Bleach Soul Society

Vita spezzata

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  1. Deidara90
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    SPOILER (click to view)
    Legenda:
    Narrato terza persona
    Parlato
    Pensato


    In una fredda notte senza luna, un'ombra si aggirava furtiva per i corridoi dell'istituto. Silenziosa, veloce, attenta: l'ombra fece capolino dalla lunga scalinata che portava fin sopra la terrazza dell'ala est, quella destinata alla scuola media inferiore. Subito decise di accendere la centralina, illuminando così ogni stanza dell'edificio; il giovane Matsuura sapeva bene che era categoricamente vietato penetrare nell'istituto, soprattutto in quell'ora tarda, ma oramai nulla aveva più un senso: stavolta i suoi compagni avevano davvero esagerato. Quello stesso giorno l'avevano picchiato di nuovo, stavolta nel bagno destinato alle ragazze, spogliato, fotografato, ricattato. Il suo ego distrutto, il suo orgoglio frantumato, la sua vita...mai esistita. Una pseudo vita vissuta sempre da solo, ai margini della società, diversa da tutti quei ragazzi della sua età. Amici? Chi ne ha mai avuto bisogno? Non esiste nessun sentimento chiamato "amicizia", esiste solo te e gli altri: chi reputi amico, sicuramente un giorno userà tutto quanto in suo potere per rovinarti, questo quando gli sarà più comodo. Una filosofia di vita che il giovane adottò fin da quando aveva memoria, fin da quando cominciò a muovere i suoi primi passo nel mondo e nella crudeltà umana. Ma adesso basta: era arrivato il momento di finirla, lì, dove tutto era cominciato. E lì tutto sarebbe finito. La terrazza era molto larga, molte volte era stato torturato in quel luogo infausto, senza possibilità alcuna di fuga. Stavolta però sarebbe andata diversamente dalle altre volte, la sua morte sarebbe stata la punizione ideale per quelle stupide persone che lo hanno sempre maltrattato...Estrasse dalla tasca una lettera, le sue ultime memorie: chiunque avesse letto quella lettera, avrebbe capito il perchè di tale gesto, ma soprattutto, per sottolineare quanto fosse codardo, non avendo mai avuto il coraggio di ribellarsi. La morte sarebbe stata la migliore delle punizioni. Scavalcò la ringhiera di protezione, seppur con qualche affanno, e si ritrovò dinanzi il vuoto totale, un piccolissimo spazio su cui tenersi, sarebbe potuto cadere praticamente da un momento all'altro.

    "Finalmente ci siamo: tutto quello che ho sempre amato, tutto quello che ho sempre odiato, sta per sparire. Di Matsuura Koike, giovane ragazzo suicida, rimarrà solo il ricordo. Fra poco potrò assaporare il dolce gusto della tranquillità eterna, nessun pensiero, nessun problema, solo io con la mia anima. Non anelo nient'altro."

    Lacrime amare bagnarono il viso del ragazzo, ricordando quei pochi, se pur intensi, momenti felici della sua misera esistenza, povera di affetti. Sollevò il piede destro da terra, lasciandosi pendere in avanti, verso il vuoto, verso l'oblio.

    "Padre, madre...Perdonatemi. Addio..."

    Si lasciò andare completamente a quel vento ghiacciato, come il suo cuore, vedendo il suolo avvicinarsi sempre di più al suo viso. Seppur per qualche istante, aveva la sensazione di volare, libero, al di sopra di tutto...Mai morte sarebbe stata più dolce. Vide il suolo a un palmo dal suo viso, chiuse gli occhi ancora gonfi di lacrime...poi, il buio.

     
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    La morte ti accoglie dunque nel suo gelido abbraccio, un abbraccio lubrico, voglioso; la tetra mietitrice non desidera altro che la vita che, forse generosamente, le hai donato di cuore. L'impatto col suolo è più duro del previsto, il freddo cemento ti lascia senza fiato, letteralmente, per sempre.

    Quando riapri gli occhi rivedi il tuo corpo a pochi passi di distanza, strano, molto strano. Dopo pochi istanti realizzi un'altra cosa, come fai a vederti se sei morto?
    Questo se possibile è ancora più strano.

    Mentre il vento freddo della notte carezza le tue spoglie mortali osservi la catena che collega il tuo petto al tuo cadavere, che diavolo sarà? E perchè sembra quasi a tratti muoversi? Tante domande e nessuna risposta.

    Poi una voce risuona alle tue spalle, una voce fredda, metallica, inquietante ma al tempo stesso suadente e melodiosa.

    Tsk, ragazzino lo sai che mi piaci? Buttarsi dal balcone di una scuola è qualcosa di estremamente melodrammatico, sembrava di vedere qualcosa di irreale ehehehe
    La voce ride chiocciando.
    Ma dimmi, chi sei, fammi divertire, raccontami un po'della tua vita sono curioso e la notte è lunga.

    La voce lascia trasparire dal suono una certa impazienza, è chiaro che non desidera rimanere a bocca asciutta e qualcosa ti dice da dentro che faresti meglio a dirgli tutto.
    CITAZIONE
    Beh, visto che ormai ci sei costretto fai del tuo meglio, ricorda che non sai chi ti stia chiedendo ciò.
    PS: ottimo post^^

     
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  3. Deidara90
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    La luce, di nuovo. Matsuura aprì nuovamente gli occhi..Com'era possibile? Non poteva riuscire ad aprire di nuovo gli occhi..sarebbe dovuto morire sul colpo! Sgranò nuovamente gli occhi, perplesso, era ancora lì, in quel mondo infame, sporco. Fissava le sue mani, incredulo, apparentemente nulla era cambiato. Forse era un miracolo, forse Dio lo aveva salvato...Peccato che lui non lo avesse chiesto. Finchè il suo sguardo non cadde lì vicino: vi era un corpo a terra, schiacciato, semidistrutto; il suo corpo, o quello che ne era rimasto. La reazione del ragazzo fu molto lenta, i suoi sensi erano totalmente annebbiati, confusi.

    "Uff è solamente il mio cadavere......Cosa???? Ma che diavolo sta succedendo??"

    Si lanciò con grande foga verso i resti delle sue membra, sempre più confuso; a quanto pareva il suicidio era andato a buon fine, ma com'era possibile che potesse vedere il suo corpo? Cos'era diventato? Non aveva mai creduto a cose come anima o simili, credeva solo in ciò che poteva essere dimostrato scientificamente, non credeva in un Dio, in un Buddha. Credeva solo in ciò che vedeva. Nonostante questo era lì, ancora, costretto a respirare quell'aria lugubre, o almeno era convinto di respirare. Tante le domande che il ragazzo si poneva in quel momento, senza che egli riuscisse a darsi una risposta. Osservando con più attenzione il suo corpo, notò una strana catena attaccata al petto.

    "Che strano, eppure mi sembra che non avessi nulla del genere al momento del salto. Magari quando si muore succede sempre qualcosa del genere. O magari sto solo sognando."

    Un formicolio. Una strana sensazione pervase il petto di Matsuura, sempre più forte, sempre più insistente. La mano destra subito ebbe uno scatto di riflesso, portandosi appunto al dolorante petto: qualcosa di freddo e stranamente metallico spiccò al tatto, anch'esso legato con una catena che di fatto collegava il suo corpo con la sua anima. Un'espressione terrorizzata inondò il volto del neo spirito che afferrò con tutte le sue forze quella maledetta catena e cominciò quindi a strattonarla, come per cercare di staccarla. Niente, era saldissima, non aveva intenzione di togliersi: l'unica cosa che sentiva era un movimento pulsante di quella catena che sembrava avere una vita propria, che si muovesse, interagisse con la sua anima.

    "Se avessi saputo che morire implicava tutte queste stranezze, c'avrei pensato due volte prima di suicidarmi. E togliti stupida catena."

    Improvvisamente un brivido gelido gli pervase completamente la colonna vertebrale. A quanto pare persino uno spirito poteva provare questo genere di emozioni. Il ragazzo cominciò a sudare freddo, una strana entità sembrava trovarsi alle sue spalle: voce tonante, fredda, agghiacciante. La sua voce risuonò per tutto quel surreale scenario, ridendo forsennatamente come un matto. Matsuura, dal canto suo, rimase impietrito, stava sudando freddo; per la paura non riuscì minimamente a girare il capo, non fece altro che rimanere in silenzio, con la bocca semi spalancata, ad ascoltare:

    CITAZIONE
    Tsk, ragazzino lo sai che mi piaci? Buttarsi dal balcone di una scuola è qualcosa di estremamente melodrammatico, sembrava di vedere qualcosa di irreale ehehehe [....] Ma dimmi, chi sei, fammi divertire, raccontami un po'della tua vita sono curioso e la notte è lunga.

    "Che sia Dio in persona che mi è venuto a prendere? O forse è il demonio, si è sicuramente così, finirò negli inferi per essermi tolto la vita, mia madre diceva sempre che viene considerato un peccato mortale..Meglio così, io non mi merito altro e comunque non ho paura dell'inferno; io l'ho già visto il vero inferno."

    Ad un tratto smise di tremare, conscio della sua posizione: era morto, non poteva più aver paura di nulla oramai, almeno in quell'occasione si sarebbe comportato da vero uomo. Prese quindi la parola, mantenendo comunque le spalle rivolte alla strana entità, assumendo un tono deciso, fermo.

    "Vuoi sapere chi sono io? Mi chiamo Matsuura Koike, di 17 anni. Non sono nient'altro che la feccia della società, l'anello debole, l'ultima ruota del carro chiamato vita. Vista la mia posizione, ho deciso definitivamente di farla finita. Sarò ben lieto di farti divertire, hai ragione, la notte è ancora lunga ma non sei molto educato: in genere quando si chiede il nome di qualcuno ci si presenta per primi. Forza, dimmi tu chi sei."

    Parole di chi ormai non aveva più paura di nulla, parole di chi aveva perso tutto e che era diventato uno zero; e in quanto tale, sarebbe potuto diventare una nuova e più forte entità.

     
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    "Vuoi sapere chi sono io? Mi chiamo Matsuura Koike, di 17 anni. Non sono nient'altro che la feccia della società, l'anello debole, l'ultima ruota del carro chiamato vita. Vista la mia posizione, ho deciso definitivamente di farla finita. Sarò ben lieto di farti divertire, hai ragione, la notte è ancora lunga ma non sei molto educato: in genere quando si chiede il nome di qualcuno ci si presenta per primi. Forza, dimmi tu chi sei."

    La voce ode le tue parole e rimane in silenzio per alcuni interminabili istanti poi inizia a ridere come se tu avessi detto la facezia più divertente di questo mondo; tu incredulo continui a guardare ciò che è uscito dal buio, ovvero niente, nessuno si è fatto avanti a mostrarti il suo volto.

    Vuoi sapere dove sono? Guarda in basso alla tua destra e lo scoprirai eheh..
    Abbassi lo sguardo: accanto ai tuoi piedi eterei si trova una pozza d'acqua in cui si specchiano il palazzo scolastico, il cielo stellato ed un viso, il tuo viso. Diventi terreo quando capisci di cosa la voce stia parlando, ed è sempre lei a dartene conferma.

    Esatto Matsuura-kun, io sono una persona che conosci bene, anzi piuttosto che solo ora hai saputo di conoscere, io sono te....
    Cadi in ginocchio cercando di capire, poi ti parli di nuovo, nella tua mente, i tuoi comandi perentori risuonano nel tuo ego dimidiato.
    Sono nato dalle infinite umiliazioni che hai subito, dal tuo rancore, dalla tua rabbia, dal tuo odio

    Prende fiato prima di parlare ancora

    Ti prego, dimmi chi sono, come mai sono nato, e cosa è successo mentre sono stato nel buio.
     
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  5. Deidara90
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    Momenti di silenzio interminabili. Silenzio rotto solo dalle risa incontenibili della strana entità, una risata ancora carica di malvagità, di freddezza. Matsuura, ormai spazientito, devastato decide di guardarsi attorno, per cercare di scorgere le sembianze del tipo con cui stava avendo quella strana conversazione. Dietro di sè...nulla. A destra, a sinistra, nemmeno. In alto...il vuoto più totale. Allora l'essere riprese nuovamente la parola, con tono di sfida:

    CITAZIONE
    Vuoi sapere dove sono? Guarda in basso alla tua destra e lo scoprirai eheh..

    Il ragazzo era sempre più confuso, stanco. Stanco di quella conversazione, stanco di poter ancora respirare, pensare. Voleva solo che tutto cessasse in quell'istante. Sbuffando, decise così di seguire le istruzioni della voce misteriosa, senza il minimo di curiosità. Piegò leggermente il capo verso destra, notando solamente una piccola pozza d'acqua. Proprio lì, in quel piccolo ritaglio d'acqua, si poteva specchiare il cielo, il classico cielo invernale talmente limpido da far sembrare le stelle vicinissime e la scuola, quella maledetta scuola infernale. Poi, il suo volto. Normalmente si sarebbe adirato nel vedere ancora quello stupido viso, ma a quel punto si chiedeva cosa quella voce volesse dire...Non vedeva nient'altro che la sua faccia li dentro.

    "Ma che fà, mi prende in giro? Io qui non vedo nulla di rilevante. Voglio rimanere solo per l'eternità è forse chiedere troppo?? Però aspetta un secondo...No non può mica essere che..."

    Il volto si contorse dal ribrezzo, la conclusione non poteva che essere una e una soltanto. Stava comunicando con se stesso, con il suo inconscio, con il suo vero io. Possibile? Dopotutto si trovava davanti la sua scuola, sotto forma di entità psichica o fantasma dopo un tentativo di suicidio; a quel punto non gli era difficile credere anche in questo. Tuttavia, certezza matematica non vi era, ma prima che riuscisse a proferir parola, il suo inconscio gli diede proprio quella certezza:

    CITAZIONE
    Esatto Matsuura-kun, io sono una persona che conosci bene, anzi piuttosto che solo ora hai saputo di conoscere, io sono te....

    Raccapricciante. Dopo questa ultima notizia il ragazzo non riuscì a tenersi in piedi, lasciandosi cadere sulle ginocchia, lasciando le braccia penzoloni e perfettamente attaccate al busto, prima di portarsi le mani per coprirsi la fronte, sudata, gelida. Di nuovo, continuava a fissare quella figura, riflessa su quella spettrale pozza acquifera, rassegnato. Non faceva altro che attendere nuove parole da parte di "se stesso", parole che non ci misero molto ad arrivare.

    CITAZIONE
    Sono nato dalle infinite umiliazioni che hai subito, dal tuo rancore, dalla tua rabbia, dal tuo odio [...] Ti prego, dimmi chi sono, come mai sono nato, e cosa è successo mentre sono stato nel buio.

    Sempre più confuso, sempre più arrabbiato, i pugni stringevano quasi istintivamente attorno al capo, premendolo sempre di più. Sbuffò nuovamente, prima di avvicinarsi di più verso la pozzanghera, poi prese la parola:

    "Io...una parte di me ha sempre saputo della tua esistenza. Ogni giorno, ogni notte, sentivo la tua presenza crescere, insistentemente, sempre di più. Ma la paura ha fatto da censura, impedendoti di uscire e di farmi rivelare per ciò che realmente sono. Come dici tu sei nato dai miei sentimenti più reconditi, incatenato lì dentro per paura del mondo. Ma ora basta, sono stanco di tutto...Esci, rivelati per ciò che sei, per ciò che sono. Impossessati di me, rendimi forte, inebriami di potenza, cossichè io non possa più provare quella stupida sensazione chiamata dolore. Avanti, da adesso ogni protezione è definitivamente cancellata."

    Allargò le braccia, volgendo lo sguardo verso l'alto, verso quell'immenso cielo. Le stelle sembravano benedire quella notte, ogni insicurezza, paura, dubbio, si erano materializzati prendendo forma umana. Si, in quella fatidica notte, sarebbe rinato in qualcosa di superiore.












     
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    "Io...una parte di me ha sempre saputo della tua esistenza. Ogni giorno, ogni notte, sentivo la tua presenza crescere, insistentemente, sempre di più. Ma la paura ha fatto da censura, impedendoti di uscire e di farmi rivelare per ciò che realmente sono. Come dici tu sei nato dai miei sentimenti più reconditi, incatenato lì dentro per paura del mondo. Ma ora basta, sono stanco di tutto...Esci, rivelati per ciò che sei, per ciò che sono. Impossessati di me, rendimi forte, inebriami di potenza, cossichè io non possa più provare quella stupida sensazione chiamata dolore. Avanti, da adesso ogni protezione è definitivamente cancellata."

    La voce tace per alcuni secondi mentre assimila le tue parole,poi uno schiaffo mentale ti fa bruciare la guancia sinistra, piccole gocce di sangue vermiglio colano dal tuo setto nasale,evidentemente la tua mente ha più potere di quanto tu sia portato a pensare. Con tono grondante veleno ti parli di nuovo
    Si può sapere cosa diavolo stai dicendo razza di idiota? Impossessati di me, possiedimi, si può sapere cosa pensi di essere eh? Una puttana d'alto borgo?Altro che uno scarto,tu sei uno straccio per lavare i pavimenti! Dici di volere il potere eh? Sappi che non te lo darò così facilmente, prima devi meritarlo.

    Altre gocce di sangue cadono stillando sul terreno.

    Ascoltami ragazzino,adesso voglio che tu mi racconti come mai ho visto la luce a questo mondo, perchè esisto, per filo e per segno, se mi riterrò soddisfatto ti mostrerò come avere il potere che tanto desideri, quindi inizia, da capo, dimmi chi o cosa ha portato alla mia nascita

    a quanto sembra non è soddisfatto, vuole sapere tutto della tua vita, e forse è meglio accontentarlo
     
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  7. Deidara90
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    Di nuovo, un surreale silenzio si impossessò della scena. La voce sembrava non reagire minimamente alle parole del ragazzo, era come svanito, come un brutto sogno perde consistenza appena si è svegli. Ma non era così, qualcosa di invisibile colpì il volto di Matsuura, un colpo di violenza incredibile. Piccole goccie di sangue si materializzarono sul polveroso terreno, sangue rosso, il suo sangue. La pressione esercitata dal suo ego era elevatissima, talmente alta da permettergli di colpire il giovane, solamente volendolo. Passò la mano destra sotto la narice, senza mettere troppa pressione, per pulirne leggermente il contorno. Lo sguardo si fissò proprio sulla mano, sul suo sangue. La voce riprese di nuovo a tuonare con fare seccato, nervoso:

    CITAZIONE
    Si può sapere cosa diavolo stai dicendo razza di idiota? Impossessati di me, possiedimi, si può sapere cosa pensi di essere eh? Una puttana d'alto borgo?Altro che uno scarto,tu sei uno straccio per lavare i pavimenti! Dici di volere il potere eh? Sappi che non te lo darò così facilmente, prima devi meritarlo.

    Dopo queste parole, il suo volto non potè che cambiare; un sorrisino, a mezzabocca, si accese sul suo viso mentre il sangue continuava a scendere copioso. Si ripulì nuovamente passando la mano, per poi dialogare con se stesso:

    "Puttana d'alto borgo? Umph, mi hanno chiamato in tanti modi, rifiuto, scarto, essere inutile, ma questa proprio mi mancava. Lo prendo come un complimento."

    Il sangue non accennava a fermarsi. Continuava a scendere, piccole goccie cadevano piano piano al suolo, continuamente, con un ritmo quasi sovrannaturale, voluto. Si asciugò per l'ultima volta, aveva ormai capito che era inutile, in sangue non si sarebbe fermato. Di nuovo, il suo ego riprese la parola, non destando di fatto stupore al ragazzo, come se fosse oramai abituato, una voce familiare, intima.

    CITAZIONE
    Ascoltami ragazzino,adesso voglio che tu mi racconti come mai ho visto la luce a questo mondo, perchè esisto, per filo e per segno, se mi riterrò soddisfatto ti mostrerò come avere il potere che tanto desideri, quindi inizia, da capo, dimmi chi o cosa ha portato alla mia nascita

    Sentendo queste parole, decise nuovamente di alzarsi in piedi, dando piccoli colpi alle gambe per pulirsi dalla polvere, come se ne avesse bisogno, ma era un gesto che fin da piccolo era abituato a fare. Nonostante dentro di sè sentisse che stare in mezzo alla polvere era il posto adatto ad uno come lui, sentirsi sporco lo faceva stare a disagio, anche se da morto avere certi pensieri non era proprio normale. Prese quindi a parlare, con tono freddo, distaccato, senza trasparire alcuna emozione.

    "Ok visto che ci tieni tanto...poi non prendertela con me se la storia fa schifo. Dunque, come già saprai sono da sempre vittima di torture di ogni genere, fisiche o mentali che esse siano. Ho sempre vissuto con un enorme complesso di inferiorità, mi sentivo inadeguato verso tutto e verso tutti. Mai avuto un amico, mi sentivo a mio agio solo nella mia cameretta, con i miei giochi, i miei fumetti..Solo li potevo sentirmi realmente vivo. Poi, la svolta finale. Stanco della mia futile vita, ho deciso di uccidermi, qui, dove tutto è iniziato. Tu non sei altro che un agglomerato di tutti i miei sogni, i miei pensieri. Sei praticamente quello che ho sempre voluto essere, freddo, spietato, forte. In realtà non volevo morire, in cuor mio, sapevo che dopo questo gesto, qualcosa in me si sarebbe mosso. Questo gesto ti ha permesso di vedere la luce. I tuoi genitori, o meglio creatori, sono tutti quelli che in passato mi hanno ferito, denigrato, umiliato. Tu...sei il mio futuro."

    Odio. Nient'altro poteva trasparire dai suoi occhi, rossi, gonfi, carichi di sentimenti di vendetta, verso se stesso, verso gli altri. Con foga, si lasciò cadere di nuovo sulle ginocchia, volutamente, tirando un colpo a pugno chiuso verso il terreno e tirando un violento colpo con la fronte contro quella pozza, ove lui stesso vi era riflesso. Con occhi di fuoco continuava a fissarsi, in quella immagine riflessa. Per il colpo la fronte cominciò a sanguinare, lentamente, mischiandosi con il colore limpido dell'acqua, donando ancor più spettralità a quest'ultima.

    "Sono stanco di essere debole, stanco di vivere nella mediocrità, nell'inadeguatezza. Dammi quel maledetto potere, lo desidero più di ogni altra cosa. Ho già sacrificato la mia vita per questo, per quanto priva di valore essa sia. Completami, fammi sentire vivo, non ho altro desiderio."

    Ansimava violentemente, il freddo pungente e l'enorme sfogo lo stavano piano piano sfiancando. Avrebbe ottenuto quel potere, che gli sarebbe piaciuto oppure no.











     
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    Ti senti annuire mentalmente (dopotutto sei tu stesso che ti stai parlando no?), indubbiamente il tuo ragionamento non fa una grinza, percepisci un senso di soddisfazione incipiente provenire dal profondo del tuo animo, soddisfazione per aver compreso la propria origine, ed il proprio destino.

    Ti parli ancora una volta
    E sia, ho promesso che l'avei fatto, quindi... ecco il potere che desideravi, padre

    Primache tu possa aggiungere qualcosa la catena sul tuo petto inizia a contorcersi divorandosi in preda ad una frenesia cannibalistica affascinante e allo stesso tempo rivoltante, lentamente tutto declina nel dolore, un dolore così profondo e penetrante da precipitarti nell'incoscienza.

    Ti risvegli molte ore dopo, della catena ne rimane ancora la metà, cirri di vapore si sollevano dalle sue estremita arroventate dall'attrito dei denti.

    Padre, ti è piaciuto un assaggio della strada che porta al potere?
     
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  9. Deidara90
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    Il ragazzo sembrò ricevere un consenso da parte del suo ego; non vi era certezza alcuna, in quanto esso non possedeva forma, ma qualcosa dentro di se gli diceva che avesse finalmente capito le sue ragioni. Si sentiva sollevato, quei pensieri sopiti nelle profondità del suo cuore avevano finalmente visto la luce, aveva realmente capito se stesso, per la prima volta in tutta la sua vita. Si toccò il petto nella zona del cuore, con la mano destra, come se si fosse realmente tolto un enorme peso, come se il cuore avesse ricominciato a battere. Era libero da ogni angoscia. Di nuovo, la voce ricominciò sibillina a parlare, con un tono più calmo, rilassato. Sarebbe dunque arrivato quel potere che tanto anelava?

    CITAZIONE
    E sia, ho promesso che l'avei fatto, quindi... ecco il potere che desideravi, padre

    La voce calcò maggiormente la parola "padre", come per sottolineare che l'origine della sua creazione era proprio Matsuura, come per dire che quello che sarebbe diventato era opera sua e di nessun altro. Di nuovo quel formicolio. La catena cominciò a ciondolare leggermente, per poi aumentare il suo ritmo sempre più frenetico. In leggero fil di fumo si leva dal suo petto, il petto comincia ad ustionarlo in maniera terribile, dagli anelli della catena nascono delle bocche, tantissime. Sono tutte fameliche, sembrano come mangiarsi a vicenda, lentamemte. Il ragazzo non sapeva più cosa pensare; in una normale situazione avrebbe pensato "Wow, fico" ma quel dolore, così insopportabile, lo portava a pensare che quello che stava succedendo non era altro che una cosa disgustosa, inguardabile. Sentimenti discordanti si ammassavano nella sua mente, tutti insieme, la confusione regnava sovrana. In quell'orgia di pensieri, una frase sola spiccò su tutte, la potè percepire molto chiaramente per la sua intensità:

    "Il potere...sarà presto mio."

    L'ultimo pensiero prima di cadere in uno stato di incoscienza; cadde a terra rovinosamente, alzando un gran quantitativo di pulviscolo. Per l'ennesima volta, in quella notte, tutto divenne buio. Non era un'oscurità totale, come le altre; in lontananza, vi era una fioca luce che sembrava avvicinarsi sempre di più, indondandolo di piacere. Era immerso in quella pseudo oscurità, sembrava come galleggiare nel nulla. Era cosciente, o forse no, non riusciva a pensare ma riusciva a muoversi. La luce, ogni secondo sempre più vicina, sembrava donargli forza, una forza mai avuta prima o forse non era altro che un sogno, una forza psicologica che aumentava con la convinzione che era cambiato, non era più quello di prima. Riprese coscienza, di soprassalto, sentendo ancora quell'insopportabile dolore al petto, lancinante. Notò con un accenno di disgusto che la catena era stata erosa per metà, il fumo sprigionato dall'estremità era aumentato in modo considerevole, tuttavia le bocche continuavano imperterrite ad autodivorarsi, ad ogni morso il dolore diventava più fitto, condensato.



    CITAZIONE
    Padre, ti è piaciuto un assaggio della strada che porta al potere?

    Lo chiamò padre, ancora una volta. Il ragazzo non si era per nulla abituato ad essere chiamato in quel modo, tuttavia non gli diede molto peso; si concentrò piuttosto sul resto della frase. Quello che stava provando non era altro che una piccola parte di quello che avrebbe provato più in là e certamente questa non era una buona notizia. Ancora a terra, si rigirò a fatica su un fianco, creandosi così un appoggio più comodo per tentare di tornare in posizione eretta. Tutto fu vano: quel dolore gli aveva ormai prosciugato le forze, il fisico non reggeva per più di due secondi ad una posizione semi eretta, ritrovandosi di fatto di nuovo faccia a terra. Una risata. Incredibilmente, la reazione del ragazzo fu un accenno di ilarità, provava un certo divertimento in tutto questo. Stava impazzendo, probabilmente. Si strinse una mano sul petto, cercando così di attenuare il dolore, poi prese la parola:

    "Dunque questo è solo l'inizio. Beh non ho paura di andare fino in fondo, dopo una vita di dolore e sofferenza, cosa vuoi che sia tutto questo? Niente, ovvio. Il dolore provato in passato era molto più intenso sai? Forza, è arrivato il momento di passare alla portata principale, figlio mio.

    Ancora, una folle risata uscì dalle sue membra, come non mai nella sua vita. Era finalmente pronto per compiere il grande salto, l'evoluzione finale. Chissà cosa sarebbe infine diventato...



     
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    La voce ridacchia divertita, evidentemente il tuo modo di fare deve averla oltremodo rallegrata. Il tuo corpo si rialza tremando mentre il sangue adesso si è fermato, quello caduto a terra si è invece cristallizzato ed una crosta patinosa scura e raggrumata copre il cemento in una piccola pozza.

    Vieni scosso da spasmi e da conati di vomito mentre scosse di dolore indicibile attraversano il tuo fragile corpo. Tanto dolore, tanta sofferenza.

    Bene papà, dalle tue parole suppongo ti sia piaciuto l'aperitivo... presto ci sarà il primo piatto.Per adesso avrai il miglior contorno di sempre, l'attesa.
    [...]

    I minuti, le ore passano senza sosta, cosa starà accadendo? E cosa accadrà?

    CITAZIONE
    Adesso fammi un bel post in cui descrivi con accuratezza la snervante attesa, hai piena libertà nelle tue azioni e in cosa vedi ^^

     
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  11. Deidara90
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    A quanto pare non era l'unico a divertirsi. Anche il suo corrotto ego si stava oltremodo divertendo assistendo alla scena; i due erano sempre più in sintonia, erano una sola entità e presto sarebbero tornati tali. Più il suo io si rallegrava, più Matsuura continuava a ridere, un circolo vizioso. Quel senso di divertimento diabolico fu interrotto da una piccola scossa di dolore, che percorse tutta la colonna vertebrale, ammesso che ne avesse ancora una. Quella sensazione si percosse poi per tutto il corpo, fino a concentrarsi sulla zona dello stomaco, come se qualcuno vi stesse rovistando dentro. Subito una sensazione di nausea lo pervase, tanto che non potè far a meno di vomitare sul pavimento tutto quello che aveva in corpo; era stato spremuto fino all'ultima goccia. Continuò a fissare quello che aveva partorito dalla sua bocca, con ovvio disgusto e un pizzico di ribrezzo; poi notò una cosa strana: il suo naso aveva smesso di gocciare. Non un accenno di sangue usciva dalle sue narici, cosa che fino a qualche secondo fa invece accadeva. Decise così di pulirsi, passando la mano prima sul naso, poi sulla bocca per rimuovere tracce di vomito. Si rialzò, ancora tremante, le gambe sembravano non riuscire a stare al loro posto, sembrava che da un momento all'altro si sarebbero staccate dal corpo, prendendo direzioni opposte. Il busto non riusciva a rimanere in posizione eretta, rimaneva ricurvo, gobbo. Da quella strana posizione poteva notare come il sangue perso in precedenza si fosse cristallizzato in pochissimo tempo. Se sia stato veramente sangue o altro, non aveva importanza. Il dolore non accennava ad attenuarsi, anzi, continuava ad aumentare, sempre più. Fisicamente era uno straccio, ma ciò che realmente lo preoccupava era il suo stato mentale. Continuava a domandarsi per quanto questa sofferenza si sarebbe dilungata e se per quando sarà finito, la sua sanità mentale sarebbe rimasta "quasi" intatta.

    CITAZIONE
    Bene papà, dalle tue parole suppongo ti sia piaciuto l'aperitivo... presto ci sarà il primo piatto.Per adesso avrai il miglior contorno di sempre, l'attesa.

    "Io odio aspettare, soprattutto se devo soffrire in questo modo. Ma per una volta posso fare uno strappo alla regola."

    Attesa. Per quanto si sarebbe dovuto ancora "attendere"? L'idea di dover soffrire ancora per un bel pò di tempo non lo entusiasmava, oltretutto doveva trovare un modo per distrarsi. Decise così, a stento, di entrare all'interno dell'edificio scolascito. Si trascinava lentamente qua è là per il corridoio, lasciando ogni tanto tracce di vomito; a quanto pareva non era poi stato spremuto cosi bene. L'odore di cui quella costruzione era saturo non faceva che aumentargli il voltastomaco. Odore di umiliazioni, ferite, paure, odio.. La catena aveva per il momento smesso di corrodersi, ma sentiva comunque il suo cuore andare lentamente in frantumi, mangiato da quei ricordi maledetti. Il bagno degli uomini. Spesso il suo miglior alleato, spesso il suo peggior nemico. Innumerevoli volte lo usava come rifugio, quando i suoi compagni lo braccavano, si proprio come in una battuta di caccia; gli uomini spesso sono peggio degli animali, sono prede più succose, facili, invitanti. Spesso invece veniva rinchiuso proprio li dentro e torturato, scattando poi delle foto vergognose per impedirgli di spifferare tutto in giro. Uscì da quella stanza per dirigersi verso il fondo del corridoio; ed ecco la presidenza: quasi una seconda casa. I professori, notando il ragazzo sempre pieno di lividi e ferite, lo convocavano spesso per chiedere spiegazioni. Sempre la solita risposta: "sono caduto dalle scale". Come possono delle persone essere così idiote? Credere tutte le sante volte alla stessa panzana, bisogna essere dei veri stolti. Come non capire che il ragazzo non poteva parlare perchè minacciato, come non capire che sotto sotto stava chiedendo aiuto? E soprattutto: come faceva lui ad essere così stupido, che ancora sperava nell'aiuto di qualcuno? Ancora odio. Quella sensazione continuava a salire vorticosamente, aggravando quel maledetto dolore allo stomaco che lo perseguitava. Di nuovo, proseguì la sua lenta avanzata del corridoio, finchè... La sua vecchia classe. Quella lurida, schifosa e stramaledetta classe. Si guardava spaesato lì in mezzo, riconoscendo a stento la posizione dei banchi.. non riusciva a trovare nemmeno il suo; la lucidità cominciava a mancare, troppo stanco per ragionare. Continuava a muoversi senza rendersene conto, guidato da qualcosa che nemmeno lui capiva. Sul muro, vi era una foto appesa: la vecchia foto di classe. In un angolo, lui, spaurito, dall'altro il resto della classe, tutti abbracciati, uniti. Vi era una sorta di muro immaginario che li divideva, era una foto che in sè racchiudeva tutta la storia, la sua storia. Rimase immobile per alcuni istanti a fissarla, poi sboccò un'enorme quantità di sangue dalla sua bocca, togliendogli quell'ultimo briciolo di forza che gli era rimasto. La gambe, debilitate, non potevano più sopportare quel peso e nemmeno il suo cuore ci riusciva. Ritornò di nuovo a terra, tra la polvere, continuando a tossire grandi quantità di sangue. Tra i vari spasmi di dolore e convulsioni multiple, rise di nuovo.

    "Eheh sembra che l'attesa sia finita..Non è così, figlio?"

    Ancora continuava a tossire, oramai la terra era piena del suo sangue, sembrava nuotarci dentro per la gran quantità espulsa. Si mise lentamente la mano tremolante sul petto, sperando che quella immane sofferenza, sarebbe presto giunta al termine.

     
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    In pochi istanti accade di tutto, il mondo inizia a girare come una trottola impazzita, il passato, il presente, il futuro si fondono in una cacofonia di immagini e suoni discordanti che riempiono il tuo cervello di un dolore atroce, vomiti altri liquidi, bianchi, che cadono a terra, mentre il tuo corpo si sbriciola rilasciando scaglie di essere ovunque: le convulsioni ti fanno rovesciare banchi e sedie mentre il tuo passato si riduce a schegge di legno.

    Poi la tua anima si lacera,il vecchio te viene distrutto, gettato via come una bambola di pezza rovinata ed usurata: la tua vecchia esistenza finisce con una esplosione.

    Pochi istanti dopo sul tetto del liceo qualcosa di bizzarro accade, piccole particelle lattee si iniziano ad addensare

    image



    Qualcosa è nato......



    CITAZIONE
    Adesso un bel post lungo e dettagliato con descrizione e pensieri della tua hollowificazione assieme ad una descrizione della tua nuova forma.

     
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  13. Deidara90
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    La stanza, dapprima immobile, comincia lentamente a decomporsi. Piccole voragini si aprono sugli sporchi muri scolastici, come se divorati dall'interno. La stanza cominciò a girare, vorticosamente, sembrava avere una vita propria. Ancora quei maledetti ricordi si accavallavano uno sopra l'altro, mischiandosi ai suoi sogni, le sue paure, i suoi pensieri. In quella confusione totale, il ragazzo non riusciva più nemmeno a distinguere quali fossero reali e quali no, quali fatti erano realmente accaduti e quali erano solo frutto della sua mente deviata. Stava rivivendo per una seconda volta la sua inutile vita, le sue urla di disperazione si mischiavano alle risate dei compagni, l'antico dolore si mischiava con quello che stava provando in quell'istante. Si mise velocemente ambe le mani sulle tempie, la sua testa sembrava esplodere, sentiva che da un momento all'altro sarebbe impazzito. Si alzò in piedi di scatto, sputando ancora sangue, zigzagando per l'aula in preda alla rabbia e alla disperazione.

    "Basta ho già vissuto tutto questo... Uscite immediatamente dalla mia testa... UsCiTe SuBiToOoOo!!!!"

    La prima cosa che stava visibilmente mutando era il carattere: cominciò a rovesciare banchi, sedie e distruggere qualcunque cosa gli capitasse a tiro. Anche la voce era diventata diversa: da stridula e insicura qual'era, ora era diventata rauca, fredda, maligna. I suoi ricordi si stavano spezzando uno dopo l'altro come fatti di vetro, il passato, il presente, completamente distrutti.. Rimaneva il futuro, il suo futuro. Uno strano liquido bianco cominciò a fuoriuscire dalla sua bocca, una sostanza strana, mai vista prima, che continuava a uscire come se fosse un rubinetto aperto. Notò che non era solo la stanza a decomporsi, anche le sue membra si stavano via via distruggendo. Un esplosione: tutto quanto dentro Matsuura era andato perso, un ragazzo con quel nome non esisteva più oramai. La sua mente era stata parzialmente rimodellata, plasmata, la sua umanità era rimasta integra, ma solo per una piccola parte. Un urlo disumano squarciò quella notte, il suo corpo stava cambiando e Matsuura ne era cosciente, ma totalmente impotente. Il dolore raggiunse l'apice della sopportazione, non poteva fare a meno di urlare per l'immensa sofferenza provata. Le braccia cominciano lentamente ad accorciarsi, raggrinzirsi. Le unghie diventano sempre più lunghe ed affilate. All'altezza delle spalle un nuovo paio di braccia comincia a far capolino, molto più corte delle prime. Le gambe, dapprima esili e fragili, diventano muscolose e molto più lunghe, crescendo sempre di più fino a raggiungere l'incredibile altezza di 210 cm. Con l'ultimo briciolo di lucidità rimastagli, osservava incredulo quella sua trasfigurazione, domandandosi cosa sarebbe diventato finito quel processo.

    "Sarebbe questa la forma del potere? Sono..mostruoso. E questo..mi piace da impazzire.."

    Lunghe corna scendono dal suo volto, insieme a degli affilati spuntoni che fuoriescono dalla sua colonna vertebrale. Un mostro, nient'altro che quello. Ma era quello che aveva sempre sperato di essere, un mostro senza cuore in grado di agire come più gli aggrada e soprattutto, impossibilitato ad essere ferito dagli altri. Una lunga coda ora stava uscendo dall'osso sacro mentre i piedi stavano diventando sempre più simili a delle zampe. Quando tutto sembrava finito, di nuovo la mente del ragazzo subì un ulteriore esplosione: dalla sua bocca e dai suoi occhi, quella sostanza bianca si andava a stampare sul resto del suo volto, diventando sembre più solidificata. Durante quel processo, Matsuura era completamente stordito, incosciente, impossibilitato a reagire. La sostanza prese la forma di una maschera, grande e spessa, con un piccolo corno che fuoriusciva dalla sua pseudo fronte. Un fumo denso e grigio fuoriuscì dalla sua bocca che presentava una dentatura spropositata. La tanto agognata evoluzione era finalmente terminata. Il potere che tanto agognava era finalmente suo. Venne pervaso da strani brividi, sensazione a lui totalmente sconosciuta.

    "Che diavolo è questa sensazione? Parte dalla schiena ed attraversa tutto il mio corpo..No, proviene dal mio stomaco. Questa sensazione è..fame. Non riesco a trattenermi, devo nutrirmi in qualche modo."

    Lentamente, si voltò verso l'uscita, distruggendola completamente per via della sua ora grossa mole. Rimase all'entrata dell'edificio in silenzio, immobile, annusando l'aria alla ricerca di un'appetitosa preda che lo saziasse completamente.



    SPOILER (click to view)
    Scusa per il ritardo, ora finalmente sono pronto all'azione^^
     
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    La nuova creatura arrancò attraverso i deserti corridoi della scuola, desiderava liquidi caldi, sangue, cibo anime....

    Trascini stanco il tuo corpo adesso pesante mentre tenti di coordinare i tuoi movimenti erratici, i tuoi muscoli lentamente si redislocano mentre le ossa e le giunture crocchiano scivolando nelle loro rispettive sedi.

    Alcune voci attirano poi la tua attenzione, giovani, irresponsabili e desiderosi di rischio si sono radunati nella scuola per una prova di coraggio...
    una dozzina di ragazzi e altrettante ragazze sono venuti a quest'ora della notte nel deserto edificio scolastico cercando forti emozioni.
    E' una giornata fortunata.
    Per te.

    SPOILER (click to view)
    Buona caccia,per adesso sei ancora energia bianca, dopotutto le basi per una vita sana ed in forze sono nutrimento ed un bel po' di esercizio fisico.

    Descrivi i tuoi pensieri ed i tuoi movimenti mentre segui le tracce ed arrivi in prossimità delle tue vittime prescelte.

    image



    Sappi comunque che presto non sarai solo...
    XD
     
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  15. Deidara90
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    L'aria era un totale miscuglio di odori: vi erano quelli più deboli, quelli nella norma e quelli esponenzialmente invitanti. Matsuura non riusciva ancora a percepirne perfettamente la direzione di provenienza, la sua anima non era ancora in sincronia con il nuovo corpo e questo lo rendeva goffo nei movimenti. Decise quindi di girovagare per i cortili della scuola, giusto il tempo di prendere piena confidenza delle sue capacità. Il campo da basket, l'enorme prato rifugio di tante coppiette e il campo da calcio: i ricordi si accavallavano continuamente, ma oramai non sembravano più turbarlo e questo lo faceva sentire appagato; avevo solo un irrefrenabile voglia di far sparire quel luogo dalla faccia della terra, con le sue stesse mani. Ora si trovava dinanzi il capanno degli attrezzi: svariate volte il ragazzo venne attirato al suo interno con banali scuse per poi essere picchiato e torturato come solitamente accadeva. La coda, la sua immensa e robusta coda si mosse da sola: con un solo colpo, il ripostiglio crollò con tutto il suo fragore, alzando un enorme polverone. L'eccitazione, la frenesia e il potere regnavano sovrani nella sua mente, non riuscì a trattenere tutta la sua furia, lanciando un tremendo ululato che squarciò l'ormai devastato silenzio notturno. Nuovamente si mise ad annusare l'aria. Un miscuglio di odori si stava lentamente avvicinando: ad una prima analisi sembravano essere una ventina, forse qualcosa di più. Poi delle voci, eccitate, spaventate, fecero capolino in quello spettrale scenario: una ventina tra ragazzi e ragazze, desiderosi di avventura, si erano recati all'istituto per una stupida prova di coraggio. Questa bravata avrebbe portato loro il tocco gelido della morte. Alcune voci sembravano vagamente familiari, Matsuura decise quindi verificare le loro identità, prima di prestarsi al lauto banchetto. Spiccò un balzo, raggiungendo il terrazzo delle medie inferiori; non era molto alto, ma era l'ideale per osservare la situazione.
    A quanto pare il neo hollow aveva visto giusto: una piccola parte di questi ragazzi erano sue vecchie conoscenze, tra cui vi era Ito Onmioji, suo compagno di classe e suo antagonista per eccellenza. Tutti gli scherzi di cattivo gusto partivano sempre dalle sue idee e, inevitabilmente, doveva sfogare le sue idee sul povero Matsuura. L'Hollow rimase in silenzio ad osservare ancora: il gruppo si divise in 12 coppie e, a turno, dovevano entrare all'interno dell'istituto e raccogliere un qualche oggetto lasciato lì apposta in precedenza. Matsuura pensò tra sè e sè che non era mai stato invitato ad eventi del genere.

    "..........."

    La terza coppia era compota proprio da Ito e la sua sgualdrinella, famosa per andare a letto con tutti, ma solo lui non lo sapeva. Ogni volta che Matsuura pensava questo, si sentiva leggermente sollevato e appagato ma oramai questo non gli bastava più.
    L'Hollow decise allora di muoversi, cercando quali tra tutte fosse quella con l'anima più appetitosa. (S)Fortuna volle che la vittima designata fosse proprio Ito. Matsuura si avvicinò alla coppietta che nel frattempo si erano disinteressati alla prova per recarsi in un posticino più appartato, precisamente vicino al giardino scolastico, per tubare come due piccioncini. Rimase per qualche istante a fissarli, con aria quasi abbattuta:

    "Ito-kun...mi dispiace doverti fare questo...Se solo tu fossi stato un pò più buono con me, a quest'ora non ti odierei così tanto e ti avrei risparmiato..."

    Il volto cambiò completamente, era diventato malvagio, sadico e privo di razionalità. Di nuovo urlò nuovamente con tutta la sua furia come mai aveva fatto prima:

    "Ovviamente scherzavo stronzo! Vai all'inferno!"

    Rimase ancora immobile qualche istante, caricandosi prima di avventarsi sulla sua appetitosa ed odiata preda.




     
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15 replies since 1/4/2009, 15:59   217 views
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