Bleach Soul Society

The moment to Live and the moment to Die

Il fallimento di una vita

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    The moment to Live and the moment to Die

    La sveglia suonò alle 7.00 in punto come ogni mattina, una mano stanca si mosse verso di lei per spegnerla e poi si poggiò al letto per aiutare il ragazzo a mettersi seduto. Akihiko si stropicciò gli occhi ancora assonnato e si guardò intorno nella sua stanza scura, non era stato un bel risveglio quello, si sentiva agitato, era sicuro di aver avuto un incubo quella notte ma non riusciva a ricordarlo e a causa di ciò aveva dormito veramente male.
    Scese dal letto e inforcando le ciabatte e dopo una doccia calda si vesti e scese nell'ampia sala della sua casa per la colazione prima di dirigersi all'università, oggi aveva lezione di economia, una materia che lo annoiava a morte ma non per questo era esente dal studiarla, i suoi voti erano i più alti del suo corso come sempre, d'altronde riusciva ad eccellere in praticamente tutto e ciò spesso gli strappa va un sorriso interno di derisione nei confronti degli altri incapaci che andavano a lezione con lui.
    Arrivato in sala vide i suoi genitori seduti al tavolo che consumavano la loro colazione e la sua era pronta fumante al suo solito posto:

    - Buongiorno -

    Si limitò a dire loro, non si erano mai scambiati particolari segni d'affetto e quel giorno non sarebbe stato diverso, si sedette ed iniziò a bere il suo caffè nero bollente come gli piaceva. Ma quella mattina le cose sembravano diverse, suo padre non stava leggendo il giornale ed insieme a sua madre lo stavano fissando, lui se ne accorse e ricambiò con uno sguardo di sorpresa:

    - E' successo qualcosa? -

    I due non risposero subito ma si guardarno l'un l'altro e con uno sguardo di intesa si voltarono di nuvo verso Akihiko e sua madre iniziò a parlare:

    ° Akihiko dobbiamo parlarti...

    Sua madre iniziò a spiegargli che lei e suo padre si erano accorti anche se troppo tardi dell'errore fatto nel crescerlo, inculcandogli idee giuste ma in modo ossessivo e a causa di ciò lui era diventato insofferente nei confronti degli altri arrivando a credersi superiore a tutti quelli che gli sono vicini e che l'errore di non dargli il giusto affetto quando ne aveva bisogno verrà riparato subito. Il ragazzo rimase estrefatto sentendo tali cose, una rabbia sempre maggiore cresceva in lui e le diede libero sfogo alzandosi in piedi di scatto facendo cadere la sedia all'indietro e rovesciando la tazza di caffè sul tavolo fissando i due genitori con i suoi occhi di colori differente e con aria furente:

    - Voi non avete mai capito niente di me!! MAI!! Da quando ero bambino mi avete allevato a diventare il migliore ed io NON mi credo il migliore... io SONO il migliore!! Del vostro affetto posso farne a meno cosi come ho fatto da bambino! Siete solo degli sporchi ipocriti se credete di poter aggiustare tutto scusandovi e dandomi qualche pacca sulle spalle!! -

    Senza aggiungere altro prese la giacca scura, le chiavi della BMW ed usci di casa sbattendo la porta lasciando soli i genitori e la madre in lacrime.
    Sali in macchina e accese lo stereo mettendolo al volume massimo e parti diretto verso l'università con la rabbia a mille:

    - Siete solo dei maledetti ipocriti entrambi!! -

    Urlò a se stesso di nuovo, la rabbia fa perdere la cognizione della prudenza e la strana sensazione che l'incubo della notte passata aveva lasciato in lui non lo abbandonò anche se era ormai sepolto dalla rabbia, Akihiko sfrecciava per le strade velocissimo ignorando stop ed incroci.
    Era arrivato di fronte all'università quando ignorando un ennesimo semaforo rosso si ritrovò la strada tagliata da un enorme Tir, la collisione fu inevitabile e violentissima, la macchina venne sbattuta lontano e si rigirò su se stessa più volte finendo sottosopra.
    Akihiko non morì sul colpo grazie ai sistemi di protezione avanzati della macchina ma era ormai troppo tardi, i danni ai suoi organi interni erano troppo gravi ed i soccorsi per quanto puntuali non poterono fare niente per lui... glu ultimi pensieri del ragazzo spaziarono dai suoi genitori... avrebbe voluto che gli avessero dimostrato maggiore affetto ma ormai era troppo tardi... all'incubo della scorsa notte tornatogli in mente... la sua scomparsa prematura ed i genitori che non ne erano affatto turbati... che scherzi che fa il destino... ed infine al fatto che aveva fallito... non aveva dimostrato di essere il migliore di tutti...
    Akihiko esalò l'ultimo affannoso respiro e chiuse per sempre gli occhi nel mondo umano in data 22 Aprile 2010... un giorno prima del suo 21esimo compleanno.

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    Narrato
    -Parlato-
    §Pensato§

    °Parlato Altrui°

    Note: Spero non faccia pena, sono un pò arrugginito ^.^"
     
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    Sei morto.
    Ebbene sì,hai fatto un incidente, per altro dettato dalla tua impulsività e dalla tua frenesia unite ad uno smisurato ego.
    Male, molto male, èquasi umiliante; specie per una persona che si credeva il migliore, non trovi?
    Eppure ora mai non si può piangeresul sangue versato.
    Hai trovato la tua fine in una anonima strada di una imponente metropoli.
    Di te si ricorderanno solo i genitori, i tuoi amici più stretti se mai ne hai avuti.
    Le tracce che lascerai nella storia saranno solo uno sbiadito necrologio su una delle numeroe pagine di annunci mortuari e una scabra incisione con gli ideogrammi del tuo nome su una anonima lapide in un anonimo cimitero.
    Decisamente una magra figura ....
    Sei morto,i tuoi progetti si concluderanno così, scoppieranno in una bolla di sapone.
    O no.

    Poco tempo dopo l'impatto devastante e la lenta agonia riprendi improvvisamente conoscenza allento e lamentoso suono dellasirena delle autoambulanze.
    Curioso, dunque non sei morto?
    E ad un tratto te ne accorgi.
    Ad infrangere le tue speranze ci pensa un infermiere di mezz'età dalla nuca scoperta per via della calvizie.
    Lui e il suo compagno stanno trasportando un cadavere coperto da un lenzuolo bianco.
    Un cadavere che riconosci immediatamente come il tuo.
    Poi le porte si chiudono e l' ambulanza si allontanan portando il tuo corpo alla morgue.

    Decisamente una pessima giornata.
    Sei un anima,ma stranamente ti senti esattamente come in vita:
    hai freddo
    ti senti di vomitare
    probabilmente hai anche la febbre.
    Al tuo petto è anche legata una bizzarra catena dalla foggia bizzarra...

    E adesso?
    Sei solo, non hai soldi, non hai amici, non hai più neppure un corpo e nessuno sembra vederti
    Beh,in effetti sei morto.
    E adesso che fare? Ti chiedi sconsolatamente
    Ignaro che due enormi occhi simili a torce ti stanno scrutando...e già da parecchio tempo ormai.
     
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    Higway to Hell

    Con il piede quasi pressato sopra l'accelleratore Akihiko tagliò anche quel semaforo rosso, non gli importava, era mattina presto e le strade erano ancora libere, l'ora di punta ci sarebbe stata tra poco e comunque se la cavava egregiamente con la macchina, avrebe evitato eventuali problemi che si potessero presentare sulla strada. Era arrabbiato e maledettamente nervoso, non vedeva l'ora di arrivare all'università, li avrebbe trovato un modo per sfogarsi magari umiliando in qualche modo i novellini arrivati quell'anno, solo al pensiero un sorriso quasi sadico gli passò sul viso, sorriso che però svani immediatamente trasformandosi in un ghigno di orrore, i suoi due occhi spalancati che fissavano dritti la strada davanti a se ed un'espressione di puro terrore si stampò per sempre sul suo viso perchè quella sarebbe stata la sua ultima espressione. Un camion, un enorme Tir stava passando proprio in quel preciso istante diretto con il suo carico verso il porto e per evitare il traffico dell'ora di punta il camionista aveva deciso di partire in anticipo, una sfortunata coincidenza per Akihiko, il ragazzo provò a frenare e a sterzare ma fu tutto inutile, lo scontro fu inevitabile ed incredibilmente violento, tanto che la macchina fu scaraventata via di rimbalzo di alcuni metri girandosi più e più volte su se stessa finendo sottosopra.
    Akihiko si trovava ora a testa in giu, ancora agganciato al sedile dalla cintura, quasi tutte le ossa del corpo ridotte in frantumi e il viso ridotto ad una maschera di sangue, era vivo, per lo meno lo era per adesso, grazie ai sistemi di sicurezza della macchina, ma nessuno può sopravvivere ad un simile impatto. Non sentiva più niente, solamente caldo, un caldo quasi insopportabile che sembrava partire dall'interno del suo corpo e pervadergli tutto l'organismo e dopo quell'intenso caldo arrivarono i primi dolori, dapprima fiochi come la puntura di una zanzara ma lentamente si facevano sempre più intensi fino a diventare insopportabili. Avrebbe voluto urlare ma dalla sua bocca uscirono solo rochi gorgoglii che sapevano di sangue che lentamente stava colando giu verso i suoi occhi. Solo ora si rendeva conto di ciò che era accaduto, stava morendo, LUI stava morendo in un modo cosi stupido, non poteva crederci, a causa della sua rabbia... a causa della sua troppa sicurezza stava morendo... si era ucciso da solo con le sue mani, non poteva crederci... non poteva essere vero... non poteva morire, aveva troppe cose da fare ancora, doveva appena iniziare a vivere una vera vita, doveva dimostrare di essere il MIGLIORE! Non poteva morire in un modo tanto STUPIDO! Non LUI!
    Eppure era cosi, stava morendo, il caldo ed il dolore di stavano attenuando e lui si sentiva mancare, lentamente stava chiudendo gli occhi... si stava morendo... pensò un'ultima volta ai suoi genitori, da loro voleva solamente affetto, era forse chiedere troppo? Ma il suo vero ultimo pensiero fu:

    § Ho fallito...§

    Gli occhi lentamente si chiusero e l'ultimo alito di vita usci dalla sua bocca insanguinata.

    Un suono ripetitivo riempiva il buio della sua mente, un suono stridulo e costante, cosa diavolo poteva essere? "Ninooo ninooo" rimbombava nella sua testa "Ninooo ninooo" ancora una volta, due tre e tante di più finchè non diventò talmente fastidioso da costringerlo ad aprire gli occhi nonostante la fitta lancinante che sentiva alla testa. Riprese appena coscienza di se e si accorse di essere sdraiato con il viso sul freddo e duro asfalto... ma com'era possibile? Lentamente alzò la testa, sentiva ancora una fitta allucinante ma niente in compenso al dolore che prima gli invadeva il corpo, non era morto? Forse aveva solamente perso i sensi ed ora lo stavano soccorrendo? Sentiva ancora la sirena rimbombargli dentro la testa e le voci di decine di persone che urlavano o parlottavano tra di loro, cosa diavolo stava succedendo? Aprì gli occhi lentamente per carcare di capire cosa stesse succedendo ma la vista era sfuocata, gli volle qualche secondo per riprendere possesso delle sue facoltà, e tiratosi a sedere sull'asfalto, neanche lui sapeva come dato che avrebbe dovuto avere il corpo sfracellato, iniziò a guardarsi intorno. Si trovava alle spalle di un gremito gruppo di persone che fissavano tutte attentamente qualcosa sulla strada, però non riusciva a vedere bene, si guardò ancora attorno, ne la macchina ne il camion erano li e di fianco a lui non vi erano soccorritori, ma che diavolo stava succedendo? Forse non si erano accorti che era ancora vivo e lo avevano poggiato li con poca grazia? Ah!! Gliene avrebbe dette quattro!! Decise di scoprirlo e con non poche difficoltà si alzò in piedi barcollando più e più volte rischiando di cadere si avvicinò alla folla di persone li radunate e grazie alla sua altezza potè spaziare sopra le loro teste ed osservare la scena ed immediatamente i suoi due occhi bicromatici si dilatarono nuovamente in preda allo stupore, il camion, la sua macchina rigirata sottosopra con lo sportello tagliato con una motosega per liberare il suo corpo e sangue, tanto, troppo sangue perchè potesse essere ancora vivo, con un senso di stupore e terrore allungò una mano per spostare le persone di fronte a se e passare, non capiva cosa stava succedendo, ma la sua mano non incontrò la resistenza del corpo umano e vi scivolò sopra, Akihiko se la fissò ed iniziò a tremare:

    - Che diavolo stA SUCCEDENDO?!? -

    Credeva di essere sul punto di diventare pazzo, era li! Stava bene! Perchè non se ne accorgeva nessuno?! Sembravano non aver neanche sentito il suo urlo... poi con una risata quasi isterica escalmò:

    - Ah ho capito! E' uno scherzo! Uno scherzo che mi hanno organizzato i miei genitori per farmi ricredere su di me! Ah ah ah molto diverte ma ora basta! -

    Ma quello non era affatto uno scherzo, si voltò di nuovo ed oltre la folla vide i suoi genitori girati di spalle, sua madre tremante abbracciata a suo padre, fece un giro largo per evitare la folla e urlava verso i suoi genitori per farli girare, ma loro sembravano non sentirlo, stava per poggiare la mano sulla spalla della madre per farla girare e per poi abbracciarla e dirle che le voleva bene! Si il loro piano era risucito! Si era ricreduto però sarebbe dovuto finire li! Ma la sua mano si bloccò a mezz'aria quando sentendola piangere disperatamente sporse gli occhi di fronte a se e vide un corpo sopra una barella quasi del tutto coperto da un lenzuolo bianco, solo il viso era scoperto anche se tumefatto e quasi irriconoscibile... era lui quello steso sulla barella... un infermirere sui cinquanta corpì anche il suo volto con il lenzuolo ed insieme al suo compagno alzò la barella e la infilò dentro la macchina diretta all'obitorio che si allontanò da li. Era morto davvero... le gambe gli cedettero e Akihiko si ritrovò a terra in ginocchio tremante con le lacrime che gli scendevano copiose dagli occhi... non riusciva a pensare a niente, non capiva niente... poi abbassò lo sguardo ed osservò il suo corpo muovendo le mani, lo sentiva, si sentiva esattamente come se fosse vivo ma non lo era e poi per la prima volta si guardò il petto, da li pendeva una catena dalla strana forgia spezzata ad un'estremità e attaccata ad un bussolotto nel suo petto... e quella che diavolo era? La prese con le mani ed iniziò a tirarla, ma non si staccava.
    La folla lentamente si diradava, Akihiko si guardava attorno con aria trasognata, tutto questo non aveva alcun senso... i suoi genitori salirono sulla macchina e si allontanarono da li, il ragazzo non provò a fermarli ne a chiamarli... aveva capito che era tutto inutile loro non otevano sentirlo. In una decina di minuti la folla si disperse mentre un autocarro provvedeva a portare via i resti distrutti della macchina del ragazzo. Un centinaio di sensazioni diverse attraversavano il ragazzo, sentiva freddo e caldo allo stesso tempo, come se avesse la febbre, il suo stomaco era in subbuglio e più volte dovette ricacciarvi dentro la bile che sentiva salire alla bocca, era morto ma si sentiva come si sentiva in vita... perchè?
    Akihiko adesso era da solo, forse lo era stato sin da bambino ma la figura dei suoi genitori anche se spesso assenti era confortante per lui... ma li... in quel "niente" era davvero solo. Ma un unico pensiero lentamente si faceva strada sino alla sua testa... era morto come un qualsiasi sfigato... come una persona normalissima e lui non lo era... no non lo era affatto lui era SUPERIORE alle altre persone! Come poteva essere morto?! Ed ora chi si sarebbe ricordato di lui?! I suoi genitori?! Amici non ne aveva... nel mondo la sua unica impronta sarebbe stato un nome in qualche registro scolastico ed in un epiffitario? No NON POTEVA ACCETTARLO!!

    Perso come era nei suoi delirii di onnipotenza il ragazzo non fece caso a due enormi occhi che gia da un pò di tempo lo stavano scrutando con particolare interesse.

    Un nuovo capitolo di una nuova vita stava per essere scritto quel giorno.

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    Narrato
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    §Pensato§

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    Lesson I: Don't talk to strangers.
    She always said that to me.
    I found her corpse two days later...
    She had been killed by her best friend



    Essere morto è già di per se un problema, ma accettarlo è sicuramente un passo ancora più grosso.
    Dovresti ringraziare il tuo ego smisurato, ti ha aiutato molto nel processo di superamento di questo shock...
    Tuttavia rimane un ultimo scoglio da superare; ovvero capire che la morte non è affatto la liberazione da tutte le preoccupazioni mortali.
    Eh, già.
    Non solo la tua catena adesso è infranta, e un dolore sordo ma costante sale dal tuo plesso solare verso il resto del corpo, ma noti con fastidio che sei anche infreddolito, stanco e cosa peggiore di tutte affamato.
    C'è un solo problema, adesso ti trovi in uno stato immateriale, nonpuoi afferrare niente, figuriamoci ingoiarlo e digerirlo.
    Decisamente un grosso problema.
    Così decidi di spostarti, ignorando temporaneamente i morsi della brama di cibo, dalla cruenta rovina carbonizzata che un tempo era la tua macchina.
    Così inizi a camminare lungo le strade di una città che ha appena iniziato a risvegliarsi, crogiolandosi sotto i tiepidi raggi di un sole appena nato.
    Nessuno sembra vederti, quasi fosse un contrappasso creato dalla natura per punirti della tua superbia e della tua arroganza.
    Volevi essere il più eminente e importante di tutti?
    Bene, adesso sei solo una nullità insignificante, ignorato da tutti.
    O forse no.
    Infatti una profonda voce cavernosa risuona alle tue spalle, proveniente da un vicolo.
    Ragazzo, avvicinati...

    E' un qualcosa di terrificante, ma allo stesso tempo terribilmente allettante, quasi fosse l'ipnotico richiamo di una sirena che ti attira a lei.
    Avanti non essere timido, sappi che posso risolvere ciò che ti assilla, esprimere ogni tuo desiderio;spiegami quale è, e lo realizzerò...

    La sua proposta sembra allettante, ma ci sarà da fidarsi?
     
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    I walk a lonely street

    Che figura dannatamente pietosa, in ginocchio tremante ed in lacrime come una femminuccia, lui che in vita si era sempre elevato al di sopra di tutti ora nella morte era a terra, strisciante come un invertebrato dopo una stupida morte da LUI voluta. Dov'èra la sua grandezza adesso? Dov'era la sua superiorità? Non c'erano! Perse per sempre! Forse nel mondo degli uomini avrebbe potuto avere la stoffa per diventare davvero il migliore, sarebbe diventato un'importante uomo d'affari e perchè no il famoso Dirigente della più grande azienda del Giappone, conosciuta in tutto il mondo! Le aveva le carte per arrivare a tutto ciò e le ha buttate, gettate via come si fa con il mozziccone ormai infumabile di una sigaretta, in uno stupido atto di follia dovuto al suo troppo sentimentalismo! I suoi genitori erano gli unici a provocare emozioni in lui e quel giorno erano arrivati ad esasperarle, facendo infuriare Akihiko come mai in vita sua e a causa di tale furia la sua vita era giunta al termine, si la colpa era la loro! Solo loro! Uno come lui non sarebbe mai potuto morire cosi stupidamente! Lui era destinato a diventare il PIU' grande! Ma li in quella desolata solitudine chi mai sarebbe potuto diventare? Ormai non era più nessuno e lo sarebbe stato per sempre, un Nessuno, non potevano vederlo, sentirlo, toccarlo, parlargli, era Nessuno.
    Le lacrime continuarono a fluire dagli occhi del ragazzo bagnandogli le guancie e fluendo a terra mentre la sua mente era attraversata da troppi pensieri per poterli realizzare distintamente o forse semplicemente non pensava affatto, non era in grado di dirlo. Non sa per quanto tempo pianse li in ginocchio in quello sporco marciapiede, ore, giorni forse secoli non sapeva dirlo, per lui il tempo era diventato un dettaglio irrilevante ormai. Girò leggermente la testa alla sua destra sentendo la gru del carroattrezzi che stava sollevando i resti devastati della sua BMW, da cui era ancora possibile scorgere il sangue perso nell'urto che insozzava gli interni in pelle ormai irrimediabilmente distrutti, e caricarla sulla rampa per poi portarla via sotto la tutela della polizia che stava deviando il traffico mattutino che si sarebbe fatto sempre più intenso.
    La sua attenzione si pose infine su uno specchio. appeso all'esterno del locale di un barbiere con incisa in rosso la scritta "Serve un aggiustata al taglio?", e li si fissò, poteva vedersi riflesso come se fosse ancora vivo, come se possedesse ancora un corpo e si guardò a terra, strisciante ed in lacrime, ma cosa stava facendo li? Stava piangendo come un bambino, e da bambino aveva pianto veramente pochissime volte, i suoi occhi bicolore erano rossi e gli bruciavano ed infine era a terra, in ginocchio. Un sorriso amaro gli si stampò sul viso, ed una domanda si fece largo nella sua mente:

    § Ma cosa sto facendo?§

    Si stava arrendendo all'inevitabile, come avrebbe fatto ogni persona nella sua situazione, ma lui non era una QUALSIASI persona, no non lo era.
    Con le mani si asciugò le lacrime che gli solcavano il volto e cercò di ritrovare la calma per poter ragionare, era una situazione strana, al limite dell'inverosimile ma non per questo non l'avrebbe superata, anzi era sicuro di riuscire a cavarsela egregiamente anche in quel frangente, forse non aveva più un corpo in carne ed ossa che potesse toccare o esser visto, ma la mente era la sua, i ricordi, le abilità, le conoscenze, tutto era ancora fisso li dentro ed era quello che veramente importava, si ormai ne era sicuro, ne sarebbe uscito a testa alta un'altra volta.
    Si alzò in piedi ancora un pò barcollante, sentiva le gambe ancora tremolanti per lo shock ma poteva restare in piedi e camminare. Iniziò a guardarsi bene quello che sembrava in tutto e per tutto il suo corpo, iniziò dalle mani, si tastò il viso, le spalle, il petto con quella strana catena e le gambe, si avvicinò poi allo specchio di prima e osservò la sua immagine riflessa, ciò che vedeva era esattamente l'immagine del suo corpo, gli stessi occhi, capelli e gli stessi abiti dell'incidente. Mentre si contemplava allo specchio due ragazze giovani con la divisa scolastica gli passarono proprio attraverso non urtandolo in maniera alcuna, Akihiko le osservò parlottare e ridere tra di loro allontanandosi senza degnarlo di uno sguardo o di un'attenzione, non un urto vi era stato. Capì che quello era si il suo corpo, ma era come una proiezione incorporea di ciò che era in vita quindi ora doveva essere nello stato di Anima. Lui era ateo ma era sempre stato molto interessato dai vari testi sacri di diverse religioni e l'anima era sempre riportata in tutti come qualcosa si superiore ed interno ad ogni essere umano. Sinceramente non ci aveva mai creduto ma ora alla prova dei fatti dovette ricredersi, era morto ed era li allo stesso tempo.
    Però c'era qualcosa che non quadrava, tutte le religioni ed in particolare il Cristianesimo dicevano che una volta morti tutte le debolezze e le necessità del corpo materiale sarebbero svanite, ma Akihiko sentiva chiaramente tutto quelle sensazioni tipiche del corpo umano, aveva i brividi e la pelle d'oca lungo tutto il corpo dovuto al freddo, non tirava un filo di vento ma sentiva uno strano gelo percorrergli la pelle, anche troppo pungente per la stagione dell'anno in corso, si sentiva sfinito come dopo una serata in palestra e il suo stomaco protestava vistosamente come se non mangiasse da diversi giorni. Ma la cosa che più lo infastidiva era quell'insistente dolore che sentiva praticamente da quando aveva ripreso i sensi dopo la sua morte, un dolore non troppo acuto, non cessava mai di dargli il tormento, prendeva la zona che andava dall'ombellico allo stomaco e se ricordava bene le lezioni di anatomia umana quello sarebbe dovuto essere il plesso solare.
    Il gorgoglio dello stomaco si fece sempre più insistente e la fame lo stava assalnedo, c'era un qualche modo di nutrirsi in quello stato? Li vicino vi era un albero con alcune foglie a terra, provò a prenderne una in mano, magari ci riusciva, nei film i fantasmi potevano sollevare le cose, ma come le sue dita si chiusero attorno allo stelo della foglia notò che questa non si alzava, non poteva più toccare nulla che appartenesse al mondo reale, era come se si trovasse in una dimensione esterna ma allo stesso tempo intrinseca nel mondo reale. Questa scoperta non fece che acuire il suo malcontento e la sua sicurezza iniziò lentamente a vacillare.

    Restare li era inutile ormai, doveva provare a muoversi, forse avrebbe trovato qualche modo per gestire la situazione ma intanto non doveva pensare ne alla fame, ne al freddo, ne al dolore, cosa più facile da dire che da fare. Iniziò a camminare sotto i caldi raggi di un sole nascente, che non riuscivano minimamente a scaldarlo, mentre la città piano piano prendeva vita iniziando la nuova giornata, le macchine aumentavano cosi come le persone alla fermata dei bus e i ragazzi si dirigevano o a scuola o all'università. Tutto era nella norma, come se nulla fosse successo, e difatti era cosi. Cosa poteva importare ad una intera città della tragica morte di un giovane ragazzo in un incidente d'auto? Ne succedevano ogni giorno e lui non avrebbe fatto la differenza, forse ne avrebbero parlato in un qualche trafiletto di un piccolo quotidiano ma nulla di più, la sua morte non avrebbe poi avuto tutto questo scalpore perchè per quanta imortanza si dasse Akihiko non era riuscito a diventare qualcuno di veramente importante.
    Perso in questi angoscianti pensieri il ragazzo non si accorse di essere arrivato di fronte alla sede dela sua università, quando sollevò lo sguardo di fronte ai cancelli vide un gremito gruppo di ragazzi che parlavano tra di loro, li riconobbe, erano alcuni suoi compagni di corso e alcuni novellini che si divertiva ad umiliare di tanto in tanto. Nemmeno lui sapeva perchè si stava avvicinando a loro, forse inconsciamente sperava che potessero vederlo o che forse, saputo della sua morte fossero in qualche modo dispiaciuti ma nel loro volto non vi era aria di tristezza o quant'altro. Stavano effettivamente parlando dell'incidente poco lontano dalla loro università ed una ragazza disse di aver riconosciuto l'auto di Akihito ma nessuno diede segno di dispiacere, anzi, un paio di loro parvero addirittura gioire di ciò ed un ragazzo, la sua vittima preferita lo esternò addirittura ad alta voce:

    ° Ah! Gli sta davvero bene a quel figlio di puttana! Si credeva un Dio sceso in terra ed è morto come un idiota! °

    Una rabbia folle iniziò ad attraversare Akihiko, ma come si permetteva quella feccia di parlare di lui in quel modo?! Lui non era nessuno! Era solo un fottuto bastardo figlio di papà che si trovava li per capriccio e per perdere tempo! Era il più incapace ai corsi e per questo si divertiva un mondo a torturarlo, perchè era un povero incapace! Sconvolto gia da tutta quella assurda situazione Akihiko sollevò il pugno destro e lo scagliò contro il volto di quell'insulso essere invertebrato, ma lo attraversò come fosse aria, lo slacio e il mancato impatto fecero rovinare a terra Akihiko alle spalle del ragazzo. In preda all'ira lo aveva scordato per un istante... era morto.

    Camminava da solo in una strada deserta, di fronte a se le sue speranze ed i suoi sogni che come specchi venivano infranti al suo passaggio disintegrandosi in migliaia di pezzi diversi. Dopo la morte vi era il nulla... era proprio vero. Lui non era più nulla e non sarebbe stato mai più nulla, solo un fantasma che avrebbe girato in eterno nella solitudine più completa e neanche la morte poteva liberarlo da ciò in quanto era gia morto. Il dolore al petto e la fame non lo avevano abbandonato acuendo in lui il senso di sconfitta che gli pesava gia sul groppone. Quale orribile punizione aveva ideato il fato per lui? Occhio per occhio dente per dente si dice e questa sembra essere una legge universale. Lui che in vita non ha fatto altro che elevarsi al di sopra degli altri e mettersi in mostra ora era costretto a giacere nel niente impossibilitato a fare qual si voglia cosa che potesse metterlo al di sopra di altri e ad essere ignorato da chiunque incontrava.
    Ma forse non era vero che nessuno prestasse lui attenzione. La sensazione di freddo che sentiva si acui maggiormente ed un brivido freddo gli salì lungo la schiena bloccandogli il cuore per un istante, cos'era quell'orribile sensazione che sentiva?
    Ad un tratto un suono cavernoso proveniente da un vicolo alle sue spalle lo fece sussultare tanto che cadde nuovamente a terra tremante, era una voce, talmente tremenda e traboccante di orrori che sembrava essere stata vomitata fuori dall'inferno stesso e sembrava rivolgersi a lui:

    Ragazzo, avvicinati...

    Si, stava rivolgendo proprio ad Akihiko quella voce, ma il ragazzo era troppo scosso per potersi muovere o rispondere e si limitava a stare seduto a terra tremante con gli occhi bicolore spalancati a fissare quel vicolo dal quale non vedeva nulla, nell'ennesima pietosa figura di quella infernale giornata:

    Avanti non essere timido, sappi che posso risolvere ciò che ti assilla, esprimere ogni tuo desiderio;spiegami quale è, e lo realizzerò...

    Nonostante la sua tremenda potenza quella voce dentro di se aveva un qualcosa di caldo, di rassicurante e il ragazzo provato da tutto ciò che gli stava accendo si stava lasciando tentare da quel calore e da quella inaspettata dichiarazione di aiuto. Ma ci sarà stato davvero da fidarsi? Akihiko non credeva nel Diavolo, ma non credeva nemmeno nelle Anime eppure adesso lui era tale... se esistono le anime potevano anche esistere Dio ed il Diavolo... e se lo stesse tentando? Era troppo allettante come proposta per la situazione disperata in cui si trovava sicuramente ci sarebbe stato qualcosa sotto...
    Poi si trovò a riflettere ancora una volta, cosa aveva da perdere ormai? La sua vita era finita e vagare per l'eternità in quello stato, vedendo altri indegni esseri raggiungere ciò che lui si era prefisso sin da bambino non forse una punizione eterna gia sufficiente? Vendere la sua anima al Demonio per una seconda occasione sarebbe stato poi cosi tremendo rispetto a ciò che si presentava di fronte ai suoi occhi?
    Non si sa se a mente veramente lucida Akihiko avrebbe rifiutato quell'invito, ma la sua psiche era gia stata fin troppo stravolta e la lucidtà sembrava averlo abbandonato da molto ormai. Si tirò in piedi cercando di non dar a vedere che stava tremando ancora, non sapeva cosa l'aspettava e quella suadente e malefica voce lo attirava come una mosca al miele, come una sirena attirava verso gli scogli uno sventurato marinaio, ma se Ulisse aveva superato quella prova perchè non poteva riuscirci anche lui?

    - Il mio desiderio? Ho un solo desiderio o possente Signore degli Inferi, avere una seconda possibilità per dimostrare di essere IO il migliore! Sono pronto a venderti la mia anima senza esitazioni se è ciò che tu brami, dammi solo ciò che ti chiedo !!-

    E mentre parlava a colui che credeva il Signore degli Inferi a passi lenti e incerti si avvicinava sempre di più al vicolo dal quale proveniva la voce.

    image
    Narrato
    -Parlato-
    §Pensatoi§

    °Parlato Altrui°

    Note: Allen posso chiederti un favore? Potresti togliere l'immagine dal titolo della discussione? Oltre a deformare tutto è anche brutta, non l'ho inserita io e veramente ti giuro che non so come abbia fatto ad inserirsi da sola -.-"
     
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    Lesson II: There is always a bigger fish.
    And you know?
    It reaaally has big teeth.
    Why you ask?
    For better tasting you.



    Ti avvicini alla fonte della voce,e quando svolti l' angolo non puoi fare a meno di rimanere impressionato.
    Una enorme maschera rettiliana ti osserva dall'alto di una fessura multicolore nel tempo e nello spazio, una lacerazione del continuum spazio-temporale alta almeno 15 metri e larga la metà.
    Si tratta di una creautra gigantesca,ciclopica, colossale.
    Un essere la cui mera stazza ti fa sentire una formichina,piccina piccina.
    Una nullità completa.
    Non avevi mai nemmeno ipotizzato che potesse esistere una bestia così grande,o almeno senziente a sufficienza per parlare.
    Signore degli Inferi eh? E'un bel titolo....mi piace!

    Tuona il gigantesco Menos Grande
    Mi compiaccio conte piccola cosina,sei riuscita ad allontanare la noia da me,per piùdi qualche secondo, e mi hai portato anche un gradito omaggio sotto forma di un nuovo epiteto che non avevo mai udito

    L' hollow china dunque la sua enorme testa verso dite,analizzandoti approfonditamente centimetro dopo centimetro con i suoi occhi, simili a fari di un camion da autotrasporti.
    Non controllo gli inferi come tu dici, quel luogo mi è precluso da sempre, e non ho tutti imirabolanti poteri che mi attribuisci

    La sua voce si fa più bassa e cupa
    Non posso farti diventare il migliore,è qualcosa di impossibile,tranne per un dio.
    Tuttavia una cosa la posso fare...posso mostrarti la strada verso il potere.
    Posso conferirti una potenza che se sfruttata nel modo giusto potrà permetterti di realizzare i tuoi sogni.
    Per farlo però ho bisogno che tu faccia una cosa per me.

    L' essere allarga il garganta,la voragine spirituale che conduce ad un altro mondo,diverso dal tuo e da quelloin cui eri vissuto sino ad ora.
    .
    Ovvero accompagnarmi nella mia terra, niente di più niente di meno.
    Sei pronto a tagliare i ponti con il tuo passato allora?

    La maschera rettiliana si piega in un cenno di domanda.
    E il gillian rimane la immobile,attendendo la tua risposta.

     
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    A pact with the Devil

    Mancavano ormai pochi passi ed avrebbe raggiunto il punto da cui veniva quella terribile ed allo stesso tempo magnifica voce, ogni passo gli sembrava sempre più pesante e non riusciva a capire il perchè, forse un ultimo barlume di ragione che inconsciamente tentava di fermare il ragazzo dal suo proposito, ma non era abbastanza forte e Akihiko stava avanzando inesorabilmente verso qualcosa di oscuro e maligno. La sua ragione era stata del tutto spenta dalla follia del ragazzo che ormai si era impadronita inesorabilmente della sua psiche. Il suo Io era stato completamente annullato e l'Es era emerso in tutta la sua forza dirompente investendo la mente cosciente di Akihiko, l'istinto gli diceva di farlo, svoltare quell'angolo per avere quella seconda possibilità che tanto ambiva, nessun freno morale, nessuna coscienza, voleva essere il migliore e basta! Non gli importava delle conseguenze! Avrebbe patito le fiamme eterne dell'inferno se fosse riuscito a portare a termine il suo scopo.
    Con gli occhi bicolore sbarrati e un sorriso folle e tremolante a trentadue denti stampato sul volto Akihiko si apprestò a voltare l'angolo con una fermezza mai prima riscontrata in lui:

    - Eccomi qui o Signore delle Tenebre, ti prego esaudisci il mio des... -

    Le parole gli si strozzarono in bocca non appena il suo cervello elaborò, in una frazione di millesimo di secondo, le immagini che provenivano dai suoi occhi, una cosa che mai si era vista in terra era ora di fronte agli occhi di un terrorizzato Akihiko, pallido come un fantasma iniziò a sudare freddo ed il battito del suo cuore era accellerato a dismisura, si stava sentendo mancare, non poteva esistere ciò che stava osservando. Vi chiederete cosi abbia mai spaventato cosi tanto il ragazzo? No non si strattava dell'aspetto orrendo e deforme del Diavolo come si aspettava lui, no era qualcosa di molto concreto, reale ed enorme. Di fronte a lui era appena apparsa una gigantesca... non sapeva neanche come definirla... il termine più appropriato sarebbe stato "frattura" si... era proprio come se vi fosse una enorme frattura nel cielo che scendeva sino a terra. Assomigliava in maniera impressionante ad una frattura spazio-temporale, che consentiva il viaggio attraverso le dimensioni, che aveva visto una volta in un telefilm di fantascienza. Era talmente enorme che superava in altezza le vicine case, il ragazzo non avrebbe saputo dirlo ed al momento neanche gli interessava più di tanto, ma quella frattura era alta all'incirca quindici metri e larga appena sette. Ma ciò che lo aveva davvero terrorizzato non era tanto una frattura nello spazio-tempo, dopo essere diventato un Anima avrebbe potuto credere anche in Babbo Natale, ma quanto l'enorme l'essere che si era affacciato da quella frattura. Quello che sembrava essere il teschio di un gigantesco dinosauro era affacciato in quella finestra che si apriva sul nostro mondo, dall'oscurità che si proiettava all'interno non si riusciva bene a distinguere il corpo di quella terrificante creatura. L'unica parte ben visibile era quella specie di "maschera" che lo stava fissando. Sarà stato quel bestione a parlare al ragazzo prima? Come poteva un essere del genere possedere una stazza cosi grande ed allo stesso tempo un intelleto che gli consentisse di parlare? Non esisteva nulla di simile nel mondo... ma lui non era più nel "mondo" come lo conosceva ed era questo che ancora non aveva capito.
    Le gambe di Akihiko cedettero di nuovo e si ritrovò per la terza volta a terra. Che pena... l'uomo che si era elevato al di sopra di tutti gli altri uomini si sentiva ora una insignificante formichina che tremava, tremava perchè si sentiva impotente, tremava perchè aveva paura, tremava perchè non sapeva, non conosceva, era qualcosa che andava al di là delle umane comprensioni e come tutte le cose che non si comprendono anche quella faceva paura, anche se c'è da dire che i quindi metri di bestione gigante con il viso da dinosauro facevano il loro sporco lavoro nel terrorizzare il ragazzo più del fatto di non sapere nulla su un essere simile.
    Nonostante l'evidente terrore del ragazzo il bestione sembrava non avere intenzione di fargli del male, anzi, come un uomo è incuriosito dalla piccola formica che gli passa vicino quel bestione era incuriosti dal ragazzo che a terra tremava come un panno al vento. Parlò nuovamente rivolgendosi ancora una volta ad Akihiko:

    Signore degli Inferi eh? E' un bel titolo....mi piace!

    Si non c'erano dubbi, era stato lui a parlare, la voce terrificante ed allo stesso tempo suadente di prima era la sua. Akihiko era ancora steso a terra in ginocchio con gli occhi che spalancati fissavano con terrore e stupore allo stesso modo il gigante che parlava tra se e se, sporadici frammenti di quel che diceva arrivavano all'attenzione di Akihiko, ancora troppo turbato per comprendere appieno ciò che stava accadendo:

    °Mi compiaccio conte piccola cosina, sei riuscita ad allontanare la noia da me, per piùdi qualche secondo, e mi hai portato anche un gradito omaggio sotto forma di un nuovo epiteto che non avevo mai udito °

    Lentamente iniziò a chinare la sua enorme testa affacciandosi ancor più nel mondo di Akihiko e avvicinandosi lentamente al ragazzo. Da due buchi in quella maschera che da cosi in alto il ragazzo non aveva notato erano beni visibili due "luci" che si spostavano sul ragazzo come incuriosite da lui, probabilmente tali luci erano gli occhi di quella creatura che ora stava squadrando il ragazzo da cima a piedi, non che ci fosse molto da vedere per il bestione.
    Quando sembrò essere soddisfatto quella creatura parlò ancora una volta:

    ° Non posso farti diventare il migliore,è qualcosa di impossibile,tranne per un dio. °

    Alla pronuncia della parola "migliore" Akihiko ebbe come un tuffo al cuore ed improvvisamente tornò in se riuscendo a comprendere ciò che gli stava dicendo, non poteva farlo diventare il migliore... allora era davvero tutto perduto?:

    ° Tuttavia una cosa la posso fare... °

    Akihiko fu come attraversato da una forte scossa elettrica che lentamente gli stava facendo tornare le forze e scomparire il terrore, tanto che i suoi occhi si stavano lentamente richiudendo tornando ad una posizione più naturale, le sue gambe avevano ripreso vita e si sarebbero potute alzare da un momento all'altro... forse c'era ancora una speranza:

    °...posso mostrarti la strada verso il potere. °

    Il potere... si il potere! Era ciò di cui necessitava il ragazzo, il potere per realizzare i suoi scopi, un leggero sorriso stava affiorando sul suo volto senza che lui se ne accorgesse... forse era uno spaventoso incubo quello in cu isi stava cacciando, ma per lui adesso era come un incantevole sogno:

    °Posso conferirti una potenza che se sfruttata nel modo giusto potrà permetterti di realizzare i tuoi sogni. °

    Le forze erano tornate al ragazzo, tanto che aveva scordato il terrore allucinante di poco prima ed ormai non sentiva più nemmeno la fame e lo strano dolore che gl iattanagliava il petto... pendeva letteralmente dalle labbra di quella creatura... lentamente si alzò in piedi non staccandogli gli occhi di dosso per la paura che ptoesse scomparire:

    ° Per farlo però ho bisogno che tu faccia una cosa per me. °

    - Qualsiasi cosa! Farò qualsiasi cosa tu mi chieda!

    La rispsota fu talmente tanto fulminea che Akihiko non si era nemmeno accorto di averla pensata prima di rispondere, ma non gli importava, era il potere che desiderava ardente e non gli importava il prezzo da pagare.
    Improvvisamente la fessura si ingrandì ancora di più arrivando a toccare fino a terra, come una specie di spettrale invito:

    °Ovvero accompagnarmi nella mia terra, niente di più niente di meno.
    Sei pronto a tagliare i ponti con il tuo passato allora? °


    Passato? Quel miserevole passato? Non ci avrebbe pensato due volte ad abbandonarlo, la sua vita non gli era mai piaciuta veramente e dopo la sua morte ed il consecutivo fallimento del suo unico obbiettivo tutto quel passato non aveva più importanza, non aveva veri affetti da rimpiangere, non gliene importava niente dei suoi genitori, era per colpa loro se quella mattina il ragazzo era morto e piuttosto che passare un eternità in quella desolata esistenza sarebbe finito anche all'inferno...

    - Si... sono pronto... -

    Aggiunse semplicemente, lentamente un passo dopo l'altro Akihiko si stava lentamente avvicinando a quella fessura nello spazio, non pensava a niente, la sua mente era vuota, un mero istinto di puro egocentrismo era a guidarlo, guidarlo verso l'assunzione di un potere che gli avrebbe concesso di far avverare i suoi sogni. L'interno di quel passaggio era completamente buio, non si vedeva niente se non il bestione che osservava il ragazzo avvicinarsi lentamente. Si fermò ad appena un passo dalla frattura... un ripensamento?

    - Andiamo... -

    Ed immerse il primo passo in quel tenebroso mondo...


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    Narrato
    -Parlato-
    §Pensatoi§

    °Parlato Altrui°

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    Lesson III:You should ever clean your teeth.
    You may ask
    Why I have to do such a thing?
    The reason is simple
    When you eat something you have to be polite
    Their last breath
    Should be their fresher




    Non appena poni piede al di là della vibrante crepa spazio-temporale il tuo piede precipita nel nulla trascinandoti con se.
    Oscurità e luce, colore e grigio, rumore e silenzio, tutto si mescola in un caleidoscopio di forme e colori impossibili, che generano un mondo che non dovrebbe nemmeno esisterese si dovesse dare retta alla parola denominata logica.
    Si tratta del Garganta, il passaggio dimensionale tra il mondo dei vivi e l'hueco mundo.
    Chiunque vi metta piede, se non è un hollow, rischia di smarrirsi per sempre nelle gallerie di quel multiverso.
    E sai quale è la cattiva notizia?
    Tu non sei un hollow.
    Fortunatamente per te una enorme mano ti afferra per la collottola soffocandoti, prima di porti su un enorme palmo corazzato
    Attenta creaturina, questo luogo non è fatto per quelli come te, il suo attraversamento ti è precluso...

    Tuona la possente creatura mentre attraversa senza sforzo alcuno quel mare di caos.
    Poi improvvisamente dopo un paio di minuti il colosso si ferma,prima di sollevare un artiglio e dilaniare la parete che prima sembrava estendersi all' infinito.
    Siamo arrivati mio piccolo amico, questo è l'hueco mundo, il mondo della tenebra eterna...

    Dice indicandoti con un ampio gesto le dune attorno a te.
    Niente sembra smuovere l'infinita distesa di sabbia bianca, eccetto alcuni sporadici refoli di vento.
    E anche la tua nuova casa.

    Conclude soddisfatto.
    Adesso non rimane altro che aprirti la strada per il potere, darti una possibilità di soprvvivere in questo luogo.
    D'ora in avanti ti aspetta una vita di battaglie, di scontri, di sangue e di violenza.
    Se prevarrai sui tuoi nemici dimostrerai di essere il migliore, e dominerai.
    Se fallirai....L' oblio è là che ti aspetta.
    Ho voluto donarti una seconda possibilità, tu non sprecarla

    Poi con un gesto troppo rapido per essere visto la sua enorme mano cala a pochi millimentri dal tuo naso, recidendo di netto la catena che era collegata al tuo petto.
    In un paio di secondi ti senti male, un fluido bianco emerge da ogni poro del tuo corpo ed esplodi,sollevando una nuvola di nebbia, sabbia e materia bianca viscosa nebulizzata.
    Ti stai trasformando in un qualcosa, la tua volontà adesso ha raggiunto uno status semi-divino, permettendoti di plasmare la materia a tuo piacimento.
    Pian piano le tue molecole si ricombinano in nuove forme.
    Mentre una risata roboante proveniente dal Gillian avanti a te annuncia fragorosamente la tua nascita.
    Poi trasmutato in un nuovo essere, muovi il primo passo verso una nuova esistenza.

     
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  9. _>>Dark<<_
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    Rebirth

    Un passo. Avrebbe dovuto fare un solo altro passo e si sarebbe lsciato alle spalle quella miserevole condizione di esistenza in cui era sprofondato. Aveva ripudiato il suo passato, la sua vita e gli unici affetti che avesse mai avuto senza alcun pensiero, senza rimorso, li aveva presi, accartocciati come un foglio in cui era stato scritto un racconto completamente sbagliato, ed il racconto era la sua vita e gettati via senza alcun ripensamento. D'innanzi a lui si stava aprendo una seconda possibilità, si stava formando una seconda vita, una pagina completamente bianca che lui avrebbe scritto in inchiostro scarlatto, scarlatto come il sangue ed il sudore che avrebbe incosapevolmente versato nelle lotte che avrebbe affrontato per arrivare all'apice. Si stava accingendo ad entrare in possesso di un potere promessogli da una creatura dall'apparenza divina, non aveva idea di che tipo di potere si trattasse ma non gli importava, a lui interessava solamente la forza che sarebbe conseguita da quel potere e per averlo non avrebbe dovuto fare altro che compiere quell'unico passo.
    L'enorme frattura era proprio di fronte a lui, tremante come se fosse inondata di energia allo stato puro, al di là di quella solo un buio infinito e quel'enorme creatura che lo stava attendendo pazientemente. Dentro di se sentiva una voce roboante, quella del suo più intimo inconscio che urlava spazientito, voleva al più presto ricevere quella forza. Non si doveva ascoltare il proprio istinto ed Akihiko lo sapeva, di fatti ogni sua azione era prima giustamente ponderata, ma la sua mente devastata dal trauma della morte e dalla comprensione della sua totale nullità in quello stato post-mortem, aveva perso completamente la ragione e l'istinto spadroneggiava indisturbato nella mente del ragazzo. Non riconosceva la differenza tra bene e male e ciò che si trovava di fronte era un concentrato pure e semplice di malvagità, ma lui vedeva solamente la via per il potere.
    I suoi occhi bicolore balenarono di una strana luce ed un leggero sorriso apparso sulle labbra ruppe la serietà del suo volto. Mosse il piede destro e lo immerse completamente in quel buio, sembrò toccare qualcosa di solido cosi ormai sicuro di se Akihiko si diede lo slancio e penetrò quella barriera invisibile che separava i due mondi, non appena lo fece sentì come uno strano formicolio in tutto il corpo, forse l'attraversamento della barriera lo aveva inondato di quella energia che sentiva pulsare prima, ma dopo poco sparì e non se ne curo più, se non per il fatto che appena quella strana sensazione svanì fu come se sotto i piedi di Akihiko non si trovasse più nulla di solido ed il ragazzo si ritrovò in una improvvisa e roccambolesca caduta libera verso un nulla infinito. Non si accorse immediatamente di ciò che stava accadendo, la sua mente impiegò qualche secodo per capire che il corpo stava precitando iniziando a girare su se stesso a causa dell'angolo di caduta e non appena ciò accadde il terrore si impadronì nuovamente di Akihiko che iniziò ad urlare come un pazzo mentre veniva risucchiato sempre più in quel nulla, le lacrime iniziarono a sgorgare dai suoi occhi perdendosi nel niente esattamente come le sue urla. Che cosa aveva fatto? Perchè si era fidato di quella creatura? A tal punto desiderava la forza da farsi attirare in una trappola? Una trappola eterna in cui non avrebbe fatto altro che precipitare in un vuoto infinito senza che nessuno potesse sentirlo, aiutarlo, salvarlo... neanche la consolazione della morte poteva ritrovare in quanto era gia morto...
    Improvvisamente quel buio eterno fu lacerato da un'improvvisa e forte luce che accecò gli occhi abituati al buio di Akihiko, tanto da costringerlo a portarsi una mano di fronte a loro per proteggerli, poi cosi improvvisamente come era apparsa la luce svanì di nuovo nel nulla, per poi tornare ancora una volta ed ancora una volta svanire. Assieme alla luce anche una miriade di colori diversi tra loro invasero prepotentemente le iridi bicolore del ragazzo per poi sfumare in un tetro grigio come se si stesse guardando un programma in una vecchia televisione in bianco e nero e poi di nuovo buio. A quel caos accecante di luci si aggiunse anche una cacofonia di suoni simili a delle ovazioni da stadio, talmente forti da costringere Akihiko a tapparsi le orecchie per non ritrovarsi con i timpani sfondati, per poi svanire in un istante lasciandolo nel più completo silenzio. Il tutto diventò un miscuglio inimmaginabile che portava lentamente il ragazzo verso la pazzia più totale, anche la caduta stessa sembrava rallentata da quello straordinario e terrificante spettacolo. Lo stupore fu talmente tanto che smise di urlare e le lacrime cessarono di fuoriuscire dai suoi occhi. Di fronte ad un incredulo Akihiko quelle luci e quei suoni davano vita ad un mondo inesistente per il normale raziocino umano, ma che era propio li, un mondo colorato e ridente ma allo stesso tempo tetro e silenzioso come la morte, poteva quasi toccarlo con mano lo sentiva, provò a toccarlo nella sua eterna caduta ma prima che potesse avvicinarsi troppo si sentì mozzare il respiro da una stretta del colletto della sua camicia, qualcosa o qualcuno lo aveva afferrato per la collotta ed ora lo stava lentamente tirando su poggiandolo delicatamente sopra un'enorme piattaforma metallica, non appena vi si fu assicurato in una posizione stabile iniziò a riprendere fiato.
    Akihiko era ancora troppo storido e spaventato per comprendere cosa fosse accaduto, era paonazzo e sudava freddo. La risalita non gli era sembrata eterna come la discesa, forse non era precipitato cosi tanto come pensava ma non sapeva dirlo era tutto cosi assurdamente insensato in quel mondo non ci capiva niente! Sarebbe impazzito del tutto lo sentiva! Aveva perso la ragione e tra un istante avrebbe perso anche la lucidità mentale!
    Fu una voce a riportalo alla realtà, la voce del suo salvatore:

    ° Attenta creaturina, questo luogo non è fatto per quelli come te, il suo attraversamento ti è precluso... °

    Adesso capiva. Aveva peccato di superbia pensando di poter attraversare tranquillamente quello spazio distorto che solamente un essere divino poteva attraversare e lui non lo era, lui era un comune essere umano e non un essere superiore come colui che lo sorreggeva. Il suo orgoglio protestò fin troppo vivacemente ma dovette arrendersi all'evidenza, li in quel luogo non era altro che una patetica formica in balia di forze di cui non si poteva conoscere la potenza. Si mise a sedere ammutolito poggiando il volto sulle ginocchia cercando di ritrovare la calma e di fare ordine nella sua mente mentre a pesanti tonfi il bestione attraversava senza problema alcuno quel caos che li circondava come se lui fosse di casa li. Aveva assoluto bisogno di calmarsi o sarebbe impazzito, tutto ciò che era accaduto era al di fuori dell'umana comprensione e la sua mente non riusciva ancora ad elaborarlo correttamente. Ma non fece in tempo a trovare una vera calma nel suo animo in quanto appena un paio di minuti dopo l'enorme creatura si fermò di nuovo ed alzò l'enorme arto con cui prima aveva recuperato il ragazzo e con un unghia sembrò infilzare quel nulla producendo come un rumore di cristalli infranti, questo richiamò l'attenzione del ragazzo seduto sull'altro arto che sollevò gli occhi ed osservò l'enorme unghia che stracciava, come fosse un comunissimo velo, quel nero infinito aprendo un altro varco. Dalla frattura improvvisamente iniziò ad uscire fuori una pallida luce chiara che costrinse nuovamente il ragazzo a coprirsi gli occhi, sentì solamente la creatura che allargava il passaggio e vi usciva attraverso abbandonando l'oscurità più totale:

    ° Siamo arrivati mio piccolo amico, questo è l'hueco mundo, il mondo della tenebra eterna... °

    Gli occhi del ragazzo si erano abituati a quella fioca luce e togliendo la mani dal volto potè vedere dove lo aveva condotto ed ancora una volta lo stupore si impadronì di lui, di fronte a se apparve una sterminata landa di sabbia bianca che rifletteva la pallida luce di una luna in un cielo notturno. Sotto di se Akihiko non vedeva altro che dune bianche immobili se non per qualche granello di sabbia smosso da un'occasionale piccola folata di vento, sembrava un mondo morto e consumato da chissà quale catastrofe, era davvero questa la terra d'origine di quella misteriosa creatura? Un mondo morto e consumato, quale potere avrebbe mai potuto ottenere li? I suoi dilemmi furono interrotti nuovamente dalla voce roboante del bestione che si stava chinando a terra, poggiando la zampa dove teneva Akihiko facendogli un cenno con il capo per dirgli di scendere:

    ° E anche la tua nuova casa. °

    Akihiko era saltato giu nello stesso istante in cui il bestione parlò e quelle parole gli fecero quasi perdere l'equilibro facendogli rischiare una caduta di faccia contro la sabbia, ma per fortuna riuscì ad atterrare in piedi. Si girò di scatto e lo fissò in volto, per come poteva, con uno sguardo mistro tra l'inorridito ed il terrorizzato, cosa voleva dire che sarebbe stata la sua nuova casa? Questa terra aveva tutto fuorchè l'aspetto di qualcosa di accogliente e dove la vita potesse aver luogo. Non poteva vivere in quel posto morto, improvvisamente fu come se un barlume di ragione fosse tornato nella sua mente dicendogli di tornare indietro immediatamente ma era gia troppo tardi:

    ° Adesso non rimane altro che aprirti la strada per il potere, darti una possibilità di sopravvivere in questo luogo.
    D'ora in avanti ti aspetta una vita di battaglie, di scontri, di sangue e di violenza.
    Se prevarrai sui tuoi nemici dimostrerai di essere il migliore, e dominerai.
    Se fallirai....L' oblio è là che ti aspetta.
    Ho voluto donarti una seconda possibilità, tu non sprecarla °


    Akihiko non si accorse nemmeno di cosa accadde nel preciso istante in cui il bestione smise di parlare, ciò che sentì fu solamente qualcosa di enorme che passava a pochissimi dal suo volto provocando un violento movimento d'aria che scompigliò i lunghi capelli del ragazzo sollevando anche un polverone di sabbia bianca. Improvvisamente avvertì uno strano dolore al petto, molto più forte di quello che avvertiva da quando si era destato nel mondo dei morti, il suo sguardo si abbassò a terra dove aveva sentito uno sferragliare metallico e li vide tra la sabbia bianca i resti di quella strana catena che portava prima al petto ed ora al centro di questo un buco che lo passava da parte a parte grande come un pugno.
    Immediatamente il dolore si amplificò diventando insopportabile, le sue terminazioni nervose, ammesso che ne avesse ancora, sembravano sul punto di esplodere, spasmi violenti attraversavano il suo corpo, il suo colorito si spense diventando quasi cadaverico ed iniziò a sudare copiosamente. Gli occhi si spalancarono fino al limite possibile solcati da un sordo dolore che non poteva espiremere urlando, il cuore iniziò a battere sempre più velocemente e qualcosa stava risalendo dalle sue viscere arrivando sino alla bocca. Si piegò improvvisamente a metà tentando di tenersi lo stomaco con le braccia per non vomitare anche l'anima, metaforicamente.
    Non sapeva cosa gli stava succedendo ma una cosa era certa, non per nulla piacevole, per occhi esterni sarebbe stato come vedere un remake de 'l"Esorcista" solo che lui non stava espellendo il male dal suo corpo, incosapevolmente lo stava facendo fluire al suo interno. La lucidità mentale lo abbandonò del tutto, in quell'istante era solo un corpo vuoto percosso da atroci sofferenze, lo stomaco cedette ed una densa sostanza bianca iniziò ad esser vomitata fuori dalla sua bocca e dalle narici, ma stranamente non gocciolò a terra anzi, iniziò ad attaccarsi attorno al viso di Akihiko come formando una seconda pelle. Quella strana sostanza simile ad una cera stava uscendo da tutto il corpo del ragazzo, ogni singolo poro della sua pelle rigettava quella ripugnante sostanza che lo stava avvolgendo. Una strana energia fluiva attorno a lui sollevando polvere, sabbia e quella strana cera bianca che danzavano come trasportate dal vento. Questa energia stava entrando violentemente nel corpo del giovane ragazzo che non era preparato ad accoglierla ed iniziò a gonfiarsi come un palloncino si gonfia di acqua. Quando se ne fu accumulata troppa il suo corpo la rigettò in una violenta esplosione che spazzò il terreno per alcuni metri attorno a lui sollevando un immenso polverone di sabbia, nebbia e cera bianca che nascosero il corpo deformato di Akihiko da occhi esterni se mai ve ne erano oltre quelli della gigantesca creatura che stava emettendo suoni gutturali e cavernosi simili ad una risata.
    Si stava trasformando, poteva sentire il suo corpo scomporsi lentamente molecola dopo molecola e ricomporsi in una nuova forma del tutto estranea alla precedente, sangue, capillari, vene, organi, ossa, pelle e carne, tutto si stava distruggendo e ricomponendo per formare un essere diverso da quello originale, un essere che di umano non aveva più nulla. Quella strana sostanza bianca lo aveva avvolto completamente ed ora stava ricostruendo il suo corpo, diventò più grande e massiccio, la sua statura aumentò, i muscoli, i nervi e gli organi si ricomposero completamente abbandonando lo stadio umano per evolversi in qualcosa di superiore, qualcosa di potente, veloce e letale. Il volto era scomparso nascosto completamente da una massa informe che sembrava una grande maschera bianca.
    La trasformazione non riguardava solamente il corpo ma anche la mente di Akihiko, sentiva di stare valicando i limiti del raziocino umano per elevarsi al di sopra di esso, ad uno stato superiore, ad uno stadio più elevato di comprensione. Ora sapeva cosa stava accadendo, sapeva chi stava diventando e stava iniziando ad abituarsi all'idea di chiamare quello sconfinato deserto "casa" come gli aveva detto la creatura.
    Il suo corpo era stato completamente ricostruito, la sua mente estesa e mai come priva si sentiva cosi forte, l'energia che prima lo aveva invaso iniziando a frantumare il suo corpo ora gli scorreva e gli pompava dentro esattamente come scorreva il suo sangue pompato dal cuore. Aveva valicato i limiti dell'essere umano, si era trasformato in qualcosa di diverso, in qualcosa di SUPERIORE, come gli piaceva quella parola, in qualcosa di mostruosamente tremendo. Lanciò un terrificante urlo, proveniente dalle profondità della sua anima nera, che risuonò vibrante nell'aria della fredda notte desertica e spazzò via la nuvola di polvere che gli fluttuava intorno con un'imponente onda d'urto liberando parte della Reiatsu intrappolata nel suo corpo, annunciando cosi all'Hueco Mundo la sua nascita...

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    La nascita del prossimo Signore di questa terra morta, la nascita di colui che si ergerà al di sopra di tutti gli altri e li comanderà.
    Li doveva aveva fallito come miserabile essere umano, riuscirà invece come mostro, come cacciatore, come divoratore di anime, come Hollow.

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    Il Gillian cammina lentamente al tuo fianco, strisciando verso la relativa calma e la tranquillità offerta dal suo primitivo riparo.
    L' oscurità trapela dalla grotta, carica di un sentore di umidità...
    Benpresto peròti accorgi che certo non si può trattare di acqua, bensì di reishi stratificate.
    Energia spirituale allo stato più puro che si possa trovare in natura.
    Quincy senza scrupoli ucciderebbero pur di impossessarsene.
    Già, una cosa così rara nel mondo reale per te è invece così facile da reperire, tanto che ti basta allungare la mano per raccogliere una energia superiore a quella di decine di anime umane.
    Il solo pensiero ti farebbe ridere, se solo la tua mente conoscesse l' esistenza dei quincy.
    Una lacuna a cui però le tonanti parole del Menos si preparano a dare una spiegazione
    Non ti preoccupare giovane divoratore,le tue parole non mi hanno affatto indisposto, anzi, mi congratulo con te per avere appreso da subito l' uso delle tue ali...
    Un qualcosa che io non ho mai avuto occasione di fare

    Ti dice il Gillian mentre la sua mente sembra sprofondare nei ricordi...
    Igiorni in cui era appena nato, in cui ancora iniziava a muoversi.
    Poi una freccia, era quello tutto ciò che ci era voluto per tarpargli per sempre le ali.
    Da allora non aveva potuto fare altro che strisciare sul terreno, come un verme.
    Ma da quel momento qualcosa era cambiato.
    Aveva capito come sopravvivere e aveva scalato la catena alimentare.
    Arrivando dove si trovava ora.
    E finalmente aveva la possibilità di correggere gli errori del suo passato.
    Avrebbe allevato quell'hollow, quell' Ezra'eil, come se stesso, dando vita alla sua ultima opera d'arte.
    Si sarebbe riscolpito a sua immagine e somiglianza, godendo i frutti di un nuovo futuro.
    Ma prima c'era una cosa che doveva fare...
    E aveva bisogno di un guardiano per la sua tana.
    Ezra'eil...mio allievo.
    Ho un ultimo incarico per te,prima di trasmetterti tutti i frutti del mio sapere.
    Devo partire per un breve viaggio,sarò assente solo pochi cicli lunari.
    Nel frattempo ho bisogno che tu custodisca questo luogo, la mia casa e la mia dimora.
    Se riuscirai ad esaudire questa mia richiesta ne sarai ricompensato.
    Tutto il mio sapere e tutto ciò che ho imparato nella mia vita te lo trasmetterò.
    Queste aule ti appartengono da adesso, custodiscile bene sino al mio ritorno, e se ne sarò felice farò in modo di rendere la tua scalata al potere ancora più rapida.
    Non deludermi, mio pupillo

    Prima che tu possa aggiungere altro una enorme voragine nera si spalanca nel mezzo del cielo, facendovi sparire il Gillian attraverso.
    Solo ora che sai discernere il reiatsu ti rendi conto di una cosa.
    Dell'immane potere a disposizione di quell' essere.
    E di quanto tu abbia giocato col fuoco.
    Un altra manciata di secondi e rimani nuovamente da solo.
    L'unica compagnia è l'ululante vento delle dune.
    Cosìmentre aspetti per scacciare la noia puoi fare l'unica cosa dotata di significato tra queste sabbie.
    Pensare....e considerare cosa sei diventato.

    CITAZIONE
    Bon, siamo vicinissimi alla fine.
    Nel prossimo post avrai una scelta da fare.
    Per ora sentiti pure libero di finire di aggiustare il tuo corpo, di pensare a quello che sei diventato e a fare progetti per il futuro.
    Se proprio lo desideri puoi anche gestire un qualche piccolo PNG hollow parte del paesaggio.
    Ma niente più di una en. bianca.
    Complimenti ancora, è un piacere ruolare con te ^_^



    Edited by Allen92 - 10/6/2010, 23:16
     
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    L’aria gelida della notte desertica vibrava, scossa on ogni sua particella dall’acuto urlo del neonato Hollow e carica di una tensione quasi elettrica provocata dalla massiccia emissione di Reiatsu che accompagnava l’agghiacciante suono di annunciazione, l’annunciazione della sua nascita. Ogni creatura dell’Hueco Mundo doveva sapere che adesso li era li e che ben presto avrebbero dovuto temerlo come il più potente e malvagio Hollow ed adorarlo in quanto prossimo signore dell’Hueco Mundo! Si sarebbe elevato al di sopra di ogni altro Divoratore di anime perché lui poteva riuscirci, era il migliore! Aveva fallito come patetico umano, trovando la morte in modo altrettanto patetico, ma una nuova opportunità si era materializzata di fronte a lui nello stesso istante in cui aveva incontrato il gigantesco Hollow che gli aveva fatto dono di una nuova vita e una inimmaginabile potenza e di certo non avrebbe reso vana questa seconda possibilità che gli era stata concessa.
    Quando la nuvola di polvere, che lo aveva circondato durante la trasformazione, si fu dissolta l’Hollow smise di emettere quel terrificante urlo, che continuò a far vibrare l’aria ancora per qualche istante prima di scomparire del tutto, fermando anche l’emissione di Reiatsu facendo cosi precipitare in un silenzio tombale quell’eterna notte illuminata da quella luna morente, gli unici rumori appena percettibili erano i respiri delle due creature. Dopo qualche attimo di totale immobilità e silenzio il piccolo Hollow si mosse, alzando le sue mani aperte e portandosele di fronte al viso, per esaminare il suo nuovo corpo, non senza difficoltà, o suoi muscoli non si muovevano bene e le sue giunture scricchiolavano leggermente. Il corpo era mutato, totalmente diverso da prima e ancora non si era abituato.
    La luce argentea della luna si rifletteva sul suo corpo completamente bianco donandogli una sorta di aura angelica, un diavolo vestito da angelo. Da dietro la sua maschera bianca a forma di teschio umano allungato gli occhi dell’Hollow osservavano incuriositi il suo nuovo aspetto: le mani si erano ingrandite e sembravano ricoperte da una specie di bianca corazza ossea che si faceva più sottile all’avvicinarsi delle giunture, come il polso o le falangi, per garantire maggiore mobilità, nell’ultima falange di ogni dito, dove avrebbero dovuto trovarsi le unghie vi erano dei lunghi artigli neri come l’ebano, acuminati ed affilati come rasoi, un ottimo strumento di morte nelle mani del divoratore di anime. Scese con lo sguardo lungo le braccia, i muscoli erano tonici e ben scolpiti, adatti a violenti combattimenti per assestare colpi letali, ed anch’essi erano coperti da quell’aderente corazza ossea, che ricopriva tutto l’avambraccio sino al gomito e dal gomito alla spalla, anche se a lui appariva meno resistente rispetto a quella posta sull’avambraccio e sulle mani. Uno sguardo al resto del corpo bastò a fargli comprendere che era in tutto e per tutto adatto alla vita di battaglie che gli si presentava innanzi, predetta anche dal suo enorme simile, le gambe erano lunghe, longilinee con muscoli tonici e scattanti, il petto con al centro preciso un buco grande quanto un pugno, era robusto, la schiena dritta in una perfetta posizione eretta, spalle larghe e collo tonico, il tutto sempre coperto da quella strana corazza bianca. Dalla schiena spuntavano fuori delle protuberanze ossee unite tra di loro come una ragnatela, sembravano ali alle quali erano state strappate via le membrane e le piume, ma dentro di se sentiva che quelle ali, nonostante il loro aspetto, gli avrebbero permesso di librarsi in alto nel cielo. Mossi da un leggero venticello spuntavano dietro la sua maschera una chioma di lunghi capelli blu che gli arrivavano sino alle spalle.

    Era perfetto! Era una vera opera di macabra arte mortale! Tutto il suo corpo era una macchina assassina, proprio come aveva desiderato! Mentre il suo corpo e la sua mente venivano scomposti e ricostruiti il suo ego dirigeva tale ricostruzione, desiderava più di ogni altra cosa essere potente! Aveva bisogno di un corpo adatto ai suoi scopi, un corpo che gli avrebbe consentito di prevalere contro ogni nemico e di annientarlo completamente. La sua mente, piena di pensieri, ricordi e sensazioni veniva modificata mantenendo in parte tali sensazioni, ma facendo piazza pulita di emozioni positive quali la bontà, la fiducia, l’amicizia, l’amore e la pietà, comunque già scarsamente presenti nel suo animo, ed esaltando quelle negative quali l’odio. la violenza e la voglia di prevalere. Voleva vivere ed essere il migliore! Voleva essere temuto e rispettato! Ma in un angolo della sua anima si celava nascosta come un parassita una paura che nemmeno lui conosceva, una paura inconscia non ancora manifestatasi ma presente che in parte aveva influenzato la creazione del suo corpo costruendo quella sorta di corazza bianca a protezione di qualcosa di interno… ma non è ora il momento di parlane.
    Abbassò le mani riportando le braccia lungo i fianchi ed alzò il suo volto verso il cielo fissando la luna e la sua luce scintillante abbandonandosi ad una risata di puro malvagio piacere. Gli piaceva! Gli piaceva eccome quello che era diventato! Si era trasformato in ciò che inconsciamente avrebbe sempre desiderato diventare, un essere violento che non si faceva remore a causare dolore agli altri e a gioirne, un essere che agiva di puro istinto che non doveva seguire regole morali dettate da uno stato o da un modello di vita da seguire in una società civile. Quando era in vita ed era arrivato all’età della comprensione aveva visto come era veramente il mondo degli uomini, pieno di elementi che lo “inquinano” costantemente, esseri che avrebbe voluto eliminare tanto volentieri ma che purtroppo erano protetti dalle leggi della società. Ma li era diverso, li vigeva la legge del più forte e quando LUI sarebbe stato il più forte avrebbe epurato l’Hueco Mundo dai deboli facendo sopravvivere solamente chi lo meritava davvero.
    Improvvisamente alla sua risata se ne aggiunse un’altra, talmente roboante da sopraffare la sua costringendolo a smettere e a voltarsi verso il gigantesco Hollow di fianco a lui, era da lui che proveniva tale risata, una risata di soddisfazione e compiacimento e tale era anche il modo in cui lo fissava divertito, il piccolo Divoratore di anime lo guardò non capendo il motivo di tale soddisfazione, almeno finché il bestione non parlò:

    ° Vuoi sapere una cosa ragazzo mio? Hai davvero un ottimo gusto estetico, sento che andremo molto d' accordo io e te! °

    Era compiaciuto dall’aspetto che aveva assunto? Non riusciva a capirne il motivo, forse ammirava il corpo tonico che la sua mente aveva partorito durante la trasformazione, ma date le sue dimensioni non avrebbe dovuto esserne poi tanto colpito, però una cosa era certa, si era fatto un “amico” in quella terra dimenticata da Dio, per quanto a lui importasse delle amicizie, ma sapeva dentro di se che quello era un mondo violento ed avere “amici” di tali dimensioni poteva risultare un vantaggio, non ne aveva avuti in vita, perché non farsene uno adesso da morto?
    Il gigantesco Hollow continuava a fissarlo con interesse e compiacimento tanto che avrebbe voluto chiedergliene il motivo, ma prima di poter formulare la domanda il bestione diresse il suo sguardo in lontananza verso una formazione rocciosa non molto lontana dal luogo dove i due si trovavano:
    ° Ragazzo, ho una proposta da farti, vorresti accompagnare per un altro po' questo povero vecchio?
    La strada non è lunga, ma la compagnia scarseggia e questa notte infinita è l'ideale per raccontare delle storie. °


    Sentendolo parlare gli ricordava un anziano desideroso di trovare qualcuno che ascoltasse le sue storie per scacciare la solitudine che lo avvolgeva, era davvero cosi vecchio e solo quell’Hollow? Comunque poteva essere interessante ascoltare le sue storie e avrebbe potuto trarre beneficio dalla sua esperienza in questo mondo oscuro nel quale lui si apprestava ora ad entrare:

    - Sarei molto felice di accompagnarti e sentire le tue storie “vecchio mio” -

    Aggiunse non sapendo quale fosse il suo nome, stava per domandarglielo ma quasi come un profeta il gigante lo anticipò un’altra volta:

    ° Quasi dimenticavo le mie buone maniere, io sono Juggernaut, giovane hollow, quale sarà invece il tuo nome da ora in poi? Sceglilo attentamente, poiché esso ti accompagnerà da ora in poi, esso ti rappresenterà e incuterà terrore nei tuoi nemici, quindi fai con cura la tua scelta....e poi incamminiamoci, non voglio rimanere all' esterno ancora per molto, queste dune infinite mi indispongono alquanto, mi rendono malinconico °

    Un nome, già, aveva bisogno di un nuovo nome, il suo vecchio nome da umano non gli si addiceva affatto e voleva abbandonarlo perché gli ricordava un fallimento troppo cocente da poter essere sopportato, un nome che, come aveva appena detto Jeggernaut, incutesse timore nei nemici proprio come il suo, un antico mostro che terrorizzava i popoli nordici, era un nome semplicemente perfetto e lui avrebbe dovuto trovarne un altro che allo stesso modo doveva terrorizzare i suoi nemici al solo pronunciarlo ma quale poteva essere tale nome? Lui cosa voleva diventare? Voleva essere il più violento di tutti gli Hollow e portare morte e distruzione ovunque, annientare i suoi nemici e non lasciare neanche il ricordo di loro, lui voleva essere un portatore di morte e quale nome migliore di:

    - Ezra’eil… -

    Il nome dell’antico angelo della morte secondo gli scritti sacri arabi, nonostante fosse ateo era affascinato dagli scritti sacri e ne aveva letti di quasi ogni religione, ma ora fra tutti quel nome gli risuonava adatto per i suoi scopi:

    - Da adesso in poi il mio nome sarà Ezra’eil… -

    E fu cosi che si battezzò il neonato Hollow, tra non molto il suo nome sarebbe riecheggiato in ogni angolo di quel fatiscente mondo e sarebbe stato prima temuto poi venerato… Alzò lo sguardo verso Jeggernaut:

    - Possiamo andare amico mio, non voglio indisporti oltre -

    E cosi insieme iniziarono ad avviarsi nel luogo in cui il gigantesco Hollow voleva portarlo. Ma fin da subito si riscontrò la differenza tra i due, nonostante la sua stazza Jeggernaut non affondava minimamente nella sabbia anzi, sembrava quasi scivolarci sopra senza avere alcun problema di sorta, ma ogni suo passo ne erano almeno un centinaio del piccolo Hollow che aveva problemi solo a camminare in quelle infinite dune sabbiose. Non si era ancora adattato al suo nuovo corpo, i muscoli non rispondevano bene ai comandi dei nervi quasi come fossero anestetizzati e le giunture scricchiolavano troppo quasi come fossero sul punto di rompersi. Ogni passo era un agonia e sprofondava sempre più in quel mare sabbioso. Si voltò di nuovo verso Jeggernaut:

    - Ti spiace pazientare ancora qualche minuto? Devo risolvere questo piccolo inconveniente... -

    Aveva bisogno di sperimentare il suo nuovo corpo e capire come utilizzarlo al meglio, si fermò ed iniziò a guardarsi intorno, attorno a lui vi erano solo distese sabbiose e dune alte quanto piccole colline, non era il luogo migliore dove apprendere come utilizzare un corpo ma dato che d'ora in poi sarebbe vissuto li non aveva altra scelta.
    Iniziò una rapida corsa per giungere in cima alla prima duna, una delle più basse, ma ogni passo era una vera agonia, i muscoli non rispondevano bene ed il suo equilibrio era precario e più e più volte rischiò di cadere faccia a terra, ma strinse i denti e riuscì ad arrivare in cima in meno tempo di quanto avesse previsto, forse capiva il perchè non controllasse appieno il suo corpo, la trasformazione aveva aumentato la sua massa muscolare e di conseguenza la sua forza e la sua rapidità. Alzò la mano destra chiudendola ed aprendola più volte, il suo errore era ancora l'abitudine mentale che aveva al suo vecchio corpo, ma questo era molto più potente e doveva allargare i suoi orizzonti per riuscire a capire come muoverlo al meglio. Di fianco a lui vi era un'altra duna leggermente più alta di quella dove si trovava ora, ancora una volta iniziò a correre cercando di ampliare la visione del suo corpo e l'esperimento ebbe successo, nonostante fosse impacciato nei movimenti ad ogni passo acquisiva maggiore consapevolezza di se sino ad arrivare ad una corsa fluida e senza intoppi ed in meno di mezzo minuto aveva coperto la breve distanza che separava le due dune. La sua velocità era straordinaria! Nonostante in vita fosse stato uno dei più veloci della sua scuola nei cento metri non era mai andato ad una tale velocità, si sentiva onnipotente! Ma sapeva di dover abbassare la cresta perchè non lo era affatto. Decise di provare ancora il suo corpo e di scoprirne ogni potenzialità, dall'alto di quella duna volle provare a saltare direttamente al suolo senza toccarne il fianco, si preparò e mentalmente si convinse che poteva superare i suoi limiti umani semplicemente perchè non aveva più. Spiccò il salto e a dispetto di quanto credesse saltò molto più in alto del necessario ed anzichè atterrare nella piccola piana ai piedi della duna atterrò sulla fiancata di un'altra duna li vicino. Era sempre più stupito dalle potenzialità del suo corpo e ne aveva ancora mille da scoprire. Fu cosi che quei minuti chiesti al paziente Jeggernaut diventarono mezz'ore e poi ore in cui Ezra'eil scoprì ogni potenzialità del suo corpo saltando e correndo acquisendo sempre maggiore consapevolezza delle sue potenzialità.
    In mezzo a quelle dune vivevano anche minuscoli Hollow piccoli quanto un pugno chiuso e dalle fattezze di rospi che saltavano da una parte all'altra sparendo dalla vista quando Ezra'eil si avvicinava, quella che si accingeva a fare sembrava una prova stupida degna di un ragazzino di campagna che si divertiva a dare la caccia ai rospi ed un pò se ne vergognava, però ne aveva bisogno per continuare a testare le sue abilità. Non appena uno di quei piccoli Hollow compariva nella sua area visiva il giovane Divoratore di anime scattava nella sua direzione tentando di afferrarlo ma ogni volta falliva perchè i piccoli e sguiscianti rospi svanivano nella sabbia prima che lui potesse anche solo sfiorarli. Dovette tentare almeno una decina di volte prima di riuscire ad articolare i suoi movimenti nel giusto modo, ma alla fine ci riuscì, nella sua mano stringeva uno di quei piccoli rospi che sbraitava in preda al panico per essere liberato e con un sorriso sadico iniziò a stringere la mano tra le urla sempre più disperate del minuscolo Hollow, finchè la pressione esercitata dalla sua mano non lo ridusse ad un ammasso sanguinolento ed informe privo di vita, fu allora che il suo sorriso si allargò al massimo e con disprezzo gettò quel minuscolo cadavere a terra.
    Restava un ultima cosa da provare e forse la più difficile... volare. Non aveva la minima idea di come riuscire, non era come correrre, saltare o coordinare i movimenti del corpo, gli umani non volano se non a bordo di aerei ma in quel caso non utilizzano i loro muscoli, non sapeva proprio come tentare. Ma ancora una volta si ricordò che lui non era più un umano, era un essere superiore agli umani e proprio per questo poteva! Fece prima un pò di pratica facendo muovere le ali da terra e quando fu sicuro di controllarle in maniera ottimale tentò il suo primo volo. Con un paio di balzi fu in cima ad un'alta duna, da li avrebbe tentato il suo primo "decollo". Caricò i muscoli delle gambe per prepararsi ad un salto verso il cielo buio ed infine saltò, quando fu all'apice massimo del suo salto provò a muovere le ali per tentare di restare in aria, ma la legge di gravità per questa volta ebbe la meglio trascinandolo nuovamente a terra, Ezra'eil atterrò in ginocchio e sbattè un pugno a terra con violenza creando una piccola fossa attorno al luogo dove aveva impattato la sua mano con il terreno, era esasperante per lui fallire, il suo ego ne risentiva ma non si sarebbe arreso certo per cosi poco.
    Sei furono i tentativi necessari per riuscire almeno a restare in aria per qualche istante, altrettanti per planare ed infine riuscire ad acquisire il pieno controllo sul volo. Ezra'eil si librava nel cielo eternamente buio dell'Hueco Mundo come un falco e proprio come tale animale si gettava in picchiata verso il terreno per afferrare i piccoli Hollow che spuntavano fuori dalla sabbia. Ora che aveva il pieno controllo del proprio corpo poteva ritenersi soddisfatto, poi si ricordò di non essere solo li e che Jeggernaut lo stava pazientemente aspettando, sperava di non aver causato la sua ira con il suo comportamento, atterrò di fianco al gigante che non si era mosso per tutto il tempo e non sapeva quanto ne era passato, in quel mondo non era capace di avere una cognizione temporale:

    - Ti chiedo scusa per il contrattempo, spero di non averti fatto irritare, ora possiamo andare -

    Fu cosi che i due Hollow si avviarono verso quella strana formazione rocciosa dove Jeggernaut voleva condurre Ezra'eil, con l'unica differenza che ora i due si muovevano molto più velocemente dato che il piccolo Hollow aveva acquisito il controllo del suo corpo. Era quasi impaziente di arrivare per conoscere quali storie avesse mai il gigante da raccontargli e presto la sua impazienza sarebbe stata colmata, erano ormai in vista di quella formazione rocciosa.

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    Ti dice il Gillian mentre la sua mente sembra sprofondare nei ricordi...
    Igiorni in cui era appena nato, in cui ancora iniziava a muoversi.
    Poi una freccia, era quello tutto ciò che ci era voluto per tarpargli per sempre le ali.
    Da allora non aveva potuto fare altro che strisciare sul terreno, come un verme.
    Ma da quel momento qualcosa era cambiato.
    Aveva capito come sopravvivere e aveva scalato la catena alimentare.
    Arrivando dove si trovava ora.
    E finalmente aveva la possibilità di correggere gli errori del suo passato.
    Avrebbe allevato quell'hollow, quell' Ezra'eil, come se stesso, dando vita alla sua ultima opera d'arte.
    Si sarebbe riscolpito a sua immagine e somiglianza, godendo i frutti di un nuovo futuro.
    Ma prima c'era una cosa che doveva fare...
    E aveva bisogno di un guardiano per la sua tana.
    Ezra'eil...mio allievo.
    Ho un ultimo incarico per te,prima di trasmetterti tutti i frutti del mio sapere.
    Devo partire per un breve viaggio,sarò assente solo pochi cicli lunari.
    Nel frattempo ho bisogno che tu custodisca questo luogo, la mia casa e la mia dimora.
    Se riuscirai ad esaudire questa mia richiesta ne sarai ricompensato.
    Tutto il mio sapere e tutto ciò che ho imparato nella mia vita te lo trasmetterò.
    Queste aule ti appartengono da adesso, custodiscile bene sino al mio ritorno, e se ne sarò felice farò in modo di rendere la tua scalata al potere ancora più rapida.
    Non deludermi, mio pupillo

    Prima che tu possa aggiungere altro una enorme voragine nera si spalanca nel mezzo del cielo, facendovi sparire il Gillian attraverso.
    Solo ora che sai discernere il reiatsu ti rendi conto di una cosa.
    Dell'immane potere a disposizione di quell' essere.
    E di quanto tu abbia giocato col fuoco.
    Un altra manciata di secondi e rimani nuovamente da solo.
    L'unica compagnia è l'ululante vento delle dune.
    Cosìmentre aspetti per scacciare la noia puoi fare l'unica cosa dotata di significato tra queste sabbie.
    Pensare....e considerare cosa sei diventato.

    CITAZIONE
    Bon, siamo vicinissimi alla fine.
    Nel prossimo post avrai una scelta da fare.
    Per ora sentiti pure libero di finire di aggiustare il tuo corpo, di pensare a quello che sei diventato e a fare progetti per il futuro.
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    Waiting for... Jeggernaut

    Ora che aveva il pieno controllo del suo nuovo corpo poteva camminare senza relativi problemi su quelle infinte distese di sabbia bianca, senza inciampare ad ogni passo e ritardare cosi il suo mastodontico amico che gli camminava accanto rallentando la sua andatura per permettere al piccolo Hollow di stargli di pari passo. La strada da percorrere per fortuna non era molta e di fronte a loro non incontrarono altro che sabbia e un cielo senza stelle, non un altro singolo Hollow sembrava essere li nei paraggi, forse spaventati dall’enorme mole di Jeggernaut. Era stata davvero una fortuna essere entrato nelle sue grazie anche se Ezra’eil ancora non ne capiva il perché, ma al momento poco gli importava dato che l’essenziale era esserci riuscito, quella “amicizia” avrebbe agevolato non poco il neonato Hollow che si apprestava a muovere i primi passi in quel mondo di inaudita violenza, l’esperienza del gigantesco Hollow sarebbe stata in parte sua ma per il resto avrebbe dovuto provvedere da solo.
    I due erano ormai giunti in prossimità di quella formazione rocciosa ed avvicinandosi sempre di più Ezra’eil si accorse che quella non era altro che una gigantesca caverna completamente buia al suo interno, tanto che dall’esterno non si riesce a vedere cosa possa esservi dentro. I due si fermarono qualche istante proprio di fronte a quella grotta scura, era vastissima sia in altezza sia in larghezza, persino Jeggernaut vi sarebbe entrato senza alcun problema e si sarebbe trovato a suo agio, poi gli venne in mente che quella effettivamente potesse essere la tana del bestione, altrimenti per quale altro motivo avrebbe lo condotto li?

    ° Non ti preoccupare giovane divoratore, le tue parole non mi hanno affatto indisposto, anzi, mi congratulo con te per avere appreso da subito l' uso delle tue ali... Un qualcosa che io non ho mai avuto occasione di fare °

    Quindi anche Jeggernaut aveva avuto delle ali, ma a differenza sua non ha mai potuto utilizzarle, forse a causa della sua stazza? In effetti sollevare un corpo enorme come quello richiedevano ali altrettanto enormi e al giovane Hollow non sembrava di averne viste attaccate alle spalle del gigante. Ancora non sapeva che Jeggernaut non era stato sempre cosi ma che quella era semplicemente un’evoluzione e che forse anche lui un giorno sarebbe diventato in quel modo, ma non è una cosa di cui ha motivo di pensare al momento.

    - Ti ringrazio Jeggernaut, le tue parole mi fanno piacere… -

    Avrebbe voluto chiedergli come mai non ha potuto usufruire delle sue ali, ma non voleva sembrare troppo indiscreto in quel momento, tanto che il bestione sembrava essere assorto in qualche pensiero o lontano ricordo e non aveva la minima intenzione di disturbarlo, poi gli passò del tutto di mente quando Ezra’eil avvertì una strana sensazione avvolgere la sua pelle, avvertiva una sensazione nell’aria davanti la grotta simile a quella dell’umidità terrestre, ma ciò non era possibile, in quel mondo morto e deserto non poteva esserci acqua in nessuna forma, com’era possibile allora questa cosa? Si voltò verso Jeggernaut per trovare ancora una volta una risposta ai suoi dubbi, iniziava a sentirsi come Dante nel suo viaggio in Paradiso che ad ogni incomprensione gli bastava guardare Beatrice per avere la risposta, anche se Jeggernaut non era per Ezra’eil certamente quello che Beatrice era per Dante, possiamo dire che lo poteva considerare più come un Virgilio, un maestro, comunque stavolta il gigantesco Hollow non chiarì i suoi dubbi e si limitò ad entrare nell’enorme caverna senza dire una parola e lui lo seguì in silenzio.
    Quella strana sensazione che percorreva il suo corpo non si attenuò ma anzi più si addentrava assieme a Jeggernaut in quella caverna più la sentiva vivida, era come se il suo corpo fosse attraversato da una sorta di energia, un energia simile alla Reiatsu che aveva liberato durante la sua trasformazione ma molto più potente oltre che “fresca” non sapeva bene come poterla definire ma da ciò che avvertiva sembrava come se una corrente di acqua fresca che scendeva dai ghiacciai lo investisse, si sentiva quasi risollevato, era una sensazione strana ma da una parte piacevole. La grotta al suo interno era pervasa di questa strana forza spirituale che l’Hollow avvertiva e più vi si addentrava più si intensificava ma i sensi dell’Hollow percepivano anche che lo spazio al suo interno era davvero enorme esattamente come l’ingresso se non addirittura più ampia ma l’oscurità non gli consentiva di vedere bene al suo interno, si orientava solamente seguendo la sagoma mastodontica di Jeggernaut, questo almeno finché non arrivarono in un punto della caverna dal quale veniva una luce dapprima fioca poi sempre più intensa man mano che i due si avvicinavano e più lo facevano più Ezra’eil veniva investito da quella forza spirituale che sentiva da quando si erano avvicinati alla grotta fino a quando Jeggernaut non si fermò a pochi passi da quella fonte luminosa, sembrava quasi una fontana che zampillava, ma al posto dell’acqua era energia ad essere schizzata fuori, energia spirituale allo stato puro. L’Hollow poteva avvertirne la potenza e la purezza di quell’energia tanto da esserne attratto come una mosca è attratta dal dolce profumo di una pianta, allungò una mano quasi a tentare di toccarla ma si fermò quasi subito, ritraendo la mano, sentendo che la potenza emessa da quella fonte era troppa per lui, non avrebbe potuto sopportarla, a differenza della mosca che si fa attirare in trappola dalle piante carnivore lui aveva l’intelletto e un naturale istinto, acquisito dopo la trasformazione, per la percezione della forza spirituale e sapeva che quella poteva essere pericolosa.
    Quella fonte illuminava la caverna tutt’attorno e l’Hollow iniziò a guardarsi intorno, era davvero enorme, il soffitto in pietra si ergeva ben oltre la testa di Jeggernaut tanto che se avesse voluto avrebbe potuto volare al suo interno senza alcun problema, le effusioni di luce creavano dei lugubri giochi d’ombra sulle pareti e sul terreno dando un aspetto quasi sinistro a quella caverna. Sembrava di trovarsi all’interno delle vaste miniere di Moria descritte da Tolkien nel Signore degli Anelli, un luogo magnifico ma allo stesso tempo lugubre ed il padrone di casa ridava perfettamente al tremendo Balrog che le infestava. Era davvero un ottima sistemazione per il gigantesco Hollow e sperava un giorno di trovarne una cosi anche lui. Mentre era perso nell’ammirazione di quel luogo Jeggernaut gli parlò ancora una volta riportandolo alla realtà:

    °Ezra'eil...mio allievo.

    Il giovane Hollow si voltò verso di lui, con soddisfazione aveva notato che lo aveva chiamato allievo quindi questo voleva dire che lo aveva preso sotto la sua ala protettiva, il che andava tutto a suo vantaggio, avendo lui come maestro la realizzazione del suo sogno sembrava sempre più vicina. Mentre continuava a parlargli si era voltato e si stava dirigendo all’uscita della caverna, seguito da Ezra’eil esattamente come fa un fedele discepolo con il suo maestro uscendo di nuovo sotto l’eternamente buio cielo dell’Hueco mundo:

    Ho un ultimo incarico per te, prima di trasmetterti tutti i frutti del mio sapere. Devo partire per un breve viaggio, sarò assente solo pochi cicli lunari. Nel frattempo ho bisogno che tu custodisca questo luogo, la mia casa e la mia dimora. Se riuscirai ad esaudire questa mia richiesta ne sarai ricompensato. Tutto il mio sapere e tutto ciò che ho imparato nella mia vita te lo trasmetterò.
    Queste aule ti appartengono da adesso, custodiscile bene sino al mio ritorno, e se ne sarò felice farò in modo di rendere la tua scalata al potere ancora più rapida. Non deludermi, mio pupillo.


    Prima che potesse solamente replicare in qualche modo Jeggernaut aveva già aperto un Garganta che aveva frantumato il cielo ed il gigantesco Hollow vi era entrato lasciandolo li da solo. Un leggero tremolio scuoteva il corpo del giovane Hollow, non appena Jeggernaut aveva aperto il Garganta rilasciando un po’ della propria forza spirituale Ezra’eil ormai sensibile alla Reiatsu si era accordo della vera potenza del gigante, non stava solamente nella stazza questa potenza ma anche nella forza spirituale, era enormemente più grande della sua, non vi era proprio livello di paragone tra loro due, al suo confronto non era altro che un’insignificante formica. Non appena il Garganta si fu richiuso alle spalle di Jeggrnaut anche la sua Reiatsu svanì ed Ezra’eil smise di tremare. Lentamente chiuse la sua mano destra ad un pugno e poi colpì la sabbia sotto di se creando una piccola buca, si era reso conto di non essere nemmeno lontanamente paragonabile a lui e che la strada da fare per diventare il signore di quella terra morta era ancora molto lungo, quello sfogo era dovuto ad una protesta del suo ego ma non per questo si sarebbe arreso, non lo aveva mai fatto fino ad ora e non lo avrebbe certamente fatto adesso che disponeva di una potenza che mai aveva sperimentato prima! Si rialzò in piedi ed alzò il suo sguardo verso il cielo fissando la luce della luna che si rifletteva nella sabbia e nella sua candida armatura e li fece una promessa all’Hueco mundo ma soprattutto a se stesso:

    - Non mi darò mai per vinto! Non importa quanto ci vorrà ma diventerò potente! L’Hollow più potente dell’Hueco mundo ed un giorno regnerò su di esso perché è a questo che sono destinato! Sono il migliore! -

    Ed emise nuovamente un feroce urlo che fece vibrare l’aria come a sigillare la sua promessa con se stesso.
    Ora era solo, nuovamente solo come dopo la sua morte ma ciò non lo rattristava, perché non era più una patetica anima umana ora era un Divoratore, un Cacciatore, un Hollow e la solitudine non lo spaventava. Si mise a sedere sopra una piccola duna di fronte l’ingresso della dimora di Jeggernaut iniziando a pensare su tutto ciò che era accaduto in quel lasso di tempo, anche se non sapeva dire quanto ne era passato da quando tutto era iniziato, aveva perso la cognizione del tempo e in quel mondo di eterna notte era difficile sentirne lo scorrere, Jeggernaut aveva parlato di cicli lunari, forse è il movimento della luna a scandire il tempo nell’Hueco mundo ma non era a quello che miravano i suoi pensieri. Si mise a sedere assumendo quasi la posa dell’omonima statua “Il pensatore” non sapeva se lo avesse fatto apposta o meno, si mise seduto con il gomito poggiato su una gamba e la mano chiusa a punga sotto il suo mento e li iniziò a pensare a come la sua vita fosse cambiata da un momento all’altro: quella mattina era un essere umano, ma non uno qualunque, era l’unico figlio del fondatore di una delle più grandi aziende del Giappone, sin da bambino era stato allevato con l’assurda mentalità di dover diventare il migliore in quel mondo se avesse voluto ereditare l’azienda di suo padre e quindi inconsciamente sentiva che doveva diventarlo anche per ricevere l’amore dei suoi genitori. Questo perverso modo di crescere lo aveva segnato in tutto nella sua vita, dal suo modo di porsi nei confronti degli altri, alle amicizie e all’amore, non aveva mai avuto nessuno dei due, gli altri lo evitavano per il suo troppo egocentrismo ed anche per il sinistro colore dei suoi occhi, in uno dei paesi più industrializzati del mondo ancora sopravvivevano vecchie superstizioni e proprio a causa di queste lui veniva spesso messo in disparte, nonostante il suo bell’aspetto le ragazze non gli davano mai attenzioni ed i suoi genitori non gli dimostravano amore, anche se ne provavano solamente lo nascondevano per farlo crescere e sopravvivere nel mondo degli squali che è l’alta finanza, ma si accorsero troppo tardi dell’errore fatto e proprio il tentativo di porvi rimedio aveva portato alla sua morte. Ma a lui ciò non importava, il suo unico scopo era eccellere in ogni campo, dalle materie scolastiche a quelle fisiche, di fatti oltre ad avere i voti più alti dell’istituto era anche un eccellente atleta e cintura nera di karate, come hanno scoperto a loro spese alcuni bulletti alle scuole superiori che si sono ritrovati con un paio di costole crinate ed il naso rotto, si sentiva bene cosi, si sentiva superiore e considerava ogni altro, professori compresi, un incapace ed in effetti lo era, era superiore a molte delle mediocre persone che abitano questo mondo ed aveva anche le carte per diventare il più grande, ma una cosa ha impedito tutto ciò, i suoi sentimenti, se non ne avesse avuti nei confronti dei suoi genitori esattamente come loro non ne avevano avuti nei suoi confronti tutto questo non sarebbe successo e sicuramente sarebbe divenuto ciò che aspirava a diventare.
    Ma sarebbe stato solamente il migliore tra gli “umani” invece in quel modo lui aveva sorpassato i limiti dell’essere umano evolvendosi grazie all’aiuto di Jeggernaut in qualcosa di molto superiore ad un essere umano, qualcosa che trascendeva i limiti del Divino e vi si poteva addentrare fin quasi a raggiungerlo lo stadio di un Dio… era certamente meglio tutto ciò!! Se fosse stato umano sarebbe invecchiato e poi morto e la sua grandezza sarebbe finita ma ora… ora non poteva invecchiare, se mai riuscisse a diventare l’essere più potente del’Hueco mundo, e lo sarebbe diventato presto o tardi, avrebbe regnato in eterno, cosa c’era di meglio di un regno eterno? Non era neanche lontanamente paragonabile ad una vita di successi nel mondo umano destinata a finire! Era molto, molto meglio! Era conscio del fatto che non sarebbe stato affatto semplice perché la sua strada era destinata a macchiarsi di combattimenti, violenza e morte, dietro di se non avrebbe lasciato altro che una scia di sangue rosso rubino e i cadaveri dei suoi nemici, avrebbe superato anche il suo maestro, perché come si dice l’allievo supera sempre il maestro, ma per ora pendeva dalle sue mani esattamente come una marionetta ed è cosi che si sarebbe comportato attendendo il momento giusto. Ma ora aveva senso sprecare del tempo seduto a rimuginare su una duna? Jeggernaut gli aveva affidato si la protezione della sua dimora ma non per questo sarebbe dovuto restare fisso di fronte l’ingresso come un Gargoyle di guardia, smise di pensare e si alzò in piedi, poteva sfruttare quel tempo per prendere ancora maggiore confidenza con il suo nuovo corpo. Chissà se ricordava ancora qualcosa di arti marziali, decise di provare e si mise in posizione, portò entrambe le sue braccia di fronte a lui allungandole sino alle gambe poste sulla stessa linea, piegò lentamente le ginocchia ed in una sola mossa portò in avanti la gamba destra piegandola ed indietro la sinistra tenendola maggiormente rigida, il braccio sinistro piegato e poggiato al fianco pronto a colpire ed il destro posto di fronte al busto in posizione di difesa, i basilari almeno li ricordava ancora, iniziò a compiere una serie di schematiche simulazioni di combattimento chiamati Katà, tre pugni seguiti da cinque parate e da un colpo finale con la mano di taglio, una serie di cinque calci frontali seguiti da tre rotati e due all’indietro, poi ancora pugni, parate e calci. Però adesso era dotato di una maggiore potenza e velocità e doveva riuscire a controllare meglio i suoi movimenti e la sua forza per evitare di potersi far del male da solo e notò che alcune di quelle combinazioni erano fattibili anche con l’uso delle ali, quindi avrebbe potuto combattere anche nel cielo. Spalancò le sue ali e con un salto iniziò a muoverle finché non si ritrovò a librarsi nuovamente nel cielo, dopo un paio di piroette ed una ruota della morte si rimise in posizione di stallo restando fermo nel cielo, li assunse nuovamente la posizione di partenza ed iniziò a provare le combinazioni che potevano essere utilizzate anche in volo. All’inizio non fu semplice conciliare i due aspetti e difatti ci vollero non pochi tentativi per riuscire ad ottenere un fluido modo di combattere in aria, ma adesso riusciva a compiere complesse combinazioni di attacchi e parate mentre si librava in aria come un falco e proprio come un falco sarebbe piombato sui suoi avversari portando loro la morte dal cielo.
    Non sapeva quanto tempo era passato, a fargli compagnia vi era solamente la luna e l’ululato del vento tra le dune, ma a quanto sembrava tra qualche istante non sarebbe stato poi cosi solo. Mentre si trovava in aria a poca distanza dall’ingresso della dimora di Jeggernaut il giovane Hollow si accorse di un piccolo gruppo di figure che si stavano lentamente avvicinando, puntando proprio verso l’ingresso della grotta, aguzzando di più la vista Ezra’eil capì che quello sparuto gruppo non erano altro che una mezza dozzina di Hollow che correvano nelle dune dirigendosi verso la grotta che LUI doveva proteggere, un grandissimo errore. Come i sei Hollow si furono avvicinati abbastanza Ezra’eil eseguì una violenta picchiata verso il terreno atterrando prepotentemente davanti a loro sollevando un polverone che spaventò e disorientò i sei tanto che si fermarono ed indietreggiarono di alcuni passi per tentare di capire cosa fosse successo, non appena la polvere si dilatò agli occhi dei sei Hollow apparve Ezra’eil in tutta la sua statura con le braccia incrociate al petto che li fissava. Erano sei piccoli Hollow, alti poco più della metà di Ezra’eil, dalle fattezze di strani animali, due sembravano dei canidi, un altro era identico ad un ragno, un altro ancora sembrava un topo, una scimmia ed un gatto, a vederli venne naturale la battuta:

    - Cosa abbiamo qua? L’allegro zoo? -

    Non ricevette risposta, i sei piccoli Hollow si limitarono a fissarlo con uno sguardo tra lo stupito e lo spaventato, dalle loro bocche uscivano fuori solamente grugniti senza senso, Ezra’eil piegò leggermente la testa da un lato continuando a fissarli senza muoversi da quella posizione. Quegli Hollow sembravano semplici bestie, prive di qualsiasi intelletto e soprattutto di forza, a vederli erano inermi come pupazzi di peluche:

    - Cosa ci fate qui? E soprattutto perché vi dirigevate verso la dimora del mio maestro? -

    Di nuovo non ricevette risposta, ma grugniti soffocati che uscivano casualmente dalla gola di quelle bestie che nel frattempo sembravano aver riacquisito fiducia in loro dato che avevano iniziato a muovere piccoli passi avvicinandosi all’Hollow mostrando le loro fauci e ringhiando, iniziando a muoversi per tentare di accerchiarlo:

    - Oh vi è venuto un pizzico di coraggio? Ma non mi dite… -

    Ezra’eil invece non assumeva alcuna posizione di difesa, si limitava a restare li fermo in quella posizione osservando però i movimenti dei sei, i due canidi si stavano muovendo verso la sua destra, il ragno ed il topo alla sua sinistra mentre il gatto e la scimmia restarono fermi li dove erano, lentamente stavano circondando l’Hollow continuando a ringhiare ma nessuno di loro ancora aveva fatto una singola mossa per attaccarlo sembravano aver paura. Ma quella piccola tregua durò appena un istante ed i primi ad attaccare furono i due canidi che si lanciarono ringhiando verso di lui brandendo le loro fauci seguiti a poca distanza dal ragno e dal topo ed infine dalla scimmia e dal gatto. Ezra’eil attese fino all’ultimo istante utile, poi alzò la gamba destra compiendo una rotazione sulla sinistra e sferrando un violento calcio ai due canidi spedendoli indietro di alcuni metri, continuando con la rotazione caricò il pugno destro e lo sferrò esattamente sulla maschera dell’Hollow ragno che si frantumò leggermente spargendone in giro alcuni frammenti, il suo corpo colpì quello del topo ed i due volarono via atterrando sulla sabbia, infine posò a terra la gamba destra ed eseguì un altro giro su se stesso sollevando contemporaneamente gamba e braccio sinistro, con la gamba colpì l’Hollow felino respingendolo all’indietro mentre con il braccio afferrò l’Hollow scimmia stringendogli la maschera. Tornò nella sua posizione iniziale stringendo ancora quel piccolo Hollow sul suo braccio sinistro ed osservandolo, non aveva niente di pauroso o pericoloso, si chiedeva come aveva fatto a sopravvivere sino adesso, anche in gruppo non erano stati niente di che, forse avevano solamente avuto fortuna ma ora la loro fortuna finiva li, si stava apprestando a schiacciare la maschera al piccolo Hollow quando dalle sue fauci senti emergere un suono gutturale simile ad una parola:

    ° Ennee…rrrg…ggiiaaaa… °

    Ecco a cosa miravano, all’energia che scaturiva dalla grotta di Jeggernaut, volevano cibarsene per poter sopravvivere, ma il suo maestro gli aveva ordinato espressamente di fare da guardiano alla sua dimora e nessuno vi avrebbe messo piede finché lui sarebbe stato li ne questi patetici animaletti ne nessun altro.
    Lanciò il piccolo Hollow verso i suoi compagni, non aveva alcun senso ucciderli, ci avrebbe pensato la natura selvaggia di quelle terre a farlo, gli altri si stavano lentamente rialzando e per far comprendere loro che dovevano levarsi dai piedi Ezra’eil emise nuovamente uno dei suoi terrificanti urli emettendo anche un po’ di Reiatsu, quelle bestie sentendo il grido ed avvertendo la sua Reiatsu iniziarono una precipitosa fuga verso l’interno del deserto sparendo dalla sua vista. Dopo aver fatto un gesto di stizza con la bocca si voltò dirigendosi nuovamente sulla duna e mettendosi a sedere li. Avrebbe atteso il ritorno di Jeggernaut li fuori cacciando via ogni sorta di invasore che si fosse nuovamente presentato. Ma il tempo passava e nessuno si presentava, spazientito Ezra’eil si alzò in piedi di nuovo in piedi:

    - Dove sei Jeggernaut? -

    Era stanco di attendere, voleva che il suo maestro lo istruisse sulla sua vita da ora in poi, prima avrebbe iniziato la sua ascesa al potere e prima sarebbe giunto al vertice dell’Hueco mundo, ma per ora poteva solo pazientare.

    image
    Narrato
    -Parlato-
    §Pensato§

    °Parlato Altrui°

    Note: Non ho trovato descrizioni della tua caverna o di come il Reishi venisse emesso e sono andato un pò di fantasia, spero non sia un problema, altrimenti modifico ^^
    Grazie anche a me fa piacere ruolare con te ^^ sei uno dei migliori Master che ho avuto XD
     
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    Lesson VII: Smile, everywhere,everyrtime
    A smile is more than a salute
    It's the expression of your soul
    The facade that you put on your true self
    It sway the judgement ofyour allies
    And terrify your enemies
    Especially when they see you bare sharp fangs




    Sono trascorsi ore,giorni,mesi o forse addirittura anni dal momento della scomparsa del tuo mentore.
    Dal giorno in cui sei stato messo a guardia dell' entrata della caverna on si è più fatto vedere nessuno, forse la tua presenza è stata un deterrente sufficiente per loro...
    Oppure è solo il fatto che a malapena poche ore sono passate dalla disastrosa spedizione in Siberia di Juggernaut.
    Laggiù,in quelle fredde terre ha sfiorato la morte ed è infine tornato nelle dune in cerca di riparo, ma le sue ferite hanno interferito con il suo giudizio ed è finito lontano dal suo prezioso riparo, aspettando la sua inevitabile condanna a morte.
    Ma tutto ciò ti è oscuro e precluso dalla conoscenza.
    Solo una cosa è certa, sotto lo sguardo della luna inerte e pallida, assisa nel suo trono nel cielo una trasformazione è avvenuta nel tuo corpo.
    Le reishi così pure di quel luogo hanno stimolato una crescita violenta delle tue ossa, deformandole e rimodellandole sotto l' effetto di una forza sconosciuta.
    Le tue dimensioni si sono accresciute di almeno mezzo metro, i tuoi muscoli si sono irrobustiti e le tue ali si sono fatte più coriacee e flessibili, mentre il flusso di reiatsu in uscita e il tempo di reazione si sono ridotti, facendo di te una perfetta macchina assassina.
    Adesso il tuo corpo è completo, il potere è a tua disposizione, le tue armi rafforzate e la tua corazza indurita dal costante flusso di Reishi...
    eppure una cosa ancora non è completa,la tua conoscenza.
    Ed è questo che ancora ti trattiene in quei luoghi, a te adesso così familiari.
    La tua attesa non è però destinata a durare molto, infatti ben presto sull' orizzonte appare una stella luminosa.
    Una vista piuttosto rara per il cielo dell'Hueco Mundo,solitamente privo di astri.
    E ripensandoci bene il dubbio ti viene, infatti ti appare subito chiaro che quel puntino luminoso ha qualcosa di strano, così come il tuo istinto ti dice che c'è qualcosa di strano in quel punto nel firmamento cupo della notte eterna.
    Poi improvvisamente i tuo corpo inizia a tremare in preda a degli spasmi mai provati prima, un campanello diallarme ti risuona nel cranio imponendoti di andartene, ma è tutto inutile,le tue gambe cedono,precipitandoti nella sabbia e immobilizzandoti sul posto.

    Poi, accompagnata da una brezza etera di Reishi concentrate una creatura imponente, assai più piccola,ma molto più temibile di Juggernaut ti squadra con un unico occhio verde smeraldo, che pare capace di scrutarti sin nei recessi più oscuri e profondi della tua anima.
    Dietro di Lei due rilucenti ali di energia frustano l'aria prima di disperdersi in una nebbia di particelle brillanti
    Il suo reiatsu invece ti è familiare, lo riconosci bene, è quello del Gillian eppure la sua voce è cambiata, così come il suo modo di fare...
    E diverso,la sua stazza è diminuita, ma la sua potenza è decuplicata.
    Allora sei ancora qui eh? Sei così tanto bramoso del potere?
    Nella sua voce c'è un tono vago di dispiacere
    Dovrei distruggerti sul posto, per ilsolo fatto di essere un divoratore di anime, ma purtroppo ho fatto un patto con te, e nonostante tutto non hai ancora ucciso nessun'essere umano sento che potresti riuscire a capire i miei ideali...quindi tanto vale tentare
    SI ferma un attimo prima di farti cenno di entrare.
    Ti insegnerò tutto quello che so, ma prima vorrei sapere una cosa...saresti disposto, per un potere ancora più grande...
    Il palmo della sua mano si rivolgeversol'alto, come se stringesse qualcosa nel pugno
    Ad astenerti dal divorare essere umani?

    CITAZIONE
    L' utente "_>>Dark<<_" ottiene l' energia Gialla e tutte le prerogative che essa comporta oltre a conseguire lo status di Semi-hollow.
    Inoltre se vuoi guadagnare un po' di Exp e PA aggiuntivi puoi decidere di ascoltare cosa Liza ha da dirti oppure riscuotere semplicemente la tua ricompensa in informazioni ed andartene via per una via di depravazione e malvagità

     
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    Return of the master

    Come si sa, il tempo è relativo. A seconda dello stato delle persone esso può passare velocissimo, quasi come un anno durasse un solo istante, oppure essere un atroce e lungo tormento, come se un singolo istante durasse anni interi.
    Era questo ciò che Ezra'eil avvertiva, in piedi con le braccia incrociate al petto e con lo sguardo perso nella vastita dell'Hueco mundo, non sapeva quanto tempo fosse passato da quando il suo mentore Jeggernaut fosse partito lasciandolo li a guardia del suo maniero. In un primo momento quel compito sembrava divertirlo, si sentiva come un generale alla difensa del castello del proprio signore e a lui spettava il cmpito di respingere gli assalti nemici, con l'unica differenza che mentre un generale aveva il proprio esercito lui era solo alla difesa del suo castello. Ma la sua forza era bastata per respingere una prima ondata di piccoli e patetici Hollow e sarebbe bastata per respingere ogni avversario, almeno lui credeva cosi, però di avversari non se ne erano presentati più lasciandolo li solo in compagnia della luna e dei suoi pensieri e cosi il tempo aveva iniziato a rallentare e senza riferimenti un istante gli era diventato lungo come una vita. Non sapeva quanto tempo era passato dalla partenza di Jeggernaut e lui non era un tipo al quale piacesse aspettare anche se purtroppo in quel frangente vi era costretto, doveva attendere il suo ritorno per ottenere quelle conoscenze alle quali agognava tanto. Avrebbe anche potuto iniziare per conto suo ma era consapevole che partire alla carica a testa bassa in quel mondo voleva dire perire in breve, nonostante il suo istinto, acquisito dopo la trasformazione, avrebbe potuto guidarlo sentiva che era molto meglio attendere ancora, sarebbe iniziata più tardi la sua scalata, ma in quel modo sarebbe stata ancora più sicura per cui, mise il proprio cuore in pace e rimase li, fermo in piedi a braccia incrociate, aspettando. Forse sarebbe diventato una statua immobile di Reishi prima del ritorno di Jeggernaut e lui lo avrebbe utilizzato come Gargoyle a guardia del suo maniero, scacciò quella inutile fantasticheria scuotendo la testa e tornando ad osservare le dune dell'infinto deserto.
    Ma mentre attendeva in religioso silenzio e nella completa immobilità qualcosa stava avvenendo nel suo corpo, un altra mutazione, anche se non violenta come l'ultima. La grande quantità di Reishi presente in quel luogo stava influenzando il suo corpo e la sua Reiatsu, le sue ossa si stavano ingrandendo e rafforzando maggiormente divenendo più resistenti, i suoi muscoli si erano ulteriormente sviluppati donandogli una maggior forza, la sua stazza era aumentata di un buon mezzo metro e la sua corazza bianca ossea sembrava esser diventata ancor più rigida di prima, quasi come se il Reishi costante l'avesse martellata come fa un fabbro per eliminare le impurità nell'acciaio e renderlo duro e maneggevole, le sue ali sembravano essere diventate più flessibili e coriacee, in modo da permettergli movimenti più fluidi nell'aria. Ma ciò che maggiormente sembrava accrescere era il flusso di Reiatsu interno a lui, donandogli un maggior potere, il flusso aveva aumentato la sua velocità e la sua portata concedendogli benefici che gli erano ancora sconosciuti al momento ma che avrebbe imparato presto ad apprezzare.
    Ezra'eil avvertiva il cambiamento e l'aumento della sua potenza e di ciò si compiaceva infinitamente, aveva compiuto un altro piccolo passo verso la vetta, ora si sentiva invincibile, nel suo goliardico ego si crogiolava pensando di non dover attendere più di tanto per diventare il signore dell'Hueco mundo e che sarebe stato infinitamente facile, quasi noioso, ma doveva attendere ancora, perchè se bene la sua forza fosse aumentata gli mancava una cosa basilare, la conoscenza.
    Il suo ego venne azzittito una volta ancora quando sollevando lo sguardo verso il cielo, avvertendo qualcosa, vide nell'immensa oscurità dell'eterno buio cielo qualcosa che brillava come una stella, il piccolo Hollow rimase incantato a guardarla per qualche istante, era strano non aver notato nessuna stella in quel cielo e che ora improvvisamente ne fosse apparsa una e di fatti il sospetto iniziò ad mpadronirsi di lui, non vi erano stelle in quel cielo quindi non poteva esserlo ma allora cosa diavolo era? Il pntino luminoso inziò a diventare sempre più brillante e poi improvvisamente cambiò direzione, ora ne era convinto, non era una stella! Poi improvvisamente fu sopraffatto da un'odata di Reiatsu incredibilmente potente provaniente dalla stessa direzione di quel brillamento, un innato sesto senso nella sua mente gli diceva di fuggire immediatamente da li, di mettersi in salvo il più in fretta possibile, non sapeva cosa si stesse avvicinando ma era incredibilmente potente e spaventosamente pericoloso, non era assolutamente alla sua altezza e di questo ne era sicuro. Doveva fuggire di li ma quando tentò di muoversi vide che il corpo non gli ubbidiva più, i muscoli non rispondevano ai suoi comandi, le braccia stavano cadendo inerti lungo i fianchi, le sue ali erano come impietrite mentre il resto del suo corpo era scosso da violenti spasmi di panico, stava tremando, tremando come un fusciello scosso da un violento vento, le sue ginocchia iniziarono a cedere ed in un'istante si era ritrovato a terra, in ginocchio sulla sabbia impossibilitato a muoversi come una marionetta a cui avevano staccato i fili, non poteva muoversi, non poteva fuggire, non poteva gridare, era inerme.
    Il puntino luminoso si stava avvicinando sempre di più verso di lui finchè non divenne abbastanza vicino da essere distinguibile, Ezra'eil aveva di fronte ai suoi occhi una creatura mai vista prima, più piccola di Jeggernaut ma infinitamente più potente... chi era? Un altro invasore che reclamava i possedimenti del suo mentore? Se cosi era non avrebbe potuto in alcun modo contrastarlo, era come per una formica tentare di combattere un leone, il suo ego era stato annientato nuovamente e lui era precipitato ancora in una condizione di miserevole inferiorità.
    In pochi attimi quella creatura fu arrivata nei pressi della tana di Jeggernaut fermandosi a pochi metri da terra ed iniziando una lenta discesa, Ezra'eil paralizzato potè solamente osservare l'invasore che si accingeva a toccare terra: era un enorme Hollow, molto più grande di lui anche se meno di Jeggernaut, aveva uno strano aspetto umanoide e la sua corazza di un color rosa chiaro ricordava all' Hollow un Mobil Suite, un enorme robot da combattimento della serie di Gundam, anche se i suoi lineamenti erano molto diversi, forse troppo "femminili", il busto era sinuoso e dalle braccia e dalle gambe si levavano delle strane parti di corazze simili però ad un vestito femminile, dalle sue spalle si levavano due grandi placche che sembravano richiudere le ali di Reiatsu che l'Hollow utilizzava per volare.
    La creatura era atterrata proprio di fronte ad Ezra'eil sollevando la sabbia del deserto acompagnata da una leggera brezza di Reishi, l'occhio verde dietro la maschera lo fissava intensamente quasi come riuscisse a leggerlo dentro, a mettere a nudo la sua coscienza e rivelare ogni suo segreto con un unico sguardo, il piccolo Hollow poteva solamente rimanere li fermo in silenzio mentre quella creatura sembrava osservare ogni anfratto della sua anima.
    Era spacciato, era nettamente spacciato, se quell'Hollow aveva intenzioni ostili non avrebbe potuto opporre alcuna resistenza, il suo sogno sarebbe svanito ancora una volta prima di iniziare, ancora una volta... ma improvvisamente qualcosa dentro di lui si risvegliò, il suo ego non gli poteva permettere di morire ancora una volta in modo cosi stupido, lentamente la sua coscienza tornò dentro e con lei anche il controllo dei muscoli e delle sue facoltà, avrebbe potuto tentare la fuga! Ma insieme alle sue facoltà si era riattivata anche la percezione del Reiatsu e prima che potesse tentare una qualsiasi fuga avvertì qualcosa di familiare nel Reiatsu di quella creatura, qualcosa di molto familiare... era lo stesso Reiatsu di Jeggernaut!! Ma non poteva essere lui!! La sua stazza di era diminuta drasticamente... ma la sua potenza era diventata ancor più spaventosa... quale trasformazione aveva mai subito?

    ° Allora sei ancora qui eh? Sei così tanto bramoso del potere? °

    La sua voce era completamente diversa da prima, come se appartenesse ad un'altra persona, era una voce troppo.. femminile ma non c'erano dubbi, quella era la sua Reiatsu!

    ° Dovrei distruggerti sul posto, per il solo fatto di essere un divoratore di anime, ma purtroppo ho fatto un patto con te, e nonostante tutto non hai ancora ucciso nessun essere umano sento che potresti riuscire a capire i miei ideali...quindi tanto vale tentare °

    Ma cosa stava dicendo? Era impazzito... o impazzita? Distruggerlo dopo che lo aveva creato donandogli la forza di cui disponeva ora!? Non lo aveva preso sotto la sua ala protettiva come suo allievo? Però sembrava non aver davvero intenzione di annientarlo per via del patto che li legava e anche perchè "non aveva ancora ucciso nessun essere umano" ma anche questo non aveva alcun senso! Per istinto sapeva che gli Hollow uccidevano gli umani e divoravano le loro anime per accrescere la loro potenza, lo aveva sicuramente fatto anche lui per arrivare al livello a cui è ora! E quali erano questi ideali di cui parlava !?
    Iniziò a cammminare passando di fianco allo stupito Hollow in ginocchio non degnandolo di particolari attenzioni dirigendosi verso l'ingresso della sua grotta, però si fermo prima di entrare e voltandosi verso l'Hollow alzò la mano facendogli cenno di seguirlo:

    ° Ti insegnerò tutto quello che so, ma prima vorrei sapere una cosa...saresti disposto, per un potere ancora più grande... °

    L'attenzione di Ezra'eil si rivolse nuovamente verso di lei, la parola "potere" esercitava sempre un certo fascino sull'Hollow, forse non era tutto finito come temeva qualche istante prima. Ora Ezra'eil si era calmato, anche se la voce nella sua mente gli diceva ancora di fuggire il più lontano da li, ma ormai non aveva senso, se avesse davvero voluto eliminarlo lo avrebbe potuto fare gia da prima e anche se fosse fuggito aveva l'impressione che non ci avrebbe messo nemmeno un istante a riprenderlo, per il momento era meglio solamente assecondare quello pseudo-Jeggernaut e vedere cosa voleva da lui, riprendendo coraggio si alzò in piedi e si erse in alto nella sua limitata statura rispetto al suo "mentore" se cosi poteva ancora definirlo. L'Hollow di fronte alla caverna rivolse il palmo della sua mano verso il cielo, quasi come si accingesse a stringere qualcosa all'interno del suo pugno:

    ° Ad astenerti dal divorare essere umani? °

    Cosa? Che diavolo andava dicendo? E' nella natura degli Hollow divorare gli esseri umani e gli stava chiedendo di non farlo? Ma era una pazzia! Lui doveva diventare l'essere più temuto dell'Hueco mundo e per far ciò doveva fare ciò che tutti gli Hollow facevano per crescere! Stava per replicare quando alla mente gli tornò il fatto che forse non era un bene... però aveva anche detto che in cambio della non uccisione degli umani lo avrebbe donato della conoscenza e di un potere ancor più grande, forse poteva guadagnare da questo strano patto che gli stava proponendo... e poi nulla gli avrebbe vietato di divorare anime umane una volta al sicuro dai suoi occhi, ora che era diventato superiore a loro voleva avere il gusto di annientare quelle patetiche creature che avevano distrutto la sua vita. Per il momento si sarebbe limitato a seguire i suoi ideali per quanto folli essi fossero, si sarebbe appropriato di quel potere e poi avrebbe proseguito sulla propria strada. Iniziò a camminare lentamente avvicinandosi all'entrata della caverna:

    - D'accordo... donami il potere e le tue conoscenze... e ti prometto che non ucciderò alcun essere umano... -

    La sua voce non mostrò alcuna esitazione, non tremò un'istante ne in sicurezza ne in tono di voce, era un eccellente bugiardo anche quando era in vita e questo a quanto sembrava gli avrebbe fatto comodo anche in questo mondo:

    - Posso chiederti solamente... chi sei? Non sei Jeggernaut anche se hai la sua Reiatsu... e anche questo tuo improvviso cambiamento di comportamento... sei un'entità completamente diversa dal mio "maestro"... -

    Era una domanda più che lecita data la situazione, non poteva dire di conoscere a fondo Jeggernaut ma anche uno stolto si sarebbe accorto che quell'entità non era lui, aveva la sua Reiatsu ma non era lui e non solo per via dell'aspetto, tutto era cambiato ed era chiarmente percebile.
    Si sarebbe rivelato giusto quel passo che stava compiendo? Le scelte portano sempre conseguenze ed a nessuno è dato saperle, proprio per questo le scelte generano angoscia in chi è costretto a farle, ma la vita stessa è una scelta continua. Qualsiasi sarebbe stato il risultato Ezra'eil avrebbe perseguito solamente il suo obiettivo, non gli importavano scelte sbagliate o no, ogni passo lo avrebbe avvicinato sempre più alla realizzazione del suo sogno... ed intanto si avvicinava sempre più alla strana entità di fronte a lui.


    </table>
    image
    Narrato
    -Parlato-
    §Pensatoi§

    °Parlato Altrui°
    Note:



    Edited by _>>Dark<<_ - 27/6/2010, 22:44
     
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