Bleach Soul Society

[Test -The way of the warrior ]

Test energia blu, allievi: Felio Sanada e Takeo Kikuta

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    Edited by Allen92 - 14/7/2009, 08:52
     
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    Chapter I - Welcome to Dying

    now I feel it's growing up in me
    now I feel it's burning deep in me
    I'm not what I was before




    All'interno del seminterrato che portava all'Arena speciale 42, una figura giaceva seduta sulle proprie ginocchia in assoluta concentrazione. Avvolto nel proprio Shihakusho, Felio Sanada tentava con ogni mezzo a sua disposizione di contenere i battiti selvaggi del proprio cuore: ciò che stava per aspettarlo era qualcosa per cui metà dei componenti del Gotei XIII non avrebbe desiderato altro... E che la parte restante avrebbe fuggito come la peste.
    Un raggio di luce filtrava dall'alto, tagliando la sua figura a metà.
    La possibilità di divenire nientemeno che IV Seggio, un gradino più vicino alla figura che per lui era da sempre stata punto di riferimento, l'ammiratissima Serizawa-sama, era più che sufficiente a far tremare i polsi allo Shinigami che aveva affrontato avversari della peggior specie... Ed era sopravvissuto per poterlo raccontare.
    Eppure, nonostante l'esperienza ormai centenaria, l'idea di affrontare un combattimento reale contro uno dei migliori trenta Shinigami all'interno del Seireitei -per di più davanti al nobilissimo Yamamoto-taichou e chissà quali altri Capitani- erain grado di contorcergli lo stomaco quasi fosse una matricola in procinto di dare il primo esame.
    Una sensazione sgradevole, decisamente sgradevole.
    Riposta nel proprio fodero, Harutsubame condivideva con lui quest'ansia: poteva sentirla, sebbene ad occhio nudo non vi fosse il più piccolo indizio di ciò. Ad un livello empatico molto più profondo, la sua Soul Slayer era per lui ormai come un libro aperto; erano pochi gli aspetti della Jintachi e lui ancora ignoti.
    Calmati... calmati... preoccuparsi non darà alcun risultato, ora si inguinse, serrando la presa con entrambe le mani sul fodero che racchiudeva la materializzazione del proprio spirito.
    Tanto avanti era andato... E tanto ancora aveva da scoprire. Sul mondo e su sé stesso.
    Ce l'avrebbe potuta fare? Cosa esattamente si aspettavano da lui coloro che lo attendevano là fuori? Tutto ciò che gli era stato detto erano state le modalità d'esame... Modalità che -di per sé- davano altri indizi al di fuori del dover intraprendere assieme ad un altro candidato una simulazione di scontro contro uno Shinigami di grado Vicecapitano o superiore.
    Uno scontro -all'atto pratico- che avrebbe messo lui ed il fortunato (o sfortunato?) individuo alle strette... se tutto fosse andato nel migliore dei modi.
    Già.
    Dove si trovava il suo commilitone ed -in questo caso- alleato?
    Non era ancora arrivato... Cosa non particolarmente strana dato il largo anticipo con cui il giovane Sanada si era presentato sul luogo convenuto: aveva sperato che il sonno lo cogliesse durante la notte, favorito dalle pesanti letture... una speranza assolutamente vana.
    Eppure, leggendo, aveva comunque avuto modo di rilassare corpo e mente.
    Era raro che ciò accadesse, e solitamente ciò avveniva alla vigilia dei più importanti eventi. Prima della sua promozione a Shinigami... Prima degli eventi che avevano risvegliato Harutsubame... Prima della missione a Leavenworth, in America.
    Ed ora... quest'ultima notte.
    Era un buon segno? A Felio risultava difficile crederlo.
    image
    In quell'istante, una nuova figura fece il proprio ingresso nella penombra della sala. Una figura che l'ultimogenito dei Sanada conosceva fin troppo bene, e che solo la tensione che lo pervadeva gli impedì di salutare col dovuto sorriso ed in maniera appropriata.
    -Takeo-san...- mormorò al suo indirizzo, salutando il caro amico e compagno in mille scontri con uno sguardo inespressivo ed un minimo cenno del capo. In altre occasioni si sarebbe lasciato andare ad una manifestazione di affetto assai maggiore di questa... Ma in quel momento su di lui gravava una responsabilità tale da non poter essere facilmente dimenticata.
    Ciononostante era giusto che il membro del casato Kikuta fosse messo a conoscenza del sollievo che il Dio della Morte dai capelli corvini adesso sentiva di provare.
    -Sono più tranquillo adesso, se devo affrontare questa prova con qualcun altro... Beh, sono contento si tratti di te.- ammise, senza il minimo imbarazzo. Probabilmente, avere al suo fianco un Capitano o Vicecapitano sarebbe stato più utile... Ma Felio sentiva che neppure in quel fortuito caso avrebbe potuto raggiungere -al momento di dimostrare il proprio potenziale bellico- le vette che il combattere fianco a fianco all'amico avrebbe potuto fargli raggiungere.
    Almeno per quanto lo riguardava, soltanto con Harin-chan era riuscito a raggiungere un grado d'intesa maggiore rispetto allo Shinigami dai capelli color del sole.
    Ma lei non era lì, e chissà se i due si sarebbero mai più incontrati...
    Scosse leggermente il capo, cercando di allontanare con quel gesto il ricordo di colei che tra tutti i suoi allievi si era forse dimostrata la più capace: non era quello il momento di abbandonarsi a sentimentalismi.
    Tornò a fissare il ragazzo davanti a sé.
    Lui e Takeo-san si erano già dimostrati in grado di poter agire in sincronia quasi perfetta, e poteva solo immaginare quanto questa loro peculiarità avrebbe potuto tornare utile nel corso dello scontro che si prospettava.
    -Sarà un onore combattere al tuo fianco, ancora una volta.- commentò quindi, rafforzando quanto precedentemente detto: gli aveva ripetuto questa frase all'inizio di ogni missione in cui si erano trovati a dover collaborare... Ed ogni volta entrambi erano riusciti vincitori.
    Non era però una sorta di rito scaramantico, quanto la constatazione del rispetto di volta in volta crescente che Felio provava nei suoi confronti.
    In fondo... Soltanto lui avrebbe potuto condividere col più giovane acquisto del casato Sanada un momento del genere. l'Ufficiale della III Divisione se lo sentiva...
    In quel momento, un lento e solenne cigolio avvisò entrambi che era giunto il momento della loro ribalta: Il palcoscenico -pochi metri sopra- non aspettava altri che loro.
    Con il cuore che nonostante tutto non smetteva di tremare per l'emozione, Felio si forzò ad alzarsi e -controllato un'ultima volta i propri effetti personali- ad avanzare lungo la stanza fino alla scala che li avrebbe condotti sul loro campo di battaglia.
    -...Ci siamo. Non facciamoli attendere.- si limitò ad osservare a Takeo-san.
    Ancora una volta la tensione nell'aria lo bloccò, troncando il discorso a metà: qualunque cosa li aspettasse là fuori... Non sarebbe stato nulla di piacevole.

    [...]


    -*Hunn*...-
    L'ultimogenito dei Sanada inspirò profondamente salendo gli scalini che lo avrebbero condotto al suo destino: prima di proseguire oltre il terzo, si voltò verso la solare figura al suo fianco.
    Porgendo la mano aperta verso Takeo. il Dio della Morte sorrise.
    -...Fino alla fine, amico, mio.- disse soltanto, usando parole che non avevano bisogno di spiegazione.
    Rilassando ogni fibra del proprio corpo, felio riprese ad avanzare verso la luce abbagliante davanti a sé, fino a quando -giunto in cima- i suoi calzari poggiarono su un suolo familiare.
    L'odore di erba tagliata di fresco lo avvolse con decisione, mentre la luce del sole che da sempre illuminava la Soul Society avvolse la sua figura; erano in un prato, un'arena naturale delimitata da file di regolari ciliegi in fiore.
    Un luogo -quello- che tutto avrebbe potuto suggerire fuorché lo scontro che stava per aver luogo entro quel recinto tanto fisico quanto spirituale... Ormai il giovane Sanada aveva abbastanza esperienza per avvertire chiaramente il vuoto energetico provenire tutt'attorno a lui, chiaro segnale della presenza di un Kekkai di ragguardevole potenza.
    Volse la testa da un lato e poi dall'altro in cerca di coloro che avrebbero supervisionato la prova: ricerca che si rivelò più breve del previsto.
    Il palco era esattamente dove gli era stato preannunciato al suo arrivo nella sala, così come il protocollo da osservare: unico particolare tra tutti, tanto coloro che l'avevano istruito quanto Serizawa-sama non avevano fatto parola sull'identità dei membri della commissione, fatto questo che aveva reso fin troppo facile capire l'elevato grado che essi ricoprivano.
    Come indicatogli precedentemente dunque, Felio percorse a passo marziale il prato, visualizzando con la coda dell'occhio la porta dell'edificio da cui -sempre secondo le istruzioni- avrebbe fatto il suo ingresso in campo il loro avversario: arrivato ad una ventina di metri dagli spalti rialzati, il giovane Sanada si fermò.
    Atteso che Kikuta-san fosse allineato alla sua persona, piegò la schiena in avanti, le mani allineate ai fianchi in un inchino formale verso coloro che avrebbero decretato la sua sorte futura.
    Uno, due... Ben cinque haori...
    Un brivido lo percorse, al pensiero che -per la prima volta- quasi la metà dei nobilissimi capitani del Gotei XIII erano puntati su di lui... e sul suo commilitone ed amico.
    Gran parte di essi li conosceva per fama, ma fu per lui istintivo riconoscerne i due più distintivi.
    Il primo, alto e dal nobile portamento, suscitò nel giovane Ufficiale un istintivo senso di repulsione: la ferita al volto aveva smesso da tempo di farlo soffrire, ma la consapevolezza di essere stato umiliato e disprezzato da un avversario tanto arrogante non lo avrebbe mai abbandonato.
    Byakuya Kuchiki.
    Avrebbe dimostrato anche a lui le sue capacità.
    Il secondo... Beh, solo la tensione di sapersi difronte a ben cinque capitani ed il rispetto che portava alla carica che essi rivestivano gli impedì di lasciar trasparire il proprio disprezzo, mantendo invece un'espressione severa ed impassibile.
    Se era lì come testimone, non lo aveva certo fatto di sua spontanea volontà... con tutto ciò che aveva da fare, il valutare le potenzialità di due shinigami che per lui non significavano nulla, non era certo in testa nella lista di priorità del capitano della XII Divisione.
    Il conto in sospeso con Rin Hisegawa era conclusa, Koumaru -avvolto attorno al braccio sinistro- lo testimoniava. Quello con Kurotsuchi Mayuri ancora no.
    Era tempo di avvicinarsi a lui un'altro scalino...
    Quindi vide la sua senpai, ed ufficiale responsabile.
    Tra i capitani, la figura di Suzu Seizawa risultava quasi fuori posto... L'aspetto innocente stonava con la sacralità del Comandante Generale, del nobile Kuchiki e di quella che Felio giudicò essere il di lei ex-Superiore, comandante della II Divisione.
    E forse, tra tutti loro, era proprio lei la più umana.
    Felio la guardò, carico di rispetto e ammirazione.
    Oggi la avrebbe resa orgogliosa di lui.
    Glielo doveva, dopo tutto quel che aveva fatto.
    Quindi, con un gesto del Comandante Generale, lalle loro spalle le porte dell'edificio si aprirono.
    Trascorse un secondo... due...
    Quindi un vento carico di morte invase l'arena, un istinto omicida che mai Felio Sanada veva avuto modo di sperimentare prima.
    -Ma che...- sibilò a mezza voce, mentre un rivolo di sudore scendeva nascosto dallo Shihakusho lungo la schiena.
    Conosceva questa sensazione, selvaggia ed inarrestabile.
    Ma... colui al quale non poteva che appartenere non poteva essere lì.
    Non doveva.
    -Zaraki...Taichou?- mormorò il Dio della Morte, capendo di doversi voltare verso l'imponente figura apparsa al limite dell'arena.
    Alto quasi due metri, addosso un haori strappato e logoro quanto la propria Zanpakuto, il monolitico Capitano della XI Divisione fissava lui e Kikuta-san con aria di sfida.
    -Quindi dovremo affrontare... Un capitano?- sussurrò all'amico, mentre la mente già lavorava in mille direzioni diverse, alla ricerca di un modo per riuscire -se davvero era possibile- a contenere la furia di quello che era spesso definito come il più selvaggio e feroce Shinigami attualmente in servizio.
    Siamo in due... Ma qui stiamo parlando di un Capitano, un maledetto capitano! Inoltre... si tratta del peggior avversario che avrei potuto trovarmi ad affrontare: nessun compromesso, nessun onore. Solo sopravvivenza.
    Una presenza opprimente, la sua... E decisamente superiore a quelle di Felio e Takeo sommate insieme. Ora capiva tutto: l'entità della prova che stava per sostenere, la presenza di un simile Kekkai, l'ampiezza del terreno dello scontro.
    Siamo in due, in grado di coordinarci come probabilmente nessun'altro tra gli ufficiali inferiori... Ma Zaraki-taichou possiede una capacità combattiva oltre la nostra portata: non ce la caveremo sfruttando mezzi tradizionali.
    Tre Zanpakuto furono sfoderate quasi contemporaneamente, negli attimi di quiete prima della tempesta che stava per abbattersi su quel luogo.
    Il ghigno estasiato della belva davanti ai due Shinigami non prometteva nulla di buono...
    Se dobbiamo affrontare un mostro del genere, non c'è che una soluzione.
    Felio inspirò ancora una volta, regolarizzando il proprio respiro. Una decina di metri separavano lui e Takeo-san dal massiccio Capitano e dalla sua logorata Soul Slayer.
    Aveva già una volta impiegato quella tattica... E -in un certo modo- si era rivelata vincente. Nessuno tra i presenti ne era a conoscenza, ma l'esperienza con River A. Burnett gli aveva lasciato qualcosa di prezioso in ricordo, oltre a molteplici cicatrici.
    "L'unione fa la forza"
    Un concetto banale, ma fondamentale.
    Se c'era qualcosa che avrebbe potuto fare la differenza, si trattava proprio di questo.
    La bocca di Felio Sanada si mosse, ma le poche parole emesse furno tanto lievi da poter essere udite soltanto da chi -come il giovane Kikuta- gli era accanto.
    Negli occhi del ragazzo dalla chioma corvina vi era tensione, questo era innegabile.
    Ma le speranze e le aspettative che portava su di sé erano troppe e troppo importanti per recedere adesso.
    Per quanto preoccupato ed emozionato... Avrebbe combattuto.
    La via era tracciata.


    CITAZIONE
    Caratteristiche:
    Forza: 275
    Velocità: 350
    Resistenza: 275
    Zanjutsu: 300
    Kidou: 300
    Hohou: 325

    (*) = Comprensivo del bonus di Divisione

    Reiatsu (in Marginali): 72/72

    Ferite: Nessuna.

    Condizione fisica: Illeso.

    Condizione mentale: Preparato al peggio, e conscio di stare affrontando un avversario al di sopra del proprio livello.

    Tecniche utilizzate: Nessuna

    Oggetti utilizzati: Koumaru (benda) [Braccio Sx]

    Difesa: //

    Attacco: //

     
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  3. Takeo Kikuta
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    SPOILER (click to view)
    narrato
    - parlato -
    ° pensato °
    flashback e sogni


    Post Presentazione

    The three Gladiators



    Di nuovo il biondo ragazzo si trovava in quella landa scossa da forti raffiche di vento. I lembi della sua nera veste, sembravano volersi strappare, sotto la pressione esercitata dall'aria e i capelli si tiravano indietro, lasciando ben visibile il viso e il tatuaggio sulla parte sinistra del viso. Davanti a lui quel tempio consacrato e quel canto che riempiva l'infinita distesa di roccia. Null'altro ne vicino, ne all'orizzonte, nonostante le iridi bluastre posassero lo sguardo in ogni dove in cerca di indizzi a risposta delle sue domande. Che ci faceva lì? Perchè era di nuovo in quel luogo?
    L'immagine della struttura cominciò ad avvicinarsi e a diventare sempre più grande a differenza di quella del Kikuta che timoroso faceva leggeri passi indietro. Ma sembrava impossibile fuggire a quella presenza opprimente e a quel canto così avvolgente. I respiri si fecero più veloci ed irregolari, mentre il corpo si trovava dinanzi alla porta d'ingresso. Non voleva aprirla, sapeva di fare un grosso errore, eppure Takeo non riusciva a fare niente per evitare il susseguirsi degli eventi. Una mano si appoggiò alla superficie di legno e il vento smise di soffiare, mentre le porte si spalancavano verso l'oscurità. E proprio da quell'ombra due occhi penetranti vennero fuori seguiti da qualcosa di indefinito, ma dall'aspetto mostruoso. Una nuova volata colpì frontalmente l'ufficiale della I Brigata, che terrorizzato non potè che lasciarsi andare al destino che lo attendeva. Le fauci si dischiusero ed una luce calda ed accecante lo investì in pieno.


    Respirai a pieni polmoni sobbalzando sul futon. Sembrava che qualcuno mi avesse tolto l'aria per respirare ed ora godevo con veloci inalazioni del privilegio di poter ancora riempire il mio torace del vitale elemento. M'imposi la calma, ci vollero parecchi secondi per ottenere la giusta tranquillità mentre le immagini erano ancora proiettate nella mia mente. ° Di nuovo quel sogno. °
    Mi ributtai a peso sul sottile materassino fissando il buio della mia stanza. Non era la prima volta che facevo quel sogno, anzi ultimamente si era fatto sempre più frequente.
    Fin dalla terza volta mi ero chiesto se ci fosse un significato dietro a quegli incubi che mi tormentavano. Forse erano un segno, una specie di previsione da interpretare ma quell'era la giusta lettura?
    Un destino il mio, al quale non potevo ribellarmi? O forse l'annunciazione di un nuovo evento tragico nella mia vita... Chiusi gli occhi rigirandomi sotto le coperte, non volevo pensarci. Stava andando tutto così bene, che preferivo non pensarci.

    [...]

    Entrai nella penombra della stanzina d'attesa con passo leggero, nonostante il mio animo fosse in subbuglio. Come sempre mi accadeva pochi istanti prima di una prova l'agitazione saliva alle stelle, tutt'altro stato d'animo rispetto a quello tranquillo con cui avevo salutato silenziosamente mia sorella, prima di partire. Eppure non potevo farci niente, proprio come nel mio sogno, sapevo che era inevitabile e lo avrei sopportato fino a che l'adrenalina dello scontro non avrebbe preso il sopravvento come di solito accadeva.


    CITAZIONE
    -Takeo-san...-

    Il mio vecchio amico era già in attesa e dai suoi gesti si poteva leggere l'evidente emozione e preoccupazione che quel test poteva destare in lui. E come biasimarlo d'altronde... Ci avevano detto che si sarebbe trattato di uno scontro per dimostrare le nostre capacità. Di certo non sarebbe stata una passeggiata e considerando l'elevato grado da noi raggiunto i nostri avversari non potevano che essere degli ufficiali dall'alto seggio all'interno del Gotei... O forse qualcosa di peggio.
    Mi misi un attimo seduto, dopo gli scarni convenevoli di saluto verso la figura del Sanada. Anche io non ero in condizioni da poter essere di buona compagnia e come sempre preferivo prendermi qualche attimo per concentrarmi prima dello scontro.
    Mi sedetti, appoggiando i gomiti sulle ginocchia e fissando il terreno. I miei respiri erano pesanti e profondi, in un bieco tentativo di riassumere il controllo sulle mie emozioni.
    Avevo letto che nell'antica civiltà romana, si tenevano spettacoli che prevedevano lo scontro mortale di due o più uomini. Appassionandomi a quei racconti, avevo approfondito a tal punto da leggere che gli schiavi prima di entrare nell'arena sabbiosa, si trovavano sottoterra a prepararsi. Non era molto diversa dalla situazione mia e del mio commilitone. ° Chissà se anche i gladiatori si sentivano così prima del duello? °


    CITAZIONE
    -Sono più tranquillo adesso, se devo affrontare questa prova con qualcun altro... Beh, sono contento si tratti di te.-

    La voce di Felio-san era arrivata come un raggio di luce nella tempesta. In un attimo mi sentii meno spaventato dallo scontro imminente, sapendo che il peso di tale prova ricadeva sulle spalle del giovane Sanada quanto sulle mie. Un sincero sorriso fu la mia risposta a quell'affermazione. In fin dei conti non era la prima volta che ci trovavamo spalla a spalla contro un comune avversario. Ormai si poteva dire che ci sincronizzavamo meglio di molti altri ufficiali nel campo di battaglia e questo era di certo un bene. Se avessi dovuto scegliere un compagno per questa prova, non avrei riposto la mia fiducia in nessun altro se non lui.


    CITAZIONE
    -Sarà un onore combattere al tuo fianco, ancora una volta.-

    - L'onore è mio... Felio-kun. -

    Era la prima volta che usavo un tale suffisso con lui e quasi non mi accorsi della mia indelicatezza in quel luogo così intimo. Di certo non lo avevo fatto per mancanza di rispetto nei suoi confronti, ma più per una vicinanza talmente stretta allo shinigami che forse potevo considerarlo al pari di un fratello di sangue.
    Un cigolio annunciò l'ora del nostro ingresso nell'arena e l'ufficiale della III mi esortò ad avviarmi assieme a lui. Di tutta risposta mi alzai dalla mia postazione, affiancandomi al ragazzo dai capelli corvini in quella marcia che ci avrebbe portato fino ad una più grande gloria. O così si sperava.


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    Quei gradini sembravano infiniti, ad ogni passo sembrava passare un secolo mentre il suono sordo del calpestare dei nostri sandali riempiva lo stretto passaggio. Erano proprio i singoli attimi prima del fatidico scontro nei quali ogni singolo battito di cuore si prolunga e tutto il mondo sembra rallentare. Davanti a noi l'accecante uscita, stavamo per raggiungerla quando Felio si stoppò di colpo, rivolgendosi a me.


    CITAZIONE
    -...Fino alla fine, amico, mio.-

    Osservai prima la mano protesa verso di me, poi il suo sguardo carico. Ogni dubbio nella mia mente sparì. Sarei andato avanti, avrei superato quel test diventando più forte; avvicinandomi ogni giorno di più al mio obbiettivo. E lo avrei fatto assieme alla persona che più di tutti godeva della mia fiducia. Colui che sapevo non mi avrebbe mai abbandonato, ne tradito.
    I muscoli si sciolsero, mentre il mio braccio si alzò e con uno schiocco forte la mia mano si unì alla sua. - ...Fino alla fine.-


    "Lottiamo insieme, moriamo insieme, bad boys per sempre."


    Ed infine facemmo il nostro ingresso nell'arena. La luce del giorno mi accecò per qualche istante, poi pian piano le mie iridi si abituarono al chiarore del silenzioso luogo. Mi guardai intorno per sondare il campo. Un lungo prato, recintato da due file di ciliegi. Attorno ad esso riuscii a sentire distintamente una concentrazione di reiatsu, come mi era stato riferito il posto era circondato da potenti barriere.
    Il mio sguardo si posò sulla tribuna dei giudici, mentre assieme al mio compagno ci apprestavamo a fare i dovuti onori ai nostri esaminatori. Finite le cerimonie ebbi modo di notare meglio i presenti.
    Non solo il comandante generale, come già ci era stato accennato, era presente; ma addirittura ben altri tre capitani si erano uniti alla valutazione. Inoltre potei distinguere la simpatica figura del LuogoTenente Serizawa, che forse per i modi che aveva stonava leggermente tra gli esponenti massimi dei quattro Gotei. Ma di certo la sua presenza avrebbe caricato lo shinigami al mio fianco quanto la presenza del mio Capitano caricava me.
    Il rumore di un'altra porta che si apriva ci avvertì dell'arrivo del nostro avversario. Una raffica di morte m'investì, facendo riaffiorare nella mia mente spezzoni del sogno che da tempo mi tormentava. I muscoli della faccia s'irrigidirono in una smorfia, mentre il mio animo avvertiva chiaramente un istinto omicida provenire dall'entrata del ring. Ma chi oltre ad un hollow poteva possedere un potere tanto pauroso?


    "Ogni guerriero della luce ha avuto paura di affrontare un combattimento."


    La risposta venne subito, quando una sagoma possente e ben distinta uscì dalla penombra, accompagnata dal rumore di campanellini. I miei occhi si spalancarono increduli. Non avrei mai immaginato che Yamamoto-sama avrebbe scelto proprio quella persona per questo test. Un haori lacerato senza maniche che ricopriva assieme allo shikakusho il possente corpo scolpito, mentre un ghigno sadico e soddisfatto per l'ormai imminente battaglia rendevano reali tutte le voci che giravano su quella persona. Il temibile Kenpachi di Zaraki, colui che ha raggiunto le vette dell'undicesima Brigata senza possedere nessun rilascio. Temuto da tutti nei Seireitei, persino i capitani suoi pari preferivano non sfidarlo a quanto avevo sentito.


    CITAZIONE
    -Zaraki...Taichou?-

    Il Sanada pronunciò quel nome sorpreso e forse leggermente terrorizzato quanto me di ritrovarsi di fronte il più temibile degli avversari e di certo la cattiva fama che lo precedeva non migliorava le cose. Di nuovo il mio respiro si fece pesante, non sarebbe stato uno scontro facile. Ma dovevo calmarmi, agitato non avrei migliorato le cose ne per me ne per il mio compagno. ° Se davvero quel sogno rappresenta questo scontro, allora saremo entrambi spazzati via...°
    Di nuovo la voce del Sanada giunse alle mie orecchie costringendomi a tornare in me, prima che la pazzia s'impossessasse della mia mente. Ascoltai con attenzione le sue parole e risposi con un unico cenno della testa e una contrazione del diaframma che avrebbe fatto scaturire un suono secco della bocca.
    ° Felio ha ragione, non c'è altra soluzione. Dovremo crearci il nostro destino, anche se è un combattimento dimostrativo, se vogliamo sopravvivere dobbiamo attaccare fin da subito con l'intento di ucciderlo. °
    In fin dei conti il nostro avversario non si sarebbe comportato diversamente per quanto ne sapevo.


    CITAZIONE
    Bando alle ciance Si dia inizio alla prova!

    Le zanpakuto vennero estratte ed io mi misi in una classica posizione da guardia. Feci un profondo respiro cercando di controllare la scarica d'adrenalina che invase il mio corpo. Da lì a poco si sarebbe scatenato l'inferno e noi ci eravamo dentro. Tanto valeva danzare col diavolo.






    Tabella riassuntiva
    Riserva di Reiatsu:

    Stato mentale:
    Impaurito dal suo avversario, ma forte della presenza del suo compagno è deciso a dimostrare il proprio valore.
    Consumi Reiatsu:


    Ferite:
    Armi:
    Zanpakuto Impugnata
    Wakizashi Impugnata
    8 Pugnali da Lancio
    2 Senpen Banka
    Equipaggiamento:
    1 Benda di cura
    2 Cauterizzatori
    1 Cauterizzatore Speciale
    Turno difensivo:





    Turno Offensivo:



    Statistiche:
    Forza: 275
    Velocità: 325
    Resistenza: 275
    Zanjutsu: 325
    Kidou: 300
    Rilfessi: 325

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    Round 1: King of the kill


    Avanza verso di voi, un vento etereo, generato unicamente dal suo immenso e terribile reiatsu increspa i resti lacerati del suo Haori, il vostro sguardo indugia sui suoi addominali che sembrano scolpiti dentro un unico e possente blocco di pietra grezza, i campanellini legati alla punta dei suoi capelli tintinnano sinistramente funesto presagio di morte, rivoli di sudore freddo corrono lungo le vostre schiene; capite che dunque è questo che si prova quando si sà di avere davanti un vero dio della morte, quella sensazione di brividi ed allo stesso tempo di esaltazione, il sapere di non poter più tornare indietro,il conoscere che non ci sarà il domani, la consapevolezza di avere la propria vita appesa sul filo del rasoio il godere nell'affrontare un nemico degno di questo nome.
    Lo sapete bene, così come lo sa il titanico shinigami davanti a voi, e lo sentite nel profondo quando lo guardate negli occhi, oltre l'immensa massa di cicatrici, è un guerriero inarrestabile, potentissimo, ed è conscio della sua superiorità.
    I neri pozzi di violenza che sono le sue pupille catturano la vostra attenzione, sono occhi di un predatore, di una bestia,di una creatura violenta ed incontrollabile....sono occhi che non appartengono ad guerriero, quello che vi esamina pezzo per pezzo è lo sguardo di un macellaio,vi farà a pezzi, vi distruggerà.
    Sorride
    In un attimo tutto accade, Takeo vola all' indietro in una nuvola di materia rossa vaporizzata, le sue braccia ridotte a moncherini di carne ed ossa infrante, sangue rosso cremisi schizza da decine di ferite sul suo petto e sul suo volto, Felio cade a terra,seguito dai pezzi della sua zampakuto e dalla metà inferiore delsuo corpo,intestini, anima, reiatsu,spirito, tutto rovina sul terreno in una orgia di materia sanguinolenta e organica, dolore,dolore genuino e una morte orribile e dolorosa, questo,questo e niente altro vi siete meritati per aver sfidato Kenpachi di Zarachi, adesso avrete tutta l'eternità p er riflettere su questo.
    Riguadagnate i vostri sensi in pochi secondi, ciò che avete sentito è stato solo un assaggio di ciò che è in grado di fare, ciò che avete sentito era una proiezione del suo istinto omicida, ciò che avete sentito è stata semplicemente una azione involontaria da parte sua.
    La sua voce, dura, tagliente e fredda come una lama di rasoio vi apostrofa con aria scocciata

    Mostratemi cosa sapete fare allora, ma state attenti a non rompervi subito, vorrei divertirmi un pochino



    image



    Estrae la spada dal fodero con uno stridio, la zampakuto di Zaraki è esattamente come il suo possessore,sfregiata, pericolosa, e dannatamente assetata di sangue,la sentite urlare di rabbia e di dolore, il metallo seghettato della lama consunta da centinaia di combattimenti mortali scintillaallaluce del sole mentre un refolo ultraterreno increspa l'erba.
    Il viso sfregiato del capitano della undicesima compgnia vi squadra da capoa piedi, il pensiero di Felio corre alla misteriosa ragazza incontrata a Lavenworth, il suo reiatsu non è nemmeno lontanamente paragonabile a quello che sentite provenire da questo,se così si può definire, uomo.

    Avanti,fatevi sotto Scartine, mi sto davvero annoiando e spero davvero che riusciate a togliermi la noia di dosso,ultimamente mi sento piuttosto arrugginito....Allora,chi di voi ragazzini pensa di poter riuscire a tagliarmi?


    Non udendo risposta nell' immediato il capitano Zaraki si limita semplicemente a scomparire dalla vostra vista, per riapparire un istante dopo davanti a voi, la Zampakuto pronta a colpire.
    Dalle sue braccia partono due fendenti, sferrati quasi con noia, estremamente lenti, tuttavia con il reiatsu omicida che si ritrova anche un misero graffio potrebbe esservi fatale
    CITAZIONE
    Forza 500
    Velocità 350

    Questa è la forza di un capitano, capite, ed è questa la potenza dei nemici che da ora in poi dovrete affrontare, dovrete usare tutte le vostre risorsenon per vincere, ma per sopravvivere.

    Forza mocciosi, mettiamo su un bel combattimento! Altrimenti mi annoio e se mi annoio di solito le cose finiscono troppo velocemente!


    La sua zampakuto cala inesorabile, potente ma facilmente parabile, si sta trattenendo, vuole prolungare questo diverttimento il più possibile, lui desidera davvero che voi siate forti, e come può essere altrimenti? Lui brama un combattimento all' ultimo sangue, esiete voi gli unici che possono darglielo.

    Non c'è traccia di presunzione o di aspettativa nei suoi occhi,solo gioia, solo felicità, lui vive per combattere, per sopravvivere e per uccidere ancora.... voi invece? Per cosa combattete?

     
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    Chapter II - Back to back

    They came at dawn into the morning light
    black shadows riding on the mist
    Prepered for battle, swords were shining bright
    filled with anger and harm
    Came to kill not to charm


    SPOILER (click to view)
    Narrato
    Pensato
    -Parlato-

    -Urgh...-
    Felio strinse i denti, mentre le sue ossa gemevano sotto la pressione spirituale del Capitano della XI Divisione. La figura di Zaraki Kenpachi si stagliava davanti a loro, sovrastandoli dall'alto della sua già massiccia corporatura: era a non più di quindici metri da loro, e già a quella distanza il più giovane dei Sanada poteva distintamente avvertire l'abisso che li separava dalla figura che -teoricamente- avrebbero dovuto sopraffare.
    Le sue ginocchia erano sul punto di cedere, ed il respiro si faceva più affannoso di secondo in secondo. Aveva avuto occasioni in passato di vedere la straripante potenza del più feroce spadaccino di tutto il Gotei XIII... Ma trovarsene oggetto era qualcosa che il giovane Dio della Morte non aveva mai affrontato.
    A confronto gli allenamenti con il proprio Sensei sarebbero apparsi come giochi per bambini: a differenza di colui che gli aveva insegnato a combattere, per il Capitano Zaraki il concetto di "moderazione" era del tutto alieno. Avrebbe combattuto per ucciderli.
    Come sempre, d'altronde.
    image

    Il Dio della Morte si portò una mano alla fronte, scuotendo la testa con vigore per scacciare quella nausea che -ad ogni passo del ferale avversario- cresceva d'intensità, mentre la vista si sfocava sempre di più.
    Doveva reagire, o il combattimento non sarebbe neppure iniziato: aveva udito molte leggende su quello Shinigami dai tratti così duri, quasi fosse una statua su cui uno scultore avesse scavato fin troppo... Era già capitato che i suoi nemici crollassero a terra privi di sensi, storditi dal suo reiatsu sul quale non esercitava -o non voleva esercitare- il minimo controllo, e che sgorgava da lui come acqua da una diga a pezzi.
    Anche Takeo sembrava accusare quell'energia... Evidentemente il fatto di essere rivali e migliorarsi a vicenda rendeva più facile comprendere i rispettivi limiti.
    Ed entrambi erano spaventosamente vicini a oltrepassarla, quella soglia.
    -Che razza... di potere...- mormorò, sentendo i propri occhi inumidirsi.
    Lacrime.
    Quanto tempo era passato dall'ultima volta? La risposta era fin troppo facile... Difficilmente avrebbe potuto dimenticarsi degli eventi che -in quello sperduto villagio nel Nord Europa- lo avevano portato ad affrontare la peggiore delle sue paure.
    Quello che ora provava era un dolore di natura completamente diversa, prettamente istintivo e per niente collegabile alla persona che un tempo era stato. La sensazione di trovarsi difronte al predatore definitivo e di sentirsi la più indifesa delle prede non lo aveva mai bloccato sino a quel punto, neppure sui tetti di Leavenworth.
    A confronto... Cos'era Alejandra?
    Con un gesto rabbioso e sofferente si asciugò l'umidità degli occhi, assieme al freddo sudore che ora gli imperlava la fronte. Stava male, e la sua era una sofferenza diversa e mai sperimentata prima: per la prima volta in vita sua si trovava ad essere dominato da un unico pensiero.
    "Scappa, scappa con tutte le tue forze... O morirai!"
    Zaraki Kenpachi mosse un ulteriore passo verso di loro, e sulla vista di Felio cadde una lente cremisi.
    ...Nebbia? si trovò a pensare mentre tutto attorno a lui sembrava decelerare.
    Era una sensazione strana quella che stava provando: la paura stava scomparendo, sostituita da un quasi gradevole senso di indifferenza mentre solo in un angolo della sua mente qualcuno continuava a urlare -la voce sempre più ovattata- di muoversi e reagire.
    Senza quasi udire il tonfo alle sue spalle, il Dio della Morte abbassò lo sguardo sulle proprie mani.
    Quella strana nebbia era stranamente densa e appiccicosa, e quell'odore... gli ricordava qualcosa.
    Ma cosa?
    Takeo-san, secondo te...
    Come se tutto si stesse svolgendo in un sogno, Felio fu lento a voltarsi non udendo risposta da parte sua: il suo amico e rivale era stato sbalzato svariati metri indietro mentre tutto quel che restava delle sue braccia erano un paio di mozziconi sanguinolenti.
    La paura, lo sgomento il terrore... tutto sembrava perdersi in un languido abbraccio, mentre un'espressione quasi incuriosita si dipingeva sul volto del giovane Ufficiale: Ah... le sue braccia...
    Poi, il suolo iniziò ad avvicinarsi, quasi fosse difficile mantenere l'equilibrio. Strano, non era mai stato un problema per lui tenersi saldo in piedi a dispetto di ferite che avrebbero ucciso un normale essere umano.
    E in quel momento non stava neanche avvertendo dolore. Ciononostante la terra si avvicinava sempre di più, fino al momento in cui l'ultimogenito dei Sanada vide un torso ed un paio di gambe familiari sostenersi in piedi senza più la parte superiore del loro corpo.
    Solo in quel momento capì che si trattava delle sue.
    Ma non urlò, incapace di pensare ad alcunché...
    ...Se quella era la morte era quasi piacevole, tutto era stato talmente veloce da non aver neppure avuto il tempo di realizzare cosa fosse successo.
    -Ah... N-non...- gorgogliò il Dio della Morte, mentre sangue scarlatto proveniente dall'addome squartato inondava gola, polmoni e consegnandolo all'oblio senza fine della morte.
    Era tutto finito... O forse no?
    Felio Sanada aprì gli occhi.
    Una, due, tre volte.
    Incredulò, mentre un rivolo di sudore scendeva lungo la guancia fino a bloccarsi al limitare del mento.
    -...Cosa?- balbettò incredulo, realizzando solo in quel momento di avere ancora entrambe le gambe.
    Takeo era al suo fianco, apparentemente sveglio da un'incubo ad occhi aperti probabilmente simile a quello vissuto dal suo compagno.
    Erano vivi... tutti e due!
    Possibile che il potere del Capitano della XI Divisione fosse tanto grande da far presagire la propria morte a coloro che lo affrontavano? Poteva la semplice energia spirituale rendere così realistica la sensazione che Felio aveva appena provato?
    No... Era il suo istinto omicida, un sentimento animalesco e irrazionale che l'Ufficiale della III Divisione aveva sempre combattuto e vinto.
    Forzandosi a muovere le gambe, il Dio della Morte rafforzò la posizione di guardia, effettuando un intenso e necessario respiro.
    Concentrati... Devi reagire...
    Lentamente, molto lentamente lo Shinigami riprese il controllo del proprio corpo... Zaraki Kenpachi era sempre più vicino, ora non più che una decina di metri dai due. Le mani del ragazzo si strinsero con maggior forza su Harutsubame, mentre questi si preparava al peggio di ciò che il proprio feroce opponente avrebbe riversato su di loro.
    CITAZIONE
    Mostratemi cosa sapete fare allora, ma state attenti a non rompervi subito, vorrei divertirmi un pochino

    Le sue parole furono come una doccia fredda per il ragazzo, riportandolo bruscamente alla realtà: come riuscivano i membri della XI a sopportare la sua presenza ogni singolo giorno? Felio si sforzò di torcere le labbra in un ghigno forzato al pensiero che forse la fama dell'Undicesima non era tanto immeritata... E che la follia incipiente del Capitano fosse contagiosa, molto contagiosa.
    Sfoderando la propria Zanpakuto, Zaraki-Taichou si rivolse ancora a loro in tono sferzante, ma prima che la voce uscisse dalle sue fauci il ragazzo dai capelli corvini non poté non osservare la sua spada, e le sue miserrime condizioni.
    Sfregiata e usurata quanto il suo proprietario, solo vederla era una sofferenza per gli occhi. Felio si prendeva cura di Harutsubame in maniera quasi maniacale, e vedere una Soul Slayer trattata in questo modo era per lui fonte di rabbia e indignazione insieme.
    Non l'aveva mai vista sprigionata, né sapeva il motivo per cui il suo possessore non se ne serviva in questo modo... Ma ora che lo aveva come avversario, la spiegazione era lampante.
    Zaraki Kenpachi non ne aveva bisogno. Bastavano lui e la sua sete di sangue.
    CITAZIONE
    Avanti,fatevi sotto Scartine, mi sto davvero annoiando e spero davvero che riusciate a togliermi la noia di dosso,ultimamente mi sento piuttosto arrugginito....Allora,chi di voi ragazzini pensa di poter riuscire a tagliarmi?

    -F-faremo... del nostro meglio... Zaraki-Taichou...- si sforzò a mormorare Felio, cercando di tingere le proprie parole di una parvenza di sicurezza in sé stesso.
    Forse la replica era stata espressa troppo piano affinché il loro avversario potesse udirla, forse la voce non era neppure uscita dalle sue labbra... In ogni caso la massiccia presenza non diede alcun segno di aver udito.
    L'istante successivo il Capitano scomparve.
    Semplicemente.
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    -Dann...!!!- imprecò il ragazzo, percependo la presenza del Primo Seggio davanti a lui un'istante dopo i suoi occhi.
    Felio non si chiese neanche come il Capitano fosse riuscito a scomparire dalla loro vista, consapevole di quanto le sue capacità differissero da quelle sue e di Takeo, e di come un suo semplice spostamento fosse ben al di là dei loro riflessi.
    Tutto quello che poté fare fu di portare il più velocemente possibile la mano destra al fodero di Harutsubame preparandosi alla sua unica difesa efficace in quel frangente. Per quanto assurdo fosse quel potere, se Zaraki avesse voluto ucciderli probabilmente lo avrebbe già fatto.
    Il colpo non si fece attendere, ma la velocità con cui venne portato era ancora alla portata del ragazzo... E ben al di sotto della consueta rapidità dello sfregiato guerriero.
    Poteva pararlo, gliene stava lasciando il tempo!
    Felio strinse i denti, portando il fodero e Harutsubame a difesa del proprio corpo, formando una sorta di croce nel quale fece scorrere tutta l'energia spirituale -poca, invero- che la situazione gli permettesse.
    Se anche l'attacco -lento e svogliato- poteva essere percepito distintamente, la forza sarebbe stata quantomeno proporzionale al suo Reiatsu... Che avrebbe con tutta la possibilità reso quel fendente tanto potente da rendere in rapporto i colpi di Alejandra carezze di una bambina arrabbiata.
    CITAZIONE
    Fodero di Difesa
    Formula di attivazione: Nessuna
    Divisione: Tutte
    Descrizione: Tecnica di tipo difensiva, per la precisione consiste nella capacità di utilizzare il fodero della propria arma come supporto difensivo da un attacco avversario. Si è in grado di far scorrere il proprio Reiatsu all'interno di esso in modo tale da renderlo resistente. Una tecnica molto utile se il diretto avversario ha una potenza di colpo superiore alla nostra, in questo è possibile difendersi in maniera più efficace col supporto del fodero.
    Restrizioni: Nessuna
    Consumo: Marginale

    -G-gah!!!-
    Lo Shinigami si aspettava un'impatto assai più violento di qualunque cosa avesse potuto immaginarsi: non restò deluso.
    Il colpo sbalzò Felio a svariati metri di distanza mentre il fodero -il cui contributo lo aveva salvato da morte certa- veniva disperso nell'area circostante in un imprecisato numero di frammenti.
    Come il Dio della Morte si aspettava, la tecnica utilizzata contro quell'attacco si era rivelata efficace... Ma non avrebbe potuto essere utilizzata una seconda volta.
    Frenando la propria corsa con la mano destra e disegnando nel gesto cinque solchi lungo il terreno erboso, Felio restò in ginocchio per qualche secondo, il braccio opposto teso e ancora tremante per l'urdo subito.
    E' fortissimo... fu tutto ciò che riuscì a pensare, ammirato e terrorizzato insieme da ciò che l'immensa figura davanti a lui gli aveva appena dimostrato.
    Takeo -oltre il Capitano- sembrava anche lui aver retto in qualche modo il primo colpo... E come il giovane Ufficiale sembrava pronto al contrattacco.
    Un cenno degli occhi, un lampo tra le iridi azzurre del suo amico e rivale e quelle smeraldine dell'ultimogenito dei Sanada fu più efficace di mille parole.
    ..."Attacco combinato"
    Se nessuno dei due possedeva la forza o la velocità necesarie per affrontare un Capitano singolarmente, se fossero riusciti ad aiutarsi a vicenda avrebbero potuto metterlo almeno in difficoltà. Pararsi da un colpo era facile... Ma nessuna lama poteva essere in due posti contemporaneamente: non la sua, almeno.
    CITAZIONE
    Forza mocciosi, mettiamo su un bel combattimento! Altrimenti mi annoio e se mi annoio di solito le cose finiscono troppo velocemente!

    L'eco dell'ultima parola del più valente spadaccino del Gotei XIII non si era ancora spento quando -all'unisono- le due figure saettarono nella sua direzione.
    Felio -leggermente più veloce dell'amico- rallentò la sua corsa quel tanto che bastava per adeguarsi a quella di Takeo-san, in modo da giungere sul suo avversario nello stesso istante.
    La distanza era fin troppo breve, così tra tutte le opzioni a sua disposizione, Felio scelse quella che gli avrebbe garantito maggiori possibilità di successo: il suo ruolo era fin troppo chiaro.
    Doveva distrarre il colossale individuo, e per farlo non c'era altro modo che attaccarlo nella maniera a lui più congeniale.
    Attaccarlo con pochi, feroci attacchi.
    Saltanto a mezz'aria, il Dio della Morte effettuò una, due piroette in volo palesando chiaramente la sua mossa. Harutsubame -brandita a due mani- ruotò con sempre maggior forza mentre una generosa porzione della sua energia spirituale fluiva nelle braccia, gonfiandone i muscoli nel tentativo di originare un'attacco banale ma efficace volto al collo del Capitano.
    -Horraaaa!!!-
    Un tondo come quello difficilmente non sarebbe stato parato o evitato... Ma forse sarebbe stato in grado di distrarre Zaraki-taichou quei pochi istanti necessari per consentire a Takeo-san qualcosa di più efficace.
    CITAZIONE
    Consumo: 1 Basso
    Forza: 275 -> 350

    Occhi, gola, attributi.
    Per quanto uno Shinigami si potesse allenare, vi erano necessariamente delle zone nel proprio corpo che non era possibile allenare e che costituivano -a qualunque livello- punti deboli da difendere a tutti i costi.
    Felio non si era mai interessato particolarmente allo stile di combattimento bestiale e istintivo che caratterizzava la XI Divisione, ma era consapevole che quel modo di affrontare uno scontro poteva essere vinto da lui soltanto opponendovi qualcosa di diametralmente opposto.
    Una strategia precisa, volta a non sprecare le proprie forze ma a concentrarle in poche -vincenti- stoccate.
    Se anche la differenza di potere era, come in quel caso, abissale, era suo preciso dovere dare il massimo... Anche se ciò avesse dovuto implicare fungere da supporto a Takeo.
    Agire come due primedonne non avrebbe portato a niente di buono. Ognuno doveva essere al contempo spada e scudo di entrambi... Un insegnamento che non veniva insegnato di frequente all'Accademia, ma che tutti e due -per vie traverse- avevano appreso fin troppo bene.
    Cadendo a terra, Felio sarebbe atterrato su entrambe le gambe, elastiche come molle pronte a scattare.
    -Ora, Takeo-san!!!- avrebbe quindi urlato, scattando verso l'alto e divaricando le gambe quel tanto che bastava -distendendo il braccio fasciato di scarlatto- per sferrare una punta (non vi sarebbe stato infatti spazio sufficente per un più veloce e potente affondo) dal basso verso l'alto mirata all'occhio visibile del Capitano.
    Ancora una volta l'energia spirituale scorse nelle sue vene, aggiungendo spinta a spinta: un simile attacco -se preso in pieno- sarebbe stato sufficiente a passare da parte a parte un Hollow.
    Ma Zaraki Kenpachi non era altrettanto debole.
    CITAZIONE
    Consumo: 1 Basso
    Forza: 275 -> 350

    Per quanto Zaraki fosse forte ed esperto... Una Zanpakuto rivolta all'occhio sano avrebbe come minimo richiesto la sua attenzione, rivolgendo l'unica pupilla funzionante del loro avversario su di lui.
    Il Dio della Morte sorrise, o quantomeno avrebbe voluto farlo se la situazione glielo avesse permesso.
    Avrebbero combattuto al meglio delle loro capacità, poiché non vi era altro da fare.
    Ma... Sarebbe stato sufficiente?
    Mentre ogni attimo sembrava non finire mai, la mente di Felio vorticava.
    Ogni attacco avrebbe potuto porre fine alla sua vita, ne era perfettamente cosciente.
    Percepiva ancora la paura, dietro di sé, avvicinarglisi sempre di più.
    L'aveva temporaneamente bandita... Ma non era tanto facile abituarsi da un secondo all'altro all'aura omicida del Capitano della XI Divisione. Sarebbe tornata, presto o tardi.
    E per allora, tutto sarebbe dovuto finire.
    Nel bene o nel male.

    CITAZIONE
    Caratteristiche:
    Forza: 275 -> 350
    Velocità: 350
    Resistenza: 275
    Zanjutsu: 300
    Kidou: 300
    Hohou: 325

    (*) = Comprensivo del bonus di Divisione

    Reiatsu (in Marginali): 63/72

    Ferite: Nessuna.

    Condizione fisica: Illeso, lieve tremore -soppresso- al braccio Sx

    Condizione mentale: Allibito dal potere spirituale del proprio avversario.

    Tecniche utilizzate: Fodero di difesa

    Oggetti utilizzati: Koumaru (benda) [Braccio Sx]

    Difesa: [tecnica] Fodero di difesa

    Attacco: Tondo al collo [For: 350] e immediata punta dal basso verso l'alto all'occhio sano [For: 350]

     
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  6. Takeo Kikuta
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    1° Post Attivo

    Due cuccioli che affrontano la tigre



    Dunque era iniziato. Fu un attimo, solo un respiro, tanto poco bastò al nostro nuovo avversario per sfoderare tutta la sua potenza in una schiacciante pressione che si fece sentire sui nostri corpi così insignificanti se messi a confronto con il suo, smisuratamente grande.
    Ancora non potevo credere che esistesse qualcuno con una tale potenza spiritica ed ingenuo nel averlo pensato. D'altronde cosa ci si poteva aspettare dai capitani e soprattutto dal famigerato capitano dell'XI. I 13 pilastri del nostro mondo non potevano essere di certo dei guerrieri di poco conto e forse solo in quel momento mi resi conto di quello che in realtà tutti gli ufficiali conoscevano. La differenza di livello tra i più alti seggi del Gotei ed un Capitano era paragonabile ad un abisso. Mi morsi il labbro mentre le ossa scricchiolavano sotto la pressione del reiatsu del Kenpachi. Quasi ero stupito che tanta ingenuità nel considerare le cose venisse da me, che avevo la prova vivente della potenza di un capitano nella mia Brigata. °Yamamoto-sama°, i miei occhi si spostarono per un attimo verso le tribune dove il gruppetto di alte cariche del Gotei ci osservava e c'era anche Lui: il Comandante Generale. In quel momento mi tornò alla mente il motivo per cui mi trovavo ad affrontare uno dei colossi del Gotei, era stato proprio il mio Capitano a chiedere quello scontro per valutare le nostre capacità. Che ci stesse sopravalutando? Eppure non è il tipo da fare di questi errori, mettendo a repentaglio la vita dei propri sottoposti.
    °Un esame di valutazione.°
    Strinsi i denti cercando di resistere a quel peso che stava opprimendo il mio corpo e spingendo i miei muscoli al collasso, se veramente ci stavano valutando allora sarebbe bastato dimostrare di riuscire a tener testa al più alto grado in carica nel Gotei più combattivo di sempre. Robetta insomma...
    Un ghigno malefico si dipinse sul volto sfregiato di Zaraki-Taichou, evidentemente si stava divertendo nel vedere le sue prossime vittime messe quasi in ginocchio dal suo reiatsu. Mi permisi la sfrontatezza di osservarlo dritto sul suo piccolo occhio nero, d'altronde in quel momento eravamo semplici avversari e se mi fossi concesso all'etichetta dovuta ad un mio superiore non sarei sopravvissuto a lungo in quell'arena.
    Una leggera brezza mi colpì il petto, scansando i pochi ciuffi ribelli che di solito mi rimanevano davanti agli occhi. Poi tutto accadde senza che me ne rendessi conto, una forte spinta mi sbalzò via ancor prima che riuscissi a capirne la fonte. Possibile che il suo reiatsu potesse fare anche questo? Mi era parso di sentire qualcosa alle braccia, ma ora sembrava che il mio corpo si librasse leggero sull'aria come quando si è sospesi tra il mondo dei sogni e quello reale. Un corpo stanco di vivere, di combattere, bisognoso di riposo ecco come mi sentivo. Ogni cosa sembrava passare con una lentezza unica in quel sogno dal quale non pareva riuscissi a risvegliarmi. E chiamarlo sogno era una carineria, che forse non potevo permettermi, difatti quello che mi prospettava davanti era un incubo dal quale chiunque sarebbe volentieri uscito. I miei occhi oziosi incrociarono lo sguardo terrorizzato del mio compagno, mi osservava come se stesse vedendo la morte calargli addosso. °Felio...° tentai di allungare una mano in sua direzione, ma mi fu impossibile. Non c'era più. I miei occhi si spalancarono per il terrore quando osservandomi vidi le mie braccia maciullate dalla potenza distruttiva del Kenpachi.
    ° Non può essere, ° quand'era successo? E come? possibile che non fossi riuscito a vederlo arrivare. Il dolore nella consapevolezza di quello che era successo mi pervase il corpo, eppure il primo pensiero si rivolse subito al mio amico. "Felio-kun, scappa!", quello che avrei voluto dirgli eppure nessuna parola uscì dalla mia bocca, mentre notai che il suo busto cadeva rovinosamente a terra completamente separato dalla parte inferiore del proprio corpo. °No...° un senso di oppressione invadette il mio corpo, mentre le immagini dei momenti passati insieme mi scorrevano avanti. Era una sera tranquilla quella in cui lo incontrai per la prima volta, ancora ricordavo la luna che rifletteva la propria immagine sul laghetto di casa sua. Allora ci eravamo incontrati perchè dovevamo capitanare assieme una pericolosa missione, ma già da allora sapevo che il nostro legame era destinato ad essere qualcosa per cui mi sarei battuto con tutte le mie forze. °... Non può essere.° Eravamo sopravvissuti a molte battaglie, addirittura in un mondo a noi completamente sconosciuto ed ora stentavo a credere che saremo caduti così insieme, nella più totale impossibilità di opporci. Non era quella la fine che avevo programmato, come se avessi potuto decidere il mio destino. C'erano così tante cose da fare, così tante persone che volevo salutare e vedere un ultima volta. I loro volti mi passarono avanti, mentre sentivo le tenebre avvolgermi. Miyuki-neechan, Tarja, Harin ed altri sguardi mi guardavano da lontano.
    Non poteva finire così, non così in fretta. Volevo combattere, volevo battermi per la mia stessa vita dimostrando a me stesso ed agli altri di poter resistere alla furia omicida di quel capitano. Volevo urlare... e forse lo feci nella mia mente.
    Un attimo dopo riaprii gli occhi e il mondo reale mi ricomparve dinnanzi le iridi bluastre. Tutto era al suo posto, le mie braccia, il corpo del mio compagno ed amichevole rivale. Persino la posizione del nostro sfidante che ci guardava impassibile, forse consapevole di quello che ci era successo.
    Ansimavo, sembrava che mi avevano tolto il respiro per qualche secondo. Le braccia mi dolevano, come quando ci si sveglia da quei sogni troppo realistici che colpiscono al sistema nervoso delle persone. Ero ancora incredulo, la persona che avevamo di fronte non aveva nessuna affinità con le illusioni, quello che avevamo visto era dettato dal suo puro istinto omicida. Un abilità affascinante e terrorizzante allo stesso tempo. Chissà quanti erano caduti solo dopo aver sentito sulle proprie spalle il peso di quel mostruoso reiatsu.
    Eppure ne ero uscito, forse per volontà del mio predatore o forse per semplice istinto di sopravvivenza che in una situazione drastica come quella era venuto a galla con violenza, questo al momento non m'importava. Dovevo combattere contro di lui e anche se il solo pensiero di doverlo sfidare in duello mi destava più preoccupazioni di qualunque altra cosa, non vedevo altra via d'uscita. Regolarizzai il respiro, prendendo lentamente il controllo del mio corpo, cosa non troppo semplice in una situazione del genere nonostante la mia mente fredda.

    CITAZIONE
    Mostratemi cosa sapete fare allora, ma state attenti a non rompervi subito, vorrei divertirmi un pochino

    Ecco cosa significava tutto ciò per lui. Divertimento... Incredibile come ci si potesse trovare a proteggere la propria esistenza per il divertimento di qualcun altro. Uno stridio annunciò l'estrazione della zanpakuto del Capitano. Una katana che rispecchiava a pieno il carattere dello Shinigami, poco curata e dalla lama seghettata. Sembrava non aver nessuna considerazione della propria arma e forse era questo uno dei motivi per il quale era l'unico capitano a non possedere nessun rilascio. D'altronde non sembrava averne molto bisogno. la sua potenza distruttiva era già abbastanza alta.
    CITAZIONE
    Avanti,fatevi sotto Scartine, mi sto davvero annoiando e spero davvero che riusciate a togliermi la noia di dosso,ultimamente mi sento piuttosto arrugginito....Allora,chi di voi ragazzini pensa di poter riuscire a tagliarmi?

    Una provocazione piuttosto ironica se si pensava alle leggende sulla sua pelle ferrea, ma non c'era molta scelta se si voleva dimostrare qualcosa bisognava essere almeno in grado di ferirlo.
    Un battito di ciglia e il suo possente corpo scomparve alla nostra vista. Mi voltai di scatto comprendendo con leggero ritardo quello che stava accadendo, incredulo che una tale massa di muscoli si potesse spostare a quella velocità. No, non era lui ad essere veloce era il dislivello che c'era tra di noi a renderlo tale.
    Le mie orecchie erano riuscite a sentire lo scampanellio provenire da un fianco e mi ci volle un secondo a comprendere in che pessima situazione ci eravamo cacciati. -Merd...- mi scansai istintivamente pensando che in pochi attimi mi sarei ritrovato come in quella visione che il suo incontrollabile istinto ci aveva fatto vedere.
    Un fendente partì nella mia direzione, eppure era talmente lento. Sembrava quasi che non volesse tirarlo. Qualcosa che facilmente avrei parato, perchè favorirci così? Che si volesse controllare contro ogni pregiudizio e parola che si era detta su di lui? Sulla tigre che non risparmiava nessuno sul suo cammino.
    Estrassi la zanpakuto senza starci a pensare due volte, nonostante la velocità dell'attacco fosse qualcosa a cui ero abituato non potevo permettermi di farmi ferire subito. E poi la sentii.
    Una spinta disumana scaturì dal quel semplice attacco che mi fece balzare indietro. Tanto era la forza impressa dal potente dio della morte che dovetti contrapporre il braccio libero alla parte non affilata della zanpakuto per pararmi da quel colpo che sicuramente mi avrebbe causato qualche danno in caso di successo. -Ugh!-
    Il mio corpo si ritrovò a librare in aria dove, seguendo la spinta del colpo ricevuto, mi trovai capovolto. Non potevo aspettarmi che una tale forza combattiva dal più feroce e temuto capitano del Gotei 13 e qualcosa mi diceva che non si stava neanche impegnando al massimo.
    Appoggiai la punta della mia mietianime al suolo per frenare in parte la mia corsa a mezz'aria, capovolgendo di nuovo il mio corpo con eleganza ed atterrando accovacciato sul suolo. Un sospiro profondo mi fece riprendere da quell'incredibile stoccata, mentre sentivo i muscoli del braccio destro tremare dopo l'urto con quel colpo di pura potenza. Sorte ancora peggiore ebbe il braccio che avevo utilizzato per rafforzare la mia parata. Dove la lama si era appoggiata c'era un intaglio superficiale, tale era la forza di Zaraki-Taichou. °E' riuscito a provocarmi una ferita nonostante non ci fosse la parte affilata in quel punto. La sua fama è meritata.°
    CITAZIONE
    Forza mocciosi, mettiamo su un bel combattimento! Altrimenti mi annoio e se mi annoio di solito le cose finiscono troppo velocemente!

    Il mio sguardo, più duro che mai, si alzò in sua direzione. Una strategia banale non ci avrebbe portato a nulla con lui. L'unica cosa che si poteva tentare erano attacchi combinati. I miei occhi si spostarono per un attimo su quelli smeraldini del Sanada. Ci bastò uno sguardo, tutto quello che avevamo passato insieme ci aveva fatto guadagnare un intesa visiva molto efficiente. Infine scattammo all'unisono.
    Mi avvicinai alla mia velocità massima verso il mio avversario, piegando in avanti il corpo e tenendo la zanpakuto alta sopra la spalla con entrambe le mani. "Se la corazza è forte le giunture saranno deboli", questo mi era stato insegnato e questo è ciò che misi in pratica.
    Arrivato alla giusta distanza calai la finta di un attacco portato alla spalla per poi roteare le braccia all'ultimo istante, disegnando un arco con la lama lucente della mia zanpakuto attorno al corpo dell'uomo e tentare un tondo sul ginocchio nella speranza che i suoi tendini fossero meno resistenti dei suoi muscoli. In questa manovra, avrei concentrato un basso per aumentare la forza del mio attacco [275->350]. Questo sarebbe avvenuto, mentre il mio compagno attaccava il nostro comune nemico dall'alto.
    Una cosa che ci stava venendo quasi naturale, ma che era frutto di molte battaglia passate insieme e duri allenamenti. Se un solo cucciolo non può sperare di catturare la propria preda, allora deve riuscire a trarre la propria forza del branco donando quella che possiede già. Solo così dei cuccioli possono sperare di superare le proprie difficoltà. E forse neanche Zaraki Kenpachi avrebbe risolto con facilità l'attacco simultaneo di due guerrieri pieni di entusiasmo ed energia.
    Indipendentemente dall'esito del mio attacco, indietreggiai leggermente mentre l'ufficiale del III Gotei avrebbe incalzato con un'altra stoccata il colloso che aveva di fronte.
    CITAZIONE
    -Ora, Takeo-san!!!

    Un urlo quasi inutile il suo, ma servì lo stesso a darmi la carica giusta per proseguire, anche incitare i propri compagni faceva parte del lavoro di squadra. Se ci saremmo coperti le spalle a vicenda, forse saremmo riusciti ad uscirne vincitori.
    Allungai due dita dall'impugnatura che avevo sull'elsa e recitai la formula velocemente per non permette al nostro nemico di comprendere a fondo quello che avevo intenzione di fare. -Convergi luce negli spazi di oscurità...- la lama della zanpakuto di Felio si allungò verso l'unico occhio buono del più alto ufficiale del XI Gotei, mentre dalle mie dita partì un lampo di luce diretto alla parte opposta del suo volto, più precisamente in prossimità dell'orecchio, la strada da fare era poca. -Hadou N°4: Byakurai!-


    CITAZIONE
    Byakurai (Bagliore Bianco) - Hadou N°4

    Formula di attivazione: Convergi luce negli spazi di oscurità!
    Divisione: Tutte
    Descrizione: Un raggio di energia che si crea dall'indice e dal medio e si propaga nella stessa direzione da essi indicata. Il diametro di questo raggio è di 4 cm ed è in grado di coprire una distanza massima di 8 metri. Colpendo un bersaglio in pieno è in grado di provocare una ferita Bassa da perforazione, la tecnica è in grado di penetrare qualsiasi muscolo, ma s'infrange sulle ossa. Per questa pecca è richiesta una grande precisione e solo coloro che riescono ad usarla con strategia, sono in grado di rendere questa tecnica fatale; puntandola nelle giuste direzioni conosciute dai più abili utilizzatori di Arte magica. Con un ottima padronanza del reiatsu si è in grado di deviare il raggio in base alla propria volontà, aumentando così le possibilità di colpire il bersaglio.
    Restrizioni: Richiede Controllo del Reiatsu Lv.3 per la deviazione del raggio.
    Grado: Studente
    Consumo: Basso

    Ultimato quell'attacco mi sarei allontanato con un balzo per mettere la giusta distanza tra di noi e osservare l'esito dei nostri attacchi. Di certo non avremmo avuto vita facile in quello scontro, ma nonostante il reiatsu straripante e la potenza nettamente superiore del nostro avversario, non mi sarei arreso tanto facilmente.






    Tabella riassuntiva
    Riserva di Reiatsu:

    Stato mentale:
    Sotto pressione, ma deciso a battersi.
    Consumi Reiatsu:


    Ferite: [1]
    Armi:
    Zanpakuto Impugnata
    Wakizashi Impugnata
    8 Pugnali da Lancio
    2 Senpen Banka
    Equipaggiamento:
    1 Benda di cura
    2 Cauterizzatori
    1 Cauterizzatore Speciale
    Turno difensivo:






    Turno Offensivo:




    Statistiche:
    Forza: 275
    Velocità: 325
    Resistenza: 275
    Zanjutsu: 325
    Kidou: 300
    Rilfessi: 325

    ©opyright By Takeo Kikuta
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    Round 2:Crossing the crevasse



    Rise, anzi, sogghignò, facendo increspare la retedi cicatrici che attraversavano il suo volto.
    I due ragazzini avevano parato i suoi colpi, non erano poi poi così male si concesse di pensare.
    Mulinò la spada in un ottonell' aria, mentre il suo haori svolazzava mosso dalla brezza causata dal suo reiatsu;certo che era davvero una palla avere un reiatsu così grande, nessuno era sufficientemente forte da impensierirlo o da mettere su un combattimento decente, gli hollows addirittura fuggivano,mentre persino tra i suoi commilitoni nessuno osava sfidarlo.
    Ripensò al vecchio Yama, lui sì che sapeva come combattere, certo, seguiva quella stupidavia della spada, una roba da fighetti, ma faceva male, cavolo se ne faceva.

    Quando riportòlo sguardo sui ragazzini vide che si stavano scagliando contro di lui.
    Che venissero pure, e se avessero anche potuto ferirlo tanto meglio.
    Disse con voce roca
    Allora ce le avete le palle, fatevi avanti mocciosi e fatemi divertire!


    Il primo saltò in aria con due piroette,con l'intenzione di ferirlo alla gola
    Non è stupido si disse meravigliato Sa che la gola non si può certo rafforzare, è un buon modo per uccidere qualcuno, però sei lento!
    La sua spada cozzò contro quella dell'ufficiale della terza divisione sollevando una miriade di scintille, mentre la lama del suo compare scavava un piccolo solco nel retro del suo ginocchio aggiungendo un'altro taglio al suo già consunto shihakusho.
    CITAZIONE
    1 ferita marginale da taglio

    Rise mentre il fanciullo della prima divisione si allontanava.
    Ahahah, divertente, allora un po' di male riesci a farmelo, divertente!

    Vide appena in tempo la zampakuto che saettava contro il suo occhio sano e si scansò appena in tempo, tuttavia non fu abbastanza veloce da evitare il raggio che gli trapassò il lobo dell' orecchio strinandogli anche il retro del collo.
    CITAZIONE
    2 ferite marginali da bruciatura

    Il suo sguardo si piantò su Takeo Kikuta,uno sguardo che avrebbe fatto piangere di paura qualunque ufficiale inferiore o shinigami, e quasi ringhiando susurrò.
    Kidou? Quella robaccia da frocetti? Davvero pensi di potermi battere con quello? Lascia che ti mostri una cosa, IO non ho bisogno di mezzucci simili per colpire qualcuno dalla distanza..

    Calò la sua spada in un arco discendente, facendole appena sfiorare il terreno, tuttavia da terra si sollevò un'onda di potere diretta verso il 4°seggio dagli occhi azzurri
    CITAZIONE
    Abilità: Slash

    image

    Descrizione:A causa del proprio immenso potere persino il più banale dei colpi di Zaraki Kempachi è abbastanza potente da frantumare una roccia, tuttavia quando uno di questi colpi viene potenziato da del reiatsu diviene in grado di lacerare persino l'aria colpendo nemici distanti parecchi metri con un'onda d'urto capace di sbriciolare persino le ossa di un semplice kompaku.
    In temini di gioco quando Zaraki potenzia un fendente con una quantità di reiatsu di entità pari o superiore ad un basso il suo attacco è considerato avere una portata fino a 15 metri.
    Consumo utilizzato1 basso
    Statistiche del colpo
    Forza 450
    Velocità 400

    Per quanto riguardava invece lo shinigami della terza aveva in mente altro, sembrava che invece questo avesse del fegato, forse poteva dargli soddisfazione.
    Si lanciò contro di lui avvolto da un'aura di reiatsu quasi tangibile, e calò la sua spada in tre rutilanti archi di morte, uno più veloce dell'altro.
    CITAZIONE
    Velocità: 350-->375-->400

    Poi per concludere si mosse rapidamente alle sue spalle sferrando un affondo alla spalla destra
    CITAZIONE
    Velocità:375

    tuttavia per dargli un'aiutino scosse la testa, facendo tintinnare i campanellini, dovevano fare di meglio se volevano divertirlo, dovevano assaggiare il rischio, dovevano combattere per la loro vita, dovevano mettere tutto sulla linea per sconfiggerlo, e chissà, forse avrebbero anche potuto ferirlo sul serio.

    Terminato l'attacco si prodigò in un balzo che lo proiettò ad una decina di metri dai suoi avversari.
    Esordì con la voce carica di aspettativa.
    Allora? Cosa state aspettando, pronunciate le paroline magiche e tirate fuori quei vostri stupidi shikai, caricatevi e venitemi addosso con tutto quello che avete, forza,vi stò aspettanto, SPRIGIONATE!

    Calcò con forza l'ultima parola per ribadire il concetto, si stava annoiando, e non era un bene.....
    ---------------------------------------------------------

    Poco lontano dallo scontro una serie di figure osservavano apparentemente impassibili il feroce scambio di colpi, solo pochi commenti fiorirono tra quella massa di haori bianchi.
    Bah, quale terribile mancanza di finezza, non fanno altro che smulinare laspada a destra e manca, per quanto ancora andrà avanti questo strazio? mormorò con disgusto Byakuya Kuchiki.
    Ma è ovvio, fino a quando Ken-chan non li avrà ridotti come stracci, ma non è di loro che si deve preoccupare,non credi anche tu Suzu-nee? trillo Yachiru Kusajishi,la minuscola luogotente dell' XI° gotei
    image


    Ah, già, sì giusto è vero, spero comunque che se la cavino bene.... mormorò con aria assente Suzu Serizawa, tutta la sua attenzione era concentrata sul combattimento, che coinvolgeva due delle persone a cui teneva di più nell'intero Gotei XIII, due persone che adesso stavano rischiando la vita in uno scontro quasi mortale, nel quale sarebbero potute rimanere sfigurate per sempre,o peggio; la presenza del vecchio Yama-jii le dava conforto, ma si chiese se davvero avrebbe potuto fare qualcosa, dopotutto Zaraki era salito al suo attuale posto uccidendo il suo precedente capitano, e nessuno lo aveva fermato.
    Un brivido le corse lungo la schiena mentre si vedeva al funerale dei suoi due commilitoni.
    Scacciò il pensiero scrollando la testa.
    Piuttosto sono loro che si devono preoccupare di Kenpachi, il solo guardare il suo reiatsu mi fa venire la nausea, non so quanto resisterò
    Nella sua testa vorticavano un mare di foschi presentimenti mentre una morsa d'ansia serrava il suo petto
    Kikuta, Sanada, non morite,vi prego.... fu tutto quello che le venne in mente.

    Poi una voce familiare le risuonò alle spalle tranquillizandola.
    Scusate umilmente il ritardo, sono stato trattenuto da alcune faccende pressanti, mi sono forse perso qualcosa?
    Inchinandosi rispettosamente Suzu indicò il sedile accanto a lei rimasto vuoto
    Non si preoccupi, è appena iniziato
    disse mentre un sorriso le si faceva strada sul volto.
    Adesso si sentiva più tranquilla.


    CITAZIONE
    Zaraki Kempachi, capitano della XI compagnia

    Statistiche:(Utilizzate)
    Forza [400]
    Velocità [375]
    Resistenza 650
    Zanjutsu [350]
    Kidou 500


    Ferite totali
    43/46
    1 marginale da taglio al ginocchio
    2 marginali da bruciatura all'orecchio e al collo

    Reiatsu rimanente ???/???

    Attacchi:Slash su Takeo, tre fendenti su Felio, poi movimento alle spalle e affondo alla spalla destra



    Edited by Allen92 - 30/8/2009, 19:00
     
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    Chapter III - Blood tears

    It seems so clearly
    Bent the bow
    Cause life in me is gone
    And a cruel wind's blowing cold





    Il giovane Dio della morte poteva ancora sentire il braccio sinistro tremare, le dita strette attorno al manico di Harutsubame sbiancare per l'urto violento e inaspettato che il contatto tra l'acciaio spirituale della sua Zanpakuto e quella usurata del Capitano della XI Divisione.
    I colpi di Takeo erano giunti a segno -come previsto-, ma il danno da essi provocato risultava appena visibile. Fortificato da anni ed anni di allenamento e protetto da uno strato di Reiatsu superdenso, più efficace della miglior armatura, Zaraki Kenpachi appariva loro inattaccabile.
    No.. Un effetto a dire il vero c'era stato: il sorriso che il primo colpo del suo biondo commilitone gli aveva suscitato era sparito nel momento stesso in cui il ragazzo lo aveva attaccato nuovamente.
    Ora sul suo viso vi era un'espressione tetra, che gelò Felio per un singolo, interminabile istante.
    Se quello sguardo fosse stato diretto su di sé, forse non sarebbe riuscito neanche a mantenersi in piedi: Takeo non poteva che agire in quel modo contro il massiccio Capitano... Ma per il più feroce spadaccino del Gotei XIII un simile gesto equivaleva -stando a quanto aveva sentito dire- al peggior insulto possibile.
    Difatti, le parole successive sferzarono l'aria caustiche come vetriolo.
    CITAZIONE
    Kidou? Quella robaccia da frocetti? Davvero pensi di potermi battere con quello? Lascia che ti mostri una cosa, IO non ho bisogno di mezzucci simili per colpire qualcuno dalla distanza..

    Un gesto, un semplice mulinare di spada -almeno agli occhi di Felio- ed un'ondata di potere generata più che dalla spada dallo stesso Zaraki verso l'Ufficiale della I Divisione: un colpo che se preso in pieno non avrebbe risparmiato lo stesso Dio della Morte, più travolgente di un fiume in piena, sfrecciò verso il punto in cui si trovava Takeo-san.
    -Atten...!!!- fu quanto riuscì ad esclamare prima di realizzare di non essere nella posizione di poter urlare avvisi al compagno.
    Il loro terrificante avversario non si era certo dimenticato di lui e anzi, -il diabolico sorriso nuovamente stampato in faccia- pareva quasi intenzionato a riservare a lui una maggior attenzione: in qualunque altro caso il Dio della Morte sarebbe stato onorato di tanta premura.... Se soltanto non stesse lottando per sopravvivere!
    Eppure, nonostante tutto, non riusciva a reprimere un sentimento del tutto fuoriposto in un simile frangente. Zaraki Kenpachi rappresentava tutto ciò contro cui finora Felio aveva combattuto, l'istinto, il desiderio di sangue, la più pura bestialità... Nonostante il rispetto derivato dal grado, vi era nel Capitano della XI Divisione qualcosa che Felio non riusciva a non odiare con tutto sé stesso.
    Cos'era che rendeva la gigantesca figura diversa dagli odiati Hollows? Certo, era uno Shinigami... Ma il modo di combattere, la brama di uccidere o di essere ucciso non aveva niente che potesse essere definito "umano".
    Come le creature che l'ultimogenito dei Sanada combatteva da una vita (o forse anche di più), ciò che guidava il suo avversario non era il desiderio di proteggere qualcuno o qualcosa.
    Quella Zanpakuto di cui ancora il ragazzo non sapeva il nome... Veniva impiegata per Zaraki, e per lui soltanto.
    In quell'istante, la stessa Zanpakuto calò su di lui, più lenta di prima ma non per questo meno pericolosa.
    image
    -Gah!!!- esclamò il giovane Ufficiale mentre -grazie ai riflessi affinati in anni ed anni di incessante preparazione- richiamava a sé una quantità di Reiatsu nei propri avambracci tale da resistere (o almeno tentare) al devastante attacco del torreggiante Capitano.
    Un battito di ciglia era stato sufficiente ad accumulare tanta energia spirituale quanta -in passato- gli avrebbe richiesto come minimo mezz'ora di concentrazione.
    Era diventato più forte, su questo non c'era alcun dubbio... E di questo doveva ringraziare coloro che gli erano rimasti vicini per tutto questo tempo: non poteva permettersi di sprecare le attenzioni, se non l'affetto, che gli avevano dedicato per tutto questo tempo.
    CITAZIONE
    Consumo: 1 Medio/Basso
    Resistenza: 275 -> 375

    Come prima la katana di Zaraki si abbatté su di lui quasi svogliata, ma nonostante il colpo fosse tanto forte quanto il precedente, il Dio della Morte non cedette che pochi centimetri di terreno. Stringendo i denti fino quasi a romperli, Felio fletté le gambe, imprimendo con l'ausilio del proprio reiatsu una spinta uguale e contraria a quella della traiettoria della lama del suo avversario.
    Numerose scintille scaturirono nell'impatto, accecando temporaneamente il ragazzo mentre la sensibilità delle braccia scompariva in un accecante lampo di dolore.
    C'era riuscito? Oppure entrambe le braccia erano state spezzate da un urto così violento da infrangere il suo corpo al posto di Harutsubame?
    image
    Un secondo -e più veloce- saettò verso di lui, preceduto da un lievissimo rumore che l'ancora stordito Shinigami non realizzò immediatamente: tutto quel che poté fare fu sperare di reggere nuovamente il colpo, privo della possibilità di accumulare nuova Energia spirituale... Il tempo era troppo poco, ma se anche ne avesse avuto a sufficienza, avrebbe dovuto avvertirla, la presenza delle braccia.
    Erano ancora troppo intorpidite per obbedirgli in tutto e per tutto, ed era già fortunato a poterle ancora muovere come desiderava.
    -G-gwaaah!!!-
    Il lamento che fuoriuscì dalla sua bocca non proveniva dal dolore alle braccia, braccia che -in un modo o nell'altro- avevano bloccato l'acciaio del Capitano, né alle gambe ora affossate di un paio di centimetri nel terreno... Bensì dalla spalla destra, ove uno squarcio nel vestito e nellla carne del ragazzo stava tingendo di rosso cremisi la candida sottoveste.
    La Zanpakuto di Zaraki -affilata da un reiatsu tanto spaventoso- non solo riusciva a sferrare poderosi attacchi a distanza, ma a giudicare dal dolore che in questo momento stava provando, era in grado di ferire i propri avversari con il mero spostamento d'aria!
    Felio aveva parato quel colpo... Ma non era stato sufficiente: solo una forza come la sua avrebbe potuto salvarlo da quella altrimenti letale raffica di attacchi.
    CITAZIONE
    Ferita Media alla spalla Dx

    image
    Quanto ancora sarebbe potuto durare? Ancora una volta un fendente si schiantò contro di lui... E fu soltanto grazie alla postura tremendamente bilanciata di poco prima che la guardia del ragazzo non cedette difronte all'attacco di Zaraki.
    Una parata al limite dell'irreale.
    Che comunque non fu in grado di proteggere il ragazzo dalla forza del colpo, la quale disegnò l'istante successivo un solco -non troppo profondo per fortuna- poco sotto il cuoio capelluto del giovane Dio della Morte: un graffio leggero in apparenza, che tuttavia fu sufficiente a scuoterlo sin nell'anima e causandogli un conato di vomito a stento represso.
    Sangue scarlatto gocciolò copioso dalla ferita, raggiungendo il bordo dell'occhio sinistro e da lì ancora più in giù, in una crudele imitazione di una lacrima di dolore.
    CITAZIONE
    Ferita Media alla testa

    Non è... possibile... mormorò Felio mentre il senso dell'equilibrio lo abbandonava, e vista, olfatto e gusto si mescolavano in combinazioni impossibili.
    Che diavolo... non voglio morire così. Non è... giusto.
    Queste parole -pronunciate con amarezza- non superarono la barriera delle labbra, restando confinate nella sua coscienza. Doveva sopravvivere a qualunque costo, non poteva permettersi di abbandonare tutto senza nemmeno avere dato ogni stilla di forza residua nel tentativo.
    Il dolore era accecante, ogni attacco di Zaraki un'ordalia.
    Ma non era ancora ridotto tanto male da gettare la spugna. Aveva visto -e superato- situazioni ben peggiori di questa.

    ...ding...

    Ancora quel suono... Per essere una illusione si trattava di un rumore dannatamente persistente. Da cosa poteva essere originato?
    Pareva ora più vicino, ora più lontano, quasi seguendo i movimenti di Zaraki: si trattava forse di qualcosa che portava addosso? Per quale motivo avrebbe dovuto indossare qualcosa in grado di rivelare la propria presenza, senza averne un vantaggio effettivo?
    La mente di Felio lavorava a pieni giri, analizzando in quei pochi concitati attimi ogni aspetto dello scontro su cui riusciva a focalizzarsi: che persona era il capitano della XI Divisione? Poteva la normale logica applicarsi nel suo caso?
    Più nel sogno che nella realtà, Felio sorrise.
    No, colui che stavano affrontando esulava da qualunque parametro: non vi era spazio per questioni come la logica o il vantaggio in Zaraki Kenpachi.
    Quel suono doveva avere un significato ben preciso.

    ...ding...


    Un rumore tintinnante, qualcosa di piccolo e metallico.
    Un... campanellino.
    No, non è uno soltanto... ce ne sono diversi. rifletté, mentre attimo dopo attimo il suo corpo si piegava all'indietro, spinto dalla violenza dell'ultimo colpo.
    Vuole giocare con le sue prede... dargli un vantaggio, probabilmente.
    Si, questa era l'unica ipotesi sensata, considerando il carattere del Capitano che stavano affrontando: nonostante il comportamento sanguinario -al limite della follia- Zaraki non avrebbe combattuto contro loro due senza applicarsi una penalità di qualche genere.
    Dannazione... Prova pietà per noi... Ma se la differenza tra le nostre capacità è tanto grande, non resta che aggrapparsi al minuscolo vantaggio che ci ha concesso!
    image

    ...ding...


    I campanellini -che fino a quel momento erano stati appesi ai capelli di Zaraki- tintinnarono un'ultima volta. Ma il suono appariva distorto, come se non si trovassero dinanzi al giovane Shinigami.
    Erano dietro di lui.
    -NO!!!- urlò con quanto fiato aveva in gola Felio, impugnando Harutsubame con rinnovato vigore e, facendo perno sull'intero corpo, sfoderando il più forte e veloce fendente mai impiegato da quando era divenuto un Dio della Morte.
    CITAZIONE
    Consumo: Medio/Basso x2
    Resistenza: 275 -> 375
    Velocità: 350 -> 400

    In un ennesimo lampo luminoso la Zanpakuto senza nome di Zaraki fu bloccata per la quarta volta, mentre negli occhi del giovane Shinigami balenò un lampo di ferocia e determinazione insieme. Per quanto assurdamente forti risultassero quegli attacchi, portando al limite il proprio corpo poteva controbatterli efficacemente! Nessuna nuova ferita era infatti apparsa, segno che l'affilato reiatsu del Capitano poteva -se non essere respinto- almeno smorzato quel tanto che bastava per poter sopravvivere.
    La fedele katana del Dio della Morte vibrava ancora per il violento contatto... Ma era riuscita a proteggere il suo possessore come nessun'altra arma sarebbe riuscita a fare.
    Ma il loro avversario non era più accanto a lui, evidentemente intenzionato a dare ai due Ufficiali un breve momento di tregua prima di riprendere lo scontro.
    Vi era trepidazione nella sua voce, e le frasi che pronunciò risuonarono nitide nell'aria satura di Reiatsu.
    CITAZIONE
    Allora? Cosa state aspettando, pronunciate le paroline magiche e tirate fuori quei vostri stupidi shikai, caricatevi e venitemi addosso con tutto quello che avete, forza,vi stò aspettanto, SPRIGIONATE!

    -*Anf*...*anf*...-
    Gli occhi di Felio incontrarono quelli di Takeo, in qualche modo sopravvissuto all'allucinante attacco di Zaraki: sapeva di non essere messo bene, e che le ferite riportate -alla lunga- avrebbero condizionato lo scontro a suo sfavore.
    Ma non era ancora morto... Né poteva pensare di arrendersi semplicemente così, non dopo l'esplicita richiesta di Zaraki a tirare fuori tutto il suo potere.
    Aveva sperato di gestire lo scontro con maggior accortezza, ma era chiaro che a questo ritmo tutto si sarebbe risolto nei minuti successivi. Due, tre... Per quanti sarebbe bastata la sua energia spirituale?
    Contrastare i più leggeri fendenti del Capitano era per lui uno sforzo terribile... Quindi l'unica soluzione era azzardare una rapida conclusione nella speranza di non dover subire una seconda volta quell'assalto selvaggio e travolgente.
    Non avevano scelta.
    Avrebbero mostrato a Zaraki il loro vero potere. E lo avrebbero fatto col sorriso sulle labbra.

    -Chisoku...-


    La Zanpakuto fu portata parallela al terreno, impugnata con entrambe le mani vicino all'orecchio destro. Una posa che ne dichiarava l'intento offensivo, la vera natura di una spada che ben pochi avrebbero considerata pericolosa al primo sguardo.
    Perché Harutsubame era una katana il cui potere era "strappare", né più né meno. Una Soul Slayer dalle infinite potenzialità che ancora stava scoprendo... e che forse mai sarebbe riuscito a comprendere appieno.

    -...Harutsubame!!!-


    Una folata di vento innaturalmente forte appiattì il manto erboso dell'arena, mentre un basso lamento si sprigionava dall'arma del Dio della Morte, ora divenuta la familiare ala nera.
    Sorreggendola ora con la sola mano sinistra, Felio strinse l'impugnatura percependo l'aria attorno ad essa come bruciare al contatto con la sua superficie.
    Ma definirla semplicemente un'arma non era corretto: assieme ad essa aveva visto in faccia troppe volte la morte per non considerarla ormai una inscindibile parte di sé.
    -Andiamo, Takeo-san... Il vero combattimento comincia adesso.-
    Un breve, secco respiro ad occhi chiusi fu tutto ciò di cui Felio aveva bisogno. Il bruciore delle ferite era ancora forte, e più che sufficiente a spazzare via ogni residuo di paura che l'imponente aura di Zaraki avrebbe potuto causargli.
    Non c'era semplicemente tempo per essere spaventati.
    L'istante successivo, in perfetta coordinazione con il biondo commilitone Felio si slanciò contro il feroce Capitano: non si illudeva che il semplice sprigionamento della sua Zanpakuto bastasse per risollevare le sorti dello scontro... Ma sicuramente Zaraki avrebbe dovuto prestare maggiore attenzione al reale filo di Harutsubame. Il Dio della Morte non aveva mai sperimentato il tocco della sua Soul Slayer di persona, e non desiderava provarlo neanche.
    Il primo attacco -spettava ancora a lui catturare l'attenzione del possente Shinigami- fu rivolto dal fronte, attendendo l'ultimo secondo per scattare in avanti nel più rapido montante che le energie gli consentissero.
    CITAZIONE
    Consumo: 1/2 Basso
    Velocità: 350 -> 400

    Il colpo -la cui traiettoria lo avrebbe portato al bassoventre dell'avversario- era qualcosa di cui Felio in altre occasioni si sarebbe profondamente vergognato... Ma in quel momento non era il caso di fare troppo gli schizzinosi: doveva distrarre Zaraki il tempo sufficiente per consentire a Takeo di raggiungerlo con successo... E se il comandante della XI Divisione avesse scelto di concentrarsi sul suo amico, beh... Harutsubame non si sarebbe risparmiata.
    Ma non era ancora finita.
    -Hnnn...-
    Concentrando la propria mente ed incanalando le proprie energie in Harutsubame, Felio sarebbe scivolato con un movimento fluido a poco meno di cinque metri dal suo avversario, divaricando le gambe e focalizzando tutte le proprie forze in ciò che sarebbe seguito l'istante successivo.
    -Hiken (tecnica segreta)...- sussurrò, mentre l'aria turbinante attorno alla sottile ala nera aumentava di secondo in secondo di intensità, rendendo i contorni della Zanpakuto sfocati mentre questi assorbivano voracemente tutto ciò che essi lambivano.
    La tecnica speciale di Harutsubame non era di natura offensiva, per questo aspetto bastava già il suo naturale potere. Felio aveva imparato ad utilizzarla con grosse difficoltà, ed ancora non era in grado di impiegarla più di due o tre volte in un combattimento. Una mossa difensiva che -se opportunamente sfruttata- poteva aprire una falla nella difesa più serrata.

    -Tsubame no gaeshi!!! (contrattacco della rondine)-

    La punta della lama, spinta con forza dall'alto verso il basso avrebbe squarciato il tessuto stesso della realtà, aspirando inesorabilmente verso di sé tutto ciò che si fosse trovato davanti.
    Zaraki compreso.
    CITAZIONE
    Tsubame Gaeshi! (Contrattacco della Rondine):
    Consumo: 1 Medio (lv1) / 1 Medio-Alto (lv2)
    Effetti: Caricando Harutsubame con il proprio reiatsu è possibile amplificare il suo potere elementare facendo sì che un singolo fendente della Zanpakuto generi uno squarcio nello spazio. Il taglio della Zanpakuto dà origine ad una finestra nel nulla assoluto della durata di pochissimi istanti, la cui comparsa provoca un repentino quanto imprevedibile spostamento d’aria.
    Tale tecnica non è sufficientemente potente da uccidere o amputare parti del nemico: ciò richiederebbe un impiego di reiatsu superiore alle forze di un normale Shinigami. Invece, lo Tsubame Gaeshi può essere utilizzato con efficacia per scagliare con violenza l’avversario verso il proprietario (distanza massima utilizzabile: 8m) e quindi arrivare a colpirlo con facilità sfruttando la sua posizione, presumibilmente sbilanciata e scoperta.
    E' inoltre possibile sfruttare lo Tsubame Gaeshi a scopo difensivo: lo squarcio nel vuoto è in grado di assorbire totalmente un singolo proiettile solido o una tecnica il cui costo sia pari inferiore a quello di questa tecnica.
    Questo utilizzo -che richiede piena consapevolezza dell'attacco ricevuto- è anche efficace contro attacchi spirituali dal costo superiore, ma contro di essi sarà trattato semplicemente come difesa magica, in grado di ridurre i danni subiti secondo la consueta differenza di Kidou.

    Invero, non avrebbe potuto assorbire il Capitano, non con le sue attuali forze... Ma con tutta probabilità il loro avversario sarebbe stato sbilanciato dall'incredibile forza attrattiva del suo colpo, e tanto lui quanto Takeo-san dovevano approfittare di questa occasione più unica che rara.
    -RrraaahH!!!- ruggì, forzando nuova energia spirituale nelle braccia e spingendole in avanti in un affondo diretto al cuore di Zaraki. Un'affondo che non era stato in grado neanche di ferire Alejandra, la misteriosa e sadica creatura incontrata a Leavenworth.
    ...Solo che allora Felio aveva appena la forza per brandire Harutsubame, mentre adesso la situazione era ben diversa. Mentre i muscoli si gonfiavano ed un'alone verde smeraldo iniziò a sprigionarsi dal suo corpo, il Dio della Morte allungò la sua preziosa Soul Slayer verso il bersaglio.
    Avrebbe funzionato? Sarebbero bastati i migliori colpi suoi e di Takeo-san per avere la meglio sul titanico Ufficiale?
    Zaraki Kenpachi era un avversario oltre ogni loro aspettativa... Ma fino a quando una stilla di energia si fosse trovata nei loro corpi, avrebbero continuato a combattere.
    CITAZIONE
    Consumo: 1 Basso
    Forza: 275 -> 350

    CITAZIONE
    Caratteristiche:
    Forza: 275
    Velocità: 350
    Resistenza: 275
    Zanjutsu: 300
    Kidou: 300
    Hohou: 325

    (*) = Comprensivo del bonus di Divisione

    Reiatsu (in Marginali): 21/72

    Ferite:
    Ferita Media - spalla Dx
    Ferita Media - testa.

    Condizione fisica: Forte dolore alle braccia e nei punti in cui il Reiatsu di Zaraki lo ha tagliato. Ansimante per il massiccio e improvviso consumo di Reiatsu

    Condizione mentale: Troppo preso dal combattimento per sentire la paura incombente, a tratti confuso per il violento colpo alla testa.

    Tecniche utilizzate: Tsubame no Gaeshi

    Oggetti utilizzati: Koumaru (benda) [Braccio Sx]

    Difesa: nessuna

    Attacco: Montante al bassoventre [Vel 400], Tsubame Gaeshi e immediato affondo al cuore [For 350]

     
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  9. Takeo Kikuta
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    2° Post Attivo

    L'ira del Capitano, la forza degli ufficiali



    La nostra azione combinata frutto di duro lavoro ebbe dei miseri risualtati, quasi deprimenti se ci fosse stato concesso il tempo di auto-valutarci cosa che in uno scontro di quel livello era impossibile: nessuna distrazione, nessun errore. Se sbagli sei finito.
    Nonostante ciò il mastodontico avversario della XI pareva contento che fossimo in grado di ferirlo, ma la sua felicità si stoppò improvvisamente quando il raggio del Byakurai riuscì a raggiungerlo procurandogli una lieve scottatura. Ancora non sapevo che lanciare quel Hadou sarebbe stato il più grande errore della mia vita. Il suo occhio nero si era fissato su di me con pazzia unica, avrei potuto affermare che mi sentivo trapassare dal suo sguardo sentendo una fine incombere sulla mia persona. Quasi a volermi trafiggere solo con le parole scaturite da un puro atto di rabbia nei miei confronti per l'azione che avevo osato compiere su di lui, il Kenpachi si pronunciò con odio.


    Kidou? Quella robaccia da frocetti? Davvero pensi di potermi battere con quello? Lascia che ti mostri una cosa, IO non ho bisogno di mezzucci simili per colpire qualcuno dalla distanza..

    Detto questo gli bastò un semplice fendente di spada, un colpo che anche uno studente sapeva sferzare all'aria tanto era naturale il gesto. Peccato che l'effetto che il famigerato comandante dell'undicesima gli dava, non si poteva definire naturale. Molto probabilmente si trattava di una delle sue tecniche, in quel momento mi accorsi che quando si diceva che era in grado di "tagliare i palazzi" con un sol colpo di spada non era una favola ingrossata dalla fantasia di quegli odiosi shinigami drogati di lotta, che amavano cantare le gesta del proprio capitano.
    Un onda d'urto dalle proporzioni gigantesche venne creata dal gesto del dio della morte in mia direzione. °Merda...° tutto quello che potei fare fu aumentare la resistenza dei miei muscoli al massimo delle mie capacità proteggendo le parti più deboli del mio corpo. Chiusi le braccia a croce davanti al volto, balzando indietro con tutte le mie forze nella speranza di attutire il colpo, mentre i miei muscoli si rivestivano di un sottile strato azzurrino protettivo. [Medio-Basso -> Res. 375].
    Infine il colpo arrivò, una potenza distruttiva senza pari forse mai mi ero trovato a fronteggiare qualcosa di tanto potente nella mia vita. Il corpo venne parzialmente schiacciato dall'impatto violento che subì e considerando la mia posizione si sottomise all'urto in pieno venendo sbalzato a parecchi metri di distanza. Un volo veloce, il mio cervello si doveva ancora capacitare su quello che era successo che già una spalla strusciava per terra, che strappò la veste nera e un po di pelle [Media da contusione al petto, Bassa da escoriazione spalla sx]. Feci qualche capriola per terra ed infine la mia corsa involontaria si arrestò, dopo di che non sentii niente per una decina di secondi. Il tempo sufficiente perchè le funzioni dei nervi riprendessero la loro attività facendomi capire che il pensiero di una morte rapida era stata un idiozia con un atroce dolore che mi traversava il busto.
    Finalmente riuscii a riprendere fiato, riaprendo i miei polmoni all'aria con una fitta che attraverso il mio corpo già dolorante. Quasi che non mi accorsi di quel ulteriore acciacco. I respiri erano rapidi e smozzati, quella dannata tecnica era riuscita a togliermi il fiato. Colpi di tosse e conati si susseguirono mentre con fatica per la batosta ricevuta mi alzavo mettendomi a gattoni. Aprii leggermente le palpebre cercando di mettere a fuoco le immagini, ci volle qualche secondo. Dal rumore di acciaio che si scontra e dalle ombre che si muovevano, coperte dalla polvere alzata e dalla mia vista non ancora normale, intuii che il nostro nemico si era accanito su Felio-kun. °Così potente...° Una profonda inspirazione e riuscii finalmente a riottenere le mie funzioni respiratorie standard, nonostante il dolore non accennasse a voler lasciare il mio corpo, coperto da uno shihakusho ormai lacerato e sporco.
    D'altronde me lo meritavo, ero stato tanto idiota da voler provocare un Capitano, quel Capitano. Conoscevo benissimo il pensiero comune che il suo Gotei ha sul Kidou anche se non credevo fossero così ostili nei confronti di utilizzatori di incantesimi. Eppure era un arte come un'altra; quanto odiavo quel modo di pensare. Per uno come me che basava il suo pensiero di vita sul rispetto reciproco delle idee altrui un modo di fare come quello non era pensabile. E all'infuori del rispetto che dovevo al suo grado un atteggiamento di animale assetato di sangue e lotta, come quello del Kenpachi non faceva altro che suscitare in me un profondo odio verso la sua persona. °Sarà anche uno dei più forti capitani del Gotei, tanto potente da riuscire a sconfiggere il suo predecessore senza lo shikai, ma ciò che ha detto non può che urtarmi.° Se quelle fossero state parole si sarebbero interrotte a causa del fiato grosso che ancora avevo.
    Strinsi i denti e la mano che teneva Ryuuga, la sentivo. Stava fremendo per la battaglia, ansiosa di scendere in campo al mio fianco per poter combattere contro colui che ora stava facendo annegare tutto il mio animo nella rabbia. I respiri si fecero più secchi, come se la bocca fosse uno sfiatatoio di sfogo all'arrabbiatura dovuta alle parole del più forte combattente corpo a corpo del Gotei 13.
    L'ira poteva essere una potente alleata in battaglia, ma bisognava stare attenti a non farsi sopraffare da un'arma a doppio taglio. Se fossi stato accecato da quel sentimento tanto infimo allora avrei perso sicuramente.
    Chiusi gli occhi, inspirando lentamente.
    Dovevo rilassarmi, combattere a mente lucida. Questo mi era stato insegnato e questo era quello che sapevo fare. Riaprii gli occhi più deciso di prima, ormai non mi importava più quanta potenza il Capitano poteva scaricare su di me avrei finito quel combattimento dimostrando di meritare le aspettative che il Comandante Generale aveva su di me. Dimostrando di essere migliorato ulteriormente e di avere le capacità per l'incarico che intendevano affidarmi. Dimostrare a me stesso e a Lui che ero diventato più forte. E sopratutto dimostrare che ero in grado di raggiungere il mio obbiettivo.
    °Frocetti? Non mi interessa cosa pensa, io combatterò al meglio delle mie capacità e ce la farò°, un pensiero fisso non mi sarei preoccupato di attirare ulteriormente l'ira del più spietato Shinigami del Gotei, avrei usato il Kidou se necessario.


    Allora? Cosa state aspettando, pronunciate le paroline magiche e tirate fuori quei vostri stupidi shikai, caricatevi e venitemi addosso con tutto quello che avete, forza,vi sto aspettando, SPRIGIONATE!

    Un ghigno si dipinse sul mio volto, mentre occhi smeraldini puntavano i miei. Quasi mi pareva di sentirlo il ruggito di Ryuuga che reclamava di essere liberata. -Lo hai sentito?- I miei occhi si spostarono per un attimo sulla lucente lama della Soul Slayer, era inutile attendere oltre. Ora si faceva sul serio -...non facciamolo attendere-.
    Mi sistemai in ginocchio appoggiando le nocche della mano libera a terra e posizionando la mia zanpakuto come se fosse il prolungamento del mio braccio teso verso il terreno.


    -Kiretsu no kusari...-


    Staccai la punta dal duro piano su cui era poggiata, provocando un piccolo taglio e il volo di un sassolino innocuo. Disegnai un arco in aria finchè il braccio non si fermò una volta raggiunta la massima distensione dietro la schiena.


    -Ryuuga-


    Quel nome usci dalla mia bocca carico e cupo, mentre sotto gli occhi degli spettatori la mia katana cambiò forma assumendo quella di uno splendido spadone rosso uncinato, dal filo lucente. Una catena mi cinse il braccio, mentre i miei occhi erano fermi sugli altri occupanti del ring. Anche il Sanada aveva rilasciato Harutsubame e di nuovo la visione di quella bellissima ala piumata investì i miei occhi. Conoscevo la potenza dello shikai del mio commilitone e forse anche uno come Zaraki-taichou l'avrebbe temuta se solo avesse sentito di cosa era capace.
    Mi alzai di scatto correndo verso il nostro avversario, il mio compagno lo stava già attaccando non perdendo tempo dopo di che, distanziandosi quanto bastava sembrò volersi concentrare un attimo per poi pronunciare parole che mi fecero intendere le sue intenzioni.


    CITAZIONE
    -Hiken (tecnica segreta)...-

    I miei occhi si spalancarono, °una tecnica...° Poco sapevo della tecnica che derivava dal potere della zanpakuto del Sanada, quindi decisi di ritardare il mio attacco per evitare di intralciare la strategia del mio amico. Fortunatamente successe tutto molto rapidamente, vidi qualcosa simile ad uno squarcio davanti a Felio-kun e subito dopo un onda attraente risucchio verso la posizione del Sanada qualsiasi cosa si trovasse nel suo raggio d'azione. Molto probabilmente l'effetto di quell'attrazione avrebbe sbilanciato il maggior Seggio della undici ed io ne approfittai subito per caricare Ryuuga con il mio reiatsu, °andiamo.°
    Una scia lucente si disperse al passaggio della lama uncinata e con un movimento secco e preciso lanciai la mia tecnica nella speranza di colpirlo di nuovo, questa volta sui trapezi posizionati in cima alla schiena. Ware wa hanatsu, Hakujin!


    CITAZIONE
    Hakujin (Lame Bianche)

    Formula di attivazione: "Ware wa hanatsu" (Io vi scaglio)
    Descrizione: Ryuuga accumula dentro sé il reiatsu di Takeo e lo modella dandogli la forma di una lama di colore bianco. Con un fendente Takeo è in grado di lanciare la lama, di velocità superiore di una tacca a quella dell'utilizzatore, contro i suoi avversari causando danni da taglio in caso di successo del colpo. I danni dipendono dalla distanza del bersaglio e da come subisce il colpo, comunque nel caso di massima efficacia dell'attacco, le lame provocano una ferita Medio-Bassa.
    In base all'energia spirituale dell'utilizzatore la gittata delle lame aumenta.
    Rossa: 4 m

    Restrizioni: Con l'abilità Eisho Haki Takeo può anche non usare la formula di attivazione, riducendo così la forza dell'attacco di 2 tacche.
    Consumo: Medio-Basso

    Con un movimenti secco del braccio lanciai la mia tecnica ed ne attesi l'esito dell'attacco. La posizione dalla quale ala lanciai era sollevata rispetto al bersaglio grazie ad un balzo in corsa e la direzione inclinata quel tanto che bastava a non colpire il mio compagno in caso il bersaglio si fosse scansato. Osservai poi il successivo colpo del Sanada che puntava dritto al cuore, evidentemente voleva finirla alla svelta, di sicuro combattere con quel terribile avversario gli stava costando molto reiatsu. Come d'altronde ne stava costando a me.
    Approfittai del momento libero per girare intorno ai combattenti e posizionarmi di nuovo di fronte al nemico. Successivamente al colpo dell'ufficiale della III Compagnia sfrecciai il più veloce possibile verso Zaraki-taichou, aiutato da un incremento dovuto alla concentrazione di energia spirituale [Basso -> Vel. 425]. La mia zanpakuto rossa era posizionata salda lungo un fianco quasi a filo col terreno, mentre il mio braccio si caricava di energia azzurrina, che lasciava scie attrattive per lo sguardo, dovute alla velocità dell'attacco. Dovevo sferrare un colpo con la massima forza che il mio corpo e le mie capacità mi permettevano [Medio-Basso -> For. 375]. °Non è ancora finita°, alzai il braccio compiendo un movimento verticale atto a colpire i tendini della gamba destra, nella parte interna vicino l'inguine. Di certo non poteva essere una parte forte del suo corpo e la precisione dell'attacco mi avrebbe assicurato di non rovinare gli attributi dell'uomo dinanzi a me. Non era nel mio stile usare colpi così biechi.
    Indipendentemente dall'esito mi allontanai di qualche metro aspettando la reazione avversaria.
    Dentro di me mi sentivo forte e sicuro delle mie capacitò, purtroppo l'avversario che avevamo di fronte non si poteva considerare nei normali schemi logici. Fino alla fine quello scontro, sarebbe stato un gioco d'azzardo.






    Tabella riassuntiva
    Riserva di Reiatsu:

    Stato mentale:
    Vuole a tutti i costi dimostrarsi all'altezza del suo grado.
    Consumi Reiatsu:


    Ferite: [13]
    Armi:
    Zanpakuto Impugnata
    Wakizashi Impugnata
    8 Pugnali da Lancio
    2 Senpen Banka
    Equipaggiamento:
    1 Benda di cura
    2 Cauterizzatori
    1 Cauterizzatore Speciale
    Turno difensivo:






    Turno Offensivo:




    Statistiche:
    Forza: 275
    Velocità: 325
    Resistenza: 275
    Zanjutsu: 325
    Kidou: 300
    Rilfessi: 325

    ©opyright By Takeo Kikuta
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    Round 3:Good,Good,GOOD!!!!


    Un colpo, due,tre, quattro,ogni voltala zampakuto si abbatteva contro lo shinigami dai capelli corvini straziandone il corpo, non era divertente, non lo era per niente, oi per lo meno questo era quelloche pensava fino al quarto colpo, stava imparando, i campanellini dopotutto servivano a qualcosa.
    Disse soddisfatto a Sana-coso, non si ricordava il suo nome, o almeno il ragazzo non si meritava ancora di venirgli in mente.
    Mormorò con tono soddisfatto mentre la zampakuto dell' ufficiale della terza iniziava a tremare per l'urto, stranamente aveva comunque parato il colpo.
    Bene, vedo che finalmente inizi a capire, usa l'istinto, per parare i colpi la tecnica serve a poco, devi usarel' istinto, uccidere o essere uccisi,è tutta una questione di forza, o ce l'hai o non cel'hai.
    TU sei uno stupido, hai la rabbia, la forza, puoi tirarla fuori e vincere eppure la trattieni, la cerchi di sopprimere.
    Libera la tua rabbia, affidati all' istinto!

    Detto questo saltò indietro.
    Se il ragazzo avesse capito le sue intenzioni sarebbe stato meglio, era un consiglio dettato dal dovere, tuttavia ne voleva anchetrarre vantaggio, se fosse diventato più forte sarebbe stato anche più divertente combatterci.
    Poi i due ragazzi sprigionarono i loro shikai.
    Un'ala ed una zanna; non facevano nemmeno un mostro intero...tuttavia il loro reiatsu era certamente notevole.
    La cosa si stava facendo interessante, tuttavia voleva vedere cosa avevano intenzione di fare.
    Lo attaccarono in contemporanea.
    Prima un fendente al bassoventre, che evitò facilmente spostandosi leggermente a destra.
    Poi successe qualcosa di inaspettato, una forza bizzarra lo attrasse verso la zampakuto piumata, allora un qualche potere lo dovevano avere si disse soddisfatto mentre senza nemmeno pensarci bloccava un'onda di energia che avrebbe frantumato un qualsiasi hollow, ricavandone non più di una qualche bruciatura.
    CITAZIONE
    2 ferite marginali al palmo della mano

    Takeo Kikuta si avvicinò tentandodi colpirlo, ottenendo niente di più di un calcio sulla spalla destra che lo fece cadere a terra con un tonfo sordo
    CITAZIONE
    Infligge a Takeo 1 ferita bassa da contusione

    Infine la zampakuto a forma di ala si diresse verso il suo cuore.
    In quell'istante si fermò, lasciando che la lama scorresse sul suo costato.
    Tuttavia la punta penetrò nella sua carne facendone scaturire un piccolo rigagnolo di sangue, mentre la pressione causata dal vuoto ne lacerava la carne.
    CITAZIONE
    1 ferita bassa +1 marginale

    Sorrise, era così che doveva essere, sorrise con una aria che fece capire a tutti cosa stava per succedere, i due ufficiali avevano appena risvegliato labestia, e adesso ne avrebbero pagato le conseguenze.


    Non più trattenuto dalla volontà del capitano dell'undicesima compagnia il reiatsu iniziò a fluire in maniera del tutto incontrollata dalsuo corpo increspandogli i vestiti e colmando di scariche elettriche l'aria circostante.
    Il kekkai tremò mentre l'energia scatenatavisi cercava una via d'uscita.
    Zaraki Kempachi iniziò a combattere sul serio.
    Sferrò un fendente diretto ai due shinigami.
    Essi frapposero le loro soul slayer al colpo.
    Pochi millesimi di secondo impattavano contro il muro,ancora in mano avevano le loro zampakuto, infrante dalla potenza del loro avversario.
    Il fumo li nascose alla vista del pubblico.
    Tutto quello che il capitano della undicesima compagnia disse fu....
    Dannazione, l' ho fatto di nuovo.... speriamo non si siano rotti troppo...

    ---------------------------------------------------------
    Felio-kuuuuuuuun!!!
    Dalle scalinate del pubblico provenì un grido inorridito,carico di apprensione e di paura.
    Suzu Serizawa aveva le lacrime agli occhi mentre contemplava il disastro che un tempo era il terreno di scontro, per la prima volta in così tanti anni il sorriso non appariva sul suo volto.
    Era uno spettacolo così raro che persino l'algido capitano della sesta divisione rimase sconcertato, gli sguardi di tutti si spostarono su di lei disinteressandosi completamente al combattimento, sui sedili scese il silenzio.
    Poi il capitano generale Shigekuni Yamamoto Genryuusai zittì bruscamente con una singola frase la giovane luogotenente, gelandola sul posto, se non si manteneva la disciplina il Gotei XIII sarebbe crollato e lui non lo avrebbe certo permesso.
    Faccia silenzio Serizawa-chan, se sono morti significa che non erano in grado di sostenere il peso delle loro responsabilità, adesso però guardi bene e in silenzio, li ho selezionati personalmente, uno di loro appartiene addirittura alla mia compagnia e se falliranno questo test, beh, il solo fatto di avermi deluso e le conseguenze che questo comporterà saranno uno sprone sufficiente a farli tornare invita se necessario.
    Ingoiando le lacrime Suzu scrutò con attenzione la spianata, la paura era sempre tanta.....
    Lo spettatore accanto a lei sussurrò non udito da nessuno
    Sanada, Kikuta,questo è il vostro momento, datevi da fare, gli occhi di tutti sono puntati su di voi....

    SPOILER (click to view)
    Bene bene bene, siete svenuti per l'impatto, le vostre zampakuto sono in pezzi, i vostri corpi devastati e il vostro avversario non ha più che un paio di graffi.......Avete superato la prima parte miei admin!!!!

    Adesso fatemi due giri di post in cui persuadete i vostri avatar nell' inner world della vostra effettiva forza e li convincete a darvi il loro aiuto (shikai liv 2), potete scegliere il metodo che preferite e volendo potete anche essere autoconclusivi, se sarete ritenuti sufficienti allora otterrete il vostro livello due, altrimenti.....
    Il vecchio Yama è stato molto chiaro^^.


    CITAZIONE
    Zaraki Kempachi, capitano della XI compagnia

    Statistiche:(Utilizzate)
    Forza 700
    Velocità 600
    Resistenza 650
    Zanjutsu 600
    Kidou 500


    Ferite totali
    36/46
    1 marginale da taglio al ginocchio
    2 marginali da bruciatura all'orecchio e al collo
    2 marginali da bruciatura sul palmo destro
    1 bassa da perforazione + 1 marginale al costato

    Reiatsu rimanente ???/???

    Attacchi:Fendente [imparabile e autoconclusivo^^]

     
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    Chapter IV - ARIA

    "I don't want to regret anything.
    I want to make all the tragedies that happened
    into meaningful things by believing
    that my path is right."

    - Felio Sanada -


    Non la minima emozione trasparì dal volto di Felio quando Harutsubame sibilò lungo il fianco del massiccio Capitano: similmente a quando la sua letale Zanpakuto non era riuscita nell'intento di passare da parte a parte Alejandra, così ancora una volta si era dimostrata solo parzialmente efficace sul corpo pesantemente corazzato di Reiatsu del suo avversario.
    Sia lui che Takeo erano pesantemente feriti, e quello inferto a Zaraki era solo il primo danno visibile dopo la manciata di graffi riportati in seguito ai loro precedenti attacchi.
    Attacchi che avrebbero diviso a metà qualunque Hollows ed avrebbero causato ingenti danni persino al più resistente Gillian. Tuttavia il loro opponente non era niente di così delicato: dunque neppure al massimo delle loro capacità erano in grado di costituire una qualsivoglia minaccia per il Capitano dell'Undicesima?
    Felio non riusciva ad accettarlo... Ma nulla di tutto ciò riusciva ad oltrepassare la barriera della sua concentrazione. Il respiro stava iniziando a farsi pesante man mano che la sua energia spirituale scemava... Cosa avrebbe ceduto per primo, il suo corpo o il suo spirito?
    Fu però il loro avversario a risparmiargli quel dubbio amletico, preludendo il suo nuovo attacco con un ghigno che nulla aveva di umano:
    L'istante successivo la vera forza di Zaraki Kenpachi fu liberata da quel corpo -nonostante tutto troppo piccolo per contenerla-, ed in quel momento il Dio della morte dai capelli corvini realizzò quanta differenza vi fosse realmente tra di loro.

    -Merd...!!- esclamò, intuendo ciò che fin troppo palesemente il Capitano stava preparandosi a fare: Harutsubame fu portata in posizione di guardia totale, la lama puntata verso il basso e sorretta con entrambe le mani fino a raggiungere un angolo di quasi quarantacinque gradi, la miglior difesa che Felio era in grado di opporre.
    I muscoli tremavano e le ossa gemevano sotto quella allucinante spinta spirituale, al punto tale da non esservi spazio né per il terrore né per la sensazione di impotenza che la sua sola presenza era solita incutere.
    Reggendosi strenuamente sulle gambe, mentre Harutsubame vibrava come sballottata dai venti di un uragano, il Dio della Morte vide con la coda dell'occhio Takeo-san, che al suo fianco si preparava come lui per l'imminente attacco.

    Già, non sono solo... Fu tutto quello che riuscì a pensare prima che la lama senza nome di Zaraki -più simile alla piena di un fiume che ad una Zanpakuto vera e propria- si abbattesse su entrambi.
    La prima cosa che percepì -gli occhi non poterono neanche seguire la velocità del colpo- fu un'improvvisa quanto sgradevole sensazione di leggerezza, quasi la gravità avesse cessato di esistere immediatamente sotto di lui.
    Quindi qualcosa si mosse davanti a lui, qualcosa che da principio non riconobbe.
    Nere come sempre, le piume eburnee di Harutsubame volarono in tutte le direzioni mentre la lama del Capitano dell'Undicesima si faceva strada attraverso di essa e Ryuuga con uguale facilità, lacerando acciaio, carne ed ossa con la medesima facilità.
    Tutto accadde semplicemente troppo in fretta.
    Non ci fu spazio per sentimenti quali rabbia, dolore, speranza o odio.
    Una sola domanda balenò nella mente del ragazzo dai capelli corvini prima di perdere completamente i sensi.
    "...Perché?"




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    -Uuuh...- Mormorò Felio, mentre la coscienza fluiva in lui fin troppo velocemente. Voleva aprire gli occhi, ma ancora i muscoli delle palpebre non rispondevano come dovevano. L'impatto doveva essere stato sufficiente a fargli perdere i sensi... La domanda era: quanto tempo era rimasto a terra?
    Sentiva tra i polpastrelli delle dita i sottili fili erbosi del prato, poteva avvertire sulla sua pelle la familiare sensazione dell'aria fresca a contatto diretto... Ma niente di più.
    Il reiatsu di Zaraki era scomparso, o forse era ridotto talmente male da non riuscire neanche ad avvertirlo, similmente a quello di Takeo anc'esso sparito dalla sua percezione; era stato lasciato lì a morire? Com'era possibile?

    -Ah già. Ora ricordo.- commentò con amarezza, mentre pian piano tornava padrone del suo corpo: la sensibilità si riaffacciò prima alle estremità degli arti, poi toccò alle gambe, alle braccia... ed infine al resto del corpo.
    Inspirò profondamente, ma come la cassa toracica arrivò alla massima tensione il Dio della Morte realizzò che vi era qualcosa di irregolare in tutto ciò: le sue narici non stavano percependo l'inevitabile odore ferrigno del proprio sangue, né le costole davano il minimo segno di cedevolezza, cosa di per sé assurda considerando la violenza con cui era stato sbalzato indietro assieme a Takeo-san.
    Si, c'era qualcosa che non tornava in tutto ciò.
    Quindi, istantaneamente, aprì gli occhi.
    Ciò che vide davanti a sé era un cielo terso, con poche sparute nuvole per nulla dissimile da quello della Soul Society; eppure, in esso vi era qualcosa di diverso, inesplicabile per chiunque altro ma non per lui. Ruotando lentamente il capo prima da un lato e poi dall'altro -e non senza fatica- trovò conferma nei suoi sospetti.
    Al limitare del prato non vi erano più alberi, Shinigami, edifici o l'intera Soul Society,
    I confini di quel prato su cui adesso poggiava non consistevano che in ulteriore manto erboso, un velo d'erba che si estendeva a perdita d'occhio e che -forse- non aveva davvero fine.

    -Il vento soffia più forte adesso.- disse tra sé e sé facendo forza con gli addominali e sollevandosi stancamente da terra fino a trovarsi in posizione seduta, come qualcuno che -appena sveglio- cerca di scrollarsi di dosso il sonno residuo.
    Ma Felio non aveva sonno, solo il familiare torpore che il trovarsi nel luogo a lui più congeniale gli provocava. Perché conosceva già quel posto idilliaco... E sapeva fin troppo bene cosa sarebbe successo di lì a poco: qualcuno che non aveva il piacere di vedere da troppo tempo lo aveva chiamato... O forse lui stesso si era spinto una seconda volta in quel luogo.
    Aveva tentato molte volte di raggiungerlo tramite la pura concentrazione, ed ogni volta aveva fallito percependo al massimo la fugace sensazione che ora invece lo riempiva come l'aria che respirava.

    Sei stato sconfitto. Sai perché?
    La voce -fresca ed innocente oltre ogni misura- che lo distolse dai suoi pensieri riuscì comunque a coglierlo di sorpresa. La presenza dietro di lui non aveva perso il vizio di coglierlo di sorpresa, e fu solo grazie alla precedente esperienza avuta in passato che il giovane Sanada non sobbalzò per lo spavento.
    Sapeva di chi si trattava, un'entità che non perdeva tempo in formalismi quali il saluto, che ancora non era riuscito a comprendere perfettamente.
    Eppure, si trattava della creatura più vicina a sé... o per meglio dire, una parte di sé.

    -Il mio avversario era più forte di me, ecco tutto.- fu il monocorde commento di Felio, il quale senza neanche guardarla si limitò a guardare l'orizzonte: in quel momento, la sensazione della propria Zanpakuto infranta ancora nella mano sinistra, non aveva il coraggio neppure di fissarla in volto.
    Come sospesa in aria da un vento quasi vivo, la bionda fanciulla apparsa alle sue spalle scosse la testa in un gesto di diniego. Da come il candido vestito che indossava si increspava, chiunque avrebbe potuto notare quanto la brezza che spirava in quel luogo fosse del tutto insufficiente a mantenere la piccola figura in aria... Ma concetti quali "spazio" e "gravità" perdevano di significato in questo mondo, e lo Shinigami questo lo sapeva bene.
    ...No. Non è così semplice.
    ribatté lei, in tono ancora una volta troppo solenne rispetto agli anni che dimostrava.
    Era quello il suo vero aspetto? Com'era possibile che da una persona tanto innocente provenissero sentenze pronunciate con una gravità tale da far impallidire chissà quanti Shinigami?
    Le contraddizioni erano la sua specialità, dopotutto. E Felio ne aveva avuto ampiamente prova nel loro primo e ultimo scambio di battute, ormai un ricordo appartenente al passato.

    -Davvero? Avevo qualche speranza?-rispose di getto, curioso di capire dove la bionda ragazzina volesse andare a parare: non si aspettava risposte dirette da lei, su questo non c'erano dubbi. Però -ne era convinto- la soluzione alla domanda postale sarebbe apparsa lungo il percorso.
    Come sempre, d'altronde.

    Neanche questo è corretto. Avresti potuto, ma ti manca ancora qualcosa.
    La risposta di lei non si fece attendere, criptica come sempre eppure in grado di rispondere perfettamente alla sua domanda: vi sarebbe stata speranza... se solo qualcosa in lui fosse stato diverso. Questo voleva dire che -almeno a livello teorico- poteva sperare di affrontare Zaraki Kenpachi, Capitano della XI Divisione ad armi pari.
    Cosa, questa, che rendeva la sua sconfitta ancora più bruciante di quanto non fosse già.

    -Non hai tutti i torti. Il fatto di trovarmi qui è la spiegazione migliore.- ammise il ragazzo, abbassando lo sguardo: se si trovava in quel luogo paradisiaco, era perché qualcosa o qualcuno lo aveva richiamato lì... E non certo per una semplice chiacchierata. Quando la vita di uno Shinigami era sul punto di spegnersi, si diceva che le sue facoltà crescessero di svariate volte: forse tutto ciò era solo l'effetto delle ferite provocategli da Zaraki...
    Felio si voltò, e per la prima volta dall'inizio della conversazione trovò la forza di guardarla negli occhi.
    Li conosceva già, eppure ogni volta non poteva non rimanere abbagliato dalla perfetta purezza di quello sguardo: era ironico che un'entità tanto pura fosse toccata in sorte proprio a lui, che in molti modi poteva definirsi fuorché "innocente".
    Aveva gettato i suoi ideali al vento molto tempo fa, come una mongolfiera che si libera della propria zavorra: ciò per cui ora combatteva non era qualcosa di vago ed effimero... bensì persone in carne ed ossa, che poteva vedere e proteggere attivamente.

    Non preoccuparti, la speranza non è ancora spenta dentro di te.
    Il sorriso sul volto di lei riapparse al pari di un raggio di sole nella bufera: le sue parole si prestavano a molteplici interpretazioni... Ma sulla sua sincerità non vi erano mai stati dubbi.
    -La... speranza? Cosa intendi dire?- chiese Felio incerto: se dunque poteva ancora fare qualcosa, non gli restava che scoprirlo... L'innocente figura poteva realmente aiutarlo: era colei che lo conosceva meglio, dopotutto.
    Questo non posso dirtelo. Ma puoi arrivarci, se lo desideri davvero.
    Per l'ennesima la splendente visione parlò per enigmi, il sorriso immutato. Felio sollevò lo sguardo al cielo eternamente sereno di quel luogo, chiedendosi quali fossero realmente i suoi limiti, e quanto volesse invece autoimporsi di non aiutarlo... D'altronde, aveva imparato bene nel corso della sua lunga vita a non rendere la strada troppo facile a nessuno, una lezione che la piccola creatura al suo fianco aveva appreso sin troppo bene.
    -Heh... sempre a parlare per enigmi, eh? Quantomeno, non sono ancora morto... almeno spero.- si disse con un'alzata di spalle. Non aveva davvero il desiderio di tornare nel mondo reale, dove lo avrebbero atteso un corpo distrutto, nonché l'onta della sconfitta.
    Già... In effetti avrebbe potuto essere già morto per quanto ne sapeva: tutto ciò che ricordava erano un colpo violentissimo all'altezza del torace, frammenti di Harutsubame attorno a sé, e la sensazione di essere stato scagliato a grande distanza.
    Nulla di tutto ciò che riguardava il momento dell'atterraggio era registrato nei suoi ricordi.
    Almeno per il momento, non vi erano sicurezze.

    Lui non ti ha trattato con delicatezza.
    mormorò la bambina, massaggiandosi il braccio candido e perfetto. Felio non ebbe bisogno di guardarla stavolta per capire quanta sofferenza si celasse in quelle poche parole.
    -Riesco a sentire il mio corpo soffrire anche qui- replicò, poggiando entrambi i palmi delle mani a terra, cercando una posizione più comoda per conversare -...non devo essere ridotto meglio dell'ultima volta che sono giunto in questa terra.-

    Sono io che ti ho concesso di entrare, non tu ad arrivare qui.
    La correzione della figura fluttuante lo colse alla sprovvista: era certo che la responsabilità della sua presenza fosse di uno dei presenti... Ma qualcosa nel suo tono pareva mettere la cosa sotto una luce di cui andare non proprio orgogliosi.
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    -C'è qualche differenza?- chiese quindi Felio, che non riusciva a capire dove la bionda creaturina volesse andare a parare: in fin dei conti lui era lì, quindi cosa importava se fosse stato lui ad entrare o lei a permettergli l'ingresso?
    Si.
    Le sue parole, che pure non recavano traccia di colpevolezza, tolsero ogni dubbio allo Shinigami: se era stata l'angelica figura a chiamarlo, ciò comportava che lui difettava di questa capacità, e che dunque quel che gli mancava...
    Scuotendo la testa per evitare di pensarci -come se fosse facile- il giovane Sanada inclinò all'indietro la testa, fino ad incrociare la sua interlocutrice.
    Stava ancora massaggiandosi il braccio, ora arrossato nel punto sopra cui le dita affusolate erano ripetutamente passate.

    -Ti ha fatto molto male?-
    Fa sempre male...
    Felio provò una stretta al cuore al pensiero di come -tutte le volte che l'integrità della sua Zanpakuto era stata minacciata- a soffrire in ugual misura era stata la fanciulla con cui ora stava discutendo tanto amabilmente.
    Portando le ginocchia al petto e cingendole con entrambe le braccia, il ragazzo dai capelli corvini mormorò poche parole di scusa, sincere.
    Brandire una Zanpakuto non portava soltanto privilegi, ma caricava il portatore di un fardello ben più pesante di quanto avesse creduto in un primo momento.

    -Mi dispiace. Se solo fossi più forte, tutto questo non sarebbe successo.-
    Ai tempi dell'Accademia aveva invidiato coloro che possedevano una Zanpakuto, ritenendoli usufruitori di una forza invincibile concessa da chissà quale potere superiore. Solo ora realizzava quanto difficile fosse prendersene cura, forgiare con essa un rapporto di reciproco rispetto e fiducia.
    Era lontano mille miglia da un simile traguardo...

    Non è nella forza che risede la chiave per vincere. Non solo in quella, almeno.
    Il Dio della Morte meditò a lungo su queste parole... Il senso era chiaro, la soluzione al momento oltre la sua portata: sperare di sconfiggere Zaraki -e in ultima analisi superare quella soglia per il quale aveva intrapreso questo scontro impossibile- non era una mera questione di potenza fisica... anche perché cosa avrebbe potuto opporre ad un Capitano temprato da infiniti scontro vittoriosi quale era il suo avversario?
    Doveva esserci qualcos'altro dietro.

    -E dunque qual è la risposta?-
    Per la prima volta da quando Felio si era reso consapevole della sua esistenza, sul volto della piccola creatura apparve un'espressione divertita.
    Intanto... puoi iniziare a sorridere. Ti dona di più.
    Felio sbuffò, a metà tra l'interessato e lo spazientito: sicuramente vi era un collegamento tra il discorso precedente e questa affermazione apparentemente priva di nessi logici. Ma nonostante i suoi sforzi non riusciva a trovarvi alcun senso.
    Ridere era sempre stato uno dei suoi precetti ancor prima di realizzare la presenza di questo mondo...

    -Mpf... Non lo facevo anche prima?- domandò quindi, pur consapevole della risposta che immancabilmente gli sarebbe stata fornita di rimando.
    Perché -da quanto aveva capito- parlare con lei era come trovarsi difronte ad uno specchio: sapeva tutto ciò che sapeva lui... ma non aveva remore a parlarne.

    No. Prima ridevi, ma dentro chiedevi aiuto. Disperatamente.
    -Su questo non posso controbattere... Sei sempre così diretta?- ammise il ragazzo chiudendo per qualche istante gli occhi. Si... Fino a quando non aveva conosciuto questo mondo separato da tutto e da tutti, le risate e le espressioni gioiose non erano state altro che una maschera con cui proteggersi dai pericoli esterni.
    Era cambiato da allora... E quindi perché quella frase?

    E' un male?
    No, certamente non lo era. Ad ogni frase scambiata con lei, Felio si sentiva più consapevole ed onesto con sé stesso; vi era ancora molto di lui da scoprire, recessi del suo cuore di cui fino ad ora ignorava persino l'esistenza.
    -Uff... Parlare con te è stancante.- commentò con espressione seccata il Dio della Morte: le aveva detto più o meno le stesse identiche parole nel corso del loro primo incontro, sebbene in quel momento la loro conversazione era stata incentrata su argomenti ben più importanti.
    ...
    Difronte al silenzio di lei, il volto di Felio si dischiuse nel consueto sorriso, mentre si accingeva a completare la frase precedente lasciata volutamente a mezzo.
    -...Ma chissà perché mi piace. Odio ammetterlo, ma riesci a farmi arrivare esattamente dove vuoi senza bisogno di dire niente. Come ci riesci?- concluse sogghignando.
    In fin dei conti quella conversazione non pareva portare da nessuna parte... Ma inspiegabilmente man mano che essa proseguiva lo Shinigami dagli occhi color smeraldo sentiva la soluzione farsi sempre più vicina. Che fosse quello il potere nascosto della bambina biancovestita?

    Ti conosco, semplicemente.
    Limitandosi alla più ovvia affermazione, la piccola fluttuante levò gli occhi cristallini al cielo, mentre le sporadiche nuvole affrettavano la loro corsa.
    Stava levandosi un vento più forte di prima, anche Felio era in grado di accorgersene.

    -...- Mentre il ragazzo cercava di capire il perché di questo fenomeno -oramai era chiaro che nulla in quel mondo era casuale- i piedi della sua interlocutrice toccarono dolcemente terra, mentre la corrente che la sosteneva si placava sempre più.
    Voltatosi ancora verso di lei, Felio la vide sedersi in posizione simile alla sua: gambe distese in avanti, mani dietro la schiena a sostegno del torso.
    Una postura che l'ultimogenito dei Sanada non impiegava quasi più, che in quel mondo gli risultava stranamente natuale.

    ...
    La mano del ragazzo si posò sui capelli di lei, in un atto di affetto che molti avrebbero definito quasi fraterno. Felio non aveva avuto sorelle al di fuori di Aira, di molti anni più vecchia di lui... Ma se ne avesse avuta una, con tutta probabilità si sarebbe comportato con lei nello stesso identico modo.
    -Beh, in ogni caso... E' bello rivederti.- mormorò con il suo sorriso più smagliante. Ed era vero: al di là della possibilità di comprendere e sfruttare al meglio il potere insito nel suo animo, la sola presenza della minuta figura era per lui fonte di pace e tranquillità interiore.
    Quel mondo idilliaco e carico di silenzio rappresentava quel che lui aveva sempre desiderato.

    Guarda che ti sbagli. Sono sempre con te. Da sempre.
    Un tono a metà tra l'offeso ed il divertito colorò quest'ultima frase, mentre la bionda ragazzina simulava un aria arrabbiata che in quel contesto contribuiva a renderla ancor più adorabile: man mano che i due parlavano -notò Felio- l'espressione assente di lei stava pian piano lasciando il posto ad emozioni sempre più umane.
    -Questo è vero... Soltanto che è difficile parlarti in questo modo, di solito.- si scusò lui alzando entrambe le mani come a proclamarsi innocente.
    Il non riuscire a farlo non vuol dire che io non lo desideri.
    Il giovane Sanada ripeté a bassa voce quelle parole, che al suo orecchio suonavano tremendamente colpevoli: era ovvio che la ragazza sedutagli accanto era qualcosa di più di una semplice proiezione di ciò che si celava dentro di lui.
    Era una cratura senziente, diversa dallo Shinigami Felio Sanada... E con tutta probabilità anche lei doveva sopportare il bagaglio delle proprie emozioni.
    -Non... riesco a farlo. Già.-
    E' dura restare soli, lo sai vero?
    proseguì lei, centrando con tale precisione il succo del discorso al punto che il ragazzo si chiese per un istante se non fosse veramente in grado di leggergli nel pensiero.
    -Si, ne so qualcosa.- commentò con un sospiro.
    Molti dei suoi compagni erano morti mentre lui era sopravvissuto... Aveva avuto bisogno di tempo per farsene una ragione, e per superare queste perdite -quella di Rin per prima- c'erano voluti anni di amarezza.
    Ma quel periodo era ormai superato, e vi erano nuovi validi motivi per continuare a vivere con il sorriso sulle labbra.

    In questo prato senza confini che costituisce il tuo cuore... può essere tutto o nulla, la scelta è unicamente tua.
    -In che senso, scusa?- provò a domandare Felio, non riuscendo stavolta a capire il senso di queste parole.
    Era raro per la sua interlocutrice parlare in modo tanto esplicito dell'argomento... Ma quell'ultimo periodo "la scelta è unicamente tua" era qualcosa che Felio non arrivava a comprendere.
    Lei era la volontà che risiedeva dietro agli avvenimenti di questo mondo, che ruolo poteva avere lui sul cielo che lo sovrastava o sull'erba che lo circondava? Per quanto si sforzasse, la risposta appariva sempre più lontana.
    Eppure -come l'innocente bambina gli spiegò pochi istanti dopo- la spiegazione era più semplice del previsto.

    Se sorridi, il sole riscalda l'aria e il vento carezza gli steli d'erba. Se chiudi il tuo cuore calano le tenebre.
    -Non... sapevo di tutto ciò.- esclamò Felio, colto alla sprovvista. Ma già era consapevole che la colpa di questa lacuna era soltanto sua: vi erano cose che nessuno poteva conoscere tranne lui, ed i meccanismi che governavano questa dimensione rientravano in tale categoria. -...nessuno me ne aveva mai parlato...- terminò, incerto su cosa fare: lui e la sua Zanpakuto non erano legati unicamente da un mero legame spirituale, vi era qualcos'altro dietro, qualcosa che entrambi condividevano ed i cui effetti erano finalmente sotto i suoi increduli occhi.
    Quel mondo fantastico... Era l'opera di entrambi.
    O almeno sarebbe dovuto essere così.
    Non sapendolo -o non accorgendosene- non si era mai curato di quanto fosse fragile quell'equilibrio.
    Ed il peso di mantenere stabile questa dimensione era sempre ricaduto sulle fragili spalle della figura che gli siedeva accanto.

    Io... sono stata a lungo nelle tenebre. Troppo a lungo.
    I biondi capelli coprirono il volto della ragazza, mentre questa raccoglieva le ginocchia al petto. Era chiaro che ciò di cui parlava doveva essere stata un'esperienza terribile per lei... Come era palese -dal suo discorso- che colui che l'aveva costretta a tanto si trovava di fianco a lei.
    Solo ora Felio si rese conto di quanto e per quanto tempo aveva costretto la propria Zanpakutou al silenzio, celando i suoi veri sentimenti al resto del mondo.

    -...-
    Non disse nulla, poiché non vi era niente da dire.
    Non voglio... tornarci... Non in quel buio pieno di tristezza e solitudine.
    Allungando il braccio, il Dio della Morte la strinse a sé mentre il labbro inferiore era stretto tra le due fila di denti per la rabbia.
    Randomici singhiozzi scuotevano la piccola figura, che per prima aveva aperto il suo cuore a Felio.
    Ora aveva capito tutto.
    Il significato di quel lungo e apparentemente vuoto discorso.
    Il perché non avrebbe mai potuto sconfiggere Zaraki Kenpachi nelle sue attuali condizioni.
    Finalmente aveva scoperto il suo vero e peggiore avversario.
    Sé stesso.

     
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  12. Takeo Kikuta
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    3° Post Attivo

    Il vero aspetto di Ryuuga



    Ancora una volta mangiai la polvere, cadendo sotto la spinta del piede di Zaraki-taichou. Una risoluzione ingloriosa del fine attacco combinato, che speravo vivamente cambiasse in qualche modo l'andamento del combattimento. Avevamo usato ogni nostra risorsa, i nostri attacchi più potenti. Persino i nostri Shikai che erano sufficienti ad abbattere i Gillian, risultavano inefficaci di fronte alla forza del Capitano dell'XI Compagnia. Questa volta ci eravamo messi contro un nemico imbattibile, un nemico che non saremmo mai riusciti a battere. Le forze che avevamo prosciugato fino a quel momento per tentare di colpire il nostro avversario, non avevano causato niente più che ferite superficiali. Continuando così saremmo rimasti presto stupidamente senza energie. E la cosa che mi faceva più rabbia era il fatto che nonostante mi spremessi le meningi per trovare una soluzione a quell'illogica battaglia, non ci riuscivo. Contro ogni precetto che avevo insegnato in accademia, l'ingegno si trovava a soccombere contro la forza bruta e il puro istinto omicida.
    Ma tutti questi scervellamenti erano inutili visto quello che ci aspettava. Nonostante le ferite inferte al più forte guerriero del Gotei 13 fossero solo superficiali, lui contento di trovarsi due giovani che si prodigavano nel vano tentativo di sconfiggerlo; decise di togliere ogni freno liberando tutta la sua furia. Fu in quel momento che una pressione, capace di sconvolgermi gli organi interni, m'investì. Una forza che riesce a piegare i muscoli e far svenire le menti più deboli. Una forza che ti paralizzava, finchè non avresti ricevuto il colpo di grazia. Ed arrivò senza farci attendere.
    Veloce, travolgente come i precedenti e forse di più. Frapporre Ryuuga nella speranza di una parata che limitasse i danni fu quasi inutile, nella frazione di un secondo mi ritrovai una seconda volta in aria con la ridicola speranza di avere la grazia di un morbido atterraggio.
    Invece ricevetti un violento impatto contro il muro di cinta. Un colpo talmente forte da causarmi uno sbotto di sangue, evidentemente si erano danneggiati degli organi interni. Una volta interrotta la forza che mi teneva sospeso in aria, il mio corpo cadde pesante sul terreno. Eppure fu un attimo così lungo che quasi sembrava che il tempo avesse rallentato in modo infimo, per farmi assaporare a pieno quel momento di sconfitta così bruciante. Il mio cervello stanco, riuscì a ricostruire in parte le immagini che le mie iridi blu avevano registrato inconsciamente. Si, mi rivedevo mentre invano tentavo di posizionare la mia zanpakuto di piatto davanti al busto per proteggermi. Un compito che le era costato caro, perchè nel volo avevo intravisto schegge rossastre disperdersi intorno al mio corpo. Le avrei riconosciute fra mille, però mi ci volle un po a capacitarmene. Ryuuga, la soul slayer che mi aveva donato un nuovo potere, la spada con cui avevo affrontato mille scontri, la sorella che mi aveva permesso di sconfiggere Death. Si era rotta sotto la pressione del Kenpachi. °Perdonami°, in quel momento un moto di rimorso si fece largo nel mio animo dispiaciuto per aver destinato alla mia fedele compagnia una fine così bruta. Una fine che probabilmente aspettava anche me. Nonostante fossi in uno stato di semi incoscienza vedevo il suolo avvicinarsi a me lentamente. Intanto le immagini delle persone con cui avevo legato nella corte mi passavano davanti agli occhi come la pellicola di un vecchio film. Ultima tra queste fu quella di Felio, già anche lui forse era malmesso come me. O forse era sopravvissuto all'impatto perchè più forte del sottoscritto, una speranza che albergava vana nel mio animo nella speranza di un finale migliore per il mio amico.
    Un migliore del mio che non ero stato all'altezza del mio avversario, non ero stato all'altezza delle aspettative del mio Capitano.
    I capelli non più lucenti a causa della polvere, fluttuavano seguendo il movimento del mio corpo. Allo stesso modo si spostavano i pezzi lacerati del mio shikakusho, anch'esso rovinato dalla furia distruttiva dell'alto seggio della XI. Intanto la mente ormai allo stremo ripensò agli ultimi attimi della mia seconda vita. Di come avevo ricevuto con orgoglio la notizia di un incarico speciale da parte del Comandante Generale e di come entusiasta ero andato a riferirlo al mio sensei. Allora la prova non mi preoccupava, troppo eccitato nel pensare che finalmente si vedevano riconosciute le mie doti dalla persona che più di tutte ammiravo. E cosa avevo fatto per ripagare quel gesto di fiducia ed aspettativa nei miei confronti? Sicuramente il mio Yamamoto-sama mi stava osservando dalle tribune e tutto quello che ero riuscito a fare era deluderlo con una sconfitta. °Mi dispiace.°
    No, non dovevo dispiacermi. Un ultima scintilla guerriera mi dicava che dovevo rialzarmi, stringere i denti e combattere. Dovevo dimostrare che ce la potevo fare, di essere degno di fiducia. Di ripagare le aspettative altrui e le promesse fatte...
    Le mie palpebre erano mezze chiuse su occhi ormai spenti, con quali forze lo avrei fatto?! La sola idea di muovere un muscolo mi creava dolore e forse solo l'imminente morte poteva spiegare il fatto che non ne sentissi. Non potevo fare niente. Ero destinato a soccombere lì, sul quel terreno distrutto dell'onda del reiatsu omicida.


    CITAZIONE
    -Mi allenerò fino a superare i miei limiti ed acquisirò il potere necessario per mantenere la mia promessa e salvare Arai. -


    Solo in quel momento mi rivennero in mente le parole urlate a Kazuo quando ottenni il nome della mia zanpakuto, la stessa che ora stava spezzata nella mia mano. Ed a pensarci bene la situazione in cui mi trovavo non era molto differente da questa, soltanto il rimorso di non avere nessuno che mi avrebbe ritirato su da quel baratro mi fece intendere che stavolta sarebbe finita diversamente che con Death. Evidentemente non potevo rispettare le promesse che avevo fatto, ne a lui, ne ad Arai. °No!° Avrei voluto piangere, ma anche quello sembrava costarmi una grossa fatica. °Non posso arrendermi così... Devo rispettare la mia promessa... Devo salvare Arai...Ho bisogno di più forza per andare avanti... Dammi, più... forza.° Una richiesta che si perse al vento, non sapendo a chi rivolgermi con esattezza.
    Un ultimo soffio di alito uscì dalla mia bocca e le tenebre oscurarono la mia vista del tutto. Un tonfo sordo annunciò l'arrivo del mio corpo sul terreno.


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    Non so quanto tempo dopo ripresi coscienza di me, forse erano passate ore, forse giorni. L'unica cosa di cui mi resi conto appena tutti i miei sensi si risvegliarono completamente, fu che non sentivo alcun dolore. Eppure potevo godere della morbidezza del manto erboso sotto il mio corpo e assaporare i profumi della natura che arrivavano forti al mio naso. Rumori del tutto pacifici e rilassanti si fecero strada nei miei timpani creando una piacevole sensazione di rilassamento. Che fossi giunto nel paradiso degli Shinigami? O forse mi avevano curato lasciandomi poi in un luogo lontano dal Seireitei. Molte furono le ipotesi che affollarono la mia mente, anche le più assurde finchè non mi decisi ad alzarmi per capire dove fossi. E mi basto veramente poco per intenderlo. Nonostante quel luogo era così cambiato, ciò che sentivo nel mio animo non poteva che confermare la mia ipotesi. Finalmente vi ero tornato.


    Yo, Takeo.

    Le parole di saluto pronunciate da una voce a me familiare, tolsero ogni dubbio sulla mia locazione. Quello era il luogo dove mi era ritrovato dopo lo scontro con Death. Il luogo dove avevo risvegliato il mio animo e il potere della mia zanpakuto, il luogo che forse per la seconda volta veniva in mio aiuto per donarmi un nuovo potere. Sorrisi al vecchio capostipite della mia famiglia, trovando però in lui uno sguardo duro. D'altronde che dovevo aspettarmi? Ryuuga era finita distrutta... lui era stato distrutto a causa mia e subito dopo la felicità nel rivedere di nuovo quella persona così saggia, un senso di colpa si fece strada nel mio animo già turbato dalla sconfitta. In un evidente imbarazzo, ebbi comunque abbastanza lucidità e coraggio da formulare una domanda che mi era venuta spontanea quando avevo capito dove mi trovavo. Perchè sono qui? Come ci sono arrivato?
    L'espressione seria fece spazio ad una più sorpresa nel volto dell'uomo. Evidentemente si aspettava che io sapessi.


    Rimorso. Non ha potuto fare a meno di volerti rivedere a causa del rimorso che provavi nell'essere sconfitto.

    Nelle sue parole c'era qualcosa che non quadrava, ma non riuscii a capire cosa. Mi guardai intorno disorientato, ciò che mi circondava rispecchiava la descrizione che il Kikuta mi aveva fatto al nostro primo incontro. "Un eden dove la vegetazione cresceva ricca ed incontaminata", non avrebbe potuto scegliere parole migliori. Peccato che a sovrastare quello spettacolo della potenza floreale ci fosse un cielo grigio, incorniciato da qualche tuono lontano. Qualcosa che rievocò in me lo stato d'animo dovuto alla sconfitta. Abbassai gli occhi e il capo, in un evidente segno di frustrazione, non avevo mantenuto la promessa fatta in quel luogo ed un lampo per un attimo rischiarò il cielo. -Mi dispiace, non ho saputo mantener fede alle mie parole.-
    Kazuo decise di alzarsi dal macigno su cui si era appoggiato a braccia conserte avvicinandosi a me. Sapevo che di certo il colpo sarebbe stato duro, in fin dei conti avevo avuto modo di conoscere il carattere del mio antenato e sapevo che quando doveva dire qualcosa non usava mezzi termini.


    Tu sai perchè è successo questo?

    Già immaginavo la risposta, ero debole. Troppo debole per affrontare il Capitano Zaraki, troppo debole per l'incarico che mi volevano assegnare, troppo debole per mantenere le mie promesse.


    Paura. Tu hai troppa paura.

    Le sue parole mi lasciarono spaesato, non erano queste le accuse che mi aspettavo. E nonostante ciò, non riuscivo a sentirmi sollevato. °Perchè paura? Certo affrontare un avversario del genere senza provarne è da pazzi, quindi che dovrei fare? Buttarmi con furia animale sul mio nemico come faceva il Capitano dell'XI?° Il dubbio era l'espressione più leggibile dal mio volto e quasi a capire le mie domande, Kazuo continuò a parlare.


    Non sto parlando della paura dell'avversario. Quella è utile in battaglia e non averne è da sciocchi. Se non le permetti di sopraffarti può essere un arma utile.

    Quelle parole le conoscevo molto bene, mio padre me le diceva spesso e col tempo anche io avevo cominciato a predicarle. E stranamente non mi sorpresi del fatto che il mio interlocutore mi aveva letto nel pensiero. In fin dei conti eravamo una cosa sola.


    Tu hai paura di sfruttare le tue potenzialità. E di far male a chi combatte con te. Finchè avrai questa paura non potrai mai superare i limiti imposti dal tuo corpo. Se la tua mente non va oltre quello che si può vedere, non cambierai mai.

    Un argomentazione di certo interessante, saremmo potuti stare li a chiacchierare giorni su queste cose. Ma già sapevo che lui era a conoscenza del mio modo di combattere e quindi andai dritto al punto per evitare inutili giri di parole. -Non voglio diventare un animale che attacca guidato dall'istinto. I miei combattimenti sono ragionati e studiati, se si cede alla rabbia in battaglia si rischia la vita.-
    Una smorfia di disapprovazione si manifestò sul volto dell'abitante del mio mondo interno. Evidentemente disapprovava quel modo di pensare oppure no avevo colto il suo pensiero. Le successive parole dell'uomo mi fecero intendere che si trattava della seconda opzione.


    Cedere alla rabbia è un errore, ma tu non riesci a contrastare le tua paure interne. Il vero nemico che devi abbattere è lo scudo che ti sei creato attorno a te per proteggerti. Se non credi di poter sferrare un colpo mortale non potrai mai sferrarlo. Se hai paura di riconoscere la tua forza, allora non diventerai mai più forte.

    Nonostante il discorso stesse prendendo una brutta piega e che il mio animo si sentiva molto più ferito dalle sue parole che dai colpi della zanpakuto senza nome del Kenpachi, il tono del capostipite era sempre pacato e calmo. E difficile era capire se questo suo atteggiamento mi faceva andare in bestia o mi rendeva verde d'invidia. Al momento avrei voluto mantenere anche io la calma come il mio interlocutore, ma il animo infuocato mi rendeva difficile mantenente il solito controllo delle mie azioni. Troppi colpi tutti assieme per riuscire a rimanere impassibile.


    Se hai paura di utilizzare Ryuuga perchè può rompersi, allora non meriti di maneggiarla.

    Una seconda volta Kazuo mi negò l'utilizzo della mia arma per eccellenza e come la prima risposi infuriato alla sua provocazione. Ryuuga era mia e nessuno poteva privarmi di una mia compagnia senza prima affrontarmi.


    Come puoi chiamare compagnia, qualcuno che neanche conosci.

    Di nuovo le sue parole suonarono strane alle mie orecchie, potevo dire di conoscere bene il suo personaggio. Troppo avevo letto sulle sue gesta e ormai cominciavo a capire anche il suo modo di fare. Dunque perchè quell'affermazione?
    Qualcosa ancora non quadrava, c'era un tassello che non trovava la giusta collocazione nel puzzle. L'uomo di fronte a me capì che forse i discorsi erano inutili e decise di saggiarmi ancora una volta combattendomi. Inutile dire come reagii.
    [...]
    Erano passati alcuni minuti, ma di colpi ce ne eravamo scambiati parecchi. Anzi per essere esatti ne avevo presi, perchè neanche una volta ero riuscito a colpire una parte del suo corpo. Era dannatamente veloce oltre che forte.


    Se continui ad avere paura di colpirmi, rimarrai un debole a vita.

    Strinsi i denti per rabbia, lo odiavo quando faceva così. E di nuovo scattai, cercando di usare la mia agilità per assestare un calcio circolare sul basso ventre e seguendo poi la rotazione del corpo un uraken sul viso. Tutto inutile, senza problemi Kazuo riusciva a parare o schivare i miei attacchi come se niente fosse. Mi sentivo come una recluta d'accademia che doveva colpire un sensei ufficiale. Impossibile.


    Niente è impossibile! Smettila di cercare di colpirmi, colpiscimi!!

    Un altro scambio, ma ancora i miei pugni andarono a vuoto.
    Se non lo desideri con tutto te stesso, non ci riuscirai mai. Devi volerlo Takeo. Devi usare la tua determinazione nel colpo che dai.

    Ansimavo, nonostante mi trovassi in un mondo all'interno del mio animo e che probabilmente non fossi altro che una proiezione mentale, sentivo la stanchezza prendere il sopravvento. °La determinazione del colpo...° Chiusi gli occhi, facendo un lungo respiro per calmarmi. In effetti fino a quel momento lo avevo attaccato con ogni combinazione che conoscevo, schemi forgiati da anni di esperienza e costante allenamenti nella lotta. Eppure era stato tutto inutile. Che si trattasse quindi di una semplice volontà nel colpire. O forse avevo paura di ferirlo, di ferire una parte di me. °No è inutile preoccuparsi, se voglio colpirlo devo concentrarmi.°
    Rimasi qualche istante così, assaporando ogni singolo attimo ciò che mi circondava. Il leggero sfruscio degli alberi mossi dal vento, lo schiantare dell'acqua sulle rocce di una cascata lontana. Il respiro della presenza che si trovava in quei luoghi oltre a me. Riaprii le palpebre mostrando due iridi blu incorniciate da un leggero bagliore soffuso. Qualcosa era cambiato e forse anche lui se ne accorse perchè il suo sguardo di fece più serio di prima.
    Scattai di nuovo verso Kazuo e saltai in aria provando un calcio circolare con la gamba destra in volo. Evitato, senza perdermi d'animo appena mi rimisi in posizione a terra, ricaricai la stessa gamba incalzando il mio "avversario" con un secondo calcio circolare. Stavolta lo portavo con la pianta del piede, sempre verso la sua testa compiendo un movimento inverso a quello precedente. E come prima venne schivato all'ultimo con uno spostamento indietro del busto. °Ora° Di seguito al calcio tirai un pugno al mento con il braccio sinistro. Questa molta non misi freni alla mia forza, dovevo colpirlo con tutto me stesso. La determinazione che avevo quando mi ponevo un obbiettivo fu impressa in quel colpo. Dovevo dimostrare di farcela, dimostrare di poter mantenere le mie promesse.
    Le nocche corsero veloci verso il loro obbiettivo, fermandosi proprio al contatto col la pelle barbuta del Kikuta. La spinta e la forza che avevo messo nell'attacco provocarono un leggero spostamento d'aria, visibile dal movimento dei lunghi capelli del guerriero. Ci ero riuscito e un sorriso di soddisfazione nel volto del mio consanguineo mi fece intendere che ora avevo raggiunto l'obiettivo che lui mi aveva posto. I suoi occhi scuri mi squadrarono per un ultima volta e con un certo tono soddisfatto riprese a parlare.


    Bene, ora sei pronto per incontrarlo.

    Incontrarlo? E chi?! Senza aggiungere altro, l'uomo prese a camminare attraverso la vegetazione fino a raggiungere un posto a me conosciuto. Davanti a noi si ereggeva il tempio che c'era anche l'ultima volta. Non era cambiato di una virgola, ma osservandolo meglio notai che a molte parti delle pareti erano attaccati quelli che avevano l'aria di essere dei fogli contenenti formule di restrizione. Addirittura alcune scritte indecifrabili erano incise sullo stesso legno che componeva la struttura.


    Lui desidera incontrarti da tempo. Però le tue paure non gli hanno mai permesso di avvicinarsi.

    Con un gesto della mano, il Kikuta m'invito ad entrare nel tempio. Ma cosa conteneva in realtà quel luogo? E chi era Lui? Un certo timore crebbe in me mentre salivo gli scalini verso l'ingresso. Dall'aspetto sembrava tutto nuovo, ma sapevo che cose come l'erosione non seguivano le normali regole in quel mondo. Il legno scricchiolò sotto il mio peso, finchè non arrivai di fronte alla porte d'ingresso toccando con le dita il foglio che sigillava la porta.
    Quel tocco rievocò dal profondo dei miei ricordi un sogno che spesso mi tormentava ultimamente, come se il sigillo volesse avvertirmi di un pericolo eminente. Fu un attimo e tutto si fece chiaro, provocando da parte mia un sussulto vin troppo vistoso. Quel luogo mi ricordava qualcosa ed ora che le immagini del sogno mi erano riapparse davanti a gli occhi come flash, la mia mente fece un collegamento alquanto ovvio. °Dunque il sogno non rappresentava lo scontro con Zaraki, ma questo posto.°
    Mi guardai intorno con più attenzione, nonostante alcune differenza non c'erano dubbi ed alla gola si formò un piccolo groppo. Se il sogno corrispondeva a verità, una volta aperte le porte di quel mausoleo, sarei stato attaccato da un entità oscura. D'istinto mi girai, per invocare un aiuto o una rassicurazione da parte di colui che mi aveva accolto in quel posto. Però non lo trovai. La sua presenza era sparita in un attimo e di colpo mi ritrovai solo in quel posto che non mi dava più tanto conforto come al momento del mio arrivo. Nonostante questo le parole roche del Kikuta giunsero di nuovo alle mie orecchie come un eco.


    Se la mente non va oltre quello che si può vedere, non cambierai mai.

    Avevo appena affrontato le mie debolezze superandole, perchè farle tornare così in fretta proprio ora. Strinsi i pugni per farmi coraggio, ero deciso dovevo andare avanti. Dovevo lasciarmi tutto alle spalle: dubbi, paure, timori, esitazione. Qualsiasi cosa mi attendeva all'interno del tempio lo avrei affrontato con sicurezza e determinazione. D'altronde ero pur sempre un Ufficiale del Gotei 13 e quello era il mio mondo.
    °Grazie Kazuo.°
    La mia mano si allungò verso il sigillo che chiudeva l'ingresso e strappò la carta che lo componeva. Le porte del sacro luogo si aprirono sotto la spinta della mia forza e una ventata di chiuso investi il mio naso. Provai ad aguzzare la vista, ma l'interno era interamente avvolto nel buio. Non mi rimaneva che entrare per vedere cosa celasse quel luogo misterioso.
    Feci qualche passo verso l'ignoto e con una botta secca l'ingresso si richiuse dietro di me, lasciando che l'ombra mi avvolgesse. Il mio respiro si accelerò a causa dell'ansia del non sapere da cosa ero circondato.
    Il cigolare di una catena arrivò alle mie orecchie ed una luce all'inizio debole, poi sempre più forte, mi rivelò il contenuto dell'edificio. Nonostante la grandezza della struttura. l'interno era composto da un unica enorme stanza. I colori tetri e le ombre non davano un grande aspetto all'interno del tempio. Qualcosa di enorme sembrava trovarsi al centro del luogo, ma non riuscivo a distinguerne i tratti. Appena la luce si fece abbastanza forte mi accorsi che si trattava di una presenza mitologica del tutto inaspettata. Un drago, proprio come nel mio sogno. L'animale si accorse di me e provo a muoversi, provocando un altro tintinnare metallico. Era totalmente incatenato ai pilastri del sacro luogo e lungo i ferrosi anelli che lo tenevano prigioniero, pendevano altri sigilli. Mi sorpresi di come non riuscissi ad avere nessun tipo di timore verso la bestia che abitava quel posto. E la mia tranquillità non sembrava derivare dalle catene che tenevano bloccato il corpo del mostro. Feci qualche altro passo verso di lui, mentre i suoi occhi privi di pupilla mi osservavano incuriositi. -Tu, chi sei?- La sua testa si chinò leggermente, mentre la bocca appuntita si aprì con un leggero ruggito, rivelando una voce a me nota.


    Sai già la risposta a questa domanda.

    In quel momento le varie frasi di Kazuo sfrecciarono nella mia testa rivelandomi le increspature dei suoi discorsi, che sempre mi erano giunte fastidiose alle orecchie. Il Kikuta non si era mai presentato come Ryuuga ed inoltre spesso aveva parlato della zanpakuto in terza persona. Dunque il drago che si trovava dinanzi a me... -Ryuuga?! Come può essere, io pensavo che...- la sua voce m'interruppe anticipando i miei pensieri.


    Kazuo è solo un servitore che mi sono ritrovato qui per motivazione che vanno oltre la mia comprensione. Ma lo spirito della zanpakuto è unico e sono io. Sono sempre stato io.

    In quel momento, qualcosa nel mio animo venne scosso. Ora capivo perchè il mio antenato aveva affermato che non potevo brandire una zanpakuto che non conoscevo. Fino a quel momento non avevo mai neanche sospettato quale fosse il reale aspetto di Ryuuga ed ora che esso si trovava davanti i miei occhi, un senso di colpa pervase il mio animo. -Tutto questo tempo, tutti gli scontri sostenuti insieme... e non sapevo niente di te.-
    La mia voce intristita, rispecchiava il mio stato d'animo. In fin dei conti non sapevo che fare di fronte alla cruda realtà, non sapevo niente della mia Soul Slayer e questa cosa mi deprimeva ancora di più dell'averne causato la rottura.


    La tua tristezza è ingiustificata. Sono io che non sapevo se fidarmi fin da subito di te. Quando la prima volta varcasti i confini di questo mondo, m'impressionai di come eri determinato e per questo decisi di darti il mio potere. Ma sembrava che quel fuoco che avevo visto era solo una facciata del tuo carattere, purtroppo la tua contentezza nello scoprire il mio nome è diventata anche la paura di perdermi. Mi hai sempre trattato con cura, forse troppa. Nonostante non sapessi niente di me e la mia voce non riusciva mai a raggiungere bene le tue orecchie perchè ascoltassi le mie esigenze.

    Rimasi in silenzio a quelle rivelazioni, la solennità del momento e le sagge parole della mia zanpakuto mi avevano totalmente pietrificato sul posto. Mai come in quel momento sentivo di essere in sintonia con quell'essenza, mai avrei meglio utilizzato il termine "unico essere".


    Ma finalmente sei riuscito a superare di nuovo te stesso, infrangendo le barriere che ti bloccavano. Si dice che non è mai troppo tardi per imparare. Sai tu sei differente dal tuo avversario. Lui ha completamente chiuso le orecchie alle urla della sua compagnia, mentre tu hai voluto aprirmi il cuore. Ed è giunto il tempo che noi due combattiamo fianco a fianco, senza più segreti tra di noi. Liberami e combattiamo insieme.

    Quelle ultime parole suonarono alle mie orecchie più come una richiesta di cortesia che come un ordine. Dunque era vero, la nostra indole non era poi così diversa, la diffidenza del drago era la stessa che io avevo a volte nell'avvicinarmi alle persone. In quell'istante scoprii che molteplici erano gli aspetti che accomunavano i nostri animi. °Non permetterò più che ci siano muri tra di noi.°




    SPOILER (click to view)
    Ho voluto spezzare qui il post per non rendere eccessivamente lunga (già mi sembra abbastanza) la lettura. Non riuscivo proprio a smettere di scrivere^^ Allen il continuo dipenderà dalla tua decisione di QM.


    Edited by Takeo Kikuta - 22/9/2009, 15:14
     
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    Chapter V - Kizuato

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    towards scenery of love that I cannot see yet
    Lets cross the night that so believes
    in this pain."






    Immerso nella quiete serafica ed irreale di quel mondo, all'interno dell'animo dell'ultimogenito del clan Sanada infuriava una vera e propria tempesta. Il martoriante senso di colpa che lo aveva avvolto in seguito all'ultimo scambio di parole con la bionda figura al suo fianco erano state più dolorose di qualunque colpo di spada sinora ricevuto.
    Da quelli almeno si sarebbe potuto difendere...
    -Che stupido che sono....- mormorò Felio, portandosi una mano davanti agli occhi: era sempre doloroso riconoscere i propri errori, specialmente quando si trattava di ferire i sentimenti di qualcuno a lui vicino. Coloo che all'interno del Seireitei non avevano ancora risvegliato lo spirito della propria Soul Slayer non avrebbero mai potuto comprendere quel che ora stava provando.
    Una mano minuta ed affusolata si posò sulla sua spalla, quasi a consolarlo.
    Non è ancora troppo tardi, stà tranquillo.
    A parlare stavolta fu l'eterea ragazzina l'espressione carica di compassione: vedendola, lo Shinigami non poté trattenere un sospiro di sollievo. Era confortante, davvero confortante sapere che la piccola entità che dimorava dentro di lui non era una persona portata a provare rancore verso il prossimo.
    -Dici? A giudicare dalle condizioni del mio corpo là fuori devo essere proprio al limite...- commentò il Dio della Morte abbassando lo sguardo, sviando il discorso: in effetti... A cosa sarebbe potuto servire riappacificarsi (se quello era il termine adatto) con lo spirito accanto a sé, quando il suo vero io era ridotto ad una massa sanguinolenta ed irriconoscibile? Dopo lo schianto che aveva visto lui e Takeo sparati dalla parte opposta dell'area di combattimento i ricordi si erano interrotti: impossibile dire cosa gli fosse successo, o in che condizioni versasse.
    Non sottovalutarti.
    Ancora una volta fu lei a rassicurarlo, con una versione più innocente (e per questo ancor meno credibile) del placido sorriso che solitamente era lui a rivolgere agli altri.
    Rimasto interdetto il tempo di un battito di ciglia, Felio non poté che domandarsi se si trattasse di un gesto ironico, o se con esso la piccola e bionda figura intentesse davvero rassicurarlo. C'era molto di lei -e di sé stesso- che ancora stentava a capire.
    -Non dovrei forse?- domandò nuovamente, intenzionato a capire cosa ci fosse dietro senza al contempo svelare le proprie carte: uno sforzo inutile, almeno sulla base di quanto la ragazzina sembrava conoscerlo... inutile ma che non si sarebbe ugualmente risparmiato.
    Era il suo modo di fare, dopotutto.
    Dentro di te è presente una forza enorme, non sai come utilizzarla semplicemente.
    Le sue parole giunsero stavolta in tono più solenne, quasi a volere sottolineare una verità inalienabile: il Dio della morte restò per qualche secondo in silenzio, meditando sul significato di questa frase. Era innegabile, a giudicare dalle parole di lei fino a questo momento non aveva dimostrato che una minima parte del suo reale potenziale.
    Il problema era... Come diavolo riuscirci? Sapere di avere un potere sopito era ben altra cosa rispetto al poterlo impiegare di punto in bianco.
    -Posso farcela, secondo te?- si azzardò quindi a domandare, senza neanche realmente sperare in una risposta diretta: questo era il genere di domande che la bambina biancovestita tendeva ad evitare con affermazioni sibilline. E di quest'ultime Felio non ne aveva bisogno, al momento.
    Non senza il mio aiuto.
    Stavolta la mano sinistra del ragazzo dai capelli corvini si posò sulla fronte con un rumore sordo, mentre questi si tratteneva dal non ridere. Era tutto così dannatamente semplice... O forse la ragazzina con cui stava conversando aveva il dono innato di semplificare qualcunque argomento, rendendolo comprensibile perfino a lui.
    Non vi era alcuna differenza, a conti fatti.
    -Collaborare... In maniera migliore di quanto non abbia fatto finora.- concluse, dando voce ai pensieri non detti da lei. Usare Harutsubame come arma era un metodo pratico per disporre di uno strumento offensivo non indifferente, ma la sua Zanpakuto era molto di più.
    Era un mondo intero. Il mondo che ora lo circondava e che stava dando forma all'io interiore dell'Ufficiale permettendogli di interagire, di esprimersi... e di ricondurlo sulla retta via.
    Stai iniziando a capire, allora.
    -Impugnarti e basta... Non è sufficiente. Né lo è limitarsi a conoscere il tuo nome.- ribatté Felio, avendo capito dove la giovane volesse andare a parare: difficilmente avrebbe fatto altrimenti se non avesse avuto l'occasione di rivederla e di parlare con lei con maggior disposizione di tempo e tranquillità. Vederla come arma, e sapere che il suo vero aspetto consisteva in una maggiore potenza bellica fino a questo momento gli era bastato.
    Una tendenza che doveva essere invertita, a qualunque costo.
    Puoi avere fiducia in me.
    La frase di lei, pregna di un calore e di un affetto che il ragazzo poteva capire solo in parte arrivò penetrante e mirata come sempre: ancora una volta, la risposta era a portata di mano.
    La bionda figura aveva creduto in lui, chi era Felio per non poter -anzi dover- fare altrettanto?
    -Avere fiducia... in te...- mormorò più a sé stesso che alla sua interlocutrice, realizzando quanto facile fosse un simile gesto... almeno a parole. Fidarsi di una spada? Qualcosa al cui solo pensiero molti Shinigami anche più anziani di lui avrebbero riso. Eppure, tutti coloro che si ergevano sopra di lui parevano aver sperimentato sulla propria pelle una lezione analoga.
    Da soli... non si andava da nessuna parte, no?
    Una Zanpakuto non è solo un arma.
    La puntualizzazione non era necessaria, ma confermò quanto detto: una Soul Slayer era anche un'arma ma ridurla al mero stato di strumento offensivo ne limitava notevolmente le capacità.
    Questo almeno avrebbe detto il vecchio Felio Sanada.
    Ritenere una Zanpakuto un'arma limitava lui stesso, e non l'oggetto che impugnava. Ciò contro cui aveva combattuto sinora -aveva ormai appreso- erano le catene invisibili che si era autoimposto.
    -E' qualcosa di più, lo so.- annuì, con un sorriso appena accennato: era tempo di riflettere ora.
    Io sono lei, e lei è me. Entrambe siamo una parte di te.
    La sua voce era ormai un sussurro, sempre più fioco ma che -forse per il silenzio totale che regnava attorno ai due, forse per la forza impressa in ogni parola- l'ultimogenito dei Sanada non poteva non distinguere chiaramente.
    Riesci a sentirci?
    -Mi sei rimasta a fianco per tutto questo tempo...- le fece eco ad occhi chiusi il ragazzo: Harutsubame era lì accanto a lui, e contemporaneamente tutt'attorno.
    Ma non solo.
    Concentrandosi, poteva avvertirne la presenza perfino dentro di sé.
    ...
    image
    Ora, mentre l'ufficiale dai capelli corvini era chiuso nella più profonda meditazione, la piccola figura si staccò da lui, sollevata prima in piedi e poi nuovamente a qualche centimetro dal suolo da una forza invisibile che lei sola era in grado di manovrare.
    -Il minimo che possa fare è ricambiare l'aiuto che mi hai offerto.-
    Sollevandosi in piedi, gli occhi del ragazzo si spalancarono su di lei nello stesso momento in cui un nuovo e più solare sorriso si delineava sul suo volto. La mano ambrata e ferma dello Shinigami si protese verso di lei, quasi a voler suggellare nuovamente il patto che una volta li aveva uniti.
    Felio Sanada aveva preso la sua decisione. Non sarebbe tornato indietro.
    Ho aspettato a lungo queste parole.
    L'espressione gioiosa della fanciulla riscaldò il cuore del ragazzo come e più del sole che splendeva privo di ostacoli sulle loro teste: la mano immacolata della figura si posò priva di peso su quella ben più grande del Dio della Morte.
    -Possiamo farcela... insieme?- domandò il giovane, consapevole della risposta che lo attendeva. C'era un'unica soluzione all'enigma che aveva appena posto.
    Solo se collaboriamo.
    Stavolta l'espressione del Dio della Morte cambiò.
    Aveva posto delle domande, aveva ricevuto in cambio risposte.
    I dubbi che lo incatenavano erano stati -almeno in parte- dissolti.
    Non poteva credere ciecamente a tutto quel che la sua arma gli stava dicendo... Ma poteva provarci.
    "Aver fiducia" significava questo, no?
    -Allora... diamoci dentro...- esclamò con tutta la sua determinazione facendo forza con la mano sul ginocchio per mettersi in piedi. Se anche il suo corpo lo avesse tradito, aveva un'altra -non indifferente- alleata al suo fianco; la sua Soul Slayer non poteva rinsaldare le ossa, ricostruire i muscoli o pompare sangue nelle sue vene in vece di un cuore distrutto.
    Ma fino a quel momento, la volontà di entrambi sarebbe bastata.
    Non occorreva essere più forti di Zaraki Kenpachi. Doveva semplicemente crederci.
    Il resto, sarebbe dipeso dal potere che giaceva in lui.
    ...
    Inspirando profondamente, Felio soffiò via dubbi, incertezze e aria allo stesso tempo.
    Quando riaprì gli occhi, ciò che esclamò era carica di qualcosa che prima non c'era.
    O meglio... Non poteva esserci, perché fino a quel momento non ne era stato consapevole.
    -..Harutsubame!!!-
    E con quella singola parola tutto tornò alla luce.
     
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  14. Takeo Kikuta
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    4° Post Attivo

    Una forza incontrastabile




    Le parole le conosci.

    Si in effetti era difficile scordarle, tante erano le volte che le avevo pronunciate. Tanta era la fierezza nel averle sentite nel mio animo come un eco la prima volta durante lo scontro con il Gillian che mi aveva privato di ogni cosa. Non le avrei mai dimenticate, come non avrei mai dimenticato il suo nome. Ed ora che conoscevo anche il vero aspetto della mia soul slayer, avrei fatto di tutto per avvicinarmi a Ryuuga il più possibile.
    Le mie iridi blu si posarono su un grande anello dal quale partiva l'intricata ragnatela di catene. Un unico punto chiave da spezzare e avrei finalmente liberato la mia zanpakuto. Avrei combattuto di nuovo con lei al mio fianco, avrei avuto qualcuno con cui condividere le gioie delle vittorie e la tristezza delle perdite. Un compagno che non mi avrebbe mai abbandonato, qualcuno di cui mi potevo fidare ciecamente. Una parte di me, derivata dal mio potere e dal quale attingevo forza. Un entità che era tutt'uno con me e che io avevo ospitato e cresciuto al mio interno. Avrei ascoltato le sue esigenze, avrei dialogato con lui per sapere i suoi pensieri. Non avrei più permesso separazioni fra di noi. Di nessun genere.
    Il palmo della mano destra si strinse sull'anello, era freddo al tatto. La superficie metallica era liscia e priva di imperfezioni, quasi fosse irreale, d'altronde mi trovavo in un mondo creato dalla mia mente. -Kiretsu no kusari...- Spostai il piede destro indietro facendolo seguire dall'anca e dal resto del busto in modo da dare al braccio tutta la forza e la grinta che avevo in corpo. I ferrosi serpenti si tirarono fino al limite della rottura e sotto la spinta del mio reiatsu le formule di sigillo presero fuoco, carbonizzandosi in un istante e scuotendo così l'equilibrio delle catene. Il mio corpo era avvolto da un aura azzurrina che sembrava riuscire a far levitare parti della mia veste e i miei capelli color del grano. Ma non ero il solo a sforzarmi, anche le ali del drago stavano cercando di tirare le catene per rompere ciò che impediva alle sue singolari piume di distendersi. Stava collaborando con me, come promesso. Se volevamo sconfiggere i nostri nemici dovevamo aiutarci l'un l'altro, fondere le nostre identità e la nostra forza per arrivare oltre ogni limite fin'ora raggiunto. Sentivo un grande calore espandersi all'interno del mio animo, come una nuova forza che stava crescendo in me, forse si trattava di uno sentimento più decisivo del precedente. Ormai non aveva senso trattenerla, potevo benissimo urlare la mia rabbia e dare sfogo ai miei istinti.


    -RYUUGA!!!!!!!-


    A quelle parole il ferro che teneva incatenato il drago si spezzò con un singolare e rumoroso schianto, liberandolo una volta per tutte dalla sua prigione. E fu un esplosione di potere.
    Non più costretto dalle catene, Ryuuga decise di manifestarsi in tutta la sua magnificenza, spalancando le ali e alzandosi ritto sulle zampe posteriori. La sua stazza fu sufficiente a farlo scontrare con le pareti e il soffitto del mausoleo che lo conteneva. Il legno si crinò, per poi essere spazzato via da una potenza distruttiva senza eguali. Persino il mio corpo venne travolto da una folata di vento ed energia, costringendomi ad oppormi con la forza dei muscoli per rimanere incollato a terra. Nonostante questo venni costretto ad arretrare di qualche metro, lasciando al passaggio dei miei piedi un leggero solco sul terreno, mentre qualsiasi parte di me era concentrata sull'anima della mia soul slayer. Stupefacente, ipnotica, ammirevole; era una cosa completamente sbalorditiva. Uno spettacolo unico veniva registrato dai miei occhi che mai avevano visto un esplosione di potere come quella. Neanche quando il Capitano Zaraki di era scatenato era riuscito a fare tanto o forse gli effetti derivanti dal suo reiatsu erano differenti da quelli che si mostravano davanti a me in quel momento. Già, perchè quello che mi si parava davanti non era dovuto alla sola forza fisica del drago. Ogni singola scheggia del tempio si era sgretolata sotto la potenza esplosiva della sua forza spirituale, una forza che aveva preso la forma di un vortice bluastro che puntava dritto al cielo, spazzando via una nuvola che si era appostata proprio sulla sua traiettoria.

    image

    Rimasi immobile, imbambolato dalla bellezza di quella figura così mistica e misteriosa. Il suo corpo asciutto e nonostante la stazza minuto era formato da squame di un color predominante blu notte, sfumato con spruzzi violacei. Il ventre invece era composto da grandi scaglie dirette verso il basso come delle frecce dorate, come dorati erano gli artigli e le rifiniture di quelle che avevano l'aspetto di corna o forse sarebbe stato più giusto chiamarli prolungamenti della testa. Ma forse ciò che stupiva di più erano le ali. Dalle spalle che avevano una struttura ossea a forma di armatura, anch'esse ricoperte dal manto blu scuro; partivano due scheletri portanti dello stesso colore del resto del corpo. Sotto di questi di aprivano a ventaglio delle piume che sembravano molto più consistenti delle classiche fibre che ricordano le ali dei draghi della mitologia. Piume dai colori vivaci sul violetto, che ultimavano con strane figure gialle. Dietro di esse si potevano vederne altre più grandi e distanti tra di loro. Dal colore più scuro, che andava a sfumare verso un luccicante rosato sulla punta. In cima a queste due grossi artigli tetri come la notte. Infine dietro la schiena sospeso a mezz'aria, si trovava un enorme cerchio ornato da uno strano motivo, qualcosa che poteva far sembrare la bestia mitologica più una divinità.
    Ci misi parecchio a riprendere fiato, quella visione celestiale non era qualcosa a cui ero abituato. I suoi respiri erano lenti e pesanti, muovevano le squame del suo petto su e giù facendo riflettere la luce in modo diverso e creando uno stupendo gioco di colori e riflessi che sembravano mutare il blu notte in un viola scuro. Era davvero bellissimo, ed era il mio drago. La mia zanpakuto.
    Qualcosa mi venne su fin la gola, un sentimento di profondo amore e devozione verso quella figura che mi fissava con i suoi occhi accesi. Non so per quanto tempo rimanemmo a fissarci in religioso silenzio, l'unica cosa di cui mi rendevo conto era che i miei occhi non si sarebbero mai stancati di guardare quella bellezza stregante che mi si parava dinanzi.
    Infine con un ruggito Ryuuga riprese la parola.


    Non credo che le cose miglioreranno se rimarremo qui a fissarci in eterno.

    Un sorriso si stampò sulle mie labbra, increspandole e creando qualche ruga di espressione sul volto bronzeo e liscio. Aveva dannatamente ragione ed era così diretto. Mi piaceva, non potevo farci niente. Anche se lo conoscevo da poco sapevo che ci sarei andato d'accordo fin da subito, una di quelle sensazioni che hai a pelle. -Credo di non dire cavolate se affermo che tu sicuramente mi conosci meglio di chiunque altro.-
    Un cenno di assenso da parte della mia soul slayer. In fin dei conti lui era parte di me, come poteva non conoscermi. Quello che avrei dovuto scoprire io erano i suoi desideri e i suoi istinti. Ed ora che già conoscevo il suo aspetto avevo la sensazione rinnovata che avrei potuto fare qualsiasi cosa. E come a leggermi nel pensiero il drago decise di rispondermi in modo diretto.


    Non ci sono limiti a ciò che si può fare quando ci si fida della forza dei propri compagni.

    Non potevo avere segreti per lui, qualsiasi mio pensiero sarebbe stato captato dalla sua mente fina. Ogni mio stato d'animo lo avrebbe sentito su di se come proprio. Un entità parallela che poteva ascoltare i fabbisogni della mia anima, questo era una zanpakuto.
    Compagni. Una parola che avevo sentito pronunciare molte volte e nella quale credevo fermamente. Essere compagni non significava ritrovarsi a percorrere un semplice cammino dallo scopo comune. Dei compagni si sostengono, si aiutano a vicenda, si fidano ciecamente l'uno dell'altro ed uniti in battaglia diventavano più forti. Un sentimento profondo che poteva portare al sacrificio della propria vita per quella di un altro. Così eravamo io e Felio. E così doveva essere tra me e la mia zanpakuto. Non un semplice strumento, ma un compagno su cui fare affidamento. -Da oggi prometto che ti conoscerò a fondo. Che ascolterò le tue esigenze, i tuoi istinti. Non ti tratterò più solo come un arma.-


    Non mi ci hai mai trattato. Ti sei preso cura di me, meglio di chiunque altro.

    Parole inaspettate, in effetti non avevo mai considerato le zanpakuto come semplici armi, ma quello che era successo tra me e Ryuuga sembrava fosse dovuto a qualcosa di simile. In realtà c'era qualcosa di diverso dietro, qualcosa che aveva segnato l'eccesso opposto a quello che sempre avevo considerato un grande errore. Quello di pensare alle soul slayer come pezzi di metallo.
    Ti sei sempre preso cura di me in modo ammirevole. Ma non è questo che voglio, io voglio che tu ti fidi di me e non ti limiti ad usarmi con cura in battaglia. Se mi tieni nascosto non potrò mai aiutarti.

    Dunque era questo, in fin dei conti anche l'eccessiva cautela era un errore bestiale che non avrei dovuto commettere. Come una mamma troppo protettiva nei confronti di un figlio che poi non saprà affrontare il mondo, io avevo protetto troppo un entità che in realtà voleva donarmi più forza. La forza che tanto desideravo per portare a termine il mio compito. E come potevo giudicare persone come il capitano dell'XI che invece non ascoltavano le proprie zanpakuto condiderandole semplici armi? Non ero poi così differente da loro. Oltre al suo nome, non sapevo niente di Ryuuga.
    Il drago fece un passo, voltando il busto e la testa in direzione di una delle montagne sullo sfondo. Una leggera brezza ci colpi entrambi, mentre altre parole solenni stavano per essere pronunciate. Parole che avrebbero cambiato il mio modo di vedere le cose.


    Hai sempre avuto paura di perdermi, quindi quando combattevi con me non usavi tutte le mie potenzialità. Se hai paura che qualcuno si faccia male vuol dire che non ti fidi della sua forza. Se non ti fidi di un compagno il combattimento ne risente. Quel Zaraki combatte solo e non ascolta il grido della propria compagnia, per questo non potrà vincere contro di noi.

    Dunque era così? C'era la possibilità di batterlo? io e Felio non ci eravamo riusciti, ma forse noi quattro. noi con le nostre compagnie più fedeli, coloro che ci conoscono a fondo: potevamo vincere. Una nuova speranza mi caricava l'animo con la giusta grinta. Avrei potuto mostrare a tutti il mio valore. Avrei potuto dimostrare a Yamamoto-sama che la sua fiducia era ben riposta.


    Fidati di me e fammi combattere senza freni. Insieme andremo avanti e riusciremo a mantener fede agli impegni presi.

    Dunque ormai non si trattava di me, c'era un noi che avrebbe lavorato per raggiungere l'obiettivo prefissato. Per salvare Arai. Ryuuga si avvicinò a me, appoggiandosi su tutte e quattro le zampe per abbassarsi finchè i nostri visi non furono alla stessa altezza.


    Mostriamo a tutti di cosa che siamo capaci.

    Il suo sguardo era serio e le sue parole tranquille, ma dentro di me lo sentivo urlare e caricarsi per ciò che ci attendeva. Ormai non aveva più senso aspettare, non aveva senso aspettare per tornare. Ciò che avrei trovato non mi poteva più fare paura, perchè questa volta sapevo che non lo avrei affrontato da solo. Mi sarei trovato protetto e sostenuto da Ryuuga. Insieme unendo le nostre forze lo avremmo sconfitto. Le ciglia si irrigidirono e le iridi bluastre assunsero una sfumatura decisiva. Anche io ero più determinato che mai e potevo sentire la mia anima entrare in sintonia con quella della Soul Slayer. -Andiamo.-
    Semplici parole e poi di nuovo i miei occhi si aprirono al mondo.

     
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    Il risveglio di una zampakuto, uno spettacolo unico,indescrivibile, una sinfonia di reiarsu e spirito, in cui le anime dello shinigami e la spada si fondono in una unica fluida entità carica di potere,in grado di compiere azioni inconcepibili anche per uno shinigami comune.
    Ciò che i samurai e i guerrieri del passato ricercavano con tutte le loro forze,la perfetta comunione con la propria spada, un obbiettivo impossibile, è un qualcosa di fattibile solo trascendendo i limiti del corpo umano.
    Ecco perchè questo privilegio è concesso solo a coloro che non posseggono più un corpo, che si sono liberati dalle catene della propria mortalità diventando solo spirito:gli shinigami, gli dei della morte, i controllori del flusso spirituale.
    Quando le essenze di due anime si compenetrano, assumono una forma diversal'una dall'altra, e non ve ne sarannomai due identiche.
    A volte la zampakuto corrisponde alle emozioni e al carattere del proprio possessore, altre volte ne amplifica i lati peggiori, e in altri casi non è altro che un perverso riflesso di colui che la brandisce....

    La Zampakuto


    La mieti anime, l'espressione del reiatsu dello spadaccino, uno specchio aperto sulla sua anima, l'incarnazione dei suoi desideri, delle sue paure, dei suoi sogni e perchè no, a volte anche dei suoi peggiori incubi.
    Una Zampakuto però non è una mera lama, è una creatura senziente, proprio come lo spadaccino che le ha dato la vita.


    Quando vi sarà necessità essa apparirà nel proprio mondo a chi ne invoca l'aiuto,
    rivelandogli il proprio nome.
    Questo è lo shikai nella sua prima incarnazione...

    Quando il bisogno lo richiede e i tempi sono maturi la spada riappare, stavolta nel mondo reale, per mettere alla prova il proprio padrone. Esso dovrà rispondere sinceramente alla propria lama, ed in cambio,se ella sarà soddisfatta creerà così un legame indissolubile, traendone una maggiore intesa ed un potere più grande.
    Questo è lo Shikai nella sua vera forma...

    Nel momento in cui lo shinigami capirà cosa la sua zampakuto rappresenta veramente essa tornerà ancora una volta nel mondo reale, per sfidare il proprio padrone, poichè non è possibile che il più debole domini sul più forte.
    Il dio della morte la sconfiggerà e la soggiogherà alla propria volontà, rivelandone la vera forma e traendone un potere oltre ogni limite
    Questo è il Bankai al suo risveglio...

    Poi quando infine giungerà il momento la Zampakuto tornerà un' ultima volta,chiedendo al proprio sovrano un ennesimo giuramento di lealtà, esso sarà la prova definitiva del consolidamento del legame tra i due,ed essi sprigioneranno i loro veri e definitivi poteri, entrambi, uniti dalla stessa determinazione, dalla stessa volontà, dallo stesso cuore
    Questo è il Bankai al suo apice...

    Solo quando lo shinigami avrà oltrepassato tutti e quattro i cancelli del proprio io, assieme alla Zampakuto, rivelandone l'essere poco a poco coglierà alfine il significato di ciò che comporta possedere una lama spirituale.
    Egli la comprenderà e ne condividerà la sorte
    Questo è il legame tra anima e zampakuto



    Questo è ciò che rende gli shinigami diversi dagli hollows,gli hollows combattono da soli, per se stessi.
    Gli shinigami combattono assieme, l'uno per l'altro.

    E questa era una cosa che Zaraki di Kempachi non avrebbe mai capito.
    Non che gli importasse,a lui stava bene così.
    Non aveva mai avuto bisogno della potenza di un'altro, se l'era sempre cavata confidando sulla sua immensa forza, ed era sopravvisuto persino al suo precedente capitano sconfiggendolo e prendendo possesso della sua divisione.
    Odiava i deboli che si appoggiavano agli altriper sopravvivere, lo alteravano alquanto,non abbastanza da perdere le staffe però,quella era una cosa impossibile...fortunatamente.

    Osservò i turbini di reiatsu che fuoriuscivano dalle due zampakuto risvegliate dal loro torpore incrinando la bocca in una smorfia di disgusto:
    Odiava i deboli, odiavail loro modo di fare e soprattutto non riusciva a sopportare che continuassero a finire sulla sua strada.
    Strinse un po'di più la presa sul manico della sua mieti anime preparandosi a balzare avanti....poi ebbe una idea, anzi, una illuminazione.

    Se avevano ottenuto nuovi poteri allora poteva significare che anche la possibilità che rendessero questo uno spettacolo divertente erano aumentate....

    Ghignò, mentre si spostava in una posizione adatta a parare qualunque mossa i due novellini potessero avere in mente.

    Ora si sarebbe divertiito, poco ma sicuro


    CITAZIONE
    Ottimo lavoro....as espected ^^
    I personaggi
    -Felio Sanada
    -Takeo kikuta
    Ottengono
    -L' energia Blu
    -E ottengono lo Shikai liv2

    -Ah, qualunque cosa vogliate fare (come premio per la vostra epicità e come forma di rispetto per l'avversario che avete davanti) il vostro reiatsu si è completamente riempito (si tratta di reiatsu temporaneo, che durerà solo per il vostro prossimo post)...DIVERTITELO



    Edited by Allen92 - 4/10/2009, 16:36
     
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19 replies since 9/7/2009, 22:39   717 views
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