Bleach Soul Society

Afterlife

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  1. Kaito Kid
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    SPOILER (click to view)
    Narrato
    "Parlato Dalila"
    Pensato
    "Parlato Akie"
    "Parlato Sayuki"


    File1.The Death


    Giovedì 27.05.2010, ore 13:02
    Centro di Tokyo, uscita dell'Università


    Quel giovedì di fine primavera era cominciato come tutti gli altri. Un pavido sole faceva ripetutamente capolino tra le sporadiche nubi che galleggiavano nel cielo azzurro stinto, illuminando la caotica città di Tokyo e, probabilmente, almeno tutto il Giappone. L'ultima lezione della giornata era finalmente conclusa e nella strada antistante l'imponente edificio dell'Università si riversava una folla di allegri studenti, gioiosi di aver riconquistato anche quel giorno la libertà di cui parevano essere privati entro quelle mura. La nostra attenzione si riversa ora su uno sfoltito gruppetto di ragazze, la cui vicenda fu senza dubbio la più interessante e, al contempo, la più drammatica. Si trattava di tre giovani non particolarmente appariscenti, ma comunque molto graziose. Eccetto una, a dire il vero. Dalila, in effetti, riscuoteva un discreto successo tra i ragazzi, ma non la "importunavano" mentre stava con le sue amiche. E questo particolare può essere considerato in minima parte complice dell'imminente tragedia. Le altre due protagoniste della vicenda si chiamavano Akie e Sayuki.
    "Certo che oggi il prof Takeshi è stato davvero severo, specie con Karin!"
    "Già, ma non si può negare che sia proprio un bell'uomo..."
    Mentre la ragazza lo rievocava alla mente con sguardo sognatrice, le compagne sfociarono in un risolino divertito.
    "Ma che dici, Sayuki?! E' troppo vecchio!"
    "Avrà massimo quarant'anni. Non essere così crudele, Dalila! E poi ho tutto il diritto di vagheggiare sui miei amori impossibili..."
    Assunse un atteggiamento vagamente altezzoso, ma fu ignorata.
    "Comunque la lezione di oggi sui linfomi è stata interessante."
    "Ah, se lo dici tu! Io mi sono quasi addormentat... Ehi Dalila, che stai facendo?!"
    La ragazza si era era fermata di fronte alla vetrina di un negozio di tecnologia, al di là della quale un gran numero di televisori stavano proiettando tutti la medesima trasmissione. Ed era stata proprio quella ad attirare l'attenzione della giovane, che altrimenti un negozio del genere l'avrebbe ignorato bellamente. L'audio chiaramente non si poteva sentire da fuori, ma sul display era apprsa in mezza banda la faccia spaventosa di un criminale ricercato. Stava infatti scritto nei sottotitoli che un uomo di nome Hideki Sato, reduce da un furto di discreta entità in una banca del quartiere, era ora braccato dalle forze dell'ordine. Dalila parve tornare alla realtà e raggiunse le sue amiche, che si erano fermate e la guardavano con aria perplessa.
    "Niente, niente, scusate... Dicevamo?"
    Akie stava per risponderle, quando un fiotto di sangue zampillò improvvisamente dalla sua gola, soffocandone ogni parola. Le due ragazze strillarono, terrorizzate e incredule, quasi senza aver capito la dinamica dei fatti. Un uomo, che pochi istanti dopo a mente più lucida Dalila riconobbe essere il criminale mostrato nel notiziario, aveva urlatodi fargli strada, procurandosela invece da solo con un colpo di pugnale verso la povera ragazza che si trovava sfortunatamente sulla sua traiettoria. Probabilmente il fatto che l'accoltellata sia finita giusta sul collo della vittima fu un caso fortuito, ma ciò non discolpava minimamente il gesto impietoso ed etremamene cruento dell'uomo. Accostato momentaneamente lo shock del momento, Dalila si fiondò pochi secondi dopo sul corpo riverso a terra della carissima amica, testandone le funzioni vitali tramite l'apposizione dell'indice e del medio tesi sulla giugulare della vittima, evidentemente compromessa anche ad uno sguardo sfuggevole. Il battito cardiaco era chiaramente assente. Una serie di immagini riguardanti i bei momenti trascorsi con lei affiorarono con forza nella sua testa: ricordi felici e ormai immensamente lontani. Delle lacrime iniziarono a inumidirle gli occhi. Il rumore esterno si spense in un istante, sotituito dal silenzio dell'importenza e dal ruggito impetuoso della rabbia e del dolore che rapidamente s'impadronirono del suo spirito. La fisionomia dei suoi occhi mutò, mostrando a tutti la diperazione e l'odio che si erano profondamente radicati in Dalila. In quel momento forse l'unica cosa che avrebbe voluto era la vendetta; né la voce della coscienza né quella della razionalità emettevano più un singolo suono, lasciando la ragazza in balia dei sentimenti più oscuri e temibili. Si mise a correre più forte che poteva, nella sua solitudine. Il criminale, che per qualche istante aveva esistato conscio dell'entità del suo gesto, non era poi così lontano. La ragazza lo raggiunse, questi la schermì con parole crudeli, che non le giunsero alle orecchie. Poi si passò alle mani. Furono attimi concitati. Non una persona che osasse intervenire in suo aiuto. Fu presto chiaro che la forza di dalila non era sufficiente a impensierire più di tanto il criminale, il quale si limitò a scaraventarla via con un rapido ed effecace movimento del braccio muscoloso, e in seguito riprese la fuga. La testa della sciagurata colpì in malomodo la parete di un edificio che confinava il marciapiede, il suo corpo si accasciò al suolo. Gli occhi della ragazza erano ancora aperti, ma non vedevano. La polizia fu lì in pochi istanti, qualche minuto dopo le sirene di un'ambulanza. Questo suono stridulo e le voci dei soccorritori e della folla che si era radunata intorno alle due vittime, le giunse con un miscuglio amorfo e fastidioso. Infine perse conoscenza e, successivamente, durante il viaggio verso l'ospedale più vicino, anche la vita. Si spegneva così l'esistenza di una giovane gentile e premurosa, sempre attenta ai bisogni del prossimo e che per questo aveva pagato un caro prezzo.



    CITAZIONE
    Addestratore: Allen92
    Scheda: x



    Edited by Kaito Kid - 17/9/2010, 14:38
     
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    Will you save me, Sensei?

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    La morte ti accoglie dunque nel suo gelido abbraccio, un abbraccio lubrico, voglioso; la tetra mietitrice non desidera altro che la vita che, forse generosamente, le hai donato di cuore. L'impatto col suolo è più duro del previsto, il freddo cemento ti lascia senza fiato, letteralmente, per sempre.
    Non è affatto una bella sensazione percepire la propria vita che se ne và, non potersi muovere sollevando a mala pena una palpebra per un ultimo fuggevole sguardo al mondo, tetro, grigio, tinto con i foschi colori spenti di una megalopoli caotica e inquinata come Tokyo...ma sempre il mondo in cui hai vissuto sino a quel momento.
    Eh già, una morte triste e solitaria...però potresti anche essere soddisfatta, dopotutto hai compiuto un atto decisamente eroico, non trovi?

    Ma forse il destino ha voluto darti un' altra possibilità.
    Lentamente la luce torna a colpire il tuo volto, gli strali luccicanti del mezzogiorno lambiscono i tuoi delicati lineamenti svegliandoti con una delicata carezza.
    Quando riapri gli occhi rivedi il tuo corpo a pochi passi di distanza, e dal suo petto esce una catena che collega i vostri petti... strano, molto strano.

    Dopo pochi istanti realizzi però un'altra cosa, molto più inquietante: come fai a vederti se sei morta?
    Questo se possibile è ancora più strano.

    Mentre il vento freddo della notte carezza le tue spoglie mortali osservi la catena che collega il tuo petto al tuo cadavere, che diavolo sarà? E perchè sembra quasi a tratti muoversi? Tante domande e nessuna risposta.
    E lentamente...
    Cala la sera
     
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1 replies since 16/9/2010, 18:19   79 views
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