Bleach Soul Society

[Event Quest] Outpost 29

Cancello Est: Yuuki Fong, Shinodari Akainin, Miyuki Kikuta

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    Outpost 29
    -I-
    First Assault



    Africa, Deserto del Sahara
    Avamposto 29




    L' aria era estremamente tesa nella sala di controllo.
    Posta decine di metri in profondità nella mastodontica struttura della cittadella centrale l'ampia stanza era fiocamente iluminata da lampade al neon e dagli schermi dei dispositivi di monitoraggio della dodicesima compagnia.
    Quel luogo brulicante di shinigami in camice bianco era il vero cuore pulsante di quella strenua difesa, da laggiù potevano contattare la Soul Society, inviare e ricevere rinforzi tramite il dangai e tenere sotto controllo tutto il dispigamento di truppe che stava avvenendo là fuori sotto il sole cocente del deserto.
    Kiyomaro Kagutsushi, ufficiale della AST, si muoveva a passo svelto tra i banchi di cogitatori e processori di dati mentre le informzioni sul dispiegamento delle forse dei tredici gotei si dipanavano su centinaia di monitor, per poi venire proiettati sulla lastra logitattica tridimensionale al centro dello stanzone.
    In mezzo alla folla si stagliavano cinque enormi sagome avvolte in un soprabito bianco che copriva i loro shihakusho.
    Erano i cervelloni tattici e strategici della prima divisione, tizi squallidi e noiosi a suo dire, che solo in virtù della loro esperienza potevano millantare ed avere accesso a quel sacrario così importante.
    Stavano giusto discutendo su come dirigere le truppe, e lo scienziato non potè fare a meno di trattenere un sorrisetto mentre li vide così carichi di boria e tronfi.
    Quanto li odiava quei palloni gonfiati.
    Sapeva chi si sarebbe preso tutto il merito per quella operazione, e non sarebbero certo stati loro della AST nonostante tutto il loro duro lavoro.
    Non credeva l' avrebbe mai detto, ma avrebbe tanto voluto avere al suo fianco il capitano Kurotsuchi, lui sì che avrebbe dato una lezione a quei brutali gorilla dalla mentalità ristretta.
    Sospirando e ricacciando indietro quei desideri violenti si avvicinò alla rappresentazione tridimensionale della grossa fortezza.
    Era una fortificazione imponente: con l' anello di mura esterno e i quattro cancelli alti venti metri, circondati da un dedalo di viuzze e casette diroccate, la cerchia interna che ospitava i baraccamenti delle truppe ed infine la cittadella, un cubo di duecento metri di diametro protetto da mura alte trenta metri e spesse cinque.
    Potevano resistere persino ad un cero sparato a bruciapelo, e nulla avrebbe potuto abbatterle tranne un sostenuto e continuo bombardamento continuato.
    Il suo sguardo corse sulle ridotte esterne dove una miriade di puntini blu, che rappresentavano gli shinigami si ammassavano sulle mura.
    Alcuni dei puntini erano segnalati da una iconcina che rappresentava il loro status di ufficiali di seggio, e se ne potevano contare almeno una trentina.
    Poi vi erano i due capitani, segnalati da una piccola piramide rovesciata...
    e infine i semplici shinigami, diverse centinaia di puntini luminosi che si muovevano come formiche lungo le mura.
    I vecchi tromboni della prima sbraitavano ordini inviando le varie squdre alle loro posizioni, quando improvvisamente una luce rossa invase la sala del centro di comando e una sirena iniziò ad ululare furiosamente, come un animale ferito a morte.
    Signore! Contatto a Nord-Est-Nord, due chilometri di distanza in rapido avvicinamento!
    Kagutsushi si lasciò sfuggire una imprecazione mentre si sistemava il camice e si avvicinava alla postazione di smistamento dati, che sormontava la camera come un pulpito.
    Si sedette sulla poltrona centrale dalle fattezze di trono ed estrasse da una manica un paio di cuffie che in pochi secondi si mise sulla testa settando la banda di comando vocale in modo da intercettare tutte le comunicazioni in modo selettivo.
    Isola la frequenza, manda una scansione e trovami la sorgente del segnale!
    Dopo pochi istanti da un' altra postazione si alzò una voce, che attraverso il canale di comunicazione personale gli giunse subito in cuffia, quasi il sottoposto fosse al suo fianco a parlare.
    Tre,due,uno...trovato! Numerosi contatti rilevati, il reiatsu è fuori scala, le letture sono come impazzite!
    Un'altra voce si intromise con una nota di panico nelle parole.
    Gli schermi lampeggiavano come impazziti mentre righe e righe di file contenenti immagini si sovrapponevano l' uno all' altro.
    Le sirene saturavano l' aria con la loro voce stridula e come formiche impazzite gli scienziati sciamavano da una postazione all'altra
    Rilevati numerosi contatti, rilevo tracciature spirituali in gran numero...cinquecento...no ottocento...no, sono almeno un migliaio!
    Con pochi movimenti delle dita esperte il caporeparto battè alcuni tasti a lato del suo scranno accendendo un monitor che si riempì immediatamente di stringhe di dati intermittenti.
    Le voci continuavano ad abbaiare agitate confondendosi in una cacofonia assordante e facendogli dolere la testa

    Scansione effettuata, sono circa seicento segnature spirituali di classe mista delta ed epsilon...

    Rilevati numerosi contatti, il reiatsu è decisamente superiore alla norma, sono di classe gamma, Gillian, almeno una ventina!


    Altri duecento contatti alla porta ovest, in rapido avvicinamento


    Gli osservatori sulle mura riferiscono che un nutrito distaccamento di divoratori di anime volanti si è staccato dal gruppo principale e si stà dirigendo al cancello sud con grande velocità



    Signore, gli ufficiali della seconda e della quinta chiedono istruzioni sul modo di procedere, sono già entrati in contatto con alcuni elementi sbandati delle forze dell' hueco mundo


    Il panico si stava diffondendo nella sala.
    Doveva fare qualcosa, e in fretta, se il panico si impadroniva dello staff tattico era la fine, le difese sarebbero crollate come carta di riso davanti ad un uragano.
    Le vite degli shinigami là fuori dipendevano tutte da loro.
    Alzò dunue la voce sistemandosi la cuffia
    Mantenete la calma! Non voglio vedere panico in questa sala.
    Kawaguchi, voglio una stima precisa delle forze del nemico.
    Ookubo apri un canale di comunicazione con tutti gli ufficiali responsabili, e digli di tenersi pronti, i nostri avversari stanno arrivando.
    Agozono, Kuriokari, alzare immediatamente il kekkai interno ed esterno, convogliare tutta l' energia ai reattori primari, ora!

    Mentre parlava una enorme macchia rossa apparve sul plastico tridimensionale riempiendo l' intera area del campo di battaglia con il suo terrificante reiatsu.
    A differenza di quello raffinato dei due capitani questo era talmente grezzo che il computer lo leggeva come un hollow a sè stante, raffigurandolo come una colonna di nebbia cremisi.
    Tutti i monitor lampeggiavano impazziti mentre cercavano di stabilire una identificazione.
    Ma non ce ne era bisogno, era una visione che si spiegava da sola.
    Voglio immediatamente una immagine, non mi interessa la sorgente della pittofonte, ma la voglio subito!
    Datemi una visuale ho detto!

    Gridò con tutto il fiato che aveva rompendo il silenzio e sbloccando il gelo che era calato nel centro di comando e controllo.

    >

    Pochi secondi e un enorme schermo prese vita riempiendosi di scariche statiche, che dopo pochi secondi presero la forma di un corpo che sembrava umano in tutto e per tutto.
    Ma era così possente, ammantato di oscurità e trasmetteva una pressione spirituale impossibile per un mortale.

    image
    Si ergeva solo nella piana spazzata dal vento eretto come una statua dei tempi antichi.
    Tronfio, superbo, sicuro di sè e altero come un dio.
    E come poteva essere altrimenti?
    Guidava un esercito, era un sovrano, un eroe della sua razza, un guerriero...un conquistatore.
    E quando parlò lo fece con voce profonda, baritonale, degna di un capo.
    Ed era potente, inquietante, e ogni shinigami la udì rabbrividendo nel profondo del proprio animo mentre sentiva le gelide carezze della triste signora passargli a fianco ansiose di affondare nelle sue carni.
    Ascoltate shinigami, io sono Antonio Fuentes.
    Come i miei simili prima di me sono giunto in questo luogo per darvi battaglia e annientare le vostre fragili vite.
    Innumerevoli volte, su queste sabbie roventi, avete dato battaglia ai divoratori di anime.
    Innumerevoli volte avete vinto trionfando e crogiolandovi nelle vostre effimere conquiste.
    Ma oggi si scriverà una nuova pagina della storia.

    Sollevò una mano stretta a pugno, e compì un ampio gesto rabbioso con essa, quasi avesse voluto spazzar via con quel simbolico gesto tutto ciò che gli si stagliava davanti.
    Il suo reiatsu crebbe, ribollendo, schioccando, come un incendio affamato e bramoso di distruzione.
    Una pagina che recherà per sempre vergogna a voi e all'intera Soul Society che voi rappresentate.
    Sarà un capitolo scritto col vostro sangue.
    Perchè io non perderò.
    I miei seguaci annienteranno le vostre difese, abbatteranno le vostre mura, spazzeranno via come fuscelli la vostra futile resistenza e calpesteranno vittoriosi i vostri cadaveri per poi banchettare con le vostre misere spoglie.

    Si fermò, per dare tempo alla sua voce di spargersi per la città, come un vento malato, gramo, carico di terribili notizie.
    Presto sarebbe iniziata la strage, e lui avrebbe tratto infinita gloria dalla sua conquista.
    Che i poveri stolti di Las Noches si godessero il loro misero deserto di cenere, quella terra baciata dal sole e lambita dal vento del Sahel sarebbe stata il suo eterno feudo.
    Poi appena sentì gli ultimi residui della sua voce sparire riprese carico di sicurezza e superbia
    Non vi chiederò di arrendervi, non vi intimerò di deporre le armi, poichè ai miei servi voglio dare una battaglia memorabile.
    Non vi sarà concesso quartiere, poichè non sono qui per vincere, nè per ottenere il possesso di alcune misere pietre segnate dal tempo.
    No...io sono qui per uccidervi tutti.
    E adesso andate, poveri stolti, vi concedo pochi minuti per prepararvi al vostro fato e mettervi in pace con le vostre anime.
    Combattete bene, dei della morte, poichè il valore di un condottiero si misura dai suoi avversari, e se qualcuno tra voi osa sfidarmi...io sarò qui..

    E rimase fermo, mentre l' eco delle sue parole si scolpiva nei cuori di tutti.
    Nelle viscere del palazzo gli shinigami della dodicesima se ne stavano paralizzati parlottando tra loro in preda allo stupore.
    Il dubbio e la paura serpeggiarono per alcuni secondi tra i banchi carichi di computer e cogitatori di dati spirituali, prima che Kagutsushi con un urlo spaccatimpani riportasse alla realtà i suoi uomini.
    Il suo viso era imperlato di sudore, il suo cuore batteva a velocità folli, ma non aveva tempo di esitare.
    Lui era il responsabile delle difese, e finche lui avesse avuto respiro quell'avamposto non sarebbe caduto.
    Avanti, si può sapere perchè ve ne state immobili come pupazzi? Voglio i kekkai operativi al 100%, subito!
    Dispiegate le squadre di difesa, che ognuno si rechi alle postazioni assegnate.
    Oggi ci giochiamo la partita finale e che io sia dannato se permetterò anche ad uno solo di quei dannati hollows di mettere piede qua dentro.

    Poi la terra iniziò a tremare.
    Un rumore sordo, intenso, un terremoto che scuoteva le viscere stesse di quella ultima ridotta che sola si frapponeva tra il Cairo e la più grande sciagura che mai avesse scosso quelle lande.
    Gli schermi mostravano solo una enorme valanga bianca e nera, costellata di ali zanne e artigli famelici desiderosi unicamente di dilaniare e massacrare.
    Eppure tutti gli dei della morte sapevano, che nessuno di loro avrebbe ceduto.
    Non uno di loro si sarebbe ritirato.
    Nessuno avrebbe esitato.
    Perchè sapeva che sarebbe stato l' unico.
    Uno per uno tutti gli dei della morte estrassero le loro Zampakuto, e come un solo uomo le puntarono al cielo, con un grido di incitamento, scacciando così una volta per tutte la paura dei loro animi.
    Molti sarebbero morti quel giorno.
    Ma sarebbe stata una morte degna di entrare nella leggenda.
    Poi con il rumore di più di duemila zampe artigliate che scuotevano l'intera pianura, l' orda, iniziò il primo assalto.

    ____________________________________________



    Quando udite il rombo che si avvicina per voi è un pessima notizia.
    Già, perchè indovinate un po' quale delle divisioni ha l'incarico di fungere da linea di difesa avanzata?
    Le vostre squadre, decine di piccoli gruppi da tre, si spostano come fantasmi tra le rovine diroccate della cittadella esterna.
    Vi circondano abitazioni di fango e mattoni di terra cruda devastate dal tempo, edifici alti dai cinque ai dodici metri di due o tre piani vi circondano da ogni lato mentre i vostri sandali risuonano sull'acciottolato.
    In realtà le vostre mansioni sono ancora un mistero.
    Tutto ciò che vi è stato detto è di recarvi sul luogo di appuntamento convenuto, la piazza centrale del sobborgo, dove riceverete quelli che nel briefing pre-missione vi sono stati descritti come "supporti tattici statici".
    Si tratta di qualcosa di ancora sconosciuto per voi, ma che purtroppo ha una unica notizia certa su di esso, si tratta di una serie di ultimi ritrovati scientifici della XII divisione.
    Armi speciali che casualmente necessitano di una prova sul campo.
    E quale prova migliore può esserci di un'orda che è assolutamente necessario fermare?
    Il vantaggio è che i soggetti per sperimentare questi aggeggi sono cavie assolutamente impossibilitate a rifiutare.
    Voi.
    Guardate il lato positivo però, sarete in ottima compagnia a giudicare dagli sguardi preoccupati dei membri delle altre squadre d' assalto.
    Poi, dopo molti metri, quando ormai le mura esterne sembrano esigue e piccole in lontananza, quando ormai siete nella sottile linea che separa il deserto dal caseggiato, giungete sul luogo di ritrovo, dove decine di shinigami avvolti in un camice bianco si muovono erraticamente avanti e indietro come formichine impazzite portando con loro enormi casse di metallo dall' aspetto inquietante.
    Mentre siete assorti a contemplare quello spettacolo una voce vi richiama all' ordine.
    Si tratta di un membro della dodicesima divisione, che con aria insofferente e annoiata indica una tenda alle sue spalle.
    Ehi voi, siete della seconda giusto?
    Giusto voi cercavo, Kichinose-san vi aspetta nella tenda alle mie spalle.
    Sbrigatevi a prendere l'equipaggiamento, abbiamo pochissimi minuti!

    E di malagrazia vi spinge sotto la pesante costruzione di tessuto bianco latte.
    A quanto pare non inizia bene la vostra giornata, proprio no.

    CITAZIONE
    Bene bene, a quanto pare a voi nobili membri della seconda divisione spetta un compito tutt'altro che invidiabile.
    Per dare modo agli shinigami all'interno della fortezza di organizzarsi in modo preciso e ordinato è necessario che qualcuno rallenti l' avanzata degli hollows in ogni modo possibile.
    Per permettere ciò gli strateghi del centro comando hanno decretato che vengano effettuati per tutto il perimetro dell'avamposto attacchi mordi e fuggi allo scopo di creare scompiglio tra le file dell' esercito in avanzata.
    E indovinate a chi tocca la patata bollente di ripulire i quartieri ad EST?
    Esatto, proprio a voi.

    In questo post limitatevi a descrivere il vostro arrivo, le vostre reazioni alle parole di antonio e tutto quello che vi passa per la testa e che potrebbe accadere nel tragitto verso la piazza all' esterno (ovviamente senza prendervi troppe libertà).
    L'azione vera e propria inizierà dal prossimo post


  2. La Cittadella: L'Avamposto 29 si suddivide in 4 aree: NORD, SUD, OVEST, EST.Voi vi trovate in quella Est, che sembra sia stata presa di mira da un distaccamento che comprende circa duecento hollows e almeno sette Gillian: ognuna di esse verrà trattata come una zona separata al fine della descrizione delle azioni di ciascun gruppo...

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  4. Yami Kaguya
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    ¬ P r i m e r a ¬
    Intruderz

    C'era stata una parola, fra tutte quelle che aveva pronunciato, capace di farmi storcere il naso più di tutte quelle spese a presentarci una situazione...."complessa", come aveva voluto definirla.
    Quella parola, era disciplina.

    ..E così era quella, l'aria di un campo di battaglia?


    No, decisamente io e lei non andavamo molto d'accordo. Bastava vedere cos'ero intenta a fare al momento, su un tetto dodici piani sopra il livello del suolo.
    image
    Erano ormai passati cinque o dieci secondi, da quando avevo iniziato a fissare imbambolata l'orizzonte, sempre più soffocato dalla moltitudine di corpi che si stavano riversando sulla città, provenienti da Nord.
    E in quei pochi secondi, i ricordi delle ultime ore si rimescolavano come se qualcuno si fosse messo a rimestarli. Quel tempo tanto ridotto, rimbombava di immagini e suoni che sembravano rendere lo scorrere del tempo, immensamente più lento.

    Fastidiosa. Non c'era descrizione migliore, a mio dire.



    Per la precisione, il tutto iniziava dall'arrivo di Shinodari affianco a me, e la mia sorpresa nel rivedere lo Shinigami dopo tanto tempo. Dopo, i ricordi proseguivano con il discorso di Felio, subito dopo il mio cenno di risposta allo Shihouin. Ero però stata ben attenta, a cosa quello sguardo faceva trasparire. Ovvero niente, se non un certo grado di curiosità. Gli Onmikitsudo erano ancora lì attorno. Sguardi storti agli Shihouin erano dunque un tabù, per il momento. E in ogni caso, il discorso del Capitano della III spazzò via ogni pensiero futile come quello. La situazione che ci presentò non era grave come mi ero immaginata, ma ci mancava poco.

    L'avevo sentita fin dall'inizio, forse.


    Anzi, forse fra una battaglia simile e la guerra totale, non c'era poi molta differenza. Nella seconda avremmo schierato tutti i Capitani, almeno. Qui, saremmo stati una squadra di supporto guidata da due di loro. Due, contro un essere che rivaleggiava contro uno di loro, e che ci superava nettamente come potenziale bellico.
    L'unica spiegazione possibile per una simile scelta, era che il Seireitei avesse deciso consapevolmente di non impiegare altre forze a parte quelle lì presenti, per quel genere di nemico. Forze a cui erano stati persino aggiunti degli studenti all'ultimo, a detta del Sanada. Tutte quelle decisioni, portarono la mia attenzione su tematiche diverse, almeno per qualche secondo.
    Cosa temeva, il Seireitei, per decidere di privarsi di appena 1/6 delle proprie pedine migliori, di fronte a una situazione così peculiare, per non dire unica?

    Solo non me ne ero resa conto.


    L'unica risposta possibile, era "qualcosa di più grave". Quella invece alla domanda su cosa potesse esserlo nello specifico....per certi versi temevo di non volerla sapere.
    Anche perchè era chiaro che a tali domande, non sarebbe comunque arrivata risposta nè quel giorno, nè a breve. Dopo quel discorso iniziale di Felio, c'era stato il briefing, e subito dopo ancora l'apertura del Senkaimon. Così che prima ancora di rendermene effettivamente conto, il mio tabi aveva pestato il suolo africano per la prima volta.
    Sperando non fosse anche l'ultima.

    I momenti successivi all'arrivo poi, non riuscivo a ricordarli con precisione. Fra il vociare, gli sguardi tesi, e ciò che successe dopo, la mia percezione della realtà aveva finito per perdere colpi.
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    Soprattutto dopo l'apparizione di quel Reiatsu così imponente, di dimensioni mai avvertite prima, e che stava alla testa di centinaia di più piccoli, ma non per quello decisamente più deboli...qualcosa di inspiegabile. Una sensazione che mi aveva dato il voltastomaco, quasi quanto le parole che il suo padrone pronunciò, presentandosi come Antonio Fuente.

    Sembrava incarnare l'odore stesso dei cadaveri. Mi faceva ribrezzo.


    Se il primo però era il malessere che il mio corpo mi comunicava sotto gli ordini del'istinto di sopravvivenza...l'altro non era nient'altro che l'insofferenza per un discorso con basi più che valide, quello era inutile negarlo.
    Ma che otteneva l'effetto di caricarmi, più che di farmi rassegnare alla morte.
    Fra quelle due sensazioni però riuscii, di poco, a far vincere la seconda. Mi sembrava che persino respirare si fosse fatto difficoltoso, ma feci del mio meglio per rivolgere piuttosto la mia attenzione al capitano dell'VIII, e al suo bizzarro discorso. In qualche modo però, anche se di poco, la sua energia migliorò le cose, così scoccai un'occhiata ai miei compagni, ma non feci la prima mossa per prendere parte a quello che mi sembrava una sorta di Rito tradizionale. Di certo però avrei evitato di rovinare l'umore, se quelli attorno a me avessero voluto parteciparvi.

    Molti di quelli attorno a me invece, sembravano delle fiere che avevano fiutato la preda.


    Infine, poi, era giunto il momento cruciale. L'ordine di portarsi alle proprie posizioni, di compiere il proprio dovere. Di morire se ciò fosse stato necessario. In quel momento però mi unii autonomamente, alle file di Shinigami che avevano rivolto le proprie lame al cielo, per quanto poi finii per rinfoderarla subito dopo, iniziando a muovermi come tutti i miei compagni verso la zona più esterna della Cittadella, zona a noi assegnata in quell'assedio.
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    Mi voltai solo un'ultima volta, verso tutti gli altri. E uno di loro in particolare.
    Rimasi a fissarla per alcuni attimi interminabili, quell'altra schiena vestita di bianco che avrebbe probabilmente avuto un ruolo cardine in quella battaglia.

    Tranne lui, ovviamente.


    Però non riuscii a pensare niente. Non ero riuscita nè a parlargli, nè ad avvicinarmi, in tutto il trambusto e la febbrile attività che avevano preceduto quel momento in cui le strade dei vari gruppi si sarebbero divise fino al termine della battaglia. Non sapevo se non ne avevo avuto il coraggio, o se semplicemente capissi pure io, che non c'era tempo per cose così stupide.
    Così, alla fine mi voltai senza nemmeno provare a urlare un "Ganbattè". Forse era meglio lasciare che le cose facessero il loro corso a quel modo, e credere che fosse meglio iniziare con un "Gokuro sama", a cose finite, nel mio perfetto stile di contraddizioni continue. A quel punto l'avrei potuto dire in maniera sincera, e senza note di preoccupazione nella voce.

    Guardandolo, sentivo come un filtro.
    Come qualcosa che tocca la morte, ma non lascia che il suo puzzo lo tocchi di rimando.


    Se invece ciò non fosse stato possibile....era allo stesso modo meglio così. Qualsiasi cosa potesse succedere per impedirmi di farlo, non volevo ci fosse lui a guardarla.

    Ero in conclusione finita dov'ero ora, dunque. Intenta a fissare a svariate decine di metri d'altezza, l'esercito nemico e l'immenso banco di energia spirituale che producevano, così possente se confrontato a quello che rappresentava noi stessi. Lo guardavo, e mi chiedevo chi poteva uscirsene, con un'idea abbastanza buona da usare quelle poche pedine che avevamo, per una strategia in grado di ribaltare quel pronostico tanto deprimente che ci vedeva come una dispensa per degli animali.
    Comunque, non ero persa nei miei pensieri. Quei dieci secondi furono tutto il tempo che mi concessi, e tutto quello che usai per lasciare spazio a dubbi, perplessità e paure. Una volta distolto lo sguardo dal branco in lontananza, mi rimisi a cercare le teste dei miei compagni di squadra. Mi ero staccata dalla formazione un istante, andando contro tutti quei presupposti di "disciplina" che Felio credeva avessimo tutti, ma avevo sentito un bisogno assoluto di guardare almeno da lontano, ciò che avremmo dovuto affrontare.
    Soddisfatta quella esigenza, potevo tornare a seguire le regole di quella "disciplina" che da un certo momento in poi, sapevo avrebbe fatto la differenza.

    Riguardo a me...era semplicemente troppo presto.

    Forse, riguardo a una cosa simile. io ne avevo solo in maniera minore, senza che ci fosse la presenza di un ufficiale a ricordarmi il mio posto. Ma di base, sapevo limitarmi, e quindi non persi altro tempo là sopra, e saltai nel vuoto sulla scia di due teste che mi sembravano particolarmente familiari.
    La fortuna di quella situazione, era che i palazzi erano alti e rovinati, il che mi permise di scendere così come ero salita, per quanto in una maniera meno ortodossa. Basti dire che scesi di piano in piano e di palazzo in palazzo senza usare le scale, così come l'avevo fatto per la salita.

    Lo sentivo tutto attorno a me. Ci avrebbe messo ben poco, ad appestarmi.

    Era il modo più rapido per tornare al piano terra di lì a qualche secondo, come feci, così da potermi ricongiungere con Shinodari e l'altra ragazza,di cui avevo colto quantomeno
    image
    il kanji "yuki" nel nome, sempre se avevo afferrato bene almeno per quella piccola parte il suo nome, nel momento in cui avevano decretato i singoli gruppi per le varie operazioni.

    Gomén, dovevo vedere una cosa.

    Probabilmente non avrei fatto proprio la figura della brava shinigami, nè con loro nè con nessun altro. Tuttavia sapevo come ero fatta, così come sapevo che ora che mi ero tolta quella soddisfazione, non avevo nessun problema a concentrarmi unicamente su ciò che avevo davanti, e su ciò che avrei dovuto affrontare di lì a poco.
    Anche se non ero così sicura di poterlo fare, riguardo a una cosa: ovvero ciò che era stato descritto a me come a tutti i miei compagni di brigata, come "supporti tattici statici".
    Nient'altro, solo quei termini che non spiegavano nulla.

    Anche se alla fine, non me ne sarebbe importato.


    L'ennesimo esempio, di quella burocrazia arrogante che le persone con uno status sociale superiore, detenevano nei confronti di chi gli era "inferiore". Avevo ricevuto un ordine, e avrei dovuto eseguirlo senza porre domande, come effettivamente avevo fatto. Nessuna risposta ne sarebbe venuta, e se avessi insistito, sarebbe uscito solo qualcosa come "non ti riguarda".
    Per fortuna che avevo già messo a tacere, i pensieri su come alla fine quell'orda famelica agli ordini di un loro superiore, non fosse poi così diversa da quello che vedevo attorno a me. Macchine, nulla di più. Apparentemente privi di individualità, senza necessità di sapere i particolari di ciò che erano mandati a fare, da cui si aspettava obbedienza e da cui non ci si sarebbe aspettati un ritorno come cadavere, o semplicemente la sparizione nella confusione della battaglia.
    Come gli Hollow, anche io mi trovavo lì per mia scelta, ovviamente. Ma a parte quello, i miei poteri attuali non mi consentivano di recidere i fili da marionetta che guidavano le mie azioni quel giorno, e che l'avrebbero fatto ancora per molto tempo.

    Sapevo che prima ancora di accorgemene, quella puzza mi sarebbe sembrato il mio odore naturale.


    Sopra quel tetto, i desideri a lungo termine erano spariti. Avevo semplicemente realizzato, che prima di tutto volevo la forza per essere qualcosa di superiore, a ciò che ero ora.
    Tuttavia quel giorno, avrei dovuto rassegnarmi all'essere semplicemente un soldato come tanti. Si sentiva davvero, odore di Seconda nell'aria, dopotutto.

    Dopo che il rumore dei nostri passi lungo le vie andò scemando man mano che i gruppi giungevano a destinazione, però, abbandonai anche tali pensieri negativi, limitandomi a fissare il posto in cui eravamo arrivati. Era il parte sul limitare fra il deserto e la parte "civilizzata" di quel luogo, e ne aveva del tutto l'aspetto. Tranne per la quantità di camici bianchi che vi si aggirava, in febbrile attività e intenti a trasportare casse e casse di dimensioni ragguardevoli, contenenti probabilmente materiale utile a loro...o forse a "noi". Fino ad allora, la fama della XII come "costrutti tecnologici" era sempre stata positiva, riguardo a quelli di uso comune. Ma per quello che riguardava le "novità"....guardandomi intorno, non sembravo essere l'unica, a nutrire un pizzico di esitazione, nel farsi avanti bandanzosamente e provare sul campo ciò che quelle menti "superiori" avevano sfornato e prodotto per quell'occasione.

    E sapevo che in quel momento, l'odore della pace avrebbe potuto svanire dalla mia mente.


    L'idea non mi entusiasmava, inutile negarlo. Ma che dire. Se mi davano una cosa che esplodeva, potevo quantomeno sperare di poterla tirare addosso a qualcosa, e fare in modo che si rendesse utile lo stesso. L'intera situazione, era di per sè una partita a dadi con la vera Morte. Una scommessa in più o in meno, era solo una scommessa come tutte le azioni che avremmo intrapreso durante la partita.
    Certo sperai non lo fosse troppo per loro, sul funzionamento di qualsiasi cosa ci avessero dato. Un'arma che non funziona al momento sbagliato dà problemi, al momento sbagliatissimo ti porta sottoterra con lei.

    In mezzo a quei pensieri comunque, notai un dettaglio che forse era ora di correggere: la parte maschile del nostro piccolo gruppo la conoscevo, anche se al 100% solo riguardo al nome.

    Il fetore della guerra, sarebbe stato il mio fetore.

    Riguardo alla ragazza che dimostrava i miei stessi anni a prima vista, non potevo però dire la stessa cosa. Mi voltai quindi verso di loro del tutto, e mi schiarii un attimo la voce.

    Emh..sò che avrei potuto farlo prima, e che finora sono stata loquace come un sasso, ma...beh, sembra dovremo fare squadra da qui alla fine di tutto questo casino. Dunque...
    Il mio nome è Yuuki, piacere di conoscere te, e di rivedere voi, Shinodari-san. Farò del mio meglio per evitare e risolvere quanti più problemi potrò.


    Temevo quell'affermazione, sapesse di smargiasasso e di una che si credeva capace di far tutto da sè. Tuttavia era anche la verità, o meglio il mio proposito.
    Avevo già visto un mio compagno, morire al posto mio. Tutto ciò che avrei potuto fare per evitare di nuovo una cosa simile...l'avrei fatto. Alla fine, tutto si riduceva a quel singolo desiderio. Tremendamente semplice.
    Anche se quello, dipendeva in gran parte da ciò che la XII ci avrebbe fornito. E che sembrava avremmo scoperto presto, visto come di lì a poco uno dei tipi in camice venne finalmente a interagire con noi.
    Non in maniera tranquilla, ovviamente.

    E probabilmente solo abbracciando quel filtro, avrei potuto liberarmene.
    Sempre che non ci mettessi troppo, e riuscissi a ottenere una cosa simile prima del momento fatale.
    Prima che questo fetore sia troppo anche per lui, da ignorare.


    Anzi, non ero nemmeno così sicura che la fretta con cui ci spinse verso uno dei teloni in cui le scatole erano finite, fosse del tutto causata dalla situazione di emergenza.
    In fondo, qualsiasi scenziato arrivato alla fase finale di un progetto, freme più di ogni altra persona per svolgerne il collaudo, no?
    Delle tante domande, a quella immaginavo di poter dare facilmente risposta...
     
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  5. Shinodari
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    Esistono due tipi di battaglie.
    Quelle per salvare la Vita e quelle per salvare l'Onore.
    Quando combatti devi sempre sapere in che battaglia ti sei cimentato...


    -La mia battaglia è quella di proteggere gli innocenti, di riportare indietro i mie compagni vivi, di tornare da colei che amo.-



    Cosa si prova da ascoltare la propria sentenza di morte?
    Una domanda a cui potevo dare una risposta.
    Non provai nessuna emozione, perché sarei sopravvissuto e avrei aiutato i miei compagni a sopravvivere.
    Non era per vana gloria, non mi credevo invincibile, più di una volta avevo fronteggiato la mia nemesi ed ero tornato dagli Inferi. ma non era nulla di tutto ciò a mantenere il mio cuore calmo. Avevo un motivo per vivere, per tornare indietro. Volevo ricordare ciò che avevo dimenticato, volevo rivedere ancora una volta quel volto luminoso immerso nelle ombre. Sentivo che era importante, era la mia ancora di salvezza, il mio legame con la vita. La mia Hime dono.
    Le parole pronunciate durante il briefieng da Felio sama echeggiavano ancora nella mia mente, mescolandosi a quegli attimi frenetici che si erano susseguiti subito dopo, durante i preparativi per la partenza.
    Non ero riuscito a salutare nessuno, né la mia famiglia, né gli shinigami che avevo intravisto nella sala, conosciuti durante il mio addestramento con Matamune.
    Ma non avevo rimpianti, la parola “sayonara” era rivolta solo ai miei nemici. Ed io non avevo intenzione di sprofondare nel pessimismo. Lo sapevo dannatamente bene che la situazione non era delle migliori, che a dirla tutta era un eufemismo sperare che fosse solo complicata, perché peggio di così non sarebbe potuta andare, ma mi era stato insegnato a non arrendermi ed avrei onorato quella promessa.
    Poco prima di passare il portale, la sottile linea che separava la Soul Society dal suolo africano, avevo intravisto mio fratello Seiryuu, scivolare come un'ombra silente tra coloro che restavano. Solo per un attimo i nostri sguardi si erano incrociati. Avevo sollevato il pollice verso l'alto il tempo necessario affinché lui vedesse, affinchè comprendesse: avrei compiuto il mio dovere mantenendo fede ai principi della nostra famiglia.

    La quiete prima della tempesta. Il silenzio prima dell'annuncio della nostra condanna a morte.
    Le parole di Antonio Fuentes rimbombarono attorno a noi, come se bastasse solamente il suo discorso a schiacciare la nostra resistenza, a fiaccare i nostri animi.

    Oggi si sarebbe scritta una pagina di storia.
    Ero ben conscio che il nostro sangue sarebbe stato versato fin troppo copiosamente; i nostri nemici erano troppi per non subire delle perdite, ma da qui alla totale disfatta avremmo detto la nostra. Avremmo riscritto il finale.
    Non potevamo permetterci di essere annientati, dovevamo arrestare la loro avanzata a qualunque costo.
    Si dice che più è grande il nostro avversario è più fa rumore quando cade.
    E la troppa sicurezza è un'arma a doppio taglio.
    Non ci saremmo trasformati nelle sue vittime sacrificali, da offrire in cambio dell'immortalità, non avremmo sancito un giorno d'infamia per la Soul Society, non avremmo lasciato al loro destino gli abitanti del Cairo.
    Voleva spaventarci? Crogiolarsi nell'attesa della sua vittoria schiacciante su un effimero gruppo di dei della morte? Beh, si sbagliava di grosso. Potevo avere dei sospetti sul perché non fossero state dispiegate forze più numerose, ma di certo avevo fiducia nei nostri due capitani, nei mie compagni, in me stesso.
    Un coro di anime in sincronia si levò verso il cielo, innalzando la nostra zanpakuto, il nostro frammento di spirito; poco importava che molti di noi non l'avessero ancora risvegliata, io ero certo che mi sarebbe stata accanto fino alla fine.
    Quegli attimi che il condottiero ci aveva concesso non li avremmo sprecati, avremmo impiegato ogni istante prezioso per organizzarci.

    Il rombo assordante sancì l'inizio del nostro conto alla rovescia.
    Se il tempo avesse raggiunto lo zero, avremmo avuto sulla coscienza decine di migliaia di vittime innocenti.

    Ed eccomi al presente a camminare su quel terreno arido, circondato da rovine di quello che un tempo doveva essere un centro abitato.
    Mi muovevo verso il luogo dell'appuntamento in compagnia delle mie due colleghe. La nostra divisione era stata divisa in gruppi da tre per ottimizzare la nostra mobilità. Avevamo il delicato compito di fungere da linea di difesa avanzata. E questo non era sinonimo di ampie probabilità di sopravvivenza, ma preferivo non pensarci.
    Lasciai vagare lo sguardo verso l'alto dove Yuuki volteggiava saltando da un palazzo diroccato all'altro.
    Sembrava proprio un gatto.
    Già, come quella volta che era piovuta dal cielo, al nostro primo incontro.
    Uno spirito libero e ribelle, ciò che avevo percepito in lei, ciò che mi era dato sapere.
    L'altra shinigami era una sorta di mistero per me. Non mi ricordavo di lei, ma non credevo che Seiryuu avesse deciso di prendere di mira anche quella fanciulla dai capelli verdi dall'aria riservata. Tra l'altro il suo nome mi ricordava quello dello shinigami, che ai tempi dell'addestramento con il Vicecomandante della VII Brigata mi aveva teso per primo la mano: Takeo Kikuta. Era per caso una sua parente? Osservando al sua fisionomia, almneo all'apparenza sembravamo essere coetanei, come del resto con Yuuki, che forse era di un paio d'anni più grande di noi. Davvero un bel quadretto, un gruppo di ragazzini che giocavano a fare gli eroi.
    Il nostro angelo volante decise alla fine di planare al nostro fianco, distogliendomi dai miei pensieri.


    Gomén, dovevo vedere una cosa.

    Scossi lievemente la testa come per farle capire che non aveva importanza, che le scuse non erano necessarie. In fondo finché non entravamo in battaglia, ognuno era libero di impiegare come meglio desiderava il tempo rimastogli.

    Alla fine arrivammo a destinazione.
    L'afflusso dei membri della dodicesima nel luogo convenuto non mi rendeva per niente tranquillo, soprattutto per via della strana terminologia esposta nella riunione pre-missione.
    "Supporti tattici statici"... Perché avevo la brutta sensazione che scoprire il significato di quel termine non mi sarebbe piaciuto affatto?
    Sarà forse per il contenuto misterioso di quelle casse che si affrettavano a spostare avanti e indietro seguendo un loro schema logico?
    Ancora una volta fu Yuuki ad attirare la mia attenzione, schiarendosi la gola per prendere la parola.

    Emh..sò che avrei potuto farlo prima, e che finora sono stata loquace come un sasso, ma...beh, sembra dovremo fare squadra da qui alla fine di tutto questo casino. Dunque...
    Il mio nome è Yuuki, piacere di conoscere te, e di rivedere voi, Shinodari-san. Farò del mio meglio per evitare e risolvere quanti più problemi potrò.

    Sospirai.
    No, così proprio non andavamo bene. Troppo formale.
    Cercai lo sguardo della shinigami, fissandola con espressione seria.


    -Yuuki, lasciamo perdere i convenevoli. Niente onorifici, niente voi. Tra di noi non ci sono ufficiali, ne' nobili che meritino un trattamento di rispetto superiore agli altri.- E mentre parlavo, strappai il simbolo della mio clan, della mia eredità, gettandolo a terra. -Non sono uno Shihouin, non qui, non ora. Sono semplicemente uno shinigami come voi due, un vostro compagno, nulla di più. Yuuki, tu non farai del tuo meglio per evitare e per risolvere più problemi che potrai. Noi faremo del nostro meglio per risolvere gli ostacoli che si pareranno davanti. Tutti assieme, come una squadra. Io non lascerò indietro nessuno e mi impegnerò a riportavi indietro vive. Pensi di riuscirci? Dalla nostra coordinazione dipende la nostra vita.- Poi mi voltai verso Miyuki -Perdona se non ci siamo presentati prima. Sono Shinodari. E perdona la mia domanda forse fuori luogo. Per caso sei una parente di Takeo Kikuta?-

    Rimasi in silenzio, in attesa di una loro risposta.

    C'è un tempo per le presentazioni e un tempo per i nostri doveri di dei della morte, come di seguito ci ricordò un impaziente shinigami in camice bianco, che ci spinse con modi poco cortesi all'interno di una tenda.
     
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  6. Chidori'93
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    Il trio

    L’aria è tesa, elettrica, pervasa dall’ansia, dall’agitazione e dal nervosismo emanati dalle figure in nero che riempiono la stanza.
    Continuo a guardarmi attorno, spaesata.
    Macchie di colore bianche in un oceano di nero attirano la mia attenzione: i candidi haori dei due capitani.
    Uno di loro è Felio.
    L’altro è il capitano della VIII brigata, come testimonia il numero impresso sulla nivea stoffa, un ragazzo dai capelli nerissimi.
    Takeo.
    Il mio sguardo viene attirato dalla familiare figura dai capelli biondi, in piedi tra gli altri ufficiali.
    La mia sicurezza vacilla per un istante, per un istante immagino di corrergli incontro, prenderlo per mano e tornare a casa ridendo e scherzando, come se non fossimo sotto attacco, come se niente stesse minacciando la pace e la sicurezza della Soul Society.
    Per un istante.
    Chino il capo con un sospiro triste, cercando di obbligarmi ad affrontare la realtà.
    La voce, calma e autorevole di Felio, spezza quel silenzio opprimente.
    Da quando ho messo piede nella sala dell’Accademia, non ho ancora sentito nessuno aprire bocca, nemmeno per scambiarsi un saluto.
    Sentire finalmente un suono, una voce, è un vero e proprio sollievo.
    Alzo lo sguardo posandolo sul neo capitano della III, senza che sul mio volto sia possibile scorgere alcuna emozione.
    Ascolto.
    Sento la tensione in me crescere ad ogni parola dello shinigami, nonostante la sua voce sia calma e pacata.
    E così è questo che sta accadendo: un menos con al seguito un indefinito numero di hollows sta attaccando la Soul Society.
    Apprezzo che Felio non ci nasconda la reale entità del pericolo che ci troveremo ad affrontare di qui a poco: “critica”, è così che definisce la situazione.
    Aggiunge però che nonostante questo non stiamo andando al macello, che siamo quanto di meglio la Corte delle Anime Pure può mettere in campo.
    Questo però non posso crederlo.
    Non posso credere che io sia stata investita a shinigami e reclutata per questo motivo, non posso credere che io, che fino a poche ore fa ero solo una semplice studentessa, sia tra il meglio che la Soul Society può schierare.
    E i capitani! Dove sono gli altri capitani?
    Se la situazione è davvero così devastante, perché solo due dei capitani vi prendono parte?
    Non riesco a capire.
    Ma per una volta lascio stare i miei dubbi, ripromettendomi che mi limiterò ad eseguire qualunque ordine mi venga impartito, senza fiatare, senza perdere tempo a chiedermi perché lo faccio.

    *

    Una voce, completamente diversa da quella di Felio, riempie l’aria, accompagnata da un ondata di reiatsu opprimente e violento, carico di minacce, accogliendoci appena attraversato il Senkaimon.
    Mi porto istintivamente una mano al collo, sfiorando il nastro di seta nera, quasi cercando di schermarmi da quell’energia, di liberarmi dalla presa ferrea causata dalla sua potenza che mi serra la gola.
    Deglutisco a fatica, sentendo la tensione crescere ulteriormente, fino quasi a diventare insostenibile.
    Ascolto.
    Dopo il discorso del capitano, ascolto anche quello del nostro nemico.
    In confronto alla potenza del reiatsu del nostro avversario, le sue parole suonano quasi rassicuranti.
    Il silenzio cala di nuovo, greve e pesante.
    Un borbottio, poi la voce del capitano Shohei risuona nitida nell’aria.
    Chiede se qualcuno di noi sa perché il nostro avversario, presentatosi come Antonio Fuentes, abbia ragione.
    Guardo il moro capitano con poco interesse, non mi sento per nulla in vena di azzardare ipotesi sul perché questo Antonio abbia appena finito di dire che scriverà questo capitolo della storia col nostro sangue, e tanto meno voglio sapere come mai uno dei due capitani gli dà ragione.
    Anche perché la risposta che mi viene in mente è solo una: Antonio e il suo esercito hanno un indiscutibile vantaggio su di noi.
    Shohei sembra ammiccare, sorridendo: afferma qualcosa sul fatto che questa terra accetterà soltanto il sangue di chi la difende perché degli hollow non rimarrà più niente, una volta falciati.
    Lo guardo cupa: mi sembra una ben magra consolazione.
    Il capitano, imperturbabile, si avvicina a Takeo, invitando Felio a fare lo stesso.
    La sua voce è affabile e divertita, mentre ci chiede di eseguire il rituale delle 13 squadre.
    Il mio sguardo si fa ancora più cupo.
    Se fossi io il capitano, spenderei i minuti che il nemico ci ha concesso nel cercare di organizzare al meglio le mie forze.
    Altro che stupidi ed inutili rituali.
    Posso capire che speri in questo modo di sollevare un po’ il nostro morale, ma su di me queste stupidate hanno l’effetto opposto: se la situazione è critica va presa come tale, non ha senso cercare di farla apparire più distesa.
    Comunque, ricordo il mio buon proposito di seguire gli ordini, indipendentemente dalla loro natura, e mi dico che forse è il caso di iniziare ad obbedire senza discutere proprio da ora.
    Sforzandomi di non apparire svogliata, eseguo quel dannato rituale.
    Mi sento furiosa ed estremamente irritabile, non ho mai reagito bene quando mi trovo sotto pressione.
    Finalmente Shoehi sembra soddisfatto del suo discorso di incitamento, e si decide a darci istruzioni su come muoverci: la seconda squadra è assegnata alla Cittadella.
    Rinfodero con un gesto brusco la zampakuto, guardandomi intorno alla ricerca dei miei compagni.
    Riconosco tra la folla alcuni visi già noti, come quello di Soren e di Rie.
    Sono un po’ stupita di vedere la ragazza dai lunghi capelli corvini: anche lei a quanto pare è stata promossa a shinigami per l’occasione.
    Non ho idea a chi io debba esattamente unirmi, non avendo mai prima d’ora messo piede nella sede della seconda brigata e non conoscendo quindi i suoi componenti.
    Gli unici shinigami della seconda che ho mai visto sono stati quei due tizi strambi che hanno affidato a me, Rie, Killua e Akira quella curiosa missione di infiltrazione. Mi auguro con tutto il cuore di non trovarmeli davanti, di non dover lavorare con quei due in una missione così importante.
    Cercando di cancellarmi dal viso quest’espressione tetra e infastidita, mi dirigo ubbidientemente nel luogo che mi è stato indicato, continuando a pregare di non incontrare quei due loschi tizi.

    *

    Mi trovo nella cittadella, tetra e desolata.
    La mia preghiera è stata esaudita: dei due tizi non c’è traccia.
    Invece mi ritrovo parte di un piccolo trio formato, oltre che da me, da un ragazzo e da una ragazza.
    Entrambi sembrano avere all’incirca la mia età: la ragazza è alta quanto me, ha capelli neri e lisci e occhi dorati.
    Il ragazzo è più alto, anch’esso con occhi color dell’ambra e capelli castani corti e spettinati, rischiarati da riflessi ramati.
    Mi vergogno un po’, ma quando siamo stati chiamati a formare i gruppi, non ho afferrato il nome di nessuno dei due.
    So solo che la ragazza ha un nome simile al mio, che suona come “yuki”, o qualcosa di simile.
    A proposito della ragazza: la missione non è nemmeno iniziata e già l’ho persa di vista.
    Sono tesissima, nella mia testa passano sfrecciando pensieri di ogni tipo, per la maggior parte stupidi e superflui, pensieri del tipo: “Domattina sarò esausta, mi darò malata anziché presentarmi all’accademia” oppure “Avrei dovuto andare a letto prima stanotte”; li scaccio bruscamente, cercando di sgombrare completamente la mia mente.
    La ragazza riappare al nostro fianco, scendendo agilmente da un edificio diroccato, scusandosi.
    Scuoto appena la testa, facendole intendere che la sua breve assenza non è stata un problema.
    Continuiamo a camminare, dirigendoci verso il luogo che ci è stato indicato.
    Ci muoviamo silenziosamente tra le rovine della cittadella esterna, come fantasmi in un castello abbandonato.
    Ho cercato di non pensarci, ma è inutile: non riesco a cancellarmi dalla mente l’immagine di Takeo, come l’ho visto appena prima di unirmi alla seconda squadra.
    Gli occhi azzurri, i capelli dorati, il tatuaggio inciso sul viso abbronzato…
    Ho preferito non dirgli niente: ho temuto che, se ci avessi provato,non avrei retto, che la maschera di ghiaccio che indossavo sarebbe andata in frantumi, lasciandomi scoperta ed indifesa. Sapevo di non potermelo permettere.
    I miei occhi hanno indugiato a lungo sulla sua figura, cercando quello sguardo sicuro tanto familiare, quasi supplichevoli.
    Ma mi sono imposta di resistere, di non correre da lui.
    Deglutisco, avvertendo un dolore acuto al petto.
    Senza che io possa impedirlo la mia mente si mette nuovamente in moto, i pensieri iniziano a galoppare.
    Potrebbe succedere di tutto in una battaglia di questa portata, potrebbe succedere di tutto anche ad uno shinigami forte ed esperto come Takeo, potrebbe su-
    Stringo i denti, bloccando all’istante i miei pensieri.
    Non posso permettermi di pensare in negativo, non posso permettere che la mia mente immagini cosa potrebbe accadere nella peggiore delle situazioni.
    Non posso permettere di farmi prendere dallo sconforto, devo sfruttare tutta questa tensione, convertirla in voglia di battermi.
    Sono ancora in lotta con questi pensieri, quando finalmente arriviamo nella piazza del sobborgo: è brulicante di figure in bianco con lunghi camici che strusciano sull’acciottolato, e diverse tende sono state allestite tutt’intorno.
    Reprimo una smorfia: se c’è una divisione che proprio non sopporto, bè, quella è la XII.
    L’unica cosa che c’è stata detta è che qui ci verranno forniti dei "supporti tattici statici".
    Cosa voglia dire poi, mi piacerebbe saperlo.
    Eppure questa volta non mi dà particolarmente fastidio fare da cavia umana a quel manipolo di scienziati pazzi.
    Del resto la situazione è già critica, sarà dura che quelli della XII riescano a peggiorarla.
    Magari una volta tanto ci forniranno qualche aggeggio utile e, in caso contrario, se ci rifileranno del ciarpame, potrò sempre buttarlo via e fare alla vecchia maniera, con zampakuto e un po’ di sano hakuda.
    La ragazza si schiarisce la voce, prendendo la parola:

    CITAZIONE
    Emh..sò che avrei potuto farlo prima, e che finora sono stata loquace come un sasso, ma...beh, sembra dovremo fare squadra da qui alla fine di tutto questo casino. Dunque...
    Il mio nome è Yuuki, piacere di conoscere te, e di rivedere voi, Shinodari-san. Farò del mio meglio per evitare e risolvere quanti più problemi potrò.

    Riemergendo dai miei pensieri, ricordo improvvisamente che nemmeno io mi sono ancora presentata.
    A quanto pare Yuuki ed il ragazzo si conoscono già, ma non è questo a sembrarmi curioso, quanto il fatto che lei si riferisca allo shinigami dandogli del “voi”.
    Il ragazzo prende la parola:

    CITAZIONE
    Yuuki, lasciamo perdere i convenevoli. Niente onorifici, niente voi. Tra di noi non ci sono ufficiali, ne' nobili che meritino un trattamento di rispetto superiore agli altri. Non sono uno Shihouin, non qui, non ora. Sono semplicemente uno shinigami come voi due, un vostro compagno, nulla di più. Yuuki, tu non farai del tuo meglio per evitare e per risolvere più problemi che potrai. Noi faremo del nostro meglio per risolvere gli ostacoli che si pareranno davanti. Tutti assieme, come una squadra. Io non lascerò indietro nessuno e mi impegnerò a riportavi indietro vive. Pensi di riuscirci? Dalla nostra coordinazione dipende la nostra vita.

    Assisto un po’ stupita a quel discorso, osservando perplessa ciò che Shinodari ha appena gettato a terra.
    Mi sa che mi sono persa qualcosa di questa storia. Nobili? Ufficiali?
    Mi ricompongo, cancellandomi la perplessità dal viso, quando lo shinigami si rivolge a me:

    CITAZIONE
    -Perdona se non ci siamo presentati prima. Sono Shinodari. E perdona la mia domanda forse fuori luogo. Per caso sei una parente di Takeo Kikuta?-

    Le parole di Shinodari mi colpiscono come un pugno nello stomaco.
    Rimango per un secondo immobile, fissando i miei occhi in quelli dorati del ragazzo.
    Non è strano che uno shinigami, facendo la mia conoscenza per la prima volta, mi chieda se sono parente di Takeo.
    Solo che… Non me l’aspettavo, non mi aspettavo di sentire pronunciare il suo nome da un estraneo, proprio mentre cercavo di focalizzare la mia mente su pensieri più costruttivi e socialmente utili, ben diversi da quelli infantili e tendenti al piagnisteo che lottano per prendere il sopravvento su di me.
    Ma mi riprendo subito, dipingendomi sul viso un sorriso un po’ tirato a causa del nervosismo:

    Chiedo scusa, nemmeno io mi sono ancora presentata: sono Miyuki. E si, sono parente di Takeo…

    Esito un attimo

    …Sua sorella, per la precisione…

    Abbasso appena la voce e lo sguardo.
    Comunque, mi piace la determinazione di Shinodari.
    Mi sento quasi in dovere di aggiungere qualcosa e di rendere partecipi i miei compagni della mia risolutezza nel portare a termine questa missione a qualunque costo, ma purtroppo non sono mai stata molto brava con le parole, in particolare quando, come in questo momento, sono così nervosa, quasi irata.
    Così mi limito a poche parole, accompagnate da un cenno del capo, dette quasi a rinforzare le frasi dei miei due compagni.

    Ce la faremo.

    Le nostre riflessioni sull’esito della missione vengono bruscamente troncate da un membro della XII, che ci si avvicina con fare insofferente.
    Chiede se siamo della II, asserendo che nono-so-chi-san è nella tenda alle sue spalle ad aspettarci, e di sbrigarci che non c’è tempo da perdere.
    Lo guardo torva: già sono nervosa, la XII divisione non mi piace affatto e ancora meno mi piacciono i suoi esperimenti, soprattutto quando sono io che devo fare da cavia.
    Se vuole ritrovarsi col naso rotto, quest’atteggiamento strafottente è il modo migliore per ottenerlo.
    Mi impongo di controllarmi, dicendomi che tra gli ordini che mi sono stati dati il “non massacrare nessuno che sia dalla tua parte” è quanto di più scontato e sottointeso ci possa essere.
    Mi limito a lanciare uno sguardo aggressivo al simpaticone in camice, mentre entro con passo deciso nella tenda che ci è stata indicata, curiosa nonostante tutto di scoprire quali “meraviglie” ha stavolta in serbo per noi la XII…


     
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    Nonostante il panico che lo aveva invaso, adesso il centro di comando delle operazioni sembrava tornato alla normalità. Decine di Shinigami della II si muovevano freneticamente cercando di restare al passo con i diretti e brutali ordini dei tattici del I Gotei. Era quello che li differenziava dalla marmaglia di bestie mascherate là fuori, l'ordine e la disciplina erano solo quelle che permettevano a così pochi e isolati Dei della Morte di resistere ad un orda che li separava numricamente di circa dieci unità ad una, quella e le possenti mura in sekkiseki, copia in piccolo di quelle che proteggevano la Seireitei. Il responsabile delle comunicazioni si mosse rapidamente tra i banchi di computers per avviare la mappa logitattica proiettata dall'ololastra, il costrutto che in tempo reale rifletteva i cambiamenti dello scontro in corso. Puntini rossi e blu sparivano alternativamente dall'una e dall'altra parte così, nel nulla come lampadine bruciate dall'usura. Tuttavia quelle che ancora non si erano mosse erano una infinità, una massa che copriva almeno metà della proiezione. Con uno sbuffo di frustrazione Kagutsushi si mise una mano nei capelli massaggiandosi nervosamente il cranio mentre si sistemava gli occhiali con l'altra mano. Afferrato uno dei suoi sottoposti -impegnato a non far cadere una pila di piastre-dati dall'aria pesante- lo trascinò per la collottola a sé: parandosi di fronte a lui gli si rivolse in modo perentorio.
    -Kazuki- mormorò leggendo il nome sulla targhetta identificatrice -...Rapporto sulla situazione, adesso!-
    L'altro deglutì vistosamente prima di consultare l'apparecchio che aveva in custodia, le piastre ormai ultimo dei suoi pensieri.
    -Signore, le forze della seconda hanno già ingaggiato il nemico al di fuori delle mura e le stanno trattenendo efficacemente. Oltre il 90% dei nostri uomini è già schierato nelle posizioni assegnategli mentre i primi feriti sono già stati inviati al centro medico centrale per il primo soccorso.-
    Lo scienziato grugnì mentre osservava piccoli gruppi di lucette blu impattare con le luci rosse per poi ritirarsi frettoosamente. Poteva quasi vedere quegli assassini colpire per poi tornare nelle ombre come spettri malevoli...
    Guardò poi la sfera traslucida che circondava la fortezza, mentre decine di Hollows volanti cercavano di sfondarla inutilmente.
    -Integrità degli scudi?-
    La domanda non necessitò di attesa: era da quella sezione che il sottoposto era appena giunto.
    -Integri al 97%, stanno facendo pressione ma per il momento non sono in possesso di unità che possano interferire con i generatori.-
    In realtà ne avevano, e il fatto che non le avessero ancora utilizzate era preoccupante, così rapidamente sbottà in un moto di curiosità ed impazienza. La situazione era già di per sé stressante, non aveva certo bisogno di altri misteri...
    -E i Gillian? Qualche movimento sospetto?-
    Chiese con preoccupazione, se c'era un qualche rischio elevato era rappresentato da quelle amalgame di hollows.
    IL loro cero, così come la loro mera massa rappresentavano un pericolo terrificante per tutte le truppe radunate laggiù.
    Certo, il kekkai poteva benissimo reistere ai loro colpi più potenti, ma non si poteva dire lo stesso per le truppe collocate nella cerchia esterna, e persino i gadget della dodicesima divisione vrebbero potuto fare poco per proteggerli una volta che si fosse scatenato il carnaio.
    -Negativo signore, ancora sono stazionari nelle loro postazioni.-
    Questo invece era strano, troppo strano.
    Aveva analizzato molte volte il comportamento dei Menos, e sapeva per istinto e per conoscenza acquisita che molti di loro erano stupidi, brutali e animaleschi, e che pochi di loro avevano un briciolo di intelligenza necessaria a coordinare una azione.
    Ma tutto ciò non spiegava il loro comportamento.
    Se ne stavano lì, immobili come torri nel bel mezzo del deserto, statuari e impettiti nel mezzo del sole cocente, quasi stessero aspettando qualcosa...ma cosa?
    Kagutsushi imprecò mentre una nuova stringa di dati appariva ammicando sul piccolo data-slate che portava al polso, seguita da un ululato di allarme sul plastico tridimensionale.
    Una piccola zona, approssimativamente larga in scala una trentina di centimetri si era colorata di rosso e riempita di ideogrammi di allarme.
    Era un pessimo segno, in quanto indicava che la totalità delle squadre presenti era stata annientata.
    Come un uccello ammaestrato che ripete semplicemente le parole imparate dal padrone uno degli addetti al monitor gridò allarmato
    -Signore! Comunicazione dal settore F9, le squadre di intervento si stanno ritirando sotto il peso di un assalto di proporzioni terrificanti, hanno perso tre quarti degli effettivi e stanno ingaggiando una azione di retroguardia per permettere ai medici di evacuare i feriti con i dangai all' interno dell' ospedale centrale da campo, ma richiedono rinforzi immediati!-
    L'ufficiale si passò nervosamente la mano tra i capelli unti e scompigliati pensando rapidamente alle conseguenze prima di sollevare il braccio con fare autorevole indicando la simulazione della battaglia che si stava dipanando davanti ai suoi occhi.
    Doveva prendere una decisione immediata, se i divoratori di anime avessero sfruttato quella breccia l'intera cerchia esterna sarebbe collassata su se stessa, condannando per sempre i difensori all' esterno.
    Non sapeva se c'erano sopravvisuti tra i membri della seconda divisione in quell' area, ma non poteva perdere tempo, nel considerae l' ipotesi che qualcuno di loro fosse svenuto.
    Ingoiando i suoi dubbi e i suoi rimorsi chiese a mezza voce al suo assistente, conscio della scelta che stava per fare..
    -I supporti statici sono in posizione?-
    La risposta non si fece attendere, e giuse rapida come un fulmine a ciel sereno, sebbene nel volto dell'attendente fosse visibile la sorpresa
    -L-le batterie da 2 a 7 sono attive e armate, 1 e 3 non sono in posizione e 8 e 9 non si sono attivate-
    Disse questi con voce tremante
    Lo scienziato imprecò sottovoce, l' effetto non sarebbe stato completo, ma almeno avrebbe fatto guadagnare loro abbastanza tempo da inviare dei rinforzi per chiudere la falla nelle difese.
    -Perfetto-
    disse in tono monocorde
    -Epurate il settore, priorità odine: Rosso! Subito!-
    Non dava spazio a repliche.
    Nell' arco pochi secondi una enorme sfera di luce ricoprì il quadrante, rappresentazione della enorme conflagrazione che aveva avvolto le case soprastanti in un vortice di fiamme spirituali, cremando cadaveri e hollows in egual misura.
    Adesso dove prima vi era stato un quartiere in rovina vi era solo un ammasso di macerie fumanti, memento della potenza degli ordigni della dodicesima.
    Lo shinigami prese una decina di secondi per chiedere silenziosamente scusa ai possibili sopravvisuti che erano stati uccisi dall'esplosione, e is appuntò mentalmente di fre le sue scuse alla divisione se fosse sopravvissuto.
    Poi guardò i gillian che ancora attendevano, placidi in apparenza, ai bordi della zona di scontro.
    E a malincuor seppe che quella non sarebbe stata l'ultima drastica decisione che avrebbe preso nel corso di quella giornata.

    _________________________________




    Quando entrate nella tenda, spostando un pannello di tessuto venite istantaneamente accolti da una gradevole brezza fredda, sicuramente dovuta all' enorme ventilatore a sei pale montato sul soffitto della costruzione, un vento secco, ma pur sempre un gradevole diversivo dal caldo afoso e soffocante delle sabbie del Sahara.
    L'interno della tenda è piacevolmente illuminato da una apertura nel tessuto che lascia passare i tiepidi raggi del sole, rendendo quell' unità abitativa decisamente un piccolo angolo di paradiso.
    image
    A volte è bello fare parte della dodicesima compagnia sembra voler dire quell' ambiente.
    Attorno a voi ci sono circa una mezza dozzina di tavoli coperti di carte e piccoli aggeggi elettronici di cui non riuscite ad indovina re la funzione, e in un angolo della stanza, su una sedia a dondolo postadavanti ad un computer stà seduta una figura, che con un piccolo colpo del piede si gira, rivelandosi un giovane sui vent'anni, che sorseggia con calma serafica del tè occidentale da una tazzina in ceramica raku.
    Un esempio di flemma invidiabile considerato il macello che stà accadendo.
    Il giovane si sistema gli occhiali e si rassettà i capelli prima di prendere un piccolo sorso di tè e poggiare poi la tazza accato ad una teiera fumante.
    Poi dopo una rapida analisi ed avervi scrutato con attenzione si rivolge a voi con un tono che oscilla tra l' empatia e la superiorità.
    Eppure vi risulta estremamente difficile capire se vi disprezzi o sia sinceramente preoccupato per voi.
    E così voi sareste la squadra che mi è stata assegnata...
    Dice osservandovi ancora una volta con lo sguardo analitico di uno scienziato, quasi vi stesse praticando una autopsia.
    Poi afferra ancora una volta la tazza e dopo essersi versato una generosa dose di tè prosegue sempre con lo stesso tono di voce neutro
    Perfetto...
    Dice, mentre una fragranza di Darjeeling all' arancia aromatica si sparge nell' ambiente climatizzato della tenda riempiendo le vostre narici di un odore dolciastro ed estremamente gradevole, almeno per quelli di voi a cui piacciono le arance.
    E lentamente inizia a dondolare avanti e indietro, con un movimento che stranamente trovate molto rilassante.
    E' strano che un tipo così assurdo non mostri la minima paura per ciò che stà accadendo, ma se finge in questa maniera e ostenta una falsa sicurezza allora è un attore di prim' ordine dai nervi d' acciaio.
    Sfruttando uno dei movimenti in avanti della sedia dunque lo scienziato avvolto nel suo camice bianco accenna un inchino e dopo aver sorseggiato ancora un altro pò della bevanda prosegue con le presentazioni come se nulla fosse, come se questo fosse una festa borghese e non un campo di battaglia.
    Piacere di fare a vostra conoscenza, io sono Onimasa Kuromi...
    E nel dire queste parole su uno degli schermi alle sue spalle appare una gigantografia del suo file personale che mostra come lui sia Onimasa Kuromi, sesto seggio del Gotei XII e vice-responsabile della sezione armamenti, oltre che responsabile di secondo grado della AST.
    Poi dopo aver udito i vostri nomi fa cenno di avere capito e girando lievemente la testa indica una cassa alle sue spalle del tutto identica alle altre.
    Le casse laggiù sono per voi
    Dice riferendosi all' equipaggiamento al loro interno.
    Quando sollevate il pesante coperchio non potete trattenere la sospresa.
    Dentro la cassa c'è una quantità allucinante di aggeggi tecnologici il cui significato vi è oscuro.
    Vi sono una mezza dozzina di semisfere di acciaio di circa un metro di diametro, sormonatate da una piccola sferetta nera come la notte, due rotoli di quello che sembra filo spinato avvolto in una guaina di pelle nera ed infine l' oggetto più strano di tutti, una grossa piastra pieghevole di liscissimo acciaio lucido inscritta con decine di simboli indecifrabili.
    Poi, per vostra fortuna, vedete anche tre paia di auricolari a corto raggio e un manualetto di istruzioni.
    Nel frattempo onimasa ha girato la sedia e inizia a spiegarvi cosa dovete fare.
    Sarò breve perchè abbiamo poco tempo:
    QUelli che vedete davanti a voi sono strumenti che abbiamo creato per colmare il divario numerico che abbiamo con gli hollows che ci stanno assediando.
    Quelle...

    Dice indicando le sei semisfere che state recuperando
    Sono mine anti Gillian, una volta attivate, mettendo la mano sulla sfera nera e iniettandovi una stilla di reiatsu si appiccicheranno automaticamente ad un muro o al terreno, attivandosi nonappena un hollow di potenza pari a quella di un Gillian passerà nelle loro vicinanze.
    Ovviamente non sono abbastanza potenti da uccidene uno, ma possono seriamente compromettere le sue capacità belliche.

    Poi prosegue, indicando il filo spinato
    Quello invece è una cosa che abbiamo imparato dai quincy, si tratta di filo di reishi ultraconcentrate, una volta disteso tutto ciò che lo toccherà finirà in pezzi, almeno per cinque minuti, poi si scioglierà in una pozza appiccicosa questo perchè purtroppo ancora non abbiamo risolto alcuni piccoli problemi di densità, ma ci stiamo lavorando.
    Poi con soddisfazione indica la piastra inscritta che avete estratto dal fondo, e nel parlare di quella il suo sorriso si allarga, mentre sul suo viso si dipinge l' orgoglio.
    Di quello invece vado abbastanza fiero, si tratta del Koreijyu, un soppressore spirituale che utilizza un flusso alternato di particelle spiritualmente ipercompresse per create un campo distorsivo che, secondo la legge di Kyutsugo, genera un campo di vuoto spirituale che, tramite un accelleratore neuronale invia particelle nei punti ciechi del cervello degli hollow con un effetto assimilabile al viale tubolare di Kyogorouko...ah già, ma temo non mi stiate seguendo.
    Dice tossicchiando, e con un gesto svogliato indica una ipotetica formazione di nemici
    In parole povere si tratta di un campo Geller che bloccherà i movimenti degli hollows di basso rango in un raggio di dieci metri quadrati per circa venti secondi, sfortunatamente ha un solo uso, ma spero lo utilizzerete al momento giusto.
    Detto questo si alza e con un inchino educato si rivolge a voi con il tono di uno veramente pentito o dispiaciuto di qualcosa.
    Sò che tra le nostre divisioni non corre buon sangue, da quando la nostra artiglieria ha, per un errore di calcolo sparato su di voi in cina.
    Si tratta di un modo estremamente gentile di porre i termini della cosa, ma almeno ci stà provando.
    Però confido nel fatto che unendo le nostre forze riusciremo a prevalere contro le avversità, abbiamo avuto degli scerzi in passato, e vi faccio le nostre scuse per quello che può contare.
    Adesso però andate, il tempo stringe, e a quanto mi dicono gli hollows hanno già impattato contro le difese esterne.
    Il vostro settore di competenza è l'H4, un viale di circa duecento metri di lunghezza e cinque di larghezza circondato da case di due piani alte più o meno una decina di metri e per la maggior parte in pessimo stato e con una bassissima integrità strutturale.
    Vi auguro comunque buona fortuna.

    Detto questo un grido all' esterno vi chiama a raccolta, e di fretta uscite, seguite dallo sguardo comprensivo dello scienziato.

    [...]


    Pochi istanti dopo, mentre ormai gli shinigami si trovavano al di fuori della portata uditiva Onimasa chiamò uno dei suoi attendenti,che si avvicinò trotterellando sotto il peso di un ampio fascicolo di documenti, e con tono duro gli sibilò.
    Manda Kuroi alle postazioni della seconda con un comunicatore e digli di tenersi in contatto.
    Diglielo chiaro e tondo, non voglio che quella marmaglia se ne stia con il culo all' asciutto non appena inizieranno gli scontri.

    Poi girò la sedia e si rimise alla consolle, cercando di trovare il bandolo della matassa in quella complessa ragnatela che erano i movimenti degli hollows.
    Con un sogghigno osservò una grande massa di segnali rossi che si dirigevano verso il settore H4 incanalandosi nella larga arteria stradale come formiche su una goccia di miele.
    Presto quella strega avrebbe avuto ciò che si meritava, già, rovinare i suoi piani era l' ultima cosa che avrebbe dovuto fare...
    Se solo quegli imbecilli non avessero fallito in un compito così semplice.
    Quando aveva saputo che sarebbe stata sotto la sua competenza non veva saputo trattenere la soddisfazione.
    In una battaglia così caotica incidenti potevno sempre capitare, no?
    Adesso avrai quello che ti meriti...spero che il panorama sia di tuo gusto, Miyuki-chan
    Heh heh heh...peccato per la storia delle pietre, se tutto fosse andato secondo i miei piani non ti troveresti in questi problemi, ma guarda il lato positivo, almeno sarai in buona compagnia, quelle seccature così snob saranno una valida alternativa ai tuoi amici, ma state sicuri, un po' alla volta me la pagherete tutti.

    Con un sorrisetto di soddisfazione stampato sul volto si versò un'altra tazza di tè, e ne inspirò a fondo l' aroma...
    Era ottimo, sapeva di vendetta.


    CITAZIONE
    Avete fatto la conoscenza con l' artefice di tutte le vostre future disavventure...solo che ancora non lo sapete.
    Se dovete maledire qualcuno (a parte me ovviamente) maledite i vostri cognomi, o nel caso di Miyuki la sua sfortuna.


    Adesso vi dirigerete, dopo ovviamente esservi divisi l' equipaggiamento di supporto, verso il settore H4.
    Nel farlo attraversate la città che brulica di shinigami della seconda tutti intenti a piazzare le mine ed il filo spinato, così come le trappole bloccanti.
    Dopo pochi minuti venite raggiunti da uno shinigami della seconda incappucciato che vi indica la via di cui vi dovete occupare.
    Come già detto nel post si tratta di un lungo viale di pietre sconnesse lungo 200 metri e largo circa 5, alla cui metà vi è una piazza larga approssimativamente 20 metri di diametro in cui vi trovate voi.
    Tutta la strada è fiancheggiata da edifici dal tetto piatto alti uno-due piani in gran parte semicrollati o inagibili, tuttavia offrono buoni appigli per salirvi sopra.
    Avete appena finito di piazzare i vostri congegni dove preferite, quando all'improvviso con un ruggito una mezza dozzina di hollows energia bianca-gialla scende dal cielo stridendo, mentre all' ingresso opposto della piazza una gande quantità di hollows arriva in piena corsa.
    Eliminate o affrontate autoconclusivamente i sei-sette hollows piovuti dal cielo e fermatevi quando vedete l' orda che si avvicina.

  8. Supporti statici: Mina MK12 Anti-Gillian (6x):Questa semisfera larga circa 30cm in acciaio spirituale è ricoperta di una infinità di reishi cristallizzate, apparentemente inerti. Sulla sommità vi è una piccola sfera nera, sul quale lo shinigami deve appoggiare la mano e iniettare una quantità di riatsu pari a 1Marginale, con il quale attiverà il detonatore. Da questo momento la mina si considera armata.
    Una volta attivata la mian si attacca spiritualmente alla prima superficie piana disponibile, diventando inerte.
    Quando un corpo con un reiatsu tipicamente hollow di intensità pari o superiore a Rossa transita entro tre metri dalla mina questa si attiva e rilascia una potente esplosione di energia che infligge numerose ferite di entità pari a Media a tutte le creature coinvolte.


  9. Supporti statici: Filo di reishi 10 mt (x2): Formato intessendo numerosi filamenti monomolecolari di reishi ultracompatte questo terrificante strumento rappresenta un'arma letale nelle mani di un esperto.
    L' utilizzatore una volta fissate due estremità del filo con dei sostegni appositi appoggia la mano su uno sei due chiodi e vi inietta una quantità pari ad 1/2 di basso, attivando così i suoi effetti.
    Per il prossimo minuto [2 turni compreso quello di attivazione] qualunque corpo spirituale e non che entrerà in contatto con il filo finirà tagliato, non importa la sua durezza o la sua densità, pietra, acciaio, stoffa, tutto viene reciso da questo sottile spago.
    Ovviamente non influenza Zampakuto e parti potenziate degli hollows, a causa della loro particolare disposizione molecolare.


  10. Supporti statici: Soppressore statico spirituale "Koreijyu" (x1): Questo capolavoro della tecnica è una vera e propria meraviglia della tecnologia. Tramite un processo incomprensibile per quasi chiunque a parte i suoi creatori questa piastra viene collocata a terra e caricata con una quantità di reiatsu pari ad 1Basso.
    Da quel momento rimane inerte a terra nel punto in cui è stata aposta e diviene pressochè inamovibile ed indistruttibile.
    Nel momento stesso però in cui un hollow vi entra in contatto il soppressore genera una scarica di reiatsu che paralizza tutti i divoratori di anime entro dieci metri per circa 10 secondi, più che a sufficienza per sferrare un singolo attacco non parabile.
    Al termine dell' attivazione il soppressore si sovraccarica ed esplode divenendo di fatto inutilizzabile per il resto della quest.

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  12. Chidori'93
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    Supporti tattici statici


    Shinodari ascolta le mie parole e risponde a sua volta: dice che ha incontrato Takeo in un addestramento, e che gli deve più di quanto lui non creda.
    Rialzo lo sguardo sul mio interlocutore, non potendo fare a meno di chiedermi a cosa si stia riferendo. Tuttavia non è certo questo il momento di mettersi a chiacchierare: trattengo la mia curiosità, che sarebbe senz’altro fuori luogo.
    Non riesco a non pensare che anche io devo molto al biondo shinigami, e che averlo incontrato appena arrivata alla Soul Society è stata la fortuna più grande che potesse capitarmi…
    Cercando quindi di mettere da parte queste inutili preoccupazioni, dico ad alta voce che ce la faremo, cercando di sfoderare l’espressione più determinata di cui al momento sono capace.

    CITAZIONE
    ..Già. E non solo noi, puoi contarci.

    Osservo un po’ stupita gli occhi dorati finemente orlati da ciglia sottili di Yuuki: un secondo e il mio sguardo si fa più morbido, un sorriso sincero increspa le mie labbra.
    La ringrazio con uno sguardo carico di significato: nonostante io abbia continuato a ripetermelo fino ad ora, sentirlo dire da qualcuno, per di più qualcuno che non conosco, rende in qualche modo questa affermazione più reale.
    Il momento dei convenevoli però termina in fretta, e uno shinigami della XII si dirige verso di noi, invitandoci ad entrare in una delle tende alle sue spalle.

    *

    Appena entriamo nella tenda, un piacevole vento fresco mi colpisce il viso, muovendo le ciocche di capelli un po’ troppo lunghe della mia frangia.
    Noto un grande ventilatore posizionato sul soffitto, responsabile di quella piacevole frescura.
    Fantastico, io sto per andare a morire e questi bastardi si rilassano in tende climatizzate.
    Con sguardo di insufficienza passo in rassegna gli strani oggetti disseminati sulla mezza dozzina di tavoli presenti, fino a che il mio sguardo si posa su una figura, seduta in un angolo.
    Si gira, degnandoci della sua attenzione.
    E’ un ragazzo giovane, sui vent’anni, seduto davanti ad un computer.
    Poverino eh? Thè, sedia a dondolo, ventilatore… Ma non gli ha detto nessuno che fuori sta scoppiando il finimondo?
    Il mio odio per la XII sta in questo momento sfiorando picchi che pensavo di non poter mai arrivare a provare.
    Con tutta calma, lo shinigami si sistema i capelli, prende un sorso dalla sua preziosa tazzina, ci scruta come se fossimo animali da vivisezionare, e finalmente si decide a dire qualcosa.

    CITAZIONE
    E così voi sareste la squadra che mi è stata assegnata...

    Ma và? E io che pensavo di essere finita qua per sbaglio.
    Lo scienziato sembra soddisfatto e con tutta calma si versa un altro sorso di thè, mentre un intenso profumo d’arancia si diffonde nell’aria.
    Sbuffo fuori l’aria dalle narici, profondamente infastidita: forse io sono troppo apprensiva e mi preoccupo troppo, ma qua si esagera!
    Giuro, se non si dà una mossa recupero la mia vecchia idea di spaccare il naso a qualcuno.
    Dal canto suo lo shinigami ha ripreso a dondolarsi beatamente sulla sua sedia, con estrema, snervante, calma e lentezza.
    Ho i nervi a fior di pelle, e sembra che questo tizio stia cercando in tutti i modi di farmi esplodere.
    Già non ho esattamente ciò che si chiama un “bel carattere”, la tensione non fa altro che alimentare la mia aggressività solitamente tenuta sotto un rigidissimo controllo, e in più devo anche trovarmi davanti ad un idiota del genere?
    Ma è una congiura!
    L’uomo riprende la parola, presentandosi come Onimasa Kuromi.
    Mentre scandisce il suo nome, su uno degli schermi alle sue spalle lampeggia una scritta, che reca i kanji del suo nome e il suo grado.
    A dir poco superfluo, anche gli effetti speciali ora.
    Anche se in effetti sembra essere uno che conta… bè, è sempre incredibile scoprire quanta importanza viene data ai palloni gonfiati.
    Kuromi sembra attendere la nostra presentazione.
    Ahhhhhhhh, se è necessario…

    Miyuki Kikuta...

    Mi presento controvoglia, con voce dura e fredda, ed il mio sguardo non è da meno.
    Dopo un breve cenno del capo, il Genio indica un angolo della tenda, dicendo che le casse che si trovano li sono per noi.
    Lanciandogli un ultimo sguardo omicida, mi dirigo verso ciò che ci è stato indicato assieme ai miei compagni di squadra.
    Giunti davanti alla grossa cassa, la scoperchiamo.
    La mia espressione cambia repentinamente da fredda e minacciosa ad allibita e allucinata: cavolo! Non penso di aver mai visto tanti strani apparecchi tutti insieme in vita mia!
    ( E, tra parentesi, non che ci tenessi molto a vederli…)
    Ci sono sfere metalliche sormontate da sferette piccole e nere, rotoli di filo spinato avvolti in guaine di pelle e piastre lucidissime incise con fittissimi e stranissimi segni.
    Le mie labbra si piegano leggermente verso il basso, in un espressione tra la perplessità e lo sconforto.
    …Non posso credere di dover davvero usare questi congegni assurdi!
    Lo sconforto viene subito cancellato da un espressione più neutra: amen, vorrà dire che appena uscita di qua scaverò una buca e ce li butterò dentro, tornando al buon vecchio stile di combattimento degli shinigami.
    Ma fa tanto schifo combattere con zampakuto, hakuda ed eventualmente kidou, da rifilarci tutta questa stramba attrezzatura?
    Okay, forse ora sto esagerando.
    Dopotutto non so nemmeno come si usino, magari potrebbero anche salvarmi la vita…
    Fortunatamente scorgo, tra le varie strambe tecnologie, tre paia di auricolari.
    Quelli, almeno, sembrano di facile utilizzo!
    …E quello? Un manuale di istruzioni?!?
    Un'altra ondata di sconforto si abbatte su di me: vi prego, ditemi che è una presa in giro!
    Leggere pagine e pagine di istruzioni? Ora? Ma staremo scherzando!
    Kuromi prende la parola e, con mio immenso sollievo, inizia a spiegarci come utilizzare la nuova attrezzatura.
    Mi rilasso: fiuh, per un attimo ho realmente creduto di dover cercare di decifrare le istruzioni da sola!
    Mi sento già molto meglio.
    Forse, dopotutto, non è poi così male questo tipo…
    Ad uno ad uno, ci spiega il funzionamento degli strani apparecchi presenti nella scatola.
    Si sofferma in particolare su quella strana piastra (divagando inoltre su vari proprietà scientifiche, leggi fisiche, teoremi e non so che altro), che a quanto pare sembra essere il suo orgoglio: un marchingegno che una volta attivato blocca tutti gli hollow nel raggio di qualche metro per una manciata di secondi.
    Per quanto mi riguarda invece l’armamento che mi ispira maggiore simpatia sono le mine anti gillian: se non altro, dal momento che si attivano soltanto con il reiatsu di un hollow di livello elevato, non rischierò di farle detonare per sbaglio…
    Dovrò stare attenta a quella sottospecie di filo spinato invece, non sarebbe bello se venissi linciata dal mio stesso equipaggiamento…

    CITAZIONE
    Sò che tra le nostre divisioni non corre buon sangue, da quando la nostra artiglieria ha, per un errore di calcolo sparato su di voi in cina.

    Socchiudo gli occhi, scrutando lo shinigami con uno sguardo tagliente come un rasoio.
    Questa non la sapevo.
    Il tono incredibilmente dispiaciuto di Kuromi non ammorbidisce certo la mia espressione, ma anzi mi irrita ulteriormente.
    Per un lungo ed interminabile secondo accarezzo l’idea di sfogare realmente su di lui tutto il mio nervosismo, riducendo quella faccia rilassata ad un ammasso informe e rossiccio.
    Cosa ci vorrebbe? Dopotutto è un topo di biblioteca, non un combattente!
    Inspiro ed espiro profondamente, scacciando quest’idea.
    Calma Miyuki, calma.
    E pensare che chi mi incontra mi crede una ragazza innocente ed indifesa… Proprio vero che l’apparenza inganna.
    Finalmente lo shinigami ci congeda e, ad un grido proveniente dall’esterno che ci richiama all’ordine, usciamo da quella tenda, troppo accogliente e tranquilla.
    Per essere in guerra, c’è un po’ troppa gente che se la prende decisamente troppo comoda…

    *

    Sospiro di sollievo, avvertendo una microscopica parte della tensione che mi attanaglia dissolversi: per lo meno adesso non avverto più l’oppressione di quella finta pace, di quella tenda troppo accogliente pervasa dall’opprimente profumo delle arance.
    Per lo meno adesso non ho più davanti quel simpaticone di Kuromi.
    Afferro un paio di mine ed un rotolo di filo, dividendo l’equipaggiamento con Yuuki e Shinodari, dopodiché iniziamo a dirigersi verso il settore H4.
    Mentre camminiamo tra le rovine con passo rapido e deciso, non posso fare a meno di guardarmi intorno: è davvero impressionante il numero di shinigami indaffarati a disporre le proprie trappole ed i vari equipaggiamenti che sono stati forniti.
    Un brivido corre lungo la mia spina dorsale facendomi rabbrividire: ora inizio a realizzare seriamente di che portata è questa battaglia.

    CITAZIONE
    Mi domando perché questo lavoro di posizionamento non l'abbiano fatto loro invece di stare a sorseggiare del the. All'arancia, poi! Fosse stato almeno del the verde l'avrei preferito.

    A queste parole mi volto verso Shiodai con espressione divertita: a quanto pare non sono l’unica a trovare orripilante l’odore di quel thè!
    Il tono dello shinigami si fa poi più serio, mentre aggiunge che avrebbe preferito che fossero quelli della XII a posizionare i loro attrezzi, se non altro per permetterci di risparmiare reiatsu.
    Annuisco, torva:

    Sono perfettamente d’accordo.

    Risparmiando ai miei compagni altri commenti superflui e forse un po’ troppo cattivi del tipo: “almeno così si sarebbero resi utili in qualche modo pur non combattendo” oppure “di certo sarebbe stato più utile che rilassarsi in una tenda climatizzata, con tanto di thè e sedia a dondolo”.
    Mi posiziono intanto l’auricolare all’orecchio destro, anche se spero vivamente di non averne bisogno: stare in gruppo mi sembra più sicuro.
    Stiamo ancora camminando quando uno shinigami, avvolto in una tuta ninja nera come la notte, ci raggiunge per indicarci la strada.
    Lo ringrazio con un cenno del capo, un secondo prima che sparisca nel nulla come è apparso.
    Arriviamo quindi in quello che c’è stato indicato come settore H4: una modesta piazza a cui vi si accede per mezzo di due corridoi pavimentati con vecchie e logore rocce, lunghi circa un centinaio di metri l’uno. Yuuki prende la parola per prima:

    CITAZIONE
    Che dite? Due per lato sia di mine che di fili, e il pezzo da 90 per dopo?

    Rifletto velocemente sulla sua proposta: i due corridoi sono la via d’accesso più immediata ed agibile, mi sembra decisamente sensato cercare di bloccarli come meglio possiamo.
    Facendo poi brevemente un paio di calcoli, se disponiamo bene il nostro equipaggiamento, dovremmo riuscire a fare in modo che nessun hollow attraversi indenne i corridoi, riuscendo anche a tenere da parte un paio di mine.
    Penso sia fuori discussione piazzare subito la piastra con le strane incisioni: è troppo difficile al momento prevedere dove potrebbe esserci più utile…

    Mi pare una buona idea.

    Affermo con un cenno di assenso del capo.
    Dopo esserci consultati brevemente, decidiamo quindi di agire in questo modo.
    Yuuki si dirige verso sinistra, preparandosi a posizionare il filo e le mine.
    Mi dirigo nella direzione opposta assieme a Shinodari, fermamente intenzionata a sfruttare al meglio i marchingegni della XII.
    Arrivata davanti all’imboccatura del corridoio, ne valuto per un paio di secondi l’ampiezza con sguardo critico, posizionando infine una delle due mine in modo che sia equidistante da entrambi i muri.
    Ripasso mentalmente le informazioni che ci sono state fornite da Kuromi su queste strane sfere, ma non mi viene in mente niente riguardante le dimensioni dell’esplosione una volta che la sfera viene attivata…
    Decido infine di piazzare la seconda mina a circa quattro metri della seconda.
    Una volta soddisfatta della loro sistemazione, con un lieve tocco concentro nelle mine il giusto quantitativo di reiatsu, armandole.
    Mi volto verso Shinodari: anche lui ha sistemato il filo, posizionandolo in diagonale per coprire un area maggiore.
    Avendo concluso la prima parte del nostro lavoro, torniamo verso la piazza, riunendoci a Yuuki.
    La ragazza cerca di dire qualcosa ma, prima che abbia tempo di concludere la frase, una cacofonia di grida, ruggiti e altri versi decisamente poco umani, copre la sua voce.
    Mi giro di scatto verso la fonte di quel frastuono, abbassandomi istintivamente sulle ginocchia ed alzando le mani strette a pugno in posizione di guardia: un gruppetto di sei o sette hollow ci compare davanti, come piovuto dal cielo.
    La voce di Yuuki torna a farsi sentire, stavolta sovrastando il fragore degli hollow:

    CITAZIONE
    Dobbiamo cercare di fare fuori quelli volanti prima che gli altri arrivino al filo! Ci penso io al filo, voi copritemi se serve! Shin-kun, stai in guardia un attimo dove sei se puoi!

    Perfettamente sensato.
    Senza perdere altro tempo, inizio a correre, e con un balzo mi porto sul bordo di un muretto basso. Da qui con un altro salto raggiungo il palazzo vicino, sfruttando come appiglio una grossa crepa tra le pietre vecchie e logore, riuscendo così ad arrampicarmi fino ad arrivare sul tetto.
    Ho appena messo piede in cima alla vecchia costruzione che noto un hollow alato a solo un paio di metri di distanza da me, pericolosamente vicino.
    Yuuki, anche lei sul tetto, interviene, spedendo a terra l’hollow con un calcio dritto dritto sulla maschera del mostro.
    Mi appunto mentalmente di ringraziarla, non appena avremmo sistemato queste bestiole.
    Un altro hollow alato si dirige verso di noi, puntando su Yuuki, ancora a mezz’aria per l’attacco appena sferrato.
    Il momento di ricambiarle il favore è giunto più in fretta di quanto non pensassi: piego le gambe, sfruttando il caricamento per eseguire un balzo verso l’hollow.
    A mezz’aria estraggo la mia zampakuto, eseguendo un tondo da sinistra a destra diretto al collo del divoratore.
    Questo, ferito, precipita a terra.
    Atterro a mia volta, flettendo le ginocchia per ammortizzare la caduta.
    Ascolto Yuuki, preferendo non perdere tempo a discutere ma eseguendo direttamente, rivolgendo quindi la mia attenzione a Shinodari che, nel frattempo, ha eliminato l’hollow che la ragazza ha atterrato con il calcio.
    Le ali di un hollow sfiorano il terreno polveroso, mentre il loro proprietario cerca di colpire lo shinigami.
    Dopo il primo tentativo andato a vuoto il divoratore ritenta: ma stavolta l’attacco del ragazzo non si fa attendere, e con un preciso colpo di katana mozza un ala al mostro, che impatta rovinosamente al suolo con un grido stridulo ad appena un paio di metri da me.
    Con un balzo mi porto al fianco del nemico ferito.
    Impugno la katana con entrambe le mani, tenendola alta davanti al viso e, con un movimento rapido e deciso, la affondo poi nella maschera del mostro, mandandola in frantumi.
    Shinodari sfreccia al mio fianco, andando ad attaccare un hollow alle mie spalle.
    Inutile continuare ad appuntarmi di ringraziare i miei due compagni, prometto che se usciamo vivi di qua li invito a cena o qualcosa del genere…
    Ma tornando al combattimento: ormai sono rimasti solo un paio di hollow.
    Mi chino rapidamente, afferrando con la sinistra una pietra di medie dimensioni, tirandola con forza sul muso di uno dei divoratori rimasti, provocandolo.
    Non ho bisogno di fare altro perché questo cerchi di avventarsi su di me; non appena l’hollow è abbastanza vicino da potermi attaccare lo precedo: richiamo la gamba destra al petto, stendendola poi violentemente, andando a colpire la sua maschera. Il mostro si arresta all’istante, cercando di ritirarsi, ma un rapido affondo diretto alla maschera è sufficiente ad eliminarlo.
    Sono così presa dal combattimento che mi accorgo dell’hollow alle mie spalle soltanto quando la zampakuto di Yuuki passa sibilando nell’aria a mezzo metro dal mio viso.
    Mi volto con uno scatto, affrontando il mio attentatore: la katana della ragazza si è piantata nella sua maschera lasciandolo a terra, morente.
    Con un gesto rapido lo finisco, affondando a mia volta la mia Mietianime nella maschera nivea, già irrimediabilmente crepata.
    Con un ultimo ululato di sofferenza, l’hollow svanisce.
    Rinfodero la mia zampakuto e, chinandomi, afferro quella di Yuuki.
    Mi volto verso i miei compagni, soddisfatta.

    Bel lavoro!

    Esclamo, porgendo la katana alla sua legittima proprietaria.
    Già, devo dire che ora mi sento mooooolto meglio.
    Dopo aver sfogato su quelle bestiacce buona parte del mio nervosismo mi sento molto più rilassata e leggera.
    Sul mio viso il ghigno di soddisfazione si affievolisce fino a scomparire del tutto in un paio di secondi: mentre noi eravamo impegnati a combattere gli hollow piovuti dal cielo, una vera e propria orda di divoratori si è avvicinata.
    Mi auguro con tutto il cuore che la trappola col filo spinato precedentemente attivata da Yuuki funzioni: sarebbe un bel problema dover affrontare tutti quei mostri in tre, nonostante io non dubiti certo delle capacità dei miei compagni, soprattutto dopo averli appena visti in azione.
    Prometto: se quei maledetti marchingegni faranno il loro dovere, mi andrò a scusare di persona con Kuromi per aver desiderato ardentemente di rompergli il naso… prometto!

    SPOILER (click to view)
    Reiatsu (a scalare): 54/56 marginali
    Salute(a scalare): 48/48 marginali
    Ricapitolazione attacchi: Si arrampica sul tetto di un palazzo,esegue un tondo al collo dell’ hollow che sta per attaccare Yuuki, atterra, finisce l’hollow senza un ala ferito da Shinodari. Provoca con una pietra uno degli ultimi hollow rimasti e quando questo l’attacca gli tira prima un calcio sulla maschera e poi lo finisce con un affondo. Finisce con un affondo l’hollow che Yuuki a ferito con la zampakuto.
    Ricapitolazione difesa:/
    Stato psichico: nervosa
    Stato fisico: illesa
    Equipaggiamento:
    -Bende di cura (x 1)
    -Cauterizzatore (x1)
    -Anken (x4)
    -Ninja-to
    -Zampakuto

     
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  13. Yami Kaguya
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    ¬ S e g u n d a ¬
    Where Hollows Should Fear To Tread


    Quando cadde, ne fissai la parabola come incantata. E con mia sorpresa, anche se avevo riportato lo sguardo sullo Shinigami nel suo discorso, sentivo l'occhio protestare per potersi tornare a posare sul pezzo di stoffa a terra.
    Misi però a tacere, quella sensazione. Cercai invece di mantenere la mia espressione, concedendomi al massimo di mostrare una lieve sorpresa alle parole dello Shihouin che non si riconosceva come tale, in quel momento e di fronte a ciò che sarebbe venuto di lì in poi ad affrontarci.

    Aveva un che di ironico, quella situazione.


    CITAZIONE
    Noi faremo del nostro meglio per risolvere gli ostacoli che si pareranno davanti. Tutti assieme, come una squadra. Io non lascerò indietro nessuno e mi impegnerò a riportavi indietro vive. Pensi di riuscirci? Dalla nostra coordinazione dipende la nostra vita.-

    ..Chi lo sà. Tanto vale provare, Shinodari-kun.

    Diretto, il tipo, per essere uno degli eredi degli Shihouin. In quello, poteva quasi ricordarmi Yoru. Il che di norma non era un bene, ma in quel caso poteva rivelarsi interessante come scoperta. Tuttavia, se pensava che avrei usato il nome diretto con lui, si sbagliava. Non c'entrava niente la simpatia, l'antipatia o l'affiatamento.

    Avrei probabilmente fatto qualsiasi cosa, per poter tornare indietro.

    Evitare i suffissi per me voleva dire un grado di affinità tale...che mah, ormai dubitavo di poter raggiungere con chiunque.
    Ecco perchè il kun, era il massimo che potevo fare. Se non gli fosse bastato, allora avevamo un problema che al momento, non avevo sinceramente tempo di risolvere. E nemmeno lui, sperando in bene.
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    Nel momento in cui però parlò all'altra ragazza del gruppo, chiedendole di un certo Kikuta, non riuscii più a resistere a quell'impulso di prima. Mi inginocchiai vicino al pezzo di stoffa, e toccai con mano quel simbolo che un tempo, avevo portato su ogni vestito che potessi indossare, e che avevo visto ovunque potessi voltarmi. Credevo di disprezzare quel simbolo con tutta me stessa, ma ora che lo tenevo in mano dopo che era stato gettato sul terreno di quell'inferno..dovetti ricredermi di fronte a ciò che con mia sorpresa stavo provando.

    Qualunque cosa, pur di poter avere di nuovo una famiglia.


    Quella vista, non mi provocava altro che tristezza.
    Erano passati oltre 110 anni, dal giorno in cui l'ultima erede aveva infangato il nome degli Shihouin. Si era arrivati a simili livelli, da quel giorno?
    Il simbolo degli Shihoin, la Casata dei Quattro Aceri riportati su quell'emblema, detentore del titolo di Tenshi Heisouban, il Guardiano delle Armi Divine... era ridotto a una cosa simile? Il suo prestigio era caduto tanto in basso, da fare in modo che persino i suoi appartenenti calpestassero quel simbolo con così tanta leggerezza?
    Avevo già assistito alla rovina di una casata. Il Clan Shiba, un tempo appartenente alle 4 Nobili Casate, non veniva più ormai nominato nemmeno fra le famiglie minori come i Fong. Arrivati a un punto simile, probabilmente gli Shihoin li avrebbero seguiti entro mezzo secolo.
    Avrebbe dovuto rendermi felice come prospettiva, probabilmente. Coloro che mi avevano condannata a un secolo di prigionia prima fisica e poi mentale, sarebbero svaniti dalla mia vista e ridotti in uno stato peggiore di quello che era stato il mio, in passato. Pensavo avrei avuto un ghigno stampato in faccia, quando fosse giunto quel momento.
    Invece, sentivo dentro di me qualcosa di molto simile alla pietà.

    Tuttavia, la domanda che seguiva un simile pensiero, non avrebbe probabilmente mai avuto risposta.

    Il mio cuore tanto tenero persino dopo il trattamento dei Fong, nei riguardi di chi mi aveva disconosciuta mostrando solo disprezzo rinnegando il ruolo di genitore...mi suscitava quasi rabbia.
    Mi misi però quel pezzo di stoffa in tasca, con un unico movimento dal lato opposto a quello che mostravo ai miei compagni. Non seppi nemmeno perchè lo feci, perchè non lo lasciassi dov'era a venire calpestato come meritava.
    O perchè un simile pensiero, era tanto insopportabile anche solo da immaginare.

    La "me" di adesso, sarebbe stata la stessa?



    Comunque, a riportare la mia attenzione sui miei compagni e a farmi quindi mettere via il pezzo di stoffa, furono le parole di quella che sembrava essere la sorella di questo Takeo Kikuta, come l'aveva chiamato Shinodarei. E in come abbassò lo sguardo in una risposta affermativa, compresi cosa probabilmente comportavano tali parole. Era quasi carina, da osservare.
    Il tipico carattere, che di norma la seconda stroncava. Ma se Shinodari e Suzu vi erano sopravvissute, forse anche lei non l'avrebbe perso. Di certo, quell'attimo di quasi vulnerabilità che ci mostrò, abbattè più o meno ogni mia riserva, sul mostrarmi amichevole anche con lei, oltre che con Shinodari.
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    CITAZIONE
    Ce la faremo.

    ..Già. E non solo noi, puoi contarci.

    Per certi versi la capivo. Anche se con sentimenti diversi e probabilmente nemmeno corrisposti, anche io avevo il mio "superiore" di cui preoccuparmi.

    No. Certo che no. Quel sorriso, rinnegava quell'Io vigliacco, ben misera ombra di un guerriero.
    Non parliamo poi, di un assassino con un onore. Un codice.

    Fu quindi con uno dei miei sorrisi più amichevoli, che le diedi un leggerissimo buffetto sulla testa, mentre parlavo. Trovare qualcuno così nella Seconda, era di sicuro piacevole come scoperta. Iniziavo a vedere la logica con cui Fon fon o chi per lei, aveva fatto le squadre.
    Il tempo dei convenevoli fini presto, però. Poco dopo fummo "accompagnati" verso la tenda del nostro ufficiale scientifico responsabile, per quello che ci stavo capendo. Di certo, come prima impressione non fu esattamente piacevole. A parte che sentivo affianco a me, dalla zona di Miyuki, quello che sembrava tanto un intento omicida, da parte del mio olfatto mi arrivò qualcosa per certi versi più bizzarro: un penetrante aroma di arancia, fuori posto nella normalità e ancora di più su un campo di battaglia.
    La fonte, non fu difficile da individuare: in una tenda che mi ricordava di più una stanza d'appartamento che una costruzione provvisoria tirata su alla bene e meglio, uno Shinigami su una sedia a dondolo ci stava fissando, con in mano quella che sembrava una tazza da tè. Si era girato con un colpo di piede, e non dava la minima impressione di volersi alzare dalla sua posizione seduta. Una sorta di monumento alla rilassatezza, quasi.
    ...E io sebbene capissi che c'era gente che doveva andare in prima linea, e altra che doveva occuparsi di dare ai primi il supporto che necessitavano, la vista di un uomo che sorseggiava del thè quando si udivano rimbombi di una battaglia in corso, era uno spettacolo che poteva risultare irritante.

    ..Ciò che ero ora, era il frutto delle mie azioni.

    Da parte mia però, non ero interessata a farmi nuovi amici, quanto a ciò che potevano darmi di utile, dunque rimasi unicamente sorpresa di come sembrasse bere quella roba come fosse acqua. Un tipo a dir poco singolare dunque, che però sebbene l'apparenza ventenne sembrava il classico maestro zen che si comporta con serafica tranquillità ignorando i giovani "iperattivi". Davvero, sembrava credere che avessimo tutto il tempo del mondo, per andare a dare una mano dove serviva, a giudicare da come si comportava. Si mise infatti a dondolare sul proprio seggio, dopo aver commentato in maniera positiva il fatto di essergli stati assegnati. Mi sembrava positivo come tono, almeno.
    Tuttavia continuai imperterrita a rimanere in silenzio, limitandomi a fissarlo in attesa delle istruzioni di cui eravamo ancora sprovvisti. Ero una Fong, era meglio tenere a freno la lingua di fronte a chi aveva i miei "ordini".

    Un soldato. Un componente di una squadra tirata su in fretta e furia.


    Per fortuna il silenzio durò ancora solo qualche secondo, e il tipo si presentò ben presto con il nome di Onimasa Kuromi, aprendo il proprio file dietro di sè su uno schermo immenso.
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    Lessi unicamente i kanji di "Sesto seggio" e "vice-responsabile armamenti", mentre sul resto feci scorrere rapidamente lo sguardo ma una volta decretatolo di scarsa importanza, non vi diedi attenzione e mi limitai a replicare seccamente alla presentazione, sperando di passare a ciò per cui ero lì.

    Fong Yuuki. Yoroshikù, Onimasa-san.

    Venni accontentata, a prima vista. Onimasa ci indicò alcune delle casse che i tipi di prima si erano affannati a trasportare, comuncandoci che dovevano essere quelli i cosiddetti "supporti tattici statici". Senza quindi aspettare un attimo di più, mi diressi verso le scatole, e gettata un'occhiata ai miei compagni, le scoperchiai insieme a loro.
    Trovandomi davanti a una serie di "cose", che quantomeno dalle dimensioni capivo perchè si erano guadagnate il nome di "statiche". Pensare di portarsele in giro senza faticare sembrava un pensiero da sciocchi, senza un fisico erculeo.
    Subito dopo insieme alle parole di Onimasa, giunse anche la descrizione sintetica di ciò che avremmo avuto come equipaggiamento: delle mine, una rete adatta al contenimento degli avversari, e una sorta di bomba stordente che sembrava in qualche modo agire sul cervello degli Hollow, a giudicare dalle poche parole comprensibili che erano uscite dalle labbra dello scienziato, in tutto il discorso a riguardo. Da parte mia, mi limitai a fissare ciò che i miei compagni tiravano fuori dalle casse, e ciò che tenevo a mia volta in mano, via via che Onimasa indicava ogni oggetto.
    Giocattoli interessanti, si erano dati da fare. Anche se la natura di quegli oggetti, mi ricordava cosa avremmo dovuto affrontare. Erano tutte trappole, e avevano chiamato noi a usarle: il che voleva dire solo una cosa, ovvero che avremmo dovuto combattere alla maniera degli Onmikitsudo: guerriglia urbana, compiti precisi, un errore e si finiva messi all'angolo e sventrati.
    Fortuna che io lo trovavo divertente, per quelle scariche di adrenalina che dava la consapevolezza di poter passare da preda a predatore in un istante. Sperai che anche Miyuki e Shinodari la pensassero almeno un pò così.
    Il resto del discorso dello Shinigami comunque, non lo afferrai di preciso.

    ..Un soldato che aveva capito, il significato di "compagno". E cosa volesse dire perderne uno.

    Avevo sentito delle voci, ma non vi avevo dato molta importanza. Avevo già avuto la mia esperienza diretta, con il concetto "spariamo sulla folla, i nostri inclusi". E anche se la persona che mi aveva regalato quel nastro che portavo sotto la manica mi aveva anche fatto capire che non c'era stata scelta, scoprii che l'irritazione era davvero lenta a sparire. Dovetti fare del mio meglio, per non far trasparire gli strascichi di ciò che avevo provato il giorno in cui per salvare uno shinigami, uno studente era morto sotto i colpi della Divisione Kido, insieme a ogni altro hollow in zona.
    Sapere che funzionava così per il bene di tutti, non rendeva di certo il boccone meno amaro. Ma per il bene di tutti, un grido all'esterno pose fine ai convenevoli. Dopo essermi voltata in parte verso la fonte, riportai lo sguardo su Onimasa, e dunque mi congedai.

    Ryokai desu. Arigatò gozaimasu, Onimasa-san.

    Con un "ricevuto" e un ringraziamento, voltai le spalle allo scenziato, raccogliendo due delle mine e un rotolo di filo di reishi, dividendo l'equipaggiamento con i miei compagni e mettendomi nell'orecchio uno degli auricolari che Shin aveva trovato e che nel mezzo di quegli affari tanto grossi, mi erano sfuggiti.

    Che aveva trovato qualcuno che l'aveva fatta maturare, mostrandole un tipo di "nobiltà", diverso da qualunque altro.

    Dopodichè non ci rimase che uscire dalla tenda e da lì, cercare di capire dov'era, il settore H4. Per fortuna il vociare di tutti gli altri Shinigami permetteva di andare per esclusione, o di capire a grandi linee dove dirigersi, cosa che facemmo. Nel correre, lo spettacolo aveva un che di inquietante. Stavamo minando e reticolando l'intera cittadella. Passi per le mine, se in una parziale ritirata fossimo incappati nei fili di Reishi, non sarebbe di certo stato piacevole.
    Mi appuntai quindi una semplice regola: correre sui tetti, dove non c'erano appigli a cui attaccare un'estremità dei fili, nel caso ci fossimo spostati in un'altra zona.
    Tanto a ben pensarci, la ritirata non credevo avremmo potuto farla, per un motivo o per un altro.
    I miei compagni invece, sembravano avere appunti di altro genere, da fare.
    CITAZIONE
    Mi domando perché questo lavoro di posizionamento non l'abbiano fatto loro invece di stare a sorseggiare del the. All'arancia, poi! Fosse stato almeno del the verde l'avrei preferito.

    Un soldato pronto alla battaglia, che aveva trovato compagni di cui doversi fidare.
    Con cui persino scherzare, quasi.


    Sono perfettamente d’accordo.

    ...Era evidente che il tizio della XII, non si era guadagnato due fan, con quell'atteggiamento. E la cosa, se dovevo essere sincera mi divertiva.
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    Quindi preferisci anche tu il thè verde, Miyu-chan?

    Il sorriso sornione che aveva in faccia, non riuscii a trattenerlo. Certo capivo cosa intedevano, thè a parte, dunque cercai un attimo di mitigare le acque. Che non se ne stessero in silenzio, aiutava anche me a non prendere la cosa esageratamente sul serio, finendo per diventare un pezzo di legno teso come una corda di violino e incapace di usare anche una sola delle capacità che avevo allenato tanto, in vista di un giorno come quello.

    Sinceramente, avete visto con che grazia trasportano le cose. Si farebbero ammazzare rivelando a quegli animali com'è che gli esplode il terreno sotto i piedi, non ho nessun dubbio. I topi di laboratorio stanno bene dove stanno, ma credetemi. Se questi affari non valgono almeno il doppio di quanto pesano, una visita alla prima linea propongo di fargliela fare, che dite?

    Scherzi a parte però, non volevo novellini in mezzo ai piedi, per quanto Shin potesse pensarla diversamente. Usavo volentieri parte della mia energia per parare le mie e le loro spalle, se necessario. Era di sicuro una prospettiva migliore, rispetto all'usarla per soccorrere un tizio che di fronte a un divora anime, se la sarebbe con tutta probabilità fatta sotto, diventando qualcosa di peggio di un peso morto: un mero cadavere, il cui cervello magari valeva da vivo più di me, per l'AST.

    Sarebbe stato ridicolo, visto con gli occhi del passato.


    Il bello era che ce li vedevo pure, a pretendere una cavia come risarcimento di una cosa simile. Davvero.
    Comunque, arrivati in zona venimmo raggiunti da un "referente", a prima vista, che ci indicò la via precisa a noi assegnata. Un corridoio di 200 metri, con una piazza al centro dove ci fermammo definitivamente. Non persi però tempo a guardarmi troppo intorno, visto come chi piazza le trappole è nei casini, nel caso la preda arrivi prima che abbia finito.

    Che dite? Due per lato sia di mine che di fili, e il pezzo da 90 per dopo?
    Me ne tengo io una però, delle mine, se non vi spiace. Quella piastra giocatevela pure voi.


    Avevo visto come gli altri avessero posizionato anche la piastra, ma non mi convinceva farlo in maniera così azzardata. Che garanzie avevamo, che davvero gli hollow avessero solo quella strada, per raggiungerci? Na, almeno da parte mia, preferivo posizionarla dopo. L'esca per distrarre i nemici l'avrei anche fatta io, se quello fosse stato il prezzo per posizionare la piastra in un punto davvero strategico e non tirato a caso.

    Guardandomi allo specchio infatti, non vedevo niente di "Yuuki Shihoin".
    Amicizia, dolore, impegno, odio... amore.
    Concetti simili, li avevo conosciuti solo come Fong.


    Mi diressi quindi dal lato sinistro della piazza, e feci qualche misurazione di base contando i passi da un muro all'altro. Ok, se quelli erano cinque metri, la mina potevo metterla a metà della strada, a due metri e mezzo da ogni parete. E da quel punto, ad altri 3 metri circa più in là un'altra, sempre al centro della strada. Avrebbero dovuto funzionare di sicuro, quando i Gillian fossero passati di là. O ce li avessimo portati.

    ....Che i Kami vi facciano funzionare, pezzi di ferraglia....
    Shin-kun, puoi armarle te queste? Devo fissare bene il filo ancora!


    Lasciai allo Shinigami il compito di attivare i due supporti statici, e dunque studiai un attimo il filo che avevo in mano, osservando come purtroppo, non fosse possibile dividerlo in due parti e quindi formare la trappola che avevo in mente. Mi rassegnai dunque a dirigermi verso l'inizio della via, a circa mezzo metro dall'angolo in cui iniziava la piazza. Mi voltai quindi a osservare il corridoio in cui, teoricamente, quelle bestie sarebbero dovute passare, facendo un paio di calcoli. Presi dunque un'estremità del filo, e la attaccai a circa 1/4 dell'altezza cui le case arrivavano, a partire dal basso. In quel modo, avrebbero dovuto saltare per evitarlo, cosa che dubitavo facesse anche una sola di quelle bestie. Riuscivo quasi a vederli, sbavare di fronte a della carne fresca.

    Da dove altro poteva essere nata, quela mentalità da predatore?
    Quelle immagini di morte e mutilazioni, ora mi scorrevano in mente con una facilità disarmante.

    Qualsiasi carica a quattro zampe sarebbe stata probabilmente fermata allo stesso modo, e i bipedi si sarebbero trovati gambizzati, nelle mie migliori previsioni. Così attaccai l'altra estremità 10 metri più in là in diagonale, tirandolo il più possibile prima di fissarlo. Era sottile, sì....ma rappresentava quanto di più simile a una lama in grado di tagliare i capelli per lungo, a ben guardare.
    Finito, mi riunii agli altri, dopo essermi fissata l'ultima mina alla schiena tramite l'obi delle sacche. Terminato di piazzare le trappole, per il momento eravamo impossibilitati a fare altro se non attendere di metterle a frutto, a prima vista.

    Yosh, non ci resta che aspettare, sem-

    Non terminai la frase. Dietro di me, una sequela di urla e versi coprì in parte il mio commento, e il resto non mi uscì di gola mentre mi voltavo di scatto verso la fonte dei suoni. O meglio, le fonti. Una a livello del terreno, l'altra un pò più su. Hollow con le ali, con cui il filo era inutile.

    Non c'era posto per una principessa viziata, in un luogo dove ci si batteva per versare sangue.

    Un inizio da far invidia, sul serio. Erano però pochi, sei a prima vista, mentre quelli a terra potevano essere un bel problema. Tuttavia non c'era molto, su cui perdere tempo a pensare. Se nessuno avesse detto niente, allora avrei urlato io i miei "consigli".

    Dobbiamo cercare di fare fuori quelli volanti prima che gli altri arrivino al filo! Ci penso io ad attivarlo, voi copritemi se serve! Shin-kun, stai in guardia un attimo dove sei se puoi!

    Senza un'altra parola, corsi verso il palazzo più vicino, e usando la forza cinetica della corsa per fare presa un istante sul muro verticale, saltai verso l'alto sino a raggiungere un appiglio, e arrampicarmi da lì sino in cima. Quindi attesi un attimo, sino a che una di quelle cose mi notò, e si diresse verso di me mentre un altro faceva lo stesso con Miyuki. Rivolsi il mio sguardo a quello più vicino, e mi spostai lentamente a destra rispetto alla figura di Miyuki, anche lei salita sul tetto. Quando però l'hollow interruppe la sua avanzata giudicandosi a portata di attacco, lo ignorai, e rivolsi invece la mia attenzione a quello che mirava alla mia compagna. Corsi verso il bordo della casa allontanandomi dal mio hollow, e dunque spiccai un balzo con tutta la mia forza, ruotando
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    leggermente in aria in modo da poter sferrare l'attacco che volevo, qualche istante dopo.
    Tale attacco consisteva in un calcio rovesciato a ghigliottina, dritto sulla maschera dell'hollow, che con un pò di fortuna sarebbe caduto a terra vista la vicinanza col terreno. Da lì, sperai che Shin mi avesse ascoltato, prima, e si trovasse quindi nel punto in cui avevo cercato di dirigere il calcio e l'hollow.

    Una principessa non può sopravvivere, su un campo di battaglia come questo.


    Doppodichè, il mio ex obiettivo di prima venne a richiedere l'attenzione che gli avevo negato, o forse ad aprofittare del fatto che fossi una preda a mezz'aria virtualmente inerme.
    Tuttavia, Miyuki ricambiò il favore, guadagnandosi il mio sorriso divertito mentre attaccava l'hollow, facendolo precipitare con lei.
    Una volta atterrata dunque, caricai il peso sulle ginocchia per ammortizzare, e dunque non appena tutta la forza cinetica verso il basso si fu scaricata, scattai verso il filo di Reishi, sferrando un ultimo fendente all'hollow attaccato da Miyuki se fosse servito.

    Grazie! Guarda un attimo le spalle a Shin-kun, io attivo il filo!

    Da lì, cercai di battere il mio record sui dieci metri piani. Arrivata al filo, mi aggrappai quasi al chiodo di sostegno nel fermarmi, e dunque inviai il reiatsu per attivarlo [1/2 Basso]. Dunque tornai indietro, osservando come stava andando la battaglia. E vedendo che mentre me ne ero andata, Shinodari e Miyuki non si erano risparmiati. Vidi altri due cadaveri di Hollow svanire nell'aria, e Miyuki intenta a tirare sassi contro un hollow, che rispose alla provocazione senza esitare, sebbene i compagni già caduti.
    Nel vedere come lo sistemò, non potei non sogghignare: io mi consideravo agile, ma in come gli salì sopra, c'era una destrezza che di studentesco, aveva ben poco.
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    Il mondo della nobiltà, era qualcosa che non avrei probabilmente mai più rivisto,
    ora che mi rotolavo nella polvere azzannando la gola del mio avversario.

    Certo non aveva gli occhi dietro la testa, e dunque non vide ciò che vidi io. Cercai Shin con gli occhi, e dunque ripresi a correre senza badare a spese, sguainando la zanpakuto e dritta verso di lui. Ponendo una "gentile" richiesta secondo il tono e le parole che la situazione richiedeva, durante la corsa.

    Mi serve una spalla! Letteralmente! Ora!

    Sperai capisse, e che si concentrasse sul mantenere l'equilbrio sulle gambe. Perchè pronto o non pronto, io dovevo saltare o il primo ferito sarebbe arrivato fin troppo presto. Rallentando quindi di colpo vicino allo Shinigami, spiccai un balzo verso l'alto accanto a lui, e quindi usai la gamba piegata per "calciare" la sua spalla, e ricevere un'ulteriore spinta verso l'alto, così da raggiungere un livello di altezza sufficiente da fare ciò che avevo in mente. Ovvero tirare la mia arma come un pugnale verso l'hollow, così che ruotando su sè stessa come una trottola, andasse poi a conficcarsi nel corpo o anche nella maschera del divora anime, rallentandolo il tempo per miyuki di occuparsene, o direttamente rendendolo un moribondo degno solo del colpo di grazia.
    Sarei quindi atterrata, voltandomi verso Shin un attimo col pollice alzato, e dunque verso Miyuki per vedere se avevo avuto successo.

    Tuttavia come principessa, ero morta già prima della mia condanna.
    Come guerriero....beh, era chiaro come il sole.
    Non vivevo per altro che per quello.


    Era stato...rinfrescante. In tutto ci avevamo impiegato una decina di secondi, e più o meno tutti erano sempre riusciti a offrire al compagno un'apertura sul nemico, o a evitare che questi li attaccasse di sorpresa. Se potevo avere dubbi sull'efficenza di quel gruppo, al momento avevo solo prove a smentita di tale preoccupazione.
    Anche se purtroppo, il gioco di squadra da solo dubitavo sarebbe servito, con ciò che ci stava arrivando addosso. L'orda era ormai in arrivo, e il filo teso di reishi il nostro unico scudo.
    Come si dice...o la và, o la spacca. O interpretando tali parole....preferibilmente noi liberi di andare, e loro spaccati.
    SPOILER (click to view)

    ~ Tabella Riassuntiva ~

    AdCC
    Zanpakuto [In Uso]
    Tanto


    AdL
    Anken - Spada Oscura (3/3)

    PpCC
    //

    Bombe
    Nanas Bomb (1/1)

    OdC
    Bende di Cura (2/2)

    Vario
    //





    STATISTICHE

    Velocità:
    Forza:
    Resistenza:
    Zanjutsu:
    Kido:
    Hoho:

    250
    150
    200
    200
    200
    225

    Punti Ferita: 120/120




    Reiatsu: 13.5 / 14



     
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    .
  14. Shinodari
        +1   -1
     
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    User deleted




    ..Chi lo sà. Tanto vale provare, Shinodari-kun.

    Shinodari kun.
    Non ero riuscito a farle dimenticare gli onorifici in mia presenza, ma almeno un passo avanti l'avevamo fatto. Verso cosa, non avrei saputo dirlo, tra noi due erano state erette barriere invisibili difficili da distruggere.
    Per il momento mi sarei accontentato.
    La missione era la nostra priorità.
    Scoprire che Miyuki fosse la sorella di Takeo san, mi lasciò per un istante in balia di un flusso di sentimenti che non riuscii a comprendere fino in fondo.


    -Ho incrociato il cammino di tuo fratello durante un addestramento e...- esitati per un istante, ricordando quel semplice gesto che aveva cambiato il mio modo di rapportarmi verso gli altri -... gli devo più di quanto lui non creda.-

    Non aggiunsi altro.
    Sapevo di essere stato criptico, ma se fossimo sopravvissuti a tutto questo ci sarebbe stato tempo per parlare.


    Ce la faremo.

    ..Già. E non solo noi, puoi contarci.

    Mentre vedevo il sorriso illuminare il volto di di Yuuki e il buffetto sulla testa che diede con delicatezza a Miyuki, mi venne istintivo sorridere a mia volta, elargendo ad entrambe un sorriso solare, socchiudendo per un istante gli occhi.

    -...e al nostro ritorno festeggeremo...-

    Era la mia promessa. Da quelle parole avevo compreso che loro avevano qualcuno da cui tornare e avrei fatto il possibile perché ciò accadesse.
    Non avrei arrecato sofferenza negli animi di chi le stava attendendo, né avrei lasciato che quel sorriso, in grado di far risplendere come l'oro le sue iridi, fosse relegato a un doloroso ricordo.


    - La vostra compagnia sarebbe un piacere, Akainin-San! -

    A chi appartenevano quelle parole?
    Perché le potevo percepire solo come un'eco lontana?


    Quando varcai l'ingresso della tenda, mi sentii come se avessi riattraversato il portale che riconduceva alla Soul Society.
    All'interno della struttura aleggiava un'aria di tranquillità che stonava con la frenesia che circondava questo luogo.
    Era come se il conflitto non li avesse ancora toccati... era come se lo spegnersi delle anime dei nostri compagni non fosse in grado di sfiorarli.
    Mi sentivo a disagio, forse anche un po' nauseato dall'atteggiamento di colui che si presentò a noi come Onimasa Kuromi.
    Lo sguardo mi cadde su uno degli schermi che mostrava le informazioni sul nostro “superiore”.
    Sesto seggio del Gotei XII, vice-responsabile della sezione armamenti, responsabile di secondo grado della AST. Un tipo importante a quanto sembrava e fin troppo sicuro di sé, se era in grado di ostentare una tale freddezza visti i rischi che stavamo correndo.


    -Shinodari Akainin... Shihouin...-

    Mi presentai meccanicamente rivolgendogli un inchino formale.
    Esitai sulla parola “Shihouin”, ma non potevo esimermi di pronunciarla in quel frangente.


    Diedi un'occhiata al materiale che ci aveva indicato, sebbene la mia attenzione fosse anche rivolta agli schermi presenti all'interno della tenda.
    Visto che il nostro scienziato sembrava più propenso a spiegare con fin troppa dovizia di particolari il funzionamento dei macchinari, di cui almeno io capivo giusto l'uso che avremmo dovuto farne contro i nostri avversari, decisi che avrei cercato da solo qualche informazione utile sui nostri assalitori.

    Chissà se tutti gli appartenenti all'AST sono così innamorati del suono della propria voce, tanto da rimarcare anche fatti di cui al momento era meglio non rivangare.

    Mi domandai poiché avesse deciso proprio ora di far riemergere alla memoria un episodio decisamente increscioso successo in Cina, per poi continuare a scusarsi ancora una volta.
    Eravamo in una situazione di emergenza, ed anche se lui non mi fosse andato a genio, e cominciavo seriamente a pensarlo, avrei obbedito ai suoi ordini nell'interesse di tutti noi.
    Non potevamo permettere un genocidio a causa di qualche attrito avvenuto nel passato.

    Fu così che dopo essermi congedato con un altro inchino, seguii fuori dalla tenda le mie colleghe, aiutandole a trasportare i famosi supporti tattici statici.

    In definitiva, mentre ci incamminavamo verso il settore H4, riflettei che le nostre difese scientifiche consistevano in alcune mine che con buona fortuna avrebbero dato qualche problema ad un Gillian alla volta, in un paio di fili che potevano fare a fettine anche noi, che dopo un po' si squagliavano in una sostanza non ben identificata, sperabilmente non portandosi dietro nessuno di noi, e in un soppressore spirituale in grado di bloccare un numero considerevole di nemici per un brevissimo tempo.
    Che altro avremmo potuto chiedere di più dalla vita noi della seconda divisione?
    Sospirai, cercando di non pensare a noi come delle cavie da laboratorio.


    -Mi domando perché questo lavoro di posizionamento non l'abbiano fatto loro invece di stare a sorseggiare del the. All'arancia, poi! Fosse stato almeno del the verde l'avrei preferito.- non resistetti a fare quel commento, rivolgendomi ad entrambe. -Comprendo molto bene i rischi di un tale compito, ma in caso di attacco li avremmo difesi noi e purtroppo anche quel poco reaitsu che consumeremo per attivare le difese, ci sarebbe potuto servire più in la'. Non credo che i nostri avversari ci daranno il tempo di riprendere fiato.- considerai serio.

    A quanto pareva anche Miyuki la pensava come me, mentre Yuuki mi fece un commento che mi diede da riflettere.


    -Ammetti Yuuki che in un'altra occasione sarebbe stato uno spettacolo comico, però capisco cosa intendi dire. Già, probabilmente questa era la soluzione migliore per avere più chance di fermare i nostri avversari con meno perdite nelle nostre fila. Questo se i loro "doni" faranno il loro dovere, sennò di sicuro so a chi far fare il primo giro nel cuore della battaglia.-

    Mi concessi un mezzo nel pensare al nostro sesto seggio del Gotei XII intento a bersi una tazza di the, mentre si trovava una volta tanto nel mezzo dell'azione; peccato che fosse solo un sogno utopico.
    Vivevamo in un mondo dove ognuno aveva il suo ruolo.
    Difesa e attacco.
    Mente e braccio.
    Potevo capirlo, potevo accettarlo, ma allo stesso tempo questo modo di vedere le cose non aveva spesso creato una profonda diffidenza che ci faceva sentire diversi pur essendo tutti shinigami?
    Per fortuna c'erano delle eccezioni, e le cose stavano migliorando però...
    Se volevo cambiare questo stato di cose dovevo essere io a fare il primo passo e cercare di capire la loro ottica.
    Peccato che i membri dell'AST sembravano vivere in un mondo tutto loro.
    E a proposito di oggetti tecnologici...

    Cercando di non far cadere a terra i supporti tattici, con un po' di destrezza mi infilai l'auricolare nell'orecchio sinistro.
    Gli altri due li avevo già consegnati alle mie compagne in modo da restare in contatto. Per sicurezza, per ogni evenienza.


    Raggiungemmo infine la zona di nostra competenza anche grazie ad un aiuto esterno.
    Guardandomi intorno non potei fare a meno di storcere il naso.
    Piazza, due ingressi e fin qui poteva anche andare bene; quello che mi preoccupava erano i possibili passaggi tra le mura diroccate, per non parlare di eventuale un attacco aereo.


    Che dite? Due per lato sia di mine che di fili, e il pezzo da 90 per dopo?
    Me ne tengo io una però, delle mine, se non vi spiace. Quella piastra giocatevela pure voi.


    Rivolsi il mio sguardo in direzione di Yuuki.

    -Si credo sia un buon compromesso tenerci qualcosa, soprattutto per sorprese non prevedibili. Se per te va bene, Miyuki, mi prendo il soppressore da attivare in seguito.- osservai, sperando che quel gioiello della tecnologia AST non ci si rivoltasse contro.
    Per non parlare di dove custodire la piastra affinché non mi intralciasse nei movimenti.


    Ci dividemmo in due gruppi; da un lato Yuuki, dall'altro io e Miyuki.
    Mentre la mia compagna posizionava le mine, io diedi un occhiata al corridoio di accesso e alle costruzioni limitrofe.
    Non potevo sperare di parare ogni possibile crepa. Mentre stavo decidendo il metodo migliore per posizionare il filo, mi sentii chiamare da Yuuki.


    Shin-kun, puoi armarle te queste? Devo fissare bene il filo ancora!

    -Ok, vado.-


    replicai dirigendomi verso la coppia di mine che armai rilasciando una piccola parte di reiatsu [marginale x 2].
    Una volta eseguito il compito tornai verso il lato dove dovevo posizionare il filo spinato.
    Alla fine, dopo una rapida valutazione, il metodo adottato da Yuuki era sicuramente il migliore. Facendo attenzione imitai la mia compagna nel posizionare il filo dalla mia parte.


    Avevamo fatto appena a posizionare i supporti statici e a riunirci, che la frase pronunciata da Yuuki fu interrotta a metà da una serie di urla che non lasciavano adito a dubbi.

    Ci avevano trovati!

    Rapidamente feci mente locale da che direzione arrivassero.
    C'erano gli appiedati che ancora sembravano non essere un problema troppo imminente, sperando anche nell'efficacia delle trappole appena posizionate, e l'attacco in volo.
    Perfetto, proprio quello che temevo.
    A prima vista questi ultimi sembravano una mezza dozzina, ma non ebbi il tempo di fare dettagliate analisi matematiche.


    Dobbiamo cercare di fare fuori quelli volanti prima che gli altri arrivino al filo! Ci penso io al filo, voi copritemi se serve! Shin-kun, stai in guardia un attimo dove sei se puoi!

    Annuii.


    -D'accordo! Qui me ne occupo io, Yuuki.-

    Sapevamo che il filo poteva essere attivato solo in un momento come questo. Non avendo un segnalatore di prossimità, non potevamo temporizzare la sua attivazione prima dello scontro.
    Restai a terra con sguardo vigile pronto a bloccare l'attacco di coloro che si fossero disimpegnati dalle mie compagne, che nel frattempo erano salite sui tetti sfruttando le parti diroccate degli edifici.
    Il primo hollow mi fu servito da un calcio a ghigliottina di Yuuki che lo fece crollare al suolo nelle mie vicinanze. Non lasciandogli il tempo di riprendersi, scattai nella sua direzione estraendo la zanpakuto e trapassando da parte a parte la sua maschera, già incrinata per il precedente attacco e dallo schianto che ne era seguito.
    Meno uno.
    Non ebbi il tempo di gioire, che uno sbattere d'ali mi avvisò della presenza di un secondo scocciatore.
    Mi abbassai fulmineamente per evitare i suoi artigli, che agguantarono il vuoto dove poco prima c'era la mia testa.
    Naturalmente si sa che certa gente è molto ostinata, per cui l'avversario in questione decise di fare un secondo passaggio cercando questa volta il mio petto.
    Rotolando di lato per schivare anche questo colpo, ebbi la prontezza di riflessi di sollevare la lama in modo da colpire il mio avversario mentre stava passando, troncandogli di netto una delle ali. Non ebbi tempo di finirlo, lasciando il compito a Miyuki, che rialzandomi rapidamente in piedi, scattai verso un terzo che stava per colpire la mia collega alle spalle. Passandole di fianco, portai un affondo all'altezza della maschera dell'hollow imprimendo nella lama tutta la forza della carica.


    -Un altro andato!-

    esclamai, rivolgendo un sorriso vero la sorella di Takeo.

    Ma la prima parte dello scontro ancora non era terminata.
    Mentre Miyuki si occupava di un altro avversario, sentii la voce di Yuuki dietro di me.


    Mi serve una spalla! Letteralmente! Ora!

    Agii d'istinto, ancor prima di chiedere che volesse fare.
    Come il suo piede poggiò sulla mia spalla, feci in modo da farle da leva con il mio corpo per aumentarle l'alzo del salto.
    Certo la fanciulla pur essendo aggraziata non che fosse proprio priva di peso, ma riuscii comunque a compensare e a non sbilanciarci entrambi.
    Non potei far a meno di ammirare la presenza di spirito di Yuuki, che aveva sfruttato l'elevazione per lanciare la sua lama contro l'hollow che stava per attaccare Miyuki.
    Quando atterrò risposi al suo pollice alzato, sollevando il mio a mia volta.
    Il tempo per l'altra shinigami di finire l'ultimo nemico e ci riunimmo ancora una volta.


    Bel lavoro!

    Kikuta aveva ragione.
    Era bello far parte di una squadra, e man mano che passava il tempo mi sentivo onorato di far parte del loro gruppo.

    Per il momento avevamo vinto, riuscendo a coordinarci con un buon tempismo.
    Non male, davvero niente male.
    Peccato che ora avremmo dovuto affrontare un problema ben più grosso e, per dirla sinceramente, quei supporti tattici statici non mi davano molto affidamento sulle grandi masse.




    SPOILER (click to view)

    Tabella Riassuntiva

    Bende di Cura [1/1]
    Cauterizzatore [1/1]

    Filo di Nylon [1/1]
    O-fuda [2/2]

    Zanpakuto [1/1] (impugnata)
    Ninja-To [1/1]
    Anken [2/2]
    Senpen Banka [2/2]

    Soppressore statico spirituale "Koreijyu" [1/1]






    STATISTICHE

    Forza:
    Velocità
    Resistenza:
    Zanjutsu:
    Kidou:

    200
    225
    200
    200
    200

    Punti Ferita rimasti: 12/12




    Reiatsu: 54/56 Marginali



     
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    Mesa Blanca




    La temperatura nel centro di comando e controllo era salita vertiginosamente negli ultimi minuti, e al ronzare dei sofisticati meccanismi si era sostituito il vocio sommesso degli analisti e dei tattici che discutevano sul da farsi.
    La situazione era perfettamente sotto controllo, nonostante un numero allucinante di perdite da entrambe le parti; i divoratori di anime stavano avanzando lentamente, metro dopo metro, ma in maniera incredibilmente più lenta rispetto alle previsioni, e per ogni shinigami che cadeva dieci maschere ossee finivano in pezzi una volta purificate.
    Laggiù, nelle profondità della terra, il massacro soprastante venive filtrato e ritradotto dai cogitatori.Trasformato in una sequela senza senso di dati, i nomi dei caduti trasmutati in sterili stringhe di numeri che si aggiungevano al pantagruelico elenco di morti.
    Eterno carburante di quel motore osceno conosciuto come guerra.
    Kagutsushi si passò la mano tra i capelli sudati, come ormai era divenuta sua abitudine, e si chinò verso un monitor di una stazione di trasmissione.
    L'addetto alle comunicazioni non si girò neppure, proseguendo imperterrito all' ascolto delle richieste delle squadre deviando il flusso di rifornimenti con semplici e agili movimenti delle lunghe e ossute dita.
    L' addwetto sibilò qualcosa con fare invelenito verso lo schermo che sembrava decisamente dispregiativo, quasi che la macchina stesse stesse traviando i suoi sforzi. Era da oltre un' ora che i computer davano problemi, scariche statiche e interferenze di origine sconosciuta danneggiavano la trasmissione rendendo difficoltoso il contatto con le squadre impegnate nei combattimenti, e ciò stava randendo tutto lo staff di coordinamento estremamente rabbioso.
    Lo shinigami delle comunicazioni strabuzzò improvvisamente gli occhi e si voltò di lato, solo per trovarsi davanti agli occhi il volto furioso del capo-reparto tecnico.
    SUperando in fretta la sorpresa deglutì e si schiarì la gola prima di borbottare tremando
    S-signore, v-voxcontatto dalle posizioni dei Gillian, sta bypassando i nostri canali e... è qualcosa di molto strano, la conferma è giunta anche dagli osservatori al di fuori delle mura
    Lo scienziato capo imprecò sonoramente interrompendo il lavoro di molti presenti, prima di chiedere con estrema urgenza delucidazioni
    Hanno iniziato a muoversi?
    La sua voce aveva un che di terrificante.
    E di conseguenza la risposta fu altrettanto rapida, così tanto da lasciarlo perplesso
    Negativo, signore, sono sempre stazionari nelle loro posizioni, è solo che...solo che...
    Con un ruggito animalesco Kagutsushi afferrò il bavero del camice dell'atterrito attendente e lo sollevò dal terreno urlandogli in faccia.
    Solo che cosa? Per la barba del benedetto comandante generale, che cosa?!
    Ci vollero la pazienza di un santo e tutto il suo autocontrollo per fargli lasciare la presa.
    Il dio della morte di grado inferiore si afflosciò al suo e tossì per alcuni secondi prima di uggiolare spaventato
    ...solo che stanno cantando signore, quei maledetti cosi stanno semplicemente cantando, e gli osservatori riferiscono che è da stamattina che stanno andando avanti, solo ora è aumentata la frequenza, prima era troppo bassa per essere rilevata.
    Il graduato strappò le cuffie dal capo della creatura tremante e se le avvicinò all' orecchio preoccupato.
    Come le appoggiò al padiglione auricolare le sue orecchie furono invase da un brusio lento e costante di decine di voci.
    Era una nenia cadenzata e ritmata, formata da toni alti e bassi che si fondevano in un vocio incomprensibile.
    Non aveva senso, almeno per uno shinigami non della dodicesima.
    Kagutsushi invece aveva analizzato migliaia di volte quel comportamento, sebbene lo avesse riscontrato solo in hollows di basso rango; ma non ci potevano essere dubbi, si trattava di un richiamo, una invocazione di aiuto, carica di rispetto...e terrore in egual misura.
    Ma cosa poteva spaventare un Gillian?

    Lo scienziato scattò come una molla, ululando come un forsennatominacciando tutti i presenti di una morte più che immediata se non avessero obbedito all' istante, poi sempre gridando aggiunse.
    Eseguite una ricerca su larga scala, scandagliate tutte le frequenze e trovatemi un pattern di rientro nello spazio reale, pres...
    La frase fu interrotta dal grido strozzato di allarme proveniente da uno dei banchi dati.
    Lo shinigami che parlava era terreo e bianco come un cencio
    Signore! gridò cercando di attirare disperatamente l' attenzione del suo superiore Contatto a ore 2, proviene dalla porta Sud!
    Un'altro si aggiunse alla discussione mentre una grossa sfera rossa come il sangue iniziava a ricoprire un quinto del plastico virtuale alle sue spalle, indi ce di un arrivvo dall' hueco Mundo di proporzioni abnormi rispetto ai precedenti
    RIlevato rift dimensionale...si tratta di un Garganta! Ma...ma le dimensioni sono completamente fuori scala, è almeno cinque volte più grande di quello di un normale Gillian! I grafici di balzo dimensionale sono fuori da tutti i parametri, gli indicatori sono come impazziti, qualunque cosa sia, è enorme!
    Ma Kagutsushi non lo stava più ascoltando, sugli schermi si stava proiettando una immagine folle, l' esterno era sconvolto da un cielo violaceo, che si aprì con violenza, distorcendosi e mutando come l'acqua di un fiume, mentre un garganta alto cinquanta metri e largo altrettanto torreggiava davanti alla fortezza.
    Il dio della morte fece appena in tempo a balbettare
    Kami misericordiosi...
    Prima che il contatto visivo si interrompesse trasformando tutti i video in un ammasso di scariche statiche sfrigolanti.
    Nessuno però faceva caso al coro dei Gillian, che a poco a poco si ingrandì, sino a diventare una cantilena ruggente e tonante, un nome, che annunciava morte a chiunque lo ascoltava, un memento dell' arrivo di un dio della guerra spietato.
    Mesa Blanca...Mesa Blanca...Mesa Blanca...


    [...]





    image

    Nello stesso momento in superficie, con un rumore di mille specchi infranti, una enorme zampa aracnoide alta quanto un Gillian entrò di prepotenza nel mondo reale schiacciando le case in muratura come fossero state di cartone, e con esse hollow e shinigami indifferentemente.
    Venne poi seguita da una seconda, poi da una terza e infine da una quarta.
    Poi il cielo iniziò a contrarsi, quasi fosse sconvolto da un parto atrocemente doloroso, e si gonfiò, sino ad esplodere anch'esso in un vortice di schegge vetrose delle dimensioni di macchine, che si dissolsero prima di toccare terra.
    E dallo squarcio nel nulla emerse un corpo colossale, alto come un palazzo di dieci piani composto da enormi maschere ghignanti costellato di fori assai simili a quegli degli hollows, ma abbastanza larghi da farci passare un camion, e sopra tutto ciò l' ennesima maschera, questa però priva di lineamenti, ad eccezione di quattro singoli fori per gli occhi, che brillavano di una luce malevola e stregata.
    Poi proprio come una enorme e solida massa di roccia l' essere pantagruelico rimase immobile a poco più di 500 metri dal kekkai principale, che scintillava sotto la luce del sole.
    Poco lontano invece, non visto nè percepibile da alcuno, uno strano giovanotto dai capelli biondi rise gioiosamente osservando la sua ultima creazione, e con tono musicale canticchiò
    Senor Fuentes, ecco a voi la mia gioia e il mio orgoglio, l'hollow di classe Mesa Blanca!
    Reclinò di lato la testa e disse divertito rivolgendosi ad un pubblico inesistente
    Non per vantarmi, ma credo di essere il secondo, dopo sua eccellenza Aizen ad avere creato la vita, ed un nuovo stadio di evoluzione nella lunga lunga storia degli hollows! Certo è un traguardo non indifferente, ma credo di potermi anche spingere più in là con il tempo e le risorse adeguate: certo, non è esattamente acuto... ma è perfetto come macchina di distruzione, e immagino che tutti voi condividiate il fatto che riuscire a mantenere una massa del genere senza collassare non è un compito facile... Inoltre ha molte altre sorprese in serbo per voi!
    Poi aggiunse
    Avanti ragazzone! Abbatti quel fastidioso kekkai, e mostra ai signori shinigami cosa sai fare su!
    E con un ruggito che scosse la terra se sollevò una nube di polvere l' essere gigantesco che rispondeva al nome di Mesa Blanca reclinò il torso spalancando le tre bocche che aveva sul petto, che in pochi secondi si riempirono di una intensa luce color del sangue, talmente intensa da accecare per pochi millisecondi tutti i presenti.
    Istintivamente tutti capirono cosa stava per accadere, e nessuno fu contento di scoprirlo.
    Un urlo belluino spaccatimpani e la creatura rilasciò il suo carico di morte.
    GWOOOOOOOOORGH!!!

    Tuonò, prima di scaricare tutta la sua energia in un fascio cremisi di morte.
    Un cero di dimensioni spropositate, largo più di dieci metri e lungo cento volte di più fu scagliato come una lancia verso il fragile kekkai impattando con uno scoppio subsonico tale da far implodere tutte le finestre ancora integre della cittadella.
    Tutto ciò che si trovava attorno al percorso del raggio, shinigami che saltavano, hollows volanti e pietre che ancora volavano per effetto delle esplosioni fu incenerito e ridotto in polvere nel giro di istanti, mentre la barriera di contenimento esplose con un rumore di porcellana fracassata.
    Il raggio proseguì poi la sua corsa, deviato verso destra, e si andò a schiantare contro il deserto alle spalle della struttura un paio di kilometri più in là, generando una esplosione di potenza paragonabile ad una piccola esplosione nucleare, che sollevò una nube di dimensioni pari a quelle di una piccola tempesta di sabbia che spazzò le strade ormai prive di protezione della città.
    Dove prima si stagliava il deserto adesso si trovava un grosso ratere di trecento metri di diametro.
    Una vista così terrificante lasciò atterriti tutti, sia gli shinigami sia gli hollows.
    Almeno fino a quando le stazioni di trasmissioni del kekkai non esplosero una dopo l' altra, provocando il crollo di numerose sezioni del muro esterno.
    Allora un'altro suono riverberò all' esterno delle mura perimetrali.
    L' urlo di gioia di centinaia di hollows che si precipitarono con foga nelle brecce, imitati subito dopo dai lenti e goffi Gillian, che iniziarono a loro volta la loro avanzanta goffa e dinoccolata.
    Poi come ad un segnale convenuto il Mesa Blanca sembrò illuminarsi dall' interno, mentre decine di luci rosse iniziarono a ricoprire le maschere.
    E da ognuna di esse partì un Cero diretto verso la città già duramente provata.
    Una pioggia di raggi annientanti, nell' ordine delle decine, precipitò come un bombardamento a tappeto sugli abitati, devastando le strutture e cancellando dall' esistenza shinigami e divoratori spirituali in egual misura, cessando solo quando il colosso mosse i primi passi verso la città ormai condannata come un gigante spietato, deciso ad aggiungere la propria immane potenza all' impeto dell' assalto.
    Adesso la battaglia, entrava nel vivo.


    _________________________________



    Attoniti osservate la enorme massa di hollows precipitarsi in avanti.
    Molti piani sono perfetti, senza una falla, e probabilmente sembra che niente possa andare storto.
    Altre volte invece basta una piccola dimenticanza per far crollare tutto come un castello di carte lasciando niente di più che l' amaro sapore del fallimento.
    Non si sà mai quando qualcosa può andare storto...
    Fortunatamente per voi oggi non è una di quelle giornate.
    I divoratori di anime infatti avanzano compatti, sospinti solo dalla loro brama di distruggere e devastare, e chissà, forse addirittura per vendicare i loro compagni caduti.
    Fattò stà che tutto quello che vi importa è che avanzino, giusto per finire diretti dentro la vostra trappola mortale.
    Il primo della carica, un nerboruto scimminone sembra accorgersi solo dopo della presenza dell' esile filo, che eppure lo trattiene saldamente, come la gomena di una nave.
    POtete vedere l'espressione di assoluto sgomento sul suo volto, mentre cerca disperatamente di frenare la sua corsa verso la morte.
    Ma con una certa punta di disgusto lo vedete imprecare con suoni gutturali mentre i suoi compagni giungono come una valanga su di lui, facendolo letteralmente attraversare i fili.
    E non solo lui.
    Tutti i divoratori finiscono fatti a pezzi, tanto che alla fine non rimane niente di più che un disgustoso spezzatino di quello che prima era un folto gruppo di creature assassine pericolose ed assetate di sangue.
    Tuttavia il vostro sollievo è di breve durata.

    Già, con un ruggito terrificante il possente Mesa Blanca fa il suo ingresso in scena, portando con sè il suo carico di morte formato energia spirituale in confezione famiglia.
    Potete solo guardare con stupore e terrore l' enorme colonna cremisi che spazza gli spalti infrangendo l' esile kekkai come un martello distrugge uno specchio, per poi proseguire la corsa culminando con una catastrofica esplosione le cui sembianze mai avete potuto vedere se non nei vostri peggiori incubi.
    Quando il raggio si disperde, lasciando solo nubi di reiatsu ionizzato, nella lugubre strada scende il silenzio.
    Una assenza di suoni opprimente, pesante come una cappa di lana, interrotta solo dallo sfrigolio dell' energia residua...
    e da un alto sibilo, simile a quello di una pentola a pressione che abbia raggiunto il massimo della sopportazione.
    Cosa sarà? E' la domanda che bene o male passa per la testa di tutti.
    image
    La risposta arriva quando il cielo si tinge di cremisi, come se si riempisse del sangue che cola a fiotti da una enorme ferita aperta, e sul quale gli hollows volanti si agitano come vermi sulla cancrena, giusto per restare in tema.
    Il sibilo aumenta di intensità, sempre di più, fino ad assumere un timbro semi-elettronico, come quelli che si ottengono avvicinando troppo un magnete ad un amplificatore.
    Poi con orrore quelli di voi che ne hanno sentito parlare realizzano l' enormità della cosa, mentre lampi rosso cremisi striano l'aria oscurata dalla sabbia sollevata dalla titanica esplosione precedente.
    Ed è una pioggia di luce quella che si abbatte sulle vostre postazioni.
    Pilastri di energia malevola e ringhiante si schiantano con niente più di un sibilo sulle abitazioni abbandonate e sulle strade circosatanti vaporizzando le unità abitative e la pavimentazione secolare sciogliendole come se fossero burro.
    Attorno a voi decine di shinigami e altrettanti hollows finiscono cremati dai pilastri di morte al plasma che dissolvono indistintamente cemento, pietra, acciaio, carne ed ossa.
    Una carneficina, è la prima parola che viene in mente a vedere un simile spettacolo, mentre il colosso in lontananza semina morte ad ogni pigro passo, consumando una quantità di Reiatsu che non ha dell' umanamente concepibile.
    Nel suo modo di muoversi vedete solo brutalità e furia, neanche il più minimo barlume di intelligenza.
    Solo puro istinto ed una voglia cieca di uccidere, mutilare,squartare ed incenerire.
    Vedendo come si mettono le cose non potete fare altro che muovervi verso un riparo sicuro, ma dove?
    Non siete stati però i soli ad avere quella idea.
    Tutte le altre squadre sono all' incirca nella vostra situazione, cariche di feriti, o di moribondi avanzano con passo stanco sotto il bombardamento costante e prolungato, i canali di comunicazione intasati dalle urla disperate di truppe allo sbando che richiedono ordini o dalle semplici scariche statiche di quei microfoni che non sono stati richiusi in tempo.
    Attorno a voi adesso brulica di shinigami feriti o morenti che sbucano da tutte le direzioni, mentre vi muovete assieme a loro, almeno sino a quando uno di essi non indica il cielo con un dito strozzato, ed una ennesima pioggia di morte si abbatte sulle vostre postazioni con un rombo potente e scassatimpani, mandando in aria pietre e polvere e saturando l' aria del metallico e acre sentore del sangue.
    Meno di dieci secondi dopo la polvere si dirada, rivelando uno scenario da incubo.
    Al posto della strada si trovano solo crateri fumanti...
    La domanda è una sola, ve la sarete cavata?

    CITAZIONE
    La risposta è ovviamente sì, dipende però da come ve la gestirete, siete liberi di non infliggervi neanche una ferita se lo desiderate, ma nel caso voglio vedere delle ragioni precise correlate di una descrizione altrettanto epica.
    Ah, è inutile dirlo ma siete gli unici membri della seconda divisioni rimasti nell' arco di circa 600 metri quadrati ^_^

  16. Situazione
  17. Che dire, vi siete beccati una pioggia di Cero sul naso, ma siete (si spera) sopravvissuti/e
    tutti quanti/e.
    In questo post è tutto descrittivo, potete fare post combinati, singoli, come vi pare.
    Basta che l' insieme sia epico e una gioia per gli occhi, non chiedo altro XD

    Dal prossimo turno invece inizieranno i veri problemi.

     
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  18. Yami Kaguya
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    ¬ T e r c e r a ¬
    Hole in My Heart

    Dovetti riprendermi la mia arma dalle mani di Chidori quasi andando a tentoni.
    Sentivo che se avessi staccato gli occhi da quell'orda in carica, avrei avuto seriamente di che pentirmene.
    Per nostra fortuna però, tale sensazione si rivelò errata.

    ...Era stata l'adrenalina, probabilmente.
    Non trovavo altre spiegazioni d'altronde.
    Un simile pensiero...come era potuto venirmi in mente?

    Prima con uno, e poi con tutti gli altri, il filo fece il suo lavoro in maniera impeccabile. Nel giro di pochi secondi, ci ritrovammo a fissare una mera montagna di carne, sangue e organi interni. Con uno sguardo di disprezzo misto a compassione per una fine tanto sciocca, sferrai un fendente al vuoto per togliere il sangue dell'hollow dalla lama della mia Asauchi, e quindi la rinfoderai senza una parola, attenta ad altri "visitatori".
    Non ci fu bisogno però di attenzione, per ciò che venne dopo.
    Per primo arrivò il rumore, come se una immensa lastra di vetro fosse finita in pezzi. Poi sulla linea dell'orizzonte, fra la mia vista e il cielo si frappose una specie di colonna.
    Capii solo dopo, che era una zampa. Iniziai ad afferrare cosa fosse, unicamente quando ne spuntarono altre tre uguali, attaccate a un busto ancora più grande.
    Troppo, grande. Sembrò squarciare il cielo stesso, nella sua apparizione. E quello...

    ...Che diavolo...?!

    Non riuscii a muovermi per quelli che sembrarono minuti, fissando quella Cosa enorme mentre sembrava osservare di rimando la cittadella.

    Una parte di me era attonita.
    Non da quel mostro, ma da quelle tre parole di poco prima.


    Tutto però finì nel momento in cui il suo petto si aprì, colorando di cremisi tutta l'area di fronte a sè. Il ruggito che seguì quel movimento, arrivò da noi insieme allo spostamento d'aria derivato da qualcosa di cui fino ad allora avevo letto solo sui libri, o ascoltato dai rapporti delle missioni passate.
    Nulla di ciò che sapevo però, sembrava avere senso, osservando quella Cosa. I Gillian erano la classe più grande di Hollow, ma quello sembrava il Gillian fra i Gillian, per le sue dimensioni.
    E allo stesso modo, le dimensioni del Cero che colpì la cittadella infrangendo il Kekkai come un castello di sabbia, erano più simili a quelle di un cannone di calibro irrealizzabile, che di un Raggio annientante.
    image
    Una cosa simile, era troppo ampia per poter essere schivata senza qualche capacità superiore. E contro un bersaglio immobile, garantì il risultato che quella cosa andava a cercare.
    Fu possibile vedere la Kekkai andare in pezzi, persino da dove eravamo noi, mentri i frammenti ora tinti di cremisi svanivano riducendosi in polvere.

    "Vivere per quello"...
    "Quello"..non era forse "scontro"? "Guerra"?

    Dopo, non ci fu possibile udire altro se non un rumore di esplosioni, lo spostamento d'aria derivato dall'impatto contro il deserto attorno alla cittadella, e tutto ciò che rimase fu quella Cosa, troneggiante. Così come una nuvola di terra e polvere che si innalzava verso il cielo, insieme a quel grido inumano che suonava tanto come un ruggito di trionfo.
    Le nostre difese materiali, erano state spazzate via in un attimo.
    Da quel momento, eravamo noi contro tutti loro, in corpo a corpo.

    ..Masa...kà..

    Non volevo crederci. Eppure di fronte a noi, si stagliava una..."Cosa", che sarebbe stato ridicolo definire come un semplice hollow. Non c'erano piani, che potessero adattarsi a una simile situazione. Chi avrebbe mai potuto considerare, l'entrata in scena di una bestia colossale in grado di spazzare via le nostre difese con una tale facilità?
    La risposta, era "nessuno". E se nessuno poteva averla prevista, nessuno poteva avere ordini da trasmettere a chiunque non fosse entro una decina di metri da lui stesso.
    In parole povere, eravamo affidati a noi stessi. E a complicare le cose, ci fu l'anticipazione di come quell'affare, non avesse finito di "presentarsi".

    Io avevo...sorriso...sul campo di battaglia.
    Piena di adrenalina, credevo di aver fatto un passo in avanti.
    Invece era stato il primo verso la caduta.


    Il silenzio dopo quel Cero devastante, non ci venne concesso. Qualunque segno di "morte", di pace per quanto sinonimo della morte che aveva seminato, non durò più di un istante. A partire da quello successivo, le orecchie vennero riempite da un fischio acuto e crescente, subito dopo il momento in cui la nuvola di polvere si era alzata nell'aria, e prima di quello in cui il cielo assunse nuovamente un colore cremisi.
    Non avevo mai provato, a immaginarmi l'Inferno. Per un essere che sarebbe diventato un corpuscolo di Reishi anonime alla sua morte, non aveva senso pensare a un qualche "paradiso" o "inferno". Tuttavia nell'alzare lo sguardo, me ne feci più o meno un'idea. Il cielo era rosso, e le figure degli hollow volanti che lo attraversavano, rappresentavano perfettamente l'idea comune di "demone".
    Non c'era però tempo, di ammirare quello che era sì uno spettacolo....ma era anche qualcosa annunciava unicamente la morte di qualunque cosa che stesse sotto il cielo stesso.
    Mi voltai verso Shin e Miyuki, e mi misi quindi a correre, se non avessero già iniziato a farlo loro.

    Al campo della XII! Subito!

    Al momento, sembrava essere la cosa migliore da fare.
    Di sicuro meglio che starsene fermi, sotto una pioggia incontrollata di Raggi Annientanti. Così, ci mettemmo a correre, guardando il cielo e cercando di prevedere la traiettoria dei raggi che cadevano nella strada che percorrevamo, oltre che in tutte le costruzioni attorno a noi. Fra fermate improvvise e schivate all'ultimo, riuscimmo a uscire dalla nostra area, e tornare alla strada principale che ci avrebbe riportati alla zona strategica, dove probabilmenteavremmo trovato sia istruzioni, che qualche riparo decente.

    La mia predizione, era totalmente sbagliata.
    Credevo mi sarei inebriata dell'odore della guerra.
    Ma quello, era in realtà l'odore della vittoria.


    Un sibilo stavolta nel comunicatore però, mi comunicò che non eravamo gli unici in una simile situazione.
    Appena entrammo nel raggio d'azione degli altri auricolari, la frequenza generale venne invasa da urla, scariche e richieste di tutti i tipi. Bastarono quindi pochi altri passi, per arrivare in una via piena di Shihakusho macchiati di sangue, o a terra privi di vita.
    Stavamo venendo massacrati. Mi tolsi quindi l'auricolare dalle orecchie prima che le scariche mi frantumassero i timpani, e non potei fare altro che continuare a correre. Almeno sino al momento in non mi sentii afferrare per l'hakama e quasi inciampai. Mi voltai verso il mio piede destro, e vidi che un ragazzo con una gamba quasi carbonizzata mi aveva afferrato con un braccio.

    Senza adrenalina....l'odore era ben diverso.
    La morte non ti può inebriare.
    La morte non fà altro che rivoltarti lo stomaco.


    Rimasi solo un istante, in dubbio. Poi a dentri stretti, mi ci inginocchiai vicino cercando di caricarmelo in spalla, e dunque di riprendere la corsa.

    Mollami la gamba, tranquillo, non ti lascio qu-

    Lo vidi quasi al rallentatore. Dall'altra parte della strada, un uomo alzò un dito al cielo, nello stesso momento in cui ogni cosa, non solo il cielo, assumeva una tonalità cremisi. Alzai lo sguardo di nuovo, e vidi decine e decine di luci rosse attraversarlo come stelle notturne. Lo vidi, e capii che eravamo tutti morti.
    Forse.

    Shin, Miyuki! Dentro la casa, tirate giù il soffitto e il primo piano in qualche modo! Muovetevi, muovetevi!
    TUTTI LA' DENTRO, FORZA!


    E mentre mi rendevo conto della mia idiozia,
    sentivo l'odore del panico, e il suo fiato mentre mi alitava addosso.

    Il tempo sembrò rallentare. Mi misi in spalla il ragazzo, e quindi tirai le maniche degli uomini più vicini a me, indicando la casa mentre urlavo le stesse parole come un disco rotto. Il più rapidamente possibile, entrammo nel caseggiato, e mentre Shinodari e Miyuki facevano il loro lavoro, io iniziai e terminai di recitare a mia volta il kotodama, puntando la mano contro il pavimento una volta conclusa la serie di parole necessarie.

    Hadou 33: Sokatsui!
    DENTRO!


    Il pavimento cedette, e l'unico riparo che avrebbe retto, si aprì dinanzi a noi. Gli altri shinigami fecero per entrarvi, ma proprio allora da dietro di me, arrivò il primo urlo di chi era rimasto fuori, a morire sotto quella rossa pioggia mortifera.
    I Ceri, di norma erano descritti come possenti, ma non per forza letali. Ciò che vidi invece, era qualcosa di più simile alla disintegrazione, che agli effetti di un raggio di energia.
    Fu allora che capii, che non ce l'avremmo mai fatta. Che avrebbe attraversato le pareti come burro, e ci avrebbe inceneriti tutti. Non avevo incantesimi abbastanza forti, da poter affrontare una simile potenza di fuoco.
    Mi voltai di nuovo, vedendo Shinodari cercare di proteggere Miyuki. Una ragazza alla sua prima missione, l'ultimo probabile erede degli Shihoin....e io, la reietta dei Fong in cerca di riscatto. C'era...qualcosa di sbagliato, nel far morire lei.

    Fino a che, trovò un appiglio.
    Il panico azzannò il mio "cuore".
    E io, forse divenni simile a un hollow.

    E non potevo far morire lui, in una situazione simile. E io...nemmeno io, potevo permettere che finisse così. Diventare un cadavere in mezzo a tanti, una fallita che aveva perso anche la sua ultima chance di valere qualcosa.
    Io....non volevo, morire così.
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    Fu così, che non pensai più. Sferrai prima un calcio, e subito dopo un altro alle schiene di due degli Shinigami moribondi che ci avevano seguito sin là. Li osservai incespicare, finire verso Shinodari e Miyuki, cadere con loro nel buco che avevo aperto con il mio sokatsui. Poi mi tuffai a mia volta, tenendomi sulla schiena lo Shinigami che mi aveva afferrato la gamba, e allo stesso tempo tirando con me un altro di quelli che erano abbastanza vicini alla "fossa".
    Poi, non capii più niente. Il mondo si tinse di rosso, impattai contro qualcosa sotto di me, stretta fra i due shinigami morenti. Sentii un calore avvampante a tutto il corpo, poi più nulla.

    Anzi. Una cosa simile non era tipica degli hollow.
    Ma solo il rovescio, dell'essere umano.

    Persi conoscenza, con le urla dei due Shinigami nelle orecchie, e lo spettacolo che sparì subito dopo quando caddi al di sotto del livello del terreno.
    Corpi in fiamme, che ardendo come torce, si riducevano in cenere come fogli di carta.



    ...Namae wa?

    Non riaprii gli occhi. Non sentivo niente. Non capivo dov'era il sopra o il sotto, non avvertivo l'aria scorrermi nei polmoni, o dolori di qualche tipo.
    Solo una voce. Calma, quasi glaciale. E quella domanda incomprensibile, che ripeteva lasciando pochi secondi d'intervallo fra la precedente e la successiva.

    Omae no Namae wa? Kotayo, Onna.

    Sentivo solo "nome". Una, due, cinque volte. Alla fine risposi per istinto, in uno stato mentale simile al delirio.

    Yuuki...Fong...

    .."Fong"....ka?
    ...Wakattà, Onna.
    Ontoonì....Zànnen desu.


    Bwargh! Cough! Gack....
    Anf...anf....


    D'un tratto, sentii di nuovo tutto. Il dolore, il calore...la polvere che mi entrava nei polmoni affamati d'aria, e un peso schiacciante sul petto. Nel momento in cui mi guardai intorno, non vidi però niente. In preda al panico, cercai di muovermi, e sentii qualcosa di caldo in mano.
    Alzandola, la vidi macchiata di sangue. La manica era fradicia, e il motivo lo vidi presto. Un pezzo di cemento era caduto affianco a me, troncando di netto il braccio dell'uomo...
    ...Che avevo....sopra di me...

    Waaah!!

    Cercai di togliermelo di dosso, iniziando a divincolarmi in una maniera quasi spasmodica, e alla fine riuscii, scivolando sul sangue, a uscire da quella specie di nicchia in cui ero finita, circondata da pezzi di cemento ma apparentemente senza nessuno di particolarmente pesante sopra di me e...del mio "salvatore". Probabilmente il corpo aveva attutito gli impatti dei pochi pezzi grossi come palle di cannone, e il resto...
    Il resto forse era solo stata fortuna. Dovevo solo sperare che anche gli altri se la fossero cavata.

    Shin-kun...? Miyu-chan!

    Attesi risposta, pregando di ottenerla con tutta me stessa. Quando colsi un movimento, mi diressi subito nel punto da cui proveniva, anche se nel rialzarmi provai una fitta di dolore sparsa che mi fece stringere i denti. Cercai di raggiungere un cono di luce, così da cercare di capire l'origine e la gravità delle varie fitte.
    Sentivo la schiena calda, ma non dolori in quella zona. Avevo però le maniche praticamente distrutte, varie scottature su braccia e gambe...e ovviamente la parte anteriore della giacca piena di sangue, così come le maniche. [Ferite Basse]
    ...Avevo rischiato grosso, ma...ero viva e senza ferite gravi, almeno quello potevo dirlo. Cercai di concentrarmi sui miei compagni quindi, per il momento. Dovevo farlo, fintanto che lo shock e la situazione mi permettevano di non pensare a ciò che avevo fatto poco prima.

    State bene? Andiamo....

    Li avrei aiutati a uscire se fossero stati incastrati, ma una volta che fossero stati liberi, mi sarei allontanata. Rivolsi quindi la mia attenzione al soffitto, a cui si erano aggiunti altri buchi, e alle montagne di detriti che vi erano caduti dentro.

    Vado a controllare l'esterno.

    Certe volte, gli umani...
    Sono solo deboli, e ipocriti.


    Pronunciai quelle parole come un automa. Prima ancora di avere risposta, mi ero già precipitata verso un cumulo di detriti, e da lì arrampicata stringendo i denti verso il buco sovrastante.
    Appena sporsi la testa però, vidi un volto carbonizzato dinanzi a me, che per poco non mi fece perdere la presa. Lo sorpassai con lo sguardo, e mi tirai su del tutto, arrancando fuori dalla casa.
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    E scoprendo effettivamente, che l'inferno esisteva anche per gli Shinigami.
    La strada era ridotta a una serie di sottospecie di tane per talpe. C'erano crateri ovunque, e in mezzo a loro, i corpi di chi non ce l'aveva fatta. Mezzi carbonizzati, menomati..o solo moncherini dei corpi svaniti.
    Non potei fare a meno di pensare, che l'inferno di un Dio della morte, non è altro che un campo sconfinato di cadaveri dei propri compagni.
    Fu il mio primo pensiero a venire a galla, dopo essere svenuta. Il primo, che fece arretrare l'istinto, e riportò la ragione al comando del cervello.
    Insieme alla consapevolezza, di cosa avevo fatto. Rividi come in un filmato sbiadito, le mie gambe colpire i miei compagni, spingendoli verso i membri della "mia" squadra. Le mie mani afferrare il bavero di un altro shinigami morente, e tenendo ben saldo il primo di loro che mi aveva chiesto aiuto, gettarmi con loro nella fossa in cui mi ero risvegliata.
    Non avevo cercato di salvarli. Con una esitazione pressocchè minima, avevo usato i corpi dei miei compagni come oggetti. Li avevo frapposti ancora vivi, fra me e la causa della morte di ogni shinigami in quella via e nelle case.
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    Amano gli ideali positivi, li acclamano in branco....
    Ma quando devono tenervi fede,a volte quelle urla diventano di colpo mute.

    E anche se non volevo credere di averlo fatto, quelle mani lorde di sangue fresco erano la prova migliore di come la mia vita, in quel momento, fosse stata salvata grazie al sangue dei miei pari. Mi senti mancare il respiro, e le mani tremare dinanzi a tutti quei corpi.

    ...Ha...ha....

    Era assurdo, lo sapevo. Non ero psicopatica. Non soffrivo di sdoppiamento della personalità. A prendere quella decisione ero stata io. E sempre io l'avevo messa in atto, senza chiedere niente a nessuno.
    E sempre io, ora ne provavo disgusto. Così come paura. Paura per come avessi agito in preda all'istinto, e di cosa fossi stata capace di fare senza pensarci due volte.
    Se quello era il mio "istinto".... che diamine avevo, in testa..?
    CITAZIONE

    Ascoltami bene, Yuuki...
    Come Fong, scordati le Brigate. Il tuo destino, sono le Unità Segrete.
    Ed esiste un solo dogma, che dovrai imparare fin da subito.


    CITAZIONE
    -Abbiamo tratto una lezione.-
    -Una lezione importante, che ha per la prima volta dato al Gotei III una ragion d'essere diversa da tutti gli altri Gotei.-
    -...Ed in particolar modo dalla Seconda, Yuuki-chan.-

    Io...avevo calpestato, quello che credevo fosse il mio ideale.
    Quindi quello era probabilmente solo l'inizio,
    della mia punizione.

    ...Fu come sentire una radio rotta. Qualcosa, nella mia testa, aveva iniziato ad agire per conto suo. Le parole mi risuonavano nella mente, senza controllo. E pur sapendo in quale modo terminavano, non riuscivo a fermarle.
    Non avevo idea, di come fermare un ricordo.
    CITAZIONE

    Se uno dei tuoi compagni stà per morire, considerala un'occasione.
    Non gettarti nella mischia.
    Colpisci il nemico alle spalle.


    Smettila...
    Smettila, dannazione...stà zitto, vecchio di merda...
    CITAZIONE
    -Non potendo dipendere dalle capacità di un singolo individuo, di un Capitano, la Terza per sopravvivere non ha avuto altra scelta se non quella di fare fronte comune.-

    CITAZIONE

    E se la differenza fra te e il nemico è tale da non poter fare nemmeno quello..


    Nonostante la mia schiena piena di sangue ancora caldo,
    sentivo un freddo acuto scorrermi lungo la pelle.

    C'era definitivamente qualcosa di sbagliato, nella mia testa. Che tali parole mi risuonassero in testa in quel preciso momento, rasentava la soglia del sadismo verso me stessa.
    O forse era solo l'inconscio che reagiva di per sè. In entrambi i casi...perchè dovevo ricordare proprio ora, quelle parole?
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    CITAZIONE
    -Credere negli altri, sopperire alla forza di un comandante con le scarse capacità di molti... E crescere assieme.

    Yamero....onegai....yamero...

    Nonostante la mia preghiera, non si fermarono. Continuarono, ognuno nel suo discorso, mentre le parole risuonavano e i significati andavano in antitesi fra loro. Mentre un discorso descriveva la situazione, e un altro la concezione opposta a ciò che avevo dinanzi agli occhi.
    CITAZIONE
    -Chiunque nella Terza Divisione

    CITAZIONE

    Far parte delle Unità Segrete....


    Il "cuore" umano, che gli hollow avevano perso...
    Avevo pensato, per un attimo, di averlo gettato via in cambio della mia vita.

    Era come essere tornata indietro nel tempo. Vedevo come le mie azioni fossero basate su qualcosa di illogico e talmente sietato da suscitare un brivido fin troppo simile a disgusto, lungo la spina dorsale.
    L'unica differenza, era che in quei valori avevo iniziato a credere. E ora quelle parole, erano come chiodi acuminati.

    Non dirlo....non dirlo, ti prego....
    CITAZIONE
    ....più di tutti gli altri Gotei, è legato agli altri da reciproca fiducia.-

    CITAZIONE

    ......significa in quel caso, lasciar morire il compagno.


    URUSAI!!!!!

    Quel freddo, però, non poteva essere frainteso.
    Era l'incondondibile gelo, che artigliava un "cuore" debole e impaurito.



    Caddi in ginocchio, le mani sulle orecchie fin da metà del discorso, cercando di trattenermi dallo sfogare la frustrazione tramite le lacrime. Finalmente mi tornò il silenzio in testa, ma ormai era troppo tardi.
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    Avevo messo in atto il motto delle squadre segrete, senza nemmeno accorgermene. Io ero viva, e i miei compagni erano morti di fronte a un nemico che da centinaia di metri di distanza ci aveva spazzati via senza problemi.
    Tutti i buoni propositi, le promesse, le belle parole... alla fine contavano solo quello, per me? Al momento di tenervi fede, erano appunto solo belle parole?
    Alla fine...ero davvero una Fong? Era quello, tutto ciò che sapevo fare insieme ai miei compagni di Gotei nei momenti in cui era in gioco la mia vita o la nostra morte?
    Ciò che avevo davanti, non lasciava molti dubbi sulla risposta.

    Perchè ora in me c'era una paura peggiore, di quella della morte.
    Morire...alla fine è solo un cuore che si ferma. Dopo, non c'è nulla.


    A distrarmi da quei pensieri comunque, arrivò un sibilo dalla mia tasca. Con un attimo di sorpresa, ci infilai la mano, ed estrassi l'auricolare di prima, ancora sporco di sangue. Incurante di ciò comunque, mi pulii gli occhi con una manica, e quindi mi misi l'apparecchio sull'orecchio, aprendo il canale generale per le comunicazioni. Forse...

    Qui Fong Yuuki, IIa Divisione, qualcuno mi sente?

    Risposero solo scariche. Per dieci secondi. Venti. Sino a che non riprovai.

    Qui Squadra del Settore H4, c'è nessuno in ascolto?! Rispondete!

    Di nuovo scariche. Nessuna risposta, nè urla, nè lamenti... solo quelle scariche ininterrotte.

    Qualcuno risponda, MALEDIZIONE!

    Dover guardare negli occhi chi mi aveva trasmesso quegli ideali, invece...
    Avtrebbe mostrato un cuore che pulsava, e un altro che moriva.
    L'uno a oltranza, l'altro in frantumi.

    Scariche. Scariche. Tutto intorno a noi, c'erano solo aggeggi elettronici accesi a volume troppo alto, attaccati a dei cadaveri.Eravamo rimasti in tre, mentre tutti i nostri compagni giacevano lì di fronte ai nostri occhi.

    ....La cittadella, era caduta.


     
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  19. Chidori'93
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    Crimson

    Dopo aver porto la sua zampakuto a Yuuki, mi giro verso l’orda inferocita che si sta dirigendo verso di noi.
    Col cuore in gola, osservo il primo Hollow che, ignaro, si getta furioso verso di noi e… viene tagliato nettamente a metà dall’invisibile e letale filo di reiatsu.
    I suoi compagni, increduli e furiosi, cercano inutilmente di fermarsi: ma la carica è troppo intensa e feroce e, spinti dagli hollow alle loro spalle, finiscono a loro volta contro il filo. Destino che, nel giro di pochissimi secondi, tocca ad uno ad uno ad ogni singolo componente di quell’orda furiosa ed assetata di sangue.
    Non posso fare a meno di rabbrividire, non tanto per il mucchio di membra ed interiora sanguinanti a cui sono ridotti i nostri avversari, quanto per il pensiero che, se non presto attenzione, rischio di fare a mia volta la loro stessa –orribile- fine, andando a scontrarmi coi fili tesi dalle altre squadre.
    Deglutisco, promettendomi di prestare moooooolta attenzione a dove vado.
    Ma… non abbiamo tempo di rallegrarci della nostra piccola vittoria.
    Un rumore assordante, come di mille specchi infranti, ferisce i nostri timpani; un immagine impressionante si imprime nelle nostre menti: un enorme zampa grigio biancastra squarcia il cielo, abbattendosi pesantemente sulle strade della cittadella.
    Rimango impietrita, mentre altre tre zampe, una ad una, appaiono all’orizzonte oscurando il sole e distruggendo tutto ciò con cui vengono a contatto.
    Il cielo si deforma, si gonfia, si contorce, esplode: una creatura colossale, proprietaria delle zampe, fa il suo ingresso in scena.
    Il suo busto è grottescamente decorato da maschere, candide e ghignanti, e il capo stesso è coperto da un enorme maschera sotto cui si possono intravedere gli occhi del mostro, brillanti di luce sinistra.
    Non riesco quasi a respirare, quasi non oso respirare davanti a quel mostro che altro non può essere se non un hollow.
    I secondi si dilatano fino a sembrare ore, ore in cui il mostro rimane immobile, davanti al kekkai che scintilla sotto il cielo d’Africa.
    E’ incredibile come quella barriera fino a pochi secondi, poche ore fa, apparisse impenetrabile e solida come l’acciaio, mentre ora davanti a quel mostro appaia fragile come una delicata campana di vetro.
    Tutte le maschere improvvisamente si spalancano, le loro fauci si riempiono di una luce cremisi, cremisi come il colore del sangue.
    Come quella volta con quell’hollow.
    Il tempo sembra cessare d’esistere, come congelato nel momento in cui il mostro scaglia quei raggi cremisi di morte contro il nostro fragile kekkai, con un ruggito che copre ogni altro suono, e che sono già certa non scorderò mai.
    E il kekkai cade. Cade in frantumi, come delicata porcellana, fragile vetro.
    La nostra migliore difesa crolla, al suo posto solo polvere. Polvere, e quel mostro.
    Il silenzio, assordante dopo tutto quel rumore, ci avvolge, opprimente e soffocante.
    Continuo a non muovermi, impietrita, gli occhi spalancati.
    Non … non può essere vero.
    Non riesco a formulare nessun pensiero, niente di sensato, come se assieme al kekkai fosse stata spazzata via anche la mia volontà.
    Un sibilo, sempre più udibile e stridente, si insinua nelle mie orecchie, appena prima che il cielo si tinga di rosso, che il cremisi dei cero si mischi alla sabbia che già oscura l’aria.

    CITAZIONE
    Al campo della XII! Subito!

    La voce di Yuuki mi richiama alla realtà, mentre quei raggi annientano tutto ciò che trovano, abbattendosi sulla cittadella come una pioggia di morte.
    La ragazza inizia a correre, imitata da Shinodari.
    Senza pensare inizio a mia volta la corsa verso il campo della XII.
    Non riesco a capire cosa sta succedendo, non posso ammettere con me stessa che tutto questo è reale... Mi limito ad imitare i miei compagni, senza realmente capire cosa sto facendo e perché lo sto facendo, un po’ come accade quando sogni.
    Continuo a correre, senza perdere di vista le schiene di Yuuki e Shinodari.
    Improvvisamente uno sfrigolio elettrico invade il mio orecchio destro: l’auricolare si mette a stridere, iniziando a trasmettere parti di comunicazioni, urla, grida, pianti e rumori d’ogni genere.
    Senza pensarci due volte me lo strappo dall’orecchio e lo getto per terra, senza smettere di correre, lasciandomelo in fretta alle spalle tra le rovine della cittadella.
    Rallento solo quando Yuuki è costretta a fermarsi, rischiando di inciampare a causa di uno shinigami a terra che afferra un lembo dei suoi hakama.
    Gli dice qualcosa che non riesco a capire, e caricandoselo in spalla riprende la corsa.
    Solo in quel momento noto le condizioni dell’uomo, e mi accorgo di tutti gli shinigami che, come corvi dalle ali spezzate, giacciono sulla strada e mezzi sepolti dalle rovine, morti e morenti.
    Mi fermo, impietrita da quella visione, negli occhi il riflesso della morte.
    Non riesco a crederci, non può essere vero, sta succedendo tutto così in fretta, cos’ improvvisamente…
    Ancora una volta è la voce di Yuuki a richiamarmi alla realtà:

    CITAZIONE
    Shin, Miyuki! Dentro la casa, tirate giù il soffitto e il primo piano in qualche modo! Muovetevi, muovetevi!
    TUTTI LA' DENTRO, FORZA!

    Fisso, come istupidita, il viso della ragazza, improvvisamente tinto della luce cremisi dei cero del mostro, come ogni altra cosa che i miei occhi riescono a mettere a fuoco.
    Corro verso la casa indicata, mentre cerco in tutti i modi di mettere insieme un pensiero di senso compiuto, un pensiero che possa aiutarmi a tirare giù il soffitto senza farmelo crollare in testa.

    O Regnante, tu che decidi la maschera di sangue e carne, il creato, il battito d'ali, il nome di ogni cosa! Verità e temperanza, graffia lievemente con le tue unghie il muro di un sogno senza colpe!
    Hadou 33: sokatsui!


    Recito a bassa voce, riuscendo miracolosamente a ricordare il kotodama per intero.
    L’hadou, di una luce quasi abbagliante, va a colpire uno dei pochi muri ancora intatti dell’edificio, facendo crollare il soffitto.
    Non appena Shinodari fa crollare il primo piano, Yuuki utilizza il sokatsui per creare una nicchia nel pavimento in cui, imitati da alcuni shinigami nei paraggi, ci caliamo velocemente.
    Vedo le mie braccia tremare, mentre incuneo le dita in una sporgenza per aiutarmi a scendere; le mie gambe per poco non cedono, quando con un piccolo salto atterro sul fondo della nicchia che abbiamo creato: sta succedendo tutto così velocemente…
    Dei rumori improvvisi, urla: faccio appena in tempo a girarmi per vedere gli shinigami che ci hanno seguito incespicare e cadere verso di noi.
    Shinodari, messo in allarme da questi rumori, si porta a mio fianco con un rapido balzo e altrettanto rapidamente mi cinge la vita.
    Non riesco a capire altro: la luce cremisi dei cero avvampa nel cielo, si insinua tra le fessure delle rocce, ci abbaglia; subito dopo tutto si fa nero: nero come gli shihakusho degli shinigami che ci finiscono addosso, nero come l’oscurità che scende su di noi col crollare dei resti dell’edifico.

    *

    Apro faticosamente gli occhi.

    ..Cof cof!

    Ansimo, cercando disperatamente l’aria.
    Aria che sembra essersi improvvisamente tramutata in sabbia e polvere, le uniche cose che sento attorno a me: negli occhi, nella gola…
    E poi questo peso sul petto, opprimente, che mi rende faticoso qualunque movimento, persino il respirare…[Ferita marginale]
    Mi agito, spaventata da tutta questa oscurità e questo senso di soffocamento, riuscendo infine a sgusciare di lato rispetto a ciò che mi schiacciava il petto.
    Nello stesso momento un tenue raggio di luce appare nella mia visuale, accompagnato ben presto da altri raggi, più luminosi e consistenti, mentre i detriti e i pezzi di muratura che mi sovrastano vengono via via rimossi: Yuuki e Shinodari.
    Grazie al loro aiuto, mi libero da questa slavina di cemento, respirando profondamente l’aria finalmente pulita.
    Mi rimetto faticosamente in piedi, confusa e stordita.
    Il mio primo pensiero è che, per quanto inaspettato, siamo ancora vivi, tutti e tre. Vivi e senza ferite gravi, parrebbe.
    Leggermente più calma e sollevata, mi guardo attorno: il nostro riparo sembra aver retto abbastanza bene: nonostante alcune parti siano crollate, la struttura è ancora in piedi.
    La luce dell’esterno filtra tra le crepe, disegnando coni di luce in cui i granelli di sabbia sembrano volteggiare, lasciando l’ambiente in penombra.
    I miei occhi non riescono a distinguere con esattezza ciò che mi circonda, catalogando tutto quello che si trova inerme sul pavimento come macerie e calcinacci, senza informarmi che tra questi si trovano anche i cadaveri degli shinigami che, senza volerlo, ci hanno probabilmente salvato la vita.

    CITAZIONE
    Vado a controllare l'esterno.

    Le parole di Yuuki suonano piatte, riempiendo l’aria calda del nostro rifugio insieme alla polvere e alla sabbia.
    Ancora confusa, osservo immobile la ragazza che si arrampica su un cumulo di detriti e, mediante una delle numerose aperture sul soffitto, sguscia all’esterno.
    Vedendola uscire, mi tornano alla mente le ultime immagini che ho visto entrando qua sotto: gli shinigami, il loro improvviso inciampare e cadere, Shinodari…
    Rivendendo la scena, solo ora capisco il gesto dello shinigami, il suo tentativo di proteggermi: immagino sia anche grazie a lui che sono praticamente illesa…
    Quindi mi rivolgo al ragazzo, fissando preoccupata i miei occhi nei suoi dorati, che scintillano nella penombra:

    …Stai bene…?

    Non potrei perdonarmi se un mio compagno di squadra si fosse ferito per proteggermi.

    …Grazie

    Aggiungo poi abbassando il tono, commossa dal suo gesto.
    Abbassando gli occhi, la mia attenzione viene catturata da un lembo di stoffa nera ad appena un paio di metri da me.
    Mi irrigidisco, risalendo con lo sguardo la stoffa, partendo dalla mano bianca che spunta ad un estremità fino ad arrivare a… nulla.
    Nulla: nessun corpo si trova all’estremità di quell’arto.
    Mi sfugge un urlo strozzato, mentre un gelo indescrivibile pervade il mio corpo nonostante il caldo africano.

    Usciamo di qua…

    Dico, quasi supplicandolo, a Shinodari, senza riuscire ad impedire alla mia voce di tremare.
    Ad un suo cenno di assenso, mi precipito verso l’apertura più vicina, quasi correndo, uscendo finalmente da quello che ora, più che un nascondiglio, mi pare una tomba fredda e spaventosa.



    Lentamente, lascio che il mio sguardo spazi sull’ambiente che mi circonda.
    Il respiro mi si mozza in gola.
    Sento la mia maschera di ghiaccio incrinarsi ed andare in frantumi.
    Mi sembra di poterne sentire le schegge che, affilate come rasoi, mi graffiano la pelle, bruciano gli occhi…
    I suoi cocci si sciolgono come ghiaccio al sole, rigandomi le guance in rivoli che bruciano la pelle pallida.
    Non avevo mai visto un mio compagno morire.
    E…E’… Non ci sono parole per descriverlo.
    Non ci sono parole per descrivere la sensazione che provi nel vedere i tuoi compagni di brigata annientati.
    Non ci sono parole per descrivere cosa significa vederli riversi tra le macerie, cosa significa vedere i loro resti, cosa significa vedere le rovine tinte del rosso del loro sangue…
    Non ci sono parole per descrivere cosa provi nel sapere che assieme a loro è morta anche una piccola parte della Soul Society, che ogni shinigami che muore si trascina nella tomba anche una piccola parte delle speranze che la Corte delle Anime Pure ha di vincere questa guerra.
    Non sono solo i miei compagni di brigata a giacere morti in pozze cremisi davanti ai miei occhi: tra quei cadaveri trovano posto anche la mia determinazione, il mio spirito combattivo, la mia sicurezza… Tutto.
    Non riesco a pensare a nulla, se non che la cittadella è caduta.
    Che noi siamo caduti.
    Caduti, come un castello di carte.
    Cosa dobbiamo fare ora?
    Siamo soli, abbandonati a noi stessi, sperduti tra i cadaveri dei nostri alleati e quelli dei nostri nemici, soli di fronte ad un enorme ed inarrestabile macchina di morte.
    Quante speranze abbiamo di farcela?
    Mi accascio, inerme, sulle rovine della casa che ci ha offerto riparo.
    Le lacrime bollenti continuano a rigarmi le guance, ma dalle mie labbra non esce un suono: non un singhiozzo, non un lamento, non una sola sillaba.
    Mi sento come se avessi appena ricevuto una coltellata al cuore, non penso di aver mai provato tanto dolore e tanta tristezza tutti assieme.
    Forse dovrei solo provare paura, ma… ci siamo spinti ad un punto tale per cui la paura non è altro che un ricordo lontano.
    La paura è per chi sa di avere qualcosa per cui lottare e che potrebbe perdere, per chi progetta il proprio futuro.
    Niente di tutto questo è presente in me.
    Davanti ad un massacro del genere – così rapido, così brutale!- proprio non riesco a trovare nessun motivo per rialzarmi e combattere.
    Mi sento debole, inutile, insignificante…arrendevole.
    Ma per cosa ho combattuto fino ad adesso?
    Takeo.
    L’immagine del biondo shinigami mi lampeggia davanti agli occhi.
    Ancora quell’immagine, quella dell’accademia, con quell’espressione così fredda e determinata sul viso abbronzato… Ben diverso dall’espressione affettuosa e solare a cui sono abituata.
    Trattengo il fiato, il mio cuore manca un battito: solo in questo momento mi ricordo che anche lui, mio fratello, è qui, da qualche parte, a combattere per la Soul Society.
    E questo significa che…
    I miei occhi frugano irrequieti il paesaggio, alla ricerca di un angolo che non sia stato toccato dall’hollow, di qualcosa che non sia stato spazzato via dai suoi cero.
    Un singhiozzo strozzato mi sfugge dalle labbra: è inutile, da qualunque parte io mi volti non vedo altro che il giallo polveroso del deserto sporcato da macchie cremisi, macchiato dal nero degli shiakusho.
    Non un solo angolo che non sia stato devastato da quel reiatsu mostruoso.
    Impedisco a me stessa di dare altro spazio al pensiero che si sta rapidamente formando nella mia mente, cercando di stroncarlo sul nascere.
    A conti fatti, noi tre siamo sopravvissuti no?
    “Si, ma tutti gli altri sono morti” mi fa tristemente notare una voce, riecheggiandomi nella mente.
    E’ impossibile che siano tutti morti. E poi Takeo non è “tutti”. Takeo è Takeo, se noi ce la siamo cavata lui può benissimo aver fatto lo stesso.
    La cosa terribile è che non ho nessun modo per sapere come sta…
    Deglutisco, asciugandomi gli occhi con la manica impolverata e a brandelli dello shihakusho.
    L’unica cosa che posso fare al momento per Takeo è reagire.
    Dopotutto, fratello o meno, rimane sempre il mio maestro, colui che mi ha addestrata.
    Nessun maestro vorrebbe vedere uno dei propri allievi gettare la spugna.
    Non prima di aver fatto il possibile per adempiere al proprio dovere.
    E, per quel che mi riguarda, il combattere non rientra più nei miei doveri.
    Contro cosa dovrei lottare?
    Gli hollow sono stati carbonizzati insieme agli shinigami.
    L’unico nemico rimasto sembra essere quel mostro, che continua ad avanzare indisturbato, non ancora soddisfatto della morte che ha già seminato .
    No, combatterlo sarebbe un suicidio.
    Tre semplici shinigami contro quella montagna di reiatsu ed istinto omicida…
    Mi rialzo.
    No, per quel che mi riguarda il mio unico compito è quello di sopravvivere e proteggere Yuuki e Shinodari.
    Proprio come ho detto all'inizio: ce la faremo.

     
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  20. Shinodari
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    SPOILER (click to view)
    Narrato
    Parlato
    Pensato
    Voce Mentale
    Kyoko


    Memories from the past

    Il futuro è un viaggio, e in ogni momento siamo noi a decidere l'itinerario. E' fonte di speranza, non di angoscia, perché ci è sempre possibile cambiarlo! Tutto dipende dai nostri Amori e dalle nostre Paure... Voi, chi è che amate? E cosa temete?

    Amare... Non so se sia amare, però cerco di vivere la mia vita senza costrizioni, senza i pregiudizi che mi circondano. Mi rallegro quando incontro persone che sanno guardare oltre le apparenze, perché hanno il coraggio di non lasciarsi influenzare dall'aspetto esteriore. Troppe barriere bloccano il nostro socializzare con gli altri. Dovrei essere diffidente o peggio ancora considerare nemico qualcuno semplicemente perché è scritto così? No, non ne sono il tipo.
    Cosa temo, mia signora? Il mio lato oscuro, la parte distruttiva del mio animo. Quel frammento del mio spirito assopito in attesa di potersi risvegliare per ottenere una volta per tutte la vendetta sulla mia nemesi.



    Broken hope



    La prima ondata era stata eliminata, ma non avevamo il tempo per riprendere fiato.
    La seconda ondata di hollow, ben più numerosa della prima, stava facendo il suo ingresso nella piazza e l'unico ostacolo tra noi e loro era il filo teso a bloccarne il passaggio.
    Tenevo saldamente impugnata la zanpakuto, il mio corpo teso, pronto a scattare non appena uno o più superstiti fossero riusciti a raggiungerci, ma con mio vivo stupore non accade nulla di quello che temevo.
    Per quanto fossi stato inizialmente diffidente del materiale fornitoci dall'AST, dovetti ricredermi, anche fosse stato solo per quella volta.
    Probabilmente ci fu anche un pizzico di fortuna dalla nostra.
    La trappola non avrebbe avuto tutto quell'effetto se gli hollow che si erano accorti del filo fossero riusciti a fermarsi in tempo. Ma a quanto sembrava la brama dei loro compagni di assaporare il nostro sangue non diede un istante di tregua e uno dopo l'altro perirono davanti alle loro debolezze.
    E prima che potessimo quasi rendercene conto i nostri nemici erano ridotti ad un mucchio di corpi smembrati.
    Avrei voluto gioire, sorridere alle mie compagne, condividere assieme a loro quell'attimo di pace, ma purtroppo la nostra fu una vittoria effimera.
    Un boato assordante raggiunse le mie orecchie costringendomi a voltarmi verso l'origine del suono.
    Sollevai lo sguardo verso un cielo che stava crollando in frantumi, come fosse composto da miriadi di specchi, permettendo l'ingresso di qualcosa che non avrei mai immaginato potesse esistere.
    Era una creatura gigantesca, difficile da catalogare, sembrava un insieme di maschere ed arti raggruppati per dar vita ai nostri peggiori incubi.
    Rimasi immobile ad osservare quello scenario di morte che si scatenò addosso a noi senza che potessimo fare nulla per impedirlo.
    Il kekkai, il nostro baluardo contro la valanga sempre più crescente di nemici, fu inesorabilmente spazzato via da quel raggio di distruzione proveniente da quella immensa aberrazione, che mieteva al contempo anime su entrambi i fronti.
    Mi accorsi di tremare alla vista di un simile spettacolo, incapace di muovere un solo passo. Avrei voluto gridare, ma l'urlo non riuscì a raggiungere le corde vocali.
    Lungo la scia di distruzione rimase solo la polvere e l'odore della morte.
    L'annientamento della nostra difesa spirituale fu solo il preludio alla poggia di sangue rovente che si riversò sopra le nostre teste, pronta ad incenerire ogni baluardo di difesa ancora esistente.

    Al campo della XII! Subito!

    Furono le parole di Yuuki a destarmi dall'orrore.
    Istintivamente il mio corpo reagì a quello che sembrava un ordine.
    Cominciai a correre, seguendo le mie due compagne verso la nostra sola possibilità di salvezza.
    Per quanto l'idea di dover dipendere ancora una volta da una persona come Onimasa Kuromi non mi entusiasmasse affatto, sapevo che se cercavamo un miracolo, lui era l'unico in quel frangente a potercelo fornire.
    In quei momenti tutte le mie energie erano rivolte ad evitare quei raggi mortali, cercando di non perdere di vista le due ragazze, sperando di non trovare l'oblio al posto della salvezza.
    Non eravamo i soli, c'erano dei sopravvissuti nelle nostre fila, sebbene il numero dei feriti fosse impressionante mentre ci muovevamo per raggiungere il campo della dodicesima.
    Se avessi sperato in qualche ordine provenire dagli auricolari in nostro possesso, potei dimenticarmene assalito dalla cacofonia di scariche elettrostatiche miste a richieste di soccorso.
    Per non restare assordato mi sfilai rapidamente l'auricolare, infilandolo dentro la fusciacca che sosteneva l'hakama.
    Avrei corso a perdifiato in mezzo a quella carneficina senza fermarmi, se la mano di uno shinigami non avesse afferrato la stoffa dello shihakusho di Yuuki.
    Era appena un ragazzo, e da quello che potevo notare aveva una gamba praticamente inutilizzabile per la gravità dell'ustione.
    Stavo per avvicinarmi per aiutare la mia compagna a trasportare il ferito quando la vidi dirigere lo sguardo verso l'alto.
    Questa volta le lacrime di sangue infuocato ci avrebbero colpito in pieno.


    Shin, Miyuki! Dentro la casa, tirate giù il soffitto e il primo piano in qualche modo! Muovetevi, muovetevi!
    TUTTI LA' DENTRO, FORZA!


    Scattai verso l'edificio indicato da Yuuki, imprecando a bassa voce.
    Far crollare il primo piano, facile a dirsi, ma a farsi? Io ero figlio di un samurai, non di un un muratore ed ero vissuto come un nobile.
    Se io o Miyuki avessimo sbagliato qualcosa saremmo morti ancora prima di essere inceneriti dai raggi.
    Avevo poco tempo per ragionare e ancor meno di pregare che i miei calcoli non si rivelassero errati, che la mia voce dava vita alla formula di attivazione...


    -O Regnante, tu che decidi la maschera di sangue e carne, il creato, il battito d'ali, il nome di ogni cosa! Verità e temperanza, graffia lievemente con le tue unghie il muro di un sogno senza colpe!-

    Sentii l'eco delle mie parole riverberare, fu allora che il tempo oggettivo e il tempo soggettivo si fusero assieme lasciandomi in balia degli eventi.
    Il mondo reale impazzì, il tempo cominciò a non seguire più i binari predefiniti, i secondi divennero ore e i minuti l'attimo di un singolo respiro. Mi ritrovai ad osservare l'effetto degli sforzi congiunti miei e della sorella di Takeo san, mentre Yuuki ci apriva una via di fuga verso il basso facendo crollare il pavimento su cui poggiavamo i piedi.
    Seguii Miyuki che si calava verso il basso, atterrandole accanto, cercando di attutire il salto da un piano all'altro.
    Ma ancor prima di volgere lo sguardo verso l'alto alla ricerca di Yuuki, un urlo strozzato, seguito da un odore di carne bruciata, mi mise in allarme.
    Istintivamente cinsi la vita di Miyuki per proteggerla con il mio corpo. Era l'unica cosa che potessi fare per cercare di salvarla e fu l'unica cosa che riuscii a fare prima che qualcosa o qualcuno mi atterrò addosso facendomi cadere e poi... un calore soffocante e poi...

    ...E poi il nulla...

    image
    Le tenebre...
    Non avrei mia immaginato che la mia vita potesse spegnersi così, ma in fondo andava bene se almeno fossi riuscito a salvarla...
    Un gesto di puro altruismo o era semplicemente per ripagare un debito?
    Mi venne quasi da ridere al pensiero; curarsi di cose come questa quando ormai galleggiavo in un'oscurità silenziosa.
    Era questa la mia condanna per non aver vissuto la mia vita?
    Era questo il mio peccato per aver cercato per un tempo immemorabile la mia vendetta?
    Era questo il mio futuro per non essermi ricordato della sua voce? Del suo viso?
    Provai a muovere la mano, ma con sgomento non percepii nulla.
    Mi sentii soffocare, ma era solo un'impressione, non avevo un corpo che mi permettesse di respirare.
    Era dunque questo il mio destino?
    No, non riuscivo ad accettarlo.
    Volevo vivere.

    Per quale motivo?

    Per riparare ai miei errori.

    Non è sufficiente. Per quale motivo?

    Per tornare ad essere uno shinigami degno di questo nome.

    E sacrificare la tua vita per un'altra non è forse un atto degno di questo nome? Per quale motivo vuoi vivere?

    Per essere Shinodari, semplicemente Shinodari. Non più legato alla vendetta per un clan scomparso, ne' vivendo la vita di qualcun altro, ma portando con dignità e rispetto i nomi dei due clan che mi hanno cresciuto... Akainin e Shihouin.

    E allora ricorda le parole di un passato dimenticato...
    Costruisci il tuo futuro...


    Il futuro è un viaggio, e in ogni momento siamo noi a decidere l'itinerario. E' fonte di speranza, non di angoscia, perché ci è sempre possibile cambiarlo! Tutto dipende dai nostri Amori e dalle nostre Paure... Voi, chi è che amate? E cosa temete?

    Ricordi?
    Qual è oggi la tua risposta?


    Amo, colei che incontrai in un altro mondo, di cui ricordo solo la voce come un'eco lontana. Temo di non avere il coraggio di lasciarla andare e vivere la mia vita senza di lei.

    E allora se vuoi la tua seconda possibilità...

    …. devo dirle addio...

    Sayonara, Hime Kyoko sama....



    Sadness and sorrow



    Un improvviso bruciore ai polmoni mi fece tossire convulsamente, riportandomi alla realtà. Anelavo a prendere una boccata d'aria sebbene i miei respiri sembravano dei rantoli strozzati.
    La testa mi pulsava dolorosamente e sentivo tutta la parte sinistra del mio corpo che mi faceva male.
    Se non altro ero tornato dal mondo dei morti, ma in che condizioni ancora non riuscivo a stabilirlo, bloccato su un fianco seppellito da un cumulo di macerie e qualcosa di morbido che sembrava avermi protetto.


    Shin-kun...? Miyu-chan!

    Il ronzio alle orecchie sembrò attenuarsi, mentre cercavo di parlare.

    -Sono... Coff coff... quiii...- ma le parole risultarono strozzate da un nuovo accesso di tosse, mentre sentivo la bocca impastata di un sapore ferroso misto a sabbia.
    -Miyuki...- la chiamai, costatando con angoscia che non si trovava più accanto a me. -Yuuki dobbiamo cercare Miyuki!-
    Con la forza della disperazione mi mossi, stringendo i denti dalle fitte di dolore sparse lungo la parte sinistra del mio corpo. La vista annebbiata non aiutava di certo, neanche quando vidi una possibile via di uscita dalla mia bara personale.
    Strisciai all'esterno grazie all'aiuto di Yuuki che mi aveva aiutato a levare i calcinacci che mi avevano chiuso all'interno.
    Solo che.... ora che la mente si stava snebbiando, mi resi conto che qualcosa mi aveva protetto durante il crollo e l'attacco incandescente.
    Sbiancai, ributtandomi dentro il cunicolo da cui ero fuoriuscito.


    -Ehi, c'è qualcuno?- avevo il cuore in gola. Dannazione! Non mi ero reso conto di avere un compagno all'interno di quella tomba.
    A tentoni mi mossi alla ricerca di un appiglio da poter afferrare. La mia mano destra toccò un lembo di stoffa, man mano risalii fino ad afferrare il braccio.


    -Puoi sentirmi?- mi avvicinai a lui, cercando di tirarlo via dalla prigione di detriti, ma quello che recuperai fu solo la parte superiore troncata di netto all'altezza del torso e l'unico braccio superstite che avevo afferrato per tirarlo fuori di lì.
    Non potevo dire chi fosse tra gli shinigami che ci erano accanto nel momento dell'attacco, quello che restava del corpo era ustionato gravemente, compreso il volto.
    Nel mentre anche la nostra compagna aveva dato segni di vita con mio immenso sollievo. Incurante del dolore riuscimmo a liberare anche lei dai detriti che l'avevano seppellita.
    Una volta che Yuuki si fu accertata che potevamo cavarcela da soli, ci lasciò per andare in avanscoperta all'esterno.

    image
    Non la seguii con lo sguardo, concentrato a ringraziare in silenzio il corpo di quello shinigami che mi aveva protetto suo malgrado.
    All'interno dell'edificio crollato si creò una strana atmosfera delineata dal gioco di luci ed ombre e dai pulviscolo di polvere mista a sabbia che permeava l'ambiente.


    …Stai bene…?

    Rivolsi la mia attenzione alla ragazza, che con mio sollievo sembrava stare bene.

    -Si, è solo un graffio.- risposi, strappandomi un lembo del tessuto bianco per fasciarmi la tempia, l'unica parte del corpo da cui sembrava uscire il sangue.

    …Grazie

    Abbassai lo sguardo confuso dal suo ringraziamento. Non sentivo di meritarmi le sue parole.

    -Non avrei permesso che ti accadesse nulla... Miyuki chan...- balbettai arrossendo lievemente. -Chiunque al mio posto avrebbe fatto lo stesso...-

    Non riuscii a terminare la frase fissando la causa dell'urlo della ragazza.
    Un'altra vittima, un altro compagno a cui dire addio.


    Usciamo di qua…

    Potevo comprendere il suo stato d'animo.
    Annuii in risposta, maledicendo il gesto l'istante dopo.
    Una fitta alla testa per poco non mi fece barcollare, ma per fortuna Miyuki stava già risalendo speditamente i detriti che portavano all'uscita.


    image
    Cosa provai una volta giunto all'esterno?
    Cosa si prova a rivedere l'Inferno?
    Una sensazione di deja-vu mi congelò il sangue.
    Ero piccolo, molto piccolo, ma ancora portavo i segni nei miei sogni, nei miei incubi.
    Solo che quella volta non ero sopravvissuto, non ero rimasto testimone della morte che si era abbattuta sui miei cari, sulle persone che avevo promesso di proteggere.
    Camminai come una marionetta a cui avevano spezzato alcuni dei fili, incespicando nei resti di quelli che un tempo erano nostri compagni.
    Attorno a me potevo vedere solo macerie, inspirare l'odore acre della carne bruciata.
    Mi pulii con la manica sana il labbro per togliermi il sapore ferroso del liquido cremisi che avevo in bocca. Il mio sangue, che era colato dalla ferita alla tempia, misto a quello del mio sfortunato salvatore.
    Avevo ancora le idee confuse, o forse non volevo comprendere, mi rifiutavo di vedere la realtà dei fatti.

    Yuuki, Miyuki, le lasciai da sole, a sfogare i loro sentimenti, le loro emozioni come meglio credevano. Avrei voluto fare qualcosa per loro, poggiare una mano sulla spalla della prima, cercare di confortare la seconda, ma non potevo.
    Eravamo sopravvissuti, eppure perché mio sentivo così male?
    Perché mi sentivo in colpa per essere ancora in vita?
    Cosa stavo volutamente dimenticando?
    Era giusto essere tornati dal mondo dei morti?
    Mentre fuggivo avevo pensato solo al mio gruppo, non avevo cercato di prestare soccorso ai feriti... e quando avevo protetto Miyuki non mi ero reso conto che altri avevano protetto probabilmente sia me sia la mia compagna.
    E risvegliatomi nella mia prigione non avevo cercato altri sopravvissuti se non loro due.
    Possibile che fossi così cinico? Possibile che fossi così privo di sentimenti verso gli altri miei compagni?
    Mi lasciai cadere seduto in mezzo alle ceneri di amici e nemici, estraendo dalla fusciacca l'auricolare misteriosamente intatto, ma da cui non proveniva il suono di nessuna voce, solo scariche statiche.
    Possibile che fossimo sopravvissuti solo noi? No, non potevo crederlo, dovevo sperare che altri si fossero salvati, per me e per le mie compagne.
    Sapevo cosa significava perdere qualcuno di importante, non volevo che accadesse a Miyuki ed a Yuuki.
    Forse era egoistico pensare solo a noi stessi, ma al momento da quello che potevamo vedere lì intorno noi tre eravamo tutto il nostro mondo.
    Strinsi il ricevitore tra le mie dita, mentre non riuscivo più ad impedire alle lacrime di fuoriuscire, sommando il salato all'amaro sapore della sconfitta.
    E sebbene non ne fossi uscito così male, [Ferita Bassa], mi sentivo impotente davanti a tutta quella devastazione.





    SPOILER (click to view)

    Tabella Riassuntiva

    Bende di Cura [1/1]
    Cauterizzatore [1/1]

    Filo di Nylon [1/1]
    O-fuda [2/2]

    Zanpakuto [1/1] (rinfoderata)
    Ninja-To [1/1]
    Anken [2/2]
    Senpen Banka [2/2]

    Soppressore statico spirituale "Koreijyu" [1/1]






    STATISTICHE

    Forza:
    Velocità
    Resistenza:
    Zanjutsu:
    Kidou:

    200
    225
    200
    200
    200

    Punti Ferita rimasti: 44/48 marginali




    Reiatsu rimasto: 42/56 Marginali



     
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    Il centro comando era nel caos più totale, le urla dei feriti si mescolavano all' acre odore di bruciato proveniente dai banchi di cogitatori distrutti e in frantumi, che adesso esalavano nubi di soffocante fumo azzurrino.
    L' aria era rischiarata solo dal bagliore dei fuochi e dalle fontane di scintille che prorompevano da fasci di cavi divelti dagli shermi, mentre la mappa logitattica dell' ololastra ammicava saltuariamente con più rosso che blu.
    Kagutsushi strisciò lentamente sul terreno, mentre tentava disperatamente di detergersi il sangue dal viso con un lembo del camice da lavoro, completamente sporco di terra e polvere, oltre che di sangue, stavolta non suo.
    Le orecchie gli fischiavano mentre cercava di ricordare con estrema fatica cosa era accaduto nell' ultimo minuto.
    Ricordava soltanto l' arrivo di quel colosso, e poi quel cero, così potente e terrificantemente intenso, impreciso, ma abbastanza potente da aver incenerito tre interi segmenti della dorsale principale, facendo esplodere tutti i data-slate del centro di comunicazioni e uccidendo almeno una ventina di addetti alla console.
    Perfino il ragazzo accanto a lui era morto, un pezzo di acciaio spirituale delle dimensioni di un pugno conficcato nel cranio.
    per un secondo tutto era andato a rallentatore, come in un sogno.
    Le viti che volavano come api impazzite fuori dai pannelli, le fiamme che erompevano da ogni anfratto, le urla di panico dei membri della sua brigata.
    L' inferno era sceso nel centro di comando, simile all' ira di uno spietato dio della guerra.
    A fatica cercò di rimettersi in piedi, ma tutto quello che riuscì ad ottenere fu di notare il grosso pezzo di ferro lungo un metro conficcato nella sua gamba.
    Improvvisamente una voce petulante risuono nelle sue già duramente provate orecchie.
    Signore, si sente bene? E' vivo?
    Sollevò a fatica lo sguardo,. mentre cercava di mettere a fuoco la vista nel discernere la macchia sfocata che aveva davanti a lui.
    Non ci riusciva, sembrava che l' impatto gli avesse danneggiato il nervo ottico, tuttavia ciò non gli impedì di sentire il tono di voce prossimo alle lacrime e semi-isterico del giovane accantro a lui.
    Sospirò stancamente e sollevò la mano sibilendo con il tono più perentorio e dignitoso che riuscisse ad avere
    Certo che sono vivo, pezzo di scemo! Ti sembra che possa morire per così poco? E comunque non stò bene, nel caso non l' avessi notato ho un dannatissimo pezzo di ferro dentro alla gamba, tiralo fuori e non discutere, poi aiutami ad alzarmi...
    L' altro ingoiò un groppo di saliva e obbedì senza fiatare.
    Se la dodicesima aveva un pregio era che idee come disgusto o ripugnanza venivano completamente eradicate dalla mente dei suoi appartenenti al momento della loro acclimatazione, anche perchè la debolezza di stomaco era un problema che veniva presto superato dopo la terza dissezione il primo giorno.
    IL dolore invece no, tanto che non appena sentì il pezzo di ferro che veniva estratto e vide il sangue che si allargava sotto di lui in una grossa pozza traslucida, l' ufficiale si concesse finalmente il lusso di svenire una seconda volta.

    Quando riprese conoscenza attorno a lui era il panico.
    Una ventina di scienziati, tutti quelli sopravvissuti, si stavano accapigliando tra di loro insultandosi e colpendosi a vicenda con pugni e insulti; ogni parvenza di ordine sembrava svanita, la catenda di comando era distrutta e l'anarchia si era impadronita dei suoi uomini.
    Da quello che capiva a fatica stavano lottando per guadagnare per primi l' uscita, per fuggire.
    Codardi.
    I loro compagni erano morti e tutto quello che volevano fare era fuggire verso una utopica salvezza.
    La parola che li descriveva potev a essere solo una: disertori.
    Poteva capirli, i nervi di chiunque si sarebbero potuti infrangere dopo un massacro del genere.
    Poteva capirli, ma non poteva perdonarli.
    Avevano un compito, e avrebbero dovuto rispettarlo sino alla fine.
    Con un mugugno di dolore si sollevò lentamente sulla poltrona su cui era adagiato, e con uno sforzo immane estrasse dal fodero al suo fianco la sua zampakuto, e con determinazione adamantina si pose davanti alla porta.
    Poi tossì un miscuglio di saliva mista a sangue e fissò intensamente la masnada di selvaggi che un tempo erano stati i suoi disciplinati sottoposti prima di sibilare.
    Statemi a sentire banda di bastardi...tornate immediatamente alle vostre postazioni, siete shinigami, e se avevate paura di morire non dovevate bussare alle porte del seireimon...il vostro dovere è coordinare i vostri compagni la fuori, e non scannarvi come bestie per uscire da qui.
    SI fermo per riprendere fiato, cosa in cui riuscì solamente con grande fatica; evidenemente una costola doveva avergli lacerato un polmone, e avrebbe perso conoscenza di nuovo nell' arco di pochi secondi.
    Ma sarebbe bastato, si ripromise, purchè gli altri si fossero rimessi a lavorare
    Questa è la vostra tomba, qui lavoreremo insieme e ci moriremo se necessario, ma finche sarò io vivo nessuno uscirà da qui, sono stato chiaro?
    Quando trenta paia di occhi ricambiarono il suo sguardo con una luce omicida negli occhi capì che aveva commesso un errore.
    I suoi sottoposti avanzarono verso di lui, con uno sguardo da animali in trappola che prometteva solo morte.
    Se gli avessero detto che sarebbe morto così, ucciso dai suoi stessi uomini, sarebbe probabilmente scoppiato a ridere taccianto il suo interlocutore di essere un completo idiota...adesso forse gli avrebbe chiesto una mano.
    Annuendo silenziosamente alle sue strumentazioni chiuse gli occhi un secondo, elevando una breve preghiera di scuse ai suoi strumenti e agli altri shinigami che erano morti, poi strinse il manico della sua mieti-anime e si preparò a morire.
    I suoi aguzzini si avvicinarono, sollevarono le katane...e le lasciarono cadere a terra.
    Esterrefatto Kagutsushi si girò, solo per trovarsi faccia a faccia con un angelo.
    Bella come una dea, avvolta in un candido haori bianco, con i lunghi capelli neri che ondeggiavano nella calda e acre aria viziata del centro comando il capitano della tredicesima divisione fissò gli scienziati con un moto di sorpresa nei suoi occhi blu come il mare, prima di mormorare con voce limpida e delicata
    Chi è l' ufficiale responsabile qui?
    Lo scienziato fece un cenno con la testa e annuì debolmente, prima di scivolare per l' ennesima volta nell' incoscienza.

    [...]


    Nei dieci minuti successivi lo staff della tredicesima divisione, accorso di urgenza dalla Soul Society dopo l' arrivo del Mesa Blanca, fece l' impossibile per ristabilire una rete di comunicazioni stabile e funzionante.
    Il capitano Aya Misono fece evacuare i feriti e riattivare il centro di comando ripristinando i collegamenti con le squadre sparse per tutta la cerchia delle mura e riunirle in uno sforzo compatto.
    I dati non erano incoraggianti.
    Dopo l' arrivo dell'immenso hollow oltre il 30% degli shinigami preposti alla difesa della cittadella era caduto o disperso, la seconda compagnia era stata quasi completamente annientata e da almeno tre brecce nelle mura branchi di hollows erano penetrati nel primo anello, e centinaia di scontri erano scoppiati nei quartieri abitativi interni.
    Con uno sforzo immane la bellissima shinigami mise a frutto la sua celeberrima abilità tattica e ridispose le truppe in suo possesso in maniera efficace, iniziando così un lento contrattacco.
    Era una vera e propria dea, ovunque incedeva gli addetti al centro di comando triplicavano i propri sforzi, i feriti ignoravano il dolore, il coraggio rimepiva i corpi.
    Non appena la situazione fu tornata alla relatriva normalità la splendida capitano si fece passare un microfono e provvedette a contattare tutte le squadre che ancora combattevano con un messaggio di incitamento
    A tutti i nostri fratelli e sorelle che coraggiosamente stanno combattendo in questo momento.
    Qui parla Aya Misono, capitano della tredicesima divisione del Gotei XIII.

    La voce si diffuse in ogni angolo delle strade, in ogni anfratto, in ogni vicolo,strada,edificio, colmando i cuori dei difensori di pace e tranquillità, rinsaldando il coraggio e la fiducia che erano scossi.
    Tale era l' effetto della voce così nobile e rassicurante della creatura più affascinante della Soul Society.
    Era questa l' essenza di una vera nobile, appartente ad una delle quattro casate Nobili e benedetta con tutti i doni che i Kami potevano conferirle: bellezza, nobiltà d' animo, un tlento trascendentale con le armi e con il kidou.
    La stessa sua presenza in quel luogo era una garanzia di salvezza.
    Dopotutto cosa ci si poteva aspettare, da una ragazza chiamata persino dai suoi pari: Genio?
    La situazione in cui versiamo è estremamente delicata, i nostri nemici ci circondano, minacciano noi, e tutto ciò che noi rappresentiamo, ma noi non esiteremo, noi non indietreggeremo.
    Non suonava come un ordine e nemmeno come una richiesta. La dea della morte si stava limitando a riportare semplicemente un fatto, e la certezza nella sua voce era semplicemente incrollabile.
    Se vi trovate qua oggi è perchè il comandante generale vi ha ritenuti capci di adempiere questa missione, siete state scelti perchè rappresentate il meglio che la Soul Society può schierare contro l' oscurità incombente...ma non è solo per questo.
    Le vostre Zampakuto e i vostri spiriti sono tutto ciò che si frappone tra gli uomini, i vecchi le donne e i bambini del Cairo e una morte orribile, per mano di creature uscite dall' oscurità e dal vuoto.

    Inspirò pèer un secondo, mentre all' inerno del centro di comando i suoi sottoposti potevano vedere la determinazione e la fiducia brillare nei suoi occhi.
    E dunque fratelli e sorelle, perchè è questo che siamo nel pieno della battaglia, combattiamo assieme contro questi abomini con il fuoco nel cuore e una preghiera sulle labbra, e mostriamo loro perchè ci fregiamo del titolo di dei della morte!
    E in tutta la cittadella risuonò un' altro suono, il grido di giubilo e di esultanza di oltre ottocento shinigami, che finalmente, inizavano a vedere la speranza.
    Nel frattempo il capitano Misono, spento il microfono generale si rivolse alla sua luogotenente, seduta accanto a lei mentre dirigeva le operazioni di coordinamento delle forze della Soul Society.
    Ishinomori-kun, quale è la situazione allo stato attuale delle cose? Avrei bisogno di un aggiornamento in tempo reale
    Disse mentre appoggiava il pugno ad un lato della testa, e si adagiava su una poltrona in mezzo alla sala comando
    La luogotenente le rispose con un sorriso, come era sua abitudine e vista familiare alla capitana negli ultimi tempi
    Hai, hai Misono Taichou, come desidera...
    E la giovane si mise immediatamente al lavoro, inserendo nel suo data-pad una quantità di dati allucinante, ad una velocità impossibile per un qualunque essere umano.
    Tracciare una linea di andamento della battaglia in continuo mutamento era un compito che avrebbe richiesto una settimana di ttenta analisi, ma grazie alle capacità della shinigami in meno di trenta secondi era già tutto pronto
    Hmmm, a quanto pare il settore H è uno dei più colpiti dunque...
    Disse pensosa il capitano della Tredicesima, mentre giocherellava distrattamente con i suoi capelli facendoseli passare tra le dita con destrezza.
    Le ribattè il secondo seggio, chinando la testa in segno di scuse, non smettendo però neanche per un secondo di digitare alla tastiera davanti a cui era seduta.
    Taichou, le chiedo umilmente scusa, ma mi sono permessa di inviare già delle squdre di supporto, oltre ad attivare i congegni della XII che erano ancora in status di stand-by, certo, non appena scopriranno che ho bypassato i loro sistemi di sicurezza si infurieranno come belve, ma viste le contromisure ci vorrà almeno una settimana
    IL capitano assentì debolmente, prima di inarcare un sopracciglio in segno di sorpresa: quella ragazza dall' inesauribile vitalità riusciva sempre a sorprenderla in un modo o nell' altro, sembrava quasi che le sapesse leggere nel pensiero.
    Sorrise, prima di scompigliarle i capelli con un sorriso pieno di affetto e ringraziamento
    Non ti preoccupare, hai agito benissimo...ah, giusto...aspetta un secondo
    L' altra si girò con un moto di sorpresa, interrompendo il suo lavoro, e con l' espressione simile a quella di un sacerdote che osserva discendere un avatar del suo dio sula terra domandò semplicemente con un sorriso smagliante
    Mi dica capitano, sempre ai suoi ordini, qualunque essi siano!
    Aya sorrise ancora una volta, stavolta di divertimento.
    Poi estrasse da una delle maniche del suo haori un pacco di fuda, sottili pergamene su cui erano stati inscritti da lei personalmente ideogrammi pregni di reiatsu, e li lanciò in aria, facendo sì che si disponessero automaticamente lungo tutti i muri della stanza.
    In pochi secondi un ennesimo kekkai di forma cubica avvolse la stanza, proiettando un campo di energia che avrebbe impedito qualunque interferenza esterna e avrebbe trasportato istantaneamente la sua voce alle orecchie di ognuno dei suoi sottoposti al lavoro impedendole così di urlare, una cosa che trovava infatti, estremamente sgradevole.
    Ryuudo, Oozaki, Fukuzuri, Reimei passate immediatamente questo ordine a tutti gli shinigami nella cerchia esterna: Ignorare i pesci piccoli e concentrarsi sui Gillian, è necessario a tutti i costi impedire a quelle creature di oltrepassare la cerchia muraria, altrimenti tutto sarà perduto.
    Kujinoji, Hawakuwa, inviate le squadre 435,564 e 132 a rinforzare il settore G e F e cercate di ripristinare il kekkai

    Poi si girò verso Riku
    Ishinomori-kun, potresti mettermi in contatto con il capitano Sanada alla porta Sud?
    l' assistente emise un suono simile ad un fischio, mentre digitava un paio di cifre, poi dopo aver cercto alcuni istanti premette un piccolo tasto e passò il microfono alla sua superiore
    Ecco qua Misono-Taichou, quando vuole, la linea è pronta e priva di interferenze
    COn un cenno d'assenso il primo seggio afferrò l' auricolare, e dopo aver atteso un paio di secondi esordì
    Capitano Sanada? Qui è il capitano Misono, della tredicesima divisione, mi riceve?
    Sò che è molto scortese e presuntuoso da parte mia chiederglielo, ma spero mi potrà perdonare per una simile mancanza di rispetto, ma avrei bisogno che si occupasse di una piccola e triviale faccenda.
    Trovandosi alla porta Sud presumo abbia assistito all' arrivo del soggetto denominato "Mesa Blanca" giusto?
    Ecco, purtroppo mi duole informarla che le nostre forze non sono in grado di fermarlo per il momento, e dunque avremo bisogno del suo aiuto,e visto che lei è l' unica unità dotata di sufficiente potenziale bellico nella zona temo non ci siano altre alternative, infatti il capitano Genji è tuttora impegnato con il vastolorde...non glielo stò chiedendo come ufficiale comandante, ma come compagna d' armi, la prego, lei è l' unico che possa impedire a quell' essere di compiere una strage.


    _________________________________



    Tutto quello che rimane di quello che un tempo era uno squadrone di shinigami adesso non è altro che cenere e cadaveri carbonizzati.
    L' odore di ozono tipico delle scariche di reiatsu statico riempie l' aria fondendosi con l' aspro odore di carburante tipico del Fecylene e della carne bruciata.
    Questa è la Guerra, una vista che tutti gli shinigami devono affrontare prima o poi.
    Ad alcuni accade naturale di passare indenni da uno spettacolo del genere, altri ne porteranno il segno per tutta la vita.
    E onestamente voi sperate tutti di appartenere alla prima categoria.
    Eppure un pensiero deve farvi andare avanti, una idea che è stata inculcata nelle vostre menti sin da quando siete diventati shinigami, una lezione che Yuuki ha avuto modo di ascoltare anche piuttosto di recente per bocca di un ufficiale della VIII divisione.
    CITAZIONE
    Yuki-chan, ora capisci perchè ti ho trattato in quel modo prima? Con il tuo comportamento guidato dalla rabbia stavi disonorando la memoria di quel vecchio stupido.
    Che per quanto sgradevole od ubriaco fosse, era pur sempre uno shinigami, un dio della morte. Sapeva quello che faceva e a quali rischi andava incontro. Il suo sacrificio gli ha permesso di riportare indietro uno shinigami che altrimenti sarebbe morto, alla fine ha salvato te e Shuonji da quella che poteva essere una morte orribile...

    Già, e solo questo quello che vi impedisce di mandare in malora tutto quello che stà succedendo e andarvene via fuggendo per salvarvi la vita.
    Perchè sapete che non potrete vivere sapendo di avere reso inutile il sacrificio dei vostri compagni.
    Ma il tempo delle reminiscenze è finito.
    Tutto attorno a voi è solo caos e devastazione, i crateri costellano il terreno come un campo fiorito, disseminato di detriti e cadaveri.
    Ma tutto questo non importa.
    I nemici sono attorno a voi, ed è giunta l'ora di far pagare a caro prezzo il loro tentativo di sopraffarvi.
    Ogni metro guadagnato verrà pagato col sangue, ogni casa occupata sarà ricompensata con una catasta di cadaveri.
    Non avrete pace, fino a quando l' ultimo hollow non sarà stato terminato e purificato con il vostro acciaio.
    E così proseguite la vostra opera, fedeli alle consegne del capitano Misono, e rassicurate dalla benefica influenza che la sua sola presenza ha su di voi.
    I minuti si susseguono, e pian piano perdete il conto degli hollows che avete abbattuto.
    Dieci, cento, oramai il numero non importa più, tutto quello che conta è che ce ne sono ancora.
    Non sembrano finire mai, sono una orda inarrestabile, infinita, e per un gruppo che abbattete altri due spuntano dalle viuzze laterali.
    E così il massacro continua.
    I vostri volti un tempo innocenti sono imbrattati di sangue nero e colloso, i vostri occhi carichi di rabbia, odio e disgusto in egual misura.
    La guerra vi stà cambiando, proprio come un veleno sottile e insidioso, che penetra nelle membra e giunge sino al cuore.
    Poi improvvisamente un rumore sordo cattura la vostra attenzione.
    Qualcosa che sembra sovrastare il rombo delle esplosioni delle mine in distanza si stà avvicinando, e anche a grande velocità.
    I vostri nervi sono tesi allo spasimo, volti a cogliere ogni segno di una presenza nemica.
    E ad un certo punto appare.
    Una enorme ombra si stacca da uno dei palazzi, scivolando per la strada rapida, ma goffa e impacciata, guardandovi dai suoi dieci metri d' altezza.
    I suoi occhi scintillano di furia omicida e di desiderio di uccidere, mentre barcolla a fatica sotto decine di ferite che avrebbero ucciso un hollow normale.
    Eppure il Gillian appare inarrestabile, il suo lungo naso che punta verso di voi, squadrandovi con odio; e subito lascia partire un lungo e sonoro ululato, al quale fa presto seguito un altro alle vostre spalle, mentre un Gillian non messo certo meglio del primo si fa avanti tagliandovi la ritirata.
    Non sono certo al massimo della forma, ma rappresentano comunque ancora un avversario formidabile.
    Riuscirete a prevalere anche contro questa avversità? O i Gillian si ciberanno delle vostre carni? O peggio ancora, sarà la guerra ad inghiottirvi e a trasformarvi in brutali assassini senza cuore?
    Solo un ristretto grupo conosce la risposta a questa domanda...voi.

    CITAZIONE
    QM-point

    Bene, adesso entriamo nel vivo del combattimento, da adesso la parte descrittiva e interiore non finisce, ma vi si aggiunge anche quella del combattimento.
    Tuttavia voglio darvi un piccolo consiglio, non effettuate combo arzigogolate e complicatissime, a volte un paio di attacchi ben descritti valgono 100 volte di più
    Passiamo invece ai dati fondamentali

  22. Gillian 1

  23. CITAZIONE
    Forza375
    Velocità275
    Resistenza400
    Zanjutsu275
    Kidou300
    Ferite 18/46 Marginali
    Reiatsu???

  24. Gillian 2

  25. CITAZIONE
    Forza350
    Velocità275
    Resistenza450
    Zanjutsu300
    Kidou275
    Ferite 23/46 Marginali
    Reiatsu???

  26. Nota
  27. Da adesso in pooi mettere lo schema riassuntivo in fondo al post diventa obbligatorio, se non c'è...allora penalità XD

     
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  28. Chidori'93
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    Fight

    D’un tratto, una voce si diffonde nell’aria, leggera e morbida come una piuma.

    CITAZIONE
    A tutti i nostri fratelli e sorelle che coraggiosamente stanno combattendo in questo momento.
    Qui parla Aya Misono, capitano della tredicesima divisione del Gotei XIII.

    Buffo, sembra di sentire la voce di un angelo, più che quella di un dio della morte.
    Alzo istintivamente gli occhi al cielo, quasi mi aspettassi realmente di vedere un angelo splendere e vegliare sopra di noi.
    Perché no? Dopotutto oggi ho avuto la prova che l’inferno esiste, perché non potrebbe esistere anche il paradiso?
    Rimango in silenzio, gli occhi ancora rivolti al cielo, ascoltando senza fiatare le parole della capitano.
    Di nuovo: come Felio prima di lei, mi sento nuovamente ripetere che se sono qui a combattere è perché sono parte del meglio che la Soul Society può schierare.
    Ma stavolta le sue parole non mi infastidiscono: la voce della shinigami è così sicura e al contempo calma e melodiosa che quasi inizio a credere che sia realmente così. Quasi.
    Non è però certo questo il merito più grande delle parole di Misono taichou: il suo discorso sembra rivolgersi ad un ampio pubblico, non certo a qualche shinigami qua e là, disperso tra le macerie.
    E questo significa che mi sono sbagliata: la cittadella non è ancora caduta nonostante il kekkai in frantumi, nonostante il massacro dinnanzi ai miei occhi sembri dire il contrario, non tutte le nostre forze sono state annientate, non tutte le nostre postazioni sono state spazzate via, come invece è accaduto alla nostra.
    Una nuova scintilla si accende nei miei occhi: non posso non lasciarmi contagiare dalla pacata sicurezza del capitano.
    Un nuovo rumore attira la mia attenzione: i miei occhi saettano su un cumulo di macerie che pare quasi fremere, mentre piccoli ciottoli e detriti rotolano giù da esso.
    Socchiudo gli occhi, cercando di mettere meglio a fuoco la causa di quei movimenti.
    Un nuovo fremito scuote le pietre spezzate e polverose, mentre un arto pallido fa improvvisamente capolino da una fessura.
    Spalanco gli occhi: un sopravvissuto!
    Con passo veloce percorro i due-tre metri che mi separano da esso, mentre le pietre del piccolo cumulo continuano a muoversi: sembra che il poveretto rimasto là sotto non abbia abbastanza forza per sollevarle, sarà meglio che io sbrighi ad andare a soccorrerlo.
    Finalmente davanti al mio obiettivo, mi chino al fianco di esso, con l’urgenza di chi abbia la sensazione che ogni secondo che scorre avvicini d’un passo alla morte un ferito che potrebbe essere salvato.
    Sobbalzo, quasi cadendo, mentre un espressione di profondo ribrezzo e quasi di orrore si dipinge sul mio volto: quella che mi era sembrata una mano, si rivela, vista più da vicino, una bianca zampa con lunghi artigli, che di umano non ha proprio niente.
    La creatura proprietaria della zampa continua ad agitarsi, prigioniera sotto le macerie, con piccoli gemiti, mentre gli artigli ricurvi graffiano disperatamente la pietra, cercando inutilmente di liberarsi.
    Mi allontano rabbrividendo, pensando di lasciare l’hollow al suo destino: morire soffocato, schiacciato dalle pietre franate per l’esplosione causata da uno della sua stessa razza.
    Poi mi ricredo, tornando ad avvicinarmi: con movimento lento e solenne sfodero la zampakuto.
    Il metallo stride appena, scivolando fuori dal fodero; la lama di un pallido argento scintilla fiera sotto il cielo africano, gelida e altera.
    Per quanto mi stuzzichi l’idea di lasciare quel mostro alla sua morte lenta e dolorosa, sono una persona che non lascia nulla a metà, che fa le cose fino in fondo: se devo uccidere un hollow non mi accontento di sapere che morirà tra breve, ma anzi non considero concluso il mio compito finchè non lo vedo morto con questi occhi.
    Con un piede, scanso una delle pietre che lo bloccano, e poi un'altra e un'altra ancora.
    L’hollow capisce che la sua prigionia sta volgendo al termine e, speranzoso, si agita con più forza, facendo tremare l’intero cumulo di detriti.
    Rimango immobile, impassibile, le dita gelide serrate sull’elsa della zampakuto.
    La creatura riesce finalmente a liberarsi: anche l’ultima pietra rotola da un lato, mentre la maschera candida su cui spiccano due pozzi neri fa capolino, assieme ad un corpo nemmeno vagamente umanoide, lungo si e no un metro.
    Prima ancora che l’hollow possa gioire per la sua libertà ritrovata, la mia zampakuto si abbatte su di lui, silenziosa e letale, passando la maschera da parte a parte e inchiodando il divoratore al terreno sabbioso.
    Non ha nemmeno tempo di gemere, si disperde come sabbia al vento in una pioggia di frammenti di reishi.
    Con un unico movimento estraggo la spada dal terreno in cui si è appena conficcata, portando il braccio armato a livello della rispettiva spalla e piegandolo in modo che il piatto della katana si appoggi su essa.
    Con espressione greve, mi volto, cercando con lo sguardo Yuuki e Shinodari.
    Non so cosa ne pensino loro, ma di una cosa Misono Taichou mi ha convinta: è il momento di dimostrare cosa significa essere uno shinigami.

    *

    CITAZIONE
    Salta!

    Afferro la mano di Yuuki, balzando sul tetto e riprendendo a correre.
    Mi accorgo di un movimento alla mia destra: un hollow si è staccato dall’orda inferocita che infuria nella via sotto di noi, arrampicandosi sul tetto dove sta passeggiando indisturbato. Accorgendosi della nostra presenza, con un sibilo d’eccitazione, si getta verso di me. Mi scanso, mandando a vuoto la sua carica e, prima ancora che questo abbia il tempo di girarsi nuovamente verso di me per sferrare un nuovo attacco, impugno la zampakuto con entrambe le mani, tenendola parallela al terreno. Mi trovo a nemmeno un metro dal suo fianco sinistro: con movimento deciso affondo la MietiAnime nella parte posteriore della sua maschera, passandola da parte a parte.
    Ritiro immediatamente l’arma, riprendendo a correre assieme ai miei compagni, prima ancora di vedere il mostro dissolversi con un ultimo, stridente, sibilo.
    La lama della mia zampakuto è intrisa di sangue nero ed appiccicoso come la pece, così denso e copioso che quasi ho dimenticato il colore del metallo chiaro e lucente con cui è forgiata.
    Sangue, che si va ad aggiungere a quello dell’hollow che ho ucciso appena una manciata di secondi fa, a quello che ho ucciso prima ancora…

    Ho perso la cognizione del tempo, non saprei dire da quanto stiamo andando avanti così.
    E’ da subito dopo il discorso di Misono Taichou, che gli hollow hanno iniziato a spuntare fuori.
    All’inizio ho pensato che il nostro compito fosse quello di finire i divoratori di anime sopravvissuti ai cero, che dovessimo limitarci a purificare quelli di loro cha ancora non erano morti, ma che giacevano feriti e morenti, o intrappolati sotto le macerie, proprio come quell’hollow che mi era inizialmente sembrato uno shinigami superstite.
    Ma mi sono presto resa conto di quanto fosse colossale il mio sbaglio: in breve, decine e decine di hollow sono sbucati da ogni dove: prima timorosi, quasi impauriti; poi sempre più numerosi e spavaldi, in cerca dei cadaveri che quell’enorme mostro ha lasciato alle sue spalle.
    Ci siamo stretti in un piccolo cerchio, coprendoci a vicenda le spalle.
    Mi ha colpita una cosa che ha detto Yuuki:

    CITAZIONE
    E non pensateci nemmeno, a morirmi pure voi

    Ho sorriso appena, in un muto cenno di assenso.
    Penso di non essermi mai resa conto di quanto sia importante avere una squadra fino a quel momento.
    Generalmente preferisco lavorare da sola: preferisco essere responsabile solo di me stessa, non mi piace dover dipendere nemmeno in piccola parte dagli altri e tendo a fare sempre di testa mia.
    Ma mi rendo conto che in una situazione del genere, se fossi sola, dopo aver accusato il terribile colpo di vedere la mia brigata annientata e tutti quegli shinigami morti, probabilmente non avrei trovato abbastanza motivazioni per convincermi a rialzarmi.
    Se fossi da sola, probabilmente, mi sarei rannicchiata in un angolino, avendo perso interesse per tutto e tutti.
    Ma avere dei compagni è diverso: quello che non sento di dovere a me stessa, sento invece di doverlo a loro.
    In una squadra, ciascuno è responsabile della vita dei propri compagni, oltre che della propria.
    Non potrei mai venire meno al dovere che ho verso di loro.
    Ed è per questo motivo che non posso arrendermi, che non ho esitato a sporcare la mia zampakuto col sangue degli hollow.

    Continuiamo a lottare: io, Yuuki, Shinodari, non ho la minima idea di quanti hollow abbiamo già eliminato.
    All’inizio li ho contati, quasi involontariamente, ma è ormai da diversi minuti che ho perso il filo.
    Eppure, sembra che non sia abbastanza: per ognuno di loro che viene purificato dalle nostre zampakuto sembrano spuntarne fuori altri due, che vanno ad ingrossare le file dell’orda già numerosa che imperversa tra le rovine della cittadella.
    Non so quanto ci vorrà, ma di questo passo prima o poi saremo costretti a fermarci, esausti, mentre nuovi hollow arriveranno a sostituire i posti lasciati vuoti dai caduti.
    Così proprio non va, dobbiamo farci venire in mente qualcosa…

    CITAZIONE
    Un filo! Cercate un filo di Reishi!

    Yuuki ha ragione, sembra essere il modo migliore per eliminare un numero il più elevato possibile di hollow nel modo più veloce ed efficace.
    Nonostante, ad essere sincera, io dubiti che qualcuno di quegli apparecchi sia rimasto intatto dopo la pioggia di morte che si è abbattuta sulla cittadella, inizio a mia volta a cercarne uno.
    Dopotutto tentar non nuoce, e se riuscissimo a trovarne anche solo uno, sarebbe senz’altro un grosso aiuto.
    Quindi ci dirigiamo verso una piccola piazza in cui, incredibilmente, riusciamo a trovare uno dei fili di reishi ancora intatto.
    Non posso credere ai miei occhi, a quanto pare la fortuna sta girando!
    Ma le parole di Yuuki vengono interrotte, coperte da un rumore che sovrasta addirittura le mine, che sentiamo scoppiare di tanto in tanto.
    In breve, una gigantesca figura si palesa di fronte a noi, coprendo il sole: altissima e goffa, eppure rapida e decisa nella sua avanzata.
    Un ombra si proietta su di noi; mi giro: con orrore vedo un altro gillian avvicinarsi, mandando in frantumi la possibilità di una nostra ritirata.
    L’unica osservazione positiva che riesco a formulare è che almeno quell’esercito di piccoli hollow che ci stavano alle calcagna si è dileguato, e che parrebbe che le mine anti gillian abbiamo fatto il loro dovere: è impossibile non notare le ferite che costellano gli immensi corpi dei due hollow.
    Tuttavia, le ferite non sembrano sufficienti a scoraggiare i due divoratori, che sembrano decisi ad eliminare tutto ciò che, tra tutte quelle macerie e quei cadaveri, ancora respira.
    Noi, in questo caso.
    Forse dovrei provare timore di fronte a quelle enormi macchine di morte, di fronte al loro sguardo, agli occhi che brillano di una luce sinistra sotto la maschera bianca dal naso affilato.
    Eppure non è così. Con che diritto quelle bestie ci guardano in cagnesco, dopo aver polverizzato un intera brigata semplicemente vomitandogli addosso una cascata di reiatsu?
    Ora so che questo pensiero non segue nessun filo logico e che non ha senso vedere le cose in quest’ottica, ma non posso fare altrimenti.
    Mi irrita profondamente vedere tutto quell’odio e quella voglia di uccidere, tutta quell’ira, nei loro occhi e nei loro movimenti, mi dà un profondo fastidio percepire questi sentimenti nel loro reiatsu.

    CITAZIONE
    Ci occupiamo prima di quello frontale, ok?
    Se uno di voi cerca di distrarlo da davanti, io accompagno l'altro lungo le case per cercare di aggirarlo. Chi stà davanti non faccia idiozie. Al "2", ok?

    Rivolgo un rapido gesto a Shinodari, che afferra al volo il suo significato: non appena Yuuki pronuncia “Due”, mi precipito verso il tetto dell’edificio più vicino, che raggiungo sfruttando gli appigli che si sono venuti a creare tra le mura vecchie e semidistrutte.

    CITAZIONE
    Miyuki, una di noi deve salire su quell'affare e mirare alla maschera, l'altra offrirà la distrazione per permettere sia a Shinodari che a sè stessa di resistere qualche secondo in più.
    Preferisci sotto o sopra, dunque?

    Con un sorriso determinato, chiudo la mano a pugno, indicando il basso con il pollice.
    Yuuki sorride e spicca un balzo verso il gillian, dando inizio alla sua salita sulla schiena dell’enorme mostro.
    Le auguro silenziosamente buona fortuna e distolgo lo sguardo, concentrandomi sul mio compito.
    Con un balzo, mi riporto sulle vecchie pietre della piccola piazza: Shinodari è davanti al gillian, io dietro.
    Divarico leggermente le gambe portando avanti la sinistra e flettendo la destra, su cui è caricata la maggior parte del mio peso. Stendo la gamba, la punta del mio piede preme sul terreno polveroso mentre con un balzo mi lancio verso i piedi del gillian.
    Carico la zampakuto sopra la spalla destra e, non appena la mia gamba sinistra tocca terra, la abbasso cercando di colpire la gamba del gillian, sfruttando la rotazione dell’anca per imprimere maggiore potenza al colpo.
    Indipendentemente dall’esito dell’attacco, mi allontano con un balzo: rimanere ferma sarebbe un suicidio, non ho nessuna intenzione di diventare una facile vittima per cero e pestoni.
    Impugno la MietiAnime con entrambe le mani e torno all’attacco, mirando stavolta la gamba alla mia destra anziché quella alla sinistra: non appena lo spazio tra me ed il mio obbiettivo è ridotto al minimo, stendo le braccia, precedentemente piegate vicino al fianco destro, in un affondo.
    Mi allontano nuovamente cercando di seguire un percorso a zig zag, augurandomi che le dimensioni del gillian giochino a nostro favore e gli impediscano di colpirci.
    Sto per caricare il terzo attacco, quando la luce bianco azzurrina del sokatsui illumina il campo di battaglia: alzo lo sguardo appena in tempo per vedere Yuuki lanciare il kidou verso la maschera del gillian.
    Non ho tempo di osservare però il risultato dei nostri sforzi: Shinodari mi urla di entrare in una casa semicrollata, che possa essere utile a confonderlo, e che sarà stavolta Yuuki a fare da esca.
    Cerco di pensare velocemente: se Yuuki fa da esca, forse la strategia migliore è quella di combinare un attacco ad una finta.

    Io attacco e tu finta?

    Chiedo frettolosamente a Shinodari.
    Ricevuta la sua risposta, annuisco, iniziando a correre verso l’edificio più vicino.
    Mi sto, tra l’altro, maledicendo per avere gettato via gli auricolari, che fanno invece capolino tra i capelli ramati e la sciarpa di Shinodari e che sicuramente ha ancora anche Yuuki.
    Ma non ho proprio tempo da perdere ad autocommiserarmi.
    Entro di corsa nella prima abitazione, fermandomi improvvisamente, i piedi che scivolano appena sul terreno sollevando polvere e sabbia.
    Giro la testa di qua e di là, agitata, chiedendomi quale sia il percorso migliore da seguire.
    Dopo due secondi mi decido e riprendo a correre, balzando fuori dal una apertura che un tempo doveva essere stata una finestra per infilarmi subito dopo dentro un altro edificio, continuando in questo modo fino a raggiungere la posizione più favorevole.
    Alla fine di questo nascondino, se tutto è andato come previsto, mi trovo alle spalle del gillian.
    Con un paio di rapidi salti mi porto sul tetto di uno degli edifici più alti ancora in piedi.
    Rinfodero la zampakuto, estraendo invece il ninja-to.
    Mi concedo un profondo respiro mentre, piegandomi sulle gambe mi preparo a cercare di arrivare alla maschera dell’hollow.
    Con la coda dell’occhio scorgo Yuuki, ferma davanti al gillian: sta estraendo una nanas bomb.
    E’ il chiaro segno che è il momento di agire.
    Spicco il salto, cercando di arrivare il più in alto possibile lungo il corpo del menos.
    All’impatto, cerco di piantare la lama del ninja-to nel corpo nero come la pece dell’hollow, cercando di sfruttarla poi come appiglio per raggiungere la maschera.
    Cerco di fare in modo di eseguire questa azione nel momento esatto in cui la bomba esplode, sperando in questo modo che lo scoppio della prima gli impedisca di notare me o il dolore provocato dal ninja-to.
    Se fossi riuscita a conficcare la lama, vi avrei poggiato sopra i piedi e, piegando le gambe, avrei poi spiccato un salto che, se tutto fosse andato come previsto, mi avrebbe portato all’altezza delle spalle del gillian.
    Avrei, durante il salto, recuperato l’arma tenendo ben stretto nella mano sinistra il sageo.
    Se fossi dunque arrivata sulle spalle del gillian, senza perdere tempo a rinfoderare il ninja-to, avrei richiamato al fianco la mano destra stretta a pugno, concentrandovi il reiatsu necessario per eseguire ciò che avevo in mente.
    Poi, augurandomi che la bomba di yuuki e la finta di Shinodari fossero stati una distrazione sufficiente, avrei steso la mano e ruotato il pugno, eseguendo un rock punch [1 consumo medio].

    CITAZIONE
    Rock Punch


    Formula di attivazione: Nessuna
    Divisione: Tutte
    Descrizione: Si concentra una quantità di Reiatsu pari a Medio-Basso esclusivamente nel pugno che si vuole proiettare contro l'obiettivo, in questo modo si è in grado di effettuare una colpo estremamente efficace in grado di distruggere una roccia e, di conseguenza, di sbriciolare la maschera di un hollow. Inoltre, perchè il colpo abbia effetto, non è necessario che avvenga il contatto fisico, basta che l'attacco avvenga ad un massimo di 20 cm dall'obiettivo. Contro altri Shinigami o Quincy può addirittura causare la rottura di un osso se non viene contrapposto ad esso una ideale strategia difensiva.
    Restrizioni: Controllo del Reiatsu - Lv.1
    Grado: Studente
    Consumo: Medio

    Quindi, con un po’ di fortuna, sarei scesa con un balzo dalle spalle del divoratore, per ricongiungermi ai miei compagni ed osservare il risultato dei nostri attacchi.

    SPOILER (click to view)
    Reiatsu (a scalare): 42/56 marginali
    Salute(a scalare): 47/48 marginali
    Ricapitolazione attacchi: 1^Gillian: cerca di portare un fendente diagonale alla gamba sinistra, prova un affondo alla gamba destra
    2^Gillian: dopo aver provato ad arrivargli alle spalle spicca un salto cercando di conficcare il ninja-to nella schiena del gillian e utilizzarla per arrivare all’altezza delle sue spalle; carica un rok pucnh diretto alla maschera
    Ricapitolazione difesa:/
    Stato psichico: decisa ad eliminare i gillian e difendere i propri compagni
    Stato fisico: illesa
    Equipaggiamento:
    -Bende di cura (x 1)
    -Cauterizzatore (x1)
    -Anken (x4)
    -Ninja-to[impugnato]
    -Zampakuto










     
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    ¬ C u a r t a ¬
    Heat in Trust


    Il ronzio del microfono a corto raggio, mi fece compagnia per molto tempo, mentre mi limitavo a fissare quello spettacolo provocato da quella che era molto probabilmente, e a ragione, considerata la carta vincente dai nostri nemici.
    Sentii dietro di me il rumore dei miei compagni mentre uscivano da quella che era divenuta una tomba in mezzo al nulla, ma subito dopo anche quel versante si fece desolato.
    Nemmeno loro, sembravano avere voglia di parlare. E io...io non riuscivo a formulare nessun pensiero, riguardo a cosa avremmo potuto fare, dopo un simile capovolgimento negli schieramenti.
    Contrariamente alle mie previsioni, però, qualcuno si prese la briga di rispondere a tale dubbio. In mezzo alle urla lontane degli hollow, una voce e un reiatsu calmi e tranquilli fecero la loro comparsa, nella direzione del centro di comando, rivolgendosi a tutti i sopravvissuti.

    Me ne resi conto solo allora,
    o meglio, dopo quel momento.


    A risvegliarmi dal mio stato catatonico però, bastò quella singola parola. "Taichō". Una delle persone che era possibile definire i nostri, di assi nella manica.
    Non riuscì però a fare altro, se non richiamare la mia attenzione. Il problema di base che avevo al pensiero di un altro capitano, non sparì di certo così facilmente. E il suo peso, era di per sè sufficiente a tenermi ancorata a quel terreno. Parole altrui, con mio stesso disappunto non cambiarono tale situazione.
    Ascoltai, però. Avvertii la sensazione positiva che quell'energia sembrava spargere attorno a noi, senza però successo, per quello che mi riguardava. Le sue parole mettevano solo altra carne al fuoco già di per sè vivo e ardente.
    CITAZIONE
    Se vi trovate qua oggi è perchè il comandante generale vi ha ritenuti capci di adempiere questa missione, siete state scelti perchè rappresentate il meglio che la Soul Society può schierare contro l' oscurità incombente...

    Mi voltai, a quelle parole. Mi voltai a guardare il meglio che la Soul Society poteva schierare, dopo che era stato carbonizzato o salvato grazie ai corpi dei propri compagni, oltre che in maniera nemmeno volontaria da parte di questi ultimi.
    Shinodari e Miyuki appartenevano a tale gruppo, sì. Io...al momento non mi sentivo per niente, il meglio del mio esercito.
    CITAZIONE
    [...] combattiamo assieme contro questi abomini con il fuoco nel cuore e una preghiera sulle labbra, e mostriamo loro perchè ci fregiamo del titolo di dei della morte!

    Già...perchè?
    Per cosa mi fregiavo, di quel titolo? Per poter entrare nella terza, dopo aver usato i miei compagni per sopravvivere da sola? O per rimanere nella seconda, ricevendo un gelido sguardo di "saggia scelta" dai Fong?

    Mi resi conto di come fossi immatura,
    nello starmene ferma lì come uno spaventapasseri.


    Il primo, era il sogno di una bambina che aveva sbattuto il naso contro la realtà. Il secondo, lo scenario più probabile, per come si erano messe le cose.
    Mi sarai scavata la gola con le mie stesse unghie, però, piuttosto che permettere a una simile risposta di lasciarla, nel dare ragione a quella seconda possibilità.
    La verità era che io, al momento non avevo nessun motivo, per fregiarmi di quel titolo. A Felio avevo detto che non volevo essere una fallita. Ma ciò che avevo fatto, non era solo un fallimento. Era la peggiore conseguenza succeduta alle mie azioni, dal giorno in cui un mio compagno era morto per la prima volta.
    Il discorso del Capitano Misono finì, ma io ero ancora immobile come una statua. Semplicemente stanca, delle belle parole. E per quanto quel reiatsu fosse piacevole al tocco, sentivo il mio respingerlo inconsciamente. La mia testa era piena di ricordi, e più che accendermi un fuoco nel cuore, lo stavano carbonizzando dall'esterno.
    La "giustizia" del Seireitei... era forse quella? Quelli, noi, eravamo soldati? Davvero eravamo quei difensori che erano appena stati elogiati come scudo di qualunque umano del Cairo?
    ...No. Direi di no.
    Attorno a me, vedevo solo agnelli sacrificali. Uomini mandati allo sbaraglio contro un nemico che si era rivelato troppo forte. Decimati in meno di mezzo minuto. "Soldati" a cui si chiedeva di rialzarsi, sempre se non avevano perso qualche arto nel subire i risultati della cazzata tattica operata dall'ufficiale strategico in carica.
    In nome della guerra... dicevano.

    Di come a certi pensieri, non avrei mai dovuto
    lasciare spazio, in un momento simile.

    Ogni caduto, per qualunque causa, era "in nome della guerra". Quella guerra per cui quelli attorno a me, erano solo particelle di una goccia. E quela goccia era una delle tante, nell'oceano di vite perse che quella guerra aveva già strappato al fiume chiamato mondo.
    Il primo che mi venne in mente, fu ovviamente Lui. Non era un incapace, ma era morto lo stesso alla sua sesta missione. Contro chissà cosa.
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    Dopo, c'era stato Argo. Che per quanto se la fosse cercata, era comunque stato lasciato indietro in nome della missione. E poi... c'erano quei morti che non avevo mai visto, ma di cui avevo visto il ricordo in chi continuava a vivere grazie a loro. Ovvero in una delle due donne a cui dovevo quella divisa, ora sporca di sangue.

    Allora è così..che ci si sente? Mion...

    Meccanicamente, afferrai prima una delle maniche rovinate, e poi l'altra. Con uno strattone secco, strappai gli ultimi pezzi di tessuto che le tenevano incollate alle spalle, e le lasciai cadere a terra mentre la mano destra si poggiava su quel piccolo pezzo di tessuto che mi stringeva i muscoli del braccio sinistro.
    Un regalo di Mion, il ricordo e la prova di come un membro dell'VIII dovesse a me la sua vita, e che per tale motivo avevo la gratitudine di ognuno dei componenti di tale brigata. In realtà però, certe volte mi sembrava invece la prova di un mero scambio: la vita di Argo, per quella di Shuonji. Ed essa insieme alla mia, dato che più di quello Shinigami dell'VIII, ero probabilmente io a dovere il mio grado e la benevolenza di tale compagnia, alla decisione che quel "vecchio ubriacone" aveva preso senza esitare.
    CITAZIONE
    Tutto ciò accadde quando ero da poco entrata nel Gotei VIII [...] La nostra missione sembrava già abbastanza pericolosa prima ancora di iniziare, dovevamo stanare un Gillian particolarmente intelligente [...] Eravamo due squadre composte da cinque shinigami ognuna, io comandavo la prima, [...] dovevamo comunque agire prima che altri villaggi venissero distrutti dalla furia di quella bestia. La trovammo e la circondammo, pronti per abbatterla...[...]
    Morirono tutti, tutti quanti.
    Quella maledetta creatura era troppo forte e massacrò tutti i miei compagni[...]


    Che...bizzarro deja vù. Guardandomi intorno, l'impressione che ricavavo da quei due episodi, non era proprio così "onorevole". Sembrava invece che fosse semplicemente un costume, ormai, operare simili scelte. La chiamavano "tragedia"... quella di Mion, probabilmente lo era. Ma quella che avevo intorno io... non era una tragedia. Solo la conseguenza di un semplice fatto. Non c'era nessuno di noi, che avrebbe potuto far fronte al Mesa Blanca. Come nessuno della squadra di Mion, aveva potuto far fronte al Gillian che li aveva trattati come cibo degno solo di venire fatto a pezzi. E oltre ai suoi compagni, la sua migliore amica aveva pagato il prezzo di tale scelta.
    Mion però non aveva incolpato il Sistema, di quella che era stata effettivamente una tragedia. La situazione attuale, rendeva chiaro che come per la battaglia in atto, anche per quella missione non doveva essere stato possibile dislocare ulteriori forze, oltre a quelle comandate dalle due donne. Quegli Shinigami e la sua amica erano senza dubbio morti con onore, sacrificandosi per la Soul Society. Negare una cosa simile, sarebbe stata un'offesa verso quei morti.
    Ma non riuscivo, a dire lo stesso dei miei compagni. Loro erano morti cercando di salvarsi la vita, non per rallentare o ostacolare uno di quei mostri. Sapere che si rischia la vita, non implica accettare l'idea di poter finire massacrati a quel modo senza possibilità di reagire.
    Non riuscivo a non pensare, che era stata una morte inutile. Nessuno li avrebbe ricordati. Sarebbe stato tanto se i cadaveri fossero stati cremati, probabilmente. E sull'onda di quei pensieri, avrei persino potuto sorridere in maniera ironica, se solo non fossero stati lì davanti a me. Quei pochi che avevo usato come degli scudi, sembravano quasi aver ricevuto un motivo che rendesse la loro morte, meno inutile di tutti gli altri.

    Fui fortunata, ad aver avuto tutto il tempo di formularli.
    Fui fortunata, nell'avere a che fare con
    predatori fin troppo rumorosi.


    E io per loro, ora riuscivo solo a stare in ginocchio a pensare. Per un tempo che sembrò infinito, in cui preoccupazione, rabbia e paura si spintonavano fra loro per andare a fare la loro parte nel togliermi ogni energia o pensiero in grado di farmi rialzare.
    Tuttavia non mancava molto, al momento in cui dovetti rimettermi in piedi per forza. L'odore del sangue e della morte, impediva al mio cervello di sprofondare nell'auto-commiserazione. E qualcos'altro, mi fece spalancare gli occhi, prima di farmi dirigere lo sguardo prima verso la nostra sinistra, e poi la nostra destra.
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    Capii che il riposo era finito, in quello stesso istante. Era quindi passato forse meno di un minuto, prima che la mia mano si posasse sul relativo ginocchio, e facesse forza per rialzare il resto del corpo.

    ...Hahaaaaa. Mattakù....
    Qualcuno così sfigato da cercare gli avanzi in giro, vedo che non manca mai.


    Li sentivo, muoversi attorno a noi. Presto il primo comparve, rilasciando quello che sembrava un verso di contentezza dalla bocca. I pesci piccoli di cui aveva parlato Misono-taichō, molto probabilmente. Anche Miyuki, dietro di me, si accorse e si occupò immediatamente di uno di quelli che dovevano essere rimasti sepolti sotto l'attacco indiscriminato del loro stesso simile. Osservando la ragazza compiere quella che non poteva essere definita in nessun'altro modo se non "esecuzione", però, mi trovai solo a trovare ironica, la libertà guadagnata dall'hollow giusto un attimo prima della propria morte.
    Quindi, feci un respiro per cercare di recuperare definitivamente la concentrazione in vista di ciò che sarebbe iniziato di lì a qualche secondo, e mi voltai verso i miei due compagni dietro di me. Iniziando a indietreggiare a mia volta sino a raggiungerli, e colpirli leggermente con la mia schiena nel momento in cui si misero in mezzo al mio percorso a ritroso. Il calore del sangue ora tiepido sulla schiena, si mischiò alla sensazione dei loro corpi sulle scapole, così come alla durezza della mia arma lungo la colonna vertebrale. Erano quasi piacevoli, come sensazioni.
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    Molti di noi erano morti, per un motivo che ormai avevo realizzato. Tuttavia loro erano vivi. La "mia" squadra, non l'avevo persa, ed era proprio dietro di me nella sua integrità.

    Ce la fate?

    Lo chiesi lo stesso, anche se non era accettabile un "no" come risposta. Se ci fosse stata, allora avremmo presto raggiunto quella schiera di cadaveri nei necrologi di quella battaglia, inevitabilmente.
    Io...mi imposi, di farcela. Loro due, li avrei riportati indietro. Non importava, se nel momento in cui avessimo fatto rapporto, gli sguardi di ognuno nella II avrebbero raggiunto l'apice del disprezzo. E relegai in un angolo, il pensiero di come avrebbe reagito leggendolo uno dei Capitani coinvolti nell'operazione. Ovattando quel pensiero, il resto fu semplice. Dovetti semplicemente lasciare che le rassegnazioni si accumulassero l'una sull'altra. Smisi di interrogarmi su chi fossi, sulla giustizia del Seireitei, sulla guerra o sulle scuse per giustificare il mio comportamento.
    Mion non avrebbe voluto che mi comportassi come avevo fatto con lei. E anche se ormai potevo aver preso un'altra strada, la Soul Society conteneva troppe persone a cui tenevano quelli a cui tenevo io stessa, per potermi permettere di non fare nulla.
    Se volevo riportare a casa quei due, anche se temevo di non avere più nulla per cui tornarvi io stessa, quella battaglia doveva finire. Se potevo fare qualcosa a tale scopo, l'avrei fatta.

    Ero riuscita a trovare un motivo per combattere.
    Per trovarne uno degno di voler tornare indietro...
    c'era sempre tempo.


    Alla fine era tutto lì. Fu con quel pensiero, che con un sibilo metallico la lama della mia arma venne estratta dal fodero.

    Cercate di formare un cerchio mobile. Se circondano uno di noi, è finita. Se ci separiamo, ognuno cerchi di tornare a formare il cerchio prima di ogni altra cosa.
    E non pensateci nemmeno, a morirmi pure voi.


    Mi misi a sparare quelli che sembravano ordini, nonostante non avessi niente che non avessero i miei compagni. Forza, abilità, energia...avevamo finora condiviso tutto come un'unica entità.
    Potevo solo sperare, la cosa continuasse. Da parte mia, quelle parole da capo squadra erano solo il mio sciocco tentativo di credere di aver risolto il problema che aveva portato alla morte di tutti gli altri.
    Fu tuttavia con tale pensiero, che potei tornare a combattere.

    [...]

    Salta!

    In ginocchio, su un tetto, tesi la mano libera verso quella di Miyuki, aiutandola a tirarsi su non appena l'avesse presa, in modo da poter riprendere a correre sul tetto. L'esatto istante, prima che uno dei mostri che stavano nella via sotto di noi come una calca, ci saltasse addosso.
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    Sbattendo contro la mia lama, e restando un istante in aria. Per sua sfortuna, era abbastanza piccolo da non riuscire a sfondare la mia guardia.
    E sempre per sua sfortuna, avevo ancora energie da vendere.

    Hooorraaah!

    Colpii con il palmo il dorso della lama, così da farla penetrare nella maschera bianca che avevo di fronte, e quindi terminare ritirandola e tagliando ulteriormente il volto del mio nemico. Estrassi quindi la lama, e mi allontanai dal bordo su cui stavano iniziando ad arrampicarsi tutti gli altri.
    Erano troppi. Probabilmente era dovuto alla presenza del Mesa, che scorraggiava le mezze cartucce dall'avvicinarsi ulteriormente all'avamposto su cui la bestia troneggiava. Era quindi inevitabile, che per saziare il loro appetito tutti gli sciacalli del campo di battaglia finissero per ripiegare su di noi, uniche fonti di energia nel raggio di centinaia di metri.
    Erano deboli, ma sembravano non finire mai. Quando avevo teso il braccio verso i miei compagni, per un attimo avevo temuto di perdere la presa a causa del sangue che mi ricopriva le braccia, così come in parte la faccia e il petto. Anche la sciarpa bianca comparsa da chissà dove che copriva il collo di Shinodari, ora aveva un ambiguo colore nero a causa del sangue che ricompensava ogni nostro colpo andato a segno. Colpi, di cui avevo perso il conto. Di quante volte avevo affondato ed estratto la lama, così come di quanti corpi erano già svaniti nell'aria dopo essere stati purificati... non me ne ricordavo già più.
    Ciò che mi importava, era semplicemente continuare a muovermi. Lasciare che per il momento, non ci fosse nient'altro a guidarmi se non il desiderio di distruggere ogni cosa che mi si parasse innanzi.

    E che riuscissimo a tornare,
    era oltretutto ancora da dimostrare.


    L'unica cosa buona che ne derivò, fu che non ebbi il tempo di pensare a nient'altro se non ai miei compagni e ai miei nemici.
    E un'ultima cosa, nel momento in cui fissai la via successiva in cui avremmo dovuto infilarci, per cercare di costringerli all'uno contro uno e non a una rissa in cui prima o poi avremmo avuto la peggio.
    Forse l'unica cosa, che poteva se non concludere lo scontro, almeno darci qualche secondo di respiro.

    Un filo! Cercate un filo di Reishi!

    Se aveva funzionato prima, perchè non avrebbe dovuto farlo ora? Casomai, il problema poteva essere trovare un punto che fosse scampato alla furia del Mesa, sì...ma trovato quello, il resto sarebbe stata una strada in discesa.

    Ok, scendiamo qui e dritti verso la piazza!

    Alla fine ne avevamo trovato uno, posto in una posizione simile a quello che avevamo sistemato noi. Scesi nella via, rallentai un attimo in modo che gli hollow ci seguissero scendendo a loro volta, e quindi ripresi a correre. Sperai non fosse ancora stato attivato, così da poterci dare qualche minuto di pausa tramite i suoi effetti che aveamo già visto prima.

    Bene, attivia-!

    Noi eravamo rimasti in tre.
    Quante ce ne potevano essere invece,
    di quelle cose?

    Non finiii mai la frase. Le mie parole vennero coperte da un rimbombo, con un sottofondo che sembra tanto quello di una serie di esplosioni. Gli hollow che ci inseguivano, si dispersero nello stesso modo in cui erano comparsi, lasciando spazio a qualcosa di più difficile, da gestire.
    Dall'ombra di uno dei palazzi della via che avevamo appena percorso, se ne staccò un'altra, che si mise a squadrarci dall'alto in basso, per un attimo immobile. Poi la sua marcia riprese, goffa e barcollante ma con tutta la rapidità di chi ha scovato la propria preda. E con lo sguardo di chi stà già pregustando ciò che avverrà a breve.
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    Almeno secondo lui. Avevo però molto da ridire, a riguardo.

    ...E' arrivato uno degli ospiti d'onore, sembra.

    Lo guardai, ma non c'era timore nella mia voce. Nemmeno io sapevo perchè, provavo tanta calma dinanzi alla vista di quella torreggiante macchina di morte. Non ero accecata dall'odio. E per quello che mi riguardava, nemmeno quel massacro mi aveva lasciata con un desiderio di affondare ancora di più la mia lama nei corpi di quegli animali.
    Forse stavo combattendo unicamente per soddisfare quello che poteva essere il mio ultimo desiderio, il mio ultimo capriccio. Forse era quella sciocca idea, ad agire come una sordina nei confronti della paura.
    Certo vederlo sanguinante, e capire che era finito in uno dei campi minati, poteva essere responsabile allo stesso modo. Lasciando sfogo a una vena sentimentale, si poteva dire che in quel modo, anche il resto dei commilitoni che ci eravamo lasciati dietro, stava continuando a lottare.
    Ma io non avevo vene romantiche, al momento. Tutto ciò che sentivo nel petto era un blocco di pietra ad appesantire ogni emozione, e ad affievolirne la percezione da parte del cervello.
    Distruggere quella cosa, era il nostro compito. Volevo solo portarlo a termine, dunque.
    Il problema, era che in effetti, gli ospiti erano due. Il rimbombo provenne anche da dietro di noi, e voltandomi mi trovai di fronte un'altra di quelle cose, ugualmente ferita e ugualmente assetata di sangue.

    Quanti erano morti per le mine?
    Quanti, ne erano usciti illesi?

    Eravamo in una morsa, e tale pensiero fu sufficiente da sbloccarmi i circuiti cerebrali.
    E a formulare un'idea per compiere ciò per cui eravamo lì.

    Ci occupiamo prima di quello frontale, ok?
    Se uno di voi cerca di distrarlo da davanti, io accompagno l'altro lungo le case per cercare di aggirarlo. Chi stà davanti non faccia idiozie. Al "2", ok?
    Due!


    Non avevamo altro tempo, quindi corsi a tutta forza verso una delle case ridotte in groviera dall'attacco di prima. Attacco che aveva creato oltre a una schiera di morti, anche molti cumuli di detriti, e dunque facili appigli per salire sulle sommità delle case.
    Guardandomi indietro, mi ritrovai a correre con Miyuki, e a vedere Shinodari caricare il Menos. Mi sarebbero bastati dieci secondi, forse meno. Sperai potesse concedermeli.

    Miyuki, una di noi deve salire su quell'affare e mirare alla maschera, l'altra offrirà la distrazione per permettere sia a Shinodari che a sè stessa di resistere qualche secondo in più.
    Preferisci sotto o sopra, dunque?


    Guardandola, rimasi per un attimo sorpresa dal gesto che fece. Un pollice abbassato, di sicuro a indicare semplicemente la sua intenzione di "stare sotto". Quando però guardai sia la sua mano che il suo volto, nella mia testa risuonò anche un "fallo fuori", come interpretazione. Quell'ambiguità insomma, mi sorprese per un attimo. Forse era stato un caso, e forse nemmeno aveva pensato a una cosa simile.
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    Rimaneva però che nel caso l'avesse fatto... un gesto simile era fin troppo informale, per non comunicarmi un affiatamento di certo maggiore di quello fra due semplici "colleghi". E provare quella sensazione.. era stranamente piacevole, sebbene fosse la prima volta che mi capitasse. Riuscii persino a sollevarmi il morale per un attimo, e quindi non potei trattenermi dal sorriderle divertita, sull'onda di quella situazione.

    Andiamo, allora.

    Fu così quindi, che una volta superata la linea aerea su cui stava il Menos passandogli affianco, svoltai bruscamente verso di lui mentre Miyuki scendeva, e io mi preparavo a mia volta al salto. Ripetendomi mentalmente che ciò che stavo per fare, era l'unico modo per essere sicura di non sprecare quell'occasione.
    Certo, l'avevo provato poche volte quel trucchetto in una maniera così violenta, ma di sicuro sarebbe stato utile, in quel frangente. Concentrai dunque la mia energia sui piedi,[Controllo del Reiatsu II:

    Saremmo davvero riusciti
    ad abbatterli tutti in tre?

    Adesione superfici Verticali]
    [1 Marginale] e spiccai un balzo verso il corpo del Menos, una volta rinfoderata la zanpakuto ed estratto il Tanto. Avrei provato a piantarlo all'impatto, in modo da ottenere una presa iniziale più sicura su quel corpo gigantesco. Dopodichè, allo stesso modo di un corridore, mi sarei posizionata a carponi e fatto forza nelle gambe per salire verso l'alto a rotta di collo, riposto il Tanto. Mi concentrai quindi sul muovermi a sinistra per poter percorrere la linea della colonna vertebrale del Menos, e in teoria essere meno facile da prendere seguendo tale percorso.
    Se poi Miyuki e Shinodari fossero state un fastidio sufficiente, forse non avrebbe nemmeno avuto troppe occasioni per prendermi.
    Se avessi superato il livello delle scapole, allora avrei iniziato la prima parte di ciò che volevo fare.

    O Regnante, tu che decidi la maschera di sangue e carne, il creato, il battito d'ali, il nome di ogni cosa! Verità e temperanza.....

    Nella migliore delle ipotesi, avrei scartato dalla parte da cui il Menos non si fosse voltato per cercare di prendermi, se l'avesse fatto. Altrimenti, a sinistra, preferibilmente. Sempre nelle migliori delle ipotesi, sarei arrivata sulla sua spalla, terminando l'incantesimo subito dopo.
    Prima di scagliarglielo dritto in faccia.

    ..graffia lievemente con le tue unghie il muro di un sogno senza colpe!
    Hadou no Sanjuusan: Sokatsui!


    Scaglia l'incantesimo con la mano destra, e subito dopo scartai di nuovo a prescindere dall'esito di tale attacco, correndo affianco alla sua nuca e arrivando dall'altra parte, prima di estrarre la zanpakuto. E con un movimento secco dopo aver ruotato l'elsa nella mano, così da stringerla col mignolo vicino alla guardia, avrei tentato di affondare la lama nella sua faccia con una rozza pugnalata. Puntavo tutto sul non dargli tregua, insomma.
    Dopodichè, abbattuto o meno, il tempo era scaduto.

    Non riuscivo, a rispondermi di sì.

    Rinfoderai dunque l'arma e mi gettai di nuovo lungo la sua schiena, usando il Tanto stavolta per rallentare la caduta ma comunque finendo per cadere quasi a rotta di collo verso il basso.
    E nella caduta, cercai di rendere di nuovo utili i piccoli auricolari di Onimasa.

    Shin-kun! Miyuki, mi sentite? Miyuki!

    In mezzo alle scariche, sentii solo la voce di Shinodari. Forse il comunicatore della ragazza si era rotto, ma non c'era tempo per lamentarsi. Dovevamo arrangiarci con quello che avevamo.

    Disperdetevi, dì a miyu-chan che è meglio entrare in una casa che abbia il soffitto crollato per confondergli la mira! Dobbiamo attaccare anche l'altro!
    Stavolta faccio io l'esca, voi occupatevi del resto!


    Atterrai qualche istante dopo, con un pò di fortuna, prima di riprendere a correre e infilarmi nella prima casa col soffitto crollato che avessi visto. Da lì, avrei risalito i detriti per tornare sul tetto, e quindi riprendere a correre. Il punto era sfruttare ciò che l'attacco del Mesa aveva creato, ovvero decine di entrate e uscite nelle abitazioni. Infatti come avevo sfruttato un crollo per salire su un tetto, avrei sfruttato il primo buco che avessi trovato per rientrare in una casa, uscirne, e ancora rientrare più avanti se fosse stato necessario.
    Se ci prendevano, era la fine. Ecco perchè, dunque, la cosa migliore era applicare quella strategia mordi e fuggi. Avevano distrutto la mia divisione sul campo. Ora avrebbero capito di aver fatto bene, visto cosa gli sarebbe capitato di lì a poco.

    Sperai comunque, che quel primo Gillian fosse abbastanza ferito da non disturbare la mia seconda performance, o di essere uscita abbastanza bene dalla prima da potermi esibire nella seconda. Aprii di nuovo il canale audio, e quindi pronunciai cinque parole secche, prima di richiuderlo.

    Shin-kun, vado con la distrazione.

    Risalii su un tetto, e quindi mi portai vicino al Gillian, fissandolo. Dubitavo, non si sarebbe accorto di me. Anzi ero abbassata sulle ginocchia, pronta a scattare alla minima avvisaglia di una luce cremisi sulla sua bocca.
    Non me ne sarei stata però con le mani in mano. Durante la corsa fino al tetto, avrei estratto un piccolo regalino "esplosivo". Un oggetto a forma di Ananas, che però celava un utilizzo che in quel caso, sperai mi potesse essere utile. Sperai inoltre che Shin e Miyuki si fossero già portati in posizione, nel momento in cui il Gillian mi avesse notato. Sarei stata un bersaglio per il tiro a segno, altrimenti.
    Dovevo fidarmi, e se era per quello, non avevo problemi a farlo. Dunque appena il Gillian mi avesse notato, o nel caso non appena avessi avuto la possibilità di tirargli la bomba dalla parti del petto o persino della maschera, l'avrei fatto. Imprimendovi nell'attivarla un consumo poco superiore al minimo, in modo da farla detonare abbastanza vicino all'hollow da risultare minacciosa, ma anche abbastanza lontano da fare in modo che il gigante non arretrasse per timore di attacchi da parte mia. [Nanas Bomb ;3/4 Basso; 3 Secondi]
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    Sperai infatti che l'attacco vero e proprio, arrivasse da parte dei miei compagni. Io una volta lanciata la bomba, sarei scesa di nuovo dal palazzo, continuando a cambiare posizione nel tentativo di risultare un bersaglio meno facile da prendere. Borbottando inoltre poche parole fra me e me, mentre lo facevo.

    ...Sì, così, mostro...
    Vieni. Devi star soffrendo. Devi essere affamato. Vieni, su.
    Lo giuro sulla mia vita. Finchè non rimarrò da sola, e finchè avrò dei compagni...
    Farò del mio meglio, perchè tu e gli altri, proviate lo stesso.
    Capirete com'è, morire capendo a malapena perchè è successo.
    Capirete com'è, dimenarsi a vuoto contro la morte.
    Vedrete.


    Alla fine, comunque, avrei solo potuto osservare i risultati di quella sequenza di attacchi semplici, eppure virtualmente efficaci.
    L'alternativa, non era molto piacevole da immaginare.

    Se non ci avessi creduto nemmeno io, però...
    Chi l'avrebbe fatto per me?



    SPOILER (click to view)

    ~ Tabella Riassuntiva ~

    AdCC
    Zanpakuto
    Tanto


    AdL
    Anken - Spada Oscura (3/3)

    PpCC
    //

    Bombe
    Nanas Bomb (0/1)

    OdC
    Bende di Cura (2/2)

    Vario
    //





    STATISTICHE

    Velocità:
    Forza:
    Resistenza:
    Zanjutsu:
    Kido:
    Hoho:

    250
    150
    200
    200
    200
    225

    Punti Ferita: 110/120




    Reiatsu: 6.5 / 14



     
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28 replies since 3/10/2010, 23:15   807 views
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