Bleach Soul Society

Way Of Phanter

Chapter I : Prologue

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  1. Yami Kaguya
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    CITAZIONE

    Attenzione. Tematiche e Linguaggio V.M. 14


    "Ho Partorito un Bastardo"


    Ormai nemmeno ci faccio più caso. Mi sento ripetere questa fra idiota tutte le notti in cui dorme. Tutte le mattine in cui mi sono svegliato, da quando ho memoria, sino a oggi. Che me ne frega di cosa pensa. Se non mi voleva poteva uccidermi come fanno tutte quelle sgualdrine che si fanno ingravidare a 15 anni perchè non riescono a stare fottutamente lontane da alcol e feste.
    Proprio a me doveva toccare la madre senza spina dorsale, cazzo. Ma vabbè. La vedo, la riguardo, fine esame di ogni mattina. Penosa.
    Esco di casa senza salutare, facendola solo più felice con tutta probabilità. Anche oggi scuola, piccolo punto fermo nella vita di questo "bastardo", direbbero. Ma quel punto, si muove parecchio, nella mia di vita, almeno.

    [...]


    HYA!!

    Scarico il pugno in mezzo agli occhi dell'idiota di oggi. Lo scaglio indietro, ma non è certo finita. Non finisce certo con un naso rotto. Mi prega di smettere, che gli spiace. Ma per la miseria. Col cazzo che mi fermo ora, ho appena iniziato!

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    Ti dispiace?! Ti dispiace?! Chi se ne frega, Himura!! Non ho ancora finito!!

    Un altro pugno, seguito da un altro. Il rumore della carne che sbatte contro le ossa, il colore dei capillari che vanno in pezzi. Il mio stesso corpo che sente dolore nella potenza che sprigiono.
    Magnifico.
    Un ennesimo pugno. Lo ritiro macchiato di sangue, Himura non si muove. Lo sollevo, in aria, come a mostrarlo a chiunque stia guardando, nascosto o meno.

    Beh? Che cazzo avete da guardare.

    Lancio il corpo verso la porta, vero scopo dell'averlo sollevato. La sfonda, mentre dietro vedo che stavano due persone. Un maschio e una femmina. Il maschio mi vede, inizia a tremare, e corre via. Lo seguo con lo sguardo, finchè non scompare.

    Tsk, checca.

    Sto per andarmene, quando mi sento urlare contro. Mostro, bastardo, animale. Mi volto, e vedo la ragazza china su Himura. Piange, e alterna le lacrime a maledizioni verso di me, per come ho ridotto il suo ragazzo. Dice che andrà alla polizia, che mi rovinerà la vita mia...e di quella puttana di mia madre.
    Scatto, senza pensiero, afferrandola per il collo. Lo sguardo omicida, mentre le sue mani cercano di liberarsi, si colora di gioia ed eccitazione. Il basso ventre che si risveglia a sua volta, mentre i denti si stringono in un sorriso che mostra ancora di più la mia natura.

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    Puttana, eh...?

    La presa sul collo è ferma, ma non stretta. Non voglio che svenga. L'altra mano, fino ad allora lasciata penzoloni, afferra la sua maglia. Sorrido, e la strappo, buttandola dietro di me. Lei si ferma un attimo, restando di sasso. Osservo il suo reggiseno, stimandola su una terza.

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    ...Vedo che non ti manca la carrozzeria, baby.

    Il suo sguardo si fa terrorizzato, inizia a urlare, agitarsi. Così, di più. Più urla, più la mia gioia cresce. L'unico modo che trovo, è quel sorriso, che spesso fa il suo comodo effetto.

    Vedrò di farti capire come si sente una puttana, visto che ne parli.

    La lancio verso il muro, per terra. Cade, scivolando sul terreno. La osservo che cerca di fuggire, la afferro per il collo appena si mette in piedi, e la spingo verso il muro, faccia volta verso di esso, schiena a me. Strappo anche il reggiseno, e la gonna. Restano solo gli slip.

    Su, andiamo. Vedrai che alla fine ti diverti.

    Le strappo anche gli slip, mi slaccio i pantaloni. Da come urla, dubito si stia divertendo. Peccato, io sì.
    La scarico all'ospedale, poi me ne vado. Di sicuro non crepa, appurato questo, non ho altri rimorsi di coscienza. Mi faccio un giro, vado al fiume. Dovrebbe essere lì, se non ha deciso di cambiare spazio.
    Na, lo trovo. La sua silhouette è inconfondibile. Aspetto vicino alla riva, che mi raggiunga. Una figura aggraziata, con aspetto felino, si avvicina. Non credo sia un gatto. E' grande come un pastore tedesco, mi pare un pò dura, che possano esistere gatti di quel genere. Forse è un altro felino. Fatto sta, che mi piace. Non parla, non urla. Mi fissa come un suo simile, con curiosità, e una sorta di calma. Quelli sono gli unici occhi che non odio.

    Poi, tutto si fa luce. Dietro di me sento urla, e vedo parecchie luci, circa una ventina. Credo siano moto.
    Ho la conferma, quando si gettano verso di me. Che palle, 'cazzo vogliono?

    Beh? Qualche problema?

    Non aspetto risposta, mi limito a spostarmi a lato quando passa la prima. Quel deficiente è venuto lento, er non finire nel fiume dietro di me. Ma appena mi passa accanto, mancandomi, gli risarmio la fatica, con un calcio al culo della moto. Sento il rumore dello splash, mentre le urla si intensificano.

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    ...Sentite, non ho nessunissima voglia di perdere tempo con mezze seghe della vostra risma, potete levarvi da piedi?

    Le urla aumentano. Che rompicoglioni.
    Una, tre, cinque. Me ne arrivano cinque addosso, ma stavolta non credo basti il trucchetto del fiume. Ma mi passa la voglia, se devo fare lo sforzo di tirarli già dalle moto. Quando però ne vedo una che mi si avvicina, inizia a risvegliarsi quella sensazione. Ha il casco non integrale, ne vedo gli occhi. Mi fissa con odio, misto a disprezzo. Lo fisso di rimando, mentre ormai quella sensazione si è svegliata, passando in tutto il corpo. Odiavo quegli occhi, ora il motivo per massacrarli lo avevo eccome.
    Sento rumore d'acqua, e vedo il tizio sulla moto di prima che risale. Inizio a sorridere, mentre con un balzo indietro mi avvicino a lui, e schivo una moto di un soffio.

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    Yo! Vieni a giocare!

    Lo afferro per il bavero della giacca, lo sollevo a mò di scudo. I suoi compagni per un attimo esitano. Il mio sguardo li fissa senza divertimento.

    Beh? Non mi avrete fatto incazzare per fermarvi adesso, spero. Avanti, avevo delle aspettative, non deludetele subito.

    Ripartono. Come sono semplici. Tengo il tipo sollevato, ma inizia ad agitarsi troppo. Gli scarico un pugno nella milza, perchè si calmi. Ripeto l'operazione altre due volte per sicurezza. Poi vedo una moto che arriva. Deficienti. Aspetto sia vicina, poi porto indietro il braccio, scagliandogli infine il loro compagno contro. Rallentano un pò, quanto basta. L'ostaggio gli cade davanti. Corro al massimo della mia velocità, e usandolo come sostegno, spicco un salto, che si conclude con un calcio al petto del motociclista. Cade, la moto prosegue, mentre io atterro. Un urlo dietro di me, mi fa voltare per vedere cosa è successo al tipo, se la moto lo ha schiacciato. Non ha nulla, gli ha solo preso il braccio.
    Ma quello mi frega. Il tipo davanti si rialza, ma nelle urla del mio ex-ostaggio, non lo sento. Fino a che non avverto un dolore allo stomaco, e la freddezza dell'acciaio. Mi volto, e vedo come mi abbia accoltellato. prova a ritrarsi, ma gli afferro il polso. Inizia a muoversi, ma non lo mollo. Solo fa un male cane.

    E stà fermo, cazzo!

    Colpisco alla bocca dello stomaco, poi con un calcio mirato, al collo. Il tipo cade a terra, mentre inizio a sudare vistosamente. Devo finire e curarmi in fretta.
    Ma tanto, vedo che ne rimane solo uno. Gli altri forse sono scappati. Ha in mano una catena, e mi fissa da dietro una visiera a specchio. Resto in silenzio un pò, poi parlo.

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    Beh?! Stai là a farti una sega, o scendi a giocare?

    Non risponde subito, ma scende, a tutta velocità. Lo aspetto un pò, poi però fa una cosa strana. A una decina di metri, salta giù, lanciandomi contro la moto. Mi butto a sinistra, mentre mi passa accanto, tanto che sento il calore del radiatore vicino alla caviglia. Non ho nemmeno il temo di rialzarmi, che sento rumore di ferro, e il dolore mi colpisce il volto. Cado a terra, mi inginocchio e mi tuffo in avanti, rialzandomi. Il tipo fa una seconda carica, ma stavolta lo aspetto con il sorriso a tutta birra.

    Allora non fai così schifo! Dai, vieni!

    Tira ancora la catena, ma stavolta la afferro al volo. Ma la lego al polso con una circonduzione, poi mi avvicino. Scaglio un montante, un gancio al fianco, e un diretto alla bocca dello stomaco. Li para tutti.
    Sfrutto allora la catena, lo tiro verso di me, poi con una seconda circonduzione attorno alla sua testa, riesco a mettergli la catena attorno al collo. Poi stringo, portandolo a terra. Inizia ad agitarsi, mentre con l'altra mano, cerco la chiusura del casco. Glielo tolgo, poi gli parlo, allentando un pò la presa della catena.

    Na, facevi schifo anche tu. Mi dici almeno il motivo per cui avete buttato tre moto?

    Parla flebilmente, ma non mi stupisce. Mi avvicino, e colgo solo frammenti di parole. Rumi, stupro, sorella, bastardo. Rimango in silenzio un pò, poi sospiro,

    Cioè, per una vendetta? Ma che cazzo, se l'è cercata, ok? E nemmeno era un granchè come resistenza, era già finita quando io ero poco dopo la metà.

    Le parole si susseguono, altri insulti sulla linea di figlio di puttana, e simili.

    Non è una novità. Se non hai altro da dirmi, fanculo, me ne vado.

    Lo lascio a terra, allontanandomi. Devo curarmi la ferita, o finiva male. Anche se alla fine, cosa ci perdevo...?
    La riflessione si interrompe, quando il tipo continua a insultarmi, parlando di vendette e simili. Insieme a qualcosa come, che mi farà provare lo stesso dolore che ha provato lui.
    Poi mi chiede come sta mia madre. Lo fisso due secondi. Poi corro. Sopra di lui e i suoi gioielli in particolare, mirando accuratamente, poi verso la moto. La tiro su, la accendo. Dò gas e parto. Non so perchè mi comporto così. Ci sono volte in cui vado a istinto. Questa è una di quelle.
    Non ci vuole molto. Qualche decina di semafori rossi, due auto evitate contro mano. Poi arrivo a casa. Spalanco la porta, sento delle urla. E quando arrivo, vedo una scena che mi dà una espressione che non ho spesso. Un altro stupro. Stavolta con mia madre. Lo stronzo non si è nemmeno tolto i vestiti, solo i pantaloni aperti ha. Appena mi vede, si ferma. Mia madre cade a terra, annaspando. Fisso la scena senza emozioni, il cuore fermo. Sento solo il calore del sangue dallo stomaco, e un mancamento lieve.
    Forse il tizio lo nota, mi dice che così imparo. Poi scappa dalla finestra.
    Corro. Come non so cosa, con una velocità che non mi riconosco. Nemmeno in testa so cosa ho. Per un attimo non capisco nemmeno io cosa succede. Sento un istinto assoluto, mai provato.
    Esco dalla casa, vedo il tizio che mette le chiavi. Sono dietro di lui appena accende la moto. Prova a dare gas, ma lo afferro per il colletto prima, tirandolo giù.
    Non si è messo il casco. Mi avrebbe solo reso le cose più difficili, in effetti.

    Tiro un pugno, alla guancia. Poi un secondo. Un terzo. Un quarto. Un quinto. Continuo, senza sosta. Porto indietro, e affondo. Continuo senza sosta. Lui riesce solo a biascicare qualcosa, ma non mi fermo. Colpisco, colpisco, colpisco. La mano inizia a farmi male, la sua faccia è una maschera di sangue. M non basta.

    Rompiti! Rompiti! Rompiti!!!

    Affondo, inizio a sentire rumori di ossa, e un dolore lancinante alla mano. Dai, che ce la faccio.

    E rompiti che cazzo!

    Un ultimo colpo. Sento la sua mascella che va in pezzi, mentre anche la mano inizia a sanguinare, dall'interno. Forse mi sono fratturato le dita a colpirlo. Il tipo stavolta non respira, però.
    Mi alzo, fisso il cielo. Non sento più il calore di prima, quando lo colpivo. Solo freddo. Così cado a terra, di schiena. Non sento davvero più niente. Ah...è vero, avevo un buco nello stomaco. Ma chi se ne frega. Ormai è fatta. Perlomeno, ci sarà gente più contenta.
    Sento una presenza, però, vicino a me. Mi volto, e vedo delle zampe accanto alla mia testa. Alzo lo sguardo, e vedo quella specie di grosso felino.

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    Ah..sei tu..ho un attimo un problema ora, puoi..

    Sento una voce, nella testa.Parla la mia lingua madre, lo spagnolo. Se voglio essere più forte..?

    ...non sono proprio nelle condizioni di pensarci ora...

    La stessa domanda, la ripete. Ma che vuole...lo fisso, iniziando a essere scocciato. Però...se fossi stato più forte, non mi sarei fatto fregare. Alla fine....

    ...Sì, avrei voluto essere più forte....
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    Le parole cambiano, mentre io riesco solo a ripeterle, in trance. La vista inizia a farsi più sfocata, paradossalmente, sento che smetto di sentire. Lo sapevo che questo giorno sarebbe arrivato. E non so se essere contento o meno. Ripeto solo le parole, che quel gatto mi chiede.

    Voglio essere...più forte...

    Non sento più nulla. Freddo e calore si mischiano. L'ultima mia domanda, è cosa intende quel gatto, con quelle parola.
    Ah, è vero...i gatti non parlano...
    Sorrido. Poi sento un sonno, che non riesco a combattere.
     
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  2. Haist
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    Che fine da cane.
    Come sei vissuto, come sei morto. Una fine degna per la tua vita in pezzi.

    E allora, come mai sei ancora lì?
    Sei morto, lo stai guardando coi tuoi occhi, il tuo corpo esanime a terra, ferito a morte da una fatale coltellata.

    La vista del tuo guscio mortale ti fa provare una sensazione strana, che non riesci a definire... Dolore? Non proprio... forse "sollievo" è la cosa che si avvicina di più alle tue sensazioni.

    Era quello ciò che aspettava ogni uomo dopo la morte? Non era poi così pittoresco come lo disegnavano i predicatori e i folli...

    Quello che ti salta all'occhio, superato l'iniziale e comprensibile shock iniziale, è che il felino che dapprima ti era stato accanto negli ultimi momenti della tua vita era sparito.

    Ti guardi intorno, incuriosito da tale repentina sparizione, cercando quello che più di tutti era somigliato ad un amico nella tua vita. Ma forse non era esatto considerarlo un amico. E' più corretto chiamarlo un'"anima affine", forse.

    Mentre appunto ti giri intorno alla ricerca del grosso felino, un tintinnio attira la tua attenzione.
    Volti lo sguardo, e individui senza troppa fatica l'origine di quello strano rumore: una inquietante catena attaccata al tuo petto, all'altezza della punta dello sterno, il cui altro capo giace infranto accanto al tuo cadavere.

    Come se si fosse accorta del tuo sguardo, l'oggetto spirituale comincia a muoversi, animato di forza propria.

    Prima che tu possa chiederti che cosa stia accadendo, la catena ti toglie il dubbio prima che si formi nella tua bocca come parole intellegibili.

    Vicino alla punta fracassata, piccole bocche compaiono sulla superficie della catena stessa, la quale, con rapida e - sfortunatamente per te - dolorosa lena, comincia a divorare se stessa, in una frenesia autocannibalica che ti procura fortissimi dolori, come se la catena facesse parte del tuo corpo - parimenti ad un braccio o ad una gamba - e qualcuno ti stesse letteralmente facendo a pezzi.

    Il dolore del coltello era niente in confronto a quello che stai provando ora. Quanto durerà a lungo questa agonia? La tua mente sarà abbastanza forte da non spezzarsi di fronte a questa folle sollecitazione?

    La risposta sta solo in te...



    CITAZIONE
    Mi occuperò io del tuo addestramento ^^
    Innanzitutto, descrivi ciò che provi in questa particolare condizione, fisicamente e psicologicamente. Sii foriero di dettagli, ma questo credo non sia un problema per te ^_-

     
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  3. Yami Kaguya
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    Ma che cazzo?
    Qualcosa non quadra. Qualcosa non quadra assolutamente. Ok, non credo assolutamente che ci sia qualcuno lassù che perde tempo a fissare tutto ciò che faccio. Ma magari mi sbaglio, magari esiste e ora mi sbatte all'inferno, sono questi i pensieri che avevo in mente sino a un secondo fa, e che magari per un miracolo ora mi mandano in paradiso...
    Na, non spariamo cazzate. O inferno, o qualcos'altro, comunque un mondo ultraterreno c'è, anche sparando là la faccenda della reincarnazione, devo pur passare da qualche parte per cambiare corpo, no?

    No. Ancora su quella strada del cazzo, a sentire le urla di mia madre da dentro la casa, miste a pianto. Ma perchè?? Ma porca...parlano tanto di stronzate come "lascia questa valle di lacrime, figliolo", e poi Lui, mi lascia qui??
    L'unica cosa che mi trattiene dal bestemmiare, è che ora non sono più sicuro che non mi cada un fulmine sulla testa.
    E poi, ho altri problemi, a parte la scassapalle che piangeva. Ok, ero ancora in quello schifo di posto.
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    Ma lo stesso, il mio corpo era là, con una espressione rilassata sul volto. Umpf. Nemmeno immaginavo di poter avere una faccia simile. Ogni giorno mi fissava di rimando, allo specchio, solo un ghigno o una faccia incazzata. Mi fisso ora, sorpreso quasi. Mi aspettavo di morire con un volto contorto dal dolore, visto la mia vita. Certo, ero pur sempre morto accoltellato.
    Ah, vero...niente dolore, quindi che io sia morto non è in dubbio. Forse dovevo restare dov'ero prima, impilare quelli abbattuti, e morire là, almeno mi toglievo la soddisfazione di crepare sopra una montagna di cadaveri....non solo come un cane vicino a uno stupratore.

    E a proposito di cani o simili...il felino dov'era? Mi guardo intorno, ma non lo vedo. Le sue parole mi suonano ancora in testa, ma non c'e. Forse me l'ero sognato. Peccato, non mi sarebbe dispiaciuto rivederlo un'ultima volta.
    Mentre mi volto però,sento un rumore strano, come un tintinnio. Mi volto verso il mio ...corpo, cazzo ma dai sono morto sul serio che palle....vabbè, comunque, mi volto e vedo una cosa dalla definizione difficile. Una catena, attaccata al mio corpo da un capo, e al mio petto...vabbè, il mio petto fanstasma, dall'alto. Anche se a guardare bene, dalla parte del mio corpo, è spezzata. Una catena?

    -....AAAAAAAAHHHHHHH! Cazzo! AAAAAARGHHH!

    Non ho nemmeno il tempo di chiedermi cosa succede. Il mio cervello riesce solo a dirmi che fa un male cane, e a constatare che non riesco nemmeno a parlare, sento solo il bisogno di urlare, o tenere i denti serrati per il dolore. So cos'è il dolore, spesso mi sono inginocchiato a esso, da bambino...ma questa è la prima volta che percepisco il chiaro termine "piegato in due". Le ginocchia sono le prime, e cado a terra, senza sapere cosa stringere, per provare sollievo. Mi infliggo solo altro dolore, stringendo convulsamente con la mano il pettorale accanto alla catena, e con l'altra l' asfalto. Con gli occhi, vedo solo che quella cazzo di cosa si è messa a mangiarsi da sola, e ad ogni morso corrisponde una fitta. Dovevo tagliarla, in qualche modo. E' l'unico pensiero che riesco a fare, l'unica idea per interrompere quella sofferenza.
    Striscio verso il mio corpo, mentre qui cosi sono già arrivati a metà catena. Sono...delle bocche quasi, che si autofagocitano. Ma che schifo.

    ..Ba...Basta, stronze!!

    Tiro un pugno verticale alla catena, cercando di schiacciare quelle cose. L'unica cosa che ottengo, è che quelle stronze mi mordono. Ritiro la mano, perdendo sangue con mia sorpresa, mentre vedo la carne viva e qualcosa di bianco che sembra quasi un osso. Figlie di puttana..

    Aargh....ma vaffanculo.....

    Nulla, mi serve il coltello. Continuo a strisciare, mentre quel supplizio continua. Voglio solo che smetta, sento istintivamente che devo fermarla. Finalmente, arrivo vicino al mio corpo, e allungo la mano. Che passa attraverso il coltello, come fosse d'aria. Lo fisso stranito, mentre la speranza mi muore nel cuore. No...

    Già...Urgh...sono un fottutissimo fantasma...ah ah....

    Non so perchè, ma mi viene da ridere. Il dolore non diminuisce, ma inizio a ridere.

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    Ah ah ah ah! Beh, sei lenta, cos'è, non ti piaccio stronza?! Avanti, mangiami!

    Forse voglio solo finisca. D'altronde che ci sto a fare ancora là. Voleva darmi un assaggio del dolore, probabilmente, che sentirò.
    Come in risposta, aumenta a livelli, in cui quasi mi slogo la mascella per urlare. Le mani si appoggiano a terra, le unghie grattano sull'asfalto, il dolore aumenta, sino a che non lascio sulla strada scie di sangue, come dei rozzi graffi di un felino. Un filo di bava inizia a cadermi dalla bocca, visto come nemmeno riesco ad inghiottire, ma il sorriso persiste imperterrito.

    E' tutto qui, figlia di puttana?!

    Sorrido, il dolore mi fa sudare freddo. Ormai manca poco, pochi anelli. Il dolore persiste, le dita sono rosse di sangue, ma continuò a grattare. Mancava poi il corpo, magari. Cos'era, una punizione per il peccato di gola? Speravo mi sbattessero in mzzo ai violenti, non fra i ciccioni golosi.
    Ma ero pronto, che quella catena acesse il suo fottuto lavoro, se doveva uccidermi. Almeno me ne andavo da là, e da quel pianto che sovrastava i gemiti che emettevo, unico suono che ancora riconosco quando non urlo.
     
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  4. Haist
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    Dolore. Dolore e follia.

    Questo era il tuo inferno ora, la tua misera condizione.
    Perchè questo martirio, ti chiedi? Perchè proprio a te spetta questa tortura che sembra infinita? Perchè a te, e non ad un altro dei tanti figli di puttana che hai incontrato nella tua troppo breve vita?

    Non te lo meritavi. Per niente.

    O forse sì? Davvero non hai nulla di cui rimproverarti?
    Questo dubbio che sorge nella tua mente dilaniata dalla sofferenza rievoca nella tua mente ricordi lontani, sopiti ormai da tempo immemore.

    Ricordi di una stanza buia. La tua stanza, con te ancora bambino, in un angolo, accucciatocontro la parete.
    Frignavi come un poppante. Davvero non ti ricordavi una cosa del genere? Eri davvero stato così, un tempo?

    Fuori dalla porta, la voce di tua madre. Non capisci quello che sta dicendo, ma di sicuro non è qualcosa di bello, e soprattutto è rivolto a te.

    ... non saresti mai dovuto nascere..., le uniche parole che riescono a raggiungere il tuo orecchio, forse proprio le più dolorose.
    Che razza di madre dice una cosa del genere al proprio figlio? Non c'era da meravigliarsi che tu fossi cresciuto in quella maniera...

    Una rinnovata scarica di dolore liquido ti attraversa il cuore fino alla testa, minacciando di fartela scoppiare. E' più che sufficiente a farti ritornare al presente.

    Ma ti rendi conto che c'è qualcosa di diverso, rispetto a prima. Sentimenti ancora più oscuri di quelli che eri abitato a formulare in vita attanagliano la tua mente martoriata, facendoti soffrire, se possibile, ancora di più.

    Sentimenti rinchiusi, che ad ogni momento che passa, seguendo il ritmo di autocannibalismo della catena ormai ridotta ad un mozzicone, sembrano lottare per emergere.

    Gli ultimi anelli cadono a terra, e la tua vista si oscura, mentre una strana robaccia bianca esce come vomito dalla tua cavità orale, ricoprendoti dapprima il viso e poi tutto il corpo a seguire.

    Senti che stai cambiando, nel fisico e nella mente. Un cambiamento radicale, che spazza via tutto quello che eri stato, lasciando al tuo posto un'entità malvagia e perversa, ricolma d'odio verso tutto e tutti.

    Forse una migliore rappresentazione di quello che eri davvero tu, in vita, rispetto a quel misero corpo umano...



    CITAZIONE
    Ok, descrivi la tua trasformazione e i tuoi pensieri in questo momento cruciale. Go! :riot:

     
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  5. Yami Kaguya
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    ...Se la prendeva pure comoda, la puttana.
    Doveva essere passato un minuto. No, forse anche meno. Non che mi importi del tempo, quando so che sto per....per cosa? Morire di nuovo? Essere sbattuto in quel buco del cazzo che è l'inferno o come si chiama?
    Mi basta che finisca, quell'idiota del mio cervello per non farmi impazzire dal dolore, non mi sta più facendo provare dolore alle mani, quando quello di quella catena sovrasta tutti gli altri. Per una volta potrebbe farsi i cazzi suoi, con la morfina o qualsiasi altro ormone abbia liberato.
    Macchè. Magari solo quello. Ha pure i suoi meccanismi idioti.
    Fisso il terreno, mentre inizio a mordermi il labbro inconsciamente, per tentare di soffocare quel dolore con un altro, visto che le mani non servono più allo scopo. Quando però rialzo gli occhi, non sono più in strada.

    Che cazzo...era ora, finalmente...

    Sento però un pianto soffocato. Un singhiozzo, e il rumore di chi ha il moccio al naso. Fisso un angolo della stanza, dove stava un mucchio di stracci. Anzi, no. Quel mucchio sussulta, e quella maglia sporca di sangue...ero Io?
    Ho la conferma, quando un braccio si solleva, e va a pulirsi il naso con la manica di quella maglia troppo grande per quel corpo, rimediata non so dove, sporca del sangue di una mascella colpita da schiaffi. La coperta che mi ero messo addosso per lottare contro il freddo, cadde a terra con il movimento del braccio, mostrando quei capelli azzurri. Sì, ero proprio io. Mi ero dimenticato, che quella stronza i primi tempi mi picchiava. Forse perchè prenderle da una donna, è da checche. Era bastato un colpo indietro, per farla smettere. Il primo di una lunga serie, di un gesto che otteneva lo scopo con tutti gli stronzi di questa terra che mi si erano messi tra le palle. Credevo di aver dimenticato, quel periodo.

    Beh? Che cazzo è? Se volevi farmi vedere cosa mi perdo crepando, potevi scegliere un momento migliore, non credi?!

    Non so a chi parlo, mentre ancora in ginocchio fisso quella scena. Che palle, ma perchè devo vedere 'ste cose...sento pure mia madre che di là parla con qualcuno, dice che non dovevo nascere. Ma che stesse zitta, mi facevano pure raccontare ciò che mi aveva ripetuto oltre la nausea.
    Qualcosa però cambia. La porta si apre, e il poppante smette di piangere. Fisso a mia volta la porta che viene spinta, mentre una figura si staglia sulla soglia. La fissiamo entrambi, sia per come sia una bambina, sia per il suo abbigliamento, un jeans tagliato su uno dei due ginocchi, e una camicetta blu. Fissa un attimo il me stesso moccioso, in controluce, poi si avvicina.
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    Mi fissa un attimo, poi mi scompiglia i capelli con forza ma dolcemente, con un ghigno sulla faccia.

    Perchè piangi, zazzera idiota azzurra?

    La fisso un attimo, stupito. Ma che ci fa lei lì? Perchè, è lì? Perchè mi ricordo ora, questa scena??

    She..!

    Non ho tempo di finire quel nome. Il dolore mi scoppia nella testa, talmente forte, che tutto si fa sbiadito, il ricordo sbiadisce. Non riesco a pensare, non riesco a ricordare quel nome. Ma porca...

    E piantala figlia di puttana! Hai rotto le palle, mangiami e basta cazzo, cos'è sei pigra?! Muovi il culo o gli anelli!

    Ancora, qualcosa cambia. Ma non è il dolore. E' qualcos'altro. Qualcuno, o qualcosa. Sento una voce nella testa, come quella del gatto. Ma mi dà una sensazione pessima. Come qualcosa che mi guardi dal buio. E non è grande come un gatto.

    Hombres...

    Una parola mi risuona nella mente, a ripetizione. Fra quella, il dolore, e la rabbia, ormai credo di aver raggiunto il limite, evvai, dai che sono già impazzito...

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    Los Hombres...todos...son pejores, de los animalos....

    Gli uomini, peggiori degli animali? Oh beh, ne aveva una prova davanti. Tutti mi chiamavano animale, come la ragazza di stamattina, non mi diceva nulla di nuovo.

    No...muy pejores...los animalos, no son tan ipocritas. Un cocordilo puede comer su cachorros...ma no conoce, el concepto de golpearlos.

    Non conosce....il concetto di picchiare i figli....grande, qualsiasi cucciolo di animale ha un infanzia migliore della mia? Cercava di mandarmi in depressione prima di morire, o cosa?

    Matalos. Todos.

    Iniziavo a vedere buio, mentre quella presenza, si avvicinava, il volume della voce cresceva, come un ombra più scura del buio che la circondava. Uccidere..?

    Devoralos. Todos los Hombres, todos los que tengon vida, no son nada mas che cobardos. Nada mas que presas.

    Per la prima volta, ebbi un brivido. Parlava di mangiare ogni essere vivente, con un disprezzo che, incredibilmente, era superiore al mio, sebbene di poco eh. Non mi piaceva. Potevo picchiare o stuprare. Ma quella voce parlava di uccidere come fosse qualcosa di naturale dettato dall'istinto. No, potevano dirmi che ero un bastardo, ma non un assassino.

    Vattene....non mi...interessa...

    Il dolore a volte c'era, a volte non c'era, iniziavo a non capire più nulla. Ma che cazzo era, una seconda morte..? Perchè il buio avanzava ancora a coprirmi gli occhi?

    No tienes otra opciòn, Grimmjow. Tu tenerais que sobrevivir. Para la cima de la montana. Para ser el Rey.

    Il buio ormai, mi ha quasi preso, non vedo nulla, riesco solo a ripetere parole, meccanicamente. Che palle, di nuovo morire? Ma che senso aveva?

    La cima...? Re..? Re di quale montagna..?

    Todos los reys, tienen que governar una montana. Tu sarais el rey, de la mas alta montana de el mundo. La montana de todos tus nemigos, muertos debajo de tus pies!

    Vedo tutto sfocato, il mozzicone di catena, ormai ha solo pochi anelli.

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    I miei nemici...sotto i miei piedi...

    Mata, distrua e devora todos! Grimmjow Jeagarjaques!!

    AAAAAAAAAAHHHHHHHH!!!!!!!!!!!

    Vedevo tutto nuovamente chiaro. Chiaro anche perchè una cosa bianca mi stava in mezzo agli occhi, uscendo come lacrime. Lo stesso dalla bocca, mi veniva da vomitare, ma l'unica cosa che usciva, era quella cosa. Non riuscivo a stringere i denti, cercavo di sputarla fuori, qualunque cosa fosse. Ma non funzionò. Anzi, quella cosa iniziò ad attaccarsi al mio corpo come un magnete. La catena non c'era più. Al suo posto, ora stava un buco, come se mi avessero sparato forandomi il torace. Sentii poi un dolore al corpo intero, mentre quella cosa bianca continuava a uscire come schiuma da un estintore. Ma dove cazzo si era mai vista una morte così schifosa, ma ce l'avevano con me?
    Questo avrei voluto pensare. Ma era già tanto, che riuscissi a urlare, il dolore era tale che anche sgolandomi, non mi bastava. Vidi il mio corpo che iniziava a perdere pezzi, cadendo in polvere.
    No. Non potevo morire senza ricordarmi come si chiamava, non volevo morire senza il ricordo dell'unica persona che mi era stata vicina. Ma quel dolore di merda mi annebbiava i sensi, insieme a quella cazzo di voce che continuava a ripetere parole come "uccidi" e "divora".

    Sta zitto, sta zitto, sta zitto felino di merda!!!

    Il braccio iniziò a ricomporsi, ma non era corretto chiamarlo braccio. Era verde, più corto, e non vedevo i muscoli che avevo prima. E vedendolo formato, capii perchè. Non era un braccio. Era una zampa.

    Cosa?!

    Lo stesso per il resto del corpo. Le gambe sparirono, come l'altro braccio, lasciando a sostenermi solo quella zampa assurda. Poi fu il turno del corpo, che si fece più massiccio, più grosso, mentre sentivo una nuova appendice sul fondoschiena. Non riuscivo più a urlare, poi, al culmine del dolore, un lampo di memoria mi arrivò al cervello.

    She...na...

    Il corpo si era riformato, con zampe, coda e torso. Poi la cosa bianca mi coprì del tutto gli occhi, mentre pronunciavo quell'ultima parola. Me l'ero ricordato...
    Silenzio.
    Il respiro ansante, gli occhi chiusi. Il dolore era cessato, le sensazioni cambiate. Ero a quattro zampe, le sentivo tutte sul terreno, appoggiate sui cuscinetti. Istintivamente estrassi le unghie, mossi la coda, e aprii la bocca, leccandomi le zanne. Non avevo altro, che l'istinto. Aprii gli occhi, vedendo il mondo, da un'altezza maggiore. Il muro che prima mi arrivava alla testa in piedi, ora lo vedo a quella stessa altezza, anche se sono a quattro zampe. Muovo un passo, accorgendomi di come muovermi mi sia un pò difficile. Poi mi vedo in una finestra a specchio. Quattro zampe, oguna munita di artigli, e con dei cuscinetti tipici dei felini. Forse perchè è quello che vedo. Quella che sembra un enorme gatto, di colore verde, con la colonna vertebrale in rilievo sulla schiena, tranne in un punto in cui scende all'interno del corpo, in corrispondenza di un foro. Poi riprende, visto che non termina nell'osso sacro, ma continua, visto che quell'osso ora, è una coda che si agita dietro di me. Mi fisso la zampa, ma mi accorgo che c'è un minimo rilievo, ai lati della testa, che mi impedisce la visuale, sebbene di pochi millimetri. Mi sfioro il volto con una zampa, ma sento solo una cosa dura. Nello specchio, vedo che ho addosso una specie di maschera, con due buchi neri come le tenebre, in cui stanno due occhi gialli. E' piuttosto grossa, e i denti sono esposti, come una specie di scheletro. Però non è rigida allo stesso modo. E sento come se fosse la mia pelle.
    Provo a parlare, ma la prima cosa che mi esce, è solo un ringhio.
    D'altronde, a cosa serve parlare. L'unica cosa che sento, richiede la bocca sì, ma per altri scopi. Ho un buco nello stomaco, e lungo la colonna vertebrale. Ma chissà perchè, riesco a muovermi senza problemi. E anche senza la parte dello stomaco, la sento, quella sensazione.

    image

    ....Ho fame.



    CITAZIONE
    La skin e lo stile grafico che adotto non vanno d'accordo per ora u___u Ho dovuto arrangiarmi, se ci sono problemi dite.



    Edited by Yami Kaguya - 28/5/2008, 18:30
     
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    Fame, l'atavico sentimento delle bestie, il bisogno primario di ogni essere vivente, così anche tu adesso ti muovi, mosso dall' istinto in cerca di una preda.

    Giri rapido le strette vie della città rapido, silenzioso, così simile al felino cui il tuo corpo rassomiglia; la esile forza spirituale emanata dai patetici umani intorno a te non sembra nemmeno sufficiente a saziarti, entri quindi in un piccolo vicolo, e capisci, prima ancora di vederlo, che qualcuno o qualcosa ti stà osservando.

    image

    Piccole e sfuggenti creature, orride parodie di quello che sei diventato ti guardano con odio, guardando verso di loro ti accorgi che nei loro occhi vi è qualcosa che entrambi possedete... la fame.

    In un istante due delle creature balzano davanti a te, mentre altre tre scendono alle tue spalle bloccandoti ogni via di fuga, e nello svolgersi di un istante ti sono addosso. Le rimanenti quattro si accontentano di spiarti furtivamente dall' alto del muro.

    L' imperativo che governa la tua vita adesso è cambiato, non è uccidere per nutrirsi, è uccidere per sopravvivere.

     
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  7. Yami Kaguya
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    Sheena....

    Ora che me lo sono ricordato, mi chiedo come ho fatto a dimenticarlo. Il suo nome. Il nome dell'unica persona, che non rientra in quella massa di stupidi idioti.
    Strano, però. Ho faticato a ricordarmelo, quando dovrebbe essere il più importante. L'unico che mi faccia sentire bene...
    No.
    Non posso definire come "bene", questa sensazione che provo al suono del suo nome.

    Sheena...

    Mi ripeto il suo nome nella mente, ma non porta alcun appagamento. Sento solo un bisogno che si fa più forte.

    Sheena...

    Non so cos'è. Non capisco cosa sono diventato. Mi guardo quelle zampe, grandi più della mia testa umana, così come la testa che ho ora, coperta da una maschera. Ma alla fine, chi se ne frega. Mi sento bene. Se non per quella sensazione, che aumenta, mentre ricordo il Suo viso, insieme al suo nome. Mi guardo indietro, vedendo come quel tizio che ho fatto fuori, mi stia fissando con assoluto terrore. Sento qualcosa, ma non è paragonabile al bisogno primario che mi martella il cervello Mi sembra dire "C'è di meglio". Mi volto quindi, e inizio a correre. Mi stupisco quasi, di come il mio corpo tanto grosso, mentre corre non faccia così tanto rumore. Forse ne faccio anche meno, di quando avevo la mia prima forma. Mi sento più forte.
    Mentre corro poi, vedo le persone. Ma quella voce, continua a ripetere, come ci sia di meglio. Quindi li ignoro, proseguendo nel cercare solo Lei. Devo trovarla a ogni costo.
    Dopo alcune strade, vedo un vicolo che accorcerebbe il tragitto. Mi ci infilo, continuando a correre. Fino a che non noto di essere osservato. Faccio forza sulle zampe anteriori, e mi fermo di scatto, fissando delle ombre sopra di me. Piccole, con teste allungate. E che mi fissano sbavando, con uno sguardo che parla per loro.
    Non penso a nulla, non mi serve. Mi basta sapere che sento pericolo. Per il resto, aspetto che facciano loro, la prima mossa. Ho il vuoto in mente, ma sento come se sapessi già cosa fare, come se qualsiasi movimento loro facciano, non mi serve pensare per reagire. La mia coda si muove, inconsciamente. Nemmeno mi sembrava strano, avere una coda ora. Sentivo come tutto ovattato, da parte della mia mente.
    Forse è questo, quello che chiamano puro istinto.

    Poi il tempo sembra rallentare. Due mi scendono davanti, mentre altre tre a giudicare dai tonfi mi sono dietro. Mi sposto di 90° a destra, così da avere una visuale migliore su entrambi i lati, voltando di poco la testa. Ma appena termino il movimento, quelle cose mi balzano addosso. Un ringhio istintivo mi esce dalla gola, mentre mi muovo.
    I più numerosi sono a destra. Mi muovo quindi a sinistra, concentrandomi sulla sensazione che mi dà la nuova "coda". La frappongo fra me e loro, sperando si blocchino su quella. Per i due davanti, invece, metto una zampa in mezzo al loro salto, fermandoli su di essa. Dopodichè, provo ad avvicinarla e azzannare la testa di uno di loro due, quello più vicino. L'altro, provo a bloccarlo sotto la zampa, portandola a terra e facendoci peso.

    Se avessi sentito ancora il peso sulla coda, avrei provato ad alzarla e abbassarla, così che, aiutato dal peso di tutti loro, riuscissi a sbatterli sul terreno. Forse avrebbero anche mollato la presa, se fossi stato fortunato.

    Stupide Formiche...

    Era quella la sensazione che mi davano, mentre li fissavo. Come degli insetti. Se fossi riuscito ad azzannare il primo, avrei masticato, ma faceva proprio schifo.

    ..non avete nemmeno un buon sapore.

    image



    CITAZIONE
    Reiatsu rimanente: 8/8 Energia Bianca
    Condizioni fisiche: Ferite da morsi alla coda e alla zampa destra.
    Condizioni psichiche: Seccato
    Difesa: Parata con la Coda, e con la Zampa Destra.
    Attacco: Morso, Colpo verso il suolo con la Zampa Destra, Colpo verso il suolo con la Coda.
    Note: Non conoscendo la forza offensiva dei nemici, mi limito a indicare i punti di ferita e come penso attacchino :sisi:

     
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    Insetti, niente di più di piccoli insetti, i loro miseri denti affondano con grande sforzo nella tua carne provocandoti niente di più che pochi graffi.

    CITAZIONE
    Ferita marginale da lacerazione alla zampa destra

    CITAZIONE
    Ferita marginale da lacerazione alla coda

    i tuoi attacchi invece, producono una vera strage, solo due delle piccole bestie rimangono ancora vive, ma non reagiscono, si accontentano di trainare via un loro compagno, ridotto ad una massa informe di tessuti, probabilmente per divorarlo in seguito.

    Innervosito da questo contrattempo continui il tuo lento girovagare, ben conscio che quelle bestie ti stanno ancora seguendo, tuttavia arrivato in riva al fiume una visione ti fa ribollire il sangue nelle vene. cinque o sei persone sono radunate a parlottare, ma una in particolare attira la tua attenzione, un ragazzo con la faccia rovinata, la cui mascella è rotta...
     
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7 replies since 18/5/2008, 14:31   397 views
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