Bleach Soul Society

The Queen and the princess

Scena GDR-On per Liza e Siren

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    The white Queen (I) ~ Solitude
    Se solo fossi come te, di rigida pietra
    Insensibile al tempo, al sole, alla pioggia...
    E insensibile al richiamo d'amore.
    Privo di sentimento, privo di gioia...
    Ma anche del dolore.
    Ma cosa parlo, ma perchè spreco fiato...
    Di roccia sei fatto, e alle chiacchiere di un uomo solo
    altrettanto sei immune.
    Eppure...
    Eppur ti compatisco, tu che non puoi neanche amare un fiore.
    Tu che non spendi neppure pensiero al lento morir del sole.
    Ma ora vado, e ti lascio alla tua veglia: senza sonno, senza pace...
    Senza gioia.

    <<victòr Hugò, "Nòtre-Dàme de Paris", Capitolo XII>>




    Repubblica Ceca, Praga
    Týnský chrám (Chiesa di Santa Maria di Týn )






    Un vento freddo spazzava le vie della capitale Ceca; un vento gelido, carico di neve e presago di una bufera di ghiaccio come raramente se ne erano viste persino nel rigido inverno Praghese negli ultimi cinquanta anni. Il governo aveva emanato gli avvisi di pericolo e ordinato il coprifuoco, era infatti proibito uscire dalla propria abitazione dopo le nove di sera anche perchè l' illuminazione stradale aveva cessato di funzionare ed era saltata molte ore prima oltre al fatto che tutte le strade oramai erano intasate dalla neve: un sudario bianco e pesante che ricopriva la città in tutta la sua interezza.
    All' esterno delle case a schiera, le cui facciate multicolore apparivano sbiadite nella foschia, le uniche sagome umane erano quelle delle statue di eroi delpopolo da lungo tempo deceduti e i malridotti gargoyle appollaiati come terrei e solidi uccelli da preda sui cornicioni della chiesa gotica di Santa Maria di Tyn,che sovrastava Nàmesti Rèpubliké, la piazza centrale, con la sua colossale presenza e le sue altissime guglie che sembravano voler sfidare il cielo nella loro forma.
    Le Gargolle erano lassù da secoli, immote, immortali...eccetto una di loro, molto più recente nella sua collocazione, che improvvisamente scrollando le sue ampie spalle, fece cadere tutta la neveaccumulata su di sè,mantenendo però intatto quell' innato e abbacinante biancore. Bianco come le nuvole di un caldo giorno di estate.
    E in mezzo a quel candore incorniciato da una fascia di tenebra nera come la notte, si stagliava una luminosa piccola stella color verde smeraldo attraversata da una nerapupilla verticale, similea quelle negli occhi dei felini.
    La testa si mosse leggermente, liscia, priva di ogni possibile riferimento anatomico,ad osservareil tenebroso e brullo paesaggio circostante.
    La città apariva a quell' ora come morta, congelata nella forsa di quel rigido Inverno, spogliata di tutta la vita che la animava...non era poi poi così diversa da quelvasto e infinito deserto di cenere noto come Hueco Mundo, da cui la hollow proveniva.
    Poi con una voce giovanile,venata di una nota di rassegnazione dal tono vagamente musicale,la creatura alta circa due metri e mezzo sospirò penosamente

    -...Huff...-


    Alizabetha Coraciero, Adjuchas, una delle figure più temute erispettate della Foresta dei Menos era triste, o meglio, profondamente malinconica.
    Qualunque divoratore di anime a prescindere dalla sua origine o condizione avrebbe commesso ogni genere di atti orripilanti contro natura e contro ogni morale, persino per gli standard dello Hueco Mundo, pur di avere anche una briciola del suo potere...era immune alle malattie di ogni genere, possedeva nel solo braccio la forza di una cinquantina di uomini robusti, poteva volare liberamente nei cieli con la sola pressione spirituale, poteva cancellare intere città umane dalla mappa con un banale e svogliato gesto della mano destra...aveva una vita eterna e priva di invecchiamento davanti a sè.
    Stese la mano artigliata avanti a sè, nel vuoto, con il palmo rivolto verso l'alto aricevere ciò che stava lentamente scendendo dal cielo.
    Un esile fiocco di neve si posò sulla placca che ricopriva il centro della sua mano e rimase là immobile, seguitopoi a sua volta da moltissimi altri che si accumularono a formare un mucchietto disordinato dall' aria soffice e cedevole.
    Con un gesto quasi stizzito la Hollow chiuse la mano a pugno compattando il monticello in un piccolo blocco,che poi lasciò lentamente scivolare nel buio sottostante dove si perse nel turbinio di fiocchi di neve.
    La nevere era gelida, eppure lei non aveva percepito niente.
    Non un frizzore, non un fastio, neanche la più piccola sensazione.
    Era quello il rovescio della medaglia.
    A cosa le serviva una vita eterna, l'eternità spalancata davanti a lei...se non poteva goderne i frutti?
    Lentamente la mano della Adjuchas si mosse a sfiorare il capo di una delle statue che decoravano il cornicione scostandone la neve da sopra in un gesto che voleva essere empatico.
    Le sarebbe piaciuto che qualcuno avesse fatto lo stesso con lei, ma ancora di più le sarebbe piaciuto sentire quella pienezza e quella soddisfazione che ne derivavano, cosa che a lei era preclusa.
    Sospirando con malinconia Liza iniziò a mormorare, con la sua voce da diciottenne venata di tristezza mormorò mentre la neve sciolta le ruscellava lungo la liscia maschera a specchio..

    -Come ti invidio amico mio, tu sei di solida pietra, ma che ti manchino le emozioni per te non rappresenta certo un problema...-


    Si interruppe nel discorso quando iniziò a realizzare quello che stava facendo.
    Stava parlando con una statua! E per di più stava parafrasando un discorso di Hugò, uno scrittore francese del diciassettesimo secolo!
    Era proprio vero che la solitudine gioca brutti scherzi.
    In quel momento un pensiero ironico guizzò rapido per la mente della hollow, che con un sibilo dal tono acido rese partecipe dei suoi dubbi solo il vento e la neve che la circondavano.

    -Ma che ironia, sono milioni ma sono meno di una coppia per parlare; la mia anima è una sola ma ne contiene milioni, così tanti spiriti...ma tutti con un unico denominatore, sono soli-

    .
    Mai come in quei momenti daveva desiderato della compagnia, qualcuno che anche per un poco raddolcisse quella sua dolce noia, quella terribile e snervante attesa di un modo per ingannare anche solo una frazione del tempo infinito avanti a lei.
    Realizzò anche all' istante che il luogo e il tempo che aveva scelto per meditare un po' in pace non erano neanche così tranquilli come credeva.
    Sentiva che attorno c'erano shinigami e hollows, ma cosa ci facevano in quella città svuotata di tutti gli abitanti?
    La potente creatura scose i pesanti prolungamenti sulle spalle pr far cadere la neve in eccesso.
    Poi si interruppe, quando i suoi sensi incredibilmente più sviluèèati di un normale hollow captarono del movimento e del reiatsu dietro di lei.
    Scattò come una molla, scrutando la zona.
    Laggiù nella foschia c'era qualcosa, o qualcuno.
    Liza sperò ardentemente che questo nuovo arrivato volesse semplicemente fare due chiacchiere.
    Odiava, al contrario dei suoi simili, ricorrere alla violenza, ma se si fosse reso necessario, l'avrebbe fatto senza esitazione.

    -Chi sei, fatti vedere-


    Disse con tono irritato, mentre la mano si sollevava imperiosa nella direzione in cui aveva sentito la misteriosa presenza.

    -Sappi che anche se i miei poteri sono immensi, non posso dire altrettanto della mia pazienza, quindi palesati, e se nutri anche un briciolo di rispetto per queste antiche pietre evita che io mi alzi e ti venga a prendere di persona. Sarebbe per me un fastidio in meno, e un sollievo per il tetto di questa meraviglia.-


    Il vento nel frattempo sembrava essersi placato.
    Solo la neve seguitava a cadere.
    Fredda, placida.
    Un po' come la Adjuchas.
     
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    Siren in quel momento non era molto di buon umore.
    Aveva aperto un Garganta con lo scopo di andare a farsi uno spuntino e la consueta imprevedibilità del mezzo l'aveva portata in una città assolutamente deserta oltre che gelida.

    La Semi-Hollow avrebbe voluto aprire un'altro varco, ma si fermò dopo aver aspirato l'aria necessaria ad emettere il consueto urlo, decidendo con uno sbuffo che forse avrebbe trovato comunqe qualcuno da mettere sotto ai denti ed inoltre, quel luogo le appariva familiare per certi versi, in effetti le capitava spesso ed era sicura che fossero tutti luoghi piuttosto distanti tra loro.
    Com'era possibile che avesse una vaga sensazione di familiarità con una buona parte di essi?
    Forse in vita aveva viaggiato molto, era una buona spiegazione al fatto che fosse stata inghiottita tra i flutti del mare.

    O forse, aveva viaggiato molto con la fantasia, ricordava numerose storie e forse, in alcuni dei libri che aveva letto, c'eran delle illustrazioni simili ai luoghi in cui capitava.

    Ad ogni modo, si allontanò rapidmente dal Garganta e si avviò tra le vie innevate che nonostante tutto, creavano un paesaggio suggestivo...per divertimento, si lasciò cadere sulla neve, lasciano una profonda impronta a forma di squalo on un cilindro in rilievo al centro, chissà cos'avrebbero pensato gli abitanti della città nel vederla?

    Forse sarebbe dovuta entrare in una casa, ma azioni come quelle attiravano sovente l'attenzione degli shinigami e lei non aveva molta voglia di lottare in quel momento, il paesaggio le ispirava una grande malinconia e l'unica cosa che le andava di fare, era quella di "passeggiare" lentamente tra le vie ricoperte di un soffice manto bianco, guardandosi attorno e trovandosi a fermarsi di fronte ad alcune vetrine, ad un tratto, la sua attenzione venne attirata da un vicolo.

    Non ne conosceva il motivo, ma era come se vi fosse già stata, degli strani flashback si sovrapponevano al suo passaggio e le sembrava quasi d'esser tornata umana e che un cuore caldo fosse tornato a riempirle il petto di dolci sensazioni, accellerò il passo e si fermò di fronte ad una vetrina.
    In essa, vide il proprio mostruoso riflesso, ma alla sua mente s'affacciò un'altro ricordo, quello di una bambina dai capelli neri e gli occhi azzurri, con le guance arrossate dal freddo ed avvolta in una grossa sciarpa gialla...qualcosa l'aveva attirata sino a lì e due figure più alte e sfocate le si avvicinavano, ma cosa c'era in quel vecchio negozio?

    Al di là della vetrata c'erano una serie di scatole colorate, una delle quali venne presa in mano da due vecchie mani nodose, il vetro era offuscato dalla brina e Siren non capì a chi appartenessero, per qualche strano motivo, non se la sentì di mangiare ed invece, si limitò ad attendere, attendere cosa?

    Poi, la scatolina s'aprì e dal suo interno, cominciarono a fuoriuscire delle note.



    Siren chiuse gli occhi e si avvicinò il più possibile, anche se il suo corpo mostruoso non le consentiva di poggiare la testa al vetro e posare le mani su di esso come aveva fatto da bambina...in quel momento intuì che udendo quella musica era probabilmente sfuggita dallo sgurdo dei genitori che riuscirono a raggiungerla solo poco dopo, chissà cosa era successo dopo.
    In quel momento, sapeva solo che quelle dolci note le causavano una sorta di doloroso piacere, ne riconosceva la bellezza, ma sentiva che il vuoto dentro di sé si faceva persino più insopportabile ad ogni nota...
    Quando la musica finì, la Semi-Hollow decise di non attendere che ricaricassero il carrillon e si allontanò da quel vicolo...aveva ricordato qualcosa della sua vita passata, ma da ciò non poteva che ricavare dolore.

    Alla fine, si ritrovò a passare in uno spazio più ampio, sopra di lei svettava una meravigliosa cattedrale gotica ed in quel momento, le tornarono alla mente altri ricordi, la stessa bambina che s'era fermata al negozio con i carrillon aveva lasciato cadere dalle mani il pacchetto appena aquistato tanta era stata la meraviglia di fronte a quello spettacolo.
    Il carrillon, nel cadere aveva ripreso a suonare, Siren scosse la testa per togliersi quel doloroso pensiero dalla mente e vi riuscì solo perchè sentì una voce infantile provenire dall'alto, rivolgendole parole piuttosto arroganti alle quali lei rispose per le rime, con la consueta eleganza e delicatezza che la contraddistinguevano nei rapporti con gli altri.

    Riempendosi quindi le branchie d'aria, rispose alzando la voce per farsi sentire bene sin sopra le guglie della cattedrale, pur mantenendo un tono melodioso e femminile:

    "Certo mocciosa, ma spiegami una cosa, se tu sei tanto potente, che motivo hai per scaldarti tanto della mia presenza?
    Non ci posso nemmeno arrivare fin lassù, quindi se vuoi attaccar briga, sarai tu a dover scendere quà sotto, cara la mia signorina!!!"


    Ancora inesperta, Siren aveva preso la voce giovanile della Adjucas come indice della sua età, quando invece la vera età di un'Hollow poteva essere molto differente da quella reale stando al periodo in cui aveva subito la trasformazione.
     
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    -Inutile, piccolo, stupido, debole? Ma non farmi ridere,
    il fatto che tu ti ostini a offendermi
    e prosegua nella tua lotta contro di me
    pur conoscendo la tua infima debolezza
    è solo un patetico tentativo...
    è meno dell' urlo di una piccola formica per me.
    E non c'è possibilità, ti ripeto, nessuna
    che le urla di una piccola formica possano deviare un meteorite -

    << Kami Imai, Needless, Capitolo 45
    "Adam Arclight ad Adam Blade">>




    Repubblica Ceca, Praga
    Týnský chrám (Chiesa di Santa Maria di Týn )


    Dall' alto della cattedrale Liza sbuffò di sdegno, o meglio, di noia.
    Non aveva mai trovato che gli hollows fossero una buona compagnia, men che meno quando agivano da creature boriose e presuntose come il moscerino che la stava apostrofando dal basso.
    Certo, era ovvio aspettarsi un comportamento da esseri simili che non avevano mai affrontato niente di più che un kompaku abbastanza combattivo quando erano particolarmente fortunati, tanto più che non erano composti da altro che sentimenti negativi prettamente inutili e che tendevano alla ferocia e alla superbia...
    Pessima scelta evolutiva per sopravvivere, come aveva imparato a sue spese affrontando gli dei della morte vestiti di nero conosciuti come shinigami.
    Era stato osservando il loro comportamento che aveva capito l' importanza di cose come le ritirate strategiche e le fughe, così come l' utilità dei concetti di disciplina e prudenza.
    A quei pochi hollows che venivano a cercare il suo consiglio e non ad affrontarla dava sempre lo stesso suggerimento, non lasciatevi guidare dall' istinto, non uccidete indiscriminatamente, puntate ad affrontare i vostri simili e non i deboli esseri umani...ma soprattutto osservate, imparate dai vostri nemici, poichè hanno sempre delle carte in più che voi non conoscete.
    erto, un comportamento discutibile per un divoratore di anime, ma utile ai suoi fini.
    Meno kompaku gli hollow divoravano e più anime umane si salvavano, non tanto per intrinseca bontà, no quello no, sapeva cosa era diventata e ne soffriva ma non pensava che gli hollows fossero tutti da condannare, almeno non dopo aver provato cosa significava essere uno di loroE poi trovava decisamente più divertente osservare lo svolgimento della vita dei mortali nell' impegno delle loro faccende quotidiane; il loro affaccendarsi dietro alle loro vite così limitate e brevi la faceva divertire, quasi quanto parlare con gli dei della morte.
    Tuttavia in pochi istanti si ricordò di quello che ancora aveva da fare... dare una bella lezione a quella creaturina impertinente.
    Lentamente e con misurata calma chiuse gli occhi dietro la maschera a specchio che portava e con lentezza iniziò a modulare una lenta musichetta, che a poco a poco si espanse ad un livello impercettibile per l' orecchio umano o di un qualunque essere non al livello di uno shinigami completo.
    La lenta melodia investì un aea di un chilometro quadrato prima di tornare indietro alla sua fonte, rivelandole la posizione e le energie di tutti gli esseri spirituali nelle vicinanze.
    Poi, nei meandri della maschera sorrise.
    Attorno a lei non c'erano più di cinque, forse sei shinigami e di grado abbastanza basso, e ciò le avrebbe reso il lavoro decisamente più facile, visto che erano tutti impegnati a respingere torme di piccoli divoratori di anime
    Ad un suo invisibile comando le placche sulle sue spalle si dischiusero leggermente, dividendo i suoi spallacci in quattro segmenti differenti, poi da ognuno di essi si sprigionò una ondata di reiatsu color verde pallido a bassa frequenza.
    Era un truchetto che aveva imparato col tempo, gli shinigami non badavano mai a più concentrazioni di lieve energia spirituale nello stesso punto, spesso scambiandole per piccoli hollows che si divoravano fra loro, e ciò le permetteva di volare liberamente in quelle zone dove la concentrazione di hollows era più alta.
    Così flettè lievemente le gambe e saltò nel vuoto sotto di lei, levitando dolcemente a mezz' aria prima di toccare il terreno sottostante coperto di neve proprio davanti a chi l' aveva apostrofata così rudemente.
    Era alta all' incirca tre metri, ma niente poteva sminuirne l' aura di potenza che emanava e la non indifferente quantità di reiatsu che mostrava, proprio come un pavone con la sua coda.
    E inoltre un comune hollow non avrebbe certo potuto rimanere indifferente al suo sguardo, alla vista di quell' unico occhio verde che faceva tremare persino i Gillian più potenti.
    Poi con voce imperiosa, venata di un lieve tono derisorio chiese

    -Allora, sentiamo un po'... visto che mi hai dato il disturbo di scendere dal mio seggio per acoglierti almeno degnati di presentarti. Devi essere davvero potente, o davvero stupido, per aver osato apostrofarmi così impunemente pur sapendo il mio rango e le mie capacità.-


    Anche se in cuor suo Liza sperava che il suo avverfario non fosse entrambi...
    Il suo desiderio era sempre e comunque fare quattro chiacchiere in santa pace.



     
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    Quando la Hollow misteriosa cominciò a scendere, nemmeno il pessimo carattere di Siren potè evitarle di spalancare gli occhi per la sorpresa...ed anche un pochino per la paura.
    Aveva già affrontato un nemico molto più grosso di lei, ma da quando aveva imparato a percepire il potere dei propri simili, non le era mai capitato di trovarsi di fronte a qualcuno tanto potente purtroppo, date le sue infime capacità, non era stata in grado di capire quale fosse la reale estensione del potere della sua simile sino a quando non aveva cominciato ad avvicinarsi.

    Adesso la donna-squalo aveva un solo obiettivo, evitare che quella Hollow passasse alle maniere forti, ma visto il carattere che si era ritrovata dopo essere rinata, questo poteva essere tutt'altro che semplice.

    Innanzitutto, visto il modo in cui s'era posta, non poteva certo abbassare le pinne ed assumere la posizione della carpa sul tagliere di fronte alla minaccia, doveva mantenere un'atteggiamento sicuro, ma evitare che quell'atteggiamento le si ritorcesse contro...per esorcizzare inoltre l'impulso a fuggire, Siren cominciò a girare attorno ad un punto, come se stesse aspettando e quando finalmente la sua simile arrivò, inghiottì il groppo ed ascoltò ciò che aveva da dirle, cercando d'esibire un'espressione più curiosa che altro, smettendo di girare per poterla fronteggiare.

    Di fronte a lei non aveva una creatura particolarmente grande, era un pò più alta di Ezra'eil ma anche molto diversa a livello di linea, più elegante soprattutto, anche se non si sentiva molto a suo agio a guardarla nell'occhio, forse era perchè non aveva ancora incontrato ciclopi, o forse perchè c'era qualcosa di sgradevole, di certo, sarebbe rimasta ancor più impressionata.
    Quando quell'essere dalla voce di bambina finì di parlare, Siren replicò con un sorriso tutto denti, esibendo un tono quasi sorpeso:

    "Oh, quindi era solo questo quel che t'interessava?
    Non mi fà fatica dirti che il mio nome è Siren e devo dirmi sorpresa di vederti così alta...ma in fondo, neanch'io da umana avevo le pinne..."


    A quel punto, la donna-squalo prese a girare attorno alla menos, un pò per recuperare coraggio, un pò per studiare la sua interlocutrice, da una distanza di sicurezza ovviamente ed aggiungendo prontamente:

    "Scusa se ti giro attorno, ma è un'abitudine che devo al mio corpo, sai, molti pesci se smettono di muoversi smettono anche di respirare...comunque quel che dicevi sul tuo potere corrisponde al vero, almeno per quel che sono abituata a vedere..."

    Invertì il senso di marcia aggiungendo con tono un pò più spavaldo:

    "Tuttavia, devo contraddirti sul mio conto, da quella distanza il tuo reiatsu non l'ho nemeno percepito, al momento non sono ancora un granchè in questo genere di cose e come ho detto prima, difficilmente sarei potuta venire a scocciarti, quindi spero che tu mi conceda una risposta a quello che credo essere un legittimo dubbio...come mai tanta agitazione per la semplice presenza di un pesce piccolo come me?
    Di cos'hai paura?"


    Era riuscita a tenere a freno la sua linguaccia, in un certo senso.
    Doveva capire quanto fosse irritabile quella Hollow, da un lato non ne comprendeva l'animosità, non sembrava voler combattere ed allora perchè prendersela con qualcuno che nemmeno s'era accorto di lei?
    Ed in un certo senso, come lo sfogo di rabbia s'era tramutato in timore di fronte ad un potere notevolmente più grande del suo, ora quello stesso timore stava gradualmente trasformandosi in curiosità.

    In fondo, nemmeno a Siren andava di menar le pinne, era solo che quel posto la metteva a disagio per via di quei nebulosi ricordi.
     
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    The white Queen (III) ~ Surprise
    E ridono, questi mocciosi
    Niente più che ragazzi
    Che giocano a fare la guerra.
    Uccidono per scherzo
    E ridono mentre lo fanno
    Scherzano, perchè sono giovani
    E credono che si vive per sempre

    <<leo Ortolani, Rat-man, Volume 49 "La guerra e io">>




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    Molte cose avevano sorpreso ALizabetha Coraciero nel corso della sua relativamente lunga -almeno per gli standard del divoratore di anime medio- esistenza.
    Aveva visto di tutto, più di quanto una mente umana potesse sopportare senza impazzire: aveva coabitato in un corpo che le era stato sottratto da una personalità deviata e corrotta, con il quale aveva compiuto le peggiori nefandezze immaginabili.
    Aveva assaggiato più e più volte l' amaro fiele della sconfitta e in almeno tre occasioni la sua vita aveva rischiato di spezzarsi a causa di un intervento esterno, che esso fosse artigli, zanne, frecce o spade affilate come rasoi.
    Eppure era sopravvisuta, con sempre nuove esperienze, ma poco la avrebbe potuta preparare a quello che sarebbe accaduto di lì a poco.
    CITAZIONE

    "Oh, quindi era solo questo quel che t'interessava?
    Non mi fà fatica dirti che il mio nome è Siren e devo dirmi sorpresa di vederti così alta...ma in fondo, neanch'io da umana avevo le pinne..."

    Ci mancò poco che le venisse un infarto per la sorpresa e ,più che altro, per l' indignazione che le stava montando nel corpo.
    Eventualità questa da scartare comunque, visto che al posto del cuore adesso aveva soltanto un foro perfettamente circolare in mezzo al petto, una perfetta rappresentazione di uno stato odioso, durante il quale non poteva provare altro che emozioni negative e poco altro che non fosse fame, dolore, gioia o brama di uccidere.
    Fortunatamente essere diventata un essere immortale e longevo pressochè all' infinito le aveva almeno donato un po' di pazienza, cosa di cui la hollow doveva essere grata...quella piccola almeno.
    Tuttavia non potè fare a meno di inclinare di lato la testa, cambiare il piede d' appoggio e puntare il pugno sinistro contro il fianco inclinandosi leggermente in avanti.
    Sollevò la mano destra, e portando leggermente in avanti la mano portò avanto l' indice e lo poggiò con evidente fastidio sulla fronte dello squalo, che si portò un po' più indietro, non riuscendo però a staccarsi da quell' implacabile costrutto spirituale.

    Tsk, ma guarda che piccola impertinente...


    Borbottò con aria gelida mentre faceva un'altro passo in avanti.
    E ogni metro che Liza faceva in avanti Siren ne faceva una indietro, spaventata dalla sua mole e dalla rabbia che adesso bruciava attorno a lei.
    Poi con voce atona e terribilmente pericolosa mormorò.

    Mi spiace che tu abbia fatto uno scambio così svantaggioso, la propria intelligenza per un corpo più forte...
    Ma vedi, pur essendo ancora immatura hai deciso di viaggiare per il mondo facendo tre grossi errori oggi, che meritano una certa considerazione.


    E nel dire questo sollevò la mano, mostrando tre dita.
    Dapprima le mostrò tutte dicendo con una voce cavernosa che esprimeva soltanto disprezzo

    Tre, Sei venuta in questa città, andando a giro come ti pareva e combinando tutti i casini che hai voluto proprio nel giorno in cui mi sentivo più irritabile e nervosa.


    Abbassò un dito, adesso ne rimanevano due.
    Proseguì imperterita.
    Altro metro guadagnato per lei, altro terreno che la piccola hollow presuntuosa perdeva, posta sempre più con le spalle al muro e sul cui viso adesso iniziavano ad apparire i primi segni di preoccupazione.

    due hai osato mancarmi di rispetto trattandomi come una dei tuoi pari e credendoti alla mia altezza mi hai deriso offendendomi gravemente in completo disprezzo del mio rango e delle tue condizioni sociali


    Questa era una cosa che forse in altre condizioni avrebbe tollerato, ma se da un lato i suoi poteri crescevano, la sua pazienza verso quegli inutili esseri ossessionati dal cibo e dalla caccia diminuiva di pari passo.
    Ne riteneva degni pochi, delle sue attenzioni, ma quelle poche divoratrici di anime che riuscivano ad instaurare una discussione sensata con lei erano presto diventate sue fedeli compagne.
    Questa creaturina invece...
    Beh, era solo fastidiosa.

    uno e cosa più grave, non ti sei neppure scusata per questo tuo indecoroso comportamento, cosa che ha aggravato ancora di più le tue colpe


    Adesso era a pochi centimetri dal Naso adunco di Siren.
    E il tono di foce nelle sue parole faceva già intuire il seguito della vicenda e la piega che avrebbe preso.
    Una bruttissima piega.

    E infine un' ultima voce che credo sia necessario notare, e che in effetti è la mia preferita se mi è concesso dirlo.
    Dimenticavo di dirti un' ultima cosa, una cosa che io chiamo...

    In pochi istanti una piccola sfera di pura energia rossa si formò nel palmo di Alizabetha illuminando a giorno le strade con una lieve luminescenza rosata.
    Una potenza incredibile era racchiusa in quel piccolo costrutto; un potere che presto si sarebbe scatenato, annientando quella piccola bestiola presuntuosa in una cascata di morte accecante.
    Poi flettè delicatamente le dita, le distese e disse lapidariamente

    -Cero-


    La piazza si dissolse quindi in una abbagliante esplosione di energia mentre il raggio annientante percorreva quindici metri di pura distruzione vaporizzando indistintamente carne, pietra e osso.
    Liza provò anche un sadico piacere nell' osservare l' orrore dipingersi sul ghigno della hollow inferiore, e ne provò altrettanto mentre la piccola sagoma, ridotta a poco più di un carboncino fumante, si accasciava sul terreno per poi disperdersi nel gelido vento del nord.

    O almeno questo sarebbe successo in un mondo perfetto e ideale dove gli shinigami non esistevano, o almeno si limitavano ad ignorare gli hollows senza spedirgli contro un qualche graduato al primo segno di un attacco di potenza elevata come il Cero.
    Ma purtroppo quello in cui si trovava non era un sogno, e pertanto doveva sopportare quella maledetta tappetta saccente ancora per un po'

    -Huff...certo che oggi non è la mia giornata fortunata, proprio no...-


    Disse con aria abbattuta, mentre la donna mascherata dalle sembianze ittiche le girava attorno come una luna ad un pianeta.
    Stava iniziando ad innervosirsi, e per alcuni istanti considerò se trasformare il sogno ad occhi aperti che aveva avuto in realtà.
    CITAZIONE
    "Scusa se ti giro attorno, ma è un'abitudine che devo al mio corpo, sai, molti pesci se smettono di muoversi smettono anche di respirare...comunque quel che dicevi sul tuo potere corrisponde al vero, almeno per quel che sono abituata a vedere..."

    Almeno si stava scusando, questo era un buon segno, e già uno era più di quanto si sarebbe aspettata da lei.
    Forse la situazione poteva anche cambiare, e capì che avrebbe dovuto essere lei a fare il primo passo se voleva porre rimedio ad una conversazione altrimenti irrimediabilmente tediosa.

    -Ah sì eh? Ti sono grata per le scuse, ma lascia che ti dica una cosa.-


    Sbuffò abbastanza sfiduciata, aveva ancora un sacco di strada da fare per riscire ad avere una conversazione decente.

    -Per quanto le tue capacità belliche e marziali possano essere grandi-


    Disse con una punta di stizza

    -Le te abilità diplomatiche lasciano invece molto a desiderare, e credimi, l' adulazione non è proprio il tuo forte.
    Questo tuo modo di atteggiarti temo proprio ti porterà alla morte un giorno o l' altro se non impari a tenerlo a freno; e non tutti gli hollows sono gentili e comprensivi come me...
    Alcuni tendono a sottolineare il loro dissenso colpendo con violenza le maschere altrui, e credimi, tu non vorresti far arrabbiare uno di loro.-


    Era seria, e l' altra avrebbe potuto facilmente capirlo guardandola nell' unico occhio visibile, l' altro, perfettamente umano, era ancora nascosto dietro la cappa di tenebre formata dalla maschera.
    CITAZIONE
    "Tuttavia, devo contraddirti sul mio conto, da quella distanza il tuo reiatsu non l'ho nemeno percepito, al momento non sono ancora un granchè in questo genere di cose e come ho detto prima, difficilmente sarei potuta venire a scocciarti, quindi spero che tu mi conceda una risposta a quello che credo essere un legittimo dubbio...come mai tanta agitazione per la semplice presenza di un pesce piccolo come me?
    Di cos'hai paura?"

    Per poco non perse nuovamente la pazienza.
    Quella ragazzina aveva veramente manie suicide o cosa?
    Se continuava così altro che il giorno dopo, non sarebbe nemmeno arrivata di lì a cinque minuti più tardi.

    -Accidenti, siamo presuntuosetti eh?-


    Boffonchiò scrollando le spalle.
    Alla fin fine non era un problema suo, poteva ancora gestirlo come preferiva.

    -Di cosa ho paura? Beh è molto semplice-


    Disse con una punta acida nella voce

    -Ho paura che tu ti faccia ammazzare in una maniera alquanto stupida-


    e aggiunse

    -Una ipotesi per niente remota o lontana nel futuro comunque, viste le premesse a quanto vedo-


    Poi le diede le spalle, prima di incamminarsi verso i gradini della cattedrale con passo regale e imperioso.
    Avrebbe tanto voluto farlo con le sue stesse gambe, ma con quel corpo corazzato, era il massimo che si poteva concedere.
    Gli hollows che vivevano in Africa, nel luogo dove aveva posto la sua dimora la chiamavano la regina del deserto.
    Che motivo aveva dunque di infrangere le loro aspettative?
    Portava una maschera ancora, sul volto, dunque era giusto che recitasse la sua parte.

    -Ma adesso per favore sediamoci un poco, vederti girare così, come un' anima in pena mi stà dando estremamente sui nervi, e temo potrei non riuscire a controllare le mie prossime azioni -


    E con un tonfo sordo si adagiò sullo strato di neve soffice che stava iniziando a ricoprire la scalinata di marmo bianco latte con una patina gelida, che a lei non dava comunque alcuna noia.
    La piastra sulla sua schiena si sollevò, permettendole di sedersi con relativa semplicità ripiegandosi a formare lo schienale di un ipotetico trono, le gambe accavallate in una posa che era tutto tranne che provocante e la mano destra posta subito sotto il mento, a reggere la maschera con il dorso coperto dalla placca ossea.
    La mano sinistra invece stava appoggiata a terra, pronta a colpire in un qualunque momento, nel caso di un pericolo imminente.
    Alizabetha era sopravvisuta a lungo, più a lungo di quanto le piacesse ricordare, ma non era rimasta in salute così tanto senza riservarsi di usare parecchia prudenza.

    -Adesso va meglio, e comunque, Piccola Siren, si può sapere cosa ci fai quaggiù? Questo posto è pieno di Shinigami, e non credo affatto tu sia pronta ad affrontare uno di loro.
    Cosa diavolo ti ha spinto a venire sin quaggiù?-


    E la testa si piegò di lato, l' occhio socchiuso, quasi stesse simulando un sorriso sornione


    CITAZIONE
    Scusa per il post veramente indegno, ma ultimamente sono pieno di roba da fare, e mi spiace molto non poter dare il meglio, sumimasen-desho ne =.=

     
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    Quando la sua interlocutrice, comunque piuttosto seccata, fece notare a Siren che scusarsi non sempre bastava, la donna-squalo prese a girare più velocemente a causa della tensione, ascoltando con attenzione ciò che le veniva detto.
    In un certo senso aveva ragione, ma Siren non amava che le venisse detto a quel modo, soprattutto perchè era lei ad essersi sentita aggredita senza motivo, in un momento di sincerità, storse le labbra a rispose con un tono serio rallentando nuovamente il movimento:

    "Rispetto a ciò che i miei sensi riescono a percepire, non ti sono certo alla pari dal punto di vista delle capacità belliche e con un corpo simile, la leggiadria delle arti marziali me la posso giusto sognare...se è vero che mi mancano capacità adulatorie, dovrò trovare un altro modo per relazionarmi a chi è più potente di me, sarò un pesce, ma appartengo alla categoria di quelli dotati di spina dorsale..non mi dirai inoltre che t'importi essere adulata da qualcuno che cerca semplicemente di compiacerti per salvarsi la pelle?"

    Certo, il fatto di possedere una spina dorsale non significava che questa non potesse essere spezzata costringendo qualcuno a piegarsi alla volontà altrui, percui aggiunse sbrigativa:

    "Ammetto la mia debolezza rispetto a te ma non per questo voglio strisciare ai tuoi piedi come un verme, se non vuoi farmi del male, io mi limiterò a non dartene motivo, non essendo comunque un'avversario alla tua altezza mi limiterò a percepire con più attenzione i Reiatsu ed a stare lontana dai guai nei quali potrebbe ficcarmi la mia linguaccia..."

    Ma mentre stava per voltare le pinne ed andarsene, ricevette un invito a sedersi e per qualche strano motivo, continuò a girare su sè stessa sino a rivolgersi verso la Adjucas, che in qualche modo, s'era fabbricata una sorta di trono e si era già accomodata...per provare ad imitarla, Siren smise di levitare e si adagiò a terra di fronte a lei, rivolgendole la parte frontale del corpo, quella col busto umano incastrato nel corpo e le zanne metalliche in bella vista, offrendole a quel modo la parte meno vulnerabile del proprio corpo ed una minor superfice sulla quale andare a colpire.
    Per qualche motivo l'atmosfera le era sembrata diversa ed aveva deciso di rischiare, anche se razionalmente, sarebbe stato il caso di fuggire lontano...o forse era come rispondere ad un ordine indiretto?
    La Menos diceva di sedersi ed ecco la caparbia donna-squalo posata sul suolo gelido ed innevato, non che ciò le desse fastidio, ma la sua sagoma a terra era visibile anche per i normali esseri umani ed in generale, non le andava di diventare il pesce-cane di nessuno.
    Soprattutto la "Piccola Siren" di un essere che aveva la voce di una bimbetta.

    Ad ogni modo, rispose alla domanda con il solito tono di cortesia, con la parlata quasi musicale che la contraddistingueva:

    "In verità non c'è molto da sapere, ho aperto un Garganta e mi ha portato qui, sarà che le mie percezioni sono molto meno fini delle tue, ma quando sono passata quà sotto non avevo percepito nemmeno te, mentre ora mi stai coprendo qualsiasi altro segnale avendo tu un reiatsu piuttosto alto."

    Poi si prese una pausa come per decidersi a confidare o meno un segreto ed alla fine si decise ad aggiungere:

    "Inoltre ero sovrappensiero, sarò io ad essere sfortunata, ma questo posto mi fà tornare alla mente brevi ricordi della mia vita da umana e la cosa comincia a non piacermi, perchè questo foro che sento sull'adome mi sembra che si allarghi ogni volta che ci ripenso."

    Quando mostrava il suo busto umano, non era difficile notare le espressioni della Hollow che aveva le labbra ben visibili, le quali si piegarono all'ingiù quando finì di parlare, similarmente a quando ci si ferisce in maniera non troppo grave e si sente un dolore immediato che passa rapidamente.
     
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    The white Queen (IV) ~ Chittychat

    I want to go to a future where
    Everyone's smiles shine
    I become sad because I can't do anything
    I can do nothing but watch

    I'm powerless
    But I'm still here
    That is so

    Yui Horie, Hauu - Nanodesu




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    CITAZIONE
    Rispetto a ciò che i miei sensi riescono a percepire, non ti sono certo alla pari dal punto di vista delle capacità belliche e con un corpo simile, la leggiadria delle arti marziali me la posso giusto sognare...se è vero che mi mancano capacità adulatorie, dovrò trovare un altro modo per relazionarmi a chi è più potente di me, sarò un pesce, ma appartengo alla categoria di quelli dotati di spina dorsale..non mi dirai inoltre che t'importi essere adulata da qualcuno che cerca semplicemente di compiacerti per salvarsi la pelle?
    Ammetto la mia debolezza rispetto a te ma non per questo voglio strisciare ai tuoi piedi come un verme, se non vuoi farmi del male, io mi limiterò a non dartene motivo, non essendo comunque un'avversario alla tua altezza mi limiterò a percepire con più attenzione i Reiatsu ed a stare lontana dai guai nei quali potrebbe ficcarmi la mia linguaccia...

    Alizabetha sorrise dietro la maschera, mentre appoggiava la testa sul palmo della mano massaggiandosi delicatamente la maschera, quasi fosse stata la sua vera nuca.
    Quella ragazzina era davvero vivace, e probabilmente anche un po' permalosa.
    Ma doveva capirla, era passato troppo tempo dall'ultima volta che si era sentita offesa nel suo amor proprio.
    Ora come ora si trovavano poche creature capaci di offendere a cuor leggero una Adjuchas.

    -Hmmm, svelta di lingua e di cervello...-


    Borbottò ridacchiando con allegria.
    Tutta quella neve non la infastidiva affatto, aveva sopportato pesi peggiori, ma il suo lento accumularsi l' avrebbe potuta rendere visibile, quindi si scosse di dosso i mucchietti più rilevanti e scrocchiò la mano destra nell' aria per sgranchierla un poco.
    Chinò il viso verso Siren e riprese a parlare, mentre agitava la mano nell' aria per un riflesso incondizionato.

    -E' una buona cosa, di solito mi piace in una hollow.
    Nei maschi invece, una cosa del genere è solo da guardare con sospetto.-


    Painter ne era la prova perfetta.
    Sempre a complottare, a tramare, a sibilare minacce e a cercare di vendicarsi di questo o di quel torto.
    Non aveva mai voluto godersi la vita, le piccole cose di tutti i giorni non gli importavano.
    Quando dominava lui era sempre la stessa storia.
    Uccidi, dilania,brucia e divora...
    La stessa solfra propinata infinite volte.
    Mai che avesse potuto fare nulla.
    Lei oltretutto le odiava quelle cose.
    Sorrise, e ancora una volta nessuno avrebbe potuto vederla farlo.

    -Adesso però piantiamola con queste formalità.
    Non stavo certo cercando un avversario, nel caso sarei andata altrove.
    Sono Alizabetha Coraciero, o almeno questo adesso è il mio nome.
    -


    E in effetti era vero.
    Quel nome lo aveva scelto solo di recente.
    Prima era stata Juggernaut, e prima Painter, e prima ancora Eishi Kisaki...
    E in origine Kinaru Kisaki.
    Più cercava di non pensarci e peggio era.
    Ogni volta quei ricordi tornavano fuori e cercavano di sospingerla sull' orlo della follia.
    Ma oramai pensava di essersene liberata, dopotutto Painter era scomparso, o no?
    Portò la mano a toccare il petto, appena a destra del suo foro perfettamente circolare che aveva al posto del cuore.

    -Ma tu puoi chiamarmi Liza se preferisci...
    diamoci del tu adesso.-


    Poi si sporse in avanti, i palmi delle mani sotto a dove avrebbe dovuto trovarsi il mento, e si mise ad ascoltare quello che la sua nuova interlocutrice aveva da dire.
    CITAZIONE
    "In verità non c'è molto da sapere, ho aperto un Garganta e mi ha portato qui, sarà che le mie percezioni sono molto meno fini delle tue, ma quando sono passata quà sotto non avevo percepito nemmeno te, mentre ora mi stai coprendo qualsiasi altro segnale avendo tu un reiatsu piuttosto alto."

    IMprovvisamente Liza scattò in piedi, quasi avesse avuto una improvvisa rivelazione, e in effetti non c'era andata troppo lontano.
    Battendosi la mano sulla fronte esclamò con grande sorpresa.

    -Oh, accidenti, è vero!
    A volte mi dimentico proprio, ultimamente sono veramente sbadata...-


    Si scusò con un breve inchino.
    Non si era ancora abituata al suo nuovo reiatsu, e nonostante ci provasse quando non vi prestava attenzione, continuava sempre a lasciarne trapelare un po'.
    Era normale che una hollow ancora giovane si facesse tentare da una cosa così ridicola come tentare di affrontarlaSi concentrò e lo soppresse sino a ridurlo approssimativamente ai livelli di quello della sua nuova conoscenza.
    Era difficile ma sentiva di potercela fare.
    CITAZIONE
    "Inoltre ero sovrappensiero, sarò io ad essere sfortunata, ma questo posto mi fà tornare alla mente brevi ricordi della mia vita da umana e la cosa comincia a non piacermi, perchè questo foro che sento sull'adome mi sembra che si allarghi ogni volta che ci ripenso."

    Per poco non cadde dal gradino per la sorpresa.
    Trovare hollow in grado di parlare era raro.
    Trovarne che avessero un briciolo di intelligenza anche
    E che sapessero parlare poi era altamente improbabile.
    Ma che ancora avessero dei ricordi...beh, quello era decisamente un evento miracoloso.

    -Beh, cosa vuoi che ti dica, un sacco di altri hollows in grado di pensare, e credimi ce ne sono pochi, ti direbbero di lasciar perdere e di andartene o pensar ad altro-


    Disse grattandosi una guancia dura come la pietra e altrettanto fredda.

    -Personalmente invece posso dirti solo una cosa.-


    Doveva aiutarla a mantenere quei ricordi, erano la sua ancora di salvezza.
    Le avrebbero evitato molti guai in futuro.
    Quella ragazzina poteva essere la soluzione che cercava a molti suoi problemi.
    Se non avesse perso la sua razionalita forse sarebbe anche diventata uno splendido Menos.
    Uno in grado di capire.

    -Tieniti stretti quei ricordi.-


    Uno in grado di ascoltare.
    Si toccò il foro sul cuore e poi la fronte.

    -Perchè anche se qui non c'è più niente, qua dentro ci sono ancora tantissime cose importanti -


    Poi proseguì alzandosi in piedi e facendo un giro su se stessa mentre osservava il cielo, e saliva lentamente i gradini che portavano all' entrata della grande chiesa.

    -E' merito di quei ricordi, della loro presenza,se sei una "sirena" e non un banalissimo pesce dall' aspetto un po' strano.
    Non scartare quelle memorie, anche se sono dolorose.
    E' grazie a cose del genere se sono qui a parlarti adesso-


    SI girò dunque verso Siren, e con i pugni puntati avanti attese una sua possibile risposta.
    Forse la giornata non era andata poi così male.
    E aveva anche potuto parlare un po' con qualcuno.
     
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    L'interlocutrice di Siren sembrò cominciare a provare un certo interesse per le risposte della Donna-Squalo che a quanto pareva sembravano riflettere una certa intelligenza, valore positivo in un esemplare femminile, mentre in uno maschile avrebbe destato un certo sospetto.
    Non che Siren ne avesse incontrati molti per poter concordare, ma facendo un rapido confronto, aveva incontrato Pesadilla che pur non essendo stupido, non sembrava andare oltre il suo stomaco ed Ezra'eil che invece pensava unicamente col suo stomaco, un pò come il primo enorme Hollow che le era capitato di uccidere.
    Alizabetha al contrario, sembrava essere molto più raffinata e stava cominciando a porsi in modo più amichevole nei confronti della "piccola" Donna-Squalo che rispose garbatamente alla presentazione dell'Adjucas:

    "D'accordo Liza, ora che ci penso, anch'io ho dovuto scegliermi un nome dopo aver dimenticato il mio."

    La discussione da quel punto in poi divenne molto più rilassata, tanto che Liza scattò in piedi per scusarsi con un inchino per aver manifestato un livello di Reiatsu eccessivo e la Hollow dovette ammettere che quando l'Adjucas si portò al suo livello, si sentì più leggera, come se le fosse stato tolto di dosso un peso eccessivo.
    Arrivò al punto di ricominciare a levitare e rovesciare la neve che le si era accumulata addosso nel solco scavato dal proprio gigantesco corpo per coprirne la traccia, rivolgendosi a quella che forse avrebe potuto diventare una sua buona amica...nei limiti degli Hollow:

    "Non era necessario scusarsi, ma devo dire che ora mi sento più a mio agio, è la prima volta che percepivo qualcosa del genere..."

    Ad ogni modo, Liza sembrò molto sorpresa quando Siren le accennò dei suoi ricordi e sembrava tenere molto al fatto che non dovesse rifiutarli, una teoria opposta a quella di Pesadilla che sembrava vivere per divorare e crescere all'infinito, assecondando solamente la propria natura di divoratore d'anie, una via più semplice ma che per Siren aveva sempre avuto qualche buco.
    Forse era il ricordo della vita passata a mantenere vivo in lei un barlume d'umanità, per quanto doloroso.

    In un certo senso la rincuorava ascoltare Liza mentre le diceva che non solo non c'era niente di male nei ricordi, ma che erano sicuramente la cosa più preziosa che ella potesse avere, Siren decise quindi di seguire la Adjucas lungo le scale, levitando lentamente e chiedendole:

    "Quindi anche tu hai dei ricordi dolorosi?
    Da quando sono rinata non ho fatto altro che cercare d'accettare questa mia nuova esistenza...ma sembra tutto così futile...faccio di tutto per sopravvivere e sono costantemente predatore e preda, sò che potrò divenire più forte, ma una volta ottenuto quel potere, non riavrò comunque ciò che ho perduto..."


    E voltandosi di fianco, alzò una delle pinne affilate sulle quali la debole luce del sole invernale generò un bagliore, dicendo:

    "Non ho più nemmeno le mani, ho la terribile sensazione d'essere un essere umano intrappolato nel corpo di una bestia e quando il Vuoto che provo torna a farsi sentire, perdo il controllo di me stessa..."

    Siren in quel momento aveva manifestato la propria debolezza e non era sicura del motivo, eppure le sembrava che Liza potesse non solo comprenderla, ma anche consigliarla.
    Lei non era come Pesadilla che ignorava totalmente la propria vita passata come umano, Liza era simile a lei ma sembrava essere riuscita a trovare un modo per conciliare la propria umanità con la condizione in cui si trovava, anche il suo corpo era molto meno animalesco di quello della Hollow.
    C'era da dire che Siren aveva trovato dei crudeli passatempi, tuttavia ciò era dovuto maggiormente alla frustrazione dovuta alla propria condizione e dall'ira da essa generata...era ancora una giovane Hollow insicura del cammino che avrebbe dovuto intraprendere.
    Non aveva strisciato ai piedi di Liza per aver salva la vita, tuttavia, ora sembrava molto umile nel chiederle consiglio su quelli che erano dubbi ai quali non sapeva dare risposta.
     
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    The white Queen (V) ~ See you again


    It begins with a goodbye. A blindingly white line, floating in the darkness,
    is calling and guiding you and only you, to a dream you must attain with your hand.

    You're being drawn to the brilliance, but it's not a mistake at all.
    Please, in your future, bring our old memories into shine.

    "It'd be great if we could stay like this forever." We used to joke playfully.
    However, we're no longer able to return to our innocent and simple youthful time.

    "You don't really need anyone's permission. Just go." We bantered.
    Raise your head, and please make sure that your smile always stays.


    On/Off - Hajimaru no wa Sayonara




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    Liza ascoltò con pazienza e un pizzico di interesse lo sfogo di Siren.
    In effetti le sembrava di sentire sè stessa, molti anni fa, quando era intrappolata all' interno del corpo di Painter.
    Le parole, il tono di voce, erano proprio quelle...
    Beh, non proprio, ma era il pensiero che contava.
    CITAZIONE
    "Non ho più nemmeno le mani, ho la terribile sensazione d'essere un essere umano intrappolato nel corpo di una bestia e quando il Vuoto che provo torna a farsi sentire, perdo il controllo di me stessa..."

    POi fece qualcosa di cui lei stessa si stupì.
    Con la sua massiccia forma si sollevò in piedi e si avvicinò alla hollow dall' aspetto di squalo.
    Sollevò la mano e stranamente, in maniera diversa dal consueto invece di distruggerle la maschera con un semplice colpo del palmo, lo appoggiò delicatamente sulla sua testa e le carezzò il capo, toccando con delicatezza i lunghi capelli color del mare.

    -Lo so, è difficile...-


    Disse con naturalezza e tranquillità, mentre gli occhi verde smeraldo sembravano rimpicciolirsi a poco a poco, come se palpebre invisibili si socchiudessero su di loro.

    -Eppure non c'è altro che possiamo fare-


    La maschera si sollevò a guardare il cielo color piombo, persa verso ricordi oramai perduti nelle nebbie del tempo.

    -Non abbiamo scelto di divenire quello che siamo per nostra volontà, non abbiamo voluto diventare hollows per avidità o ferocia.-


    Abbassò il capo e si allontanò di qualche passo, scavando profonde orme nella neve, prima di girarsi nuovamente verso la sua interlocutrice allargando le braccia come per abbracciare l' intera piazza.

    -Il destino ha voluto giocarci questo scherzo, ma sta a noi cambiare il nostro futuro.
    Credi che io non odi dovermi sfamare di quelli che, il solo pensiero mi ripugna, sono miei "simili"?
    Pensi che non ci sia giorno in cui non maledico quello che mi è successo, nel quale non mi chiedo se sarebbe meglio lasciarmi purificare dalla zampakuto di uno shinigami?
    Eppure non è necessario crogiolarsi nella nostra disperazione, possiamo sfuggire a questa maledizione.
    Giorno dopo giorno, cercando di resistere anche solo un minuto di più alla fame, sforzandoci di resistere al richiamo del sangue...Fino a quando un giorno non potremo lasciarci tutto alle spalle.
    -


    Nella sua voce ovattata dalla maschera adesso era ben intuibile tutto l' ardore che aveva messo in quel discorso.
    Dopo tanto tempo poteva sfogarsi, dire tutto quello che pensava liberamente, con una creatura che la ascoltava, e non stava al momento cercando di ucciderla.
    Poi si accorse del tono esaltato che stava assumendo e agitò la mano come per lasciar correre la faccenda.
    Voleva convincerla e rassicurarla, non tediarla.
    Inoltre se fosse rimasta ancora a lungo avrebbe sicuramente attirato torme di dei della morte.
    Per lei non sarebbero stati un problema, ma per la giovane maschera certamente sì.

    -Ma ignora pure i vaneggiamenti di questa vecchia sentimentale e vai per la tua strada, solo ricorda una cosa.-


    Disse mentre alle sue spalle apriva un garganta, proprio sul tetto della chiesa, in questo modo gli shinigami avrebbero concentrato lassù la propria attenzione, in modo tale da permettere alla hollow di andarsene indisturbata.

    -Puoi anche essere rinchiusa in un corpo brutale e rozzo, ed avere un foro al posto del cuore....-


    Indicò il foro che aveva all' altezza dello sterno.

    -Ma tu sei Siren, e non un hollow senza un nome o una coscienza.
    Vivi, combatti, e torna a parlarmi quando avrai trovato un qualcosa per cui vale la pena lottare.-


    Sotto la maschera sorrise, e si girò verso il portale dimensionale.
    Le ali di reiatsu color vewrde pallido si allargarono portandola in alto, un faro luminoso nella notte.
    Aveva ancora alcuni affari da sbrigare, e in effetti aveva sempre desiderato girare il mondo...

    -Adiòs, Siren, e attenta agli shinigami.-


    E in fondo si diceva che l' Africa fosse un luogo incantevole in quel periodo...
     
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    Il gesto di Liza prese Siren alla sprovvista e la sorprese, anche se quelle goffe carezze le ricordavano un gesto che in vita le aveva spesso donato un certo conforto.
    Purtroppo però, il tocco di un Hollow era freddo ed anche l'emozione che la donna-squalo avrebbe provato risultò attutita dalla loro stessa natura, la mancanza di un cuore pulsante si faceva sentire, la Hollow era certa del fatto che quel contatto era commovente ed avrebbe pianto tutte le sue lacrime se solo avesse potuto farlo.
    Senza contar eilf atto che le maschere celavano i sorrisi e le espressioni delle due creature che si ritrovarono incapaci di dialogare col corpo, un corpo che avevano ottenuto per lottare ed arrecare dolore.

    In un certo senso, il peso dell'eternità le sarebbe parso molto più leggero se solo avesse potuto lasciarsi avvolgere dal calore di un abbraccio e sfogarsi con un bel pianto, il brontolio del suos tomaco sarebbe passato in secondo piano ed avrebbe nutrito il proprio Vuoto interiore con dell'affetto...ma tuttavia, ciò non era possibile anche se quel contatto così fugace finì per rendere più affini le anime delle due Hollows.
    Entrambe passavano per le stesse sofferenze e la più esperta cercava di guidare la più giovane che in cambio aiutava la più anziana a trovare la forza d'andare avanti.
    In definitiva, poteva trattarsi dell'inizio di un rapporto simbiotico tra le due, un rapporto breve come il tempo di una carezza, ma ugualmente importante.

    image



    Il discorso che seguì a quel gesto di comunione riuscirono in un certo senso a riaccendere in Siren una piccola speranza, Liza parlava di sogni e di futuro, non sapeva dove i suoi sforzi l'avrebbero portata, ma era chiaro che la continua evoluzione l'avesse resa migliore e di conseguenza, Siren avrebbe dovuto farsi forza, lottare ed evolversi sintanto che una soluzione per reclamare la propria umanità non le si fosse posta davanti.

    Lasciarsi puriicare da uno shinigami era sicuramente una via menzognera, troppo semplice per essere vera, ma c'era anche l'ironia di creature come Pesadilla che desidravano evolversi per un desiderio fine a sé stesso, grazie a Liza, Siren aveva capito che forse c'era un'altra possibilità oltre ad una nuova morte o un'eternità da bestia.

    Per rispodere a colei che più di tutti sembrava in grado di comprenderla, le disse:

    "Credo d'aver capito...grazie per queste parole, ne farò tesoro e quando ci rivedremo, spero che il mio lato bestiale risulti meno pronunciato...in fondo le sirene sono creature aggraziate!"

    E con quelle parole, salutò a modo suo Liza e preparò a sua volta un rozzo Garganta, ora non aveva altro da fare in quel luogo, le conveniva tornare alla propria tana e digerire con calma quei nuovi pensieri.
     
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