa cinquantanove minuti e mezzo.

    Il volto di Yosif si contorse in un urlo silenzioso mentre una luce rossastra illuminava un punto nelle profondità della fitta foresta irrorando le vicinanze di una tinta porporina.
    La testa rasata del burbero tenente scintillò mentre un rutilante raggio di energia sanguigna largo come un furgoncino spazzava gli spalti riducendo in cenere indistintamente carne, tessuto e cemento.
    QUando il polveronesi fu diradato il macello si rivelòin tutto il suo orrore.
    Laddove pochi istanti prima si trovava una posizione altamente fortificata adesso non rimaneva altro che un mucchio di metallo fuso e alcune crocelline luccicanti, sottili filidi vapore si sollevavano nei punti in cui la neve toccava il cemento semifuso, terrificante testimonianza del potere devastatore del CERO.

    [...]


    image
    Juggernaut uscì dal garganta con passi pesanti mentre dirigeva la sua immensa mole verso le macerie del muro perimetrale.
    Piccoli nembi di fumo violaceo filtrarono delle sue zanne, ancora gli prudevano per l'impatto del colpo.
    Osservò compiaciuto ed estasiato la splendida devastazione arrecata dal suo raggio annientante, un potere riservato solo ai menos, una bordata di energia cremisi in grado di cancellare ogni vivente, qualunque fosse la sua natura.
    SPOILER (click to view)

    Cero - Lampo Hollow



    Descrizione: Un potente raggio distruttivo che può essere appreso solo da Menos Grande, Vizard e Arrancar. Il raggiò ha un colore rosso acceso, e si propaga fino a raggiungere i 15 metri di lunghezza ed i 3 metri di diametro. Per poterlo eseguire, basta concentrare del reiatsu in una determinata zona del corpo, per poi rilasciarlo sotto forma di fascio di energia. Il tempo di preparazione della tecnica dipende dall'energia dell'utilizzatore. Il punto in cui si concentra il reiatsu per lanciare il Cero dipende dal livello, ed è scritto di seguito:

    - I Gillian e le loro evoluzioni Arrancar possono spararlo solo dalla bocca
    - I Vizard, gli Adjuchas e le loro evoluzioni Arrancar possono spararlo solo da un pugno chiuso, da una mano aperta o da un dito della mano
    - I Vasto Lorde e le loro evoluzioni arrancar possono spararlo da un qualsiasi punto del loro corpo prestabilito.

    I danni causati da questa tecnica sono delle ustioni di media entità su tutte le parti del corpo coinvolte. Il tempo di preparazione della tecnica è di minimo 4 secondi. Un cero lanciato da pochi centimetri, alzerà il livello delle ustioni ad alto.
    Restrizioni: Solo Menos, Vizard e Arrancar
    Grado: Gillian
    Consumo: Medio alto


    Il suo molteplice pensiero corse a quel villano rifatto di River A. Burnett.
    Quel bastardo con la maschera da hollows.
    Ancora non si spiegava perchè nè come, eppure anche lui sembrava in grado di poter usare quella folgore dalla divina potenza.
    Importava poco,oramai lo poteva uccidere senza troppi problemi, se ne riteva capace, dopotutto non era forse asceso ai massimi poteri concessi ad un hollow? Certo,la strada per divenire Adjuchas era lunga e perigliosa, ma ignorava se quella gli fose preclusa.
    A differenza dei Gillian gli Adjuchas erano destinati a diventarlo, era scritto nel loro sangue.
    Eppure tutto ciò al momento non gli interessava minimamente.
    Lui adesso voleva divertirsi e basta, e il solo vedere i deboli corpi di quei quincy liquefarsi sotto il suo impietoso assalto gli aveva già procurato alquanto intrattenimento.
    Ma non era abbastanza.
    Voleva di più, voleva emozioni più forti, e poteva trovarle solo all'interno di quell' edificioche tanto lo attirava.
    La sua armatura attraverso il muro danneggiato come un camio sfonda una staccionata.
    Mentre calcinacci e putrelle di ferro cadevano a terra si fermò un istante a raccattare due catenelle luccicanti da aggiungere alla sua collezione.
    Il suo immenso artiglio finì di disperdere le ossa di Viktor e di Yosif nel freddo vento della tundra che chiamavano patria.
    Poi sentì chiaramente due reiatsu familiari, quelli che lo avevano guidato fin lì, e vide la situazione in cui si trovavano.
    I due hollows erano sotto il tiro di un trio di arcieri spirituali dall'aria arcigna.
    La mente corrotta di nequizia di Juggernaut gli aveva già suggerito cosa fare, avrebbe unito l' utile al dilettevole, poichè quel Cero gli era costato molto.
    A passi pesanti si avvicinò ai tre arcieri, e sbucando rapidamente da dietro un palazzo scatenò la fame che si trovava dentro di lui.
    Le placche situate sulle sue spalle e sul suo torso si sollevarono, rivelando tre globi dimateria biancastra e porosa,che a tutti gli effetti sembravano comunissimo osso, ma ad uno sguardo più attento si poteva vedere che erano composti di materiale spiritualmente neutro.
    Se la sua maschera avesse potuto si sarebbe distorta in un sorriso.
    Già si immaginava la reazione dei quincy quando il desiderio di energia di quella parte si fosse scatenato.
    Un vortice devastanteavrebbe avvolto chiunque si fosse trovato davanti a lui, risucchiandone il reiatsu e aggiungendolo a quello indebolito del possente Gillian.
    SPOILER (click to view)

    Absorciòn (Gorgo famelico)


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    descrizione:Con l' evoluzione allo stadio di Menos il potere vampirico della creatura aumenta radicalmente, al punto che non è più necessario il contatto fisico per risucchiare l'energia avversaria.
    Sotto l' armatura che protegge il torso del gillian (assolutamente inutile dato che il corpo di oscurità è resistente allo stesso modo) sono posizionate tre strutture semisferiche di un materiale che conduce il reiatsu; queste parti vengono continuamente irrorate di reiatsu che viene poi reimmesso in circolo. Quando l'hollow decide di sferrare il suo colpo le placche sovrastanti si sollevano rivelando l'apparato traente che, venendo improvvisamente privato del reiatsu che vi circola all' interno, inizia ad assorbire l'energia spirituale nelle vicinanze.

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    Tutto ciò che viene a trovarsi entro l'area d'effetto (un raggio cilindrico di quindici metri di lunghezza per cinque di diametro) viene istantaneamente privato di una certa quantità di reiatsu pari ad 1 basso che si andrà ad aggiungere alla scorta del gillian.
    Qualora il nemico si difenda con un hadou, un ginto od un qualunque altro oggetto che contenga direttamente energia spirituale, la barriera sarà considerata essere un nemico con un reiatsu pari a quello usato per crearla. Qualora il reiatsu assorbito sia superiore a quello utilizzato dalla tecnica la protezione verrà distrutta e l'utilizzatore della protezione verrà colpito normalmente
    CITAZIONE
    Es:un quincy utilizza il Volcore (1medio/basso) che viene colpito da Absorciòn: il gillian aggiunge 1 basso alla sua riserva ma il Volcore permane schermando l'utilizzatore da eventuali attacchi successivi

    Durata: 1azione
    consumo: nessuno
    Limitazioni Necessario almeno 1 turno di intervallo tra un utilizzo e l'altro per permettere la scomposizione e l'assimilazione dell' energia estranea
    Categoria: Assorbimento

    Non appena avesse finito di assorbire la loro energia li avrebbe poi impalati tutti, uno di fila all' altro utilizzando la sua lingua, in un devastante attacco che nessuno avrebbe potuto evitare.
    SPOILER (click to view)

    Botea horante - lingua perforante

    image




    Descrizione:Quella che è la caratteristica che forse accomuna tutti i gillian è la straordinaria flessibilità e lunghezza della loro lingua, un organo che oramai ha perso il senso del gusto e si è trasformato in una arma di distruzione dalla terrificante precisione.
    Tutti gli hollows di grado gillian sono in grado di estendere la loro lingua fino a 20 metri di distanza e con quest'ultima possono effettuare massimo un'attacco per turno.
    Questo attacco consuma uno slot tecnica eviene portato a velocità 300
    Nel caso venga loro tagliata una parte di questa, essa ricrescerà nell' arco di pochi giorni.

    Consumo: nessuno
    Restrizioni: Solo Gillian, l'abilità viene persa al passaggio allo stato di Adjucas



    CITAZIONE
    Caratteristiche
    Forza 375
    Velocità 250
    Resistenza 375
    Kidou 300
    Parte corazzata Armatura sull' avambraccio (dita comprese)

    Status
    Stato fisico:: Illeso
    Ferite rimanenti: 48/48 Ferite Marginali
    Reiatsu:18 Consumi Bassi (72 Marginali)
    Reiatsu rimanente: 14[17] Consumi bassi (56 [68] Marginali)
    [* Se Absorciòn colpisce i 3 quincy, per ogni altro alleato/avversario coinvolto +1 basso]

    Attacco:Cero sugli spalti - Absorciòn davanti a se sui tre quincy - Botea Horante su tutti e tre i quincy
    Difesa: //



     
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  10. Hellmaster
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    Into The Storm: Chapter Three

    An useful Arrival



    Lenti...
    I pochi fiocchi di neve, che scivolavano dalle nuvole ingrigite, cadevano sena fretta verso la terra bianca, adagiandosi delicatamente sui loro fratelli. Il delicato candore che potevano vantare si poteva vedere solo li, tra quelle lande gelide e desolate che portavano il nome di siberia.
    Ma qualcosa disturbava la loro pacifica discesa...qualcosa di oscuro e che mai si era visto in quelle terre. Di una battaglia si trattava, anche se il nome di carneficina sarebbe più appropriato in questa occasione.
    Uomini, quincy e shinigami si stavano affrontando senza remore né inibizioni in quel suolo franco, sporcando il bianco costante con il rosso del loro sangue caldo. Come bestie, si assalivano l'un l'altro con ciò che avevano per il mero scopo di eseguire gli ordini...e, forse, per raggiungere il diverso bene che perseguivano entrambe le fazioni.
    Era triste, si poteva dire, che due diversi obbiettivi, ma ugualmente importanti, costassero la vita di decine di persone nella manciata di poche ore. E il cielo, che sempre era costretto a guardare il male del mondo, sembrava lasciarsi scivolare apposta quei candidi fiocchi, uno per ogni vita che si spegneva....

    [...]


    Lentamente, l'hollow si spostò verso la costruzione che aveva assunto il ruolo di meta. Alle sue spalle vi era uno dei suoi "compagni", un fetido hollow che aveva completamente perso ciò che si poteva definire un aspetto umano per lasciare posto a una più consona forma da predatore. Anch'egli era giunto in quel luogo per le diverse reiatsu che si erano sentite nell'hueco mundo e che avevano risvegliato la loro fame. Inutile dire che si aspettasse di vederne altri, molti altri, ma per sua fortuna nessuno si era ancora fatto vedere in quella zona e l'unico hollow presente oltre a lui non sembrava intenzionato a mettergli i bastoni tra le ruote.
    meglio così...non intendo sprecare tempo in combattimenti inutili. Potrei aver bisogno di conservare le energie si disse lui mentre, circondato dalle raffiche di proiettili, procedeva per la sua strada.
    CITAZIONE
    - Beh, immagino che ogni hollow abbia fame, sempre... Nonostante ciò non mi interessano prede dal sapore inesistente... Quindi, siccome come te, percepisco energie maggiori all'interno di quel palazzo, ho deciso di "visitarlo", anch'io. -

    L'hollow voltò lo sguardo irritato verso il suo "compagno", la cui voce fastidiosa aveva da poco raggiunto le sue orecchie, nonostante il rumore degli spari attorno. Di propria iniziativa aveva deciso di seguirlo all'interno dell'edificio, forse il motivo di cui aveva parlato, forse nella speranza di stringere alleanza, ma nonostante tutto la cosa gli dava fastidio...e parecchia.
    Se c'era qualcosa all'interno del palazzo, e di certo c'era qualcosa, la voleva tenere per se e questo l'avrebbe voluto fare anche il suo simile, cosa che avrebbe inevitabilmente portato a una lotta.
    tsk...potrei spezzarlo ora e liberarmi della sua fastidiosa presenza Propose una voce nei recessi della sua mente. L'idea era allettante e anche fattibile, ma gli sembrava una cosa stupida da fare in quel momento. In fin dei conti si trovavano in una battaglia tra i "residenti" della zona e gli shinigami e gettare via un perfetto diversivo come quello sarebbe stato un vero spreco.
    potrei farmi seguire finché non mi sarò fatto un'idea chiara della situazione...a quel punto potrei liberarmi di lui, o semplicemente abbandonarlo da qualche parte si disse in fine, tornando a camminare. Non intendeva rispondere all'affermazione del suo compagno, non ve ne era bisogno.
    Dovrò comunque fare attenzione...non voglio ritrovarmi attaccato alle spalle da questo bastardo...in fin dei conti si tratta di un hollow
    Attorno a lui si trovavano ancora alcuni uomini della squadra armata che avevano incrociato. Nessuno di loro sembrava in grado di vederli e per questo erano costretti a sprecare munizioni sparando in direzioni casuali. Più di una volta la neve sotto di lui era esplosa al contatto delle pallottole, ma queste erano in grado solamente di passargli attraverso senza procurargli alcun danno.
    che peccato...un antipasto più duraturo sarebbe stato comunque gradito...
    A distrarlo dai suoi pensieri furono i rumori della battaglia, ora ancora più vicini di quanto non lo fossero mai stati. A quanto sembrava gli attaccanti stavano guadagnando terreno ma questo non significava niente. In fin dei conti sarebbe stato il cuore di quel perimetro la vera fortezza da conquistare e nulla faceva credere che il resto della struttura sarebbe caduta come le porte.
    L'hollow stava proprio guardando in direzione dell'ingresso quando un lampo rosso, non troppo distante da lui, illuminò il cielo per poi essere seguito da una violenta esplosione. Il reiatsu rosso che lo distingueva si sollevò attorno a lui istintivamente, rispondendo automaticamente alla potente energia che era stata appena messa in gioco.
    Che cristo era quello? si chiese lui, mentre tentava di mettere a tacere la sua forza spirituale. Ma la domanda era inutile e superflua, perché lui era perfettamente in grado di riconoscere la bordata che era stata appena scatenata, a meno che non si sbagliasse, contro le mura di difesa.
    a quanto pare è arrivato qualcosa di grosso... si rese conto lui.
    L'idea di deviare il suo percorso per andare a dare un'occhiata si presentò nella sua testa e si dimostrò estremamente facile da accogliere dato che già stava cambiando percorso. Ma ancora una volta i suoi piano vennero fermati da un arrivo poco gradito.
    A presentarli furono le frecce bianche che gli sfiorarono la testa e la spalla destra, per poi andare a conficcarsi inermi nel suolo a pochi metri da lui. Quelle erano il segno che li contraddistingueva tra tutti, quelle erano l'arma di coloro che si facevano chiamare Quincy.
    E la cosa non fu per niente ben accetta da Tai che, ringhiando, si voltò verso i nuovi arrivati. Erano tre in tutto e a seconda delle loro vesti, stranamente bianche e accompagnate da un cappotto nero, doveva trattarsi del gruppo che stava aiutando i soldati. La sua supposizione si stava rivelando quindi corretta, ma il motivo per tale divisione nella fazione degli arcieri gli era sconosciuto, e probabilmente lo sarebbe rimasto per parecchio altro tempo.
    Ora, tuttavia, non poteva sprecare tempo su certi argomenti. Che fossero o meno alleati degli shinigami, restava il fatto che ora stessero puntando gli archi contro di lui e questo poteva significare una sola cosa: per loro lui non era il benvenuto.
    Inoltre la situazione era a suo completo svantaggio: i suoi avversari erano addestrati per il combattimento a medio-lungo raggio e, purtroppo per lui, la distanza che li separava non era poca.
    dannazione...potrei anche provare a raggiungerli, ma questo potrebbe costarmi re fecce in testa. Inoltre il palazzo è ancora troppo lontano per offrire una copertura...stessa cosa vale per il cielo analizzò lui mentre i suoi avversari gli concedevano il tempo. Forse stavano ancora decidendo sul da farsi, o magari aspettavano una loro mossa.
    beh...vada per l'attacco diretto... decise in fine, chinandosi in modo da garantirsi una partenza più veloce.
    Ma prima che potesse agire il terreno iniziò a tremare...prima impercettibilmente, poi man mano sempre più forte.

    tump...tump...tump...


    Un inconfondibile rumore di passi si fece riconoscere, scandendo il regolare avvicinarsi di qualcosa di oscuro, pericoloso e soprattutto grosso. I pensieri dell'hollow andarono subito all'artefice del precedente Cero, che da quanto sembrava doveva aver fatto il suo ingresso nel perimetro di quella strana base.
    shit...non voglio ritrovarmi troppo vicino a...
    Prima che potesse completare il suo pensiero, un'enorme sagoma fece capolino da dietro i laboratori più vicini, rivelando all'hollow l'identità di qualcuno che già conosceva. Un essere divenuto titanico qualche tempo addietro e che ora sembrava in grado di sfiorare la cima dei palazzi con la sua testa. Il corpo sembrava ricoperto da placche di diversa grandezza che davano l'impressione di un corpo corazzato da capo a piedi.
    Si, di un Gillian di trattava e per di più di uno che non gli andava particolarmente a genio, ma almeno si rivelò abbastanza utile da toglierlo da quella spinosa situazione nel quale era capitato.
    Accompagnate da un acuto scricchiolio, le placche che gli coprivano le spalle e il torso si sollevarono, apparentemente senza comando, rivelando ai presenti degli strani globi di natura irriconoscibile.
    Istintivamente l'hollow balzò indietro, aspettandosi un attacco a lunga distanza che, seppur rivolto verso quincy, avrebbe potuto coinvolgere anche lui senza la dovuto attenzione. E quando l'aria venne scossa e un turbine di grandi dimensioni tentò di investire i quincy, Tai si disse di aver avuto ragione.
    Il suo sguardo si spostò quindi verso i tre arcieri spirituali, ma, invece di vedere carne squarciata e spappolata, si ritrovò ad osservare degli uomini vivi e apparentemente vegeti.
    che cazzo...?
    Non poteva essere certo che fossero stati colpiti, ma le dimensioni dell'attacco rendevano difficile credere il contrario. Eppure i suoi occhi cercavano ancora di convincerlo che i presenti erano incolumi.
    che razza di attacco è uno che non danneggia il nemico? si chiese lui, per poi domandarsi se non si fosse trattato di un attacco spirituale e non fisico.
    Tuttavia il menos non sembrava deciso a limitarsi al primo attacco, che questo fosse di un tipo o dell'altro, e, spalancando la bocca, lasciò che la sua tagliente lingua scattasse verso i nemici.
    tsk...per quanto la sua presenza sia scomoda, quanto meno si è rivelato utile... constatò Tai, guardando l'attacco mentre si portava a termine.
    Ma ora una domanda sorgeva spontanea: come si sarebbe dovuto comportare ora?
    Di certo la presenza di quel bastardo cambiava tutto, senza considerare che per colpa sua l'attenzione del campo si sarebbe riversata tutta su di loro.
    hmm...questo però potrebbe non essere uno svantaggio... pensò lui. In fin dei conti un nemico così "grosso" avrebbe potuto distogliere l'attenzione dei suoi movimento, dandogli il via libera per entrare all'interno della struttura e farei suoi comodi.
    Proprio con queste intenzioni, l'hollow sarebbe scattato quindi verso i laboratori, indipendentemente dal fatto che i quincy fossero rimasti in vita o meno. In fin dei conti era più probabile che pensassero a salvarsi che a dare la caccia a lui.
    tsk...spero solo che quell'idiota non si metta a distruggere tutto quanto...
    Una volta dentro, sempre che fosse riuscito finalmente a entrare, avrebbe limitato al massimo la sua reiatsu per poi spingersi verso la parte più interna della struttura...


     
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  11. Niker
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    »The Red Death


    Mondo dei Vivi
    Siberia, Ora X


    Un freddo soffio di vento prese con se il profumo di carne, morte, sangue, potere, pazzia, per portarlo nell'Hueco Mundo, attirando altri fratelli demoni. Nella mischia della battaglia ormai anche tra alleati ci si feriva e uccideva, e come conseguenza di quel massacro, hollow, decine di hollow arrivarano in siberia, scagliandosi, in preda all'istinto omicida, nella folla, sperando di poter pranzare, rendendo così la battaglia ancora più caotica e letale. Mentre le lame spirituali squarciavano la carne, frecce d'energia pura la penetravano, e artigli o zanne la dilaniavano, la neve perdeva il suo candido colore, inzuppata di rosso sangue umano, e nero sangue demoniaco. Tutte e tre le fazioni spirituali erano schierate in campo, ma in realtà non vi erano amici. Ognuno, anche tra gli alleati poteva essere un potenziale traditore, sia tra hollow, che tra quincy e shinigami.

    La maschera contorta in una nota di disprezzo e irritazione si voltò verso Shruikan. Quest'ultimo, che continuò ad avanzare, sapeva che nella mente di suo fratello nascevano idee e venivano scartate ad alta velocità, ma certo nessuna era di amichevole accoglienza. Poco dopo altri soldati umani, incapaci di vederli si misero sulla loro strada. Altra immondizia. Ma l'attenzione dell'hollow era stata già catturata da qualcosa... Tonfi sordi... Erano passi nella neve, e beh, non era una cosa così interessante, bensì era il poderoso rumore provocato. Qualcosa di enorme, era appena arrivato. La mente di Shruikan ebbe un solo istante per pensare.

    [ Jug... ]

    Un tuono riempì l'aria. Un flash rosso oscurò la vista, e per un attimo l'hollow pensò ad una cosa: L'Apocalisse. Recuperata la vista, vide una coppia di "liquide" frecce azzurrine conficcarsi nel terreno a pochi passi dai due "fratelli" mentre tre arceri spirituali si mostrarono. I Quincy, vestiti della solita tunica bianca, erano coperti con pesanti cappotti neri, e con uno sguardo senza emozioni che osservava dall'alto verso il basso i demoni. I tre avevano gli archi puntati sui due hollow, pronti a scagliare le letali punte "volanti". Purtroppo per loro avevano lasciato fuori qualcosa di nettamente più pericoloso. Il menos appena giunto aprì delle placche che lo gli coprivano le spalle, mentre un vortice iniziò ad aspirare aria, mentre Shruikan percepì un leggero aumento di battiti del cuore che non aveva, segno di uno sforzo, che però non aveva compiuto. Era successo qualcosa. Poi, la lingua saettò fuori dalle fauci del gigante, puntando a trafiggere i tre quincy.

    [ Tsk... come scordarsi di questa fottuta lingua... l'ultima volta quasi mi impalava, quel dannato Juggernaut! ]

    Shruikan colse con la coda dell'occhio un movimento rapido dell'hollow, così si preparò subito a combattere, ma quando si girò capì che si stava addentrando nell'edificio.

    [ Ma dove diavolo sta andando? ...sta nascondendo la sua reiatsu... Beh, perchè mai dovrei lasciar divertire solo lui? ]

    Così il drago uscì rapidamente dall'edificio per poter vedere di chi si trattava. Era lui. Il suo "Capo". Avuta conferma che si trattava di Juggernaut, Shruikan ruggì, e poi gridò a pieni polmoni, noncurante del volume di voce, del resto chi avrebbe potuto concentrarsi su un gridolino del genere quando una creatura titanica devastava l'accampamento.

    - JUGGERNAUT!! GIORNO DI STRAGE!!! MUAHAHAHA!!! -

    La sua risata rappresentava la sua gioia derivata dalla morte. Una risata simile poteva soltanto demoralizzare i combattenti. Così, dopo aver "salutato" il gillian, se nessuno si fosse messo in mezzo, si sarebbe inoltrato nell'edificio. Shruikan seguiva solamente il suo istinto hollow, siccome aveva perso di vista l'altro fratello. Nascosta la sua forza spirituale cominciò a "visitare" la zona. Pur non sapendo la posizione del fratello, Shruikan, lo raggiunse. Stava semplicemente seguendo il suo istinto e il suo olfatto, seguendo, senza saperlo, l'identica strada del simile. Una volta ritrovato, rallentò il ritmo, così da andare alla stessa velocità.

    - ... ... ... puoi percepire anche tu questa strana sensazione? Immagino di si... altrimenti non saresti qui... ma mi chiedo... di cosa si tratta? Cosa diavolo può emanare un... "profumo" di questo tipo? -

    Stava cercando di socializzare, e quindi di diminuire il rischio di essere colpito alle spalle da quello che pensava un alleato, inoltre tentava di carpire qualche informazione dal fratello.
     
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  12. Dark Neji Hyuga
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    Dentro la struttura


    Esterno Laboratori Ivanovich

    L'arrivo di Juggernaut fu devastante per la difesa ai laboratori che subì una forte cricca. Un intero blocco venne spazzato via, il raggio cremisi del Hollow lasciò solo cenere e rovine al suo passaggio, mietendo in pochi istanti molte più vittime del precedente attacco della fazione Shinigami/Quincy. Di certo non si poteva dire che la presenza di un divoratore di quelle dimensioni fosse qualcosa da prendere alla leggera e forse questa nuova comparsa avrebbe messo a dura prova le tattiche difensive dei Laboratori Ivanovich.
    Il Gillian entrò senza problemi, difficile fermare quella massa in movimento soprattutto quando la maggior parte delle guardie armate non la vede e nell'interno del perimetro ebbe le sue sorprese. Due suoi simili nel gradino più basso della scala evolutiva, erano tenuti sotto tiro da tre arcieri. Un ottima occasione per riprendersi il reiatsu utilizzato poco prima, utilizzato per entrare con una fragrante esplosione. Naturalmente un Menos Grande di quelle dimensioni non passa di certo inosservato, i suoi movimenti si sentivano da quando aveva messo piede nella zona di battaglia, riempiendo il perimetro del complesso di un sordo rumore di sottofondo che come un tamburo batteva il tempo di attesa prima dell'arrivo della distruzione. E come era prevedibile i passi della mastodontica figura avevano attirato l'attenzione di uno dei tre Quincy. Immaginarsi la scena e le facce dei soldati incappottati che si ritrovavano oscurati dall'ombra di Juggernaut poteva suscitare il sorriso, specialmente nei due Hollows che per ora avevano il ruolo di bersagli. La mano di un arciere russo cominciò a tremare alla vista del gigante, seguita dal resto del corpo; poi tutto successe molto in fretta. Le placche dell'armatura del Gillian si aprirono ed una freccia mal incoccata passo sopra la testa del mostro senza neanche sfiorarlo. Un urlo di paura seguito da una corsa disperata, fu allora che gli occhi del russo videro i propri compagni, venire investiti da un oscura onda che non ebbe nessun effetto apparente. In realtà i due malcapitati si sentirono distintamente sfuggire un po di energia dai loro corpi, dunque si trattava di un raggio assorbente [2 Bassi acquistati].
    Tutti rimasero impietriti ed increduli, non capendo cosa fosse successo con precisione. Non ci fu neanche troppo tempo per pensare in quanto, richiuse le placche, il Gillian sguainò la sua lunga lingua facendo un unico spiedo con i nemici che avevano alzato le loro armi contro la sua razza. Volti contratti dal dolore furono l'ultima espressione che i tre riuscirono a dare da vivi, prima di venire inghiottiti dalle fauci dell'essere gigantesco con una velocità incredibile.
    Un impiccio in meno per i due Hollow che fin dall'inizio cercavano di entrare nella struttura. A quanto pareva l'arrivo del terzo "alleato" era stato spaventosamente provvidenziale per certi versi. Nonostante questo i due risposerò in modo del tutto differenti alla presenza del Menos. A quanto pareva Tai provava dell'astio verso il suo salvatore, mentre il secondo Hollow lo considerava un suo superiore e capo a tutti gli effetti.
    Di nuovo la meta degli interni era nelle menti dei giovani divoratori se non fosse che delle esplosioni che fecero saltare porte e parte delle mura esterne, avrebbero con tutta probabilità fatto desistere le oscure anime dai loro intenti. A quello che si poteva vedere le vie che si erano palesate davanti i primi arrivati erano impraticabili, a meno che non si voleva entrare a tutti gli effetti in una guerra senza quartiere con coloro che si ritrovavano dentro l'edificio, pronti a difendere la struttura anche con i denti.
    No, non sarebbe stato saggio da parte di coloro che presentavano un po di intelletto a differenza dei propri simili, ora maciullati negli atri degli edifici. Dunque che via scegliere? Non c'erano molte possibilità di discesa e la stazza di Juggenaut non dava un ampia scelta di vie d'accesso. Tuttavia se vi foste guardati attorno, avreste notato la risposta al vostro problema. Nella parte a Nord-Est del complesso si trovava una superficie sferica schiacciata e che risaltava scura intorno al candore della neve ancora immacolata in quella parte di terreno. Non era del tutto scoperta, ma guardando meglio avreste notato che le dimensioni erano abbastanza da permettere al Gillian di entrarci. Peccato non possedere la chiave. Ma d'altronde a che serve quando si ha dalla propria un bestione altro più di un palazzo?
    [...]

    Una volta aperto quello che aveva tutta la parvenza di essere un pozzo, vi sareste potuti calare all'interno scoprendone le caratteristiche che lo rendevano alquanto fatiscente rispetto al resto delle strutture perennemente pulite con scrupolo. Le pareti più scure di quelle dei laboratori, erano ricoperte di muffa in più parti della circonferenza e in quello che sembrava essere il primo livello si trovava varia merce all'interno di cassoni accatastati e mezzi terrestri ed aerei parcheggiati secondo un preciso disegno. I vostri corpi si sarebbero posati più o meno pesantemente sul suolo del piano sotterraneo permettendovi di guardavi intorno alla scoperta di quella stanza ancora ignota. Svariate luci rosse lampeggiavano accompagnate dal suono di una sirena che probabilmente segnalava l'attacco effettuato sulla struttura. I flash rossi illuminavano malamente l'ambiente semioscuro a causa della scarsa luce presente, unita a quella che proveniva dall'apertura assieme a qualche fiocco di neve. Su una parte della parete avreste potuto notare una grande vetrata oscura, ma di ciò che si trovava al di là non potevate sapere niente. I vostri sforzi di sfondarla sarebbero risultati vani nel caso vi fosse passato per la testa di passare alle altre stanze in quella quota sotterranea. Neanche l'enorme forza del Gillian avrebbe potuto superare la resistenza del vetro. Affianco alla superficie nera, una porta d'acciaio dall'aspetto robusto, che si aprì senza preavviso facendo passare altri tre arcieri. Evidentemente gli era stato detto che degli Hollow avevano penetrato la struttura, ma per loro sfortuna nessuno li aveva informati sull'entità degli avversari.
    Senza perdere tempo e con movenze tipiche dei militari abituati ai campi di battaglia, gli arcieri trovarono un giusto riparo coprendo la loro corsa con frecce indirizzate ad ogni singolo nemico in maniera diversiva. Poi dalle loro postazioni (lontane l'una dall'altra) presero a spararvi una raffica di dardi azzurrini. Evidentemente il castello era ben difeso, ora stava a voi decidere come espugnarlo.




    Interno Laboratori Ivanovich


    -Si, devo dire che Boris ha fatto un ottimo lavoro con i lavori di ristrutturazione, non trovi amico mio?- commentò il Numero I appena oltrepassate le porte dell'ascensore. Il quarto piano sotterraneo era stato radicalmente modificato rispetto al progetto originale, ed ora le alte volte a croce, le lisce e monocromatiche pietre, le innumerevoli candele e l'arredamento quasi religioso rendevano il corridoio che portava all'area principale un mondo a sé stante.
    Ricostruito a spese del magnate russo, la zona in cui i quattro individui stavano addentrandosi ricordava più un monastero che una futuristica base in mezzo al nulla siberiano; colui che stava all'origine del progetto sviluppato nei laboratori Ivanovich aveva sempre avuto un gusto particolare nell'architettura... E nessuno -né Boris né alcuno all'interno del gruppo- si era opposto a questo suo costosissimo capriccio.
    la figura ammantata alla sua destra -l'uomo- annuì, il volto coperto dalla cappa color della notte.

    -Anche gli esseri umani possono essere utili.- rispose in tono carico di rispetto, sebbene il termine "umani" lasciasse trapelare una malcelata ironia.
    Esseri umani... Una volta anche lui lo era stato, sebbene fosse passato troppo tempo per potersene ricordare. Ora era qualcosa di completamente diverso, un'entità spirituale meglio conosciuta come Shinigami.
    Shinigami di fatto... ma non di nome. Non più almeno.
    Gli "Dei della Morte" erano ora suoi avversari. Li avrebbe affrontati senza piacere né tristezza: se il Numero I glielo avesse comandato lo avrebbe fatto, semplicemente.

    -Piuttosto... Perché voi due non vi togliete il mantello? Non avete caldo là sotto?- domandò improvvisamente il suo interlocutore, ricordando con questa frase all'uomo nerovestito quanto il proprio capo potesse essere lunatico e volubile. Un suo tipico comportamento, quello di saltare da un discorso all'altro... E del quale non era ancora riuscito a stabilirne l'intenzionalità.
    Glielo aveva detto almeno altre due volte prima di allora, ma pazientemente l'individuo ammantato placò la curiosità del suo interlocutore, sollevando il volto nascosto verso il soffitto. Molti metri più in alto -nello stesso momento- stava venendo combattuto un crudele corpo a corpo tra gli Shinigami e i Quincy a difesa della base.

    -Dobbiamo essere pronti ad intervenire in ogni momento: queste cappe sono simbolo di terrore per molti, là fuori.- asserì in tono neutro: lui ed i suoi sottoposti avevano seminato nel corso degli ultimi anni una scia di sangue e morte nel mondo reale, alla ricerca di qualcuno.
    Dei della Morte, Quincy... La razza non aveva importanza. Pochi candidati avevano superato la prova cui erano stati sottoposti, e lui conosceva nome e abitudini di ognuno di essi.

    -Ah, mio vecchio amico... Sempre troppo serio. Oggi è un giorno di festa, sii felice!- esclamò quindi il Numero I in tono quasi infantile. A sentirlo parlare, chiunque lo avrebbe scambiato per un ragazzino in procinto di andare ad uno spettacolo atteso da tempo... Ed il paragone non era poi poi così fuori luogo. Certo, in pochi avrebbero considerato ciò a cui i quattro si stavano preparando uno "spettacolo". Non quando innumerevoli vite -e forse qualcosa di più- erano in ballo.
    -Sarò più tranquillo quando tutto sarà finito.- replicò flemmatico l'uomo ammantato di nero: fino a quando la situazione non fosse stata normalizzata, pur volendolo non ne sarebbe stato in grado. Tale era la sua natura, almeno da quando i due si erano conosciuti.
    -Uff... Alejandra digli qualcosa per favore.-
    Il più potente dei quattro individui si rivolse alla giovane Arrancar, la quale si era tenuta in disparte non perché non avesse nulla da dire, quanto per manifesta ostilità nei confronti dell'uomo ammantato di nero. Costretta a prendere posizione, si trasse rapidamente d'impiccio in tono stizzito.
    -Perché dovrei?- disse acida -E' il suo carattere, lo sai anche meglio di me.-
    Ma il Numero I non rispose, né dette cenno di notare la stilettata della ragazzina assai più vecchia di lui. Un mugolio di allarme giunse dalla figura incappucciata, il quale sembrò realizzare qualcosa.
    -...Hm?- fu tutto quel che Alejandra Cervantes poté udire, una muta constatazione che -a quanto sembrava- il loro capo era riuscito a cogliere perfettamente.
    La sua espressione era cambiata.

    -E' tempo di inviare qualcuno anche nel Pozzo.- disse, fornendo all'aristocratica Arrancar sufficienti indizi per capire cosa i due intendessero.
    -Hai ragione, sono troppo vicini.- concordò, espandendo al massimo le proprie percezioni e trovando -al limitare dei suoi sensi- auree preoccupantemente vicine alla zona più sorvegliata e al contempo più vulnerabile della base in cui si trovavano.
    Il Pozzo. Una cavità conica per il trasporto materiali che permetteva di raggiungere tutti i piani della base -compreso quello in cui si trovavano- senza bisogno di ascensori, protetto da lastre metalliche e sorvegliato da una grossa parte delle forze di Ivanovich: Rosarita presidiava l'accesso dal Terzo piano, ma il Pozzo restava ancora incontrollato. Certo, per le forze degli Dei della Morte e dei Quincy era più pratico intervenire all'interno dell'edificio... Ma una irruzione da quell'area era ancora fattibile.
    Improbabile, ma fattibile. Prima non se ne era accorta per via delle interferenze dei piani superiori, tuttavia nel piano più basso dove ora si trovavano, poteva stabilire senz'ombra di dubbio ciò che stava avvenendo nella cavità collegata a questi ambienti.

    -Sono... Hollows?- mormorò il Numero I, in un modo tale da far rabbrividire tutti i presenti, nessuno escluso. Rosarite e l'uomo incappucciato sapevano il perché. Il loro signore nutriva un certo astio per i Divoratori di Anime di più infimo livello... e non a torto.
    -Numero XV, vai.- fu tutto quello che l'altra persona a conoscenza del fatto mormorò, rivolto alla propria compagna. Non vi fu bisogno di parole per capire dove.
    -...- Un impercettibile movimento del capo, e la seconda figura si separò dal gruppo in direzione del Pozzo.
    Accompagnata dalle sibilanti parole del primo tra loro, ognuna delle quali cariche di un odio che la donna non avrebbe mai potuto capire fino in fondo.

    -...Falli soffrire... poi uccidili. Lentamente..-



    SPOILER (click to view)
    Bene questa volta avete un avversario a testa. Potete anche discutere su dove andare, ma dovrete per forza calarvi dal pozzo, sarà l'unica via. Il vetro nero può essere distrutto solo da un Cero sparatogli addosso. I tre Quincy sono energie verdi e le frecce che tirano sono indirizzate alla gamba, al ventre e alla maschera. Sono posizionati: dietro delle casse, dietro dei bidoni e dietro un elicottero. A voi la decisione sul come farli fuori e su come proseguire. Ogni via è bloccata anche la porta, decidete come comportarvi e se tentare un ulteriore discesa verso il basso.
     
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    -[III]-



    Russia, Laboratori Ivanovich
    Piazzale di carico
    Livello del terreno


    Non appena le sue fauci si chiusero sui tre quincy, povere pulci che si erano venute a trovare sulla sua strada percepì cosa erano veramente, erano nullità, creature indegne di vivere, di respirare la sua stessa aria, scarti ripugnanti di un mondo inutile, che non riusciva più a suscitare in lui nessuna attrattiva.
    Si vergognava di sentire il loro sangue scorrere nella sua bocca, di sapere che le loro anime erano dentro di lui.
    Se voleva riempire il foro che aveva nel cuore, quella oscura voragine di solitudine doveva trovarne qualcun'altro, qualcuno di più forte, qualcuno che fosse in grado di portare la sua vita a camminare su un filo sottile,quel filo che separa dall'annientamento.
    Era lo stesso principio su cui si basavano i giochi di ruolo che tanto amava, per salire di livello bisognava sconfiggere i nemici, e sconfiggendo i nemici si guadagnava esperienza.
    Tuttavia era inutile uccidere avversari che davano zero punti esperienza, se voleva livellare doveva trovare il boss di fine livello ed eliminarlo.
    Un rivolo di sangue scivolò da un lato della sua maschera.
    Nemmeno si era accorto di avere delleprede in bocca.
    Non sapevano di nulla, assolutamente di nulla, non aveva sentito nemmeno il più piccolo stimolo.
    Ruggì il suo disappunto e sputò quello che rimaneva dei tre cadaveri sul muro, disegnando un bizzarro arabesco rossastro di forma vagamente floreale sul muro.
    Osservò la scarsa qualità del suo lavoro, era ovvio che non si potesse ottenere un granchè con un materiale di qualità scadente...o forse era lui a non provare più alcun desiderio di voler dipingere?
    Da quando si era trasfigurato aveva perso ogni possibile interesse per la pittura, quasi come se se ne fosse andato assieme alla sua follia.
    Si era spinto oltre ogni limite, aveva impiegato tutta la sua energia per sconfiggere il suo nemico,e quando essa non era bastata aveva utilizzato tutto ciò che era in suo possesso, persino la scintilla che lo aveva spinto a percorrere il sentiero del divoratore di anime.
    Forse anche il porsi queste domande era una evoluzione? Si chiese, era forse possibile che questa sua nuova presa di coscienza rappresentasse un' altro gradino della scala che avrebbe condotto alla sua ascensione allo stato di Adjuchas?
    Da quando si era trasformato aveva compreso l'inutilità della sua scelta.
    Quando si era trasformato aveva perso qualcosa di importante, qualcosa di fondamentale, aveva perso il gusto di vivere.
    Si era strappato di dosso la sua pelle e ne aveva indossata una nuova, più grande e resistente.
    Eppure era giunto ad odiare il giorno in cui aveva scelto di abbandonare l' umanità.
    Adesso che era un hollow, che si era portato via il cuore assieme alla catena del fato dal petto, adesso che non poteva più avere sentimenti non poteva più conoscere la bellezza di un fiore che sboccia, non poteva più percepire il calore del sole, il rosso del tramonto, la gioia del conoscere una persona nuova.
    NO.
    Tutto quello che gli era concesso era percepire il freddo della vita che se ne andava, il rosso del sangue e le gioia del trovare una nuova preda.
    Juggernaut con tutto il suo potere,con tutta la sua potenza, con tutta la sua armatura soffriva.
    Soffriva perchè era solo, e perchè era troppo forte.
    Gli esseri inferiori avevano paura di lui, lo evitavano ed erano troppo occupati a cercare anime per riempire il vuoto che avevano in loro stessi.
    Cosa ne potevano sapere shinigami e quincy, cosa ne potevano sapere loro, nei loro mondi perfetti, del dolore che significava appartenere alla schiatta dei divoratori di anime?
    Potere in cambio di felicità, quale terribile baratto si era rivelato essere.
    Ora che era diventato una macchina per uccidere,alla creatura nota come Juggernaut, un popolo ed una creatura sola allo stesso tempo, non rimaneva niente da fare, se non andare avanti per la via che aveva scelto.
    Doveva andare avanti sino a raggiungere l'evoluzione.
    Avrebbe dato un senso alla sua vita, o sarebbe morto nel tentativo.
    Ed era per quello che aveva bisogno di un avversario degno delle sue abilità, che lo spingesse a camminare su quel sottile filo che separa la vita dalla morte, che lo costringesse a mettere al massimo le sue capacità.
    Sentì un ronzio, e solo in un secondo momento si accorse che Shruika, il suo araldo dalle sembianze rettiliane, si era avvicinato.
    Osservo la sua piccola figura, ammantata di un reiatsu caldo e ribollente che ben si adattava al suo carattere indomabile,tanto torrido da sciogliere la neve circostante, avvicinarsi rapidamente.
    Le sue parole trasmettevano rabbia e ferocia,ed erano pregne della sua impazienza.
    Era ancora troppo giovane per capire cosa lo spingeva a compiere quella infinita caccia, e per conoscere il dolore che si provava nell' essere un divoratore di anime.
    Le sue succesive parole però ebbero un grande effetto su di lui.
    Forse non era troppo tardi, forse quel piccolo hollow poteva farcela a divenire un essere completo, e allora, solo allora avrebbe capito il dolore che comportava ottenere il potere.
    Però gli era grato, con la sua smania e la sua voglia di fare il piccolo rettile gli aveva dato la scossa necessaria a continuare la sua caccia di un avversario temibile,in grado di spingerlo oltre i propri limiti.
    Distorcendo la maschera da predatore in una smorfia simile ad un sorriso il Menos grande parlò al
    suo simile.
    E dunque Shruikan, mio araldo, sei giunto sin qui guidato da qualcosa non è così? Ebbene io so cos' è questa cosa che tu cerchi, che brami ad ogni costo. Lo so perchè è la stessa cosa che stò cercando anche io, la ragione per il quale sono giunto in questo luogo desolato

    Si avvicinò a grandi passi verso L' entrata all'Hangar sotterraneo e vi si chinòsopra,piegandol' immensa mole ed infilando gli artigli nella fessura che separava le due piastre di copertura.
    Ciò per ci sono venuto qui, è ciò che si trova in fondo a questo pozzo...e si tratta di DIVERTIMENTO!

    Inarcò la schiena di tenebra ed iniziò a tirare verso l' alto con tutte le sue forze.
    Muscoli fantasma si contrassero, tendini invisibili si misero in tensione mentre il Gillian tentava di spalancare la copertura forzandone la chiusura.
    Lentamente, poco alla volta, le sue zampe inizarono a scavare una serie di ferite slabbrate tra le due piastre,ma senza altri effetti degli di nota.
    Nonostante tutti i suoi sforzi non era riuscito ad aprire niente di più grande che un varco di 40 centimetri di diametro.
    I rimasugli di metallo si elevavano al cielo come una corona, tuttavia il passaggio era troppo piccolo persino per un hollow giovane come Shruikan.
    Indispettito dalla resistenza del metallo inerte il Menos Grande sollevò gli enormi pugni ed iniziò a martellare il metallo con una serie di potenti colpi.
    Ognuno degli impatti sollevava schegge di metallo, mentre pian piano la piastra destra inziava ad inclinarsi pericolosamente.
    Un colpo, due colpi, tre colpi.
    Una pioggia di colpi rabbiosi stava lentamente incrinando il metallo, ora cosparso da decine di piccoli crateri.
    Poi improvvisamente al trentaduesimo colpo la piastra protettiva destra si staccò con uno stridio di metallo torturato e venne scagliata via , lontano.
    La sua gemella subì la medesima sorte in poco tempo.
    Adesso che era solo davanti all'enorme voragine del pozzo Juggernaut guardò verso il basso, verso la tenebra.
    E con un ruggito di sfida vi saltò dntro, verso qualunque avversario degno di nota gli dei l'avessero omaggiato.

    [...]



    Russia, Laboratori Ivanovich
    Piazzale di carico
    Livello inferiore -1



    L'enorme figura atterrò con un sonoro tonfo sul piano di camminamento del secondo piano del pozzo.
    Una nube di polvere e di nevischio si sollevò da terra avvolgendo l'enorme hollow come un sudario bianchiccio e umido, depositandosi delicatamente sulle piastre dell' armatura.

    image


    Il reiatsu verde tenue delineò i contorni della sagoma del gillian rischiarando l' ambiente.
    Questo poco prima che le sirene iniziassero il loro lamentoso accordo.
    Il rosso dei lampeggianti illuminò l' area, seguito dalle lampade al neon rivelando l' ambiente circostante.
    Gli allarmi ululavano riempiendo l' aria di un coro di voci discordanti.
    Per i quincy significava che un intruso aveva fatto irruzione nel deposito principale.
    Per Juggernaut invece era un inno, un coro di decine di voci che annunciavano festanti con un fragoroso boato la sua venuta nel mondo umano.
    E ad ogni nota dissonante l' avversario che egli bramava doveva stare per farsi più vicino.
    Il suo sguardo corse lungo le pareti dell'enorme stanzone.
    Doveva essere un magazzino, poichè intorno a lui si trovavano pile e pile di casse accatastate, da cui sporgevano cibo,indumenti, armi e altri bizzarri macchinari che non riconobbe.
    Non vi era nulla in grado di soddisfare il Gillian eccetto una cosa.
    Nel lato destro della stanza vi erano alcune jeep parcheggiate in una fila ordinata, e accanto ad esse vi era quello.
    image
    Era un elicottero d'assalto terrestre ravviciniato Mil-Mi 24 "Hind", un tipo di cannoniera tattica largamente utilizzata dall'esercito sovietico.
    Lo "Hind" era il dominatore dell' aria, era l'epitome degli elicotteri, il più potente, il migliore, era l'equivalente del Gillian tra gli hollows.
    Con le sue 8 tonnellate di peso ed i suoi 16 metri di lunghezza quel tipo di veicolo era virtualmente intoccabile, aveva una blindatura migliorata che lo rendeva resistente come un carro armato eppure aveva la stessa agilità di una libellula. I suoi missili incendiari Aria-terra uniti al cannoncino frontale da 12.5mm e alle due gondole di razzi POL-38 lo rendevano il flagello della fanteria, tanto che uno di essi si diceva fosse in grado di sterminare un intero plotone da solo, e ve ne erano anche le prove.
    La sola vista di uno squadrone di "Hind" che effettuava un TopAttack* doveva essere una visione terrificante: il fuoco delle armi leggere rimbalzava sulla loro corazzatura e sulle pale che frustavano l'aria, mentre il fuoco concentrato abbatteva qualunque cosa si trovasse sul suo cammino: mezzi corazzati, uomini, case, nulla veniva risparmiato dalla sua forza esplosiva. I suoi missili incendiari -Shturm- potevano ridurre un villaggio in cenere con una sola raffica, mentre i razzi Pol-38 erano in grado di sfondare una lastra di acciaio composito multistrato spessa 2 fino a cm. Queste caratteristiche, unite all'abilità dei loro piloti avevano fatto guadagnare all' "Hind" una reputazione terribile in Cecenia e in Afghanistan, tanto che i guerriglieri Afghani l' avevano soprannominato la "Carrozza di Satana".
    Lo "Hind" era stato costruito per la guerra,per uccidere, e non aveva altro fine, non poteva salvare vite,solo toglierne...e lo faceva con una precisione allucinante.
    In un certo senso Juggernaut e l'"Hind" erano molto simili.
    Entrambi avevanouna corazza invincibile, un potere devastante, solo che ciò che l' elicottero non aveva, l' hollow lo possedeva.
    Si trattava di una scintilla particolare, quella piccola luce che dava la vita, che conferiva il potere di muoversi e diragionare.
    Nel caso del mezzo era il pilota.
    Nel suo caso...beh, era lui.
    Però nonostante volesse vederla in azione sperava che quella macchina di morte non trovasse mai un pilota, poichè neppure con la sua immensa forza sovrumana il Gillian pensava di poter sopravvivere illeso ad uno scontro con uno di quelli, la sua potenza di fuoco era troppo grande.
    Probabilmente nessuno avrebbe potuto sopravvivere si disse divertito.
    Mentre era perso in quelle considerazioni la porta posta su un lato del Pozzo si aprì con un rumore simile ad un lento sospiro facendo entrare un trio di figure nerovestite.
    Sulleloro mani rilucevano tre archi spirituali,il flagello della sua gente.
    E a giudicare dalla loro energia erano decisamente più forti degli scarti che aveva affrontato prima.
    I tre arcieri si misero immediatamente in copertura con i movimenti fluidi di una unità militare ben addestrata.
    Uno si nascose tra le casse alla sua sinistra, uno dietro a dei barili e il terzo, il più sfortunato dei tre, si nascose proprio dietro alla carlinga del' elicottero, protetto dai lunotti gemelli che componevano l' abitacolo della cabina di pilotaggio.
    Da lì iniziarono a tempestare il Gillian e il suo seguito di proiettili luminescenti.
    Quando uno di essi graffiò leggermente il vetro del lunotto inferiore l'essere che un tempo si era fatto chiamare Eshi venne sopraffatto dalla rabbia; Comeosava quel villanucolo rifatto danneggiare un monumento così superbo alla guerra.
    Lui e quell' elicotteroerano così simili che un danno fatto ad esso costituivauna offesa nei suoistessi confronti.
    Quel ragazzino andava punito, e sarebbe stato lui stesso a farlo.
    Con un profondo ruggito il Gillian balzò in avanti, diritto nelle fauci della tempesta di fuoco.
    Tre dardi giunsero sibilando verso di lui; ignorandoli il Menos proseguì nella sua corsa.
    Uno di essi passò appena sopralaspalla e si conficcò in una cassa creando una piccola esplosione.
    Degli altri due invece uno impattò contro la corazza sulla sua spalla dissolvendosi in un vortice di luce, l'altro invece si conficcò nello spazio tra l' armatura e la materia tenebrosa al di sotto di essa producendo niente di più che un graffietto.
    CITAZIONE
    Differenza di 8+ tacche tra forza e resistenza
    Non è possibile infliggere ferite più gravi di marginali

    L' offessiva dell' hollow invece fu molto più devastante.
    Tirò un manrovescio all'elicottero dietro al qualeil quincy si era riparato,mandandolo a sbattere contro il muuro assieme, sperava, all' arciere.
    Con lo stesso movimento impugnò l'elicottero per il rotore, scagliandolo verso l'avversario dall'altra parte del campo di scontro.
    Muscoli in grado di lanciare un hollow pesante svariate decine di tonnellate ad oltre 30/kmh si tesero per gettare con forza un qualcosa pesante molto meno.
    Il suo braccio si piegò in avanti accompagnato da una leggera torsione del pesante busto bardato da piastre ossee
    L'immensa sagoma dell' "Hind" volò in aria, andandosi ad abbattere sulla postazione dell'altro arciere in un vortice di schegge di legno e di metallo affilato.
    La carlinga si piegò e si deformò con l'urto, i lunotti di vetro antiproiettile si infransero compressi dall'intelaiaturain acciaio mentre il carburante iniziava a colare dai rimasugli devastati del motore, era un miracolo che non fosse ancora esploso.
    Dopo alcuni ansiti dovuti allo sforzo Juggernaut realizzò cosa aveva fatto, ma non gli dispiacque poi troppo, dopotutto quel veicolo superbo aveva svolto lo stesso il suo lavoro, aveva ucciso chi doveva uccidere, ovvero chi aveva deciso lui.
    Rivolse uno sguardo bruciante a dove era rimasto il quincy che aveva danneggiato lo "Hind".
    Nonappena l' avesse trovato avrebbe calato il suo pesante piede tridattilo e artigliato su di lui, riducendolo ad una poltiglia sanguinolenta, avrebbe recuperato un'altra crocellina lucente (con quella sarebbe arrivato a quota sette) e poi avrebbe pensato a come scendere.
    Dopotutto anche i suoi seguaci dovevano nutrirsi.

    CITAZIONE
    *TopAttack:Particolare azione offensiva di un veicolo d' assalto che prevede l'utilizzo simultaneo di tutti i sistemi d'arma su un unico obbiettivo.


    Caratteristiche
    Forza 375
    Velocità 250
    Resistenza 375
    Kidou 300
    Parte corazzata Armatura sull' avambraccio (dita comprese)

    Status
    Stato fisico:: Ferita da perforazione alla spalla destra di entità risibile
    Ferite rimanenti: 47/48 Ferite Marginali
    Reiatsu:18 Consumi Bassi (72 Marginali)
    Reiatsu rimanente: 16 Consumi bassi (64 Marginali)

    Attacco:Manrovescio sull' elicottero e impatto di quest'ultimo sul quincy 3(elicottero), Lancio dell'elicottero su Quincy 1(casse),numerosi pestoni su quincy 3 se ancora vivo.
    Difesa: //

     
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  14. Hellmaster
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    Into The Storm: Chapter Four

    Down to the Core



    Come una fugace ombra nera, l'hollow mangiatore di uomini era scattato, senza più impedimenti, verso l'entrata dei laboratori che tante volte gli era stata impedita. L'arrivo di Juggernaut si era rivelato essenziale per eliminare le tre fastidiose pulci che l'avevano infastidito, sebbene la sua presenza in se non fosse per nulla gradita al divoratore di anime.
    Questo, tuttavia, non aveva più alcuna importanza in quel momento. All'interno dell'edificio si sarebbe liberato facilmente della sua fastidiosa mole, decisamente troppo elevata per i suoi stretti corridoi.
    una volta allontanatomi da lui, mi sarà più facile muovermi.... si disse, ritenendo che la maggior parte dell'attenzione si sarebbe rivolta proprio nei confronti del menos.
    I suoi passi, quindi, si mossero rapidi verso le porte ancora spalancate per poi...

    [...]


    Il frastuono dell'esplosione rimbombava ancora nelle orecchie del predatore, ora piegato a terra nel puro e istintivo tentativo di difendersi dall'evento appena accaduto. Non seppe dire per quale motivo, ma l'intera facciata dell'edificio era stata vittima di una violenza distruttiva, che aveva riempito tutta l'area attorno di detriti e polvere.
    che cazzo!
    Scuotendo la testa, l'hollow cercò di guardarsi attorno nel tentativo di capire cosa stesse succedendo, ma ai suoi occhi, oltre alla polvere, fu permesso vedere soltanto i chiari segni di una battaglia all'interno dei resti fumanti. A quanto sembrava la situazione all'interno dei laboratori era ben più calda di quanto avesse immaginato inizialmente.
    shit...shit...shit...shit...
    Furioso, Tai si vide costretto irrimediabilmente a rinunciare alla sua strada, ormai troppo pericolosa per essere percorsa a meno di non essere pronti a rischiare la propria vita, e lui non era disposto a farlo per così poco.
    a quanto sembra dovrò trovare un'altra via... si disse lui. Ora che la polvere si affievoliva, era in grado di vedere la sagoma di un edificio in lontananza, simile a quello esploso, ma per raggiungerlo avrebbe dovuto attraversare quantomeno il cuore della battaglia, e la cosa non lo attirava particolarmente.
    Ad attirare la sua attenzione, invece, furono i pensanti movimenti del menos in lontananza che pareva dirigersi verso la curiosa costruzione che aveva appena intravisto quando era penetrato nel perimetro dell'area. A quanto sembrava al suo interno c'era qualcosa che lo stava incuriosendo e, si disse l'hollow, ciò che poteva incuriosire un menos di certo avrebbe incuriosito anche lui.
    beh...anche come bulldozer potrebbe andare bene si disse divertito, mentre seguiva, a distanza, la sagoma del Gillian. Per il momento non intendeva farsi notare da lui ne altro, dato che la cosa poteva rivelarsi contro producente. Molto meglio che si concentrasse sull'aprirgli la strada, così come fece a tutti gli effetti.
    Quali protezioni avrebbero mai potuto svolgere il loro compito contro un essere di tali stazze? Quali difese avrebbero mai potuto reggere contro la travolgente forza bruta di un mostro del genere? Se mai ne fossero esistite, di certo non erano quelle che stavano difendendo la costruzione circolare che, dopo una serie interminabili di colpi, finirono la loro futile vita come pezzi di ferro accartocciato.
    tsk...di sicuro hai trovato un ottimo modo per annunciarti... pensò Tai mentre osservava la scena da diversi metri.
    Dalla sua posizione non era chiaro quello che la distruzione del "coperchio" avesse rivelato, ma difficilmente poteva trattarsi di qualcosa di diverso da un passaggio o da un piano sotterraneo.
    Se riuscissi a infilarmi la dentro potrei riuscire a spostarmi ancora più in basso...
    Nella mente dell'hollow andava a formarsi un nuovo piano che, a dirla tutta, poteva dimostrarsi molto più semplice ed efficacie del suo predecessore: semplicemente, avrebbe mandato avanti il Gillian per aprirsi la strada, dopodiché avrebbe sfruttato la confusione per superarlo e procedere per il resto della struttura senza troppi problemi.
    molto bene...kukukuku...fai più macello che puoi, mi raccomando, voglio che la loro attenzione sia puntata tutta su di te mormorò lui, per poi riprendere ad avvicinarsi non appena vide l'essere lanciarsi di sotto.
    Arrivato al bordo della struttura, finalmente ebbe la possibilità di vedere cosa vi era di sotto, o quanto meno cosa ne rimaneva ora che il colosso si era buttato di sotto senza troppi riguardi.
    Tenendo da parte la distruzione causata nel punto in cui atterrò, agli occhi dell'hollow si presentò una sorta di hangar, munito di elicottero, svariati mezzi di trasporto terrestre e delle strane casse di medie dimensioni. Le pareti, illuminate da una luce rossa lampeggiante, erano ben più scure degli edifici esterni e, in alcuni punti, erano persino ricoperte di quella che sembrava muffa.
    che razza di buco è? si chiese quindi l'hollow, mentre ascoltava la fastidiosa sirena riempire l'aria con il suo suono. Probabilmente doveva essere scattata non appena il menos aveva iniziato a distruggere l'ingresso, quindi non ci sarebbe voluto molto prima di vedere arrivare qualcuno in difesa del posto.
    uhmm...devo trovare qualcosa, una porta o un cancello, con cui continuare nel resto della struttura si disse, sperando nell'effettiva esistenza di uno dei due. Ad attirare quindi il suo sguardo fu la lastra metallica posta poco lontano da una sorta di lungo vetro scuro, dall'aspetto stranamente resistente e compatto.
    bingo...ora l'unica è riuscire a...
    Ad interrompere i suoi pensieri fu proprio l'apertura di quest'ultima, da cui fecero la loro comparsa tre individui dalla bianca veste. Nuovamente Quincy, dunque, che, forti del loro addestramento, andarono dietro ai mezzi presenti in modo da potersi difendere dagli attacchi nemici. Purtroppo per Tai, la porta in questione si richiuse immediatamente dopo il passaggio dell'ultimo Quincy, tagliandogli, di fatto, la possibilità di proseguire senza problemi.
    dannazione...maledette porte automatiche... pensò, mentre la sua mente iniziava a ragionare sul da farsi. Da dove si trovava era difficile scorgere la presenza o meno di dispositivi che facessero aprire la porta sebbene, per logica, doveva esserci per forza un modo per aprire la porta.
    se loro sono entrati significa che hanno i mezzi per aprirla. Potrebbe trattarsi di una sorta di tessera o qualcosa del genere.... ragionò, mentre i suoi occhi si divertivano nel vedere un elicottero mentre veniva lanciato attraverso il magazzino.
    potrei aspettare che entri qualcun altro, ed entrare prima che la porta si richiuda
    La possibilità che arrivasse qualcun altro era, a tutti gli effetti, ragionevole dato il tipo di nemico presente quindi un piano del genere sembrava persino attuabile in quelle circostanze. L'unico problema era il fatto che la porta si chiudeva abbastanza in fretta, quindi era necessario che lui fosse molto vicino a quest'ultima...il che significava buttarsi in quel buco e farsi notare da tutti quanti.
    Dannazione...spero di riuscire a non farmi notare...
    Cercando di limitare come possibile il suo reiatsu, l'hollow si gettò oltre all'orlo esterno dell'ingresso, planando lentamente lungo il muro alle spalle del Gillian, in modo tale che fosse proprio lui a fargli da scudo contro i possibili attacchi. Il suo obbiettivo era raggiungere il fondo per aggirare i presenti e spostarsi il più vicino possibile alla porta senza farsi notare. I Quincy, con tutta probabilità, erano troppo impegnati a sopravvivere per accorgersi della presenza di un nuovo hollow arrivato relativamente dopo al menos e con un reiatsu nettamente minore. Con un po' di culo, quindi, non si sarebbe vista arrivare addosso nemmeno una freccia dagli avversari.
    Una volta arrivato a terra, si sarebbe acquattato il più basso e il più vicino possibile alla parete, per poi percorrerla senza fretta usando i materiali presenti per nascondere la sua presenza. Arrivato in prossimità della porta, quindi, si sarebbe fermato e avrebbe silenziosamente aspettato che questa si aprisse nuovamente per consentirgli il suo ingresso.
    Persino se fosse stato scoperto dagli arcieri spirituali il suo piano non sarebbe cambiato. Di certo non l'avrebbero potuto colpire mentre era alle spalle di Juggernaut, e una volta a terra gli sarebbe stato possibile usare i diversi oggetti per pararsi da tutte le possibili frecce che gli sarebbero state lanciate contro....

    CITAZIONE
    Caratteristiche
    Forza 225
    Velocità 250
    Resistenza 225
    Kidou 200

    Bonus in difesa: braccia
    stato fisico: illeso
    Reiatsu: 56/56

    [combat]
    Attacco: nessuno
    Difesa: nessuna

    note: scusate il post corto e poco curato, ma già ero in ritardo e oggi mi sembra di avere un coltello infilzato nel cranio.
     
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  15. Niker
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    »The Well of the Death


    Mondo dei Vivi
    Siberia, Ora X


    ... Corri ...

    Agilmente gli arti, vestiti di rilucenti squame zaffiro, si muovevano in modo caotico, portando Shruikan ovunque il suo istinto gli suggerisse. Con la muscolosa coda, il drago della notte frustrava l'aria, era al contempo eccitato e teso. Le enormi fonti di energia che poteva percepire nell'aria lo galvanizzavano, si sentiva forte e immortale, quale sensazione migliore? Ma trovarsi in mezzo ad una battaglia... ad una guerra, era pur sempre rischioso.


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    Un frastuono immenso colpì con tutta la sua potenza l'udito di Shruikan, che, d'istinto, assieme al suo simile, si gettò a terra, riparandosi come meglio possibile. Una catastrofica esplosione aveva appena sfondato la facciata dell'edificio in cui si trovava. Dopo alcuni istanti, rendendosi conto di essere ancora in vita, o perlomeno, di esistere ancora, si accorse di non sentire niente oltre ad un fastidioso ed ininterrotto fischio. La bomba l'aveva temporaneamente "assordato". Cercando di recuperare il senso d'orientamento, Shruikan si guardò intorno. Moltissima polvere, come nebbia, gli oscurava la vista. Dovette così aspettare qualche secondo prima di poter osservare l'entità dei danni causati dalla bomba. Il laboratorio in cui si trovava era completamente a pezzi. Blocchi di cemento e vetri infranti sostituivano ormai il terreno. Poi il pensiero di Shruikan passò al suo "compagno". Non c'era più. Inizialmente credette che fosse stato sotterrato dai detriti, ma poi...

    [ Che quel bastardo si stia preparando ad attaccarmi di nascosto?!? Non posso fidarmi di lui... ]

    Così, controllò attorno a sé, in caso ci fossero dei movimenti sospetti. Niente.

    [ Se ha tirato le cuoia... beh, un pericolo in meno... ma potrebbe anche esser già andato avanti... In ogni caso voglio divertirmi, e non starò certamente a combattere contro la massa come un idiota. ]

    Ora aveva una visuale migliore. La polvere si era completamente depositata a terra. La prima cosa che gli balzò all'occhio fu l'enorme menos che distruggeva tutto, il suo "amico" Juggernaut. L'enorme hollow stava colpendo violentemente una piattaforma di metallo che probabilmente era l'entrata di un hangar. Così, Shruikan, cercando di non farsi notare dai soldati si avvicinò piano a Juggernaut. Quando fu a circa un centinaio di metri sentì chiaramente che il suo mastodontico alleato aveva sfondato la piattaforma. Una volta spostate le due placche di metallo che sigillavano l'entrata dell'hangar, il gillian si "lanciò" nel buco. Un rumore piuttosto forte indicò il suo "atterraggio".

    [ Beh, se Juggernaut si sforza tanto per trovare qualcosa immagino che sia di valore... E sono proprio curioso di scoprire di che si tratta eheheh... ]

    Allora Shruikan, si mise a correre verso l'entrata dell'hangar, per poi tuffarsi in esso. I primi attimi niente sosteneva il corpo del drago color della notte, poi spalancò le sue immense ali, ed iniziò a planare. Nel frattempo gli allarmi avevano iniziato a suonare all'impazzata, coprendo la maggior parte dei suoni della battaglia, e quasi isolandosi da essa, anche se in realtà era proprio nell'hangar che si trovava uno dei più pericolosi nemici dell'umanità. Juggernaut. Prima ancora di arrivare al pavimento, Shruikan scorse una grande vetrata grigio scuro, e li accanto, improvvisamente si spalancò una porta ed uscirono tre ariceri spirituali, dopodiche, essa si richiuse rapidamente. La porte era fatta di metallo, ed era compatta. Insomma un ostacolo difficile da superare, almeno per un hollow tipo Shruikan. I quincy si nascosero dietro vari oggetti, e iniziarono a scoccare raffiche di frecce contro il possente Juggernaut, scalfendolo a malapena. Ad un certo punto, senza capirne il motivo, il gillian si infuriò e afferrò l'elicottero dietro al quale si nascondeva un arciere, e lo ribaltò, tentando di schiacciarlo con l'enorme mole della macchina volante. Successivamente, riprese l'elicottero lanciandolo dalla parte opposta del pozzo, cercando di colpire gli altri due fastidiosi nemici.

    [ Eheheh, questa non me l'aspettavo proprio, complimenti signor menos! Hahahah!! ]

    Il drago si avvicinò cauto a Juggernaut, espandendo la propria reiatsu per farsi riconoscere subito. Essere colpito da un gillian era l'ultima cosa che voleva. Non sapeva nemmeno lui cosa voleva da Juggernaut, ma era sicuro che per continuare a scendere gli sarebbe stato sicuramente d'aiuto.

    ... ZzzZzZzzzZZz ...

    Qualcosa, come fosse un segnale disturbato, rimbombò per un istante nella mente di Shruikan... Era un brutto presentimento. Qualcosa stava per succedere, e, provò paura... Qualcosa di peggiore del primo incontro con Juggernaut. Ciò poteva significare solo una cosa. Guai.


    SPOILER (click to view)
    1) Scusate per l'attesa
    2) M-ma io pensavo di aver fatto un post abbastanza lungo <.< accidenti, beh, sarà che ho messo tutto dimensioni uguali a 0? speriamo xD
     
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35 replies since 6/10/2009, 23:04   990 views
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