Bleach Soul Society

[Event Quest] Outpost 29

Cancello Sud: Takeo Kikuta, Alizabetha Coraciero

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  1. Yami Kaguya
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    Outpost 29
    -I-
    First Assault



    Africa, Deserto del Sahara
    Avamposto 29




    L' aria era estremamente tesa nella sala di controllo.
    Posta decine di metri in profondità nella mastodontica struttura della cittadella centrale l'ampia stanza era fiocamente iluminata da lampade al neon e dagli schermi dei dispositivi di monitoraggio della dodicesima compagnia.
    Quel luogo brulicante di shinigami in camice bianco era il vero cuore pulsante di quella strenua difesa, da laggiù potevano contattare la Soul Society, inviare e ricevere rinforzi tramite il dangai e tenere sotto controllo tutto il dispigamento di truppe che stava avvenendo là fuori sotto il sole cocente del deserto.
    Kiyomaro Kagutsushi, ufficiale della AST, si muoveva a passo svelto tra i banchi di cogitatori e processori di dati mentre le informzioni sul dispiegamento delle forse dei tredici gotei si dipanavano su centinaia di monitor, per poi venire proiettati sulla lastra logitattica tridimensionale al centro dello stanzone.
    In mezzo alla folla si stagliavano cinque enormi sagome avvolte in un soprabito bianco che copriva i loro shihakusho.
    Erano i cervelloni tattici e strategici della prima divisione, tizi squallidi e noiosi a suo dire, che solo in virtù della loro esperienza potevano millantare ed avere accesso a quel sacrario così importante.
    Stavano giusto discutendo su come dirigere le truppe, e lo scienziato non potè fare a meno di trattenere un sorrisetto mentre li vide così carichi di boria e tronfi.
    Quanto li odiava quei palloni gonfiati.
    Sapeva chi si sarebbe preso tutto il merito per quella operazione, e non sarebbero certo stati loro della AST nonostante tutto il loro duro lavoro.
    Non credeva l' avrebbe mai detto, ma avrebbe tanto voluto avere al suo fianco il capitano Kurotsuchi, lui sì che avrebbe dato una lezione a quei brutali gorilla dalla mentalità ristretta.
    Sospirando e ricacciando indietro quei desideri violenti si avvicinò alla rappresentazione tridimensionale della grossa fortezza.
    Era una fortificazione imponente: con l' anello di mura esterno e i quattro cancelli alti venti metri, circondati da un dedalo di viuzze e casette diroccate, la cerchia interna che ospitava i baraccamenti delle truppe ed infine la cittadella, un cubo di duecento metri di diametro protetto da mura alte trenta metri e spesse cinque.
    Potevano resistere persino ad un cero sparato a bruciapelo, e nulla avrebbe potuto abbatterle tranne un sostenuto e continuo bombardamento continuato.
    Il suo sguardo corse sulle ridotte esterne dove una miriade di puntini blu, che rappresentavano gli shinigami si ammassavano sulle mura.
    Alcuni dei puntini erano segnalati da una iconcina che rappresentava il loro status di ufficiali di seggio, e se ne potevano contare almeno una trentina.
    Poi vi erano i due capitani, segnalati da una piccola piramide rovesciata...
    e infine i semplici shinigami, diverse centinaia di puntini luminosi che si muovevano come formiche lungo le mura.
    I vecchi tromboni della prima sbraitavano ordini inviando le varie squdre alle loro posizioni, quando improvvisamente una luce rossa invase la sala del centro di comando e una sirena iniziò ad ululare furiosamente, come un animale ferito a morte.
    Signore! Contatto a Nord-Est-Nord, due chilometri di distanza in rapido avvicinamento!
    Kagutsushi si lasciò sfuggire una imprecazione mentre si sistemava il camice e si avvicinava alla postazione di smistamento dati, che sormontava la camera come un pulpito.
    Si sedette sulla poltrona centrale dalle fattezze di trono ed estrasse da una manica un paio di cuffie che in pochi secondi si mise sulla testa settando la banda di comando vocale in modo da intercettare tutte le comunicazioni in modo selettivo.
    Isola la frequenza, manda una scansione e trovami la sorgente del segnale!
    Dopo pochi istanti da un' altra postazione si alzò una voce, che attraverso il canale di comunicazione personale gli giunse subito in cuffia, quasi il sottoposto fosse al suo fianco a parlare.
    Tre,due,uno...trovato! Numerosi contatti rilevati, il reiatsu è fuori scala, le letture sono come impazzite!
    Un'altra voce si intromise con una nota di panico nelle parole.
    Gli schermi lampeggiavano come impazziti mentre righe e righe di file contenenti immagini si sovrapponevano l' uno all' altro.
    Le sirene saturavano l' aria con la loro voce stridula e come formiche impazzite gli scienziati sciamavano da una postazione all'altra
    Rilevati numerosi contatti, rilevo tracciature spirituali in gran numero...cinquecento...no ottocento...no, sono almeno un migliaio!
    Con pochi movimenti delle dita esperte il caporeparto battè alcuni tasti a lato del suo scranno accendendo un monitor che si riempì immediatamente di stringhe di dati intermittenti.
    Le voci continuavano ad abbaiare agitate confondendosi in una cacofonia assordante e facendogli dolere la testa

    Scansione effettuata, sono circa seicento segnature spirituali di classe mista delta ed epsilon...

    Rilevati numerosi contatti, il reiatsu è decisamente superiore alla norma, sono di classe gamma, Gillian, almeno una ventina!


    Altri duecento contatti alla porta ovest, in rapido avvicinamento


    Gli osservatori sulle mura riferiscono che un nutrito distaccamento di divoratori di anime volanti si è staccato dal gruppo principale e si stà dirigendo al cancello sud con grande velocità



    Signore, gli ufficiali della seconda e della quinta chiedono istruzioni sul modo di procedere, sono già entrati in contatto con alcuni elementi sbandati delle forze dell' hueco mundo


    Il panico si stava diffondendo nella sala.
    Doveva fare qualcosa, e in fretta, se il panico si impadroniva dello staff tattico era la fine, le difese sarebbero crollate come carta di riso davanti ad un uragano.
    Le vite degli shinigami là fuori dipendevano tutte da loro.
    Alzò dunue la voce sistemandosi la cuffia
    Mantenete la calma! Non voglio vedere panico in questa sala.
    Kawaguchi, voglio una stima precisa delle forze del nemico.
    Ookubo apri un canale di comunicazione con tutti gli ufficiali responsabili, e digli di tenersi pronti, i nostri avversari stanno arrivando.
    Agozono, Kuriokari, alzare immediatamente il kekkai interno ed esterno, convogliare tutta l' energia ai reattori primari, ora!

    Mentre parlava una enorme macchia rossa apparve sul plastico tridimensionale riempiendo l' intera area del campo di battaglia con il suo terrificante reiatsu.
    A differenza di quello raffinato dei due capitani questo era talmente grezzo che il computer lo leggeva come un hollow a sè stante, raffigurandolo come una colonna di nebbia cremisi.
    Tutti i monitor lampeggiavano impazziti mentre cercavano di stabilire una identificazione.
    Ma non ce ne era bisogno, era una visione che si spiegava da sola.
    Voglio immediatamente una immagine, non mi interessa la sorgente della pittofonte, ma la voglio subito!
    Datemi una visuale ho detto!

    Gridò con tutto il fiato che aveva rompendo il silenzio e sbloccando il gelo che era calato nel centro di comando e controllo.

    >

    Pochi secondi e un enorme schermo prese vita riempiendosi di scariche statiche, che dopo pochi secondi presero la forma di un corpo che sembrava umano in tutto e per tutto.
    Ma era così possente, ammantato di oscurità e trasmetteva una pressione spirituale impossibile per un mortale.

    image
    Si ergeva solo nella piana spazzata dal vento eretto come una statua dei tempi antichi.
    Tronfio, superbo, sicuro di sè e altero come un dio.
    E come poteva essere altrimenti?
    Guidava un esercito, era un sovrano, un eroe della sua razza, un guerriero...un conquistatore.
    E quando parlò lo fece con voce profonda, baritonale, degna di un capo.
    Ed era potente, inquietante, e ogni shinigami la udì rabbrividendo nel profondo del proprio animo mentre sentiva le gelide carezze della triste signora passargli a fianco ansiose di affondare nelle sue carni.
    Ascoltate shinigami, io sono Antonio Fuentes.
    Come i miei simili prima di me sono giunto in questo luogo per darvi battaglia e annientare le vostre fragili vite.
    Innumerevoli volte, su queste sabbie roventi, avete dato battaglia ai divoratori di anime.
    Innumerevoli volte avete vinto trionfando e crogiolandovi nelle vostre effimere conquiste.
    Ma oggi si scriverà una nuova pagina della storia.

    Sollevò una mano stretta a pugno, e compì un ampio gesto rabbioso con essa, quasi avesse voluto spazzar via con quel simbolico gesto tutto ciò che gli si stagliava davanti.
    Il suo reiatsu crebbe, ribollendo, schioccando, come un incendio affamato e bramoso di distruzione.
    Una pagina che recherà per sempre vergogna a voi e all'intera Soul Society che voi rappresentate.
    Sarà un capitolo scritto col vostro sangue.
    Perchè io non perderò.
    I miei seguaci annienteranno le vostre difese, abbatteranno le vostre mura, spazzeranno via come fuscelli la vostra futile resistenza e calpesteranno vittoriosi i vostri cadaveri per poi banchettare con le vostre misere spoglie.

    Si fermò, per dare tempo alla sua voce di spargersi per la città, come un vento malato, gramo, carico di terribili notizie.
    Presto sarebbe iniziata la strage, e lui avrebbe tratto infinita gloria dalla sua conquista.
    Che i poveri stolti di Las Noches si godessero il loro misero deserto di cenere, quella terra baciata dal sole e lambita dal vento del Sahel sarebbe stata il suo eterno feudo.
    Poi appena sentì gli ultimi residui della sua voce sparire riprese carico di sicurezza e superbia
    Non vi chiederò di arrendervi, non vi intimerò di deporre le armi, poichè ai miei servi voglio dare una battaglia memorabile.
    Non vi sarà concesso quartiere, poichè non sono qui per vincere, nè per ottenere il possesso di alcune misere pietre segnate dal tempo.
    No...io sono qui per uccidervi tutti.
    E adesso andate, poveri stolti, vi concedo pochi minuti per prepararvi al vostro fato e mettervi in pace con le vostre anime.
    Combattete bene, dei della morte, poichè il valore di un condottiero si misura dai suoi avversari, e se qualcuno tra voi osa sfidarmi...io sarò qui..

    E rimase fermo, mentre l' eco delle sue parole si scolpiva nei cuori di tutti.
    Nelle viscere del palazzo gli shinigami della dodicesima se ne stavano paralizzati parlottando tra loro in preda allo stupore.
    Il dubbio e la paura serpeggiarono per alcuni secondi tra i banchi carichi di computer e cogitatori di dati spirituali, prima che Kagutsushi con un urlo spaccatimpani riportasse alla realtà i suoi uomini.
    Il suo viso era imperlato di sudore, il suo cuore batteva a velocità folli, ma non aveva tempo di esitare.
    Lui era il responsabile delle difese, e finche lui avesse avuto respiro quell'avamposto non sarebbe caduto.
    Avanti, si può sapere perchè ve ne state immobili come pupazzi? Voglio i kekkai operativi al 100%, subito!
    Dispiegate le squadre di difesa, che ognuno si rechi alle postazioni assegnate.
    Oggi ci giochiamo la partita finale e che io sia dannato se permetterò anche ad uno solo di quei dannati hollows di mettere piede qua dentro.

    Poi la terra iniziò a tremare.
    Un rumore sordo, intenso, un terremoto che scuoteva le viscere stesse di quella ultima ridotta che sola si frapponeva tra il Cairo e la più grande sciagura che mai avesse scosso quelle lande.
    Gli schermi mostravano solo una enorme valanga bianca e nera, costellata di ali zanne e artigli famelici desiderosi unicamente di dilaniare e massacrare.
    Eppure tutti gli dei della morte sapevano, che nessuno di loro avrebbe ceduto.
    Non uno di loro si sarebbe ritirato.
    Nessuno avrebbe esitato.
    Perchè sapeva che sarebbe stato l' unico.
    Uno per uno tutti gli dei della morte estrassero le loro Zampakuto, e come un solo uomo le puntarono al cielo, con un grido di incitamento, scacciando così una volta per tutte la paura dei loro animi.
    Molti sarebbero morti quel giorno.
    Ma sarebbe stata una morte degna di entrare nella leggenda.
    Poi con il rumore di più di duemila zampe artigliate che scuotevano l'intera pianura, l' orda, iniziò il primo assalto.

    ____________________________________________

    - I -
    In Formazione Per la Fine

    [Fuori dalle Mura]

    Era un peccato a volte, che a contraddistinguere ogni hollow degno di tale nome ci fosse una maschera generalmente inespressiva. Il divora anime che osservava il suo progetto entrare nella fase più attiva del percorso da lui progettato, se avesse potuto avrebbe fatto solcare il suo volto d'osso, da un sorriso a trentadue denti.
    L'incontro con il tipo di prima, era stato relegato nuovamente in un recesso della sua mente, dinanzi alla vista che i suoi occhi gli donavano. Al rimbombo dei passi di tutte quelle creature così diverse fra loro eppure uguali nel profondo. Prive di individualità, nel loro primo stentato tentativo di indipendenza dopo la morte. Nel primo fallimento, che avrebbe necessitato di numerose correzzioni per diventare qualcosa di infinitamente superiore.
    Qualcosa come lui.
    Certo disprezzava, dall'alto della sua evoluzione, quei suoi simili che avevano svenduto la propria (poca) integrità rimasta, per diventare quegli ibridi così simili alle loro nemesi. C'era però da dire, che a salvare tutti quelli che ora stavano marciando verso l'ultimo ostacolo che ancora si frapponeva fra lui e la conquista del continente...stava solo il fatto che gli erano utili a tale scopo, e nient'altro.
    Antonio ripudiava, i giorni in cui anche lui era stato guidato come lo era quella fiumana di hollow, unicamente da quell'istinto famelico che non li rendeva diversi dagli animali a cui magari in vita avevano persino dato la caccia, o svenduto al miglior offerente. Urlanti, strepitanti, feroci eppure così facilmente preda della paura, perdendo la propria posizione di predatore per diventare prede.
    Ma ora quella fame insaziabile, gli era utile. Quella codardia, gli era utile. Il fatto che quell'orda si facesse tanto spavalda dietro la sua schiena, tutto ciò era esattemente quello che gli serviva.
    E ora quell'orda, aveva bisogno di un'unica cosa. O meglio due cose, che il Menos gli diede senza altri indugi, una volta che la sua mente aveva decretato il momento migliore per iniziare l'attacco.
    Una parola, e un Dito.
    Aveva già spiegato loro dove dirigersi. Non vi erano altre parole se non quella, da usare in un momento simile.

    - Servitevi. -


    Qundi giunse il dito. Un dito che indicasse a tutti loro dove dirigersi, per trovare ciò che tutte quelle bocche volevano. Un dito che Antonio Fuentes, aveva puntato verso l'ultima speranza dei suoi nemici, con tutta la frenesia di chi vedeva finalmente iniziare il piano che gli avrebbe donato il controllo di quell'ultimo pezzo del suo futuro regno.
    Dalla sua posizione, aveva ottenuto una panoramica tutto sommato accettabile, della disposizione nemica riguardo alle proprie pedine. Non era stato dunque difficile, organizzare le proprie forze secondo tale situazione.
    Un'unica cosa, gli era parsa "strana". Prima ancora che sulla scacchiera i pezzi iniziassero a muoversi, i suoi nemici avevano fatto una mossa che non aveva calcolato.
    O meglio, che non avrebbe osato calcolare, dato come il solo pensiero fosse degno di un comandante con l'esperienza di una recluta, più che di un essere che aveva decretato guerra all'intera Africa e che era giunto sin là.
    Quindi anche se la cosa gli stonava nel quadro generale, e non poco a dire il vero, non avrebbe però cambiato la sua tabella di marcia. Aveva varie carte nella sua mano da giocare come assicurazioni , inclusa l'ultima arrivata nel mazzo. E sapeva come fare in modo da vedere di persona, la prova vivente della veridicità a riguardo di quella decisione effettuata dalle loro nemesi.
    In meno di un minuto aveva redarguito e fomentato il suo esercito, scatenandolo su tutti gli obiettivi principali la cui caduta, avrebbe compromesso in maniera sempre maggiore le forze nemiche. La fanteria, la cavalleria e le torri d'assedio erano tutte in movimento. I suoi assi nella manica, li avrebbe tenuti per quando fossero serviti.
    E quando tutti i pezzi schierati furono in movimento e in procinto di scontrarsi con il nemico, anche lui fece la sua mossa. La sua energia si erse in tutta la sua potenza mentre il Vasto Lorde si dirigeva alla porta principale della città, che si ritrovò poco dopo dinanzi a lui in tutta la sua imponenza. Il suo Reiatsu era come una fiamma dalla potenza smisurata: avrebbe bruciato al solo contatto qualunque formica che avesse osato avvicinarvisi.
    Le falene a capo di tali formiche, invece....avrebbe potuto scommetterci, che tale richiamo avrebbe destato senza problemi la loro attenzione, attirandole sino a lui.
    Ovviamente, non avrebbe mai osato un simile azzardo, se le cose fossero andate come aveva immaginato nella versione peggiore dello scenario che aveva immaginato di trovarsi davanti.
    Ma di Falene, ne aveva percepite unicamente due. E provocazione o meno, se davvero fosse stato così, quella mossa era stata la più ovvia da fare.
    Schiacciate loro, tutti gli altri insetti intenti a seguirle l'avrebbero fatto sino in fondo. Che fosse quello dell'inferno, o dello stomaco di uno dei suoi "amati" soldati.
    Antonio Fuentes, diversamente da molti dei suoi simili quel giorno, non fremette per un pasto imminente. Ma unicamente al pensiero della montagna di cadaveri che si sarebbero lasciato dietro: tutti intenti a sostenerlo, mentre osservava il suo nuovo regno.

    [Dentro Le Mura]


    CITAZIONE

    Ascoltate shinigami, io sono Antonio Fuentes.
    Come i miei simili prima di me sono giunto in questo luogo per darvi battaglia e annientare le vostre fragili vite.
    Innumerevoli volte, su queste sabbie roventi, avete dato battaglia ai divoratori di anime.
    Innumerevoli volte avete vinto trionfando e crogiolandovi nelle vostre effimere conquiste.
    Ma oggi si scriverà una nuova pagina della storia.

    [...]Sarà un capitolo scritto col vostro sangue.[...]

    [...]E adesso andate, poveri stolti, vi concedo pochi minuti per prepararvi al vostro fato e mettervi in pace con le vostre anime.
    Combattete bene, dei della morte, poichè il valore di un condottiero si misura dai suoi avversari, e se qualcuno tra voi osa sfidarmi...io sarò qui..



    Shohei Genji, non prestò particolare attenzione alle parole che risuonarono nell'aria e che ancora stavano cercando di scuotere le miriadi di spiriti lì riuniti. Le orecchie le percepivano, ma la sua energia spirituale era intenta a lavori ben più utili, del prestare ascolto ai discorsi sanguinari di una mente tanto ristretta qual'era quella del loro nemico.
    Li percepiva, a grandi linee. Molti Hollow, vari Menos....e fra loro, spiccava quell'energia tanto malsana quanto potente. Genji riaprii gli occhi una volta confermata l'immensità delle forze che avrebbero dovuto affrontare, e quindi voltò a quelle forze la sua schiena marchiata dall'Ottavo Kanji dei numeri ordinali, e guardò le loro, di forze. Gli Ufficiali, gli Shinigami....e quegli studenti che erano stati chiamati sul campo a vestire le vesti a cui ambivano, nel peggior battesimo del fuoco che potessero trovare.
    Ma come aveva detto il suo collega nel briefing al Seireitei, il loro avversario aveva tutte le ragioni per essere fiducioso....ma loro non erano lì per morire.

    Ma davvero...col nostro sangue, eh?

    Il capitano dell'Ottava sembrò borbottare fra sè quelle parole, in un primo momento. Poi rivolse lo sguardo a tutti i suoi sottoposti lì presenti, e diede maggior volume alla sua voce.

    Ha ragione, senza il minimo dubbio. Qualcuno sà perchè?

    Attese risposte, anche se probabilmente il più che avrebbe ottenuto sarebbero stati dei mormorii, o degli sguardi dubbiosi su come sembrasse voler iniziare quella battaglia con uno spirito combattivo piuttosto basso.
    Avrebbe ripreso il discorso però pochi secondi dopo, strizzando gli occhi ai suoi compagni, e mettendosi in faccia un sorriso divertito, mentre dava risposta alla sua stessa domanda.

    Perchè questa terra accetterà solo il sangue di chi si impegnerà a difenderla. Perchè non c'è sangue, osso o muscolo che possa rimanere in questo mondo, dopo che la maschera del suo padrone viene falciata da una Zanpakuto.

    Lentamente quindi, si avvicinò al suo allievo, Takeo Kikuta, e con un sorriso di incoraggiamento, invitò anche il Capitano della III a fare lo stesso. A prescindere da ciò che avrebbe fatto il Sanada, comunque, si rivolse quindi a tutti i suoi compagni.

    Qualcuno si ricorda ancora il rituale delle 13 Squadre? Lo sò che è un pò in disuso, ma...nemmeno uno?
    Oh beh allora...su, a gruppi di 5, fate un cerchio e mettete la mano destra su quella del vostro rispettivo vicino.
    Dai, non guardatemi con quelle facce, ci hanno concesso il tempo di prepararci no?
    E' quello che stiamo facendo.


    Shohei Genji poteva avere un'espressione allegra, in volto. Ma il Reiatsu che emise insieme a quelle ultime parole, era tutto fuorchè allegro. Persino il più inesperto degli Dei della morte, poteva sentire quella volontà guerriera a stento trattenuta che il Capitano emetteva quasi in risposta all'energia che poco prima aveva portato le parole del loro avversario.
    Energia che non fece altro che crescere, insieme alle parole che seguirono la sua apparizione. Attese che Takeo mettesse la propria mano sulla sua, e quindi fece risuonare la propria voce tutt'attorno a sè, a pieni polmoni.

    Pronti..? Yosh. Iniziamo.

    Noi, ora, ci rechiamo sul campo della battaglia decisiva!
    Abbiate fede!
    Le nostre lame non si romperanno!
    Abbiate fede!
    I nostri spiriti non saranno spezzati!
    Se anche le nostre strade saranno divise! La volontà di Ferro rimarrà con Noi!
    Giurate!
    Se anche la terra dovesse aprirsi sotto i nostri piedi noi torneremo!
    QUI!
    VIVI!

    All'ultima frase, la mano sinistra di Genji spinse in basso quelle dei suoi "compagni di rito", e la destra estrasse e sollevò in alto la propria Mietianime, seguito dalla maggior parte degli Shinigami lì riuniti.

    Wakarimashita?! Membri delle 13 squadre di Protezione della Soul Society!

    Un ultimo grido d'incitamento in risposta, pose fine a quel discorso che il Capitano fece per assicurarsi che nessuno, fra gli uomini e le donne lì riunite, avesse perso la speranza di uscire vittorioso da quella battaglia.
    Tuttavia i tempi degli incoraggiamenti, finirono con quell'ultima domanda. Ora dovevano tener fede a quel giuramento contando unicamente sulle proprie forze. E su quelle del compagno vicino a loro.

    Yosh!
    I membri della Seconda si dirigano alla Cittadella, riceverete ulteriore supporto sul posto!
    Gli Ufficiali sotto il Comando del Capitano Sanada seguano le sue direttive! Tutti gli altri, alla porta Ovest!
    Andate!


    Così come oltre le mura una fiumana di invasori si stava dirigendo verso l'avamposto, al suo interno una quantità nettamente inferiore di guerrieri prendeva posizione per respingere quel primo assalto, e quindi tutti gli altri.
    Per il III° seggio della Prima divisione, però, Shohei aveva altri piani in mente.

    Takeo, tu vieni con me. Abbiamo un invito, da onorare.

    Rinfoderata la propria lama, Genji si incamminò verso l'unica porta rimasta sguarnita, nelle decisioni che avevano preso con i loro alleati e fra loro. Era anche l'unico luogo, dove non erano stati rilevati invasori in avvicinamento. E se anche ce ne fossero stati, la coppia che vi si stava dirigendo avrebbe rappresentato uno scoglio troppo impervio da superare per qualunque divora anime.
    Se non uno. Il padrone dell'energia che il Capitano stava sentendo avvicinarsi a sua volta, alla porta Sud.

    ..Takeo. Vorrei porti una domanda, ora che ne abbiamo la possibilità e non ci sono orecchie indiscrete qui attorno.
    Cosa ne pensi, della decisione del Nobile Genryuusai, riguardo a queste promozioni improvvise?


    Genji lanciò un'unica occhiata al suo allievo, mentre poneva quella domanda, quindi riportò lo sguardo dinanzi a sè, attento nello scegliere le parole per non rovinare la concentrazione che da lì in avanti, avrebbe probabilmente fatto la differenza.

    Sono rimasto sorpreso, quando ho letto il tuo cognome in una scheda accademica che non fosse la tua. Deve averti colpito molto, questa Miyuki, per farti decidere di assumere un ruolo simile.

    Lanciò un'altra occhiata al proprio allievo per studiarne le reazioni, ma non vi erano intenzioni indagatorie o incuriosite. Il tutto, era la premessa al punto cui lo Shinigami giunse, dopo quelle parole.

    Comunque, lo dirò solo una volta per scrupolo, anche se dubito serva farlo.
    Ma concentrati solo sul momento presente, Takeo. I tuoi risultati recenti sono stati degni di nota, dunque penso tu possa sostenere il ruolo che ricorprirai oggi. Ma per farlo devi lasciarti alle spalle ogni cosa che non sia ciò che vedi dinanzi a te. Nient'altro se non il tuo nemico, e Ryuuga. E tutto ciò che essi comportano.
    D'accordo?


    L'ultima parola di quella raccomandazione, si fuse con un sorriso allegro, ed ebbe quindi fine. I due erano giunti alla porta Sud, e cosa ci fosse oltre di essa, non era difficile nè immaginarlo, men che meno percepirlo. Genji guardò la porta in tutta la sua grandezza, e quindi fece cenno di aprirla alle sentinelle lì posizionate.
    E con un rumore cigolante, l'ultimo figurativo ostacolo fra i due Shinigami e l'origine della battaglia che erano stati chiamati a combattere, iniziò a sollevarsi per togliersi dalla loro strada.
    E lasciare che tale battaglia, iniziasse.
    CITAZIONE

    Quest Master's Point (1)

    E così, il faccia a faccia è letteralmente alle porte.
  2. Neji, per te la situazione è come la vedi, assisti al discorso di Genji con partecipazione obbligatoria (*w*) al rito made by Renji, e quindi l'accompagni sino alla porta dove Antonio vi aspetta. Puoi fermare la narrazzione al punto in cui lo vedi, oppure nella suspence del cancello che si apre.
  3. Per Allen invece la cosa è per certi versi più libera / più difficile. Secondo gli ordini di Antonio avresti dovuto accompagnare gli hollow alla porta Nord, ma grazie alla folla sei riuscito a sganciarti dai tuoi compagni euforici. Il motivo è ovviamente a tua discrezione, e seguire le tracce del tuo "condottiero" è relativamente semplice grazie alla sua energia.
    Nessuno di voi due vede il suo "compagno di scontro", per il momento.


  4. Inoltre, un paio di cose che forse troverete utili nel corso della narrazione:

  5. Percezione Reiatsu: Come detto sopra, potete percepire che non siete soli con il Vasto Lorde, e magari pensare a come reagire alla "presenza indesiderata" del vostro nemico / alleato.

  6. Nemici: Antonio ha la guardia alta, ma come voi non farà la prima mossa.

  7. Spostamenti: Lo dico per prassi, nel vostro caso la situazione non permette spostamenti se non per motivi o con tattiche davvero ben elaborate. Significherebbe infatti dichiarare la ritirata dallo scontro, dato come Antonio vi terrà sempre gli occhi addosso pronto per un attimo di guardia abbassata, e Genji non può permettere che la forza di un Menos vada a caricare le altre porte già in difficoltà.
  8. La Cittadella: L'Avamposto 29 si suddivide in 4 aree: NORD, SUD, OVEST, EST. Per svariati motivi, o uno stuzzicarsi a vicenda come lo si vuol chiamare, convergete sulla porta Sud: ognuna di tali zone, verrà trattata come una zona separata al fine della descrizione delle azioni di ciascun gruppo.
  9. Per il resto....Enjoy!


     
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    Outpost 29: (I) ~ Don't say my name



    She said it once.
    And he ignored her
    She said it twice
    And he shouted at her
    She said it thrice
    And he laughed at her
    She said it a fourth time
    And he got mad
    She didn't said it a fifth time.
    And he didn't added anything...
    He couldn't
    Cause his head was a pulp




    Africa, Deserto del Sahara
    Appena fuori dall' avamposto 29





    Mentre centinaia e centinaia di hollows si lanciavano all' assalto come bestie da macello destinate certamente ad una fine inclemente e ingloriosa, spinti solo da fame e desiderio di dilaniare ed uccidere il loro prossimo, la terra tremava e si muoveva sotto le loro zampe artigliate, formando una nube densa di polvere, quasi ne rifuggisse il contatto con la loro carne corrotta.
    Una tempesta di sabbia di modeste dimensioni si formava alle spalle dell' orda famelica fondendosi con il reiatsu che promanava dalla massa di corpi abbrutiti e muscolosi striandosi di piccoli rampi rossoneri e sanguigni, che donavano a tutta la zona una bizzarra luminescenza rosata.
    In distanza gli scudi della cittadella sfrigolavano lentamente scintillando e ondeggiando sotto la pressione spirituale proiettata a getto continuo dal potente vastolorde che guidava quella accozzaglia di balordi mascherati he solo un osservatore molto caritatevole avrebbe definito esercito.
    Ogni singola creatura di quella folla aveva in mente un solo obbiettivo, uccidere, dilaniare, sfamarsi, placare quella voglia interiore di esperienze altrui.
    Poveri sciocchi, esseri soli e abbandonati, che per non essere schiacciati dal vuoto che avevano dentro sottraevano l'anima ai poveri umani.
    Certo, i viventi, i mortali, erano esseri patetici, deboli, effimeri; ma era proprio in quella loro intrinseca fragilità che stava la loro bellezza
    Si contorcevano, lottavano, cercavano ad ogni costo di sopravvivere per vedere un'altra alba nella loro piccola vita, erano disposti a tutto pur di continuare a possedere la capacità di percepire la gioia della loro esistenza e la libertà.
    IN un certo senso non erano troppo diversi da un hollow.
    Creature che per vivere più a lungo avevano finito per perdere ciò che desideravano proteggere.
    Erano esistenti, ma non vivevano.
    Erano bestie selvagge, guidate dall' istinto.
    Ma almeno una di loro, non la pensava proprio così.
    Sola, una scultura bianco latte si stagliava sul suolo del deserto, attorno a lei una piccola corte di una decina di piccoli hollows stridenti e famelici che non osavano staccarsi da lei volendo approfittare di un lauto pasto sotto la protezione di una creatura molto più potente di loro.
    E la seguivano, come una muta di cani da caccia che segue il padrone.
    Erano così persi nella loro brama di cibo che neanche si accorgevano che la Adjuchas si stava pian piano allontanando dalla porta verso cui era diretto il grosso dell' armata.
    Alizabetha Coraciero, Adjuchas, e un tempo regina di quelle terre non prestava però loro troppa attenzione, vedendoli come niente più di un noia passeggera.
    Le piaceva la compagnia, questo era vero, ma come ogni donna di rango elevato richiedeva degli standard piuttosto alti in fatto di dame da compagnia ed accompagnatori, e questi non erano certo il massimo.
    Li avrebbe potuti uccidere tutti con un gesto, ma la cosa non le andava troppo, richiedeva un impegno e un dispendio di energie che in quel momento non aveva affatto voglia di spendere per una faccenda così triviale.
    I suoi piedi, coperti da una armatura a foggia di corno scavavano la sabbia mentre con una grazia eterea, quasi impossibile per un corpo così ingombrante, sembrava scivolare sulle dune come una nube di fumo.
    Dalle costruzioni ossee sulle sue spalle fluivano briciole, rimasugli di reishi cristallizzate di colore verdastro, che ricadevano come tanti piccoli topazi sulla sabbia, lasciando a intervalli regolari un mucchietto di pietruzze verde tenue, simili a scaglie di pesce.
    Era da un po' di tempo che la sua armatura si squamava, lasciando posto ad uno strato inferiore più lucido e resistente.
    Era straordinaria la velocità con cui il suo corpo si adattava, dopo sei mesi dalla sua trasformazione ancora si stupiva dei cambiamenti che subiva la sua massiccia forma.
    Un potere pagato a caro prezzo, ma con il quale stava iniziando a convivere.
    Solo di recente, da quando aveva incontrato un gruppo di hollow che condivideva le sue idee, aveva iniziato ad accettare ciò che era, e lentamente, a piccoli passi sentiva che si stava avvicinando al giorno in cui sarebbe riuscita per la prima volta aguardarsi allo specchio, senza urlare in preda alla rabbia e al disprezzo per sè stessa, al disprezzo per quella parte di lei così debole da farsi relegare in un angolo della mente mentre il corpo agiva a suo piacimento, compiendo atti indicibili, di cui il più grave era stato diventare un divoratore di anime rinunciando alla sua umanità.
    Ma tutto ciò non importava.
    Adesso tutto quello che le serviva era mantenere la concentrazione verso il suo obbiettivo, quell' essere tronfio ed arrogante chiamato Antonio Fuente.
    Il bastardo che era venuto a turbare la pace che aveva ottenuto con tanto sforzo.
    Lo poteva sentire lì anche adesso, su una duna a molti metri di distanza, mentre osservava compiaciuto i suoi servi avanzare verso una disfatta sicura, poichè nulla credeva, avrebbe potuto infrangere quei kekkai.
    I muri erano troppo solidi, e questo sicuramente il Menos lo sapeva.
    Doveva avere una ragione per fare ciò, e qualunque fosse, non era una buona notizia, nè per gli shinigami, nè per lei.
    Perchè sicuramente, una volta distrutte le forze della Soul Society, il conquistatore in erba si sarebbe dedicato ai residenti di quelle dune, e di traslato a lei, che rappresentava uno degli hollows più potenti di quelle terre.
    Maledetto borioso vanesio di un hollow.
    Proprio un bel posto per osservare la battaglia ti sei scelto...

    Disse da dietro la maschera osservando con l' unico occhio di smeraldo la massa di energia nera che segnalava da dove il generale osservava l' andamento della battaglia da una posizione a circa duecento metri sopra di lei e a cinquecento sulla sinistra.
    E così vuoi scatenare una guerra, vuoi che il tuo nome sia ricordato eh?
    Non ti preoccupare, mi occuperò personalmente di far sì che il tuo nome entri nella leggenda caro il mio "generale"

    Ma quale generale, capotribù al massimo era il titolo che la Adjuchas si sentiva di attribuirgli, non certo un nome così altisonante come condottiero o conquistatore.
    No, l' unica cosa che avrebbe trovato tra quelle sabbie sarebbe stata una dipartita rapida ed ingloriosa per mano sua.
    Lentamente e con passi misurati si mosse verso un luogo ipotetico alle splle del vastolorde, oltre le dune, laddove avrebbe potuto tenerlo d' occhio senza essere vista, o almeno sembrare sospetta.
    Sgomitando e affannandosi a risalire la china imprecò silenziosamente un paio di volte mentre perdeva la presa tornando indietro di un paio i metri.
    Così, con un sospiro di nervosismo smosse gli spallacci, che con un *click* sordo si spostarono verso l'esterno rivolgendo i lati stondati verso il cielo e l' interno verso la terra.
    Un circolo di sabbia si sollevò attorno agli arti inferiori corazzati della Menos, un'area sottoposta ad una enorme pressione spirituale che si contraeva ritmicamente, mentre lentamente, come le ali di una frafalla che emerge dalla crisalide due lucenti ali di reiatsu verde tenue fuoriuscivano dagli incavi negli spallacci, stiracchiandosi pigramente verso l' esterno.
    Una dozzina di secondi dopo, con un possente colpo di quei costrutti spirituali la divoratrice di anime, che già da tempo aveva smesso di nutrirsi di esseri umani, si sollevò in aria, e con un altro paio di battiti riuscì finalmente a superare il saliente.
    Mentre scendeva per attraversare la duna scoccò una occhiata tagliente al potente Menos a capo dell' orda, uno sguardo glaciale, che sottintendeva una sfida, un avvertimento.
    Guardati le spalle Antonio...
    Sembrava voler dire
    Perchè presto potrei venire a farti visita.
    Non sapeva se il Vastolorde l' aveva notata, ma una cosa era certa, le sue intenzioni erano chiare sin dall' inzio.
    Aveva appena iniziato a ridiscendere la china, in direzione opposta quando una voce sgradevole le punse le orecchie, innervosendola oltremodo.
    GuarDa GuArDa CoSa AbBiaMo QuI...QuaLcUnO CeRca Di SviGnaRseLa....
    Si trattava di una bestia scimmiesca, un incrocio tra un gorilla ed un ciclope.
    Il suo unico occhio Bulboso sporgeva dalla maschera come la luna in un cielo nuvoloso e la squadrava da capo a piedi.
    Si trattava di un hollow di modeste dimensioni, un po' più grande della norma, ma solo perchè era costretto a compensare la sua scarsa intelligenza.
    Era uno di quei pochi, fortunatamente, hollow dotati di un minimo di raziocinio che amavano definirsi i luogotenenti di Fuentes.
    Ne aveva visti parecchi da quando aveva iniziato a seguire quell' orda, e veramente pochi di essi rappresentavano una effettiva minaccia.
    Grazie al cielo il monocolo non era uno di questi.
    Si trattava semplicemente di un tizio presuntuoso che pensava di avere il mondo ai suoi piedi, ma che presto avrebbe scoperto di avere addentato un boccone troppo grosso da masticare, era un vero temerario a sfidarla, specie quando era di cattivo umore.
    Mi AsColTi PiCcOleTtA? Ti Ho FaTtO UnA DomAnDA...
    Borbottò da dietro gli enormi denti della maschera che fortunatamente gli copriva il volto evitando di mostrare le sue orribili fattezze.
    Tenendo la testa alta e fissandolo nell' occhio rigato di vene nerastre Alizabetha non cedette di un passo, ricambiando lo sguardo con uno altrettanto penetrante, solo che laddove l' altro era intimidatorio dal punto di vista della forza fisica, quello della hollow lo era in modo diverso e più sottile, glaciale, spietato, accentuato dalla pupilla felina verticale.
    Levati di mezzo...
    Disse semplicemente, con voce fredda e monocorde, semplicemente, senza troppi giri di parole
    L' altro sembrò gonfiarsi mentre avvicininava la faccia a quella della sua avversaria dall' aria così fragile
    Il suo alito puzzava di sangue e di morte, e tra le enormi zanne era perfettamente visibile qualche rimasuglio di carne.
    Per la prima volta Alizabetha fu felice di non possedere più il senso del disgusto, altrimenti avrebbe anche potuto incenerirlo sul posto.
    CoOooSa? Non CrEdO Di AvEr sEnTItO Bene PriNcIpeSsA...
    Lei non rispose, semplicemente ritrasse un poco indietro il corpo e ripetè senza troppi giri di parole, diretta come una freccia al bersaglio, senza cambiare il suo tono di voce di una virgola rispetto a prima.
    Solo la pupilla verticale nell'occhio smeraldino si contrasse restringendosi
    Ho detto...levati di mezzo
    L' hollow fece un passo indietro sorpreso mentre grandi vene pulsanti affioravano sul suo collo massiccio, i suoi pugni grandi come prosciutti si contrassero mentre ansimava nubi di fiato pestilenziale verso la maschera della oramai disgustata creatura femminile.
    Ma chI ti CreDi Di EsSeRe EeEh? SeI SolO UnA RidIcoLa CucCiOlA NaTa Da PoCo E gIà PenSI Di DaRe LeziOnI? AdEsSo Ti FaCcIo VeDeRe Io...
    Stava per mettersi a ridere quando Liza realizzò improvvisamente una cosa.
    Come aveva fatto a non pensarci prima, aveva volontariamente ridotto la propria energia spirituale sperando di non esere notata, ma adesso quella mossa tanto prudente non sembrava avere fatto altro che metterla ancora di più nei guai.
    O almeno, aveva messo nei guai il suo brutale avversario.
    Con un sorriso dietro la maschera che le celava le fattezze e che la imprigionava la Adjuchas sollevò un braccio e strinse la maschera enorme del brutale sottoposto in una morsa d' acciaio, sollevandolo da terra di circa trenta centimetri.
    Poi sussurrò all' orcchio del suo prigioniero
    Adesso mi sono stufata di giocare, te l' ho chiesto con le buone e hai voluto ignorarmi, adeso sarò un po' più diretta.
    Lui cercò di divincolarsi disperatamente, colpendole il braccio, ma non le fece niente di più che il solletico e non le causò altro che un leggero risolino di scherno.
    Cercò in tutti i modi di liberarsi e di rimuovere la presa che lo stava stritolando.
    Ma Tu DoNnA...sAi CosA StaI FaCenDo? Io SOnO uNo DeI SoTtoPosTi Di SuA EcCelLEnZa AnTonIo FueNTeS, FaMmI QUAlCosA e NoN lA PAsSeRaI LiSciA!
    Lei si limitò a stringere ancora un po' di più la presa, facendo apparire le prime crepe nell' enorme teschio monocolo, il cui occhio adesso era riempito di terrore allo stato puro.
    Sembrava non l' avesse sentito, ma tutto ciò non era concepibile, chiunque doveva avere paura di lui, tutti temevano e rispettavano il suo signore, la cui potenza non aveva eguali nè in cielo nè in terra nè in nessun altro luogo.
    Lò sò bestione, ed è proprio quello che spero...
    Il prigioniero non si trattenne, e scoppiò in una crassa risata
    BwaAhAhaH!!! DoNnA! Tu SeI PaZzA! OsI SfiDaRe Il MiO SiGnOrE?!
    La risata si trasformò in un guaito di dolore mentre Liza aumentava la stretta, facendo saltare numerose schegge dalla maschera, il cui occhio adesso era gonfio come un pallone e minacciava di uscire dalla sua orbita da un momento all' altro.
    La Menos rispose guardando verso la fortezza e verso il vastolorde, che in quel momento era girato da tutt' altra parte, probabilmente perso nelle sue futili visioni di conquista.
    Lo avrebbe ucciso o sarebbe morta nel tentativo, e tutto per riguadagnare quella pace a cui tanto anelava.
    Forse hai ragione, dici bene, probabilmente sono pazza...
    Ma ciò non mi impedirà certo di inseguire quella felicità che cerco.
    Ho un messaggio per il tuo padrone

    Strinse ancora di più la presa, mentre il sangue nero iniziava a ruscellare tra i suoi artigli sprofondati nel cranio del demone, che adesso sembrava soffrire indicibili patimenti, mentre la sua stessa anima veniva dilaniata assieme alla maschera
    Ascoltami bene perchè non lo ripeterò una volta di più.
    Dì al tuo signore che accetto la sua sfida, e che verrò a sconfiggerlo e ad ucciderlo.
    Digli pure che Alizabetha Coraciero non vede l'ora di testare le sue capacità e di vedere se le sue non sono tutte chiacchiere.

    Lasciò improvvisamente la presa facendo cadere come un sacco di carne inerte quello che fino a pochi minuti prima era stato un grasso e tonfio divoratore di anime, che adesso uggiolava nella sabbia piangente come un cucciolo di pochi giorni che chiama la madre disperato.
    Singhiozzando in maniera alquanto poco decorosa per un hollow il monocolo mugolò con una nota di rabbia nella voce, sovrastata però da tutto il suo dolore e da tutta la sua sofferenza.
    PeRcHè! PeRché rIfIuTi TutTo QueStO? Il MiO PaDrOnE Ti Stà OfFreNdo MasSaCro E GueRrA a VOlOnTà E nOn ChiEdE ALtRo ChE FeDelTà! COmE PuOi RifiUtArTi? PerChè ScEgLi UnA MoRtE InGloRIoSa SaPEnDo ChE NOn PuOi VinCeRE?
    Liza scrollò le spalle.
    Avrebbe voluto dirgli che non le interessavano affato i massacri e le violenze, i saccheggi o i banchetti a sazietà.
    Avrebbe potuto dirgli che tutto ciò che voleva erano pace e tranquillità, il potersi godere con le sue compagne lo spettacolo del tramonto alla sera senza la paura di vedere uno shinigami all' orizzonte, il divertimento di assistere ai battibecchi di Amaya e Galiana, le battute caustiche di Beatrìz e i gelidi commenti di Lupe...
    Ma non lo fece, semplicemente si girò, e mentre proseguiva il suo cammino per arrivare ad una certa distanza di sicurezza da Antonio così da programmare le sue mosse con un certo anticipo disse al relitto diabolico
    Già che ci sei, chiedi una cosa al tuo maestro...
    Chiedigli se non si annoia , a vincere sempre.

    E con una risata allegra ed infantile spiegò le ali di reiatsu e volò sui resti una torre di guardia diroccata, da cui aveva una splendida visuale sulla piana sottostante.

    Status:
    Forza » 500
    Velocità » 400
    Resistenza »500
    Zanjutsu » 500
    Kidou » 400
    Ferite » 46/46
    Reiatsu » 22 bassi
    Reiatsu (Marginali) » 88/88

    Parte corazzata »
    Piastre sull' Avambraccio

    Condizioni psicologiche » Buone, i suoi pensieri sono concentrati sullo scontro imminente, e non vede l' ora di trovare Antonio con la guardia abbassata.
    Condizioni fisiche » Ottime, piena di energia e al massimo delle sue condizioni

    Categoria » Hollow
    Grado» Adjuchas
    Energia » Blu



     
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    Una sfida annunciata


    La luce illuminò l'uscita del dangai e Takeo si trovò nell'arida e calda terra africana, per la seconda volta. Il continente di nessuno, così lo aveva sentito nominare anni addietro da dei colleghi in quanto quelle lande contese tra Shinigami ed Hollow sembravano un territorio quasi neutrale dove la Soul Society non riusciva che a garantire la protezione dei grandi centri abitati. Una magra consolazione se si conosceva lo stato delle cose nel resto del continente nero. Eppure sembrava che attualmente non si potesse fare di meglio.
    Purtroppo non era questo concetto filosofico che andava avanti da secoli a preoccupare il Kikuta, la notizia che il Capitano Sanada aveva dato nella sala centrale dell'Accademia era delle più preoccupanti che ci potevano essere. Un esercito di Hollow dalle proporzioni mai viste, si era addensato sotto la guida del massimo esponente in termini di forza della loro razza. Un Vasto Lorde.
    Fino a quel momento soltanto le leggende che venivano tramandate dagli Shinigami avevano alimentato l'immaginazione dell'Ufficiale verso quella figura così mistica e potente. Non ce ne erano molti nel Hueco Mundo o questo era ciò che rivelavano le fonti investigative del Gotei che ben poco sapevano di loro. Neanche il 3° Seggio poteva dire di saper catalogare in una scala la forza di quei grandi divoratori, nonostante ne avesse incontrato uno sotto le diaboliche vesti dell'Arrancar membro dell'Organizzazione. In quell'occasione Takeo era stato tanto scaltro o stupido da sputare una sfida verso la Cervantes nonostante sapesse che le loro forze erano totalmente differenti. Che il destino avesse voluto mostrare al biondo Shinigami cosa lo avrebbe aspettato ad un nuovo scontro con quelli che erano stati definiti dei pericolosi nemici per il suo mondo?
    Testare le proprie abilità in quella battaglia sarebbe stato un ottima verifica per vedere se negli ultimi due anni c'erano stati dei miglioramenti, tuttavia il componente della I Brigata non poteva che essere preoccupato nel trovarsi in una guerra dalle grandi proporzioni con ben pochi pesi a controbilanciare la propria fazione. La singolare situazione in cui riversava la Soul Society non permetteva al Comandante Yamamoto di spendere troppe forze militari neanche per situazioni così particolari che lui stesso aveva fronteggiato 1000 anni fa. Eppure un gruppo così allestito e rinforzato con studenti neo- promossi era davvero un gregge mandato al macello? Possibile che questo era tutto ciò che poteva fare?
    Per un attimo lo sguardo del Kikuta cercò furtivo Miyuki, l'aveva vista con chiarezza nella sala e la cosa lo aveva stupito non poco. Aveva voglia di urlare, inveire contro la decisione presa dalle due persone in cui riponeva gran parte della sua fiducia all'interno della Corte. Invece era rimasto composto. Fermo al suo posto come un bravo soldato, come un bravo Ufficiale. Mostrare ai sottoposti una tale debolezza sarebbe stato un atto gravissimo da parte sua ed avrebbe di certo offeso le grandi capacità che la sua familiare mostrava e che di certo avevano decretato la sua scelta per quella missione. Aveva accettato in modo silente quella decisione, ma in cuor suo stava piangendo lacrime amare a causa dell'ambizione di far diventare la piccola Kikuta una grande guerriera. Quell'ambizione aveva catapultato la ragazza in quell'inferno prima del tempo.


    CITAZIONE
    Ascoltate shinigami, io sono Antonio Fuentes... oggi si scriverà una nuova pagina della storia.

    Il turbinio di pensieri e sentimenti venne scosso dalla singolare e possente voce del capo dell'esercito nemico. A quanto pareva erano giunti nei pressi dell'ultimo avamposto di difesa africano. Meglio così forse. L'imminente minaccia avrebbe azzerato i pensieri del 3° Seggio permettendogli di ritornare tra i ranghi a pieni ritmi invece di isolarsi mentalmente come stava facendo da quando aveva messo piede nella calda zona egiziana.
    A quanto pareva si erano ritrovati a fronteggiarsi con un moderno Genghis Khan. Un condottiero conquistatore di cui Takeo aveva sentito parlare in vita. Anche se in cuor suo sperava che il mongolo non fosse macabro quanto il suo attuale avversario, che pareva godere al pensiero dell'imminente mattanza che il suo esercito avrebbe eseguito.


    CITAZIONE
    [...]Sarà un capitolo scritto col vostro sangue.[...]

    Bisognava ammettere che la parlantina gli veniva bene per essere una evoluta bestia assetata di sangue e con manie di grandezza. Una minaccia che doveva essere estirpata al più presto, non solo per dare pace ai colleghi caduti sotto gli attacchi di quell'orda barbarica, ma per impedire che la storia umana fosse attraversata da una delle più grandi stragi mai viste. E magari sarebbe stato un chiaro messaggio tra le file nemiche della forza del Gotei 13.


    CITAZIONE
    Combattete bene, dei della morte, poichè il valore di un condottiero si misura dai suoi avversari, e se qualcuno tra voi osa sfidarmi...io sarò qui..

    La mano bronzea dello Shinigami si serrò sull'elsa di Ryuuga. La preoccupazione aveva lasciato spazio all'odio verso quella figura che aveva osato presentarsi così ferocemente. Sarebbe stato un vero piacere per lui far decadere ogni speranza di vittoria per quell'ammasso di macchine dispensatrici di morte. °A quanto pare il nostro avversario pensa di aver già la vittoria in tasca. Evidentemente non conosce l'orgoglio e la determinazioni di chi si è radunato oggi a dargli battaglia.°
    Ironico. Di certo il Vasto Lorde aveva fatto quel discorso per intimidire le file nerovestite, ma nel caso dell'Ufficiale del I Gotei aveva ottenuto un effetto radicalmente opposto. La preoccupazione e i dubbi che erano sorti durante il trasferimento erano spariti. Ora Takeo ricordava qual'era il suo ruolo ed il motivo per il quale lo aveva scelto. E come lui tutti i presenti erano guidati dalla stessa motivazione. E Miyuki non faceva eccezione, avevano scelto quella strada di loro spontanea volontà sapendo cosa rischiavano. E sarebbero andati avanti aiutandosi l'un l'altro fino alla fine.
    Un reiatsu molto familiare si gonfiò, un istinto guerriero indomabile così lo aveva descritto lo stesso Kikuta la prima volta che lo aveva percepito. Di certo l'ex-sensei non poteva passare sopra ad una sfida così diretta, lui che mai nella vita si era tirato indietro quando c'era un ostacolo da superare arrivando fin dove molti avevano fallito.Un senso di competizione unico che lo aveva fatto migliorare sempre di più fino a raggiungere i grandi risultati che lo facevano entrare di diritto nella leggenda. La sua allegria e la giovialità potevano confondere chi non lo conosceva, tanto da farlo sembrare frivolo. Un modo di fare forse poco consono ad un Capitano che comunque aveva grandi doti e sensibilità. Inoltre quando scendeva in campo, Shohei Genji non aveva rivali. Un combattente dall'eleganza unica e dalla forza inaudita, questo aveva fato di lui un autentico genio.
    Di certo questo profilo sembrava stonare considerando con quale tono chiedeva di rispettare un antico rituale conosciuto da tutti i membri della I Divisione. Forse agli occhi di molti poteva sembrare qualcosa di inutile, eppure quelle parole erano state studiate con cura dai predecessori dei presenti in quel campo, per infondere coraggio a chi andava in battaglia. Fu per quello che senza esitazione il Kikuta si posizionò accanto al proprio mentore appoggiandolo in quello che era una tradizione del Gotei 13.

    Noi, ora, ci rechiamo sul campo della battaglia decisiva!
    Abbiate fede! Abbiate fede!
    Le nostre lame non si romperanno! Le nostre lame non si romperanno!
    Abbiate fede! Abbiate fede!
    I nostri spiriti non saranno spezzati! I nostri spiriti non saranno spezzati!
    Se anche le nostre strade saranno divise! La volontà di Ferro rimarrà con Noi! Se anche le nostre strade saranno divise! La volontà di Ferro rimarrà con Noi!
    Giurate! Giurate!
    Se anche la terra dovesse aprirsi sotto i nostri piedi noi torneremo! Se anche la terra dovesse aprirsi sotto i nostri piedi noi torneremo!
    QUI! QUI!
    VIVI! VIVIII!



    Finito il tempo degli incoraggiamenti le disposizioni dei Capitani furono chiare. Ad ogni squadra era assegnato un settore e gli Ufficiali venivano mandati a comando di ognuna di esse. Eppure c'era una stonatura non chiara al Kikuta in quel trambusto, nonostante le sue capacità non gli erano stati dati incarichi di comando o forse nella sua distrazione iniziale non li aveva sentiti.


    CITAZIONE
    Takeo, tu vieni con me. Abbiamo un invito, da onorare.

    Le parole del Capitano dell'Ottava colpirono energicamente l'Ufficiale. Dopo un lungo periodo di lontananza avrebbe potuto di nuovo combattere al fianco di colui che lo aveva allenato fino a farne un guerriero completo. E non solo, a quanto pareva la coppia si sarebbe occupata dell'ospite d'onore della giornata. Un leggero sorriso increspò le labbra del Kikuta. Avrebbe avuto l'occasione si mostrare a Genji-taichou quanto fosse migliorato, oltre a potersi confrontare con un avversario leggendario come un Vasto Lorde.
    Un'onda di felicità investì il biondo dio della morte, mentre si allontanava dal gruppo e col un ultimo pensiero rivolse dei sinceri auguri a Miyuki. Le iridi bluastre osservarono per un istante i lunghi capelli scintillanti che si allontanavano, poi l'espressione sul volto tatuato si fece carica. Da quel momento in poi Takeo avrebbe guardato soltanto davanti a sè, verso il proprio avversario.
    [...]
    Il bianco Haori col numero otto stampato sopra, si gonfiava durante la corsa dei due. Sembrava calzare perfettamente sulle spalle robuste del possessore. Erano passati due anni dal loro ultimo incontro tra i corridoi della caserma ed a quanto pareva il neo-Capitano aveva brillantemente sostituito il suo predecessore, non si poteva dire che durante quel periodo il Kikuta non avesse invidiato i colleghi dell'Ottava. Poter contare in una presenza come quella del Genji nella propria Brigata era qualcosa per cui fare la fila e in certe giornate la mancanza della presenza gioviale del maestro tra gli uffici del Gotei, pesava a colui che lo aveva sostituito assumendone il grado.

    CITAZIONE
    ..Takeo. Vorrei porti una domanda, ora che ne abbiamo la possibilità e non ci sono orecchie indiscrete qui attorno.
    Cosa ne pensi, della decisione del Nobile Genryuusai, riguardo a queste promozioni improvvise?

    Sempre dritto al punto, in fin dei conti i due erano sempre stati in confidenza e spesso si erano ritrovati a confrontarsi sulle decisioni che i loro superiori prendevano o su altre questioni "delicate". Serviva a crescere come persone ed a fare esperienza osservando i fatti da più punti di vista. Purtroppo era una cosa fattibile solo per i due considerando le ristrettezze mentali che albergavano nel Gotei I. Questo era un altro aspetto che mancava parecchio al Kikuta, da quando Shohei era stato trasferito non aveva più avuto occasione di fare lunghe chiacchierate con altri componenti della propria Brigata.
    -Posso comprendere le difficoltà che hanno portato Genryuusai-sama a questa scelta. Nonostante questa che ci troviamo ad affrontare oggi sia una grande minaccia, le fazioni che aspettano una nostra falsa mossa per distruggerci sono ancora in agguato. Non possiamo rischiare di rimanere indifesi considerando la forza di chi ci ha tradito. Naturalmente come sensei sono in parte contrario alla decisione di far partecipare dei novellini ad una battaglia di queste dimensioni. E come fratello non posso che rafforzare questa convinzione. Ma devo anche imparare a fidarmi dei giudizi di chi mi è superiore in grado e so che posso fidarmi di voi e Felio-taichou. Di certo non avete fatto le vostre scelte a cuor leggero.-
    Pura e mera verità, nonostante un lieve accecamento dovuto alla rabbia di vedere la propria familiare spedita in quel campo, ora sapeva che lui stesso non avrebbe potuto fare diversamente rispetto a coloro che comandavano la spedizione.


    CITAZIONE
    Sono rimasto sorpreso, quando ho letto il tuo cognome in una scheda accademica che non fosse la tua. Deve averti colpito molto, questa Miyuki, per farti decidere di assumere un ruolo simile.
    Comunque, lo dirò solo una volta per scrupolo, [...] devi lasciarti alle spalle ogni cosa che non sia ciò che vedi dinanzi a te. Nient'altro se non il tuo nemico, e Ryuuga. E tutto ciò che essi comportano.
    D'accordo?

    Un leggero sorriso accompagnò le parole di Shohei Genji, un sorriso che venne ricambiato dal Kikuta. Non c'era bisogno di farlo eppure quelle parole avevano contribuito a tranquillizzare ulteriormente l'animo di Takeo. Ciò che stava andando a fare e quale fosse la gravità del proprio incarico era qualcosa di cui era ben consapevole. Non erano permessi errori da parte sua. Ne debolezze, se voleva sopravvivere.
    -Ha ragione mi ha davvero colpito. Quella ragazza è molto capace e per certi versi mi ricorda me stesso quando ero appena entrato alla Shin'O. Ed essendo passato prima di lei in quel percorso, so bene quanto sia d'aiuto qualcuno accanto a te che ti dia il giusto indirizzo. Per questo ho voluto accoglierla in casa mia e colmare il vuoto che la circondava. -
    L'immagine della fanciulla circondata da orde di Hollow fece per un attimo capolino nella mente di Takeo che dovette fare un grande sforzo per tornare alla concentrazione che aveva raggiunto. Un leggero aumento del proprio reiatsu, tenuto a bassi livelli fino a quel momento, aiutò l'Ufficiale a reindirizzare i propri pensieri. Un respiro profondo sancì la reclusione della propria mente a qualsiasi cosa che non fosse la battaglia che lo aspettava.
    Sarebbe stato rassicurante per lui combattere assieme a Miyuki e proteggerla dai pericoli di persona. Forse avrebbe persino alleggerito il peso della scelta fatta di chiamarla in battaglia, ma ciò che lo aveva portato a quello scontro era un motivo più grande della protezione di una singola persona. Inoltre lo Shikakusho che avevano donato alla sorellina era segno che da quel momento in poi avrebbe dovuto cominciare a camminare da sola, affrontando i pericoli con le proprie forze. Ormai non era più la piccola studentessa brava nel combattimento a mani nude che aveva conosciuto in Accademia. Gli allenamenti l'avevano forgiata e preparata adeguatamente a sostenere queste situazioni e dalla sua avrebbe avuto di certo dei buoni compagni.
    Era tempo per il 3° Seggio di lasciarla andare e pensare alla propria battaglia, sarebbe stato questo il suo modo di proteggerla da un pericolo che non avrebbe potuto affrontare.
    -Non si preoccupi Shohei-sensei. Da quando mi ha detto il mio compito, ho deciso che la mia unica preoccupazione sarà quella di sconfiggere il mio nemico. Ho addestrato personalmente Miyuki e so che può cavarsela. Se pensassi a lei dubiterei delle sue capacità di Shinigami e soprattutto rischierei la mia vita nello scontro con questo Fuentes. Non possiamo fallire, perchè la vita di coloro che si trovano qui oggi dipende dall'esito del nostro scontro. Sarà così che proteggerò lei e tutti gli altri quest'oggi.-
    Con queste parole l'affiatata coppia giunse di fronte al cancello Sud. L'aria era satura dell'odore di morte emanato dal potente Hollow che si trovava dall'altra parte di essa. Una presenza quasi schiacciante e dal fetore spirituale insopportabile. Di certo non sarebbe stato uno scontro facile per Takeo, un Vasto Lorde aveva più o meno la forza di un Capitano. Da solo sarebbe stato impensabile per lui soltanto sopravvivere ad uno scambio di colpi. Fortunatamente il reiatsu gonfiato di colui che si trovava ad suo fianco era altrettanto grande da rassicurare il Kikuta. Avrebbero potuto vincere, lo avrebbero fatto per riportare il giusto equilibrio in quel posto.
    Il cigolio della porta segnò il definitivo inizio dello scontro. Da una parte il massimo esponente della catena evolutiva degli Hollow, dall'altra il duo sensei-allievo che avrebbero dato la loro vita per fermare l'avanzata del loro nemico. Il respiro del Kikuta si fece più profondo mentre gli occhi puntarono lo spiraglio creatosi all'apertura dell'enorme portone.
    Stava per guardare l'ombra di colui con il quale avrebbe disputato una battaglia che sarebbe entrata nella storia.






    Tabella riassuntiva
    Riserva di Reiatsu:

    Stato mentale:
    Concentrato in vista del pericoloso scontro che lo attende.
    Consumi Reiatsu:


    Ferite:
    Armi:
    Zanpakuto Impugnata
    Wakizashi Impugnata
    8 Pugnali da Lancio
    1 Senpen Banka
    Equipaggiamento:
    1 Benda di cura
    1 Gigai Portatile
    1 Cauterizzatore Speciale
    Turno difensivo:





    Turno Offensivo:





    Statistiche:
    Forza: 350Velocità: 450Resistenza: 350
    Zanjutsu: 450Kidou: 400Rilfessi: 450
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    - II -
    Sottoposti

    Nonostante il panico che lo aveva invaso, adesso il centro di comando delle operazioni sembrava tornato alla normalità. Decine di Shinigami della II si muovevano freneticamente cercando di restare al passo con i diretti e brutali ordini dei tattici del I Gotei. Era quello che li differenziava dalla marmaglia di bestie mascherate là fuori, l'ordine e la disciplina erano solo quelle che permettevano a così pochi e isolati Dei della Morte di resistere ad un orda che li separava numricamente di circa dieci unità ad una, quella e le possenti mura in sekkiseki, copia in piccolo di quelle che proteggevano la Seireitei. Il responsabile delle comunicazioni si mosse rapidamente tra i banchi di computers per avviare la mappa logitattica proiettata dall'ololastra, il costrutto che in tempo reale rifletteva i cambiamenti dello scontro in corso. Puntini rossi e blu sparivano alternativamente dall'una e dall'altra parte così, nel nulla come lampadine bruciate dall'usura. Tuttavia quelle che ancora non si erano mosse erano una infinità, una massa che copriva almeno metà della proiezione. Con uno sbuffo di frustrazione Kagutsushi si mise una mano nei capelli massaggiandosi nervosamente il cranio mentre si sistemava gli occhiali con l'altra mano. Afferrato uno dei suoi sottoposti -impegnato a non far cadere una pila di piastre-dati dall'aria pesante- lo trascinò per la collottola a sé: parandosi di fronte a lui gli si rivolse in modo perentorio.
    -Kazuki- mormorò leggendo il nome sulla targhetta identificatrice -...Rapporto sulla situazione, adesso!-
    L'altro deglutì vistosamente prima di consultare l'apparecchio che aveva in custodia, le piastre ormai ultimo dei suoi pensieri.
    -Signore, le forze della seconda hanno già ingaggiato il nemico al di fuori delle mura e le stanno trattenendo efficacemente. Oltre il 90% dei nostri uomini è già schierato nelle posizioni assegnategli mentre i primi feriti sono già stati inviati al centro medico centrale per il primo soccorso.-
    Lo scienziato grugnì mentre osservava piccoli gruppi di lucette blu impattare con le luci rosse per poi ritirarsi frettoosamente. Poteva quasi vedere quegli assassini colpire per poi tornare nelle ombre come spettri malevoli...
    Guardò poi la sfera traslucida che circondava la fortezza, mentre decine di Hollows volanti cercavano di sfondarla inutilmente.
    -Integrità degli scudi?-
    La domanda non necessitò di attesa: era da quella sezione che il sottoposto era appena giunto.
    -Integri al 97%, stanno facendo pressione ma per il momento non sono in possesso di unità che possano interferire con i generatori.-
    In realtà ne avevano, e il fatto che non le avessero ancora utilizzate era preoccupante, così rapidamente sbottà in un moto di curiosità ed impazienza. La situazione era già di per sé stressante, non aveva certo bisogno di altri misteri...
    -E i Gillian? Qualche movimento sospetto?-
    Chiese con preoccupazione, se c'era un qualche rischio elevato era rappresentato da quelle amalgame di hollows.
    IL loro cero, così come la loro mera massa rappresentavano un pericolo terrificante per tutte le truppe radunate laggiù.
    Certo, il kekkai poteva benissimo reistere ai loro colpi più potenti, ma non si poteva dire lo stesso per le truppe collocate nella cerchia esterna, e persino i gadget della dodicesima divisione vrebbero potuto fare poco per proteggerli una volta che si fosse scatenato il carnaio.
    -Negativo signore, ancora sono stazionari nelle loro postazioni.-
    Questo invece era strano, troppo strano.
    Aveva analizzato molte volte il comportamento dei Menos, e sapeva per istinto e per conoscenza acquisita che molti di loro erano stupidi, brutali e animaleschi, e che pochi di loro avevano un briciolo di intelligenza necessaria a coordinare una azione.
    Ma tutto ciò non spiegava il loro comportamento.
    Se ne stavano lì, immobili come torri nel bel mezzo del deserto, statuari e impettiti nel mezzo del sole cocente, quasi stessero aspettando qualcosa...ma cosa?
    Kagutsushi imprecò mentre una nuova stringa di dati appariva ammicando sul piccolo data-slate che portava al polso, seguita da un ululato di allarme sul plastico tridimensionale.
    Una piccola zona, approssimativamente larga in scala una trentina di centimetri si era colorata di rosso e riempita di ideogrammi di allarme.
    Era un pessimo segno, in quanto indicava che la totalità delle squadre presenti era stata annientata.
    Come un uccello ammaestrato che ripete semplicemente le parole imparate dal padrone uno degli addetti al monitor gridò allarmato
    -Signore! Comunicazione dal settore F9, le squadre di intervento si stanno ritirando sotto il peso di un assalto di proporzioni terrificanti, hanno perso tre quarti degli effettivi e stanno ingaggiando una azione di retroguardia per permettere ai medici di evaquare i feriti con i dangai all' interno dell' ospedale centrale da campo, ma richiedono rinforzi immediati!-
    L'ufficiale si passò nervosamente la mano tra i capelli unti e scompigliati pensando rapidamente alle conseguenze prima di sollevare il braccio con fare autorevole indicando la simulazione della battaglia che si stava dipanando davanti ai suoi occhi.
    Doveva prendere una decisione immediata, se i divoratori di anime avessero sfruttato quella breccia l'intera cerchia esterna sarebbe collassata su se stessa, condannando per sempre i difensori all' esterno.
    Non sapeva se c'erano sopravvisuti tra i membri della seconda divisione in quell' area, ma non poteva perdere tempo, nel considerae l' ipotesi che qualcuno di loro fosse svenuto.
    Ingoiando i suoi dubbi e i suoi rimorsi chiese a mezza voce al suo assistente, conscio della scelta che stava per fare..
    -I supporti statici sono in posizione?-
    La risposta non si fece attendere, e giuse rapida come un fulmine a ciel sereno, sebbene nel volto dell'attendente fosse visibile la sorpresa
    -L-le batterie da 2 a 7 sono attive e armate, 1 e 3 non sono in posizione e 8 e 9 non si sono attivate-
    Disse questi con voce tremante
    Lo scienziato imprecò sottovoce, l' effetto non sarebbe stato completo, ma almeno avrebbe fatto guadagnare loro abbastanza tempo da inviare dei rinforzi per chiudere la falla nelle difese.
    -Perfetto-
    disse in tono monocorde
    -Epurate il settore, priorità odine: Rosso! Subito!-
    Non dava spazio a repliche.
    Nell' arco pochi secondi una enorme sfera di luce ricoprì il quadrante, rappresentazione della enorme conflagrazione che aveva avvolto le case soprastanti in un vortice di fiamme spirituali, cremando cadaveri e hollows in egual misura.
    Adesso dove prima vi era stato un quartiere in rovina vi era solo un ammasso di macerie fumanti, memento della potenza degli ordigni della dodicesima.
    Lo shinigami prese una decina di secondi per chiedere silenziosamente scusa ai possibili sopravvisuti che erano stati uccisi dall'esplosione, e is appuntò mentalmente di fre le sue scuse alla divisione se fosse sopravvissuto.
    Poi guardò i gillian che ancora attendevano, placidi in apparenza, ai bordi della zona di scontro.
    E a malincuor seppe che quella non sarebbe stata l'ultima drastica decisione che avrebbe preso nel corso di quella giornata.

    _________________________________


    CITAZIONE
    Di certo non avete fatto le vostre scelte a cuor leggero.-

    Genji si limitò ad annuire, udita la risposta del suo allievo ed ex sottoposto nel Gotei I. Non era raro, infatti, che servire sotto un uomo come Genryusai Shigekuni, tendesse a viziare le menti di non pochi Shinigami. Certo il giudizio e l'intelligenza del vecchio Shinigami erano indiscusse, in nessun altro modo avrebbe potuto detenere la sua carica tanto a lungo o suscitare tanto rispetto.
    Tuttavia, come Shohei aveva potuto vedere alcune volte, osservare una moltitudine di scelte corrette, tendeva ad annullare l'indipendenza e lo spirito critico di alcuni individui, in alcuni casi. Ma come si immaginava, Takeo non rientrava in quelli. Non che la sola idea di contraddire il nobile Genryusai fosse facile anche solo da concepire, ma Shohei aveva semplicemente ritenuto doveroso assicurarsi che come lui, anche il Kikuta tenesse sempre a mente che il Comandante Generale era sì saggio...ma rimaneva un uomo, potenzialmente soggetto ad errori come tutti loro.
    Anche se probabilmente anche a contare quelli che poteva aver commesso il Comandante Generale delle 13 Squadre....non si sarebbe giunti oltre al numero di dita di una mano, nel farlo.

    Comunque, avendo poco tempo per parlare, Genji deviò subito dopo il discorso sul secondo argomento, e a ben vedere la questione principale, di cui aveva voluto parlare col suo allievo in privato. Avevano passato troppo tempo insieme, perchè il Capitano non si accorgesse del lieve mutamento nell'energia del biondo 3° seggio, pochi secondi dopo che l'argomento "miyuki" era stato portato sul tavolo della discussione. Mutamento che non faticò a collegare alle parole che gli erano giunte all'orecchio, e che chiarivano come la scelta di allargare la propria famiglia, fosse stato un atto dettato dalla gentilezza dello Shinigami verso una ragazzina probabilmente sofferente.
    E quella era la questione, dopotutto. Genji si chiedeva appunto, se Takeo fosse pronto, per un rapporto come il loro in cui però al posto del Capitano, ci fosse il Kikuta stesso nei confronti della sua nuova sorella.
    Il discorso che stavano facendo, ne era d'altronde la prova. Accettare che qualcuno in grado di rappresentare qualcosa di più di un allievo, dovesse cavarsela senza il proprio "qualcosa di più di un sensei", era un atto di maturità che non tutti, erano pronti a compiere. E Genji doveva ammettere che per un momento, si era chiesto sul serio se il suo di allievo, fosse pronto a fare una scelta simile.
    Nell'attesa però che Takeo terminasse il suo discorso, le sue aspettative non furono deluse, così come in passato. Lanciò quindi quell'unico sorriso divertito a conclusione del suo discorso, riservandosi per dopo la spiegazione in dettaglio di cosa aveva voluto dire, con quelle parole.
    Aveva tra l'altro notato, come alcuni degli Shinigami prima presenti al suo "rito", avessero cercato di nascondere il proprio disagio verso una cosa tanto "fuori luogo" come un discorso di quel tipo. Tuttavia, l'esperienza gli aveva insegnato, cosa potesse voler dire toccare letteralmente con mano, la vita di un proprio compagno.
    E quel giorno come in passato, Shohei Genji aveva ricordato in quel modo, al suo corpo ansioso di battersi, che affianco a sè avrebbe avuto altro, oltre al freddo acciaio della sua compagna di infinite battaglie.
    Ovvero il calore della carne e dello spirito che il proprietario di quella mano su cui aveva posato la sua, avrebbe posto come lui in prima linea, in quella battaglia fra esseri che trascendevano il tempo.

    [...]

    ..Faticava a crederci. Non dubitò dei suo sensi, unicamente perchè erano stati loro a salvarlo innumerevoli volte, in quel percorso chiamato evoluzione dove alla fine di un combattimento per la propria vita, rilassarsi affrettatamente significava finire in pasto a un non raramente presente, terzo litigante fino ad allora in paziente attesa.
    Eppure, le cose stavano procedendo in una maniera a dir poco gratificante. Il suo esercito avrebbe letteralmente cozzato contro le mura nemiche da un momento all'altro. L'ammasso di energie spirituali all'interno della città, una volta divisosi gli aveva definitivamente confermato come dovesse preoccuparsi di un numero decisamente esiguo di quelle formiche, come avversari.
    E ora a tali considerazioni, si era aggiunta quella sensazione. Quel Reiatsu di dimensioni notevoli che si stava avvicinando alla sua posizione....da solo.
    O meglio, poteva percepire come fosse presente una seconda energia, inferiore ma allo stesso modo nettamente superiore a quelle di tutte le altre formiche...tuttavia non percepiva più la seconda Falena.
    Quei due...idioti, si erano divisi.
    Avrebbe quasi riso, se tale scelta non fosse stato un insulto al suo orgoglio. Un condottiero della sua levatura capiva fin troppo bene, che sottovalutare uno degli Shinigami Bianchi era da sciocchi. Così come che trovarsene due davanti, sarebbe stato un rischio anche per lui, se si fosse fatto trascinare in una battaglia a tre senza nessuno dei suoi simili.
    Eppure...come osavano quegli insetti, sottovalutarlo a un punto tale da pensare di potersi dividere fra il compito di affrontare lui, e quello di occuparsi del suo esercito?!

    ..."Poveri stolti"....lo siete oltre ogni mia aspettativa, davvero...

    MiO sIgNoRe! AnToNiO sAmA!


    Lo sguardo irato del Vasto Lorde, si spostò dietro di sè, leggermente sorpreso da quella voce improvvisa. Si rese conto dopo pochi istanti però, che il non averla percepita, era derivato unicamente da una sua brutta abitudine, ritrovata anche con l'inviato di Las Noches.
    Esseri dalla forza tanto debole da essere vergognosa, tendeva a ignorarli per istinto. E il caso dell'hollow che gli stava correndo incontro, la maschera crepata e macchiata di rosso, era uno di quei casi. Doveva essere uno di quelli che amano definirsi i suoi luogotenenti, visto come ricordasse di averlo visto più di una volta.
    Tuttavia fra luogotenenti "decreati" e "auto-nominati", la differenza era palese. Antonio nemmeno ne ricordava il nome, e gli dette attenzione unicamente perchè aveva disubbidito ai suoi ordini, ed era ferito, due elementi che sommati fecero corrucciare la fronte del Menos.
    Che fosse successo qualcosa? Che l'altro Shinigami bianco avesse evitato lo scontro per attaccare direttamente il suo contingente in campo aperto? Aveva deciso di compiere una mossa eroica e offrire una morte onorevole ai suoi? Sarebbe stato...il peggio del peggio, una scelta priva di strategia che rappresentava unicamente una seccatura, più che un problema. Non poteva davvero aver fatto una cosa tanto stupida...

    AnToNio, MiO sIgNoRe, E' iNcOnCePiBiLe, QuE-

    ...Che significa? Perchè non sei al tuo posto, e cosa sono quelle ferite? Gli Shinigami hanno sferrato un attacco?

    ..Eh? No, No MiO sIgNoRe, E' uNa MaLeDeTtA SgUalDrInA, lEi Mi Ha FaTtO qUeStO! dEvE eLiMiNaRlA, è FuOrI dI tEsTa, Ha OsAtO uSaRmI cOmE sE fOsSi uN cAnE, e AfFiDaRmI uN mEsSaGgIo BoRioSo PeR LeI!

    ..E tale messaggio da parte di chi, e cosa dovrebbe volermi comunicare?

    ChE vUoLe UcCiDeRlA, cHe AlIzAbEtHa CoRaCiErO nOn VeDe L'oRa Di TeStArE lE vOsTrE cApAcItA', dI vEdErE sE nOn sOnO tUtTe ChIaCcHiErE!


    La sua sfortuna, fu di essere ancora troppo irritato dal fatto di essersi fatto pestare da una femmina, per accorgersi del cambiamento nell'energia del Menos. Così come di averlo informato con quel tono di una cosa così triviale, per non dire ovvia nella mente di Antonio. Ancora, di aver disubbidito ai suoi ordini, per una simile sciocchezza. E c'era di peggio.
    Soprattutto, la sfortuna dell'hollow monocolo, fu di aver parlato in un momento in cui il Menos si era da pochi istanti sentito sottovalutato da parte dei suoi nemici, e aveva temuto invece che la presenza di un suo sottoposto ferito proprio dinanzi sè, potesse essere la testimonianza al contrario di un suo errore strategico, magari irreparabile.
    Quella scelta di tempo, decretò il suo destino. Aveva provocato con la sua insulsa presenza, un attimo di timore e di insicurezza nel Vasto Lorde, in un essere che arrivato al culmine della sua evoluzione, arrivava anche a dimenticare cosa fosse la paura. Cosa volesse dire, provare quell'insicurezza che aveva caratterizzato i suoi giorni prima di evolversi in un Menos.
    Antonio voleva dimenticare quella sensazione irrazionale. E che un essere simile avesse turbato il suo stato d'animo, era una colpa che meritava la giusta ricompensa. Dalla sagoma nera ai piedi del Menos, rivolta verso l'hollow, emerse un lampo nero. Ma il suo sottoposto monoculare, nemmeno se ne accorse.

    E' tRoPpO iNsOlEnTe! MiO SiGnOrE, dEvE aSsOlUtAmEnTe....!

    Ciò di cui si accorse quell'hollow, fu di come la figura del suo signore, iniziasse a muoversi verso la propria destra. Anzi, non solo lui, ma tutta la porta fino a cui l'aveva seguito, si stava muovendo. E oltre a muoversi, iniziò persino a inclinarsi di diversi gradi in verticale, sino a trovarsi in..orizzontale, rispetto a lui.
    Insieme a quella vista però, ne giunse un'altra. Ovvero quella del suo piede, proprio accanto a lui a livello della testa. Un piede attaccato alla sua gamba, al suo bacino...ma non al suo torso.

    ..Eh?! AnTo-!

    La testa dell'hollow, dimezzato a livello della vita dal suo signore, venne impalata l'istante successivo dalla punta di un cono d'ombra grande quanto un pugno, alla base. La punta gli aveva trafitto la lingua, e ora gli occhi terrorizzati dell'hollow, fissavano quelli glaciali del suo signore.

    Ti concedo un aiuto nel tenere a freno la lingua, prima di peggiorare la tua situazione.
    Inoltre, ti ringrazio del messaggio, ma che dire...non mi aspettavo certo che tutti quegli idioti, lo fossero davvero. Le teste calde fanno irrimediabilmente parte della spina dorsale di un esercito, così come quella ferocia irrazionale fà parte della nostra natura di predatori.
    Questa testa calda, dunque, non è nulla per cui valga la pena preoccuparsi, nè qualcosa che possa crearmi problemi.
    Se però qualcuno, in quella massa di idioti famelici, oltre a non eseguire gli ordini si fà usare come un cagnolino portalettere dalla prima femmina che passa, concludendo il tutto venendo da me a piagnucolare, e a dirmi di occuparmi di un pesce piccolo quando ho di meglio da fare....
    Quello sì, che è qualcosa di cui è meglio mi occupi qui, e ora.


    Il braccio del Menos si estese verso la testa sospesa in aria, che inorridita e intenta a mimare segni di scuse mentre vedeva il resto del suo corpo cadere a terra in un lago di sangue, non potè fare altro che emettere un verso gutturale, mentre la sua faccia veniva definitivamente schiacciata da quella mano che aveva creduto gli avrebbe sempre indicato la strada per diventare qualcosa di grande come il suo padrone.
    Ma la sua vita terminò grazie a tale mano, e il resto del suo corpo cadde a terra privo di vita a fare da cibo a qualcuno dei suoi simili, se mai fosse passato di là a battaglia finita.

    A dispetto delle sue parole, comunque, Antonio stava riflettendo sul nome della "testa calda". Non l'aveva mai sentita, ma dalle ultime parole del suo ex soldato, qualcosa gli diceva che non era qualcosa a cui potesse dedicare così poca attenzione. A causa di quell'arroganza, soprattutto. Le femmine, di norma erano succubi dei maschi, nel loro mondo. L'ego femminile era più moderato, le forme fisiche meno imponenti, di norma. I casi in cui una femmina era stata fonte di problemi per un maschio, si contavano sulla punta delle dita. Era quindi una consuetudine, quasi, che da sole fosse meglio per loro chinare la testa più che alzare la cresta.
    Quella "Coraciero", invece...aveva attaccato uno dei suoi luogotenenti, per quanto solo di nome, e gli aveva praticamente sbattuto in faccia il suo desiderio di "ridimensionarlo". Minacciarlo di morte e accusarlo di possedere poteri grandi solamente perchè descritti da delle chiacchiere, non lasciava molte interpretazioni come atteggiamento. Sarebbe stato...seccante, trovarsi con un simile ospite di fronte ai suoi avversari. Non tanto come problema, quanto come sarebbe risultato quantomeno..."imbarazzante", fronteggiare un tentativo di insubordinazione di fronte ai suoi avversari.
    Per precauzione, dunque, l'energia del Vasto Lorde si espanse tutta attorno a sè, in un raggio di circa 600 metri quadri secondo il metodo di ricerca denominato "Pesquisa". Non percepì però nulla, se non le due fonti spirituali che si stavano già dirigendo verso di lui. Quella femmina non sembrava voler attuare troppo presto le sue minacce, a una prima impressione.

    Fu così quindi che Antonio Fuentes rivolse nuovamente il suo volto ai portoni, che avevano iniziato a muoversi finalmente. Quelle di fronte a lui, erano le uniche energie che percepiva, al momento. Avrebbe tenuto un angolo della propria mente attivo a riguardo di questa "Coraciero" che si era rivelata come una dissidente, ma ora aveva di meglio da fare. Occuparsi di sistemare due anime che volevano la sua testa, per esempio, era al momento in cima alla lista dei suoi piani a breve termine.

    [...]

    Takeo avrebbe potuto sentirlo, a una distanza simile. Una sensazione di opressione, dall'intensità ondulata, che aumentava e diminuiva apparentemente senza alcuno schema, mentre il Reiatsu di Antonio scandagliava l'area alla ricerca di pericoli per sè stesso.
    I pensieri dell'Ufficiale di fronte al portone in movimento, però, vennero interrotti improvvisamente da un pesante sospiro accanto a sè, mentre Shohei a occhi chiusi sembrava intento a concentrarsi su qualcosa. E d'un tratto, la pesante energia si ridusse in maniera permanente nello stesso momento in cui gli occhi del Primo seggio dell'VIII si riaprivano.

    ...Come temevo, quella Cosa sputa fuori reiatsu come una cascata, da così vicino è evidente. Come è evidente, che a quanto pare ho preso la cosa un pò troppo alla leggera. Che ne dici, Takeo?

    Prima ancora che il 3° seggio potesse replicare o chiedere maggior chiarezza da parte del suo sensei, l'energia tornò con una forza tale da mozzargli il fiato. Lo Shinigami avrebbe potuto probabilmente riconoscerla, come qualcosa di simile a ciò che tempo prima un certo luogotenente aveva riversato su di lui come su altri giovani Shinigami, rischiando di arrecare loro danni permanenti senza un perfetto controllo di tale energia. Controllo che per loro fortuna c'era stato in maniera impeccabile da parte di tale 2° seggio.
    Tuttavia dopo il primo impatto, la differenza era evidente. Nulla a che vedere, con la forza incontrollabile e debordante di Zaraki Kenpachi. Ben poco di simile, con l'energia di natura diversa creata da Nora Matamune. Non era la differenza di energia, ma la sua tipologia, a disturbare lo stato d'animo del Kikuta.
    Qualsiasi serial killer, di qualunque tempo, sarebbe sempre stato come un bambino capriccioso, al cospetto di Antonio Fuente. Nessun assassino, superava le tre cifre nel contare le vittime a cui aveva dato la morte di persona e tramite la propria mano. Ma un Vasto Lorde col passato di antonio, superava comodamente le quattro, di cifre. E i modi in cui i cadaveri si erano aggiunti l'uno all'altro, erano altrettanto numerosi.
    Sembrava quindi che persino l'esperienza accumulata dal Kikuta tramite le battaglie sino ad allora combattute, non potesse competere di fronte a un Reiatsu forgiato in un oceano di sangue tanto vasto come doveva essere quello del loro avversario. Ma come era comparsa, la sensazione sparì, sostituita da quella del tocco di Genji sulla propria spalla, da parte di Takeo. Il capitano riprese dunque il discorso, come se l'inevitabile reazione del suo allievo fosse stata più eloquente di qualsiasi risposta.

    Già, immaginavo...
    Ma pazienza, non mi ascolteresti mai se ti chiedessi di tornare indietro, ora come ora, giusto?


    Di nuovo, Genji parlava con nonchalance. Quasi come se stesse chiedendo al suo allievo, dopo averlo invitato a cena e aver scoperto come il luogo scelto per mangiare fosse chiuso, di tornare a casa e tirare fuori qualcosa per la cena, più che di fare dietro front a pochi passi dal nemico.
    Il Capitano stava scherzando, probabilmente per l'ultima volta prima dello scontro, sapendo benissimo come il Kikuta avrebbe considerato un affronto, se quella domanda gli fosse stata posta seriamente. Difatti continuò il discorso fin troppo presto perchè il kikuta potesse rispondere, spiegando in maniera sintetica cosa decretava quelle ondulazioni nella sensazione sgradevole che aveva colto il 3° seggio.

    Temo dovremo arrangiarci con quello che abbiamo, Takeo. Anche se non ho intenzione di chiederti unicamente di guardarmi le spalle nel caso si presentasse qualche amico di questo Hollow, non posso nemmeno chiederti di affrontare questo Reiatsu così come sei. Dunque, ti chiederò invece di prendere una parte quanto e forse più attiva della mia, in questo scontro.
    Userò parte della mia forza per contrastare ogni istante questo Reiatsu così malsano, e ciò ti permetterà di evitare gli effetti che hai sentito qualche secondo fà e combattere al massimo delle tue possibilità. Certo dubito di poter fare lo stesso visto quanta concentrazione richieda fare a braccio di ferro con qualcosa di simile, ma poco importa. Se questo Antonio mi prenderà sottogamba, non potrà che rivelarsi utile per entrambi. Quando capirà che due spade possono essere più insidiose della mia sola forza, noi avremo già sfruttato un giudizio tanto affrettato a nostro vantaggio.
    Se la situazione è chiara, temo il tempo dei discorsi sia finito. Sei pronto?


    In quell'ultimo discorso, Shohei non scherzava. Il suo sguardo era quello di un Capitano, di un maestro che non accetta discussioni su un dato argomento e in un certo momento. In quello per la precisione, l'argomento che era stato prima posto allo stesso modo era stato chiuso. La figura in piedi intenta a fissarli, una volta che i portoni si aprirono definitivamente, non avrebbe d'altronde probabilmente chiuso un occhio, se i due si fossero messi a parlare così vicini alla sua persona.

    Almeno una cosa era però sicura a prima vista, riguardo a quei Menos Denominati "Vasto Lorde". La forma di Antonio Fuente era di certo unica nel suo genere, ma allo stesso tempo nettamente più umana di qualsiasi suo simile. Come se quella maschera celasse un mero uomo, e non una creatura che di umano, aveva solo quella figura umanoide.
    Certo simili discorsi non si applicavano, per due Shinigami che avevano visto con i loro occhi, come ci fossero davvero degli "hollow umani", da qualche parte fra i tre mondi intenti a progettare chissà quale piano, in attesa di un'altra occasione per ripetere altrove ciò che nei laboratori Ivanovich avevano già sperimentato.
    Genji comunque scacciò ben presto pensieri come "chi era più forte" fra quell'Organizzazzione e le forze di Las Noches. Il loro nemico era unicamente quella creatura dal Reiatsu tanto ripugnante quanto altezzoso, quel giorno.

    ...I miei saluti, Hollow-dono.
    Ah, prima che tu lo chieda...non siamo i tuoi sfidanti. Ma i tuoi salvatori, se ancora qualche ricordo di ciò che eri ti è rimasto, in quella tua testa così ansiosa di goderti qualche ecatombe per passare il tempo. Se così è, a breve potrà tornare a essere il tuo presente, vedrai.


    La lama del Capitano venne estratta dal suo fodero, mentre dal volto del Primo seggio spariva ogni traccia di allegria, e nel suo Reiatsu una vena di ferocia iniziava lentamente a prendere il sopravvento su qualsiasi altra sensazione da esso percepibile. Alla fine, il Capitano dell'VIII era entrato completamente in quello stato d'animo guerriero che risparmiava unicamente per quel genere di nemico.
    Accanto a lui, stava ora al suo allievo però, decretare la prima mossa dello scontro. Nemmeno Antonio, in piedi affianco a un anonimo cadavere, sembrava intenzionato ad aprire le danze.

    ..."Salvatori", eh...
    Non ho intenzione di perdere tempo su un argomento simile, Shinigami. Ma ti rigiro la tua frase tale e quale.
    Le vostre sofferenze finiranno presto, non temete. Anche se non così presto come potrete sperare una volta che avrò finito con te e...il tuo assistente. Questa vostra speranza di sconfiggermi in due, di cui uno solo è quantomeno potenzialmente al mio livello... spero vi rendiate conto, di come sia persino più ingenua di quella di portare "salvezza" a noi Hollow.
    Perchè ve ne pentirete, Shinigami, di questa vostra scelta tattica tanto azzardata, ve l'assicuro.
    Ma per rispetto verso questo vostro....coraggio, se vogliamo definirlo in maniera piacevole, vi lascerò allungare un altro pò la vostra vita. Date voi il segnale di inizio, o miei Sfidanti....


    Avrebbero quasi potuto giurare di sentire nell'aria, ciò che il Vastolorde non aveva detto.
    Non appena avessero attaccato....sarebbe stato l'inizio della loro fine. E quel momento, per ora sarebbe stato deciso dal 3° seggio della Prima Divisione, cui per una serie di eventi, era stato affidato il ruolo di dare il via alla battaglia a tre.
    Infatti nessuno, fra i tre maschi presenti....avrebbe potuto immaginare o percepire, come un occhio smeraldino li stesse fissando da tempo, probabilmente pensando a quale momento fosse il più adatto per informare Antonio, che il numero di sfidanti sarebbe diventato dispari, entro la fine di quella battaglia.
    E dire che il Menos sapeva, che le femmine combattevano in gruppo.



    CITAZIONE

    Quest Master's Point (2)

    Il pre-partita si fà incandescente ;3 Dal prossimo si entra nella parte infuocata della battaglia, almeno per Takeo. Liza-chan, se ne stà per ora a circa 60-70 metri di distanza, dunque vede le sagfome di fronte alla porta ma quella di Antonio copre quella di Takeo, dunque per ora sà che c'è almeno uno sfidante / ostacolo, fra lei e il suo potenziale usurpatore del trono d'Africa.
    A Takeo il primo attacco, e a Liza la decisione su cosa fare per il momento.

    Riguardo ai dettagli:

  13. Percezione Reiatsu: Quello di Antonio è palesemente disturbatne, dunque Takeo non ha altri mezzi che gli occhi, per notare Liza se mai si avvicinerà o smetterà di sembrare un gargoyle in cima a una torre, che al momento devo dire calza a pennello, come immagine XD
    Riguardo ad Antonio invece, non sembra averla considerata come una "seccatura" degna di seria considerazione, dunque niente pesquisa di livello 2, per ora. A lei il Reiatsu di Genji sembra mischiarsi con quello di Takeo, dunque azzardare la presenza di due avversari distinti è un pò difficile, a meno che non si metta a volare sopra al campo di battaglia.
    Cosa sconsigliata visto che temo l'Outpost abbia la contraerea per casi simili *o*

  14. Nemici: I pezzi da 90 sono fermi a scannarsi spiritualmente a vicenda, dunque Takeo e Liza possono tecnicamente fare quello che vogliono. Antonio permetterà spostamenti sul campo di battaglia, ma alla minima avvisaglia di attacco, che sia uso di Reiatsu o l'inizio di un incantesimo, smetterà di fare la bella statuina.
    Idem Genji, che al massimo guarderà Takeo per fargli capire che si adatterà alle sue di strategie, almeno per ora.

  15. Spostamenti:...Non vorrete mica andarvene ora che le cose si sono fatte interessanti, vero? ;3
  16. Enjoy!


     
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  17. Dark Neji
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    3...2...1... Fight!


    L'apertura del cancello corrispose ad un grande trauma per il Kikuta. Come quando si aprono gli argini di una diga e ne fuoriesce il flusso d'acqua; una volta spalancata la porta il reiatsu in parte trattenuto dal kekkai protettivo si riversò nella strada principale portando con se un ondata di dispiaceri e malevole sensazioni.
    Fu un attimo e il respiro del 3° Seggio venne mozzato e ancora una volta il suo animo si trovò soggiogato da un energia anormale. Non era la prima volta che provava quella sensazione, ma sembrava totalmente diversa dall'istinto omicida del Capitano Zaraki o dalla malsana energia che aveva usato il LuogoTenente Matamune durante quella particolare selezione a cui aveva partecipato. Non si trattava di differenza di poteri e questo l'Ufficiale lo sapeva bene, se confrontata con il traboccante reiatsu del Kenpachi, il Vasto Lorde si poteva dire più debole del sanguinario guerriero. Eppure quell'aura puramente nera, era qualcosa di raccapricciante e fastidioso per lui. Piccole gocce di sudore cominciarono a bagnare il viso bronzeo, mentre disperazione ed angoscia erano i sentimenti che più rispecchiavano lo stato in cui riversava lo Shinigami. La sensazione che miriadi di spilli lo pungevano sul corpo senza sosta era qualcosa di semplicemente insopportabile ed ancora una volta Takeo si ritrovò a pensare per quanto ancora avrebbe dovuto mostrarsi debole contro i potenziali avversari che la Soul Society aveva. Era capitato in più di un occasione e ogni volta che faceva un passo avanti, si presentava un nemico ancora più forte. Forse era questo che lo spingeva ad un continuo miglioramento e lo aveva portato a ricoprire un ruolo di tutto rispetto. Magari anche questa volta ci sarebbe stata occasione di diventare più forte, sempre se fosse sopravvissuto.
    Di colpo l'oppressione che gli rendeva difficile qualcosa di semplice come il respirare sparì per un attimo mentre Shohei Genji intraprese un monologo fatto di domande retoriche. Non ci fu risposta da parte dell'allievo che venne di nuovo sottoposto alla pressione spirituale negativa del Hollow prima ancora che riuscisse ad aprir bocca. A quanto pareva era stato un particolare gesto del Capitano dell'Ottava ad impedire il malessere di Takeo.
    Sempre sorprendente, ogni volta che s'incontravano lo Shinigami dai capelli scuri aveva qualcosa di nuovo da mostrare. Avrebbe sorriso all'idea di avere al suo fianco qualcuno di così abile, ma gli sforzi impiegati per resistere a ciò che cercava in tutti i modi di opprimerlo non permetteva simili lussi. Evidentemente l'energia malevola di Antonio Fuentes poteva essere annullata da una forza pari ed opposta, anche se quali sforzi richiedesse al Genji neutrallizzare la malsana pressione, era un mistero. °Probabilmente se fosse stato assieme a Felio non avrebbe avuto problemi ad affrontarlo. Anzi le probabilità di vittoria sarebbero state alte. Perchè a scelto me?°
    L'orgoglio che lo aveva riempito all'idea di seguire il suo maestro in quella che sembrava un impresa degna di nota, era stato sostituito con molta facilità dal dubbio. Era chiaro come il sole che la presenza del Kikuta sarebbe stata d'intralcio per il Capitano del Gotei VIII, eppure non aveva avuto dubbi sullo scegliere il proprio allievo come spalla in quello scontro. Cosa vedeva di così speciale in lui? Era davvero convinto che Takeo sarebbe riuscito ad aiutarlo?


    CITAZIONE
    Già, immaginavo...
    Ma pazienza, non mi ascolteresti mai se ti chiedessi di tornare indietro, ora come ora, giusto?

    "Se non mi ritenete all'altezza andrò a chiamare Felio-Taichou" ecco cosa premeva per uscire dalle labbra del Kikuta. Per il suo vicino era tutto semplice, non sembrava subire alcun tipo di effetto a causa della forza nemica, ne era preoccupato dallo scontrarsi con un Vasto Lorde. Eppure queste problematiche avevano accolto l'Ufficiale, che vedeva in un attimo spazzata la determinazione che fino a pochi attimi fa tanto declamava. Il suo corpo tremava ed era evidente che non era pronto ed avrebbe voluto evitare quel duello. Eppure l'orgoglio che da sempre aveva mosso le sue azioni aveva ancorato i piedi del biondo dio della morte sul sabbioso suolo dell'avamposto. Sembrava che la voglia di dimostrarsi degno superasse tutte le preoccupazioni dovute ai tremori che aveva al solo contatto col quell'energia spirituale. E questo Shohei-Taichou lo sapeva bene, il suo allievo non era uno che si ritirava appena vista la prima difficoltà in uno scontro.


    CITAZIONE
    Temo dovremo arrangiarci con quello che abbiamo, Takeo[...] Se la situazione è chiara, temo il tempo dei discorsi sia finito. Sei pronto?

    In un battito di cuore tutto sparì. Pressioni, angosce, sentimenti negativi, impotenza. Sembrava che le parole del Capitano avessero lavato come una spugna tutto ciò che sporcava il proprio subconscio ed ora si sentiva meglio. Lo avrebbe mandato contro il più pericoloso dei nemici per far di lui un guerriero completo e per questo avrebbe sacrificato la propria partecipazione attiva alla battaglia. °Per questo mi ha scelto...°
    Un uomo come lui non avrebbe mai preferito lasciare spazi ad altri nella competizione di una vita, se non per un motivo superiore. E quel motivo sembrava essere proprio l'unico suo allievo. Come un ottimo mentore lo avrebbe lasciato andare avanti, lo avrebbe fatto sporcare, lo avrebbe fatto sbagliare. Solo così sarebbe veramente cresciuto. Gli occhi si inumidirono leggermente, ma ogni lacrima fu ricacciata indietro da Takeo. Non sapeva cosa dire, ne come ringraziare il proprio sensei per una tale dimostrazione di fiducia. In quel momento si sentiva come se avrebbe potuto fare qualsiasi cosa e un totale rilascio della propria energia fu la risposta all'unica domanda a cui gli era stato concesso di replicare. Lo sguardo del Kikuta si posò per un attimo sul volto del Genji, per vederne il viso sicuro e deciso. Un viso inaspettato se si pensava alle serate allegre che avevano passato assieme o al normale tono scherzoso che Shohei assumeva quando si trovava al lavoro o in qualunque altro luogo. Il suo sorriso e la spensieratezza si azzeravano davanti al nemico e in questo era un maestro dalla doppia identità. Ora per lui c'era solo il suo avversario e ci sarebbe stato finchè la battaglia, in un modo o nell'altro, si sarebbe concluso.
    Le iridi bluastre fissarono la figura umanoide che stanziava davanti al cancello. Finalmente poteva vederlo, colui che voleva scrivere la storia col suo sangue e quello degli altri Shinigami. Antonio Fuentes, Vasto Lorde. Un nemico che bisognava fermare quel giorno in modo definitivo.


    CITAZIONE
    ...I miei saluti, Hollow-dono.
    Ah, prima che tu lo chieda...non siamo i tuoi sfidanti. Ma i tuoi salvatori, se ancora qualche ricordo di ciò che eri ti è rimasto, in quella tua testa così ansiosa di goderti qualche ecatombe per passare il tempo. Se così è, a breve potrà tornare a essere il tuo presente, vedrai.

    Il suono metallico della suol slayer del Capitano fu un chiaro segnò delle intenzioni che aveva verso il proprio avversario. Nonostante questo nessuno si mosse, a quanto pareva c'era ancora un ultimo spazio per brevi discorsi. Non che il 3° Seggio volesse farne, non aveva argomentazioni da trattare con un Divoratore e la tensione dovuta a ciò che lo aspettava gli aveva stretto le corde vocali in modo definitivo.
    Per una seconda volta la sprezzante voce del Vasto Lorde giunse alle orecchie di Takeo e le parole gonfie del conquistatore lo fecero irritare ancor di più del dovuto, facendogli in parte dimenticare le spiacevoli sensazioni precedenti. Per forza il suo reiatsu non era digeribile dall'Ufficiale, come si poteva sopportare qualcuno così sicuro di se da insultare apertamente i propri avversari ed allo stesso tempo sopravvalutarsi in modo eclatante. Era vero che la sua potenza bastava per sbaragliare molti dei presenti in quel luogo, ma definire l'affiatata coppia non sufficiente neanche a tenerlo a bada era qualcosa di inaccettabile per il componente della I Brigata.
    I pugni si strinsero mentre la mascella si serrava in un disperato gesto di contenimento. Se solo ne avesse avuto la possibilità Takeo Kikuta avrebbe polverizzato quel gradasso all'istante. Troppo avrebbe dovuto penare invece per sconfiggerlo. Nonostante non conoscesse le sue potenzialità era evidente che la sua energia, come le sue capacità fossero superiori al quelle del 3° Seggio.
    °Avrà pure un punto debole...°
    Gli occhi si strinsero sulla figura agghiacciante. Scandagliarono ogni sua parte per qualche istante nel tentativo di capire quali fossero le peculiarità del mostro che avevano di fronte. Difficile dirlo, giudicare il libro dalla copertina era un errore che non bisognava fare. L'unico modo per capire se ti interessa o meno è sfogliarne le pagine e leggerlo. Dunque per comprendere il vero potere del Fuentes bisognava per forza ingaggiarci un duello. Naturalmente vista la natura dell'avversario la prudenza non era mai troppa.
    °Attacchi veloci ed efficaci.°
    Per una volta Takeo si sarebbe appoggiato alla filosofia del proprio amico Sanada. Avrebbe saggiato la forza di Antonio con una piccola serie di attacchi giusto per saggiarne le capacità.
    I piedi si allargarono leggermente mentre le ginocchia si piegavano sotto il nero shikakusho, per permettere alle gambe di scattare appena si sarebbe iniziato. Senza troppa fretta Ryuuga venne estratta dal fodero laccato nero e posizionata a difesa del busto. Il dragone al suo interno scalpitava all'idea di potersi scontrare con un avversario di quella potenza. Al contrario il 3° Seggio sembrava immobile e calmo, le orecchie erano tappate dai battiti cardiaci e di certo non si poteva dire che avrebbe affrontato quella battaglia con superficialità o con semplicità. Ma una cosa che lo accomunava al proprio mentore era lo status in cui entrava quando iniziava uno scontro. Distrarsi non avrebbe portato a niente di buono e preoccuparsi prima del tempo lo stesso. Doveva restare calmo ed impegnarsi a battere un Divoratore dalle idee troppo sanguinarie. Dopo un solo attimo di titubanza, la maturità che aveva accresciuto negli ultimi due anni si mostrò in maniera netta.
    I tre uomini erano in piedi davanti al cancello e nessuno sembrava voler fare il primo passo. In silenzio si studiavano e aspettavano il minimo cenno per sfoderare le unghie. Una folata di vento caldo invase il campo alzando rivoli di sabbia, i capelli color del grano oscillarono davanti alle iridi blu di Takeo, poi l'aria si calmò e tutto tacque. Un ultimo respiro per dare il giusto tempo e lo Shinigami partì.
    Con uno scatto degno di un corridore sui 100 metri si fiondò sul lato sinistro del nemico, impugnando la zanpakuto con entrambe le mani e tenendone la punta verso il basso. Non doveva colpirlo a morte, solo scoprirne le potenzialità quindi si sarebbe limitato, sperando che il suo comportamento avrebbe portato l'Hollow a sottovalutare ulteriormente le proprie capacità. Il reiatsu venne deviato nella circolazione degli arti per potenziarne la velocità di attacco [1 Basso -> Zan. 600]. Se il Vasto Lorde fosse rimasto fermo il Kikuta sarebbe arrivato con un ulteriore scatto dovuto all'incremento, sul suo fianco sinistro ma questo poco importava. Con una mossa decisa la soul slayer si spostò lungo una diagonale verso l'alto eseguendo un diritto da manuale diretto alla gamba più vicina.
    Il piede arretrato scivolò in avanti con un movimento circolare e le ginocchia si abbassarono per rendere la posizione più stabile mentre la lama della mietianime veniva girata di nuovo verso l'obiettivo. I muscoli si rigonfiarono col reiatsu per una seconda volta per portare, con una forza maggiorata [1 Basso-> For.500]un colpo circolare dalla linea orizzontale. Nella rotazione delle anche assieme allo scatto di tutti i muscoli necessari al gesto, Ryuuga disegnò un tondo all'altezza dell'addome, un colpo eseguito con una sola mano mentre la sinistra arrivata all'altezza dello sterno lasciò l'impugnatura per puntare due dita in direzione del Fuentes.
    -Hadou n°4, Byakurai!-
    Una saetta biancastra partì dall'indice e dal medio sfrecciando veloce verso il volto dell'Hollow. Di certo non era un incantesimo distruttivo dalla potenza gravosa, ma riceverlo sulla faccia non era mai piacevole. Inoltre da quella distanza e senza l'uso del kotodama sarebbe stato difficile da schivare e sarebbe servito al Kikuta per vedere con quali tipi di attacchi la pelle del proprio avversario si trovasse più a disagio.
    Finita la rapida serie di colpi Takeo balzò indietro riportandosi nei pressi della posizione del proprio sensei. Avere vicino il Genji era una specie di assicurazione considerata l'incognita della forza di colui che aveva attaccato.
    Ora non rimaneva che preparare una nuova strategia in base a ciò che i suoi occhi avevano registrato con il primo giro d'attacco.








    Tabella riassuntiva
    Riserva di Reiatsu:

    Stato mentale:
    La sua attenzione è tutta riposta verso il proprio nemico per riuscire a capirne le caratteristiche combattive.
    Consumi Reiatsu:


    Ferite:
    Armi:
    Zanpakuto Impugnata
    Wakizashi Impugnata
    8 Pugnali da Lancio
    1 Senpen Banka
    Equipaggiamento:
    1 Benda di cura
    1 Gigai Portatile
    1 Cauterizzatore Speciale
    Turno difensivo:





    Turno Offensivo:





    Statistiche:
    Forza: 350Velocità: 450Resistenza: 350
    Zanjutsu: 450Kidou: 400Rilfessi: 450
    ©opyright By Dark Neji
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    SPOILER (click to view)
    Byakurai (Bagliore Bianco) - Hadou N°4

    Formula di attivazione: Convergi luce negli spazi di oscurità!
    Divisione: Tutte
    Descrizione: Un raggio di energia che si crea dall'indice e dal medio e si propaga nella stessa direzione da essi indicata. Il diametro di questo raggio è di 4 cm ed è in grado di coprire una distanza massima di 8 metri. Colpendo un bersaglio in pieno è in grado di provocare una ferita Bassa da perforazione, la tecnica è in grado di penetrare qualsiasi muscolo, ma s'infrange sulle ossa. Per questa pecca è richiesta una grande precisione e solo coloro che riescono ad usarla con strategia, sono in grado di rendere questa tecnica fatale; puntandola nelle giuste direzioni conosciute dai più abili utilizzatori di Arte magica. Con un ottima padronanza del reiatsu si è in grado di deviare il raggio in base alla propria volontà, aumentando così le possibilità di colpire il bersaglio.
    Restrizioni: Richiede Controllo del Reiatsu Lv.3 per la deviazione del raggio.
    Grado: Studente
    Consumo: Basso

     
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  18. Yami Kaguya
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    -III-
    Mesa Blanca




    La temperatura nel centro di comando e controllo era salita vertiginosamente negli ultimi minuti, e al ronzare dei sofisticati meccanismi si era sostituito il vocio sommesso degli analisti e dei tattici che discutevano sul da farsi.
    La situazione era perfettamente sotto controllo, nonostante un numero allucinante di perdite da entrambe le parti; i divoratori di anime stavano avanzando lentamente, metro dopo metro, ma in maniera incredibilmente più lenta rispetto alle previsioni, e per ogni shinigami che cadeva dieci maschere ossee finivano in pezzi una volta purificate.
    Laggiù, nelle profondità della terra, il massacro soprastante venive filtrato e ritradotto dai cogitatori.Trasformato in una sequela senza senso di dati, i nomi dei caduti trasmutati in sterili stringhe di numeri che si aggiungevano al pantagruelico elenco di morti.
    Eterno carburante di quel motore osceno conosciuto come guerra.
    Kagutsushi si passò la mano tra i capelli sudati, come ormai era divenuta sua abitudine, e si chinò verso un monitor di una stazione di trasmissione.
    L'addetto alle comunicazioni non si girò neppure, proseguendo imperterrito all' ascolto delle richieste delle squadre deviando il flusso di rifornimenti con semplici e agili movimenti delle lunghe e ossute dita.
    L' addwetto sibilò qualcosa con fare invelenito verso lo schermo che sembrava decisamente dispregiativo, quasi che la macchina stesse stesse traviando i suoi sforzi. Era da oltre un' ora che i computer davano problemi, scariche statiche e interferenze di origine sconosciuta danneggiavano la trasmissione rendendo difficoltoso il contatto con le squadre impegnate nei combattimenti, e ciò stava randendo tutto lo staff di coordinamento estremamente rabbioso.
    Lo shinigami delle comunicazioni strabuzzò improvvisamente gli occhi e si voltò di lato, solo per trovarsi davanti agli occhi il volto furioso del capo-reparto tecnico.
    SUperando in fretta la sorpresa deglutì e si schiarì la gola prima di borbottare tremando
    S-signore, v-voxcontatto dalle posizioni dei Gillian, sta bypassando i nostri canali e... è qualcosa di molto strano, la conferma è giunta anche dagli osservatori al di fuori delle mura
    Lo scienziato capo imprecò sonoramente interrompendo il lavoro di molti presenti, prima di chiedere con estrema urgenza delucidazioni
    Hanno iniziato a muoversi?
    La sua voce aveva un che di terrificante.
    E di conseguenza la risposta fu altrettanto rapida, così tanto da lasciarlo perplesso
    Negativo, signore, sono sempre stazionari nelle loro posizioni, è solo che...solo che...
    Con un ruggito animalesco Kagutsushi afferrò il bavero del camice dell'atterrito attendente e lo sollevò dal terreno urlandogli in faccia.
    Solo che cosa? Per la barba del benedetto comandante generale, che cosa?!
    Ci vollero la pazienza di un santo e tutto il suo autocontrollo per fargli lasciare la presa.
    Il dio della morte di grado inferiore si afflosciò al suo e tossì per alcuni secondi prima di uggiolare spaventato
    ...solo che stanno cantando signore, quei maledetti cosi stanno semplicemente cantando, e gli osservatori riferiscono che è da stamattina che stanno andando avanti, solo ora è aumentata la frequenza, prima era troppo bassa per essere rilevata.
    Il graduato strappò le cuffie dal capo della creatura tremante e se le avvicinò all' orecchio preoccupato.
    Come le appoggiò al padiglione auricolare le sue orecchie furono invase da un brusio lento e costante di decine di voci.
    Era una nenia cadenzata e ritmata, formata da toni alti e bassi che si fondevano in un vocio incomprensibile.
    Non aveva senso, almeno per uno shinigami non della dodicesima.
    Kagutsushi invece aveva analizzato migliaia di volte quel comportamento, sebbene lo avesse riscontrato solo in hollows di basso rango; ma non ci potevano essere dubbi, si trattava di un richiamo, una invocazione di aiuto, carica di rispetto...e terrore in egual misura.
    Ma cosa poteva spaventare un Gillian?

    Lo scienziato scattò come una molla, ululando come un forsennatominacciando tutti i presenti di una morte più che immediata se non avessero obbedito all' istante, poi sempre gridando aggiunse.
    Eseguite una ricerca su larga scala, scandagliate tutte le frequenze e trovatemi un pattern di rientro nello spazio reale, pres...
    La frase fu interrotta dal grido strozzato di allarme proveniente da uno dei banchi dati.
    Lo shinigami che parlava era terreo e bianco come un cencio
    Signore! gridò cercando di attirare disperatamente l' attenzione del suo superiore Contatto a ore 2, proviene dalla porta Sud!
    Un'altro si aggiunse alla discussione mentre una grossa sfera rossa come il sangue iniziava a ricoprire un quinto del plastico virtuale alle sue spalle, indi ce di un arrivvo dall' hueco Mundo di proporzioni abnormi rispetto ai precedenti
    RIlevato rift dimensionale...si tratta di un Garganta! Ma...ma le dimensioni sono completamente fuori scala, è almeno cinque volte più grande di quello di un normale Gillian! I grafici di balzo dimensionale sono fuori da tutti i parametri, gli indicatori sono come impazziti, qualunque cosa sia, è enorme!
    Ma Kagutsushi non lo stava più ascoltando, sugli schermi si stava proiettando una immagine folle, l' esterno era sconvolto da un cielo violaceo, che si aprì con violenza, distorcendosi e mutando come l'acqua di un fiume, mentre un garganta alto cinquanta metri e largo altrettanto torreggiava davanti alla fortezza.
    Il dio della morte fece appena in tempo a balbettare
    Kami misericordiosi...
    Prima che il contatto visivo si interrompesse trasformando tutti i video in un ammasso di scariche statiche sfrigolanti.
    Nessuno però faceva caso al coro dei Gillian, che a poco a poco si ingrandì, sino a diventare una cantilena ruggente e tonante, un nome, che annunciava morte a chiunque lo ascoltava, un memento dell' arrivo di un dio della guerra spietato.

    Mesa Blanca...Mesa Blanca...Mesa Blanca...


    [...]



    ©Kiba31

    image

    Nello stesso momento in superficie, con un rumore di mille specchi infranti, una enorme zampa aracnoide alta quanto un Gillian entrò di prepotenza nel mondo reale schiacciando le case in muratura come fossero state di cartone, e con esse hollow e shinigami indifferentemente.
    Venne poi seguita da una seconda, poi da una terza e infine da una quarta.
    Poi il cielo iniziò a contrarsi, quasi fosse sconvolto da un parto atrocemente doloroso, e si gonfiò, sino ad esplodere anch'esso in un vortice di schegge vetrose delle dimensioni di macchine, che si dissolsero prima di toccare terra.
    E dallo squarcio nel nulla emerse un corpo colossale, alto come un palazzo di dieci piani composto da enormi maschere ghignanti costellato di fori assai simili a quegli degli hollows, ma abbastanza larghi da farci passare un camion, e sopra tutto ciò l' ennesima maschera, questa però priva di lineamenti, ad eccezione di quattro singoli fori per gli occhi, che brillavano di una luce malevola e stregata.
    Poi proprio come una enorme e solida massa di roccia l' essere pantagruelico rimase immobile a poco più di 500 metri dal kekkai principale, che scintillava sotto la luce del sole.
    Poco lontano invece, non visto nè percepibile da alcuno, uno strano giovanotto dai capelli biondi rise gioiosamente osservando la sua ultima creazione, e con tono musicale canticchiò

    Senor Fuentes, ecco a voi la mia gioia e il mio orgoglio, l'hollow di classe Mesa Blanca! image
    Reclinò di lato la testa e disse divertito rivolgendosi ad un pubblico inesistente
    Non per vantarmi, ma credo di essere il secondo, dopo sua eccellenza Aizen ad avere creato la vita, ed un nuovo stadio di evoluzione nella lunga lunga storia degli hollows! Certo è un traguardo non indifferente, ma credo di potermi anche spingere più in là con il tempo e le risorse adeguate: certo, non è esattamente acuto... ma è perfetto come macchina di distruzione, e immagino che tutti voi condividiate il fatto che riuscire a mantenere una massa del genere senza collassare non è un compito facile... Inoltre ha molte altre sorprese in serbo per voi!
    Poi aggiunse

    Avanti ragazzone! Abbatti quel fastidioso kekkai, e mostra ai signori shinigami cosa sai fare image
    E con un ruggito che scosse la terra se sollevò una nube di polvere l' essere gigantesco che rispondeva al nome di Mesa Blanca reclinò il torso spalancando le tre bocche che aveva sul petto, che in pochi secondi si riempirono di una intensa luce color del sangue, talmente intensa da accecare per pochi millisecondi tutti i presenti.
    Istintivamente tutti capirono cosa stava per accadere, e nessuno fu contento di scoprirlo.
    Un urlo belluino spaccatimpani e la creatura rilasciò il suo carico di morte.

    GWOOOOOOOOORGH!!!

    Tuonò, prima di scaricare tutta la sua energia in un fascio cremisi di morte.
    Un cero di dimensioni spropositate, largo più di dieci metri e lungo cento volte di più fu scagliato come una lancia verso il fragile kekkai impattando con uno scoppio subsonico tale da far implodere tutte le finestre ancora integre della cittadella.
    Tutto ciò che si trovava attorno al percorso del raggio, shinigami che saltavano, hollows volanti e pietre che ancora volavano per effetto delle esplosioni fu incenerito e ridotto in polvere nel giro di istanti, mentre la barriera di contenimento esplose con un rumore di porcellana fracassata.
    Il raggio proseguì poi la sua corsa, deviato verso destra, e si andò a schiantare contro il deserto alle spalle della struttura un paio di kilometri più in là, generando una esplosione di potenza paragonabile ad una piccola esplosione nucleare, che sollevò una nube di dimensioni pari a quelle di una piccola tempesta di sabbia che spazzò le strade ormai prive di protezione della città.
    Dove prima si stagliava il deserto adesso si trovava un grosso ratere di trecento metri di diametro.
    Una vista così terrificante lasciò atterriti tutti, sia gli shinigami sia gli hollows.
    Almeno fino a quando le stazioni di trasmissioni del kekkai non esplosero una dopo l' altra, provocando il crollo di numerose sezioni del muro esterno.
    Allora un'altro suono riverberò all' esterno delle mura perimetrali.
    L' urlo di gioia di centinaia di hollows che si precipitarono con foga nelle brecce, imitati subito dopo dai lenti e goffi Gillian, che iniziarono a loro volta la loro avanzanta goffa e dinoccolata.
    Poi come ad un segnale convenuto il Mesa Blanca sembrò illuminarsi dall' interno, mentre decine di luci rosse iniziarono a ricoprire le maschere.
    E da ognuna di esse partì un Cero diretto verso la città già duramente provata.
    Una pioggia di raggi annientanti, nell' ordine delle decine, precipitò come un bombardamento a tappeto sugli abitati, devastando le strutture e cancellando dall' esistenza shinigami e divoratori spirituali in egual misura, cessando solo quando il colosso mosse i primi passi verso la città ormai condannata come un gigante spietato, deciso ad aggiungere la propria immane potenza all' impeto dell' assalto.
    Adesso la battaglia, entrava nel vivo.



    _________________________________



    Dopo l'invito del Vasto Lorde, nessuno dei contendenti emise un altro fiato. In un attimo dunque, l'atmosfera si caricò della tensione tipica di una battaglia imminente, mentre ognuno dei presenti squadrava in cagnesco il suo avversario.
    Anche se certo, l'hollow guardava lo Shinigami bianco, perlopiù. Fu solo quando il biondo ufficiale scattò alla sua sinistra, che Antonio dovette rivolgergli la sua attenzione.
    Tuttavia, Genji non rimase certo fermo, nel momento in cui il suo allievo scattò. Anzi, si portò dalla parte opposta rispetto a quella intrapresa da Takeo, nella mossa più semplice che una coppia potesse attuare: un attacco a tenaglia.
    Tuttavia il Capitano non fece altro, e in ogni caso sembrava che la prima offensiva fosse basata unicamente sullo Shinigami dal reiatsu minore. Il Menos si concentrò interamente su di lui dunque, e osservò la lama avversaria dirigersi verso la sua gamba. Era più veloce di quanto avesse pensato, quel ragazzino.
    Tuttavia, "più" non sempre è sinonimo di "abbastanza".
    Il peso del Menos si spostò per la maggior parte sulla gamba destra, e dunque fu rapido a tirare indietro la sinistra, caricandovi quindi nuovamente il peso una volta che l'attacco fu evitato, e l'arto portato fuori dalla portata della Zanpakuto. [Velocità: 700 vs Zanjutsu: 600]
    Il suo avversario però non si era ovviamente limitato a quell'attacco. La lama si girò nelle mani del suo possessore, e dunque tornò indietro, mirando stavolta allo stomaco di Antonio.
    Che non potè trattenersi dal pensare a quanto fosse stolto, mirare in un punto dove le sue braccia avrebbero potuto comodamente parare il colpo, stavo-

    Bakudou no Yon: Hainawa!

    Il braccio sinistro del Menos, pronto a frapporsi fra la Zanpakuto e la sua carne, si ritrovò circondato da una corda luminosa, apparsa all'imrpovviso. In un attimo, i suoi occhi ne cercarono l'origine, e la trovarono nelle mani dello Shinigami Bianco, che fissava la corda con un accenno di sorriso.
    Antonio ci impiegò un altro istante, a capire che quella corda non lo stava effettivamente vincolando: l'aveva però distratto a sufficienza, da permettere a Ryuuga di colpire in pieno il suo bersaglio, affondando nel corpo del menos e uscendone con la punta insanguinata. [Resistenza: 700 vs Forza: 500][Ferita Bassa]
    Il menos non tradì sorpresa, ma di sicuro si era reso conto di aver leggermente sottovalutato i suoi avversari. Che una cosa simile non si sarebbe ripetuta, era però ovvio. Quando quindi subito dopo il dolore, anche al voce del suo avversario biondo lo richiamò al loro scontro privato, Antonio non si fece cogliere nuovamente impreparato. Vide un braccio steso verso il suo volto, e non impiegò un secondo di più a usare il peso caricato sulla gamba sinistra, per spostarsi a lato e togliere la sua parte più denbole dalla traiettoria di quello che si rivelò un raggio di luce.
    Preciso, rapido. Ma purtroppo sottile, e dunque evitato con quel semplice movimento.
    E ora, lo Shinigami era talmente vicino al Menos, da poterne scrutare i due pozzi rossi dietro quella maschera d'osso. Antonio concentrò nuovamente tutta la sua attenzione sul suo biondo nemico, e reagì a quella prima aggressione con qualcosa di altrettanto improvviso.

    ..Bala.
    SPOILER (click to view)

    Bala - Proiettile Hollow

    Descrizione: Una versione depotenziata del cero, ma più veloce (+1 tacca velocità esecutore). Per lanciare la tecnica si concentra del Reiatsu in un braccio, e lo si rilascia attraverso un pugno verso l'avversario. La tecnica è accompagnata da un rumore simile ad una cannonata e da un cerchio di fumo che si sviluppa a metà strada tra l'utilizzatore e il bersaglio. Una volta raggiunto il bersaglio, se questo è a terra, alzerà un grande polverone. Si può utilizzare la tecnica semplicemente per alzare il cosiddetto polverone, direzionandola invece che verso il nemico verso terra. Le ferite procurate dal Bala sono di ustioni medio-leggere.
    Restrizioni: Solo Adjuchas, Vasto Lorde e le loro evoluzioni Arrancar.
    Grado: Adjuchas
    Consumo: Medio


    Il pugno destro del Menos si caricò di un Reiatsu rosso, per poi stendersi verso Takeo, senza però la minima intenzione di toccarlo. Il Reiatsu che aveva concentrato sulla punta del pugno infatti, agì da solo nello staccarsi dal corpo del suo padrone, e dirigersi verso il suo avversario come una belva sulla preda.
    La stessa cosa, avvenne anche nei confronti del suo avversario, o meglio quella era l'intenzione del Menos. Tuttavia, Genji non aveva finito.
    Ripromessosi di credere nel suo allievo, aveva deciso di offrirgli solo quell'aiuto tramite l'Hainawa, nella sua offensiva. Tuttavia, che il suo avversario si fosse concentrato su Takeo, aveva dato il tempo a Genji di fare un'ulteriore mossa, attuabile guarda caso proprio perchè il Menos aveva allontanato a forza Takeo da sè.

    Hadou no San Juu Nana: Altar!

    Dal terreno tutt'attorno al Menos, sarebbero emerse sei lance in tutto, rivolte verso il nemico comune dei due Shinigami. Con un grido di avvertimento verso il suo allievo se fosse stato necessario dunque, Shohei avrebbe scagliato le sei aste verso il loro nemico, non appena il suo allievo si fosse abbassato o non fosse stato sulla loro traiettoria.
    Quella volta però, Antonio non si fece raggiungere così facilmente. Di fronte a un attacco simile, decise anzi di iniziare a fare sul serio a sua volta.
    Fu per tale ragione, che nel momento in cui le lance iniziarono a muoversi, la pozza nera che era l'ombra di Antonio Fuentes tremò, e subito dopo una lastra nera si sollevò a tutta velocità sotto i suoi piedi. L'hollow potè quindi prendere letteralmente il volo, e atterrò qualche metro più in là, mentre ciò che l'aveva sospinto da terra subiva in pieno la tecnica del Capitano dell'VIII al posto del Menos.
    ...Era una sorta di lastra nera, sottile eppure abbastanza potente e rapida da aver permesso quel bizzarro "salto" da parte del Menos.
    E ora, i tre erano di nuovo faccia a faccia. Solo che ora, sembrava il Menos ritenesse Genji, meritevole della sua attenzione.

    ...Tendo a non apprezzare, chi si intromette negli scontri altrui, Shinigami.
    Anche se effettivamente... è stata una saggia scelta.


    Non ci furono altre parole, da parte di Antonio, prima di scattare verso Genji a tutta velocità, e sferrare un colpo di taglio col braccio. Il Capitano fu rapido a interporre la propria lama fra sè e l'arto del nemico, ormai chiaramente adibito allo scopo di affrontare senza problemi una comune lama in acciaio. L'impatto fu tale, che Genji arretrò di alcuni centimetri, nel fermare la lama del suo avversario. Il loro avversario era forte, c'era poco da dire a riguardo.
    Tuttavia, aveva già rivelato alcune delle sue carte. Mentre nessuno dei due Shinigami, si era ancora messo a fare sul serio. Lo sapevano loro, e lo sapeva anche lui.

    ...Il tuo avversario siamo noi insieme, Fuentes. Piantala di dare aria alla...bocca!

    Genji caricò tutto il proprio peso sulla gamba frontale, dunque si spostò a sinistra per far scivolare la propria lama lungo il braccio del nemico, dal polso verso la spalla, liberandosi dunque da quella prova di forza voluta dal Menos più per provocare i suoi avversari, che per attaccarli sul serio.
    Da parte loro, Genji aveva già ottenuto alcune informazioni, osservando il primo scambio di colpi fra il suo allievo e l'hollow. Tuttavia, finchè quella mente tanto arrogante quanto pericolosa avreebbe preso la cosa come un riscaldamento, lui ne avrebbe aprofittato per fargli scoprire sempre più carte.
    Tuttavia, quasi a leggere nel pensiero del Capitano, al perfetto fendente diagonale che seguì il "disimpegno" di Genji dal testa a testa col divora anime, quest'ultimo rispose con una mera "parata", usando il dorso del braccio per deviare la lama avversaria così che andasse fuori bersaglio. Dunque prese le distanze dal Capitano, e nel contempo cercò di tenere d'occhio l'altro Shinigami biondo.
    Genji però certo, non glielo permise. Lentamente, con passi lenti e calcolati, lo shinigami si spostò in un semicerchio di quasi 90° a destra, portandosi in posizione speculare a quella occupata da Takeo.
    Antonio non era così folle da dare la schiena a un Capitano. Aveva però provato sulla sua pelle, che l'altro shinigami poteva risultare pericoloso, se lasciato libero di fare.
    Lo stavano pressando, sì....Genji era a circa 5 metri da lui, e l'altro Shinigami pure avrebbe potuto avvicinarsi in fretta, da quello che aveva visto.
    Presto i giochi sarebbero finiti. La domanda, era chi dei tre, stava giocando di più col proprio avversario.
    Poi, il silenzio viene infranto.
    L'apparizione del Mesa Blanca, interrompe lo scontro da ambo le parti. Genji si spostò immediatamente a sinistra, così da poter tenere nel suo campo visivo sia quel mostro alto dieci piani, che il Menos. Ma Antonio, per quanto attento ad attacchi a sorpresa, non era in guardia. Un gorgoglio scaturì dalla sua maschera in un primo momento, e l'attimo dopo, tale rumore divenne una risata. Controllata, degna di un condottiero che di fronte alla mossa che può ribaltare le sorti della battaglia, cela la sua soddisfazione dietro un mero sorriso.

    Uh Uh Uh.... Prova a ripetere la tua "salvezza", Shinigami.
    Ripetila, mentre i tuoi uomini muoiono.


    Genji non tradì il minimo segno di inquietudine. Tutt'uno con la propria lama, il suo sguardo saettò un istante verso Takeo, per poi riportarsi sul suo avversario. E quindi, emettere un esagerato sospiro.

    ...Il tuo...animale, è notevole, Vasto Lorde. Te lo concedo.
    Ma non sono l'unico Capitano, in questa battaglia. Così come non solo di noi, devi preoccuparti.
    Tu cadrai, Fuentes. E come te, lo farà quella bestia. Per mano mia, del mio compagno, e di ogni Shinigami che in questa battaglia non smetterà mai di guardare verso un futuro dove sì, molti moriranno o sono già morti.
    Tuttavia molti altri vivranno. Non sono qui per portare morte, Hollow.
    Sono qui per assicurarmi di riportare a casa ognuno dei miei uomini che non smetterà di aggrapparsi anche al più piccolo stelo di paglia, per continuare a vivere.


    I discorsi terminarono nuovamente. Il Mesa Blanca seminava distruzione, ma nè il Capitano nè il Terzo Seggio, potevano impedirglielo.
    Tutto riposava sul Capitano Sanada, e soprattutto sugli Shinigami che avrebbero avuto il coraggio di cercare una soluzione, contro qualcosa di simile.
    Sempre che da qualche parte, ce ne fosse una.


    CITAZIONE

    Quest Master's Point (3)

    Yoosh...mica male come primo turno, mi è piaciuto.
    Solo una cosa Neji: occhio con lo Zanjutsu, se potenzi un colpo, li potenzi tutti dopo ;3 In questo caso ho lasciato correre, e dubito si ripeterà, ma alla prossima non conto il potenziamento, attento ;P
    Allen non si preoccupi, si ricordi solo che il noleggio del palazzo come appoggio costa e và ad interessi u.u
    Per il resto, Neji, hai avuto un assaggio della forza di Antonio....ma che era una bestia, lo sapevi già ^^'''''
    Comunque non male come primo attacco, forza che Genji è soddisfatto finora u_u

    Angolo dei dettagli:

  19. Percezione Reiatsu: Come sopra. Anche se ora per Liza è facile vedere come i "rivali" sono due. Potete percepire a grandi linee come il mesa spazzi via sia hollow che Shinigami, ma nulla di preciso.
    Anche perchè penso che avete già abbastanza problemi così come siete xD

  20. Nemici: Antonio ora è rivolto verso Genji, e i due se Takeo stà fermo, inizieranno un buffo rituale di girare in cerchio cercando Genji di occupare tutta l'attenzione di Antonio, e quest'ultimo di avere entrambi nel suo raggio visivo. Dura cercare di comandare lo scontro.

  21. Spostamenti: ...Non serve, neh?
  22. Enjoy!




    Edited by Yami Kaguya - 20/10/2010, 13:47
     
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    Outpost 29: (II-III) ~ Yes, Your Highness!



    You crave to kill...
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    You desire to spill their blood...
    Crack their skulls
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    Crash their bones beneath your heel.
    We know that you'll do it
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    But she stayed silent, not moving an inch.
    And she laughed, heartily, happily.
    And hissed, in a menacious voice
    True, maybe my body wants this things...
    But I won't kill anything
    Nor I'll do anything it said.
    And listen to me.
    This is my life, and it's my will to do so.
    To fullfill the promise I made with myself
    That is to say, fill, this hole in my chest.




    Africa, Deserto del Sahara
    Appena fuori dall' avamposto 29




    Immota al si sopra della torre in rovina, oramai erosa dal tempo e dal continuo frangersi della sabbia, Liza osservava con attenzione lo scontro che si stava svolgendo nella pianura, pervasa di rispetto e ammirazione per quei combattenti che stavano impiegando tutte le loro capacità per sconfiggere il proprio nemico.
    Erano solo due, un maestro e il suo allievo.
    Le piaceva quel rapporto che legava l' insegnante al discepolo, un legame di fiducia e di rispetto reciproco che tante volte aveva cercato di instaurare con i suoi simili, ma che non le era mai riuscito di mantenere saldo per più di una decina di giorni, finiva sempre così.
    Chiunque fosse l' essere a cui impartiva i suoi insegnamenti, immancabilmente scappava via o cercava di ucciderla mentre aveva la guardia abbassata.
    Idea stupida tra l' altro, perchè se l' hueco mundo le aveva insegnato una cosa era quella di rimanere sempre e comunque in guardia contro eventuali assalti da parte di creature assetate di sangue.
    Fatto stava che ancora non aveva avuto un singolo allievo di questo nome, e la cosa la indisponeva oltremodo.
    La sua invidia per gli shinigami cresceva di giorno in giorno, uno dei pochi sentimenti che non potevano fuoriuscire dalla voragine che aveva nel cuore.
    Sembrava quasi che il destino le avesse giocato un pessimo scherzo, proprio lei che aborriva il male in tutte le sue forme da viva, si trovava intrappolata in una gabbia di osso che le permetteva solo di assaporare le emozioni più negative: invida,lussuria,accidia,gola; insomma, non c'era un solo peccato capitale che non potesse compiere senza provarne piacere,.
    Sospirando acuì la vista, mentre l'occhio felino del colore dello smeraldo si restringeva come l' obbiettivo di una telecamera, focalizzando la sua attenzione verso i tre contendenti posti nella pianura avanti a lei.
    I tre esseri spirituali si fronteggiavano come i cavalieri dei tempi antichi, uno davanti all' altro, le armi pronte e il coraggio nel cuore, negli occhi, solo la voglia di vincere.
    Tutto ciò però le dava sui nervi, e fu questo a farle piegare la testa di lato e a spingerla a mormorare con un tono di voce roco, indolente, simile a quello di un gatto che fa le fusa.
    Uff, stupide liti tra uomini, perchè deve sempre finire così con loro? Sembra esistere solo una cosa, uccidere, combattere, uccidere e ancora combattere...proprio non li sopporto.
    Lentamente si alzò in piedi, per poi sedersi nuovamente sul cornicione con le gambe lasciate libere nel vuoto, gli spallacci ripiegati dietro la schiena, i gomiti sulle ginocchia e il dorso delle mani sotto il mento.
    Al di sotto della maschera un sorriso sornione.
    Stupido codice morale, a volte mi domando se gli uomini non abbiano creato questo concetto di onore solo per complicarsi la vita, o al massimo per impressionare i loro simili. Personalmente non ci vedo proprio niente di eccitante nell' escogitare nuovi modi per rendere più facile farsi ammazzare da un nemico...
    Sospirò nel vento, mentre la sua voce si rifrangeva nelle profondità della sua maschera, donando un tono metallico alla sua voce di ragazza, che decisamente non poteva essere più antiestetico di così.
    Poi qualcosa attirò l' attenzione della Adjuchas: un piccolo insetto, uno scorpione di un bianco pallido, si era arrampicato sul suo piede, cercando di rosicchiare la sua durissima armatura.
    Incuriosita Liza osservò la bestiola afferrandola con la punta delle dita e sollevandola al sole, socchiudendo lo sguardo quando un raggio di sole sottilissimo passò attraverso il foro che la creatura aracnidea aveva in mezzo al carapace e che palesemente lo marchiava come hollow di infimo rango.
    Ch-che carinooo.....
    Mormorò divertita dal dimenarsi del minuscolo esserino.
    Al contrario di molti divoratori lei era il tipo che aveva un debole per le creature deboli ed indifese, cosa che comprendeva non solo i bambini mortali e le loro anime, ma anche quelle piccole bestiole incapaci di sopravvivere divorando mostri più grandi.
    Non era un caso che il suo palazzo nel mondo reale brulicasse di una miriade di piccoli animaletti mascherati, un vero e proprio eden di minuscoli hollows.
    Interessata e concentrata unicamente sulla sua nuova e delicata amicizia degnò appena di uno sguardo i due shinigami e il Vastolorde che combattevano in distanza fece segno come ad un pubblico invisibile o a delle telecamere di andare via, con un imperioso ma svogliato ondeggiare ritmico delle dita della mano e boffonchiò distratta.
    Massì massì, voi andate pure avanti, io vi raggiungo appena ho finito...signori shinigami, ganbatté, ganbatté...faccio il tifo per voi...in fin dei conti questa storia non mi riguarda personalmente no? Quindi chi se ne importa, quel tronfio di Fuentes posso sempre affrontarlo in un secondo momento
    Subito dopo portò la mano avanti al volto e fattovi salire il minuscolo scorpioncino iniziò a toccarlo delicatamente con gli artigli, guardandolo divertita mentre si contorceva e si arrovellava per trovare una via di uscita da quel misterioso nuovo habitat nel quale si era venuto a trovare.
    Era talmente concentrata nei suoi giochi puerili che neppure si accorse dell' arivo del Mesa Blanca, limitandosi a liquidare la venuta del possente mostro con una semplice smorfia, e commentando il suo apparire minaccioso e terrificante con una semplice scrollata di spalle.
    Tutto ciò che importava per lei adesso era osservare il picoletto mentre passava la sua esistenza.
    Non però per il mini-hollow che il possente reiatsu della bestia, a differenza della Adjuchas, lo percepiva eccome.
    La sua intensità però, era troppo forte per la sua minuscola fibra da sopportare, così iniziò a gonfiarsi, lentamente, ma cosantemente.
    Cosa c'è piccoletto? Qualcosa non va?
    Chiese apprensivamente la hollows spintonandolo un pochino con l' affilata unghia della mano, cercando di farlo smuovere un poco.
    Purtroppo però quell' ultimo contatto con del reiatsu fu troppo anche per la compatta corazza dello scoprione, che con un gorgoglio strozzato si rilassò, per poi esplodere con un piccolo big bang di icore nero e di minuscoli frammenti di armatura, imbrattando la maschera della divoratrice con una pioggia di materia organica spirituale puzzolente ed appiccicosa, con un vago odore di interiora di pesce.
    Liza avvicinò una mano a quella che un tempo era stata la sua candida maschera, e sfiorò con un dito un pezzetto appiccicoso, che istantaneamente si attaccò anche al dito, producendo una fiorita di filamenti di interiora nerastre e maleodoranti.
    Con un gesto rabbioso gettò a terra ciò che le imbrattava la faccia che aveva passato ore a rendere lucida e splendente e con un risolino nervoso ridacchiò in maniera estremamente pericolosa per chiunque le fosse passato vicino.
    Heh..hehe...hehe...Io, normalmente sono una persona paziente...
    Si sollevò sulla cima della torre riportando gli spallacci in posizione normale e scrocchiando minacciosamente le dita, mentre nell' occhio smeraldino si iniziava ad intravedere un barlume di ira a stento repressa.
    Se uno mi attacca rispondo, ma non attacco briga con nessuno, nossignore, neppure infierisco sui deboli o sui feriti, tratto con rispetto tutti e non uccido gli shinigami e quincy tranne quando è strettamente necessario.
    Le mie ragazze possono confermarlo, io sono una persona paziente...

    Disse, mentre sollevava il pugno verso l' aria, con il gomito ancora piegato, e proseguì, mentre la mano vibrava vistosamente, mentre la divoratrice cercava disperatamente di trattenere la sua ira che stava adesso aumentando a livelli inenarrabili.
    Mantenere il reiatsu al minimo era diventata una vera impresa, tuttavia probabilmente grazie all' intervento di chissà quale divinità abissale ci riuscì, anche se ci volle tutta la sua forza di volontà per riuscirci.
    Ma quando è troppo è troppo...
    Sibiò inferocita, come un gatto al quale è stato rubato il cibo sotto il naso da una banda di topi particolarmente audaci e pieni di risorse.
    Distese il braccio verso lo scontro sotto di lei, che adesso era entrato nel vivo, con entrambe le fazioni che si affrontavano incuranti del possente Fuji-hollow che faceva piovere morte e distruzione sui quartieri abitativi, e fece scorrere l' indice sino a farlo coincidere con Antonio Fuentes, il vastolorde, che ora si trovava nella poco invidiabile situazione di essere il bersaglio di tutta la frustrazione della Coraciero.
    ADESSO, è diventata una faccenda personale, preparati Fuentes, perchè adesso stò venendo lì ad aprirti un nuovo foro, stavolta però non al posto del cuore!
    E con la morte negli occhi si lasciò cadere ai piedi della torre, lasciando che la sabbia attuttisse l' impatto con il terreno, aiutata dal suo innato e adesso affinato, controllo del reiatsu.

    [...]


    Pochi istanti dopo, sempre mantenendo il suo reiatsu al minimo Liza si stava avvicinando alla zona dello scontro.
    Nella sua mente si formavano solo immagini di violenza e di morte su vasta scala, gran parte delle quali riguardavano il destino di Antonio.
    Eppure era salda nel suo proposito: sarebbe andata dal vastolorde e...
    E...
    Mormorò con aria assente prima di fermarsi rapida come una folgore, a più di duecento metri di distanza dal suo bersaglio.
    E ho bisogno di un piano.
    Disse sedendosi all' improvviso a terra, mentre gli ingranaggi del suo cervello giravano a super velocità, cercando di formulare un piano decente.
    Non poteva e non voleva certo farsi amazzare, anche perchè non solo il Vastolorde era una creatura estremamente potente, ma neppure i due shinigami avrebbero accolto di buon grado la sua presenza, anzi, forse l' avrebbero eliminata così, su due piedi, senza pensarci troppo, dopotutto per loro lei era solamente un' altra creatura indegna di vivere e che doveva necessariamente essere purificata e spedita nella Soul Society.
    Non poteva certo presentarsi così, con nonchalanche e poi attaccare tutto quello che aveva a portata di tiro...
    O forse sì...
    Si disse con uno smagliante sorriso, che nessuno potè vedere, perso come era nelle profondità oscure della sua maschera, e quello che era più inquietante per chiunque avesse saputo leggerle nel pensiero, sarebbe stato scoprire che non stava affatto scherzando.
    Così, dopo averci riflettuto un poco si sollevò in piedi, e cercando di ridurre il suo reiatsu ai livelli di un hollow del rango di Gillian si avvicinò allo scontro, laddove le spade e gli artigli si scontravano con un sonoro cozzo.
    Flettè le gambe dietro di sè e nonappena i lottatori si separarono saltò in aria, atterrando, se tutto andava come previsto accanto al Vastolorde, che avrebbe ancora dovuto riprendersi dalle ferite subite nell' ultimo scontro di lame.
    Si trovava dunque in ginocchio, a fianco del potente hollow con la testa china.
    Il suo reiatsu era ancora sotto controllo, ma se tutto andava bene forse non avrebbe dovuto contenersi ancora per molto.
    Sempre in posizione di sottomissione si rivolse al suo "superiore", cercando di mantenere un tono di voce rispettoso e umile, identico a quello che un servo di Fuentes avrebbe potuto possedere nel parlare con il suo padrone.
    Mio signore, perdonatemi per la mia intrusione ma lasciate che sia io a schiacciare questi vermi, non sono degni neppure di sporcarvi con il loro sangue.
    Sperava che, tronfio come appariva, il Vastolorde non prestasse attenzione ad una presenza apparentemente inferiore a lui, anche perchè di quelli come lui ne aveva conosciuti tanti, e sapeva che non guardavano mai ai loro piedi, sentendosi superiori a chiunque.
    E se tutto fosse andato come programmava, presto Antonio avrebbe capito quale magistrale errore sarebbe stato.
    In pochi istanti nella sua mano destra apparve un piccolo globo di luce rossa e sanguigna, che puntò verso i due shinigami.
    Nascosta però dalla bordata di energia in procinto di scatenarsi fissò entrambi gli dei della morte e, sperava, al riparo dello sguardo di Fuentes ammiccò con un occhiolino, prima di girare in una frazione di secondo il braccio verso il potente hollow, e lasciar partire il potente e devastante Cero*.
    Un sorriso invisibile increspò il suo viso, mentre esclamava ad alta voce.
    I miei saluti Antonio Fuentes! Non mi sono presentata, io sono Alizabetha Coraciero, sarei anche rimasta a guardare, ma due contro uno mi sembrava decisamente a sfavore... degli shinigami intendo.
    Poi con un balzo si portò a fianco dei due dei della morte, cercando si sembrare quanto più inoffensiva possibile, e poggiando le mani ai fianchi si reclinò lentamente in avanti e scimmiottando un inchino esclamò divertita
    Come si dice in questi casi? Ah sì. ti sfido!












    CITAZIONE



    Edited by Allen92 - 26/10/2010, 18:29
     
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  24. Dark Neji
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    Moltiplicazione dei problemi


    Una volta qualcuno disse, "una leggenda rimane leggenda finchè non la vedi con i tuoi occhi".
    Il significato di questa frase sarebbe chiaro a chiunque, le leggende erano antiche quanto la razza umana e proprio dagli uomini venivano alimentate. Negli anni molti erano i miti tramandati oralmente o con poemi; si parlava di divinità o di demoni, di eroi e mostri. Guerra tra bene e male o di enormi eserciti comandati da condottieri implacabili che si scontravano in battaglie epiche.
    Restava comunque il fatto che fossero sempre leggende, una parte vera e l'altra arricchita dalla fantasia del narratore. Anche nel caso dei Vasto Lorde, tutto quello che si sapeva di loro era leggenda. La maggior parte dei veterani non li aveva mai incontrati o forse non erano sopravvissuti per raccontarlo, dunque la vera forza che celavano questi esseri era del tutto ignota. E da qui le fantasie di coloro che ne parlavano, avevano creato un alone di mera potenza attorno a quel nome temibile da chiunque tra le file del Gotei 13.
    Solo nel momento in cui lo scontro tra Takeo ed il Fuentes iniziò, il 3° Seggio se ne accorse coi propri occhi. A volte, le leggende sono fatte di pura verità.
    La velocità con cui l'Hollow scartava i suoi attacchi era impressionante, tanto che neanche il Kikuta riusciva a controllare bene i movimenti fatti dal nemico. Probabilmente neanche sfruttando la massima velocità a cui poteva arrivare sarebbe stato in grado di competere con Antonio Fuentes. E questo era di per se un problema abbastanza grande.
    Fortunatamente l'Ufficiale poteva contare sull'appoggio del proprio superiore che gli permise di mettere a segno un solo colpo prima che il Byakurai andasse a vuoto e che l'umanoide conquistatore contrattaccasse senza pausa.


    CITAZIONE
    ..Bala.

    Gli occhi dello Shinigami si spalancarono nel sentire il nome di quella tecnica che aveva già saggiato in Siberia. Inutile dire che il fatto di essere sparata da qualcuno decisamente più forte della ragazzina dai verdi capelli, rendeva futili le informazioni del Kikuta per una efficace difesa dal colpo.
    °Merda.°
    La reazione fu minima e anche abbastanza inutile, pensare di superare il proprio avversario in velocità era da novellini e tutto quello che il componente del I Gotei potè fare, fu ricevere quella cannonata a piena potenza sulla parte bassa della schiena [Media da ustione].
    Naturalmente l'essere consapevole a cosa si andava incontro evitò la ripetizione dei capitomboli che erano susseguiti all'incasso l'ultima volta. Il corpo del Kikuta venne letteralmente staccato da terra, per essere proiettato qualche metro in avanti. I denti si strinsero per il dolore e con una manovra aerea forzata, il ragazzo dai capelli biondi eseguì una capriola per atterrare con il viso diretto verso colui che lo aveva colpito. I piedi slittarono leggermente sul suolo sabbioso, lasciando due scie di qualche metro finchè l'imposta corsa non terminò. Un lungo sospiro fuoriuscì dalla bocca del ragazzo bronzeo, mentre la schiena ancora fumava a causa della bruciatura che aveva praticamente disintegrato la nera stoffa dello Shikakusho scoprendo carne ustionata e il suo olezzo sempre fastidioso.
    Se si faceva un confronto col piccolo taglio che l'Ufficiale aveva inferto al suo nemico si poteva dire che la battaglia era già scritta. Per sua fortuna il capitano dell'Ottava sfruttò l'evento per lanciare un kidou verso l'avversario. Fu allora che gli occhi del Kikuta registrarono qualcosa di inaspettato e temibile allo stesso tempo.
    Le lance che vennero scagliate contro il Vasto Lorde impattarono con una lastra color pece che salvò Antonio dall'essere impalato. Singolare come metodo di difesa e forse lo aveva usato proprio perchè messo alle strette. Una combo fallita quella della coppia, che però poteva rivelarsi un colpo di fortuna per i due. Takeo aveva studiato molto gli Hollow e sia nella teoria che nell'esperienza sul campo, aveva visto in ognuno di loro (o per lo meno nei più forti) quello che poteva definirsi un potere particolare. Una sorta di abilità. E probabilmente era proprio questo il potere del Fuentes. Ma quella singola visione non avrebbe permesso di creare altre ipotesi se non quella che, probabilmente il comune avversario poteva manipolare una materia nera dandole forma e consistenza a suo piacimento. °Che sia la sua ombra?°
    Se questo era vero, l'attenzione nell'attaccarlo sarebbe stata ancora maggiore da parte del 3° Seggio che continuava a vedere la propria posizione in netto svantaggio. Il veloce scambio di colpi tra il proprio maestro e il nemico finì e per la seconda volta, tutti i contendenti si trovarono distanziati e in attesa. Sembrava che tutto fosse tornato al punto di partenza, con la leggera 'aggiunta di qualche ferita.
    La guardia del Kikuta si serrò, mentre poteva sentire distintamente i muscoli posteriori pulsare a causa della bruciatura. Piccolezze, si era abituato a combattere con dolori ed acciacchi sul corpo ed oramai la mente isolava automaticamente tutte le distrazioni che potevano nuocere alla battaglia. O per lo meno cercava di ovattare quelle meno pressanti.
    Le bianche calzature si spostarono leggermente, scavando sul suolo africano. Le ginocchia si piegarono ancora, mentre il respiro riprendeva i ritmi regolari per abbassare l'adrenalina salita dopo il veloce scambio di colpi.
    A quanto pareva la posizione del Fuentes avrebbe favorito l'attacco di Takeo. Dare le spalle al nemico era una brutta abitudine, che spesso veniva pagata cara e non sfruttare una simile occasione era da sciocchi. °Questa volta lo attaccherò al massimo della forza...°
    I muscoli erano pronti a scattare, quando un imprevisto abbastanza agghiacciante colse in pieno il componente del I Gotei. Un esplosione? No. Non si era sentito nessun botto, ma solo il fragore che ne segue, causato dalla distruzione di palazzi che in questo caso era dovuto a qualcosa di veramente sovrannaturale.
    La posizione dell'Ufficiale cambiò radicalmente, spostandosi nella direzione dell'ingresso alla cittadella. Mai si sarebbe aspettato qualcosa del genere e stentava a credere di vedere veramente quello su cui le sue iridi si erano posate. Una possente zampa comparsa dal nulla. Ad occhio e croce era della stazza di un Menos Grande, quindi pensare al resto del corpo non poteva che evocare immagini di mostri titanici. In effetti ciò che venne fuori dallo squarcio nel cielo poteva farlo rientrare in quella categoria. Un ammasso di maschere, riunite su un corpo enorme dai buchi multipli. Difficile capire da quale recesso luogo del Hueco Mundo poteva venire una bestia simile e se era lì richiamata dall'odore della battaglia o da faceva parte della schiera di Antonio Fuentes.
    Quel pensiero fece tornare l'attenzione di Takeo al proprio avversario che sembrava rallegrarsi dalla comparsa dell'essere mastodontico.
    L'energia spirituale del mostro si gonfiò espandendosi nella zona. Qualcosa di abnorme e malsano, ma inferiore a quella del Vasto Lorde. Eppure la particolare ed unica natura dell'essere gigantesco rendeva leggermente fastidioso il reiatsu emanato, comunque sopportabile per Takeo.
    La risata del condottiero fu seguita dalla distruzione dello scudo che proteggeva la cittadella, oltre al crollo di una parte del muro di cinta. Bisognava ammettere che il bestione non faceva solo scena. °Questa non ci voleva, ora sarà più difficile proteggere l'avamposto... Non sarà neanche uno scherzo far fuori quel coso.°


    CITAZIONE
    Uh Uh Uh.... Prova a ripetere la tua "salvezza", Shinigami.
    Ripetila, mentre i tuoi uomini muoiono.

    Giusto, quante morti avrebbe provocato il Mesa Blanca lasciato a piede libero. Soltanto un suo passo sarebbe bastato a schiacciare più di uno Shinigami, figurarsi cosa sarebbe a capitato a coloro che venivano colpiti di proposito. Quasi a seguire queste pessime previsioni, una raffica di cero venne sparata nelle zone adiacenti al cancello sud provocando una serie di esplosioni consecutive.
    Nonostante la lontananza la mente di Takeo potè immaginare scioccata il massacro che in pochi secondi il nuovo arrivato aveva compiuto. E il problema era che nessuno lo avrebbe fermato tanto presto.
    La mascella del Kikuta si serrò mentre deglutendo poteva far trasparire una certa agitazione a causa dell'ultima comparsa tra le file nemiche. Saltare addosso a quella cosa ed affettarla senza remore era tra i primi pensieri comparsi nella mente del 3° Seggio, che fortunatamente ancora preservava la sua freddezza.
    Gli occhi andarono automaticamente a cercare il Genji, bisognava decidere che fare dopo un totale cambio delle carte in gioco. Eppure da quello che si poteva vedere Shohei-taichou sembrava parecchio tranquillo e indifferente alla nuova comparsa. Probabilmente rimaneva concentrato sul proprio avversario, decidendo di delegare a qualcun'altro il compito di distruggere il gigantesco divoratore.


    CITAZIONE
    ..Il tuo...animale, è notevole, Vasto Lorde. Te lo concedo.
    Ma non sono l'unico Capitano, in questa battaglia. [...]Sono qui per assicurarmi di riportare a casa ognuno dei miei uomini che non smetterà di aggrapparsi anche al più piccolo stelo di paglia, per continuare a vivere.

    Il pensiero volò al proprio amico e compagno di avventure, Felio Sanada probabilmente avrebbe dovuto giocarsela lui col Mesa Blanca. Non che l'attuale posizione di Takeo fosse invidiabile, a quanto pareva ancora una volta i due compagni si sarebbero ritrovati a combattere contro dei veri e propri mostri.
    I discorsi terminarono, mentre l'enorme quadrupede si spostava. I due dei della morte rimasero immobili a fissare il Vasto Lorde, unico loro obbiettivo. Separarsi non avrebbe avuto senso e come già sapevano entrambi il loro sarebbe stato uno scontro decisivo. Di certo c'era qualcuno in grado di occuparsi dell'enorme ammasso di maschere, quindi tanto valeva concentrarsi su colui che invece risultava il nemico più ostico.
    I due parienergia si mossero entrambi con obbiettivi diversi, si era formato una sorta di triangolo ed a quanto pareva qualcuno sperava che le posizioni restassero tali.
    °Se lo attacco come prima, rischio di subire solo molti danni. Devo trovare un modo diverso per entrare nelle due difese e magari permettere a Shohei-sensei di ferirlo.°
    E quale migliore modo di distrarre un avversario se non quello di occupare definitivamente il suo campo visivo?
    I giorni passati ad allenarsi assieme erano stati troppi perchè non ci fosse sinergia tra i due e di certo il Capitano Genji avrebbe capito le intenzioni di Takeo solo guardando le sue mosse.
    Fu per quello che il ragazzo da capelli color del grano si spostò lateralmente fino a mettersi tra i due contendenti, per poi sferrare un attacco diretto verso il comune avversario. La distanza era sufficiente per fare ciò che aveva pensato, dunque non rimaneva che eseguirlo.
    Posizionandosi di taglio rispetto al proprio avversario, nella classica posizione kokotsu-dachi, il Kikuta alzò il braccio destro fin sopra la testa puntando Ryuuga verso Antonio e distendendo il braccio sinistro all'altezza della spalla nella medesima direzione. La bocca si mosse quasi impercettibilmente nel recitare a voce non troppo alta il kotodama utile alla sua tecnica.
    -Chikatsu, stella della terra: concedimi il potere di trascinare e scagliare! Raduna questa forza alle radici del male e allontana ogni minaccia alla mia esistenza. Respingi!!!-
    Un ammasso di energia invisibile si concentrò davanti il palmo dello Shinigami mentre il braccio vene all'ultimo momento abbassato verso il suolo a pochi centimetri dai piedi del Fuentes. -Hadou n°14, Hakke Kuushou-
    L'invisibile massa venne scagliata sulla terra sabbiosa, se Takeo aveva fatto bene i suoi conti la forza dell'impatto sarebbe bastata ad alzare una nuvola di polvere sull'Hollow che gli avrebbe tolto momentaneamente la vista. L'impatto del colpo sarebbe seguito dal repentino scatto del 3° Seggio, che avrebbe tentato di sfruttare al meglio la distrazione creata, alla massima velocità possibile si sarebbe avvicinato per poi abbassarsi una volta arrivato in prossimità del suo obbiettivo. Difatti a neanche mezzo metro dal corpo del Vasto Lorde, Takeo avrebbe effettuato una scivolata sugli stinchi, per portarsi più agilmente di lato all'avversario senza nel frattempo abbassare la guardia. Appena giunto a stretto contatto con la schiena del nemico i piedi dell'Ufficiale si sarebbero puntati a terra per permettere un grande scatto con rotazione, atto a caricare letteralmente il demone nella parte posteriore del corpo.
    La zanpakuto sarebbe saettata verso il busto all'altezza dei polmoni (sempre che l'anatomia del Divoratore rispecchiava quella umana), spinta da muscoli carichi di energia bluastra[1 Basso-> For.500]. Di certo non sarebbe bastata considerato il superficiale taglio che il precedente attacco aveva causato, ma quell'affondo era tutto ciò che poteva fare in quella fase di studio. °Devo mantenere i miei attacchi più forti per le giuste occasioni.°
    Ora tutto stava nello sperare in un attacco combinato da parte del Capitano dell'Ottava, che avrebbe potuto approfittare della situazione come meglio credeva, mentre il suo allievo avrebbe cercato di tenere impegnato il comune nemico con mosse semplici, fatte per testarne ancora un po la forza. -AAAAAArHHHH-
    Una piroetta avrebbe fatto retrocedere la lama dalla sua posizione, per farla roteare a mezz'aria fino a compiere un altro tondo all'altezza del petto dal semplice scopo di concentrare le difese avversarie e dare un apertura al Genji. Infine le braccia ruotarono sopra la testa per poi abbassarsi in un fendente verticale verso la maschera del Vasto Lorde. Per quanto poteva essere potente quello rappresentava di certo il suo punto più debole e sicuramente non l'avrebbe lasciato scoperto. Gli occhi carichi di determinazione fissarono i pozzi rossastri del Fuentes per un attimo e parole dettate da un moto di orgoglio vennero sputate dalla bocca del Kikuta.
    -Non mi sottovalutare...-
    In quel preciso momento, un leggero fremito fece scattare un campanellino d'allarme in Takeo. Aveva sentito una sorta di disturbo nella percezione del reiatsu e per quanto potesse essere debole in confronto all'avvolgente e malsana energia del Vasto Lorde, era abbastanza grande da essere avvertita in uno scontro. Naturalmente la situazione non permetteva di fare analisi dettagliate, ma il fastidio fu sufficiente a far arretrare Takeo con un balzo abbastanza lungo da mettersi a distanza di sicurezza.
    Solo dopo l'Ufficiale potè scorgere la fonte di ciò che aveva percepito mentre stava cozzando con il proprio avversario. Si trattava di un altro Hollow che sembrava essere venuto a dar man forte al proprio padrone. °Questa non ci voleva, già era difficile di suo figuriamoci adesso.°
    Da quello che poteva sentire la nuova arrivata aveva una forza paragonabile a quella di un Gillian, cosa che era in netto contrasto con la grandezza del corpo osseo. Anche se dopo la comparsa del Mesa Blanca bisognava ammettere che tutto era possibile. A quanto pareva l'ultima arrivata aveva tutta l'intenzione di scontrarsi con la coppia allievo/sensei pur di non far sporcare le mani al suo capo. Una leccapiedi insomma, che di certo non sarebbe finita bene se sperava di avere la meglio sul duo affiatato.
    Senza aggiungere altro una sfera sanguigna si formò nella sua mano. Un Cero, il raggio più potente degli Hollow puntato dritto verso gli dei della morte. Il Kikuta scattò subito sulla difensiva preparandosi ad evitare quell'attacco cremisi, ma nel fissare la nuova avversaria gli parve di scorgere un movimento inatteso da parte di un Hollow. Sembrava quasi avesse fatto l'occhiolino. -Uh?!-
    Grossa fu la sorpresa quando il raggio annientante venne rivolto verso Antonio Fuentes che era proprio lì vicino. Il 3° Seggio non poteva credere ai suoi occhi, a quanto pareva era in atto un ammutinamento. Teoria errata considerate le successive parole di quella che si presentò come Alizabetha Coraciero. A quanto pareva colui che aveva deciso di scrivere il proprio nome nella storia, non aveva solo nemici tra la fazione opposta. Un dato interessante che poteva tornare utile, nonostante l'avere un Divoratore al proprio fianco portava un certo disagio interno al Kikuta.


    CITAZIONE
    Come si dice in questi casi? Ah sì. ti sfido!

    Una faccia più che stupita fu quella che si dipinse sul volto di Takeo, mentre guardava la scenetta davvero singolare. Indeciso se prendere sul serio la cosa o meno.
    A questo punto non rimaneva che vedere se veramente Alizabetha era dei loro o fosse tutta una messa in scena per depistarli. Lo sguardo tornò a fissare il luogo dove prima stava il Fuentes per vedere se l'attacco della nuova "alleata" era andato a segno o meno. Naturalmente la coda dell'occhio bluastro non avrebbe smesso di osservare anche i movimenti di colei che si era autoschierata dalla loro parte. Ora le cose si facevano decisamente più complicate e in un tale momento di indecisione, era meglio chiedere a qualcuno con più esperienza e un punto di vista migliore del proprio.
    -Secondo lei dovremmo fidarci, Capitano?-






    Tabella riassuntiva
    Riserva di Reiatsu:

    Stato mentale:
    Confuso dall'apparizione della adjuchas e dalle sue intenzioni.
    Consumi Reiatsu:


    Ferite: [8]
    Armi:
    Zanpakuto Impugnata
    Wakizashi Impugnata
    8 Pugnali da Lancio
    1 Senpen Banka
    Equipaggiamento:
    1 Benda di cura
    1 Gigai Portatile
    1 Cauterizzatore Speciale
    Turno difensivo:





    Turno Offensivo:





    Statistiche:
    Forza: 350Velocità: 450Resistenza: 350
    Zanjutsu: 450Kidou: 400Rilfessi: 450
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    SPOILER (click to view)
    Hakke Kuushou - Hadou N°14

    Formula di attivazione: hikatsu, stella della terra: concedimi il potere di trascinare e scagliare! Raduna questa forza alle radici del male e allontana ogni minaccia alla mia esistenza. Respingi!!!
    Divisione: Tutte
    Descrizione:La tecnica -evoluzione dell'Hadou N°1- crea una onda d'urto di dimensioni apprezzabili che, sebbene invisibile, è in grado di colpire l'avversario con forza sufficiente per sbalzarlo indietro di qualche metro; per indirizzare l'attacco occorre stendere il palmo in direzione dell'avversario prima di recitare l'incantamento. Chi subisce questa tecnica sarà esposto a danni pari ad una ferita Bassa, dal momento che il colpo -pur forte- è più mirato a sbilanciare che non ad infliggere danni. Se l'energia dell'utilizzatore è superiore a quella del bersaglio, alla spinta si aggiungerà anche un effetto di stordimento, che perdurerà fino all'inizio del turno di quest'ultimo.
    Restrizioni: Nessuna
    Grado: Shinigami
    Consumo: Medio-Basso
     
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  25. Yami Kaguya
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    -IV-
    It's not over, until it's over



    Il centro comando era nel caos più totale, le urla dei feriti si mescolavano all' acre odore di bruciato proveniente dai banchi di cogitatori distrutti e in frantumi, che adesso esalavano nubi di soffocante fumo azzurrino.
    L' aria era rischiarata solo dal bagliore dei fuochi e dalle fontane di scintille che prorompevano da fasci di cavi divelti dagli shermi, mentre la mappa logitattica dell' ololastra ammicava saltuariamente con più rosso che blu.
    Kagutsushi strisciò lentamente sul terreno, mentre tentava disperatamente di detergersi il sangue dal viso con un lembo del camice da lavoro, completamente sporco di terra e polvere, oltre che di sangue, stavolta non suo.
    Le orecchie gli fischiavano mentre cercava di ricordare con estrema fatica cosa era accaduto nell' ultimo minuto.
    Ricordava soltanto l' arrivo di quel colosso, e poi quel cero, così potente e terrificantemente intenso, impreciso, ma abbastanza potente da aver incenerito tre interi segmenti della dorsale principale, facendo esplodere tutti i data-slate del centro di comunicazioni e uccidendo almeno una ventina di addetti alla console.
    Perfino il ragazzo accanto a lui era morto, un pezzo di acciaio spirituale delle dimensioni di un pugno conficcato nel cranio.
    Per un secondo tutto era andato a rallentatore, come in un sogno.
    Le viti che volavano come api impazzite fuori dai pannelli, le fiamme che erompevano da ogni anfratto, le urla di panico dei membri della sua brigata.
    L' inferno era sceso nel centro di comando, simile all'ira di uno spietato dio della guerra.
    A fatica cercò di rimettersi in piedi, ma tutto quello che riuscì ad ottenere fu di notare il grosso pezzo di ferro lungo un metro conficcato nella sua gamba.
    Improvvisamente una voce petulante risuono nelle sue già duramente provate orecchie.
    Signore, si sente bene? E' vivo?
    Sollevò a fatica lo sguardo, mentre cercava di mettere a fuoco la vista nel discernere la macchia sfocata che aveva davanti a lui.
    Non ci riusciva, sembrava che l' impatto gli avesse danneggiato il nervo ottico, tuttavia ciò non gli impedì di sentire il tono di voce prossimo alle lacrime e semi-isterico del giovane accanto a lui.
    Sospirò stancamente e sollevò la mano sibilando con il tono più perentorio e dignitoso che riuscisse ad avere
    Certo che sono vivo, pezzo di scemo! Ti sembra che possa morire per così poco? E comunque non stò bene, nel caso non l' avessi notato ho un dannatissimo pezzo di ferro dentro alla gamba, tiralo fuori e non discutere, poi aiutami ad alzarmi...
    L' altro ingoiò un groppo di saliva e obbedì senza fiatare.
    Se la dodicesima aveva un pregio era che idee come disgusto o ripugnanza venivano completamente eradicate dalla mente dei suoi appartenenti al momento della loro acclimatazione, anche perchè la debolezza di stomaco era un problema che veniva presto superato dopo la terza dissezione il primo giorno.
    Il dolore invece no, tanto che non appena sentì il pezzo di ferro che veniva estratto e vide il sangue che si allargava sotto di lui in una grossa pozza traslucida, l' ufficiale si concesse finalmente il lusso di svenire una seconda volta.

    Quando riprese conoscenza, attorno a lui c'era il panico.
    Una ventina di scienziati, tutti quelli sopravvissuti, si stavano accapigliando tra di loro insultandosi e colpendosi a vicenda con pugni e insulti; ogni parvenza di ordine sembrava svanita, la catena di comando era distrutta e l'anarchia si era impadronita dei suoi uomini.
    Da quello che capiva a fatica stavano lottando per guadagnare per primi l' uscita, per fuggire.
    Codardi.
    I loro compagni erano morti e tutto quello che volevano fare era fuggire verso una utopica salvezza.
    La parola che li descriveva poteva essere solo una: disertori.
    Poteva capirli, i nervi di chiunque si sarebbero potuti infrangere dopo un massacro del genere.
    Poteva capirli, ma non poteva perdonarli.
    Avevano un compito, e avrebbero dovuto rispettarlo sino alla fine.
    Con un mugugno di dolore si sollevò lentamente sulla poltrona su cui era adagiato, e con uno sforzo immane estrasse dal fodero al suo fianco la sua zampakuto, e con determinazione adamantina si pose davanti alla porta.
    Poi tossì un miscuglio di saliva mista a sangue e fissò intensamente la masnada di selvaggi che un tempo erano stati i suoi disciplinati sottoposti prima di sibilare.
    Statemi a sentire banda di bastardi...tornate immediatamente alle vostre postazioni, siete shinigami, e se avevate paura di morire non dovevate bussare alle porte del seireimon...il vostro dovere è coordinare i vostri compagni la fuori, e non scannarvi come bestie per uscire da qui.
    Si fermò per riprendere fiato, cosa in cui riuscì solamente con grande fatica; evidenemente una costola doveva avergli lacerato un polmone, e avrebbe perso conoscenza di nuovo nell' arco di pochi secondi.
    Ma sarebbe bastato, si ripromise, purchè gli altri si fossero rimessi a lavorare.
    Questa è la vostra tomba, qui lavoreremo insieme e ci moriremo se necessario, ma finche sarò io vivo nessuno uscirà da qui, sono stato chiaro?
    Quando trenta paia di occhi ricambiarono il suo sguardo con una luce omicida negli occhi capì che aveva commesso un errore.
    I suoi sottoposti avanzarono verso di lui, con uno sguardo da animali in trappola che prometteva solo morte.
    Se gli avessero detto che sarebbe morto così, ucciso dai suoi stessi uomini, sarebbe probabilmente scoppiato a ridere taccianto il suo interlocutore di essere un completo idiota...adesso forse gli avrebbe chiesto una mano.
    Annuendo silenziosamente alle sue strumentazioni chiuse gli occhi un secondo, elevando una breve preghiera di scuse ai suoi strumenti e agli altri shinigami che erano morti, poi strinse il manico della sua mieti-anime e si preparò a morire.
    I suoi aguzzini si avvicinarono, sollevarono le katane...e le lasciarono cadere a terra.
    Esterrefatto Kagutsushi si girò, solo per trovarsi faccia a faccia con un angelo.
    Bella come una dea, avvolta in un candido haori bianco, con i lunghi capelli neri che ondeggiavano nella calda e acre aria viziata del centro comando il capitano della tredicesima divisione fissò gli scienziati con un moto di sorpresa nei suoi occhi blu come il mare, prima di mormorare con voce limpida e delicata
    Chi è l' ufficiale responsabile qui?
    Lo scienziato fece un cenno con la testa e annuì debolmente, prima di scivolare per l' ennesima volta nell' incoscienza.

    [...]


    Nei dieci minuti successivi lo staff della tredicesima divisione, accorso di urgenza dalla Soul Society dopo l' arrivo del Mesa Blanca, fece l' impossibile per ristabilire una rete di comunicazioni stabile e funzionante.
    Il capitano Aya Misono fece evacuare i feriti e riattivare il centro di comando ripristinando i collegamenti con le squadre sparse per tutta la cerchia delle mura e riunirle in uno sforzo compatto.
    I dati non erano incoraggianti.
    Dopo l' arrivo dell'immenso hollow oltre il 30% degli shinigami preposti alla difesa della cittadella era caduto o disperso, la seconda compagnia era stata quasi completamente annientata e da almeno tre brecce nelle mura branchi di hollows erano penetrati nel primo anello, e centinaia di scontri erano scoppiati nei quartieri abitativi interni.
    Con uno sforzo immane la bellissima shinigami mise a frutto la sua celeberrima abilità tattica e ridispose le truppe in suo possesso in maniera efficace, iniziando così un lento contrattacco.
    Era una vera e propria dea, ovunque incedeva gli addetti al centro di comando triplicavano i propri sforzi, i feriti ignoravano il dolore, il coraggio rimepiva i corpi.
    Non appena la situazione fu tornata alla relativa normalità la splendida capitano si fece passare un microfono e provvedette a contattare tutte le squadre che ancora combattevano con un messaggio di incitamento
    A tutti i nostri fratelli e sorelle che coraggiosamente stanno combattendo in questo momento.
    Qui parla Aya Misono, capitano della tredicesima divisione del Gotei XIII.

    La voce si diffuse in ogni angolo delle strade, in ogni anfratto, in ogni vicolo,strada,edificio, colmando i cuori dei difensori di pace e tranquillità, rinsaldando il coraggio e la fiducia che erano scossi.
    Tale era l' effetto della voce così nobile e rassicurante della creatura più affascinante della Soul Society.
    Era questa l' essenza di una vera nobile, appartente ad una delle quattro casate Nobili e benedetta con tutti i doni che i Kami potevano conferirle: bellezza, nobiltà d' animo, un talento trascendentale con le armi e con il kidou.
    La stessa sua presenza in quel luogo era una garanzia di salvezza.
    Dopotutto cosa ci si poteva aspettare, da una ragazza chiamata persino dai suoi pari: Genio?
    La situazione in cui versiamo è estremamente delicata, i nostri nemici ci circondano, minacciano noi, e tutto ciò che noi rappresentiamo, ma noi non esiteremo, noi non indietreggeremo.
    Non suonava come un ordine e nemmeno come una richiesta. La dea della morte si stava limitando a riportare semplicemente un fatto, e la certezza nella sua voce era semplicemente incrollabile.
    Se vi trovate qua oggi è perchè il comandante generale vi ha ritenuti capci di adempiere questa missione, siete state scelti perchè rappresentate il meglio che la Soul Society può schierare contro l' oscurità incombente...ma non è solo per questo.
    Le vostre Zampakuto e i vostri spiriti sono tutto ciò che si frappone tra gli uomini, i vecchi le donne e i bambini del Cairo e una morte orribile, per mano di creature uscite dall' oscurità e dal vuoto.

    Inspirò pèer un secondo, mentre all' interno del centro di comando i suoi sottoposti potevano vedere la determinazione e la fiducia brillare nei suoi occhi.
    E dunque fratelli e sorelle, perchè è questo che siamo nel pieno della battaglia, combattiamo assieme contro questi abomini con il fuoco nel cuore e una preghiera sulle labbra, e mostriamo loro perchè ci fregiamo del titolo di dei della morte!
    E in tutta la cittadella risuonò un' altro suono, il grido di giubilo e di esultanza di oltre ottocento shinigami, che finalmente, inizavano a vedere la speranza.
    Nel frattempo il capitano Misono, spento il microfono generale si rivolse alla sua luogotenente, seduta accanto a lei mentre dirigeva le operazioni di coordinamento delle forze della Soul Society.
    Ishinomori-kun, quale è la situazione allo stato attuale delle cose? Avrei bisogno di un aggiornamento in tempo reale
    Disse mentre appoggiava il pugno ad un lato della testa, e si adagiava su una poltrona in mezzo alla sala comando
    La luogotenente le rispose con un sorriso, come era sua abitudine e vista familiare alla capitana negli ultimi tempi
    Hai, hai Misono Taichou, come desidera...
    E la giovane si mise immediatamente al lavoro, inserendo nel suo data-pad una quantità di dati allucinante, ad una velocità impossibile per un qualunque essere umano.
    Tracciare una linea di andamento della battaglia in continuo mutamento era un compito che avrebbe richiesto una settimana di ttenta analisi, ma grazie alle capacità della shinigami in meno di trenta secondi era già tutto pronto
    Hmmm, a quanto pare il settore H è uno dei più colpiti dunque...
    Disse pensosa il capitano della Tredicesima, mentre giocherellava distrattamente con i suoi capelli facendoseli passare tra le dita con destrezza.
    Le ribattè il secondo seggio, chinando la testa in segno di scuse, non smettendo però neanche per un secondo di digitare alla tastiera davanti a cui era seduta.
    Taichou, le chiedo umilmente scusa, ma mi sono permessa di inviare già delle squadre di supporto, oltre ad attivare i congegni della XII che erano ancora in status di stand-by, certo, non appena scopriranno che ho bypassato i loro sistemi di sicurezza si infurieranno come belve, ma viste le contromisure ci vorrà almeno una settimana
    Il capitano assentì debolmente, prima di inarcare un sopracciglio in segno di sorpresa: quella ragazza dall' inesauribile vitalità riusciva sempre a sorprenderla in un modo o nell' altro, sembrava quasi che le sapesse leggere nel pensiero.
    Sorrise, prima di scompigliarle i capelli con un sorriso pieno di affetto e ringraziamento
    Non ti preoccupare, hai agito benissimo...ah, giusto...aspetta un secondo
    L' altra si girò con un moto di sorpresa, interrompendo il suo lavoro, e con l' espressione simile a quella di un sacerdote che osserva discendere un avatar del suo dio sula terra domandò semplicemente con un sorriso smagliante
    Mi dica capitano, sempre ai suoi ordini, qualunque essi siano!
    Aya sorrise ancora una volta, stavolta di divertimento.
    Poi estrasse da una delle maniche del suo haori un pacco di fuda, sottili pergamene su cui erano stati inscritti da lei personalmente ideogrammi pregni di reiatsu, e li lanciò in aria, facendo sì che si disponessero automaticamente lungo tutti i muri della stanza.
    In pochi secondi un ennesimo kekkai di forma cubica avvolse la stanza, proiettando un campo di energia che avrebbe impedito qualunque interferenza esterna e avrebbe trasportato istantaneamente la sua voce alle orecchie di ognuno dei suoi sottoposti al lavoro impedendole così di urlare, una cosa che trovava infatti, estremamente sgradevole.
    Ryuudo, Oozaki, Fukuzuri, Reimei passate immediatamente questo ordine a tutti gli shinigami nella cerchia esterna: Ignorare i pesci piccoli e concentrarsi sui Gillian, è necessario a tutti i costi impedire a quelle creature di oltrepassare la cerchia muraria, altrimenti tutto sarà perduto.
    Kujinoji, Hawakuwa, inviate le squadre 435,564 e 132 a rinforzare il settore G e F e cercate di ripristinare il kekkai

    Poi si girò verso Riku
    Ishinomori-kun, potresti mettermi in contatto con il capitano Sanada alla porta Sud?
    L' assistente emise un suono simile ad un fischio, mentre digitava un paio di cifre, poi dopo aver cercto alcuni istanti premette un piccolo tasto e passò il microfono alla sua superiore
    Ecco qua Misono-Taichou, quando vuole, la linea è pronta e priva di interferenze
    Con un cenno d'assenso il primo seggio afferrò l' auricolare, e dopo aver atteso un paio di secondi esordì
    Capitano Sanada? Qui è il capitano Misono, della tredicesima divisione, mi riceve?
    Sò che è molto scortese e presuntuoso da parte mia chiederglielo, ma spero mi potrà perdonare per una simile mancanza di rispetto, ma avrei bisogno che si occupasse di una piccola e triviale faccenda.
    Trovandosi alla porta Sud presumo abbia assistito all' arrivo del soggetto denominato "Mesa Blanca" giusto?
    Ecco, purtroppo mi duole informarla che le nostre forze non sono in grado di fermarlo per il momento, e dunque avremo bisogno del suo aiuto,e visto che lei è l' unica unità dotata di sufficiente potenziale bellico nella zona temo non ci siano altre alternative, infatti il capitano Genji è tuttora impegnato con il vastolorde...non glielo stò chiedendo come ufficiale comandante, ma come compagna d' armi, la prego, lei è l' unico che possa impedire a quell' essere di compiere una strage.



    Il regalo da Las Noches, stava facendo egregiamente il suo dovere.
    Tuttavia come i suoi avversari, anche Antonio dovette temporaneamente ignorare la distruzione che il Mesa Blanca stava portando.
    Se avesse dovuto definire il suo stato d'animo in una parola....sarebbe probabilmente stato "seccato".
    Lo Shinigami biondo infatti, era ancora in piedi. Non che avesse sperato di liberarsene in un colpo con quella tecnica tanto rozza, ma gli effetti non erano comunque quelli che aveva previsto. Era sofferente, sì...ma neanche lontanamente fiaccato.
    Aveva visto altre volte, cose simili. Sempre con quello stato d'animo, di fronte a quella che di norma era stupidità. Nemmeno dopo essere giunto al culmine della sua evoluzione, aveva del tutto trovato pace. Qualche sciacallo che non comprendeva la differenza fra sè stesso e un Menos di tale livello, compariva sempre.
    Di norma la sua sola energia li scoraggiava dalla distanza. Se necessario, veniva persino diretta esplicitamente verso di loro. Molti fuggivano, e altri forse impazziti per un simile potere, lo attaccavano in preda alla disperazione.
    Fuentes ogni volta non poteva che definirli in un'unica maniera: stupidi idioti incapaci di stare al loro posto.
    Come quel biondino, per esempio. O almeno, ciò aveva pensato in un primo momento. Aveva dovuto riconsiderare il suo giudizio, però.
    Che gli si fosse scagliato contro così, aveva fatto pensare al Menos che semplicemente non capisse cosa avesse di fronte. Per tale motivo, gli aveva dato un assaggio della sua energia direttamente sulla pelle.
    In come lo guardava ora, c'erano forse preoccupazione e cautela, in aggiunta rispetto a prima. Nulla di più.
    Quel ragazzo, non lo temeva. Non quanto avrebbe dovuto, almeno. E la ragione era anche comprensibile. Stava proprio dinanzi al Menos, nella forma di quello Shinigami bianco.
    Umani... possibile, che non sapessero mai fare niente da soli. Quegli Shinigami lo guardavano dall'alto in basso come un'esistenza sbagliata, da eliminare...eppure quell'esistenza sbagliata, necessitava di due di loro per il compito che si prefiggevano?
    No...sembrava di no. Nessuno dei due avversari cambiò espressione, ma entrambi si fermarono all'unisono quando notarono il 3° seggio frapporsi con tutta calma fra loro, sino a fermarsi esattamente a metà fra i due.
    Antonio quasi rise, nel capire come stesse quasi chiedendo il secondo round in solitaria con lui.
    Shohei invece...non permise al suo volto di muoversi, ma strinse ancora di più la sua mietianime. La bruciatura sulla schiena del suo allievo era perfettamente visibile, per come erano posti. Non aveva potuto fare nulla in quel momento, ma non sarebbe riaccaduto. Puntò i piedi, espirò, e attese. Imponendosi di restare fermo, mentre Takeo cercava nuovamente lo scontro con il Menos.
    Nessuno dei due si mosse, Antonio rimase in guardia lasciando il suo avversario compiere il suo incantesimo con tutta calma. Gli effetti che tali parole però portarono sul campo di battaglia, resero immediatamente serio il divora anime, che da un momento all'altro si ritrovò con la vista impedita.
    Certo colse comunque i movimenti che il suo avversario compì, ma stavolta non gli fu possibile prenderla alla leggera come prima. Un colpo alla schiena, rimaneva un colpo potenzialmente letale anche per lui, se colpita una parte priva di muscoli come la colonna vertebrale.
    Il Menos dovette quindi girarsi di 180°, e frapporre il braccio sinistro fra la sua carne e la lama nemica, in quella che nel karate si sarebbe definita come una chudan-uke. Il ferro impattò sulla parte più dura del corpo dell'hollow, ma questi continuò a spostare il braccio e a ruotare, ben sapendo cosa stava arrivando.

    Si trovò infatti la lama del Capitano sopra la testa, in discesa. Ebbe la prontezza di riflessi di accellerare il movimento del braccio, e quindi di andare a parare pure la lama del Capitano, che però era di sicuro differente da quella del 3° seggio. La forza d'impatto di quei muscoli avvolti in una energia bianca gli fece abbassare il braccio, e stavolta non riuscì a deviarla e a liberare l'arto dal contatto con la zanpakuto. La sua faccia era a nemmeno dieci centimetri, da quel metallo portatore di morte.
    Da lì arrivò il secondo attacco dello shinigami biondo, portato al torace ma di nuovo parato dal Menos, che indietreggiò nel cercare di mettere un pò di spazio dai suoi avversari.
    Se non avesse avuto ogni parte del suo cervello impegnata nell'osservare i movimenti avversari, avrebbe quasi potuto farsi prendere dall'ira, al pensiero di come quei due l'avessero costretto a fare un passo indietro di fronte a loro.
    Al momento però, non poteva permettersi un tale lusso. La zanpakuto del Capitano si era rimessa in movimento nel momento esatto in cui l'altra impattava sul braccio sinistro di Antonio, venendo ritirata e quindi di nuovo fatta avanzare dopo essere stata abbassata di poco, in un tentavivo di penetrare la guardia del Menos passando sotto il suo braccio ancora alzato.
    Antonio non ebbe altra scelta se non parare la lama con una parata circolare, colpendo la parte superiore di essa e facendola scendere rapidamente, non potendo però uscirne illeso. Mentre la lama scendeva infatti, la sua punta riuscì lo stesso ad affondare nella carne dell'Hollow, provocandogli uno squarcio non profondo ma ampio come pochi. Una linea rossa solcava infatti la parte sinistra del suo torso, colando sangue nero da ogni punto.

    Quello non fu comunque, l'unico colpo alla maschera che rischiò di ricevere. L'altro Shinigami infatti decise di imitare il suo maestro, e cercò di sferrare un fendente alla maschera avversaria, che però reagì prontamente, stavolta, capendo che anche un istante in più dedicato a quel ragazzo, poteva fare la differenza per il suo Capitano. La parata dunque si alzò violenta verso il cielo, e il braccio destro del Menos impattò contro la lama di Ryuuga, rimandando la zanpakuto indietro lungo il suo percorso, prima di occuparsi della sua compagna.
    Genji infatti non era minimamente soddisfatto, e dunque aveva rapidamente cambiato la mano portante sulla zampakuto, scambiando di posizione destra e sinistra per sferrare un tondo al ginocchio del Menos, senza però fortuna stavolta.
    Di nuovo, una sagoma nera spuntò dai piedi del Menos, e come una barriera diagonale andò a opporsi di "spigolo" alla lama nemica, finendo in pezzi ma assicurando al suo padrone di uscire illeso da quell'ultimo attacco.

    Antonio quindi mise ulteriore distanza fra sè e quegli Shinigami, ma stavolta non per la propria sicurezza in senso stretto. Non temeva, altri attacchi. Era ciò che stava caricando nella mano, colmo di orgoglio ferito come di qualche lieve fitta di dolore, a preoccuparlo.
    Non voleva, che una cosa simile venisse scaricata così vicino a sè. Persino lui, scoperto quel potere, si era inebriato per minuti interi, della gioia di avere una simile arma dalla sua parte.
    I due Shinigami poterono sentire, cosa voleva dire avere lo sguardo di un Vasto Lorde colmo di volontà omicida, sopra di sè. Persino l'energia nera che si stava concentrando nel suo pugno, sembrava ribollire di una cristallina quanto terrificante volontà di distruggere ogni cosa.
    Non videro mai però, tale energia mettersi in moto. Antonio percepì d'un tratto un'energia sconosciuta alle sua spalle, e interruppe immediatamente la tecnica, spostandosi di qualche metro in modo da poter tenere sott'occhio gli Shinigami, e al contempo constatare chi, ancora, stava per mettere piede su quel campo di battaglia.
    Non poca fu la sua sorpresa, quando vide un hollow di dimensioni tutto sommato poco superiori alla norma, volare letteralmente verso di lui, atterrando in un vortice di sabbia a pochi passi dal suo corpo. La sua energia era...infima, a livello di un Gillian eppure con ben poco della stazza possente quanto esagerata di tali Menos. Il Vasto Lorde non potè che sentire irritazione, nel vedere come un'altra forma di vita inferiore avesse osato disubbidire ai suoi ordini.

    ..Che significa?
    CITAZIONE
    Mio signore, perdonatemi per la mia intrusione ma lasciate che sia io a schiacciare questi vermi, non sono degni neppure di sporcarvi con il loro sangue.

    ...Dios, ma perchè non potevano essere tutti come delle macchine? Quell'individualità era divertente da vedere, quando per tentare di impressionarlo i suoi sottoposti facevano le cose più stupide, quello sì. Ma in momenti come quello, avrebbe solo voluto che eseguissero i suoi dannati ordini.
    Se poi si considerava che quella voce aveva un timbro femminile, non fu soprendente, avvertire come l'energia del Menos stesse virando verso una intensità pericolosa per chiunque fosse entro la sua portata. Quella femmina indipendentista inclusa.

    Levati immediatamente dai piedi, femmina. Il tuo posto è alla porta Nord, e lì ti dirigerai, subito. Mi hai capito?

    Quella, di contro, iniziò a raccogliere delle particelle spirituali nel palmo, mentre la sabbia dinanzi a lei iniziava a colorarsi di Cremisi. E mentre l'ombra sotto al corpo del Menos, iniziava ad agitarsi pericolosamente. Un conto, era ignorare degli ordini dati a una truppa. Ben altra cosa, era farlo con un ordine diretto di Antonio Fuentes. Quella hollow, aveva appena firmato la sua condanna a morte. Possibile non si rendesse conto di cosa stava facendo?

    Dannazione, femmina! Fuori dai-!

    D'improvviso, fu la sabbia dinanzi a lui, a coprirsi di una luce cremisi. Si ritrovò quella sfera rossa, sinonimo dei membri più pericolosi della sua specie, puntata verso di lui. E una parte di lui, capì. Quella parte ricordò il discorso che aveva portato la morte al cadavere dimezzato che giaceva qualche decina di metri più in là. Gli ricordò di come una femmina, volesse sfidarlo. Capì che era quella dinanzi a lui.
    Tutto il resto del suo cervello, venne impiegato nell'utilizzare l'ombra sotto di sè. Un paramento nero si frappose fra lui e l'energia che gli venne scatenata contro, ma essa era più forte di quanto immaginasse. Alcune parti della sua difesa saltarono, e in una nuvola di fumo il corpo del Menos sparì dalla vista dei suoi avversari, ora uniti almeno in termini di posizione in un fronte comune, intenti a osservare quella nuvola di fumo e in attesa degli esiti di quell'attacco perfettamente rientrabile nella definizione di "fuoco amico".
    Almeno sino a che le parole della Menos non chiarirono a tutti che se non era dalla stessa parte degli Shinigami, di sicuro non era nemmeno da quella del Vasto Lorde.
    CITAZIONE
    -Secondo lei dovremmo fidarci, Capitano?-

    Anche se Takeo avesse guardato Genji, questi non aveva staccato un solo momento il suo sguardo da Antonio. Si era certo avvicinato a Takeo per precauzione quando quel Cero gli era stato rivolto contro in fase di caricamento, ma al momento il Vasto Lorde era tutto ciò che sembrava richiamare l'attenzione del Capitano della VIII.
    Che però doveva, prendere una decisione di fronte a una situazione tanto assurda.
    Aveva effettivamente pensato, un un primo momento, di portare con sè il Kikuta per pareggiare eventuali "rinforzi" del Vasto Lorde, ma non avrebbe mai pensato, che fra di loro ce ne sarebbe stato uno che avrebbe sfidato un essere come quel Fuentes.

    ...Adjuuchas?

    Non era chiaro se quella domanda era rivolta alla loro nuova "compagna di sfida", o se era solo un'esclamazione per confermarne la razza. Di sicuro, un Cero simile non poteva essere opera di un Gillian con una stazza tanto ridotta.
    Il che, aveva anche senso, cercando di ragionare secondo una sorta di catena alimentare. Quelli che più potevano cercare di spodestare un essere che stava sulla cima, erano senza dubbio coloro che stavano solo un gradino più in basso di lui.
    Per quanto quel gradino, fosse qualcosa di simile a una montagna.
    Ideologicamente parlando però, era inconcepibile. Per quello che ne sapevano, Antonio non sembrava aver richiesto rinforzi, e quel Cero era definitivamente stato sparato con l'intento di uccidere. Ma poteva essere una recita? Poteva essere che vedendo il Menos anche solo lievemente in difficoltà, qualcuno che in realtà stravedeva per lui se ne era uscito con quel piano, sicuro che colpendo i due Shinigami alle spalle qualsiasi offesa sarebbe stata perdonata?
    ...No. Anche il Reiatsu di Antonio, si era per un attimo tinto di sete omicida. Nemmeno l'atto di sparare un Cero ridotto al minimo in nome di una recita, poteva essere perdonato da un essere simile. Avrebbe ucciso chiunque per molto meno.
    Quella Hollow non era davvero dalla parte del Menos, ma avrebbero davvero potuto fidarsi..?
    Quella domanda, suonava come un dilemma filosofico sulla scelta di voltare le spalle al nemico per affrontarne un altro. Era come essere stretti fra due fuochi, chiunque poteva decidere di colpire alle spalle il proprio alleato in nome di una battaglia millenaria e senza fine.
    Valeva per loro...e valeva per quella Hollow che aveva alzato le proprie armi contro il conquistatore dell'Africa.
    Simili dubbi però, svanirono presto.
    D'un tratto, Genji si irriggidì. Incurante del fumo dinanzi a sè e dell'hollow a pochi metri, si voltò verso l'avamposto. L'aveva percepito, ne era sicuro. In mezzo al Reiatsu mefitico del mostro di Antonio, una stilla di uno diametralmente opposto, brillava come una torcia in un oceano di oscurità date dalla morte e dalla disperazione derivate dalla comparsa del Mesa Blanca.
    Un Reiatsu che conosceva, e che poteva significare solo una cosa.
    Possibile, che fossero stati così veloci, a comprendere la situazione? Che Yamamoto-dono avesse deciso di fare una mossa simile?
    Apparentemente, sì. Quel Reiatsu tanto avvolgente quanto potente, poteva appartenere solo a uno dei pochi Capitani appartenenti alle 4 nobili Famiglie.

    ...Misono...

    Quel reiatsu però, sparì di colpo dalla sua sfera di percezione così come era comparso. Di fronte a sè, la polvere era stata catturata da un vortice di energia, che come un tornado creò un cerchio di reishi nere come la pece, che andarono a radunarsi al suo centro diventando cremisi.
    La fonte però non rimase ferma. Si spostò a sinistra in un movimento fluido, che Genji riconobbe subito.
    CITAZIONE

    Cero sembiante - Lampo Hollow cangiante

    Descrizione: Arrivato al livello di Adjucas un hollow è sufficientemente abile nell' uso del reiatsu da riuscire a manipolare la forma e le dimensioni che il suo cero assume.
    Il raggiò assume dunque un colore violaceo, e la sua forma, direzione e deviazione sono stabilite dall' utilizzatore secondo le seguenti regole e consumi.

    E' possibile scegliere massimo due alterazioni al momento della creazione della scheda del personaggio, e non sarà possibile cambiarle in seguito.

    -Alterazione di intensità:
    Scariche di energia solcano la superficie del cero ustionando e ferendo coloro che ne incrociano il percorso
    (tutti coloro che si trovano entro 2 metri dal raggio subiscono ferite marginali)

    -Alterazione di volume: Il cero assume la forma di una sottile lama e viene lanciato formando un arco di 90° lasciando una scia di devastazione che cancella ogni cosa sul suo passaggio
    (il raggio viene ridotto aduno spessore infinitesimale in compenso copre un arco di 90°di ampiezza)

    Restrizioni:
    Solo Menos e evoluzioni Arrancar
    Grado: Adjucas
    Consumo: Alto


    Giù!

    Il Capitano si abbassò di colpo, mentre al livello del suo torso un ventaglio di energia rossa sottile come una lama e con un'ampiezza ad angolo retto inclinato precisamente di 45° gradi a destra e altrettanti a sinistra, spazzava via ogni cosa che trovava sul suo cammino, affamato di carne. [Kidou: 700]
    Durò un attimo, poi svanì, e i tre si trovarono nuovamente di fronte al Vasto Lorde, il cui Reiatsu era ora più feroce che mai. Sanguinante, eppure meno danneggiato di quanto un primo momento avesse potuto far sperare. Aveva probabilmente realizzato abbastanza per tempo il pericolo in cui si trovava da non venire investito in pieno, ma le bruciature che ne costellavano il corpo chiarivano che la mossa di Alizabheta aveva prodotto risultati, oltre a quelli di Genji e Takeo. [Ferite Basse][Ferita Bassa al Torso]
    Sia nel fisico, che nella mente di Antonio.

    ..Lurida cagna...e voi, Shinigami imperiosi...
    La vostra sfida è accettata, ma inizia solo ora.
    Insegnerò a te, Coraciero, il posto che compete a chi pensa di mordere la mano del padrone e vantarsene come se niente fosse! Ditemi i vostri nomi, Shinigami, così che possiate quantomeno venire ricordati per aver provato a resistermi!


    ...Silenzio.


    image
    Il vortice di reishi nere, intento a sovrastare il campo di battaglia circondando il suo padrone, dovette condividere tale spazio con un altro Reiatsu. Bianco come l'haori che portava, l'energia del Capitano dell'VIII esplose dal suo corpo sconvolgendo allo stesso modo il terreno circostante, circondando però anche i suoi due "alleati" nella sua manifestazione di ostilità verso il Menos.
    Se Lei era là, allora non aveva più nulla di cui preoccuparsi. Poteva concentrarsi unicamente sullo scontro, e lasciare tutto il resto ai suoi colleghi.

    Rettiffico la mia affermazione, Fuentes.
    Io e il mio compagno, non siamo più gli unici Capitani di cui ti devi preoccupare.
    E se vuoi sentire un nome di cui ricordarti...ti accontento subito.


    Così come era comparso, tutta quell'immensa energia si riversò nel braccio di Genji per un istante. Da esso, passò alla mano. E da lì, alla spada che reggeva, dove per un attimo rimase silente.
    Almeno sino a che due parole, lasciarono le labbra del Capitano.

    Sokuroru...Scorri....
    Kaishite. Via Energetica


    Il reiatsu eplose di nuovo, accecante come un lampo e con una forza tale da sollevare ulteriore sabbia tutt'attorno ai contendenti. Quando fu possibile vedere di nuovo, il braccio destro del Capitano era ripiegato sopra la sua spalla sinistra e attorno al collo, reggendo la propria lama lungo la schiena.
    Quando però tale lama sferzò l'aria dinanzi a sè riportandosi affianco alla gamba del suo padrone, la sua forma era cambiata. Era più grossa, più massiccia...
    Ed emanava tutta l'aggressività che anche il suo padrone, ora lasciava libera di manifestarsi in quell'energia guerriera ora davvero libera da ogni pensiero che non riguardasse quella battaglia.

    Sooka! Hajime Mashite, Horou! (E' così! Iniza ora, Hollow!)
    La sfida a cui tanto anelavi!


    Genji aveva preso la sua decisione. Non erano nelle condizioni, per mettersi a combattere due contro uno e contro una terza parte dalle intenzioni poco chiare.
    Se voleva combattere con loro, si sarebbero dovuti adeguare.
    Antonio Fuentes poteva uccidere ognuno di loro, singolarmente. In quanto minaccia maggiore, fare fronte comune era un pensiero assurdo, ma la cui attuazioe era necessaria.
    Avrebbero pensato dopo, alle questioni ideologiche. Ora...dovevano combattere.

    Genryuusai-dono non approverebbe, ma...
    Tregua fino a nuovo ordine, Adjuchas, Takeo.


    La guerra, portava davvero alle alleanze più inaspettate. Ma con esseri così ambigui e difficili da trattare come gli umani....tutto era possibile.
    Forse anche sconfiggere quell'essere, in questo modo.
    Forse.


    CITAZIONE

    Quest Master's Point (4)

    Oh, beh...i pezzi da 90 hanno deciso che ora ci si scanna allegramente, peccato non ci sia Zaraki in giro.
    L'idea di Liza mi è piaciuta, e ho fatto del mio meglio per ripagare l'inventiva, ma più di così non potevo fare visto che comunque una parte di Antonio ricordava "femmina=male", e che un hollow mai visto lo seguisse in un posto pieno di reiatsu tanto feroci era un pò sospetto.
    Per quello che vi riguarda, c'è da schivare un Cero alla "Spadata di Harribel", e dunque organizzarvi per il prossimo attacco. Il cero a bruciapelo ha fatto limitare le offensive per questo turno, ma se non lo tenete impegnato come in questo turno può sparare di peggio di un Cero cangiante.
    Avanti così insomma ;3

    Angolo dei dettagli:

  26. Percezione Reiatsu: Genji è sensibile, ma voi che c'è un altro Capitano non avete nè il tempo nè la calma per notarlo. Comunque, non c'è molto altro da sentire in mezzo a vortici di emanazioni spirituali prodotti da due energie viola, dunque qui nulla da dire.

  27. Nemici: Antonio è incazzato. Molto. Divide la sua attenzione fra Genji che è pericoloso, e Liza che gli ha fatto fare una figura da..emh. Takeo per ora ha ancora il minimo livello di attenzione necessario finchè non si separa dal gruppo, mentre gli altri hanno gli occhi incollati addosso in ordine di importanza 1) Genji e 2) Liza

  28. Spostamenti: ...Na, non credo vi lasci andare ormai x°DD
  29. Enjoy!
    I Do ;3


     
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    Outpost 29: (IV) ~ Queen of the scene


    If you wanna see some action
    Gotta be the center of attraction
    Make sure that they got their eyes on you
    Like the face that you see on every magazine

    Be the focus of attention
    Be the name that every one must mention
    Come out from the shadows, it's your time,
    Coz' tonight is the night for everyone to see

    It's natural
    You know that this is where you gotta be
    It must be your destiny
    Sensational
    And you believe that, this is what you've waited for
    And it's you that they all adore, so baby
    Now you feel like number one...
    Shining bright for everyone



    OST
    Song: Reallove:Reallife
    Author: Sphere
    Album:Ichiban Ushiro Daimaou OP



    seikou no guuzenchi wa ikinari KAOSU
    detarame na hibi komatterunda yo

    youkyuu wa mugendai datte shoujiki na honnou
    ugokidasu made ukemi to ka dame desho
    jibun honki sengen ato wa makasete
    miteyo kibou yori mo tsuyoi
    kokoro no koe sakende ii yo

    mujinzouna yume wa mugendatte kotoka


    Sphere - Reallove:Reallife
    The chances for success are suddenly in chaos.
    Random days… This worries me!

    Desire is infinity. That’s my honest instinct!
    We can’t just stay passive until we start moving.
    Make the serious declaration yourself and leave the rest to me!
    It’s stronger than hope,
    So let the voice in your heart shout out.

    So this unlimited supply of dreams is infinity?


    Sphere - Reallove Reallife



    Africa, Deserto del Sahara
    Appena fuori dall' avamposto 29




    La sabbia turbinava attorno all' immota e candida figura della Adjuchas, mentre guardava con aria di superiorità la nube di fumo dove un tempo si trovava il possente Vastolorde.
    Nubi di pulviscolo danzavano pigramente circondando le gambe corazzate e scorrendo via, trasportate con violenza da un gesto etereo.
    Un Cero non era mai una tecnica da utilizzare a cuor leggero, consumava un sacco di energie e solitamente si utilizzava come ultima risorsa in pochi rari casi di combattimenti così disperati da richiederlo, stavolta però il suo avversario era un Vastolorde, il grado più alto della scala evolutiva degli hollows, una delle poche creature che poteva sentirsi autorizzata ad osservarla dall' alto in basso senza dover temere di patirne le conseguenze, e per di più la voleva anche morta.
    In effetti questa poteva essere considerata una situazione di emergenza.
    Ma questo era l' ultimo dei pensieri della hollow.
    AL momento era infatti concentrata nell' essere al centro dell' attenzione di tutti, con il petto rigonfio di orgoglio ed una espressione soddisfatta, celata dalla maschera.
    Hu..hu..hu, una entrata in scena davvero epica...a volte mi chiedo come faccio ad essere così geniale.
    Si disse ridacchiando divertita tra sè e sè.
    Era un difetto che ultimamente la prendeva con forza, l' idea di essere al centro dell' attenzione, di risaltare davanti a tutti, di essere ammirata, vezzeggiata, adulata.
    Cose del tutto aliene per un hollow sempre perso nel mangiare e nella ricerca continua del potere.
    Eppure lei sapeva di essere diversa.
    Si poneva molte domande sul significato della sua esistenza, e su come riempire quel vuoto nel cuore in un modo alternativo al divorare anime di inocenti.
    Un palliativo era proprio quella, sentirsi necessaria per qualcuno e ricevere lodi e complimenti.
    Ammirazione, era questo che ricercava e bramava, ed era anche la ragione per la quale era scesa in campo quel giorno, per difendere le sue compagne, che proprio in virtudi quella ammirazione si erano schierate al suo fianco.
    E poi, ottenere un complimento od un riconoscimento dagli shinigami poteva anche far sì che la lasciassero in pace per un poco.
    CITAZIONE
    ...Adjuuchas?

    La voce bassa e graffiante dello shinigami in bianco le colpì come un randello nell' amor proprio.
    Dopo tutta la fatica che aveva fattoper rimanere impressa nella loro memoria la ricambiavano così, parlandole come avrebbero fatto ad un animale o ad un oggetto?
    No, non poteva proprio accettarlo.
    Si girò verso gli shinigami con una luce bizzarra negli occhi, e con aria offesa replicò, portandosi i pugni contro i fianch corazzati in un moto di stizza.
    Che diamine, odio ripetermi, ma per la decima volta, il mio nome è Alizabetha Coraciero, ma se proprio volete potete chiamarmi Liza...e...
    UN momento, sembrò chiedersi prima di finire la frase.
    Se avesse detto una stupidaggine l' avrebbero presa per una creatura decerebrata e ignorante come quella che imbrattava i piedi del potente hollow.
    No, doveva vincere la loro diffidenza e presentarsi in un modo che li avrebbe spinti a fidarsi di lei.
    Non che avesse in mente di tradirli, quella era una cosa che lasciava ad altri divoratori ben più biechi di lei, come quel perfido hollow alato di cui le sfuggiva il nome o ad alcuni shinigami di cui aveva fatto la conoscenza.
    Però attaccare insieme il loro avversario e sconfiggerlo , evitando artigli affilatissimi per poi ritrovarsi con una zampakuto conficcata nella schiena non rientrava esattamente nei suoi desideri a breve tertmine.
    Dunque si girò verso i due e sollevando uno dei due bracci coperti da una ampia manica a sbuffo rigida e bianca come la neve sollevò indice e medio in segno di vittoria e inclinò la testa di lato, quasi sorridesse per poi fischiettare allegra con una voce da sedicenne in completo contrasto con il suo aspetto fisico così massiccio.
    Sono una alleata della giustizia che passava di qui per caso!
    Non aveva ancora finito, che improvvisamente la polvere cambiò del tutto direzione, iniziando a fluire al contrario, mentre tra i banchi di polvere sollevati dall' esplosione del suo caolpo si iniziava ad intravedere una sagoma umanoide, i cui occhi ardevano di una luce rossa a lei sin troppo familiare.
    L' aveva già vista decine di altre volte in quelli che con molta pietà e disgusto si definivano suoi simili.
    Era odio, e rabbia, talmente copiosi da farla preoccupare anche se solo per un attimo.
    Tuttavia non poteva certo mostrarsi intimidita dopo tutto lo spettacolino che aveva messo in piedi.
    Così smosse la mano avanti e indietro in un cenno di indifferenza, e con un tono il più possibile altezzoso e superbo rise sonoramente prima di aggiungere con una punta di veleno tra le parole pronunciate.
    Hmmm, ancora vivo? Si vede che ci sono andata piano
    IMprovvisamente però una piccola ma compatta sfera di energia violacea spazzò via la nube di sabbia prima di inglobarla e daccrescere le proprie dimensioni sino a divenire delle dimensioni di un pallone da calcio circa.
    Era un costrutto enormemente potente, e fin troppo familiare.
    Era un CERO esattamente identico a quello che lei stessa gli aveva sparato contro pochi secondi prima...solo molto, ma molto più potente del normale.
    Lo sguardo del vastolorde inoltre lasciava molto poco all' immaginazione su quale sarebbe stato il suo bersaglio.
    Se li avesse presi in pieno li avrebbe inceneriti sul posto, lasciando di loro solo carbonella spirituale bruciacchiata e irriconoscibile.
    Con voce decisamente meno sicura di prima la hollow si scoprì sorpresa a mormorare, con un tono lievemente venato di incredulità e panico in egual misura, accompagnato da un risolino nervoso
    Ehi...ehi...andiamoci piano eh?
    Senza dare segno di averla sentita il potente vastolorde sollevò la mano e la mosse in un arco, rilasciando una lama di pura energia, che rapida come un fulmine iniziò a divorare tutto quello che trovava sul suo cammino.
    Il tipo in haori gridò un sensato avvertimento, oltre ad un buon consiglio, e Liza l' avrebbe anche seguito più che volentieri se la sua stazza non fosse stata quella che purtroppo era.
    Infatti il cero sembiante era stato lanciato ad una altezza tale, che persino gettandosi a terra l' enorme esplosione di energia le avrebbe portato via tutta la parte superiore del corpo, dalla nuca in poi
    Si rese conto che doveva trovare una soluzione in fretta, anche perchè non avrebbe rinunciato così facilmente al suo splendido fondoschiena.
    Nell' arco di pochi istanti l' enorme onda di energia si abbattè su di lei.
    Imprecando sonoramente la Aduchas sollevò avanti a sè una mano gridando
    Ma, ma stiamo scherzando!!!
    E in pochi millisecondi sul suo palmo si formò una piccola nube lenticolare di frammenti azzurrini, che si sfilacciarono sino a divenire un groviglio di minuscoli filamenti luccicanti.
    Turbinarono a velocità folle, per poi gonfiarsi improvvisamente, assumendo la forma di un grande scudo luminescente e rotondeggiante, pieno di iscrizioni indecifrabili che variavano di volta in volta, a seconda dei suoi gusti, una eredità non troppo spiacevole di quando ancora in forma umana studiava alla facoltà d' arte Nipponseiri di Tokyo.
    Solitamente prediligeva inserirci dei caratteri runici, tuttavia stavolta non aveva tempo di pensare e quindi lasciò che le stringhe si formassero da sole, raggrumandosi e dando vita a ideogrammi nipponici.
    Fini ed eleganti, proprio come piaceva a lei.
    Aveva speso mesi e mesi a controllare quell' energia, a darle una forma diversa da quella che Juggernaut amava, ma per lei era stato tempo ben speso, visto che adesso quello scudo energetico, il Baluarte
    image
    Formula: Sconosciuta.
    Descrizione:Questa tecnica difensiva consiste di un meccanismo molto semplice, concentrando parte del proprio reiatsu in una limitata area di spazio l'hollow genera un campo di energia che deflette gli incantesimi egli attacchi magici nemici, proprio come farebbe un normale scudo.
    Questo campo di energia luminosa di forma lenticolare, copre approssimativamente un'area di 6 metri quadrati nella sua massima estensione e per tutta la sua interezza possono essere visti segni simili ad iscrizioni, esattamente come accade per il Gran rey cero (La hollow non lo ammetterà mai, ma questa tecnica le è stata ispirata dagli anime che aveva visto in vita,o almeno questo è quello che si vocifera).
    Questo scudo può annullare un numero qualsiasi di attacchi la cui entità complessiva sia non superiore ad un medio/alto, tuttavia qualora l'attacco risulti impiegare più reiatsu lo scudo si disperderà attutendo eventualmente il colpo.
    Se lo scudo è ancora intatto può essere mantenuto per il turno successivo pagando l'apposito costo in reiatsu, tutavia i danni assorbiti permangono
    Restrizioni: da Energia Rossa, creabile solo una volta a turno
    Consumo: Alto + 1/2 Basso per mantenimento ogni turno
    .
    si era meritato davvero il nome che lei gli aveva dato...lo "scudo infrangibile"
    O almeno avrebbe dovuto, tuttavia la forza dell' hollow era troppo superiore alla sua.
    Centimetro dopo centimetro la creatura si vide spinta indietro, la pressione era terrificante e premeva con violenza contro lo scudo, pressandolo e impattandoci contro con violenza come la marea contro gli scogli.
    E tutto divenne bicromatico. Ai suoi occhi esistevano solo il porpora del cero e l' azzurro verdastro del suo scudo, che lottavano l' uno contro l' altro per la supremazia.
    LO scudo si crettò con un rumore cristallino, proiettando in aria due tenue e fragili luci, che ondeggiarono per alcuni momenti prima di spengersi definitivamente.
    La sua barriera stava cedendo.
    Gwah, gh...gh...ghaaaaaaa!
    Con uno sforzo sovrumano immise più energia possibile nella fragile barriera, ben conscia che tra lei e il suo completo annientamento si frapponevano niente di più che pochi millimetri di energia solida.
    POi con un rumore di porcellana che si spezzava il Blauarte cedette, sommergendola con una ondata di energia corrusca e gettandola a terra.
    E li rimase, immobile, mentre una sottile spirale di fumo si sollevava dal suo corpo martoriato.

    Poi rapida come un gatto tornò in piedi con un balzo felino, e con aria scocciata indicò le protezioni sul suo braccio destro, fuse e disciolte dall' intenso calore e dalla atroce quantità di energia.
    [2x Ferite Medie al braccio destro, Distruzione della parte potenziata dx]
    Era una ferita decisamente grave, tuttavia una mera frazione di quello che le sarebbe potuto accadere senza la difesa che aveva frapposto tra lei ed il colpo che aveva testè ricevuto
    Con voce stizzita e incredula gridò al potente Menos, adesso inconsciamente parlando con la sua voce originale da ragazza di diciotto anni circa.
    Sei pazzo a lanciare una cosa del genere?! Sarei anche potuta restarci secca!!
    Non si prese la briga di controllare le condizioni dei suoi momentanei alleati, anche se immaginava non fossero così sprovveduti da farsi uccidere subito.
    Adesso il loro nemico era veramente furibondo, come evidenziarono le sue parole, cariche di rabbia e di rancore a stento repressi, e quella sì che era una cosa a cui era davvero necessario prestare attenzione.
    Le sue parole stillavano veleno e violenza, sembrava quasi che li stesse prendendo a pugni tutti quanti con quelle sue parole così violente.
    CITAZIONE
    ..Lurida cagna...e voi, Shinigami imperiosi...
    La vostra sfida è accettata, ma inizia solo ora.
    Insegnerò a te, Coraciero, il posto che compete a chi pensa di mordere la mano del padrone e vantarsene come se niente fosse! Ditemi i vostri nomi, Shinigami, così che possiate quantomeno venire ricordati per aver provato a resistermi!

    Adesso era veramente troppo, si disse stizzita, adesso quel borioso, presuntuoso, altezzoso, tronfio, figlio di madre ignota ma non troppo fedele al marito aveva passato il segno.
    POtevano strapparle la pelle dal corpo, farle del loro peggio sfregiandola e rendendola irriconoscibile... ma nessuno, assolutamente nessuno, poteva permettersi di offenderla in quel modo.
    Con un ringhio sommesso di rabbia gonfiò a sua volta il suo reiatsu, che si sollevò come una colonna di energia verde pallido tingendo l' aria di una delicata ma mortifera luminescenza fluorescente.
    Puntò un dito accusatorio contro Fuentes ed esclamò con tono di sfida per nulla intimidita.
    Tsk, rettifichiamo, io non sono il cane di nessuno, anche perchè di guinzagli non ne porto. Io non ho un padrone, nè ne avrò mai, al contrario di te, piccolo povero patetico divoratore di anime, che sei schiavo della tua patetica ambizione da quattro soldi... Se IO sono qui per affrontarti non è certo per un mio personale desiderio, ma per una promessa che ho fatto a persone importanti per me...e nient'altro
    Cambiò il piede d' appoggio mentre il dito da indicatore si trasformava in un unico e fluido gesto accusatorio, quasi come una lancia puntata alla gola del Menos.
    Io non cerco soddisfazione personale, nè il potere....io faccio solo quello che mi pare, e Nessuno, nemmeno tu con tutta la tua presunta potenza, potrete dirmi quello che devo fare!
    Poi avvertì un cambiamento nel raiatsu dello shinigami bianco accanto a lei, adesso era molto più affilato, intenso, e carico finalmente di voglia di combattere.
    Che avesse deciso di darsi una smossa?
    CITAZIONE
    Rettifico la mia affermazione, Fuentes.
    Io e il mio compagno, non siamo più gli unici Capitani di cui ti devi preoccupare.
    E se vuoi sentire un nome di cui ricordarti...ti accontento subito.

    Quel nome le fece rizzare le orecchie, cosa impossibile, visto che si trovavano ben incapsulate dentro la sua liscia maschera.
    Capitano? Huh, sembra una persona importate, vuoi vedere che mi sono schierata a fianco di una celebrità?
    Trillò tra sè e sè deliziata dal suono di quelle parole.
    Se tutto andava bene eliminare Fuentes sarebbe stata una cosa decisamente più semplice.
    Con la testa sovrappensiero la sua mente ritornò a Felio Sanada; e si chiese con aria perplessa che grado ricoprisse in quel momento.
    Probabilmente, conoscendolo, in quel momento si trovava a molti chilometri di distanza, ad insegnare ad un altro hollow meno fortunato di lei altre di quelle stupidaggini sulla spada e sul combattere assieme.
    Certo, su molte di esse aveva ragione, ecceto che su una cosa...ancora non aveva trovato una spada in grado di competere con le semplici mani.
    Nel frattempo il "capitano" aveva rilasciato il suo shikai con poche arcane parole, anche se la cosa orami non la entusiasmava più di tanto.
    CITAZIONE
    Sokuroru...(Scorri....)
    Kaishite. (Via Energetica)

    Stavolta dopo quelle parole la spada si trasformò, assumendo anch'essa un aspetto diverso da tutte le altre.
    Era un enorme spadone, massicio, brutale, e ricolmo di energia, che brillava quasi ne fosse stato ricolmo, pieno sino a scoppiarne.
    Per la prima volta iniziava a realizzare che il tipo aveva effettivamente un grande potenziale...
    E forse quell' haori bianco non era solo una banale decorazione, un po' come il suo titolo, dopotutto.
    Così fischiettò tra sè e sè, divertita dalla situazione in cui aveva appena scoperto di trovarsi
    Woooow, uno Shi-kai, davvero considerevole, sono anni che non ne vedevo uno, e accidenti se non sembra pericoloso...per una volta sono contenta di essere dalla parte del vincente hehe
    Però ad una occhiata più approfondita quella potente Zampakuto non si rivelò così possente come la prima impressione aveva fatto sembrare.
    No, in effetti non era altro che un enorme pezzo di metallo urlante.
    Però è davvero rozzo e brutale...
    Se tutto fosse andato bene però, avrebbe anche potuto spezzare di netto un osso o due a quel tronfio di Fuentes se tirato nelle parti giuste.
    Lo stava comunque iniziando a rivalutare, quando lo shinigami fece un grosso errore.
    CITAZIONE
    Genryuusai-dono non approverebbe, ma...
    Tregua fino a nuovo ordine, Adjuchas, Takeo
    .

    Non era possibile, era la terza volta di fila che lo diceva, ma quel bruto senza cervello non imparava mai?
    Non era una cosa così difficile da dimenticare, ma una mancanza di rispetto come quella non poteva essere ignorata, non da una creatura altezzosa e desiderosa di attenzioni come lei.
    No, proprio non le andava giù.
    Così si girò verso quel dannato maleducato, e con aria velenosa gli sibilò infuriata ed esasperata, riservandogli la stessa parte che aveva fatto al Vastolorde.
    Ma è così difficile da capire? L-I-Z-A! Capito? Non Adjuchas, per quanto tu possa disprezzare quelli della mia razza anche noi abbiamo dell' amor proprio...
    Poi sospirò, capendo che neppure centinaia di anni drimproveri avrebbero potuto far cambiare idea a qualcuno uscito da secoli di indottrinamento forzato.
    Avrebbe dovuto sopportarli entrambi, almeno sino a quando avrebbero avuto un nemico in comune, c'era poco da fare, qualunque cosa avesse potuto fare non sarebbe certo stata più facile di quella che si apprestava a fare.
    E rispose con rassegnazione
    Ma a parte questo, affare fatto...Shinigami
    Poi indicò il loro comune nemico, ed esclamò in perfetto spagnolo, lingua che non comprendeva, ma parlava perfettamente.
    Un' altro dei grandi misteri della sua evoluzione in hollow.
    E adesso...Adelante, Compagneros!
    Così, con un balzo in avanti si scagliò contro la potente creatura.
    Dopotutto non era lei la regina del palcoscenico?
    Che la seguissero, dopotutto il loro ruolo non poteva essere altro che quello.

    Certo, non poteva però affrontare il suob nemico così a cuor leggero.
    Spaeva per sentito dire dell' innata resistenza dei vastolorde, e delle loro sovrumane capacità fisiche, ma quello che aveva udito non rendeva effettivamente per niente giustizia alle loro reali abilità.
    Aveva visto lo shinigami biondo colpire il corpo del ragazzone, ma sembrava avesse colpito un blocco di solida pietra, e per di più persino il suo Cero non aveva avuto un grande effetto, sebbene sembrasse avere sortito qualche danno di entità superiore.
    Inoltre gli attacchi schivati erano prevalentemente masse di energia, mentre si era limitato il più delle volte a parare i colpi fisici.
    La soluzione poteva essere una sola dunque, un attacco indiretto.
    Tuttavia non aveva voglia di utilizzare il suo colpo migliore per quel mostro, no, doveva giocare d' astuzia, e proprio quello avrebbe fatto.
    Schizzò come una folgore verso l' hollow, caricando un pugno di energia sfrigolante.
    Doveva dare l' impressione che quello fosse un attacco disperato, e per rinforzare l' idea trillò con violenza.
    Fuentes, spero tu ti sia fatto bello nel frattempo e che ti sia reso presentabile, perchè stò per aprirti quella dannatissima maschera in due!
    E nel terminare la frase sferrò un diretto in viso all' hollow, ad una velocità che nelle sue stime doveva permettere al potente divoratore di pararla facilmente.
    Non sottovalutava l' importanza psicologica che un colpo alla maschera aveva su tutti gli hollows, e in fondo chi meglio di lei, poteva saperlo se non un'altro hollow?
    Tuttavia il suo scopo non era attaccare la maschera.
    Non appena ebbe la certezza che l' hollow si sarebbe parato fermò la mano a pochi centimetri dal corpo nemico, per poi sussurrare con una punta di malizia
    Chance....Nè?
    E canalizzando l' energia accumulata nel pugno la rilasciò con un sonoro scoppio, che sollevo una leggera nuvola di vapore pressurizzato
    mentre il Bala
    image
    Formula: Sconosciuta.
    Descrizione:Una versione depotenziata del cero, ma più veloce (+2 tacche Zanjutsu esecutore). Per lanciare la tecnica si concentra del Reiatsu in un braccio, e lo si rilascia attraverso un pugno verso l'avversario. La tecnica è accompagnata da un rumore simile ad una cannonata e da un cerchio di fumo che si sviluppa a metà strada tra l'utilizzatore e il bersaglio. Una volta raggiunto il bersaglio, se questo è a terra, alzerà un grande polverone. Si può utilizzare la tecnica semplicemente per alzare il cosiddetto polverone, direzionandola invece che verso il nemico verso terra. Le ferite procurate dal Bala sono ustioni medio-basse.
    Restrizioni: Solo Adjuchas, Vasto Lorde e le loro evoluzioni Arrancar.
    Consumo:Medio
    .

    colpiva il suo supposto bersaglio.
    Di per sè era solo una versione depotenziata del Cero, solo leggermente più potente di un colpo normale, ma a quella distanza era certa che i suoi danni li avrebbe inferti.
    Poi fece brillare il reiatsu sulle sue ali e con un salto si portò in alto, per poi ricadere una decina di metri più indietro, confidando che i suoi temporanei alleati avrebbero sfruttato quell' apertura caricando direttamente.
    Lei amava sì mettersi al centro dell' attenzione, ma finire accidentalmente sulla traiettoria di due mieti-anime non era esattamente il suo desiderio più grande al momento.
    Ahi ahi ahi Fuentes, ti sei scoperto lo sai? Prima regola, mai mostrare il fianco!
    Esclamò divertita, e poi aggiunse gelida come un ghiacciaio
    E seconda regola, mai, mai essere scortese con una signorina...


    CITAZIONE
    Status:
    Forza » 500
    Velocità » 400
    Resistenza »500
    Zanjutsu » 500
    Kidou » 400
    Ferite » 30/46
    Reiatsu » /12/22 bassi
    Reiatsu (Marginali) »48/88

    Parte corazzata »
    Piastra sull' Avambraccio Sx
    Piastra sull' Avambraccio Dx

    Condizioni psicologiche » Seccata per il fatto che nessuno sembra ricordarsi il suo nome, ma più fiduciosa delle sue possibilità di vincere questo scontro
    Condizioni fisiche » Ferite da ustione e contusioni sul braccio destro, con profonde fratture e crepe nella parte preposta alla difesa che ne pregiudicano l' uso
    Tecniche usate» Baluarte, Bala
    Categoria » Hollow
    Grado» Adjuchas
    Energia » Blu


     
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  31. Dark Neji
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    Un esuberante alleata



    CITAZIONE
    ...Adjuuchas?

    L'unico rango a cui poteva appartenere la nuova arrivata, che sembrò stizzita dall'essere catalogata in modo così misero ai suoi occhi. Col senno del poi, si poteva intuire facilmente a che stadio dell'evoluzione era giunta Alizabetha Coraciero. Che si trattasse della categoria Menos era fuori da ogni dubbio, solo quegli Hollow elevati potevano produrre i tanto temuti raggi cremisi e di certo non si trattava di un Gillian. Troppo piccola per essere al livello di quei grossi pinocchioni, inoltre non si poteva trattare di una pari del Fuentes. Se così fosse stato di certo non avrebbe sfruttato un sotterfugio del genere per tentare di colpire a morte il comune nemico, non considerando l'aspetto generico diverso da quello umanoide che veniva associato ai Vasto Lorde.
    Dunque andando per esclusione non si poteva trattare che di un Adjuchas femmina, una presenza che si poteva rilevare utile se alleata visto che era proprio il gradino precedente allo stato evolutivo del conquistatore del continente nero. Ed a quanto pareva l'egocentrica Divoratrice sembrava essere dalla parte della... giustizia?
    °Teatrale senza ombra di dubbio... Ma cosa le passa per la testa?° Strana la definizione di paladina per una della sua razza, che fosse davvero una messinscena? Un ulteriore spina nel fianco che avrebbe davvero messo in difficoltà la coppia sensei/allievo se quest'ipotesi era veritiera.
    Restare all'erta era tutto ciò che il biondo dio della morte poteva permettersi non sapendo fino a che punto si potesse fidare dell'inaspettata alleata. Quella tra le loro razze era una guerra millenaria, che mai aveva conosciuto tregue di sorta. L'istinto spingeva entrambe le fazioni ad uno scontro mortale eppure in quella particolare situazione sembrava che Alizabetha volesse affiancarsi a quelli che di norma erano i suoi naturali nemici per sconfiggere una presenza scomoda per tutti. Ma fino a che punto fidarsi?
    Questa la domanda che frullava in testa a Takeo. Da parte sua se si decideva di instaurare una momentanea alleanza, non avrebbe mai approfittato dell'occasione per distruggere anche colei che si era messa senza remore al loro fianco. D'altra parte invece, era difficile capire cosa passasse per la testa della Coraciero. Troppe esperienze aveva avuto con suoi simili e sapere che la natura di quei mostri fosse opportunistica era qualcosa di affermato nel Kikuta. Nella secolare esperienza che aveva avuto con quelle bestie, non aveva mai visto nessuno di loro allearsi od unirsi in gruppi che non fossero comandati da violenza, paura o tornaconto. La teoria non facilitava la sua scelta e di certo il pensare alle conseguenze che avrebbe portato la temporanea alleanza tra un membro del Gotei I ed un Hollow peggiorava ulteriormente le cose. °Genryusai-sama mi lincerà appena lo verrà a sapere...°
    Scendere a patti con un Divoratore, probabilmente l'avrebbe definito il peggior atto disonorevole che uno Shinigami potesse fare, eppure la ragione gli suggeriva che la terza presenza sarebbe stata più utile per sconfiggere Antonio.
    Un leggero sospiro di rassegnazione uscì dalle labbra dell'Ufficiale, sarebbe stata una momentanea tregua finchè non avrebbero ucciso il comune nemico e poi ognuno per la sua strada. Ovviamente se il Capitano Genji avesse approvato lo scendere a patti con un Adjuchas.
    Un capitano che sembrava distratto da qualcosa che avveniva dall'avamposto, mentre ancora la polvere copriva il colpo del Fuentes non rivelandone i danni subiti, seppur la presenza del suo reiatsu era ben distinta in mezzo a quella nube. Le labbra di Shohei sussurrarono qualcosa che giunse non ben distinto alle orecchie del Kikuta, che venne invece attratto dalla nascita di un vortice nel punto in cui si trovava il loro avversario.


    CITAZIONE
    Hmmm, ancora vivo? Si vede che ci sono andata piano

    Piano? Un cero sparato a distanza ravvicinata avrebbe ucciso chiunque anche tra i suoi pari-grado. Fino a che punto arrivavano le forze del Vasto Lorde? O come prima era stato il suo strano potere a permettergli di salvare la pelle?
    Non che ci fosse il tempo di pensarci su, la sfera di energia risucchiò una buona parte della cortina mostrandosi nella sua nefasta natura. Sembrava un potente Cero e l'energia spirituale rigonfiata del Hollow non prometteva niente di buono. Probabilmente il primo ad accorgersene fu proprio il massimo esponente dell'Ottava, che diede un secco consiglio per sopravvivere. Peccato che la differenza di forze non permise a Takeo di salvarsi totalmente da quel colpo troppo veloce per uno come lui.
    Un movimento secco diede al raggio annientante una forma strana che molto ricordava la tecnica che il Terzo Seggio era solito lanciare con lo Shikai rilasciato.
    Le ginocchia del bronzeo Shinigami si piegarono automaticamente in una mossa istintiva, col l'unico scopo di salvarsi la vita. Purtroppo le iridi blu videro la sottile linea di reiatsu malefico puntare dritta alla sua testa. Non era stato abbastanza fulmineo nel sottrarsi a quella tecnica e se non trovava un riparo istantaneo avrebbe detto addio a metà del suo cranio.
    °Merda!° In quel momento una parte dello spirito del Kikuta ringraziò i Kami e sua madre per averlo fatto nascere con dei riflessi superiori alla norma, se così non fosse probabilmente la sua morte sarebbe giunta senza repliche. Eppure il braccio destro si alzò automaticamente per portare la mieti-anime a protezione del viso. Non sarebbe stato una bella parata, ma di certo era meglio che giocarsi la testa. I muscoli dell'arto si irrigidirono mentre il reiatsu gonfiava le fibre per aumentarne la forza di difesa [1 Basso Res.500] e l'avambraccio libero si poneva sulla parte senza filo della zanpakuto per tenere il più dritta possibile la lama. La mascella si serrò nel vedere l'onda avvicinarsi, era pronto.
    L'impatto fu terribile, tanto da far tremare i muscoli di entrambe le braccia. Come aveva capito fin da subito, la forza che aveva non era in grado di bloccare il colpo, ne di deviarlo. Fu per questo che l'unico scopo di quella difesa disperata era di sfruttare il violento scontro per spingersi verso il basso ed evitare di essere tagliato in due. Un principio tipico delle arti marziali, sfruttare l'energia avversaria nella difesa, peccato che più che evitare era giusto dire, venir sbattuti. Già perchè molto più drammatico del previsto fu l'impatto sul terreno sabbioso da parte del ragazzo [Ferita Bassa], anche se i maggiori dolori venivano dalle braccia. Una piccola stilla di sangue scese da un taglio superficiale dell'avambraccio sinistro. Un colpo talmente forte da rendere tagliente anche il mune della katana [Ferita Bassa], ma quello che era messo peggio era il braccio destro. Probabilmente alcuni tessuti muscolari si erano strappati a causa dello sforzo [ferita Media totale], nonostante l'arto fosse ancora utilizzabile.
    Un po a fatica il 3° Seggio si rimise in piedi, mugugnando leggermente a causa del dolore. Ora la figura del Fuentes era ben visibile e i danni subiti dall'inaspettato attacco di Alizabetha non avevano lasciato l'impronta distruttiva che tutti speravano. °Che abbia usato ancora quel suo scudo nero?°
    Una bella complicazione se ogni volta che rischiava di subire un attacco letale, poteva pararsi dietro quell'elemento nero e cavarsela con ferite superficiali. Meno solido però sembrava lo spirito del Vasto Lorde, che pareva non sopportare un simile affronto da parte di un essere a lui inferiore. Un punto a favore del nuovo trio se si considerava che un lottatore infuriato è normalmente vulnerabile. Sempre che si era abbastanza forti da sopravvivere a quel malsano reiatsu rigonfiato che invadeva l'area circostante. A quanto pareva non aveva più intenzione di trattenersi, avrebbe dato tutto se stesso. L'attenzione del Kikuta si quadruplicò, altri errori avrebbero significato la morte per uno come lui in quel inferno di nemici oltre la sua portata.
    Fortunatamente il vortice di energia creatosi attorno il condottiero mascherato non fu l'unico a comparire di fronte al cancello Sud, un altro diametralmente opposto ed altrettanto potente, venne rilasciato senza remore donando al suo possessore una candida aura che avvolse per un attimo tutto il suo corpo.
    Era dunque arrivato, il momento di dare il tutto per tutto. A quanto pareva fuori dalla sfera percettiva del Kikuta era successo qualcosa che aveva tolto ogni limitazione al Capitano dell'Ottava. Dalle sue parole sembrò che fosse giunto un altro bianco Haori nelle terre desertiche, ma l'Ufficiale ignorava di chi si potesse trattare, togliendo ogni futile pensiero dalla testa per concentrarsi unicamente sul nemico.
    Shonei Genji voleva fare sul serio e questo significava che ora bisognava sfruttare ogni minima mossa per annientare colui che si era macchiato del sangue di numerosi loro colleghi. Il tempo di studiare era finito. Ora bisognava combattere per vincere e due semplici parole fecero intendere ai presenti quanto Shohei Genji avesse intenzione dei fare sul serio.
    Kaishite, una splendida zanpakuto color grafite. Riusciva a tagliare qualsiasi cosa si trovasse sul proprio percorso, facendo sembrare burro anche l'acciaio più resistente. Una soul slayer che Takeo ammirava fin dalla prima volta che l'aveva vista e che si adattava perfettamente al proprio possessore ed al suo stile di combattimento. Era proprio su quell'alta affinità possessore/arma, che il Kikuta aveva lavorato con Ryuuga per riuscire ad arrivare al livello del proprio maestro.


    CITAZIONE
    Genryuusai-dono non approverebbe, ma...
    Tregua fino a nuovo ordine, Adjuchas, Takeo.

    Allora la decisione era stata presa, alleanza finchè non si sarebbe battuto colui che poteva porre fine alle loro vite in caso di combattimenti singoli. Una scelta saggia da parte del Capitano, nella speranza che non se ne sarebbero dovuti pentire in futuro. Anche se il velenoso scambio di battute faceva intendere abbastanza bene le intenzioni dell'unico esponente di sesso femminile.


    CITAZIONE
    Ma è così difficile da capire? L-I-Z-A! Capito? Non Adjuchas, per quanto tu possa disprezzare quelli della mia razza anche noi abbiamo dell' amor proprio...

    Una delle sopracciglia di Takeo si alzò perplessa, bisogna ammettere che il caratterino della Coraciero era del tutto singolare. Mai aveva sentito parlare di un Hollow d'amor proprio o di offendersi per essere classificato per ciò che era. Probabilmente la complessità della mente degli stadi più evoluti di quella razza era ancora un mistero per lui. °Magari oggi apprenderò qualcosa di buono...°
    Anche Liza aveva dato il suo assenso all'alleanza. Una presenza parecchio chiassosa in un coppia che di norma era più seria in occasioni come quella. Beh se non altro sarebbe stato più leggero lo scontro psicologico.
    I palmi dell'Ufficiale strinsero con forza l'elsa della propria arma, mentre il braccio destro ancora aveva dei piccoli spasmi a causa delle lacerazioni muscolari. Ryuuga fremeva per potersi sfoderare in tutta la sua potenza ed assaggiare il sangue nemico. Aveva sempre avuto questa natura famelica e bestiale nelle battaglie degne di nota. E quella era la battaglia per eccellenza. °Dovrai attendere ancora un po...Ancora un po.°
    Lasciarsi andare e rischiare di sprecare reiatsu era facile in una situazione come quella, ma il 3° Seggio aveva sostenuto fin troppe battaglie per sapere che non era conveniente buttarsi alla cieca senza una strategia adeguata. Si sarebbe adeguato alla situazione e poi avrebbe assestato un colpo il più possibile potente. Arrivati a quel punto era inutile trattenersi. °Devo solo trovare il momento giusto, in modo che non possa usare quella cosa.°
    La prima a partire fu proprio l'ultima arrivata, attaccando senza problemi di sorta colui che le era superiore nella scala evolutiva. Le iridi del Kikuta fissarono lo scambio di colpi tra i due mentre si spostava leggermente in avanti per approfittare di eventuali aperture.
    Doveva portare a segno un colpo il più possibile letale, in modo da sbilanciare la battaglia a loro favore. E probabilmente la venuta di Liza sarebbe stata favorevole per usare la propria tecnica.
    Il furtivo avvicinamento del biondo ragazzo si arrestò, se le cose andavano come pensava tutta l'attenzione del nemico si sarebbe concentrata sulla Adjuchas. Un lungo respiro fuoriuscì dalla bocca dello Shinigami, mentre fuggenti ricordi del giorno in cui il suo sensei gli aveva parlato di tecniche elementari passarono nella sua mente. Era da lì che aveva iniziato a sviluppare una tecnica, che aveva fatto il suo debutto nello scontro con Zaraki Kenpachi. Allora aveva constatato che la propria creazione era utile in determinati casi, ma poco efficace con avversari più forti.
    Da quel pensiero era bastata solo molta pratica e fantasia per migliorare il vortice che creava grazie all'energia del vento a cui era affine.
    I muscoli del ragazzo pulsarono mentre il proprio reiatsu veniva incanalato nelle braccia in grandi quantità. Se non lo avesse fatto fuoriuscire probabilmente gli sarebbero scoppiate tutte le arterie a causa della pressione. Era a soli cinque metri dal bersaglio che aveva appena subito l'attacco della Coraciero e seguendo i movimenti del Vasto Lorde (qualunque essi siano), il Kikuta si mise nella giusta posizione per compiere la sua tecnica. Una classica posa del kendo, lo sha no kamae.
    L'aura azzurrina passò dai suoi arti superiori ad avvolgere la propria arma, formando una spirale doppia. La rotazione aumentò in pochi istanti mentre il 3° Seggio recitava il kotodama.
    -Venti del cielo soffiate verso il cuore. Smozzate i respiri e sferzate chi si para sul vostro cammino.-
    Colei che aveva attaccato per prima, stava abbandonando il campo in quell'istante: era il momento giusto. Se le cose andavano come sperava, la sua mossa sarebbe stata abbastanza improvvisa e troppo vicina per evitarla del tutto. Le braccia si alzarono all'altezza delle spalle con Ryuuga tenuta in posizione orizzontale che puntava dritta al plesso solare.

    -Ryuu No Iki-

    Un lungo balzo in avanti portò Takeo in una tipica posizione d'affondo, mentre l'energia che era stata incanalata nella zanpakuto, venne scagliata sotto forma di piccolo vortice verso il proprio bersaglio in un attacco diretto.
    Poco tempo sarebbe rimasto in quella posizione a verificare gli effetti della propria tecnica, poi caricando le ginocchia fece un balzò indietro per portarsi vicino alla nuova alleata.
    Il fiato corto e il sudore sulla fronte erano chiari segni che quella mossa richiedeva un sacco di energie all'Ufficiale. Per un attimo il suo sguardo fissò la presenza ossea vicina, per poi tornare a posarsi sul comune nemico. Visto che ora erano sulla stessa barca tanto valeva condividere informazioni.
    -Liza-san se ho ben capito. Spero non ti dia fastidio, ma essendo corto è più facile da pronunciare in battaglia. Visto che siamo alleati ti dirò cosa so su Fuentes. Pare sia in possesso di un particolare potere che gli permette di creare materia nera e modellarla a suo piacimento. L'ha usato prima per evitare un attacco di Genji-taichou. E' mia ipotesi che si tratti della sua ombra, ma l'ho vista solo una volta ed ancora non ho un quadro completo della situazione.-
    Che giornata, prima l'attacco di un Vasto Lorde, poi si era ritrovato un Adjichas come alleata. Ed ora stava tranquillamente chiacchierando con lei come se fosse una dei suoi colleghi.
    °Prenderò decisamente una sgridata alla fine di tutto questo...°






    Tabella riassuntiva
    Riserva di Reiatsu:

    Stato mentale:
    E' tempo di fare sul serio, ora l'unico scopo è sconfiggere l'avversario.
    Consumi Reiatsu:


    Ferite: [24]
    Armi:
    Zanpakuto Impugnata
    Wakizashi Impugnata
    8 Pugnali da Lancio
    1 Senpen Banka
    Equipaggiamento:
    1 Benda di cura
    1 Gigai Portatile
    1 Cauterizzatore Speciale
    Turno difensivo:





    Turno Offensivo:





    Statistiche:
    Forza: 350Velocità: 450Resistenza: 350
    Zanjutsu: 450Kidou: 400Rilfessi: 450
    ©opyright By Dark Neji
    Don't Copy


    SPOILER (click to view)
    Ryuu No Iki (Soffio del Dragone) - Kidou

    Formula di attivazione: Venti del cielo soffiate verso il cuore. Smozzate i respiri e sferzate chi si para sul vostro cammino.
    Divisione: Tecnica Personale
    Descrizione: La tecnica è un evoluzione del Ryuu Dou No Narumi. Come la prima versione anche questa consiste in una stoccata con la zanpakuto, ma gli effetti del Kidou sono completamente diversi.
    Il caricamento e l'esecuzione del colpo sono identici alla prima tecnica personale di Takeo, però questa volta la concentrazione di reiatsu è vincolata in una zona ristretta. Questo permette di aumentare la potenza del colpo a discapito di una zona di azione più piccola. Il vortice ha un diametro di 15 cm e una gittata di sei metri in linea retta seguendo la direzione della punta della soul slayer.
    L'evoluzione fatta dal Kikuta sta proprio nel dare un potere perforante alla sua tecnica personale che aveva più forza d'impatto, sfruttando la rotazione del vento come una punta di trapano. La ferita nel caso si venga colpiti in pieno è di entità Grave da perforazione, mentre nel caso si venga colpiti di striscio a causa della velocità del vortice ventoso si subisce una ferita Media da escoriazione.
    Restrizioni: Energia Blu
    Elemento: Vento
    Grado: Ufficiale
    Consumo: Alto
     
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  32. Yami Kaguya
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    Outpost 29
    -V-
    There's always a worst place to be



    Africa, Deserto del Sahara
    Avamposto 46



    Mentre gli scontri presso l' avamposto 29 giungevano al loro culmine lontano dal Cairo, a molte centinaia di kilometri di distanza un'altra battaglia stava avendo luogo sebbene con modalità molto simili. Le forze combinate della Seireitei e dell' ordine stavano attaccando l' avamposto gemello del 29, il 46, che dopo aver inviato una acorata richiesta di aiuto aveva interrotto ogni comunicazione in uscita.
    L' alba di quel giorno vide l' intera linea dell' orizzonte incresparsi e mutare mentre una enorme forza da combattimento di pronto intervento sciamava verso le mura della silenziosa fortezza come un orda di insetti affamati.
    Non dovendosi occupare delle forze hollow a nord infatti, l'ordine dei quincy aveva dispiegato tutta la sua potenza su quel mucchio di pietre spirituali. Oltre 120 quincy della divisione africana appoggiati da ciò che rimaneva della guarnigione di shinigami in Africa guidata dal suo capitano irruppero nel castello, attraversando con passo guardingo e circospetto le porte spalancate della fortezza.
    Tre squadroni guidati dal maggiore Szabo avanzarono lungo il fianco destro, mentre con una forza di egual misura il tenente Al'Rashem faceva lo stesso sul fianco sinistro.
    Il contingente principale invece, composto di unità miste di entrambi gli schieramenti, guidate dal capitano shinigami Yooguro Shiharashi sotto la copertura degli archi dei quincy iniziò la sua avanzata attraverso le strade deserte della cittadella senza incontrare alcuna resistenza per più di un kilometro.
    I rapporti che afluivano continuamente erano indescrivibile eccetto che per una parola...inquietanti.
    Nessun contatto con il nemico, nessun sopravvissuto, ma quello che era peggio era che non vi era alcun cadavere.
    Sembrava che nessuno avesse combattuto, che non vi fosse stato alcun tipo di lotta, quasi che nessuno vi avesse mai stazionato; e lo stesso valeva per le camerate, disfatte in fretta e furia, come ci si aspetterebbe da un assalto improvviso e inaspettato, con tutti i segni dichiaratori di una moblitazione totale.
    Eppure, nessuna tracia degli shinigami stazionati di guardia.
    Più di quaranta shinigami svaniti nel nulla.
    Per oltre un'ora gli invasori percorsero avanti e indietro la cerchia esterna ed interna, poi, dopo pochi minuti, riuscirono infine ad accedere alla cittadella. La situazione non sembrava mutare, lasciando più che perplessi gli ufficiali di stato maggiore sino aquando gli squadroni di Szabo non raggiunsero la sala di controllo centrale. Tutto quel che riuscirono a dire prima che si interrompessero le comunicazioni fu una frase che confermò i timori di tutti.
    "E' una trappola!"
    E nei secondi seguenti, si scatenò l'inferno.
    Il cielo si riempì di ombre e profonde ferite stillanti oscurità da cui fuoriuscirono centinaia di Hollows e Gillian che colsero completamente di sorpresa gli attoniti attaccanti. Questi ultimi si ritrovarono a loro volta accerchiati e attaccati, la peggior situazione possibile.
    Gli scontri avvamparono con la violenza di un incendio e nonostante un numero astronomico di perdite a poco a poco le forze alleate riuscirono ad organizzare una difesa attorno alla piazza centrale del fortino.
    Sembrava impossibile... Ma ci stavano riuscendo!
    Metro dopo metro l'invasione dei loro eterni nemici stava venendo respinta.
    Per altre due ore Shinigami e Quincy affrontarono ogni assalto con determinazione, colpi di frecce spirituali e Zanpakuto. La situazione stava diventando una fotocopia di quella all'avamposto 29, senonché circa tre ore dopo che il primo Quincy era entrato nel centro di comando le tenebre oscurarono nuovamente l'area del conflitto segnando l'ingresso di una nuova forza.
    Nuova, inaspettata... E soprattutto determinante.
    Nel centro dello schieramento difensivo si aprì improvvisamente una vibrante frattura nello spazio reale da cui fuoriuscirono una decina di torreggianti Adjucas assetati di sangue, e dietro ad essi tre figure umanoidi.
    La terra stessa inorridì nel momento in cui Angelica Cruzero, Espada, ed i suoi due compagni poggiarono i loro piedi sul suolo secco e desertico. I tre Arrancar sfoderarono le loro armi ed il massacro ebbe inizio.
    Incapaci di sopportare un attacco su tre fronti le difese collassarono su sé stesse.



    Yuhiro Kawachika ossrvò con orrore la scena davanti ai suoi occhi: la piazza era avvolta dalle fiamme, le urla di dolore e le grida di alleati si fondevano con i ruggiti gutturali e primitivi degli hollows con le bestiali risate di trionfo dei Menos loro superiori. Lo Shinigami respirava a fatica, la perdita di sangue lo indeboliva mentre quest'ultimo si allargava sotto di lui, nel punto in cui una creatura belluina gli aveva reciso di netto la gamba con quella coda dannatamente affilata.
    Un'esplosione di reiatsu ruvido e violento, denso come melassa e bruciante più dell'acido lo investì mentre a fatica sollevava lo sguardo.
    Fissando la sua fine che si avvicinava, gli occhi appannati si posarono su un paio di pesanti stivali.
    Erano borchiati, di pelle scura.

    L'uomo, se così si poteva definire, avanzò lentamente, un passo dopo l'altro mentre la polvere rossa di sangue turbinava attorno a lui. Con un gesto della mano guantata si sistemò i capelli neri come la notte troppo scompigliati per i suoi gusti ed osservò con palese disprezzo uno Shinigami urlante che si dirigeva verso di lui. Aspettò che fosse a circa due metri di distanza, quindi con un gesto troppo rapido per essere percepito dal uo avversario agitò la mano e con essa la sua arma colpendolo. Questi reagì d'istinto parandosi, ma osservò con stupore le gambe che improvvisamente si paravano davanti a lui: ci mise qualche istante per capire che erano le sue, e che l'enorme spadone aveva spezzato sia lui che la sua Zanpakuto.
    Sogghignando divertito Leroy Spardas agitò l'immensa arma ripulendolo dalle interiora e dal sangue per poi apostrofare la figura dall'altro lato della strada.
    -Ehi, principessa mi sembri occupata! Vuoi che ti dia una mano??-
    La risposta fu accompagnata da un rumore di ossa fracassate e di un urto violentissimo mentre una giovane apparentemente poco più che tredicenne emergeva da una pila di macerie attorno alla quale si potevano vedere alcune sagome vestite di bianco. Due Quincy svoltarono l'angolo: le lance nelle loro mani ronzavano di energia, i loro occhi carichi di odio e di rabbia.
    -Ho detto che...- tuonò la piccola Arrancar dai capelli rossi -...Non ho bisogno di aiuto!- aggiunse, sventolando un martello se possibile ancor più mastodontico della lama di Spardas: uno degli Maestri Distruttori fu preso di striscio, quanto bastava tuttavia per fracassargli il cranio sul muro di pietra che -un istante dopo- fece la stessa fine.
    -Mi hai capito, brutto pezzo di idiota?-
    Un altro grido un altro corpo sfracellato sull'asfalto, la cassa toracica ridotta ad un ammasso informe.
    -Scusa principessa, davvero, eppure mi sembravi in difficoltà... Heh...-
    E nel dire questo la sua Zanpakuto effettuò un otto di morte, smembrando altri due avversari.
    La terza del gruppo, una giovane di bell'aspetto sinuosa come una pantera si lanciò all'assalto co una preghiera sulle labbra.
    Leroy la osservò con attenzione, e con un rapido movimento della mano la privò dell'arma, afferrandole il mentotra il pollice e l'indice.
    -Ciao, bellezza!- disse con eccessivo trasporto, cercando di apparire il più cool possibile -Cosa ci fà un fiore come te in questo posto? La battaglia non è posto per una delicata fnciulla così carina!-
    La Shinigami cercò di colpirlo con un pugno, ma fu come urtare un muro di cemento. L'arrancar sorrise, rivelando trentadue denti bianchissimi degni di un attore Hollywoodiano.
    -Andiamo piccola, non fare così... non ho niente contro...- Smise di parlare, mentre la faccia della donna si deformava in maniera grottesca, esplodendo in una cascata di sangue e cervella che andò ad imbrattare il volto del Divoratore di Anime.
    Adesso al posto del cranio vi era l'estremità del massiccio e crudele martello da guerra della cosiddetta "principessa".
    Se gli sguardi avessero potuto uccidere, nessuno sarebbe sopravvissuto incrociando gli occhi di Leroy Spardas l'istante seguente.
    -Marcelita...- sibilò inferocito -Lei era la donna della mia vita... E tu l'hai appena massacrata, morta non mi serve!-
    La ragazzina si esibì in un ghigno perfido, del tutto inadatto ad un visino come il suo.
    -Per te sono "signorina Macillion", maiale pervertito che non sei altro... E poi si può sapere perché sei così attratto da queste vacche da latte?-
    Leroy soghignò, prima di replicare acidamente impalando al contempo un altro Shinigami che aveva avuto la sfortuna di trovarsi troppo vicino a lui: -Gelosa, eh? Piccola asse da stiro impertinente...-
    Stava per aggiungere altro, quando due Katane spuntarono dal suo torso, in un torrente di sangue ed icore scuro.
    Il massiccio arrancar tossì un fiotto di sangue e cadde a terra con uno sguardo attonito dipinto sul volto, un misto di sorpresa e rabbia.
    Era morto, nessuno avrebbe potuto sopravvivere ad una ferita di quella portata.
    Marcelita imprecò sonoramente in maniera molto poco aristocratica mentre una ombra scura si parava avanti a lei, sfoderando altre due spade da dietro la schiena.
    Il suo sguardo, formato da un unico occhio carico di intento omicida si fissò sulla piccoletta, prima di sussurrare con disprezzo -Meno uno....-
    Poi con un vortice di distruzione mosse le sue spade come un fulmine dirette al collo della sua minuta avversaria, senza riflettere neppure per un attimo sul suo aspetto fisico.
    Non importava nulla, nè che sembrasse una bambina, nè se fosse stata ferita. Era un nemico, questo era tutto quello che importava, e in quanto nemica l' avrebbe uccisa.
    L'espada sorrise sinistramente, parando tutti i colpi con il manico del martello da guerra, che nelle sue mani sembrava pesare meno di una piuma, mentre intercettava fendenti che avrebbero decapitato un qualunque altro hollow.
    Un passo dopo l' altro decine di colpi volavano contro di lei, che per nulla intimidita dalla ferocia degli attacchi replicò sprezzante -Shinigami, non sei come questi rifiuti, un ufficiale vero?- l' altro senza interromepere l' assalto commentò lapidariamente -Non ti deve importare, ora muori- e in tutta risposta lasciò pertire un'altra terrificante scarica di colpi.
    -Mi sottovaluti verme...-
    Replicò piccata la minuta hollow mentre si sforzava di trovare una apertura nella guardia del suo nemico, ma era un compito estremamente difficile.
    Poco alla volta tagli più o meno profondi apparvero sulla carne della Espada iniziando a sanguinare e ad imporporare la sua uniforme bianca.
    QUella stessa uniforme che le era stata donata da sua eccellenza Aizen
    -Hooooorrrraaaaa!- Gridò Marcelita mentre si abbandonava alla rabbia sventolando il pesante martello in due archi rutilanti forieri di morte, che andarono a colpire i punti dove si trovava lo shinigami, mancandolo, e abbattendo altrettanti edifici.
    -Stai fermo pulce!- Gridò lei sempre più infuriata, mentre indistintamente frantumava ossa, maschere , pietre e qualunque cossa fose abbastanza sfortunata da trovarsi sul suo cammino.
    Ma era del tutto inutile, il dio della morte sembrava un'ombra, mentre evitava all' ultimo secondo tutti i colpi, fendenti di maglio che se lo avessero colpito gli avrebbero facilmente spappolato il cranio.
    LO scontro proseguì per altri deici minuti, sino a quando l'uomo nerovestito sfruttando una apertura effettuò un affondo azzardato, alla testa della piccola divoratrice, che prontamente con un ghigno malefico cambiò l' impugnatura del pesante maglio, facendogli descrivere un arco estremamente stretto, che colpì l' ufficiale nella schiena.
    O almeno avrebbe dovuto.
    Eppure successe qualcosa, il piede dello shinigami la colpì dietro il ginocchio facendola cadere a terra di faccia.
    IL suo viso si riempì di polvere e di lacrime , mentre realizzava di avere fallito.
    Aveva deluso sua eccellenza, e il prezzo del fallimento era sempre elevato, specialmente se si trattava di una missione così importante.
    Si attendeva il colpo finale da un momento all' altro, ma non arrivava.
    Forse il dio della morte si stava prendendo gioco di lei? No, non lo poteva tollerare, di tutto ciò che odiava la pietà era forse la cosa peggiore, l' unico che poteva trattarla in quel modo era il suo maestro, il suo padrone, e nessun'altro, nemmeno i numeri superiori, tranne forse il primera.
    Così girò la testa con uno sguardo di disprezzo sul volto, e sibilò...
    -Cosa stai aspettando maledetto bastardo, finiscimi, non sopporterò la tua pietà un secondo di...-
    Le parole le morirono in gola, mentre vide il volto dello shinigami.
    Sorpreso, ma più che altro furioso, infuriato per non avere percepito l' ultimo avversario che gli si parava davanti.
    O meglio, alle spalle.
    E che adesso cingeva il suo collo con una spada segmentata, più simile ad una frusta che altro, affilata come un rasoio.
    Le lame, legate tra loro da un cavo simile d un muscolo iniziarono a scavare nella carne.
    E tutto quello che Yoozuro Katsuda riuscì a dire fu...
    -Finiscimi-
    E la nuova arrivata lo fece, separando la sua testa dal collo, con un unico movimento del braccio.
    IL corpo decapitato del capitano della divisione shinigami africana cadde a terra senza un lamento, inondando la sabbia di sangue carminio.
    Angelica Cruzero avanzò sprezzante in avanti, ritirando la lama alla sua forma originale e ripulendola con un lembo di stoffa bianca che portava con sè prima di gettarlo sopra la testa a coprire il volto dello sconfitto.
    Poi guardando Marcelita con aria neutra mormorò
    -Alzati Macillion, non abbiamo tempo da perdere, hai fatto un buon lavoro a distrarlo, altrimenti se fosse stato in guardia avrei potuto avere anche io delle difficoltà nell' affrontarlo-
    Nell' udire quelle parole l'apparentemente giovane Espada ebbe un tuffo al cuore, realizzando quanto vicina fosse stata alla morte, se persino una spadaccina senza eguali come Angelica Cruzero parlava in quel modo di lui.
    Poi la arrancar dai lunghi aggiunse -E Leroy? Che fine ha fatto?- nulla nella sua voce denunciava niente più che semplice curiosità.
    Non una traccia di apprensione o di timore, in fondo erano hollows, a loro queste
    cose non servivano.
    Marcelita inidicò il cadavere del compagno ad un centinaio di metri da lei, riverso sulla strada.
    Senza neppure un commento Angelica si avviacinò a lui e senza alcun preavviso tirò un potentissimo calcio al viso squadrato del guerriero morto -Vuoi alzarti dannato parassita che non sei altro? Possibile che se non c'è una donna nei paraggi tu non abbia mai voglia di fare niente? A volte mi chiedo perchè sua Eccellenza Aizen abbia voluto accettare tra noi uno come te- disse sibilando leggermente scocciata.
    Poi come in un film dell' orrore, Spardas spalancò gli occhi e osservò la hollow che lo aveva colpito, protendendo una mano e sussurrando con aria smielata e melensa -O mia regina, temo di non potermi alzare, ti prego, donami un bacio affinche le mie forze si possano ritemprare, ti imploro luce dei miei occhi, solo il tuo tocco salvifico può riaccendere le braci dell' amore che bruciano il mio...ough!- non finì la frase, anche grazie al tacco dello stivale corazzato che gli piombò in mezzo allo stomaco.
    Marcelita, che era sopraggiunta nel frattempo, rigirò il piede nel suo stomaco con aria crudele -Alzati subito, ce ne andiamo di qui, muoviti, altrimenti ti lasciamo in balia dei quincy...Idiota decerebrato!-
    Mentre le due femmine se ne andavano verso il garganta apertosi alle loro spalle Leroy Spardas si rimise in piedi con un balzo, estraendo le due katane ancora conficcate in corpo.
    Era inutile, nonostante lo provasse tutte le volte non si abituava mai, morire faceva male...e tanto.
    Rivolse un ultimo sguardo all' avamposto in preda alle fiamme mentre le urla degli ultimi sopravvissuti venivano soffocate dai ruggiti e dai ringhi ferini dei divoratori di anime inferiori.
    Le strade erano costellate di corpi di shinigami e quincy e imbrattate di sangue, gli edifici in rovina e il fumo nero pece saliva in lente spirali...
    Non aveva mai visto un tramonto più bello di quello, si disse felice.
    Con un lungo sospiro di rassegnazione sollevò la sua masiccia zampakuto da terra e corse dietro alle sue due compagne esclamando con trasporto
    -Aspettate miei splendidi fiori, non privatemi della vostra compagnia!-



    Il capitano dell'VIII, si ritrovò a scoccare più sguardi interrogativi di quanto volesse permettersi verso la nuova arrivata, quando questa iniziò a replicare alla sua singola domanda con molte risposte. Una meno "consona" dell'altra, a partire da quello che sembrava un tono offeso, sino al definirsi un'"alleata della giustizia".
    Parole per cui il Capitano fu davvero lieto che il Comandante Generale non si fosse unito alla missione. Parole simili, avrebbero fatto incendiare l'intera area della porta, senza eccezzioni. Tuttavia, proprio per tali parole Genji abbandonò molti dei suoi pregiudizi iniziali, dovendo riconoscere la particolarità di quell'hollow, quantomeno nel carattere. L'offendersi per venire chiamata come ciò che era, la richiesta di usare un nome proprio o anche un diminutivo, e in genere l'assenza di ogni intento omicida diretto verso di lui o del suo allievo, fecero la loro parte nel rendere l'idea di un'alleanza, qualcosa di meno assurdo di quanto avrebbe potuto pensare al momento del briefing.
    E ad ogni modo, l'attacco successivo del Fuentes, chiarì del tutto le cose. Alizabetha venne colpita, anche dopo aver evocato una sorta di scudo, ma al Capitano non sembrò fosse avvenuto un cambiamento nel suo spirito combattivo, nemmeno quando Fuentes rivolse la sua furia omicida verso di loro sotto forma di parole colme di collera.
    Parole a cui quella hollow rispose, con altre che provocarono due diverse reazioni, nei contendenti in campo.

    Persone....importanti?
    Madre di Dios...d'accordo, "signorina"...Lizzie. Mi chiami uno schiavo, ma a sentire le tue parole... potrei anche darti ragione. Se essere schiavo di un sogno conduce dove sono io....è preferibile che esserlo di una parte umana che ancora ti controlla nel voler proteggere qualcosa che non sia la tua stessa vita. Non temere, Coraciero. Morirai qui per difendere queste tue persone importanti, una morte ridicola persino per quegli animali inferiori ai Menos. Dopodichè, spero proprio che anche le tue "persone", vogliano abbaiarmi contro. Mi risparmierebbero la fatica di cercarle, per eliminare ogni spina nel fianco dal mio nuovo regno.


    L'orgoglio di un Menos che aveva costruito la sua forza sui cadaveri dietro di sè, e una bizzarra Adjuchas che sembrava aver invece trovato altro su cui o per cui affilare le proprie armi. Qualcosa di tremendamente simile, a ciò che guidava le spade dei due Shinigami lì presenti. Genji non fu così ingenuo da accettare che ci potesse essere un hollow guidato da qualcos'altro a parte la sete di potere o il desiderio di diventare forte per non venire divorato dai suoi simili.
    Tuttavia poteva comprendere, cosa volesse dire non voler vedere qualcuno morire, o non voler vivere come uno schiavo di un padrone che si sarebbe volentieri fatto fuori. Il Reiatsu che emise e il rilascio della propria compagna di battaglia, sancirono molte cose, a riguardo di quella situaizione. La fine dei giochi, la firma di quella momentanea alleanza. E l'ennesima precisazione di quella loro alleata imprevista.
    CITAZIONE
    Ma è così difficile da capire? L-I-Z-A! Capito? Non Adjuchas, per quanto tu possa disprezzare quelli della mia razza anche noi abbiamo dell' amor proprio...

    Ottimo, Coraciero-san.

    Per certi versi, gli sembrava di parlare con una studentessa accademica che non voleva rassegnarsi al fatto che per lui fosse costume chiamare le persone per quello che erano, almeno nei primi minuti di interazione. Voleva di norma porre in chiaro che "lo studente numero 57" o chi per lui, era un suo allievo e come tale doveva comportarsi. Assicuratosi questo, poteva comportarsi come suo solito, evitando il rischio che il suo comportamento di norma affabile facesse prendere troppa confidenza quando non voluto.
    Aveva avuto ben poche allieve, ma non c'era dubbio che quel tono, gliene ricordasse qualcuna. Passò quindi al passo successivo concedendole quantomeno il cognome, ma "Liza"... chiamare il nome proprio di un hollow senza l'intenzione di purificarlo seduta stante, non era qualcosa che avrebbe fatto. Nè in quella battaglia, nè nell'intero corso della guerra che l'avrebbe visto in prima linea.

    Certo però, a tal proposito la "prima linea", venne occupata dalla Hollow. Con un incitamento, Alizabetha si lanciò contro il Menos, sotto gli sguardi degli Shinigami e del Menos stesso. Che attese, osservando quella femmina cercare di attaccarlo con un mero pugno. L'immagine di quelle nocche frantumate dalle proprie fu troppo irresistibile per il Menos, per negarsi quel piccolo piacere, visto come gli altri due avversari stessero ancora a distanza. Aveva la tecnica giusta, per una come lei. Se la immaginò con la mano nella sua, urlante mentre ossa, tendini e pelle venivano accartocciati in una palla sanguinolenta. Si godette le parole che precedettero tale azione, e dunque mosse la mano quando il pugno si portò verso la sua maschera, iniziando a radunare le proprie ombre nell'altra mano con l'intenzione di finire la coraciero, una volta prostratasi dal dolore di fronte a lui.
    Tuttavia, la cosa non avvenne. Le parole della Hollow si persero nel rumore del Bala scagliato direttamente controla mano di Antonio, facendolo indietreggiare mentre Alizabetha si scansava, e il Vasto Lorde indietreggiava, la mano ferita ma qantomeno con la maschera intonsa.[Ustioni Medio-Basse][Incrinamento Parte Corazzata]
    A fermare l'ira di Fuentes, ci furono però altre parole, mentre il corpo della Hollow scomparso rivelava la presenza dello Shinigami biondo, a qualche metro. Intento a richiamare la propria energia nella lama che reggeva in mano, rilasciando quindi l'energia accumulata sottoforma di un raggio. Troppo vicino per schivarlo, e troppo improvviso per creare un'ombra in grado di pararlo. Antonoio potè solo continuare a muoversi nel suo indietreggiare, e abbassarsi sulla gamba destra mentre il raggio sfiorava la sua carne, bruciandola in maniera notevole.[Ferita Media]
    Inutile negarlo, stavolta la ferita fisica, superava quella all'orgoglio. L'aggiunta di quel terzo elemento, aveva già provocato una considerevole inclinazione, nella bilancia che avrebbe decretato il vincitore di quella battaglia.

    L'hollow però non si distrasse ulteriormente. Sapeva, che l'elemento più pericoloso doveva ancora sferrare il suo attacco.
    Il punto era, che il punto da cui lo Shinigami bianco aveva osservato l'attacco, ora era vuoto. E l'unica cosa che salvò Antonio, fu l'esperienza, e in parte la fortuna. Aveva visto quella tecnica varie volte, e non sprecò tempo a girarsi. Non essendo davanti, doveva essere dietro. L'ombra del Menos dunque, si mosse nuovamente, creando un rettangolo nero dietro di sè, mentre a sua volta Antonio alzava un braccio verso l'alto. Fra il fendente verticale e quello orizzontale, Genji aveva utilizzato lo Shunpo per sferrarne uno verticale, che venne bloccato dal braccio del Menos.

    Peccato, Shini-

    Per un attimo, almeno. Quello in cui il Menos vide che le labbra dello Shinigami si incurvavano in un sorriso, fissando il punto d'impatto. Ovvero la parte corazzata del Menos, già incrinata dall'attacco di Alizabetha, dove si formò una crepa in corrispondenza della lama del Capitano. Che anche dopo l'impatto, continuava a esercitate una forza tale da permettere alla lama di proseguire ulteriormente il suo cammino verso la carne del Menos.
    O forse non era solo merito dei suoi muscoli, quella capacità di tagliare tanto elevata. Fatto stà, che il Menos colpì la lama con l'altro braccio nel momento in cui questa penetrò di qualche altro centimetro nella sua corazza, staccandosela di dosso prima che potesse procurargli altri danni.[Parte Corazzata sx distrutta]
    E passando immediatamente all'offensiva, direttamente contro il suo nemico, almeno nella sua testa.

    L'udito tuttavia, gli comunicò una cosa troppo interessante, per essere ignorata. L'ombra che si era radunata nella mano di Antonio, prese in pochi istanti la forma di una lancia nera, che il Menos alzò sopra la testa tenendola parallela al terreno, nel mirare a Genji.
    O meglio nel girarsi di scatto. Visto che lo Shinigami biondo, gli aveva fatto il favore di portarsi vicino alla Coraciero, permettendogli di prendere due piccioni con una fava.
    O due esseri inferiori ormai oltre il semplice livello di "seccatura", con una lancia. Antonio sprecò solo un istante nel prendere la mira verso lo Shinigami biondo, ma di fatto...quella lancia raramente, doveva essere scagliata con precisione. Se anche l'avessero schivata, avrebbe colpito il terreno l'istante successivo, data la parabola discendente impressa dal braccio del Menos.
    CITAZIONE

    Lanza del Empajador (Lancia dell'Impalatore)

    L'hollow può grazie a questa tecnica ottenere una lancia di pura ombra da una qualsiasi già esistente, e concentrarvi il Reiatsu per imprimervi un effetto specifico: tale effetto, si attiverà nel momento in cui la lancia impatta contro un corpo. In quel momento infatti dai lati della lancia spunteranno punte d'ombra lunghe al massimo la metà della lunghezza effettiva dell'arma. Tale lunghezza dipenderà dal Reiatsu caricato in essa, che andrà dunque ad influire sulle dimensioni delle varie lance minori allo stesso modo. Il numero di lance minori è pari a cinque e si estenderanno in tutte le direzioni, spuntando dall'arma con la stessa rapidità (Zanjutsu) dell'hollow, con una tacca in meno.


    Scagliata la sua arma, il Menos si scagliò senza esitazioni verso Genji, caricando ulteriore energia nella mano destra ancora sana, nel far fronte a quella lama ora in grado di risultare ancora più pericolosa in corpo a corpo. Non si preoccuò, almeno nei pochi istanti successivi, di nessun altro se non del Capitano.
    Quei due, per quello che lo riguardava potevano anche essere già morti.


    CITAZIONE

    Quest Master's Point (5)

    °-° Avevo detto "avanti, ma qui avete quasi chiuso la storia x°DDD
    Che dire, ottima combinazione :3 Antonio è a 1/4 della propria energia, potremmo avvicinarsi all'epilogo :look:

    Angolo dei dettagli:

  33. Percezione Reiatsu: Quello del Menos rispecchia le sue condizioni, ma penso che abbiate altro di cui preoccuparvi.

  34. Nemici: Antonio vi ha lasciato una bella gatta da pelare, ora è addosso a Genji. La lancia parte da 7 metri di distanza, loro ora sono a 10.
  35. Enjoy!
    E scusate il ritardo ._.




    Edited by Yami Kaguya - 28/11/2010, 23:52
     
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  36. Dark Neji
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    Outpost 29: (V) ~ My pride on the line





    OST
    Song: Touen Ketsugi ~Touen no Chikai~
    Author: Rekka katakiri
    Album:Shin Koihime Musou OP



    tatoe donna sadame ga machiuketeite mo
    tsunaida te o hanasanai doko made demo tatakau
    itsuka yume ni egaita hikari no basho motomete
    saa yamanai arashi no naka e
    kizuna tsite kizuna idaite

    shizuka na ketsui tataeta me wa
    onaji nozomi utsushidasu
    suzu no ne mitai na sono koe de
    kizutsuku watashi wa furuitatsu deshou

    arasoi tsukare kuzureochisou demo
    yasuragi ni nigetaku wa nai kara
    omoi o togeru setsuna mukaeru made
    todomaru nante dekinai


    Rekka Katakiri: -Touen Ketsugi ~Touen no Chikai~ -

    No matter what Destiny awaits me,
    I won’t ever let go of your hand…I’ll fight ’till the end.
    Someday, I’ll search for the light I dreamed of.
    Come..towards the unending Storm.
    I embrace our bond, our eternal bond.

    Those eyes praising my silent determination project the same Hope.
    That voice as soft as a bell,
    Striking up deep into my heart
    cheers up the wounded me.

    Even if I’m about to collapse of fatigue from all the fighting,
    I don’t want to run away to a safe place.
    Until the time I carry out my feelings,
    I won’t be able to stop.


    Rekka Katakiri -Touen Ketsugi ~Touen no Chikai~ -



    Africa, Deserto del Sahara
    Appena fuori dall' avamposto 29




    image
    Non poteva crederci, non voleva.
    Non dopo tutti gli sforzi che avevano fatto.
    Eppure Fuentes si ergeva ancora immobile come prima, saldo sui suoi piedi, un po' indebolito, e sicuramente molto arrabbiato, ma in definitiva ancora vivo.
    Era stato oggetto di una pioggia di colpi ognuno in grado di abbattere anche un elefante in carica, eppure sembrava si fosse trattato solo di una banale rissa di strada, e non di uno scontro alla morte.
    Con aria amareggiata Alizabetha Coraciero si sollevò sulle zampe corazzate e si ripulì dalla rena che ne imbrattava l'immacolata armatura.
    Se non avesse avuto la maschera avrebbe anche sputato per terra, eliminando il sangue che sentiva in fondo alla gola, tuttavia si trattenne dallo sfoggiare una simile maleducazione, e si rassegnò a tenerlo in bocca, assaporando con fastidio il metallico sapore del liquido vitale.
    Eppure non era così male, sentire quel sentore ferrigno le imponeva di restare sempre all' erta, di non distrarsi nemmeno un secondo.
    Fissò con rinnovato odio l' hollow e sibilò velenosa
    Keh, dannato bastardo sei ancora vivo, ma cosa sei per caso, un carro armato?
    Non meritava risposta, e eppure si aspettava di riceverne una, ma la cosa non le importava più.
    Il tempo delle schermaglie verbali era finito, e tutto si era ridotto ad un combattimento serrato e spietato, senza regole, senza onore di sorta.
    Tutto quello che importava adesso era sopravvivere, vincere o morire, si trattava solo di questo.
    Non si trattava di una battaglia per proteggere qualcosa, nè di vendetta, si trattava solo di uno scontro che si sentiva di dover fare.
    Non ebbe neppure il tempo di ideare una contromossa, una strategia.
    Fuentes, rapido come un fulmine, si era già mosso andando a creare nella sua mano una sfera di oscurità serica, foriera di morte.
    Non era una opzione, se l'avesse presa in pieno con una cosa del genere avrebbe anche potuto ucciderla.
    Si preparò a balzare agilmente di lato, quando si rese conto di una cosa.
    Lo shinigami biondo era prostrato dallo sforzo fisico appena sostenuto, ansimava pesantemente e aveva la fronte imperlata di sudore.
    La sua era stata indubbiamente una tecnica potente, ma come le tecniche di quel genere gli effetti nell' immediato erano abbastanza pesanti da sopportare.
    E nelle condizioni in cui si trovava, lo shinigami non avrebbe certo potuto fare molto per evitare quell' attacco.
    Dei due, sicuramente lei avrebbe potuto sopportarlo meglio.
    Prima di rendersene conto balzò in avanti, spingendo via con una spallata il dio della morte, e sollevò leggermente il capo, ma tutto ciò che vide furono solo tenebre.
    Oscurità, e una fitta di dolore inimmaginabile.
    Gah!
    Tossì emettendo dalla bocca una gozzata di sangue, che iniziò a colare dagli interstizi della maschera, ruscellando lungo la superficie liscia come il marmo della corazza ossea.
    Lentamente, e a fatica, la Adjuchas si chinò, per osservare il pilone nero come la notte che fuoriusciva dal suo stomaco, e che poco dopo fece fuoriuscire decine di punte acuminate come rasoi dalla superficie, lacerando il corpo non più protetto dall' armatura.
    CITAZIONE
    1 ferita Grave complessiva da taglio/perforazione

    Una sensazione di gelo iniziò pian piano ad invaderla, a partire dal macello insanguinato che ora era il suo torso.
    Mentre rabbrividiva e malediva il dolore cercò con fatica di fare un rapido controllo delle sue funzioni vitali.
    Lo stomaco era stato traforato in più punti, e la milza era stata ridotta a brandelli.
    Così come i polmoni e parte dell' intestino.
    Un umano normale sarebbe morto, ma fortunatamente per lei non aveva più bisogno di quelle appendici di carne.
    Tutto quello che le serviva era che la sua maschera fosse intatta, quella era l' unica cosa importante.
    Le ferite della carne sarebbero guarite, anzi, già sentiva le sue cellule che si ricostituivano, fermando le emorragie dove potevano sebbene questo avrebbe richiesto tempo.
    Cadde in ginocchio mentre sangue scuro come la notte gocciolava a terra disegnando strani arabeschi sulla candida polvere.
    Con uno sguardo di sfida sollevò lo sguardo verso il dio della morte che aveva appena salvato, e cercando di sembrare più distaccata possibile esclamò con voce appesantita dal dolore e dalla sofferenza.
    Beh? Si può sapere cosa hai da guardare shinigami? Non farti strane idee...
    Disse prima di tossire ancora sangue.
    Era difficoltoso parlare; per quanto non dovesse più dipendere da organi come la laringe per articolare le parole, era pur vero che il dolore ancora lo soffriva, eccome.
    Osservò il suo temporaneo alleato e con il tono più risentito possibile mormorò a mezza-voce
    Sono solo...capitata sulla traiettoria del colpo...per sbaglio!
    Suonava come una scusa, e in effetti lo era, ma loro due erano pur sempre un dio della morte ed una hollow.
    Sarebbe gelato l' inferno prima che si fosse potuta chiamare una intesa alla pari.
    Ma le circostanze erano quello che erano, e non ci si poteva fare niente.

    image
    I polmoni di Takeo si riempirono di aria calda, mentre il petto si gonfiava e sgonfiava ai ritmi serrati tipici di chi ha subito un grande rilascio di energia. L'utilizzo di quella tecnica poteva donare un grosso vantaggio se si consideravano i danni inflitti all'avversario, ma il corpo dell'Ufficiale non sopportava senza fatiche quel carico di reiatsu così difficile da controllare. Ansimava e non ci voleva un esperto per capire che il prosciugamento di energie richiedeva un certo tempo per la giusta ripresa. Peccato che in uno scontro con un Vasto Lorde, i tempi di recupero sono minimi o inesistenti. °Se non fosse per la copertura del Capitano a quest'ora il mio fisico era sovraccarico.°
    Un pensiero felice si mosse all'interno dell'animo del Kikuta, che aveva notato come il nuovo attacco combinato aveva danneggiato nel corpo e nell'animo il tronfio Hollow. Se continuavano così presto avrebbero avuto la meglio sul conquistatore dell'Africa.
    Che ipotesi superficiale, uno della sua tiratura non sarebbe mai rimasto a prenderle senza fare niente. Difatti la sua rabbia e il suo orgoglio lo portarono ad eseguire una mossa devastante quanto azzardata se si considerava il classico rapporto potenza/dispendio energie.
    Eppure ciò che faceva non era del tutto errato, quando ci si scontra contro più nemici si cerca sempre di togliere di mezzo i più deboli che risultano fastidiosi; per poi concentrarsi esclusivamente sui parigrado. Una strategia banale che Antonio mise in atto all'istante scagliando una lancia frutto del suo mistico potere verso il duo che lo aveva appena attaccato.
    -Uh-
    Le iridi di Takeo fissarono l'asta nera che viaggiava veloce verso di loro, portando con tutta probabilità morte e dolore a chiunque fosse capitato nel suo tragitto.
    Un solo attimo. Il 3° Seggio sapeva a cosa si andava incontro se ci si distrae in battaglia ed era per quello che tutto il tempo era rimasto con i sensi allerta. Solo nel momento in cui era andato a parlare ad Alizabetha si era concesso una leggera distensione e quello era bastato per fregarlo. Il fiato corto si spezzò in un sussulto mentre si accorse che proprio quell'attimo sarebbe stato fatale.
    °Spostati...°
    Il comando arrivò supplichevole verso le gambe che non accennavano a muoversi come voleva il biondo Shinigami. Aveva bisogno di uno scatto laterale e le sue attuali forze ancora provate dal Ryuu No Iki non glielo concedevano. Doleva levarsi da lì. Non importava come, ma doveva farlo. L'idea di essere trafitto da una lancia per poi rimanere a terra incosciente o venir coinvolto da un esplosione non era per niente piacevole. °Spostati.°
    Non poveva finire così, non poteva morire così. Voleva essere di aiuto al suo maestro e stava per essere infilzato senza porgere difesa alcuna. Voleva dimostrare a molti i suoi progressi, il frutto degli esercizi di questi ultimi anni e le stava prendendo si santa ragione. Voleva riabbracciare Tarja e Miyuki ancora una volta e invece gli avrebbe dato di nuovo un motivo per piangere. Un fremito percosse la schiena del dio della morte, mentre immaginava le facce delle due donne rigate dalle lacrime.
    Rassegnazione, ecco l'unico sentimento che stava letteralmente svuotando il ragazzo. Non poteva scansarsi, non ne aveva le forze. E sarebbe crepato lì.
    Cosa avrebbero detto al suo funerale? Era un bravo Shinigami che ha tentato di volare troppo alto? E' la classica fine che fanno i presuntuosi che vengono sopravvalutati?
    Che ricordo poteva lasciare di se agli altri?
    La punta della lancia era a qualche metro e la mascella si serrò. Era pronto a subire il colpo e il suo destino, aveva dato tutto in quella battaglia e probabilmente non era bastato. Peccato però, aveva ancora qualche carta da giocare e in fondo al suo cuore aveva cominciato a vedere uno spiraglio di luce che segnava la fine di quella guerra. Uno spiraglio che ora veniva oscurato dal sinistro potere del Menos.
    A scuotere quello stato di ebetismo fu un intervento esterno che diede la giusta spinta al Kikuta per fuoriuscire dalla traiettoria dell'arma nera. °Shohei-sensei.° Subito il pensiero volò al Capitano dell'Ottava anche se i suoi occhi registravano il fatto che il bianco Haori stesse combattendo col comune nemico a svariati metri di distanza. Una distanza impossibile da colmare in così poco tempo, quando si è impegnati in uno scontro. Ma allora chi?
    Il corpo del bronzeo Ufficiale toccò la dura sabbia del suolo e si riprese giusto in tempo per vedere una scena che mai si sarebbe aspettato in vita sua.
    La Coraciero si trovava poco distante da lui, con la lancia nera che le trapassava il corpo da parte a parte. Ora il respiro del ragazzo si era totalmente bloccato. Era stato salvato da una Hollow.
    Numerose lance fuoriuscirono dalla principale andando ad aggravare i danni subiti dall'Adjuchas. Lo stupore del ragazzo lasciò spazio al dolore. Due di esse avevano ultimato la loro corsa nella gamba sinistra e nello stomaco dell'Ufficiale. Un fiotto di sangue salì per la gola, riempiendo la bocca del gusto ferroso per poi bagnare il mento scuro di Takeo [2 Ferite Medie]. Il liquido cremisi usciva con estrema compostezza dalla bocca del 3° Seggio che nonostante il momento si impose di rimanere composto. Quanto ti possono cambiare anni ed anni di dura disciplina all'interno del Gotei I.
    Altre gocce sgorgavano con estrema lentezza dal taglio a metà guancia per poi scendere lungo la stessa e cadere dalla mascella al terreno già imbrattato [Ferita Marginale].
    Un attacco micidiale senza dubbio, probabilmente se quella che normalmente veniva considerata la sua nemica naturale non fosse corsa in suo aiuto; a quest'ora il componente del Gotei 13 sarebbe stato spacciato. Una mano premette senza remore sul foro dell'addome per cercare in tutti i modi di bloccare la fuoriuscita di sangue. Faceva male, ma niente in confronto a ciò che stava ora sopportando la propria "alleata" che sembrava essersi immacolata per la salvezza di qualcuno che appena conosceva. Questo gesto improvviso ed istintivo, scombussolò tutto quello che l'Ufficiale conosceva sulla razza Hollow. Aveva imparato che erano anime che ricercavano solo potere e sangue, che non stringevano mai alleanze se non per raggiungere più facilmente i propri scopi. Che non avevano ne onore, ne un codice. Eppure in quella landa desolata, la sua vita era stata salvata da un appartenente a quella razza che da sempre aveva combattuto. Tutti i dettami che conosceva, erano stati spazzati via da un semplice gesto.
    Le parole di Alizabetha sottolinearono ancora di più la propria azione, per quanto cercasse di salvare le apparenze era palese ciò che era successo. L'aveva salvato e nonostante fosse impossibile per Takeo capire quale meccanismo avesse portato la Hollow ad agire così, ciò che aveva fatto stava segnando in maniera indelebile l'alto Ufficiale.
    -Allora credo di dovere un Grazie all'errore che ti ha messo sulla traiettoria del colpo.-

    Il tono sarcastico lasciava spazio a pochi fraintendimenti, entrambi erano consci di ciò che fosse successo. E mentre il Genji continuava a dar battaglia al Vasto Lorde a pochi metri di distanza per la prima volta nella storia delle loro razze, la complicità del nuovo duo avrebbe dato i suoi frutti.
    °Non possiamo arrenderci, dobbiamo colpirlo ancora una volta. Probabilmente ci crede in fin di vita e questo ci darà un vantaggio.°
    La mano sinistra strinse la stoffa ormai zuppa del liquido rossastro. Sarebbe bastato poco per mettere la parola fine a tutto quello. Un'altra combinazione vincente. Peccato che le attuali condizioni della Coraciero non le avrebbero permesso grandi cose o questo era ciò che Takeo poteva intendere ad una prima occhiata.

    image
    Stava per replicare sarcasticamente sull'ingratitudine degli dei della morte in generale quando il dolore interruppe il suo discorso, mentre invadeva tutte le sue cellule come un veleno, sovraccaricando le sinapsi con ondate di intensa e penetrante sofferenza.
    A fatica Liza evitò di crollare a terra sorretta solamente dal suo orgoglio e dalla sua indomabile forza di volontà mentre con umore tetro riguardava la situazione in cui si trovava al momento, decisamente frapporsi tra lui e il colpo non era stata una splendida idea.
    Heh, ecco cosa ci guadagno ad essere altruista; decisamente non ci sono portata.
    E' proprio vero, a lavorare per gli altri si finisce per lasciarci le penne

    Considerò in maniera alquanto brutale e priva di ogni rispetto o considerazione, tuttavia sapeva che in fondo c'era qualcosa di vero e sincero in quello che aveva fatto.
    Non aveva un cuore, e probablmente un qualunque hollow l' avrebbe offesa o derisa per una cosa del genere, però sapeva di avere fatto la scelta giusta, almeno nella situazione in cui si trovava.
    Tsk, ma almeno è ancora vivo...
    Ed era quello tutto ciò che contava.
    Poi riportò con fatica la sua attenzione al Vastolorde, che pareva avere tutta la sua attenzione occupata dallo shinigami avanti a lui.
    Si muoveva veloce, troppo veloce.
    Se già era difficile seguirne i movimenti prima, figuriamoci adesso che faticava a reggersi in piedi a causa del dolore.
    Kh...dannazione, è difficile solo stare in piedi, se solo ci fosse un modo per sigillare i suoi movimenti...
    Imprecò, mentre un rivolo di sangue scarlatto stillava dal foro nel fianco frammisto a rivoli di icore nerastro e fumante.
    Concentrò tutte le sue energie per rimanere cosciente, e fissò intensamente l' avversario avanti a sè, figurandosi una possibile configurazione di energia spirituale atta a bloccare un nemico del genere.
    Non aveva un controllo perfetto come quello degli umani nerovestiti, ma un minimo di basi le conosceva da sempre, evidente retaggio della sua evoluzione da hollow; una conoscenza che tutti loro demoni mascherati avevano, ma che si arricchiva con il trascorrere dell' evoluzione a stadi di essenza sempre più potenti e abili nel manipolare le particelle spirituali.
    Un indizio di questo era anche la loro forma corporea, che a differenza dei Gillian andava via via sempre più a diminuire, concentrandosi in corpi sempre più resistenti e agili.
    Tutto questo e molto altrò fluì nella mente della Adjuchas, e assieme a queste inutili informazioni anche un piccolo frammento molto importante.
    Un brandello di conoscenza riguardante la manipolazione delle reishi.
    Un concetto semplice, ma giusto quello che le serviva.
    La sua mente era straordinaria, era come una biblioteca, con migliaia e migliaia di volumi sconosciuti e coperti di polvere, che le saltavano alla mente solo nel momento del bisogno.
    Era un azzardo, ma sfruttando le sue nuove conoscenze avrebbe potuto creare una tecnica di blocco.
    Non così raffinata come i Kidou degli shinigami, ma sicuramente efficace quanto bastava.
    Non ho molte speranze, ma almeno ci devo provare...Se riesco a concentrare l' energia come faccio con il Baluarte, forse posso anche proiettarla a distanza
    Mormorò, mentre concentrava l' energia attorno alla propria mano protesa.
    Concentrandola, raffinandola, sforzandosi di racchiuderla entro dei confini ben definiti.
    A fatica si rivolse al suo nuovo e temporaneo alleato e sibilò a denti stretti.
    Non tanto per rabbia, quanto per il dolore che le artigliava le carni
    Ascoltami bene shinigami, Cercherò di bloccare i suoi movimenti, o almeno di rallentarlo quanto basta.
    Aggiunse, senza troppa convinzione.
    Se è potente almeno la metà di quello che sembra non impiegherà più di una manciata di secondi a liberarsi, ma tu approfittane per colpirlo il più pesantemente possibile.
    E protendendo la mano in avanti, quasi a cogliere la testa del vastolorde e schiacciarla aggiunse, come se ce ne fosse stato bisogno.
    Mira alla maschera e...
    La sua voce si fece più piccola, tornando al tono giovanile di sempre e leggermente imbarazzata mormorò a mezza voce.
    Ecco...
    Le sue parole divennero un borbottio indistinto
    Grazie per l' avvertimento...e per esserti ricordato il mio nome.
    Poi sembrò riacquistare il solito coraggio, e con un ghigno invisibile sotto la maschera sibilò
    E lustrati gli occhi, ragazzino. E' la prima volta che ci provo, quindi non garantisco niente....

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    La Adjuchas era proprio fonte di continue sorprese, nonostante i colpi subiti il suo spirito combattivo non si era piegato e sembrava pronta a darsi da fare per eliminare il Fuentes. °Chissà cosa la spinge a continuare.°
    Il comportamento che il Kikuta stava osservando era tipico degli umani. Mai aveva visto un Divoratore continuare una battaglia sapendo di rischiare la vita. La maggior parte di loro se ne fuggivano attraverso il Garganta alla prima occasione buona. Se rimanevano erano di solito dei testardi fissati con il combattimento oppure troppo orgogliosi per ritirarsi. La Coraciero non sembrava appartenere a questa categoria da quello che poteva intuire Takeo con le proprie scarse conoscenze della persona. Fin dal primo momento si era mostrata "diversa" rispetto a qualsiasi Hollow che aveva visto e nel corso della battaglia aveva rafforzato questa differenza, raggiungendo il culmine con il gesto altruistico compiuto nei confronti del Kikuta. Avrebbe voluto chiedere, curiosare un po nelle motivazioni che avevano spinto Alizabetha a salvargli la vita, per capire. Ma sapeva bene che non era il momento adatto, non nel bel mezzo di uno scontro con un avversario così importante.
    Inoltre l'Ufficiale sapeva bene che non poteva entrare di getto nell'animo di una persona ed esplorarne i sentimenti senza causare dolore. Per questo represse le proprie curiosità, chissà se un giorno lo avrebbe saputo durante un altro incontro... °Ma cosa vado a pensare!°
    Autorichiamandosi al dovere, l'attenzione del 3° Seggio andò tutta verso il proprio nemico, mentre le parole di Liza davano spazio per l'ideazione di una strategia. A quanto pareva la Divoratrice aveva un piano per paralizzare momentaneamente il Menos. Un secondo sarebbe stato sufficiente quello per attaccarlo di nuovo e dargli un colpo decisivo. La stretta allo stomaco aumentò assieme ad una fitta, probabilmente l'attacco avrebbe peggiorato la ferita ma considerate le condizioni che aveva la propria alleata, Takeo non poteva di certo lamentarsi. °Non abbiamo abbastanza forze per proseguire metteremo tutto in questo ultimo attacco.°
    Naturalmente il bersaglio di questa ghiotta occasione sarebbe stata la maschera del Vasto Lorde. Unico punto debole che avrebbe messo in seria difficoltà il mostro.
    Le parole della Hollow si abbassarono fino a diventare quasi incomprensibili a quanto pareva stava dicendo qualcosa di dovuto ed allo stesso tempo difficile da rivelare. Non poteva esserne sicuro, ma a Takeo sembrò di percepire una sorta di ringraziamento nei suoi confronti. La faccia perplessa durò poco, in fin dei conti era solo una sensazione e la ragione gli diceva chiaramente che ciò che aveva sentito era quasi impossibile. -Vedrò di mettere tutto me stesso nel prossimo colpo...-
    La risposta del Kikuta avrebbe rotto definitivamente l'imbarazzante momento creatosi ed a quanto pareva anche la Adjuchas si riprese ridimostrandosi la stessa mpavida che si era presentata con un biglietto da visita sotto forma di Cero.
    La mano dello Shinigami strinse l'elsa della zanpakuto, se doveva dare il massimo c'era solo una cosa da fare. Avrebbe messo in campo il più potente alleato che aveva. Ancora una volta Ryuuga avrebbe ruggito intingendosi del sangue nemico. Una preghiera silenziosa venne rivolta all'anima della propria arma, poi con parole solenni ed un gesto armonioso il dio della morte si apprestò a sprigionare la sua forza.

    -Kiretsu no Kusari Ryuuga.-


    La luce solare venne riflessa da una scintillante lama rossa, mentre una lucida catena avvolgeva il braccio del Kikuta. Come sempre Ryuuga si presentava al massimo della bellezza, un arma talmente pulita da potercisi specchiare, elegante si ma l'affilatura regalava un aspetto assai pericoloso alla zanpakuto. Ora non rimaneva che affidarsi alla neo-tecnica della Coraciero per poi sferrare l'attacco definitivo. A quanto pareva l'unica femmina presente ce la stava mettendo tutta per mostrarsi all'altezza dello scontro.

    image
    Il reiatsu sembrò diventare una cosa viva, ed iniziò a contorcersi, come se fosse dotato di una scintilla di energia propria.
    Lunghi tentacoli di energia verdastra iniziarono ad allungarsi in tutte le direzioni, come se cercassero di fuggire dalla presa della hollow.
    Che diamine, se tiravano!
    Concentrati...
    Disse, cercando di focalizzare tutta l'energia possibile.
    Tentò disperatamente di riportare entro i binari prefissati il costrutto che cercava di controllare, ma sembrava una impresa disperata.
    Continuamente i viticci di energia cercavano di sfuggire al suo controllo, di gettarsi verso terra e di sparire nelle viscere del deserto.
    Focalizza l' attenzione...
    All' improvviso si sforzò di immaginare la sagoma del divoratore avanti a lei avvolta da una massa fluida e appiccicosa che ne bloccava i movimenti, e come se ne avesse potuto percepire i pensieri il costrutto di reishi si adattò alla sua volontà, puntando verso il bersaglio come un segugio da caccia che avvisti la preda.
    Le protuberanze sferzanti si protesero verso il loro obbiettivo, sferzando l'aria.
    Materializza il reiatsu, concentralo attorno alla sua forma...così...
    Mormorò mentre iniziava a perdere la presa sulla sua tecnica.
    Poi la vide, una apertura nella guardia di Fuentes, che distratto come era dal suo nemico probabilmente non le avrebbe neppure prestato attenzione specie viste le condizioni in cui si trovava ora.
    infine urlò
    Vai shinigami, è tutto tuo!
    E con tutte le forze che le rimanevano si sollevò in piedi, e lanciò quella massa semifluida in direzione del suo nemico.
    Urlando il primo nome che le venne in mente.

    Vìncelo Desmanàdo!
    Nome: Vìncelo Desmanàdo -Sigillo Improvvisato-.

    image

    Formula: Nessuna.
    Descrizione: Come dice il nome si tratta di una tecnica ideata sul momento da Alizabetha Coraciero,: questa tecnica ha le sue radici negli incantesimi di kidou degli shinigami, sebbene il mecanismo che ne stà alla base sia molto più semplice.
    A tutti gli effetti il Vìncelo non è altro che una massa semi-fluida di reiatsu, che viene materializzata e scagliata addosso all' avversario per bloccarne i movimenti.
    Questa massa di energia spirituale estremamente instbabile si avvinghia attorno al nemico e lo avvolge, prima di cadere a terra in numerosi filamenti, che si ancorano al suolo.
    Contro soggetti più deboli questa tecnica è potenzialmente in grado di immobilizzarli per lungo tempo, mentre si rivela estremamente inefficace verso le creature più potenti, che nella maggior parte dei casi tendono a liberarsi con estrema facilità.
    Al momento questa tecnica è ancora allo stato embrionale, tuttavia non è da escludere che col tempo possa diventare più resistente e mantenere una forma più stabile.
    In termini di gioco i soggetti colpiti dal Vìncelo non si possono muovere, e se attaccati in corpo a corpo subiscono una penalità di -2 a Velocità.
    Nel caso di energia inferiore all' utilizzatore: La penalità a velocità sale a -4
    Nel caso di energia superiore all' utilizzatore: Il consumo per disperdere la tecnica è diminuito di un grado
    NOTA: Questa tecnica può venire dispersa in qualunque propria fase dall' avversario, pagando un costo pari a quello impiegato per creare il Vìncelo
    Restrizioni: Tecnica sperimentale Alizabetha Coraciero.
    Consumo: Medio-alto



    Vincolo improvvisato.
    Un nome adatto ad una tecnica, che poteva essere anche l'ultima della sua vita.
    Ovviamente, sempre che non avesse funzionato.

    image
    Dopo la giusta preparazione, sembrava che Alizabetha avesse pronto il colpo. Le ginocchia del Kikuta si piegarono mentre una nuova fitta allo stomaco pervase tutti i suoi sensi. I denti si strinsero per sopportare quel dolore così maledettamente fastidioso e in quel momento di secondo piano. Doveva concentrarsi nell'attacco, avrebbe pensato poi a curarsi, se fosse sopravvissuto. Ora doveva dimostrare di essere degno del sacrificio fatto dalla sua momentanea alleata e ripagarla del sangue versato. La tecnica partì e con essa un messaggio di incitazione da parte della Hollow. Di tutta risposta Takeo socchiuse per un attimo gli occhi inspirando l'aria calda egiziana, preparandosi a partire . Poche parole vennero rivolte con tono serio a colei che si trovava a pochi metri da lui.
    -Non mi chiamo Shinigami, ma Takeo Kikuta. Vedi di ricordarlo Alizabetha Coraciero.-
    Sul pronunciare il nome della Divoratrice le gambe del dio della morte erano già scattate in una rapida corsa in avanti. Lo stomaco si chiuse in una morsa, ma il cervello dell'Ufficiale cercò di arginare il dolore per concentrarsi in quello che doveva fare. Antonio era proprio di fronte a lui e se tutto andava come sperava presto gli avrebbe inferto un colpo abbastanza pesante da incassare.
    La zanpakuto venne disposta all'altezza della spalla come se fosse un prolungamento naturale del braccio. Particelle di reishi immacolata cominciarono ad avvolgere la lama ed a formare una leggera scia sul percorso della stessa. °Andiamo Ryuuga...° L'intesa dei due non era mai stata così forte come negli ultimi mesi. Uno dei frutti degli intensi allenamenti affrontati dal Kikuta. Sembrava che ormai avessero raggiunto un intesa talmente alta da poter diventare molto più pericolosi di un tempo nonostante Takeo avesse ancora molto da imparare.
    Lo sguardo bronzeo s'indurì mentre ormai la corsa lo aveva fatto avvicinare a sufficienza. Se Liza aveva fatto bene il suo dovere a quest'ora il Fuentes si sarebbe ritrovato in difficoltà nei movimenti. Un ottimo momento per sfoggiare la tecnica propria della Soul Slayer. Il bianco avrebbe attaccato il nero e magari questa volta la luce avrebbe vinto sull'oscurità.
    Il braccio andò a compiere un movimento circolare rilasciando una quantità di reiatsu sufficiente a formare una lama bianca dalla pericolosa consistenza e come unico obbiettivo il Vasto Lorde.

    -Ware wa hanatsu, Hakujin!-


    SPOILER (click to view)
    Hakujin (Lame Bianche)


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    Formula di attivazione: "Ware wa hanatsu, Hakujin!" (Io vi scaglio Lame Bianche)
    Descrizione: Ryuuga accumula dentro sé il reiatsu di Takeo e lo modella dandogli la forma di una lama di colore bianco. Con un fendente Takeo è in grado di lanciare la lama, di velocità superiore di una tacca a quella dell'utilizzatore, contro i suoi avversari causando danni da taglio in caso di successo del colpo. I danni dipendono dalla distanza del bersaglio e da come subisce il colpo, comunque nel caso di massima efficacia dell'attacco, le lame provocano una ferita Media.
    In base all'energia spirituale dell'utilizzatore la gittata delle lame aumenta.
    Verde: 1.5 m
    Rossa: 4 m
    Blu: 6 m
    Viola: 8 m
    Nera: 10 m
    Suprema: 15 m
    Restrizioni: Con l'abilità Eisho Haki Takeo può anche non usare la formula di attivazione, riducendo così la forza dell'attacco di 2 tacche.
    Consumo: Medio-Basso

    Le parole uscirono con vigore mentre quella che era una mezza luna di pura energia partì in direzione della maschera avversaria che distava ormai solo qualche metro. Un leggero schizzo di sangue bagnò il terreno mentre Takeo con rinnovato vigore compiva un movimento ad arco col braccio armato. Il suo corpo probabilmente voleva riposarsi, ma non poteva farlo. Non avrebbe ceduto fino alla fine e fin da quando era scattato sapeva che una singola tecnica non era sufficiente. per poterlo mettere KO il Kikuta avrebbe dato fondo a tutte le sue energie per raddoppiare il proprio attacco con una seconda lama. Solo così si sarebbe sentito di ripagare il gesto fatto dalla Coraciero.
    °Il tuo gesto non sarà vano.... Alizabetha.°
    Un nuovo fendente stavolta verticale fece partire una seconda lama seguita dalle stesse parole già pronunciate dallo Shinigami. Due colpi ravvicinati a formare una croce che viaggiava dritta verso la bianca superficie che copriva il volto di Antonio. Un colpo letteralmente opposto a quello sparato in precedenza dal conquistatore, ma comunque pericoloso se andava a segno.
    In quel momento le gambe del Kikuta cedettero, mettendolo in ginocchio. Il fiato corto lo costringeva a lunghi respiri che ogni volta gli ricordavano attraverso il dolore la ferita aperta sull'addome. La mente si fece pensante e la vista si appannò per un attimo. Solo la forza di volontà ferrea permise al Kikuta di rimanere vigile, per osservare gli effetti dell'ultima combinazione.

    image
    Un ghigno invisibile al di sotto dell' osso della maschera illuminò il viso della Adjuchas, mentre cadeva a terra priva di forze.
    A malapena riusciva a rimanere in piedi a causa del dolore che le rodeva lo stomaco.
    Poi le mancò il punto di appoggio e cadde a faccia in giù nella sabbia.
    Un unico pensiero le attraversò la mente.
    Feh, non ci sono proprio portata per l' altruismo...
    Poi lo sguardo le cadde sul braccio menomato dal colpo del vastolorde, le fessure e le fratture nell' armatura si riempirono di sabbia, pizzicando e bruciando come l' inferno.
    Un braccio quello, devastato dalle ustioni e dalle crepe dovute all' intenso calore, che probabilmente non sarebbe mai più tornato lo stesso.
    UN risolino forzato le sgorgò dalle labbra
    He...hehe...hehehe, l'ho sempre saputo che funziona così con gli shinigami.... tu gli dai una mano, e loro ti prendono un braccio.



    CITAZIONE
    Status:
    Forza » 500
    Velocità » 400
    Resistenza »500
    Zanjutsu » 500
    Kidou » 400
    Ferite » 14/46
    Reiatsu » /8/22 bassi
    Reiatsu (Marginali) »32/88

    Parte corazzata »
    Piastra sull' Avambraccio Sx
    Piastra sull' Avambraccio Dx

    Condizioni psicologiche »Distrutta dal dolore e dalla fatica, persino stare in piedi è faticoso, e pensa di dover radunare le forze per un poco
    Condizioni fisiche » Ferite da ustione e contusioni sul braccio destro, con profonde fratture e crepe nella parte preposta alla difesa che ne pregiudicano l' uso.
    Ferita di entità decisamente grave sulla parte sinistra del petto ed estesi danni alla struttura esterna.
    Corazza ventrale compromessa e copiosa fuoriuscita di sangue, che limita gran parte dei movimenti
    Tecniche usate»Vincèlo Desmanado
    Categoria » Hollow
    Grado» Adjuchas
    Energia » Blu






    Tabella riassuntiva
    Riserva di Reiatsu:

    Stato mentale:
    Scioccato dal gesto altruistico di Liza e deciso a ripagarla distruggendo Fuentes.
    Consumi Reiatsu:


    Ferite: [41]
    Armi:
    Zanpakuto Impugnata
    Wakizashi Impugnata
    8 Pugnali da Lancio
    1 Senpen Banka
    Equipaggiamento:
    1 Benda di cura
    1 Gigai Portatile
    1 Cauterizzatore Speciale
    Turno difensivo:





    Turno Offensivo:





    Statistiche:
    Forza: 350Velocità: 450Resistenza: 350
    Zanjutsu: 450Kidou: 400Rilfessi: 450
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    Outpost 29
    -VI-

    Oh, chosen people, blaze in flames along with the comets
    Slash apart the darkness and gain eternal glory in our hands



    Africa, Deserto del Sahara
    Avamposto 29





    L' arrivo del tramonto non fu notato da alcuno dei combattenti nell' area dell' Avamposto 29, le strade erano infatti talmente lorde di sangue che la luce cremisi del sole morente non creava alcun cambiamento apparente nell' atmosfera del luogo, e l' astro luminoso che lentamente moriva era solo una perdita tra tante, a nessuno ormai importava che si facesse notte, le previsioni dicevano che la luna sarebbe stata piena, e avrebbe illuminato a giorno l'area dei combattimenti, dunque non faceva alcuna differenza.
    Le unità di shinigami avevano sfiorato più volte la catastrofe, le loro linee erano collassate ben più di una volta solo per riformarsi sotto gli ordini del comando centrale e respingere l' ennesimo assalto.
    Le perdite inflitte all' orda di divoratori di anime erano impressionanti, tuttavia il capitano Misono conosceva perfettamente che non si sarebbero mai arrestati, inoltre conosceva la situazione meglio di chiunque altro, e non le era certo sfuggito che i divoratori di anime sfuggiti alle spade degli shinigami si erano riuniti in una enorme massa che premeva sul centro del fronte.
    Così rafforzò le ali indebolendo il centro della formazione lasciando come unica difesa una decina di squadre,
    Poteva sembrare una mossa suicida, ma la ufficiale comandante del XIII Gotei aveva studiato approfonditamente la topografia della zona, aveva personalmente interloquito con il comandante generale Yamamoto a proposito della battaglia avvenuta anni prima e durante gli scontri aveva astutamente manovrato le unità combattenti in modo da spingere gli hollows nelle posizioni da lei prefissate.
    Fu solo dopo una intensa ora di scontri che la situazione divenne chiara anche a tutti i suoi assistenti.
    Le forze dei divoratori di anime si erano radunate lungo l' arteria principale dell' avamposto 29 e stavano marciando in una lunga colonna verso il centro, che era stato volontariamente fatto collassare per spingere la massa in avanti in un azzardato tentativo di cancellare per sempre gli dei della morte.
    Si trattava di una entità oramai incontrollabile, impossibilitata a cambiare la sua direzione a causa della sua stessa massa e guidata solo dalla rabbia, avendo perso già tutti i leader e coloro in gado di formulare pensieri diversi da uccidere, dilaniare e devastare
    La composizione delle forze degli hollows e la loro disposizione era una perfetta copia di quella che si era verificata ai tempi della prima invasione.
    Fu allora che la dea della morte affidò il comando alla sua luogotenente, e scese personalmente in campo, decisa a cancellare una volta per tutte con le sue mani ogni singolo nemico rimanente, e fu proprio il suo arrivo sul campo di battaglia, a volgere le sorti dello scontro.
    La risposta all' assalto di conseguenza fu la stessa: le due ali della formazione della Soul Society si chiusero a tenaglia sulle massiccie forze mascherate, riversandosi da una miriade di vie laterali inaccessibili ai demoni senza cuore di stazza più grande; fu allora che il primo seggio della tredicesima divisione mise in pratica una sua personale variante di questa tattica, che denominò "la forbice".
    Le forze dei difensori si chiusero in due tronconi, uno al comando dela nobile, e l' altro agli ordini della vicecapitano della ottava divisione Mion Shinozaki, i quali attaccando simultaneamente a poche decine di metri l' una dall' altra, eliminavano tutto ciò che incontravano lungo la strada, qualunque cosa non brandisse una katana e uno shihakusho veniva falciata senza dare tempo di risposta, mentre le squadre di kidou bersagliavano e abbattevano i pochi Gillian superstiti con i loro mortali incantesimi.
    Gli shinigami, secondo gli ordini della loro comandante eseguirono la forbice tre volte quel giorno, decapitando rispettivamente la testa, le spalle, e la retroguardia della formazione nemica: al termine degli scontri dei quattrocento hollows assaltatori ne rimaneva meno di metà, mentre le perdite tra gli shinigami ammontavano a sole trenta unità.
    Fu allora che lo scontro divenne uno di quelli che restano impressi nella leggenda.
    Appena sessanta shinigami guidati dalla capitano biancovestita contro una forza nemica che li superava numericamente di tre a uno, che ancora disponeva di un nutrito numero di Gillian.
    Ovviamente i divoratori di anime non avevano nessuna possibilità di vincere.
    Nei minuti seguenti le forze dei tredici Gotei sopravvissute ripulirono tutti i quartieri abitativi casa per casa, ricorrendo a niente altro che alle loro zampakuto e alla più brutale determinazione

    [...]



    Altri quattro demoni mascherati caddero a terra in una cascata di scintille luminescenti, mentre la piccola colonna di dei della morte scavava un solco tra le sue fila.
    Nei volti degli uomini e delle donne che formavano quella unità militare si leggeva solo la più tetra determinazione, e il coraggio di spingersi avanti ancora e ancora.
    Alla loro testa, in posizione di comando Aya Misono procedeva con la lunga zampakuto sguainata e tinta di icore nero, aveva eliminato ua quantità enorme di hollows e di gillian, ma neppure una goccia di sangue nero macchiava i suoi immacolati vestiti; i suoi capelli serici, legati da nastri color indaco si spargevano delicatamente nell' aria, brillando alla luce del sole morente come tempestati di pietre preziose.
    Danzava tra i ranghi ammassati dei divoratori di anime con eleganza, come un rivolo di argento puro, di mercurio, mentre la sua zampakuto era un bagliore indistinto che ad ogni colpo purificava una anima corrotta.
    Un'ombra coprì il sole mentre un possente gillian cercava di entrare nella stretta via percorsa dal rappello, facendo crollare manciate di pietrisco, mentre la sua immensa massa coperta di oscurità si accaniva contro le mura dell' avamposto, cancellando secoli di storia.
    Con una voce calma e delicata, che non tradiva la minima preoccupazione l' ufficiale comandante della tredicesima compagnia si girò verso i suoi uomini e con un sorriso proprio di una amica più che di un superiore disse loro, senza che l' inflessione tradisse la benchè minima urgenza o comando
    -Avanzate senza paura, mi occuperò io di loro...
    Altre due ombre si aggiunserò alla prima mentre le maschere dei divoratori di anime si riempivano di un bagliore rosso sangue, cremisi, foriero di morte e devastazione.
    Un piccolo vortice di vento si formò attorno ai tabi del primo seggio, mentre il suo mostruoso reiatsu aumentava la forza delle sue delicate gambe, e la sospingeva in aria, giusto all' altezza delle maschere dei conglomerati di spiriti, che percependo la minaccia puntarono subito i propri volti candidi verso la nuova e più immediata avversaria.
    Un piccolo sorriso di compiacimento si dipinse sul volto della dea della morte, mentre il suo haori si gonfiava sotto la spinta del vento e la sua zampakuto veniva sollevata in verticale sino al suo volto, quasi a dividerlo immaginariamente a metà.
    Le sue delicate labbra si mossero quasi a sussurrare un nome.
    Uwabyoushi - (Avvolgi)
    Il reiatsu attorno a lei si condensò per un istante, mentre infinite particelle di energia si addensavano a formare una forma simile ad un velo, che poco a poco iniziò ad avvolgersi attorno alla sua zampakuto coprendola interamente come un sudario.
    La forma del capitano si fermò raggiunto il massimo dell' elevazione, mentre con i tabi iniziava delicatamente a camminare nell' aria e piccoli cerchi di reiatsu si diffondevano di punti ove poggiava i piedi come circoli nell' acqua, quasi stesse camminando su un liquido invece che in mezzo al nulla.
    Persino i Gillian sospesero i loro colpi, mentre cercavano disperatamente di completare il prima possibile la loro tecnica più devastante.
    Un colpo che poteva annienterare qualsiasi cosa, ma che aveva un difetto,ai gillian occorreva tempo per completarlo.
    E questo il capitano Misono lo sapeva bene.
    Hagoromogitsune - (Manto di seta della volpe)
    Una seconda parola, e un'onda di energia proruppe dalla solitaria figura in mezzo al cielo.
    La sua lama era sparita, ma adesso sulle sue spalle giaceva un lembo di stoffa finissima e pregiata, uno scialle quasi etereo nella sua forma, e dal colore dei petali di ciliegio, così sottile, così impalpabile, tale che non sembrava neppure appartenere a questo mondo.
    I tre Menos inclinarono le teste, pronti a scagliare i loro raggi mortali, ma nel tempo di un battito di ciglia due di loro caddero a terra come torri a cui siano state distrutte le fondamenta.
    Le loro spaziose maschere presentavano entrambe un unico foro in mezzo agli occhi, e da esso si protendeva un lembo di stoffa cerulea che giungeva sino allo scialle sulle spalle della dea della morte.
    Era strano che un materiale così leggero potesse perforare le maschere di un hollow di classe Gillian, non solo estendendosi di così tanto ma soprattutto a quella velocità .
    Senza prestare però troppa attenzione alla sorte dei suoi due compagni l' ultimo menos rilasciò il suo cero, e osservò con estrema soddisfazione la colonna di luce, mentre si dirigeva contro quella donna così sfacciata da sfidarlo, certo che nessuno sarebbe sopravvissuto ad un colpo del genere.
    La sua espressione si tinse però di sorpresa, quando la shinigami sollevò con grazia una delle sue mani fini e affusolate, e intercettò il raggio annientante con un lembo della sua veste, che non solo non si distrusse, ma nonappena il colpo si disperse, risultò non avere neppure un graffio o un leggerissimo strappo.
    Povera anima...
    Mormorò con una nota di tristezza Aya Misono, mentre ad un suo cenno uno dei lembi di Hagoromogitsune si lanciava in avanti distruggendo la maschera del gillian purificandolo in una pioggia di reishi cristallizzate.
    Non temere, non sentirai nulla.
    E con queste parole atterrò nuovamente alla testa della sua squadra, che in quell' arco di tempo aveva avuto appena il tempo di percorrere un centinaio di metri.
    Rincuorati da quella visione celestiale di potenza smisurata gli dei della morte superstiti si slanciarono in avanti in un ulteriore assalto.
    Il capitano osservò con i suoi occhi smeraldini la carneficina avanti a lei.
    Vide shinigami solitamente timidi e riservati abbattere hollow dopo hollow in preda alla foga della battaglia.
    Vide uomini dell' undicesima proteggere commilitoni della quarta dagli assalti nemici.
    Vide un luogotenente della seconda divisione attirare l' attenzione di un gruppo di divoratori per distoglierli dai compagni.
    Vide un guerriero che non conosceva cadee a terra attorniato dai cadaveri dei suoi assassini
    Vide l' orgoglio di appartenere alla Soul Society e di combttere per una giusta causa
    Vide sangue, acciaio e coraggio.
    E comprese che avrebbe condotto i suoi compagni d'arme alla vittoria.
    Falciò una fila di maschere con la sua zampakuto, e dopo essere salita su una pila di detriti vide la piazza in cui erano sbucati.
    Dall' altro capo dello spiazzo lastricato il segmento sotto il comando di Riku Ishinomori, la sua luogotenente aveva ingaggiato gli invasori alle spalle, decretando la loro fine, e la loro definitiva vittoria, almeno per quello che riguardava l' interno della piazzaforte.
    Una ultima rapida occhiata le fece capire che ormai gli ultimi hollows erano spacciati, e in pochi minuti tutto sarebbe finito.
    Sollevò in alto una mano, mentre glifi di colore nero come la notte lo risalivano sino a raggiungere il gomito.
    Era l' incantesimo di kidou numero 77, il Tentei Kura.
    Adesso la sua voce avrebbe raggiunto qualunque shinigami entro un paio di kilometri.
    -Ascoltatemi fratelli e sorelle, sappiate una cosa.
    Abbiamo vinto!
    Gioite, esultate con tutta la vostra forza, con tutto il vostro cuore, il giorno vi appartiene.
    Mentre udite la mia voce le ultime forze nemiche all' interno della cittadella stanno soccombendo sotto le nostre spade.
    Lasciate che i pochi superstiti odano le vostre grida di vittoria, che sappiano che tra le mura di questo avamposto ci sono ancora shinigami che respirano!
    Sono giunti qui per lasciare un solco nella storia, ebbene ci sono riusciti, il loro nome, il nome di questo luogo, verra iscritto negli annali della Soul Society...
    Nominato però come il giorno della più grande vittoria dei Gotei riuniti!
    E adesso avanti, con me, scateniamo la nostra giusta furia sui superstiti fuori dalle mura!
    Ovunque voi siate, in qualunque condizione siate, resistete ancora un poco, stiamo venendo in vostro aiuto.

    Ogni dio della morte che fu toccato da queste parole riprese a combattere ancora più duramente.
    Adesso la vittoria, era veramente a portata delle loro mani.
    Il capitano lo sapeva, avevano vinto, erano sopravvisuti, e nonostante avesse perso i cintatti con la sala comando sapeva che la situazione era più rosea di quanto avesse descritto.
    Il nemico era in rotta, ma sino a quando non avessero eliminato i due cardini dell' armata, il Cairo non si sarebbe potuto dire al sicuro.
    Adesso le sorti dei rimanenti shinigami erano nelle mani degli altri due capitani.
    E Misono sapeva che non avrebbe potuto trovare persone migliori a cui affidare quel lavoro.
    Ma un altro compito la attendeva, c'erano ancora da soccorrere quelle squadre isolate che necessitavano di cure, e a dispetto di tutto, non avrebbe lasciato morire neppure uno dei coraggiosi che avevano lottato per difendere quel luogo.
    Quello era il suo dovere, come capitano.

    [...]



    Senjoumaru Koroshigani della settima divisione sbirciò oltre l' angolo della casa distrutta nella via, e fece cenno con la mano guantata ai suoi due compagni di fermarsi sul posto.
    Kirimi Shikkoku e Jooguro Ootoribashi, gli ultimi due sopravvisuti della sua squadra, si bloccarono istantaneamente, come congelati, e si appoggiarono anch'essi con la schiena al muro senza fiatare.
    Erano gli unici sopravvisuti di una delle squadre di avanscoperta; inizialmente erano in dieci, ma una serie di raggi annientanti e i continui attacchi degli hollows avevano finito per lasciare in vita solo loro, gli altri erano morti, o peggio, in condizioni di non poter più muoversi, cosa che in quel momento equivaleva ad una condanna a morte.
    Kirimi, l' unica ragazza del gruppo, si portò una mano al volto, cercando di spostare una ciocca di capelli che le era finita negli occhi.
    Nel fare questo rivelò la massa di tessuto nero e cicatrizzato che le copriva la guancia destra, laddove l' acido di un divoratore di anime dall'aspetto vermiforme l' aveva sfregiata per sempre: quel volto, un tempo l' invidia di molte ragazze del suo Gotei, adesso rovinato per sempre.
    Ma era stata fortunata, Jooguro invece non così tanto, l' acido gli aveva corroso sino all' osso il braccio destro, rendendolo irrecuperabile al punto che era stato necessario amputarglielo, ancora una volta le doti mediche di Kirimi avevano salvato loro la vita.
    Senjoumaru osservò nuovamente la via, sgombra, ad eccezione di un piccolo hollow dalle sembianze insettoidi, che stava banchettando senza troppa cautela con il cadavere di un suo simile più grosso, quasi si trovasse ancora nell' Hueco Mundo.
    Lo shinigami della settima osservò le grandi mura oltre di esso, abbattute dal raggio di terrificante potenza che poco prima si era abbattuto sulle sue postazioni, costringendo i suoi uomini ad abbandonare l'area Ovest, per ripiegare su quella Nord, sembrava una eternità, eppure il tutto era durato appena un paio d' ore.
    La breccia era il loro obbiettivo, sapeva che nei pressi delle torri di guardia erano conservati alcuni rifornimenti medici e tonici per recuperare il reiatsu e loro ne avevano un immediato bisogno.
    Jooguro aveva perso parecchio sangue e non era nelle condizioni migliori per combattere, Kirimi invece era sull' orlo del collasso dopo aver curato le ferite di entrambi in modo da permettere loro di camminare: doveva ammetterlo, senza la ragazza della quarta non cel'avrebbero mai fatta a sopravvivere così a lungo.
    Adesso tutto quello che li separava dalla salvezza era solo quella piccola creaturina, all' apparenza inoffensiva, ma i cui occhi tradivano ben più di un pensiero malevolo, e le zanne una morte rapida ma dolorosa.
    Sollevò il braccio coperto di tagli e graffi, che erano intravedibili attraverso gli squarci nel tessuto nero e iniziò a contare abbassando in successione le dita.
    Al tre il piccolo gruppetto saltò fuori e assalì il divoratore di anime a zampakuto sguainata.
    Pochi secondi e la creatura giaceva a terra, in più pezzi di quanti fosse prima, prima di dissolversi ed essere purificata.
    Ripulirono le katane e si incamminarono ai piedi della torre, rifugiandosi tra i mucchi di macerie che prima componevano l' ingresso, i rifornimenti erano in pessimo stato, ma tra i detriti riuscirono comunque a recuperare delle bende e un paio di tonici di recupero, oltre ad un po' di anestetico, pochi rifornimenti, ma sufficienti a garantire la loro sopravvivenza.
    Alcuni minuti dopo mentre il dio della morte era di sentinella e Ootoribashi si era addormentato per la stanchezza, Kirimi si avvicinò a lui, tra gli sparuti ciuffi neri che le ricadevano sul viso si vedevano i suoi grandi occhi, lucidi per il pianto trattenuto a stento e la stanchezza, nello sguardo si leggevano lo spavento e lo stress post bellico, a cui si doveva aggiungere anche il dolore non solo fisico, ma anche mentale dello sfregio sul viso.
    -Koroshigani-san, ha un momento?
    C'era un certo tremito nella sua voce che lo fece sciogliere dentro.
    Nel Rukongai aveva adottato una ragazzina pressappoco della sua età, e la giovane della quarta sembrava una sua fotocopia cresciuta.
    Il dio della morte si chiese con tristezza se lo stesso destino non aspettasse anche lei un giorno, che era così spensierata, così...giovane.
    Scacciò il pensiero e rivolse il suo sguardo alla giovane, che nel frattempo ne aveva approfittato per bendarsi l' ustione lungo il collo e il mento.
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    Lei pensa che ce la faremo a tornare a casa? Voglio dire, ha sentito il Capitano Misono, aveva promesso che sarebbe venuta a prenderci, ma non abbiamo ancora visto nessuno...
    Nel vedere i suoi occhi pieni di lacrime il burbero shinigami le fece cenno di avvicinarsi e le poggiò la mano sulla testa con facilità, essendo alto più di lei di almeno trenta centimetri e scompigliandole i capelli con fare affettuoso disse
    - Ma certo ragazzina, non hai fiducia nel capitano? Puoi starne certa, verranno a recuperarci, ci puoi contare, se c'è qualcuno che può farlo sono proprio i capitani, non li hai visti in azione?
    Si rese conto della stupidaggine che aveva appena detto.
    Kirimi era troppo giovane per aver partecipato a missioni così importanti, questa doveva essere la sua prima vera missione sul campo, almeno a giudicare dalla sua età non doveva essere entrata nella quarta che da poco tempo.
    -Hai ragione, dimenticavo che sei troppo giovane, ma non preoccuparti, ce la faremo tutti, e vedrai che riusciremo a lasciarci questa brutta storia alle spalle.
    Cercava di essere rassicurante ma non ci riusciva...
    Eppure la ragazzina annuì vigorosamente, asciugandosi le lacrime e avvicinandosi al compagno, per poi mettersi a piangere a dirotto sulla sua spalla.
    Il carico emotivo era stato decisamente troppo, e persino il rigido Senjoumaru sentì una parte di sè morire.
    Un mondo che faceva piangere una ragazza così giovane era qualcosa da evitare a tutti i costi, era per quello che esisteva il Gotei XIII, e fintanto che avesse potuto avrebbe combattuto sino alla fine per proteggere Kirimi e quelli come lei.
    Improvvisamente un tremito sordo scosse l' aria.
    Parte delle mura vicine crollarono a terra, mentre qualcosa si avvicinava a gran velocità.
    La dea dela morte della quarta compagnia fece appena in tempo a chiedere con voce incerta
    -Ma cosa stà...
    Che si ritrovò catapultata nella buca alle sue spalle.
    Sopra di lei Koroshigani, che l' aveva spinta giù le fece segno di rimanere ferma e in silenzio, un sorriso sardonico stampato sul suo volto incorniciato dalla barba ispida.
    Adesso la sua zampakuto era sguainata, e brillava sotto i pochi raggi di sole che filtravano dalla coltre di nuvole.
    Quello che non aveva visto era l' orda di hollows che si stava avvicinando, almeno una ventina, e stavano accorrendo a gran velocità.
    -Ascoltami Kirimi-chan
    Disse lui in tono granitico.
    -Prendi Jooguro e portalo al riparo, c'è una cosa di cui mi devo occupare.
    Lei cercò di replicare, ma le parole le morirono in gola, il vecchio era già sparito oltre il bordo del cratere.
    Senjoumaru fece un paio di passi in avanti, allontanandosi dalle rovine in cui si erano rifugiati i due sopravvisuti.
    Era un atto folle e irragionevole, ma almeno avrebbe garantito loro un minimo di possibilità di sopravvivere a quell' inferno.
    Adesso sarebbe morto, lo sapeva, forse ne avrebbe portati un paio con sè nella Soul Society ma erano ovviamente troppi, tutto quello che poteva fare era vendere cara la pelle e cercare di morire con dignità, senza urlare troppo.
    Ecco quale era la sua ricompensa per avere cercato di fare l' eroe.
    Avrebbe anche potuto scappare, fuggire e nascondersi, ma il volto della ragazzina tornava ripetutamente nella sua menta, quegli occhi marroni così profondi, che lo scrutavano sin nel profondo, così tristi.
    No, non sarebbe scappato.
    Si pose al centro dello spiazzo, la spada sguainata posta in verticale avanti a sè in posizione di guardia, la determinazione nello sguardo.
    I demoni avanzavano, poteva distinguere i loro volti, le loro zanne fameliche, le lingue sbavanti, gli artigli affilati...
    I volti distorti dalla follia e dal desiderio di uccidere.
    Erano sempre più vicini, cinque, tre, un metro.
    Calò la spada in un rutilante arco di morte, tranciando in due la maschera di un hollow scimmia che si dissolse in una cascata di reishi.
    Si aspettava di sentire da un momento all' altro artigli conficcarsi nella sua schiena, ma nulla di ciò avvenne.
    I suoi nemici proseguirono a diritto, fuggendo sapventati da qualcosa, ignorando sia lui sia i cuoi commilitoni.
    Senjoumaru si girò perplesso nella direzione da cui provenivano gli hollows, e la zampakuto gli cadde di mano.
    Una colonna di energia azzurra scendeva dal cielo, in un punto imprecisato oltre le mura.
    Un reiatsu terrificante, intenso, puro come mai quello di uno shinigami sarebbe stato turbinava nell' aria, erodendo lentamente le reishi del luogo che venivano attirate alla base di quel pilastro di energia.
    E oltre a quello un'ala di luce brillante verso la quale le particelle spirituali venivano attirate.
    E alla base una fanciulla.
    Era tutto quello che si vedeva dalla breccia , ma era più che sufficiente.
    Il volto della ragazza era un concentrato di determinazione e di risolutezza, mista a odio e a pensieri di distruzione.
    Era terrificante, una dea della guerra.
    E nei suoi occhi vide quello che mai avrebbe voluto vedere negli occhi di una persona così giovane.
    Desiderio di uccidere, anche a costo della propria vita.
    Lo shinigami cadde in ginocchio, e per la prima volta in vita sua...
    pianse.

    ____________________________________________





    Molte volte Genji si era divertito a pronunciare frasi emblematiche come "una battaglia è un fiume in piena, e solo i migliori sanno prevedere dove e quando arriverà l'onda in grado di condurre alla vittoria o alla sconfitta".
    Non si era mai ritenuto uno di quei "migliori", ma ciò che era successo esulava da tale ambito. Non si trattava di cogliere i segni di onde e simili, ma di semplice concentrazione in battaglia.
    Ciò che lui aveva perso, al momento sbagliato. Quando dovendo porre attenzione al campo, aveva invece seguito con la coda dell'occhio ciò che era avvenuto a nemmeno venti metri da lui e dal Vasto Lorde. Credeva di poterselo concedere, ma ciò che avvenne fu fatale. Vedere un Hollow, un ammasso di istinti su cui svettava quello di sopravvivenza, aveva cercato di salvare uno Shinigami. E ora si trovava impalata al posto di Takeo, subendo gli esiti di un'azione che persino alcuni Shinigami avrebbero giudicato come "idiota".
    Genji fissò quell'atto inconcepibile, per un istante di troppo. E come lui, Antonio aveva combattutto troppe volte e troppo a lungo, per non saper cogliere al volo un tale errore banale quanto possibile.

    Mi ignori?

    Antonio saltò, ponendosi in controluce rispetto al capitano, e quindi proiettando la sua ombra sul terreno. Ombra da qui emersero cinque punte, seghettate in modo da risultare impossibili da estrarre una volta penetrate in un corpo. Genji non reagì abbastanza in fretta, e tre di esse riuscirono ad ancorarsi alla sua gamba, dal piede al polpaccio. Il capitano non emise un gemito, se non una inevitabile quanto soffocata imprecazione. Rimuovere le punte, sarebbe stato come giocarsi la gamba.
    In un modo o nell'altro, Antonio era riuscito a dimezzare la rapidità di spostamento di Genji, fattore letale in un combattimento dove l'avversario era in grado di attaccare da ogni direzione.
    E Antonio lo sapeva fin troppo bene. Il combattimento, era praticamente finito.

    ..Ancora non vuoi dirmi il tuo nome, Shinigami? Sarebbe davvero scomodo, non poter comunicare ai posteri il nome di chi deteneva il sangue con cui battezzerò il mio regno. Il nome che mi hai rifilato, non ha fatto poi tutta questa differenza, o sbaglio?

    Quella sabbia polverosa, si stava tingendo rapidamente di rosso. Avendo subito decine di ferite, Genji sapeva che la sua reazione aveva quantomeno evitato alle lame di recidere la sua arteria femorale, ma non a causargli una ferita tale da portarlo al dissanguamento, di lì a poco. Antonio gongolava, e a ragione. Al capitano era rimasta solo una carta da giocare, l'ultimo tentativo di battere una Scala reale costruita sino ad allora dal Menos, con un Poker ben giocato. Su tale mossa però, avrebbe dovuto scommettere tutto. Ma senza la sua rapidità, gli mancava una carta fondamentale, per ribaltare l'esito di quella partita.
    Carta, su cui però i suoi occhi si posarono per un attimo. Tanto che decise di iniziare quella mano con una mossa classica.
    Un bluff.

    ..Infliggimi un colpo letale, Hollow. Nell'ultimo secondo, potrei anche dirti il mio nome.

    ..Mpf. Voi e il vostro orgoglio...e và bene, Shinigami. Ti eviterò una morte lenta, per rispetto al filo da torcere che mi hai dato.

    Una enorme ascia venne estratta dall'ombra ai piedi di Antonio, che quindi si avvicinò al capitano. A differenza di Genji, non si era fatto distrarre dall'esito del suo attacco. Aveva voltato le spalle al capitano solo dopo averlo immobilizzato, e solo per un attimo. Si era compiaciuto della vista della coraciero impalata e dello shinigami a terra, e quindi aveva riportato tutta la sua attenzione sul suo nemico.
    Genji aveva guardato troppo. Ma Antonio, non lo aveva fatto abbastanza.
    CITAZIONE
    Vai shinigami, è tutto tuo!

    Prima che Antonio potesse voltarsi, Genji sferrò un attacco con Kaishite. Il Vasto Lorde dovette occuparsi di due attacchi, e di uno mirato al suo petto fra i due. Optò per schivare quello al petto, e quindi colpire com un braccio l'altro, girandosi senza nemmeno osservarne la natura. Una parte di sè era pronta a sacrificare un braccio, in quelle ultime battute che l'avrebbero decretato come vincitore.
    Ma per sua sfortuna, non era un "attacco", ciò contro cui andò a impattare il suo braccio. Vide solo un groviglio di filamenti che impattando contro l'arto andarono a spandersi sul resto del corpo come coriandoli, legandolo a terra però con la forza di una fune d'acciaio. Il Vasto lorde imprecò una volta, saggiando la debolezza di quei fili, nulla più che uno scherzo come quello architettato dallo Shinigami Bianco all'inizio di quello scontro.
    Nel fissare quei fili, però, perdette di vista l'altro, Shinigami. Che ebbe il tempo di avvicinarsi, e palesare la sua presenza con delle grida. Antonio non perse quindi altro tempo, liberando un braccio e concentrandovi la propria energia con un semplice pensiero: dimostrare a quelle mosche cosa volesse dire sfidarlo faccia a faccia.
    Il Cero si raccolse nella mano del Menos, e partì appena in tempo. La lama nemica impattò contro quel raggio di energia, e le due si annullarono a vicenda. Antonio però non ebbe il tempo di sorridere. La polvere e il fumo provocati dall'esplosione, vennero tagliati da una seconda lama, ormai troppo vicina per poter essere evitata. Al Menos non restò dunque altro da fare, che anteporre il proprio braccio ancora corazzato davanti all'attacco, che causando una seconda nuvola di fumo, colpì il Menos.

    E nel mentre, Shohei Genji nonostante il dolore non riusciva a reprimere il sorriso, dinanzi alle gesta del suo allievo. Immobile, poteva solo assistere al susseguirsi degli eventi. Ma dalla sua posizione, vide non solo l'attacco del suo allievo, ma anche ciò che allo Shinigami biondo sfuggì. Ovvero un rumore secco come di corde infrante, e di lì a un istante un Menos in piena carica, che andò a colpire con un calcio il 3° seggio, mirando a scagliarlo indietro di una decina di metri, come avvenne.
    Solo una volta atterrato di nuovo accanto ad Alizabetha, Takeo avrebbe potuto vedere il suo nemico. Il braccio destro giaceva inerte sul fianco, e la maschera era lievemente crepata. L'aveva ferito in maniera encomiabile, tanto da avergli provocato il fiato corto. Un risultato encomiabile per qualunque Shinigami.
    Ciò però non cambiò il fatto che Antonio poteva ancora alzare un braccio. E che sulla relativa mano, si stesse formando nuovamente la tecnica cui avevano assistito prima, e che ora sembrava libera di essere portata a compimento.

    Voi...voi...VOI LURIDI INSETTI! ORA PIANTATELA, E CREPATE UNA BUONA VOLTA!!!

    I due poterono vedere la fine dinanzi a loro. Il Cero cangiante di prima, era chiaramente un ammasso di Reiatsu ben diverso da quello che si stavano ritrovando puntato contro in quel momento. L'energia stessa, sembrava poter distruggere ogni cosa semplicemente toccandola. Non serviva molta immaginazione, per immaginare cosa li attendeva, nel momento in cui quell'energia avesse lasciato le mani del suo padrone.
    Ce ne volle però ad Antonio, per capire come fosse possibile ciò che i suoi occhi gli stavano comunicando. Non potè impedire a sè stesso di voltarsi, e osservare la chiazza di sangue dove Shohei Genji era bloccato. O per meglio dire, dove avrebbe dovuto essere bloccato. C'era solo quella chiazza, ora, in quel punto. La figura del Capitano, era parata innanzi ai due "alleati" che gli avevano concesso l'occasione che voleva.

    ...Ammirevole, Shinigami. Riuscire a muoversi sin là con una gamba ridotta in quelle condizioni...

    La chiazza sotto i piedi di Genji, era diventata in pochi secondi di dimensioni pari a quelle che aveva appena lasciato. Per il Menos era evidente che il suo avversario, in qualche remoto impeto di eroismo, si era mosso ignorando le punte, e quindi strappandosi gran parte dei muscoli della gamba destra. Anche solo stare in piedi, doveva essere una richiesta esagerata verso il proprio corpo.

    Direi che mi hai fatto un favore, a permettermi di eliminarvi tutti con un colpo...ma non mi illudo che tu sia così idiota. Cosa speri di fare, ora che nemmeno tu potrai evitare il mio prossimo colpo?

    ...Chiudere la partita.

    Oh..? Allora rimani fermo così, Shinigami. La chiuderò io tra un istante. Forse speri di cavartela, ma non hai idea di cosa ti attende. Mi godrò la tua faccia, mentre cercherai di fermare ciò che non può essere fermato!

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    Il Vasto Lorde non poteva sapere, che Genji non lo stava ascoltando. Il Capitano pose la sua enorme lama innanzi a sè, col piatto rivolto verso il suo volto. E quindi mormorò solo una parola, che lo fece estraniare dal mondo. Che lo proiettò in un vortice circolare di energia, con lui al centro, e un'ombra dietro di sè che non vedeva da vari anni. E di cui potè avvertire l'irritazione, mentre lo scrutava.

    Kaishite.


    ....In che condizioni ti presenti, dopo tutto questo tempo? Sentiamo che hai da dire, Shohei....

    Mi crederesti, se ti dicessi che è tutto per creare della suspance?

    ....Macchè. Ti direi che le tue battute con me non attaccano. E che quel tizio ha ragione, mi hai usato così male, da farmi dedurre che mi hai impugnato con la testa da tutt'altra parte. Gentile da parte tua.

    La violenza con cui il vortice lo avvolgeva, era fin troppo esplicativa dello stato d'animo del suo proprietario. E Genji poteva capirlo benissimo, difatti sorrise. Sorrise, nello scoccare un'occhiata tagliente allo spirito della propria lama, e nel provare nuovamente quel malcelato affetto che provava per quell'arma tanto tagliente da risultare quasi letale anche per lui, in passato.
    E a ben vedere, anche in quel momento poteva sentire di averla fatta irritare col suo comportamento. Ciò però rinsaldava unicamente la sua convinzione: era ora di farla finita, con gli scherzi e i limiti.

    ...Forse, al momento non saprei.
    Voglio però mettere la parola fine. E voglio ogni goccia della tua forza, per farlo. Ti stà bene?


    ...Non spererai che i tuoi "alleati", possano reggervi.

    ...Spero solo che chi riuscirà a vederla, ne porti il ricordo all'Inferno dove andrà.

    L'intensità del vortice aumentò ancora, a quelle parole. Ma stavolta Genji potè cogliere il divertimento e la frenesia di quell'essere che la sua anima aveva fatto nascere. Sapeva di star liberando un mostro, ma non aveva scelta. Così, lasciò che quella furia vorticante lo contagiasse, spazzando via la preoccupazione mentre le due anime iniziavano a sincronizzarsi fra loro, nel compiere l'atto che aveva dato a quello Shinigami il titolo che portava.

    ...Mi serve solo qualche secondo allora, Shohei.

    image
    "Getsuga Tensho."

    Nulla del dialogo fra uomo e spada raggiunse il mondo reale. Nulla che potesse sentire chi non stringeva in mano quella lama enorme, che nelle mani del suo padrone iniziò a fremere.

    Un tempo, mi venne detto che quello, era il nome di un fendente appartenuto a un Capitano, e tanto potente da considerarsi quasi il "re", dei fendenti stessi.

    Genji sembrava parlare da solo. E mentre Antonio taceva, indeciso se commentare quel discorso privo di senso, la mano di Genji iniziò a tremare a sua volta, mentre la sua arma iniziava a brillare.

    Se permetti, ti confiderò ciò che ho pensato, decine di anni dopo aver sentito quel commento.

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    Il Capitano, sprofondò di qualche centimetro nella terra. Come se un peso enorme si fosse riversato sul suo corpo, ora i piedi di Genji stavano al centro di un cratere profondo alcuni centimetri, e largo mezzo metro.
    Cratere da cui iniziò a emergere un vortice di vento, all'apparenza, che avvolse l'intera figura del Capitano, mentre continuava il suo discorso. Mentre in quello che era diventato un mini-ciclone di polvere, si aprivano aperture simili a ferite causate da una lama da cui era possibile vedere Genji ricoperto di energia spirituale allo stato puro.

    "Ogni "re", è destinato ad abdicare in favore di un nuovo sovrano."

    Dopo quelle parole, il Reiatsu di Genji si gonfiò in una maniera tale, da spazzare via in maniera definitiva il ciclone che lui stesso aveva creato. Un'energia ancora più possente di quando aveva rilasciato la sua Zanpakuto, e ancora più feroce. Tanto, che i suoi due "compagni" avvertirono in pieno la schiacciante potenza di quell'energia che ora, sembrava non avere intenzione di risparmiare loro la sua presenza quasi dannosa. Potevano vedere che sopra di loro stava un'immensa fonte di energia luminosa, ma la sua schiacciante potenza spirituale non permetteva loro nemmeno di alzare la testa per guardare.

    Resistete un attimo, voi due.
    Non mi servirà di più, per finire ciò che voi avete iniziato.


    Il Menos dinanzi a lui, non sembrò dar peso a tali parole. Nè sembrava impressionato, da quell'inutile sfoggio di potenza. Almeno secondo lui.
    D'altronde, Genji non era il solo ad aver finito di prepararsi per chiudere la partita. L'energia nera che Antonio aveva richiamato, ormai era pronta. E allo stesso modo, tutta la rabbia del Menos aspettava solo di poter esplodere sotto forma di pura energia.
    Antonio dunque non trattenne ulteriormente, quella tecnica. E la forza del Cero più potente, quasi un dono divino per coloro che toccavano le vette dell'evoluzuione, scatenò la sua forza nell'area innanzi al suo padrone.

    Prendi!
    CERO OSCURAS!


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    image
    Alizabetha e Takeo, persero coscienza in quell'istante. I loro occhi videro solo lo scorcio di quella che sembrava un'immensa lama di energia pura. Impossibile capire se fosse un arco d'energia, o una lama vera e propria. Sentirono solo due parole, venire urlate nello stesso modo in cui una belva lancia il proprio ruggito di guerra. Ma solo Antonio Fuentes, potè vedere come effettivamente, il volto del Capitano fosse a tratti trasfigurato da quella che era pura e semplice volontà di fare a pezzi tutto ciò che aveva davanti.

    BAN!
    KAI!


    E in effetti, alla fine solo quello che sembrava un ruggito immenso,poterono udire. Poi, un esplosione. E infine, la sensazione di un'onda d'urto che li sollevò da terra, facendoli rotolare qualche metro più in là con la sua forza.

    [...]

    I due si ripresero in fretta. Le anime che Alizabetha aveva fatto sue, sotto le vesti della sua controparte maschili, per assurdo poterono dare all'hollow la forza che lo Shinigami non avrebbe avuto.
    D'altronde, perchè avrebbe dovuto rialzarsi a ogni costo, il 3° Seggio? Ciò che vedeva, era il simbolo della loro vittoria. Shohei Genji in piedi, l'haori appena spiegazzato, lo shihakusho lordo di sangue nella gamba destra....
    E una sorta di enorme spaccatura larga tre metri e lunga qualche decina. Nessuna traccia del Menos, se non un'altrettanto mastodontica traccia di "qualcosa" che aveva bruciato la terra su cui quella spaccatura si era scavata il suo spazio.
    In qualche modo, Genji aveva vinto. O per certi versi, aveva dato il colpo di grazia a una bestia ferita. Anche se a tale definizione, sarebbe potuto appartenere anche lui. E mentre il Capitano sembrava intento a contemplare il risultato dello scontro, una voce femminile risuonò nell'aria, proclamando la vittoria generale degli Shinigami.
    Ce l'avevano fatta. Erano sopravvissuti, e sia Genji che Takeo probabilmente, avrebbero lasciato che un sorriso solcasse i loro volti.
    Per Genji però, durò solo un istante. Quello successivo, riportò lo sguardo sui suoi due "compagni". Sicuro che uno dei due, non fosse proprio in vena di un sorriso.
    Quando infatti si voltò, fu chiaro il perchè ogni anima che Alizabetha racchiudeva in sè, cercasse in ogni modo di dare forza a quel corpo ferito. Sentiva su di sè uno sguardo carico di istinto omicida.
    Il suo quindi, era semplicemente un istinto di sopravvivenza che si rendeva conto della situazione. Genji arrancava, più che camminare, e la sua enorme lama era tornata ad essere una normale zanpakuto. Non c'era traccia della possanza spirituale di prima, ma nulla nel suo sguardo era cambiato. Un hollow fissava prima, e un hollow stava fissando in quel momento.
    Persino barcollante com'era, però, Alizabetha avrebbe fatto in tempo a sollevarsi di nuovo in piedi, o quantomeno a fronteggiare in qualche modo il Capitano. Solo allora, Genji si sarebbe fermato a una distanza di circa sette metri. Takeo era ancora immobile a terra, spettatore di quello che era appena tornato ad essere, uno scontro ideologico. Antonio era morto, la necessità di una alleanza, svanita. Nessuno dei due, aveva più bisogno dell'altro.

    ...Tachi.

    "In piedi". Non c'era altro da dire, e Genji non era intenzionato a farlo. Se fosse rimasta a terra, sarebbe stato inteso come un condannato che poggia la propria testa sul ceppo di fronte al boia.
    Ora c'erano solo due Shinigami, e un Hollow. Quello che sarebbe avvenuto di lì a un minuto, sarebbe stato scontato per qualsiasi Shinigami.


    CITAZIONE

    Quest Master's Point (6)



    Un attacco finale da paura °__° Ho quindi ritenuto necessario terminare nel modo più violento possibile tramite Bankai, ma praticamente avete fatto tutto voi, brafi °__°
    Che dire, avete vinto :yea: Takeo quindi si può riposare, Liza invece deve risolvere il piiiicolo problema di avere ancora un'energia viola in giro :look: Ci sono vari modi in cui cavarsela, scegli quello che ritieni corretto :sese:
    Takeo può commentare / urlare / strisciare, ma non può interferire fisicamente causa dolore acuto dalle parti dello stomaco. E perchè penso che Allen sia nei casini già così com'è X°D
    Ma son sicuro che te la cavi :miao:



    Angolo dei dettagli:

  38. Percezione Reiatsu: Beh, i vostri compagni sono ridotti quasi a uno straccio come voi, è chiaro. Se Genji finga o no non si sà, ma di certo di sangue ne perde parecchio.

  39. Nemici: Antonio pare sia morto, ma nulla è certo su Bleach. Comunque per ora i nemici sono Liza e Genji, in uno scontro più difficile di quello principale, che si risolve in uno o due post :riot:
  40. Spostamenti: Beh Takeo non può farne molti, ma Liza se cambia area farebbe anche bene. Devi solo dirmi come pensi di farlo :ahse:
  41. Enjoy!
    E il prossimo è l'ultimo u_u


     
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    OST
    Song: Kioku (Memories)
    Author:See Saw
    Album:.Hack//Quarantine OP



    Kitto saigo wa koko ni kaettekuru to omou
    Sekai no hajimari wo futari de miteita
    Ichido dake sono basho ni tashikani todoitakara
    Kono te wo hanashitemo kowaku wa nai no nido to

    Karappo no karada ni furitsumotte yuku kioku
    Watashi wo sukoshizutsu tsukutte mitashite
    Sonna fuu ni hito wa hito no katachi ni naru no
    Wasuretaku nai omoi kokoro ni kasanete

    Doko made tooku yuku toki ni mo
    Watashi wa koko ni kimi no naka ni
    Kimi wo michibiku hoshi no you ni
    Zutto iru wa

    See Saw: -Kioku-

    I think that surely I’ll return here in the end
    Together we watched the beginning of the world
    Because I’ve certainly reached that place just once
    Even if you left my hand, I’d never be afraid again

    Memories accumulate in my body that seems empty
    I also create them and fill myself little by little
    In that way, people become what people are
    Thoughts that I don’t want to forget stack in my heart

    Even when I go faraway to somewhere
    I’m here, I’m inside of you
    Like the star that guides you
    I’m always here


    See Saw: -Kioku-



    Africa, Deserto del Sahara
    Appena fuori dall' avamposto 29




    Quando riprese i sensi il reiatsu turbinava nel vento come il sibilo di decine di bestie prigioniere in una gabbia troppo stretta.
    Avanti ai suoi occhi si dipanavano decine, centinaia, migliaia di viticci luminescenti, piccoli frammenti di energia che ondeggiavano senza meta nel vorticare caotico delle titaniche energie che si erano abbattute su quel luogo.
    I Flussi si incrociavano senza ordine alcuno, disfacendosi e riformandosi in centinaia di configurazioni ogni istante, mentre scomparivano a poco a poco facendosi sempre più eterei e impalpabili, giungendo infine alla completa dissoluzione.
    Mai aveva visto una quantità così imponente di energia spirituale riversata in un solo istante; due forze di pari energia si erano scontrate in quel luogo, e una aveva prevalso.
    Antonio Fuentes non esisteva più, prova della sua esistenza erano solo il suo nome e le poche tracce di reiatsu che impregnavano l' aria, ma entrambi sarebbero presto sparite sotto l' effetto arificatore e cancellatore del tempo.
    In pochi minuti ogni traccia di reiatsu sarebbe scomparsa nel nulla tornando ad essere neutra, semplice reiatsu perso nel vento.
    In pochi anni il ricordo del vastolorde che aveva quasi conquistato il Cairo si sarebbe sbiadito, come quello del suo predecessore.
    In una trentina d'anni l' intera esistenza di Antonio Fuentes sarebbe finita nell' oblio.
    Questo era il destino degli sconfitti.
    Ma non sarebbe stato questo quello che la Adjuchas avrebbe ricordato negli anni a venire.
    No.
    Erano la zampakuto puntata verso di lei, e lo sguardo freddo, gelido dello shinigami che la impugnava.


    Dunque non esiste peggiore maledizione per un vivente, del sangue che scorre nelle proprie vene?



    Uno sguardo che non prometteva pietà, bensì pareva di ghiaccio, in esso non vi era traccia di comprensione, di pietà, di gratitudine, solo impersonale efficienza.
    Adesso ai suoi occhi restava solo un nemico, lei...o meglio, neppure un nemico, un semplice ostacolo, un atto dovuto.
    Con il volto leggermente sollevato, e le mani che sprofondavano nella sabbia Alizabetha Coraciero sentì un duro sentimento salirle nal petto e riempirle le vene.
    Era una sensazione di gelo, opprimente, avvolgente e soffocante; faceva male solo a sentirla, e le provocava un dolore sordo e pressante.
    I suoi pugni si chiusero con un rumore diossa che scrocchiavano,mentre e fatica si sollevava in ginocchio.
    Era piegata sotto la tristezza, oppressa dalla certezza di essere stata inutile, non aveva ucciso lei Fuentes, non avrebbe potuto neanche impensierirlo senza l' intervento del tipo bianco vestito.
    Per la prima volta realizzava la sua impotenza, la sua debolezza.
    Merda...
    Singhiozzò nelle profondità della maschera, laddove nessuno poteva sentirla.
    All' interno dell' involucro d' osso gli occhi verdi erano velati dalle lacrime, che venivano prodotte a ritmo copioso da organi che nemmeno pensava di avere più oramai.
    Merda...
    Altri singhiozzi, un sospiro rauco dal profondo.
    A cosa era servita la sua evoluzione se neppure poteva proteggere ciò che doveva?
    Con che coraggio si sarebbe fatta vedere dalle sue compagne?
    Come si sarebbe potuta mostrare agli altri hollows quando avessero saputo che si era schierata con gli shinigami rinunciando ad un pasto come mai avrebbe avuto occasione di fare?
    Aveva sperato almeno nella riconoscenza degli inviati della Soul Society, le sarebbe al limite bastato far capire loro che non erano tutti uguali, un prezzo che ben valeva l' avere tagliato del tutto i ponti con la sua razza.
    Ma le labbra di Shohei Genji si mossero.
    Non dirlo....
    Mormorò perduta una voce dentro di lei.
    Non poteva ascoltare quelle parole, non voleva.
    Se le avesse sentite pronunciare tutti i suoi sforzi sarebbero stati vani.
    Tutti i sacrifici compiuti inutili, uno spreco di tempo, di risorse, e di quella che era una parte del suo progetto per una nuova vita.
    Non dirlo! Non dirlo! Ti prego!
    La gola sembrava ostruita dalle troppe parole, impedendo loro di venire fuori.
    Nei suoi occhi un tempo altezzosi e presuntuosi solo tristezza e smarrimento.
    I tratti umani al di sotto dello schermo sul suo volto tremavavo, le lacrime iniziavano a scendere copiaose, scomparendo immediatamente riassorbite dall' oscurità, mentre in ginocchio ascoltava quelle parole, con la bocca che sembrava piena di sabbia, secca, arida come il deserto.
    Ma nonstante le sue suppliche quella frase pesante raggiunse comunque le sue orecchie.
    CITAZIONE
    ...Tachi

    Fu come se il mondo le fosse caduto addosso.
    Mai si era sentita così smarrita, mai aveva desiderato così ardentemente qualcuno a cui aggrapparsi, confidarsi, con cui condividere la sua frustrazione.
    Ma era inutile, le uniche creature che avrebbero potuto farlo non erano laggiù, e non vi era nessun'altro disposto ad ascoltarla, e forse nemmeno favorevole a venirle vicino.
    Nella sua vita c'erano solo nemici, o improbabili alleati, nessuno però che contasse davvero.
    Era veramente una hollow, vuota, imperfetta...mancante.


    Un peccato fatto per una giusta causa, con cosa viene ripagato?!



    Poi qualcosa scattò nella sua mente.
    Una risatina, isterica, carica di rancore e poi di scherno riecheggiò nell' aria, sinistra come il sibilo di un pipistrello.
    Alizabetha Coraciero era sempre laggiù al suo posto, carponi, la testa chinata a ridere senza costrutto o motivazione, almeno sino a quando non si interruppe sollevando la maschera, lo sguardo adesso non più offuscato da lacrime.
    Con un tono misto a metà tra l' accusatorio e l' irrisorio chiese, drizzando il torso, sino ad arrivare ad una altezza di una
    image
    ventina di sentimetri al di sotto del naso del capitano.
    Dunque...è così, che deve finire?
    La sua voce adesso era sicura, priva di esitazioni, anche se in essa si potevano leggere tutto il disprezzo e la rabbia di una creatura amara e esacerbata.
    Si sentiva tradita, abbandonata, priva di uno scopo nella vita.
    Oramai aveva perso tutte le speranze, entrambi i mondi in cui aveva cercato di trovare il suo posto erano crollati miseramente come castelli di carte, scacciata e respinta da entrambi tutto quello che le restava era la piccola bolla di felicità che aveva creato in quell' enclave scavato nella roccia.
    Io, una Hollow, tu, uno shinigami...e quindi uno di noi deve morire?
    La sua voce era carica di accusa, i suoi occhi accompagnavano le parole alla velocità del fulmine, fissi in quelli dello shinigami in un gesto di sfida che non aveva pari nella storia.
    Una semplice Adjuchas si permetteva di fissare il suo sguardo su uno dei più temibili guerrieri della Soul Society, un uccisore di innumerevoli hollows, e di ricambiare il suo sguardo.
    Era una frase scarna, ma che rinchiudeva fondamentalmente l' intera storia della Soul Society e dell' Hueco Mundo, due dimensioni in perenne conflitto, che ogni giorno subivano immense perdite, da una parte e dall' altra in una guerra invisibile alla stragrande maggioranza dei comuni mortali.
    Sapevo che era perfettamente inutile cercare un minimo di dialogo da parte di voi shinigami...
    Non c'era speranza di dialogo.
    Bianco e nero, luce e ombra, o maschera o zampakuto, non esistevano zone di grigio.
    Ciò che contava era unicamente la parte da cui uno si schierava al momento della morte, una scelta irrevocabile, che destinava ad una delle due fazioni in eterno senza possibilità di ripensamenti.
    Una scelta per alcuni...
    Una costrizione per altri.
    Proprio come era stato per lei.
    Negli dei della morte aveva cercato la comprensione che in quelli che non osava chiamare simili aveva cercato.
    Aveva nutrito la speranza di trovare degli spiriti affini in loro, ma quella semplice parola aveva rovinato tutto, infrangendo una volta per tutte quel flebile muro di speranze che l' aveva protetta dal mondo esterno.
    Ancora una volta veniva posta davanti alle conseguenze di quell' atto compiuto da un'altra se stessa.
    Ma oramai non credeva più in nulla, persino gli dei della morte, la parte cosiddetta più umana rifiutava di trovare un compromesso.
    Alla fine tutto faceva capo ad una cosa, o bianco, o nero.
    Non esistevano zone di grigio per nessuna parte.
    Tch, in fondo siete proprio come gli hollows che tanto disprezzate, vedete una maschera, un foro nel petto e allora date per certo di trovarvi davanti ad un mostro assetato di sangue
    Toccò in rapida successione la maschera ed il foro che aveva nel centro del petto.
    Sentì il sangue rappreso sulla sua corazza, che ancora sgorgava, meno copioso di prima, dal profondo foro nella sua armatura bianca come la neve.
    Aveva rischiato la sua vita per proteggere quello che avrebbe voluto chiamare compagno, amico.
    Ma a nessuno sembrava importare.
    Ma era ovvio, lei era una divoratrice di anime, una nemica.
    Doveva avere per forza qualche losco piano, qualche sporco trucco nascosto sotto quella maschera così gelida e impersonale.
    Cosa ci avrebbe guadagnato?

    Quale speranza può risiedere infatti, in un futuro afferrato con mani sporche di sangue...



    Questo doveva certamente pensare il guerriero biancovestito.
    Ma aveva torto, e fosse gelato l' Inferno, glielo avrebbe fatto capire.
    Ma ti sbagli, caro il mio dio della morte...
    Disse, cercando di sembrare quanto più sicura di sè possibile.
    Non le ci volle molto, la rabbia, la frustrazione, il desiderio di dimostrare che era dalla parte del giusto le davano una forza che non credeva di avere.
    Zittì preventivamente Genji sollevandò l' indice come una lancia, puntandolo alla gola dello shinigami.
    La sua voce adesso era alta, aveva assunto il suo tono originale, infantile, da adolescente, ma era perfetta per esprimere tutti i suoi sentimenti e inviarli con forza al cervello di quell' integralista fanatico e bigotto, come tutti quelli della sua razza.
    Non farmi ridere, e risparmiami le tue stronzate sulla giustizia! Abbi la decenza di trovarti una scusa decente per le tue azioni prima di parlare, almeno i quincy lo fanno per pura e semplice vendetta, non si arrogano il diritto di giudicare come fossero paladini della giustizia!
    Una figura le tornò alla mente.
    Si trattava di Felio Sanda, lo shinigami che col tempo da bersaglio e arcinemico era divenuto il suo modello di riferimento.
    Che sciocca era stata, a credere che le parole di quel giorno fossero stati consigli dettati dalla voglia di farla cambiare.
    Si sentiva una stupida; per anni aveva inseguito quelle parole sulla individualità di pensiero, della importanza dei sogni, del vivere ogni giorno della propria vita appieno eleggendoli a suo modello di comportamento...ma aveva preso un abbaglio colossale.
    L' idea che l' avesse fatto per salvare la sua anima erano solo una pia illusione, una chimera creata dalla sua mente.
    No, per quelli come lui la salvezza arrivava solo se in punta di una spada.
    Il suo concetto di pietà e di misericordia nasceva solo da una rigida etichetta militare, e non dal profondo del suo cuore.
    Non l' aveva fatto per aiutarla, ma per affermare la propria superiorità.
    Sentì di nuovo quella morsa allo stomaco, che sembrava lacerarla anche più del colpo di Fuentes.
    Come aveva potuto scegliere di voler credere ad una persona del genere.
    Aveva pensato agli shinigami come ad una entità a cui aspirare, ma adesso capiva il suo errore.
    E non ne avrebbe mai più commesso uno simile.
    Adesso capiva, che a dispetto delle apparenze, non avrebbe trovato ciò che cercava neanche in loro.
    Ciò non fece altro che accrescere la sua frustrazione
    Chi diavolo ti credi di essere poi, per decidere della mia vita! Chi ti da il diritto di purificarmi...
    Le parole le fuoriuscivano dalla bocca come un torrente in piena.
    Il suo volto non poteva essere visto, ed era un bene.
    Quei lineamenti così gentili, così delicati, così innocenti, erando distorti dalla malinconia e dalla furia.
    I suoi denti erano serrati e digrignavano, mentre le sue guance erano imporporate dal sangue che vi fluiva, e a nulla valevano le fredde lacrime di stizza che vi scendevano sopra.
    Per cosa poi, per finire in quel paradiso che chiamate Soul Society e darmi la pace?
    A fatica riuscì a piegare un ginocchio e a tirarsi in piedi barcollando.
    Non voleva cadere, non poteva, non avrebbe più mostrato debolezza davanti ad uno di loro, mai più!
    E poi aveva compreso un'altra cosa.
    C'era stato un tempo, quando era tornata alla luce da poco, nel quale aveva vagato per le dune della muerte senza alcuna meta, senza alcuna idea, senza uno scopo nella vita.
    Era proprio come un cadavere ambulante, il cui unico desiderio era farla finita con quella vita corrotta e immersa nel sangue cercando la misericordia della zampakuto di un dio della morte.
    Ma poi aveva trovato loro.
    Lascia che ti dica una cosa, cosa ti fa credere che per me questo non sia il posto migliore in cui vivere?
    Amaya, Beatriz, Lupe e poi Edelmera e Galiana.
    Cinque hollow, che come lei ne avevano abbastanza di quella vita all' insegna della morte e delle uccisioni.
    Insieme avevano trovato un po' di quel conforto che tanto agognavano, un riparo da quella esistenza insulta e soffocante.
    Avevano creato un piccolo Eden riparato dagli altri, dalle ingiustizie del mondo e da occhi indiscreti.
    Avevano provato a sopravvivere come normali esseri umani, cacciando ogni tanto gli hollows di passaggio e trascorrendo le loro vite infinite all' insegna del dialogo e della convivenza pacifica.
    Aveva funzionato, e il loro modo di rapportarsi vicendevolmente aveva rasserenato le sue giornate donandole quel divertimento che da sempre agognava.
    Così aveva trovato la sua ragione di vita, il suo metodo per sopportare la coesistenza con il suo mostruoso corpo e con il suo passato di assassina.
    Ma qualcosa era giunto a disturbare quella effimera pace, che adesso ironicamente stava per esserle sottratta da una di quelle creature che credeva avrebbero potuto capirla e comprenderla, e chissà, forse aiutarla.
    Quindi ascoltami bene signor Capitano
    Fece un passo in avanti barcollando paurosamente.
    La sua vista era offuscata non solo dalle lacrime ma anche dal dolore e dalla mancanza di energie.
    Nonostante tutto però i suoi piedi corazzati riuscirono a fare presa sulla sabbia, permettendole di fare un'altro passo in avanti, verso lo stesso umano che voleva distruggerla.
    Ho atteso troppo, ho sofferto tanti di quegli avvenimenti, che probabilmente se avessi potuto provare le stesse cose che provo adesso mi avrebbero fatto impazzire, e in più di una occasione ci sono andata vicina.
    Un'altro passo, adesso distava solo cinque metri da Genji, una distanza che il capitano avrebbe potuto compiere con la stessa facilità con cui respirava.
    Sarebbe stato un teglio pulito, perfetto, senza sbavature.
    Tecnicamente perfetto.
    Ma tutto ciò ad Alizabetha Coraciero non importava, non più ormai.
    Ma dopo avere scalato montagne di cadaveri, dopo avere sputato sangue e avere sentito le voci morenti di tutto ciò che avevo caro in vita sono finalmente riuscita a riappropriarmi della mia vita.

    image
    Si fermò a cinque metri e rimase immobile fissando il suo carnefice negli occhi.
    Sollevò il braccio devastato avanti a sè e si toccò il petto gonfiandolo orgogliosamente, adesso ardeva di determinazione mai come prima in vita sua.
    Perciò se davvero vuoi la mia testa sappi che non te la cederò spontaneamente con rassegnazione, ti combatterò con tutte le mie forze, dovessi perdere tutti gli arti, venire fatta a pezzi sin nella mia anima...
    Sollevò poi il braccio e schioccò le dta corazzate.
    L' aria alle sue spalle si distorse, generando un portale nero come la notte.
    Il Garganta, una voragine nella notte dai contorni perfettamente definiti, ovale come un occhio che si apriva in mezzo al nulla.
    E a quello conduceva.
    Se ne sarebbe anche andata volando, ma avrebbe rischiato di rivelare la posizione del suo rifugio, e non era un rischio che voleva correre.
    Avrebbe usato i vecchi metodi convenzionali.
    Poi fissò nuovamente il capitano con intensità e concluse.
    Ma non avrai MAI la mia vita, ho sacrificato troppo per avere una seconda possibilità, e non posso permettermi di perderla adesso.
    Infine fece per girarsi, ma si fermò immediatamente e sollevando la testa oltre la spalla disse.
    Sei libero di agire come credi shinigami, ma ricorda...
    Uccidimi qui, e confermerai tutto quello che penso su di voi e sui vostri metodi.
    Adesso che hai sentito la mia opinione non potrai rifugiarti dietro a banali scuse come "era una belva senza cervello o un pericolo per tutti"; agirai secondo la tua coscienza, ma ricorda.
    Dovrai vivere con la certezza di avere colpito alle spalle una avversaria disarmata, la stessa creatura che ha salvato la vita del tuo allievo.

    Se rimaneva qualche vestigia del cosiddetto onore nel cuore di quel dio della morte...
    Beh, l' avrebbe saputo presto.
    E con passo barcollante si avviò verso l' apertura nera come la notte.
    Se il capitano l' avesse davvero voluta sorprendere avrebbe cercato di non farsi trovare impreparata...
    ma era una scommessa che difficilmente avrebbe potuto vincere.
    Ma oramai, il dado aveva iniziato a rotolare.

    CITAZIONE
    Status:
    Forza » 500
    Velocità » 400
    Resistenza »500
    Zanjutsu » 500
    Kidou » 400
    Ferite » 14/46
    Reiatsu » /7.5/22 bassi
    Reiatsu (Marginali) »30/88

    Parte corazzata »
    Piastra sull' Avambraccio Sx
    Piastra sull' Avambraccio Dx

    Condizioni psicologiche »Furiosa, stizzita e leggermente preoccupata
    Condizioni fisiche »Ferite da ustione e contusioni sul braccio destro, con profonde fratture e crepe nella parte preposta alla difesa che ne pregiudicano l' uso.
    Ferita di entità decisamente grave sulla parte sinistra del petto ed estesi danni alla struttura esterna.
    Corazza ventrale compromessa e copiosa fuoriuscita di sangue, che limita gran parte dei movimenti
    Tecniche usate» Garganta, (Sonido)
    [Il sonido è usato solo nell' eventualità che Genji attacchi, e in tutti i casi non viene usato come mezzo di difesa]
    Categoria » Hollow
    Grado» Adjuchas
    Energia » Blu


     
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19 replies since 3/10/2010, 23:21   711 views
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