Bleach Soul Society

Da spirito marcio a spirito vendicatore

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  1. .-'Yue'-.
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    La morte

    SPOILER (click to view)
    narrato
    "pensato"
    -parlato-
    -Parlato altrui-


    Erano le due di notte, in una stradina molto piccola e buia, un viottolo da malfamati come direbbe qualcuno, illuminato solamante dalla fioca luce che un lampione mezzo rotto portava, ma non abbastanza per innondare di luce tutto il cunicolo.
    Alejandro era lì, le mani in tasca nei suoi jeans strappati in più punti che coprivano dei stivali di pelle con la punta. Una camicia bianca che contrastava con il suo bel colorito scuro della carnagione; i Dreadlocks legati dietro alla nuca.
    Il ragazzo stava aspettando qualcuno, di preciso non lo conosceva bene, sapeva soltanto che doveva arrivare un carico di cocaina e che una parte sarebbe andata a lui per smistarla. Odiava quel genere di sostanze, ma gli aveva permesso di sopravvivere così bene e per così tanti anni che certo non si sarebbe fatto scappare l'occasione di prenderne almeno una cinquantina di kili, neanche tagliata con composti chimici, pura come la neve.
    Il tempo passava e il ragazzo guardava di sovente l'orologio d'oro che portava al polso sinistro, per regolarsi con l'orario; oramai erano le due un quarto.


    "Ritardatari del cazzo..."

    Pensò. Proprio in quel momento una lunga macchina nera, ultimo modello, molto costosa si fermò proprio all'inizio della stradina, bloccando così una via di uscita. Dallo sportello posteriore della macchina uscì un uomo, sulla quarantina che portava un impermeabile beige intonato al cappello. Due scagnozzi di questo "Boss" si affiancarono a questo, uno dei due portava una ventiquattro ore attaccata con una manetta al polso del gorilla. I tre entrarono con il passo lento all'interno della stradina buia. La luce continuava a fare le bizze, così che Alejandro fosse il più delle volte, nascosto nell'ombra.
    Ad almeno cinquanta metri i tre si fermarono, evidentemente avevano avvistato il "Pusher del quartiere".
    Il ragazzo si avvicinò fino a loro, quel tanto che bastava, sempre con le mani in tasca. Una di queste si levò in aria in un tipico gesto di impazienza mentre le labbra portavano il pensiero di Alejandro ai presenti.


    -Era ora che arrivaste... cominciavo ad annoiarmi qui...-

    Nessuno dei tre rise, molto tesi in volto.
    Al ragazzo piaceva quel genere di scena, lui se ne fregava di quello che poteva succedere, perché non era nessuno, ma quanti grandi pesci sarebbero potuti morire nel grande mare bianco se qualcuno come lui avesse fatto una soffiata.
    Il "Boss" parlò, la sua voce era profonda e gracchiante, tipica di un anziano anche se tanto vecchio non era.


    -Hai i soldi?-

    -E tu ce l'hai la roba?-

    L'uomo schioccò le dita e il gorilla con la manetta al polso estrasse una chiave, una piccola chiave che entrò nella serratura della manetta facendola scattare. Andò ad appoggiare per terra la valigetta e la aprì: dentro tanti sacchettini contenenti polvere bianca, molto fine, quasi fosse borotalco.
    Il ragazzo sorrise e andò a prendere i soldi, che aveva precedentemente nascosto sotto ad un contenitore dell'immondizia urbana. La sua borsa era semplicemente un sacco con dentro almeno sette milioni di dollari americani.
    Lo scambio avvenne silenziosamente e non ci fu bisogno di saluti, tutti e quattro erano abbastanza soddisfatti dello scambio, non c'era bisogno di tergiversare ancora.
    La macchina nera sgommò e prese la via della fuga, abbastanza veloce da prima per poi rallentare, in modo da non destare sospetti.
    Alejandro sorrise, prese la valigetta con una mano e si diresse all'uscita della stradina.


    "Strano... é pieno di gente... che ci fanno qui a quest'ora del mattino?"

    Troppa gente, c'era qualche cosa di sbagliato in tutto quello che stava accadendo, solo che Alejandro non era stato tanto furbo da pensarci.
    In un attimo, almeno cinque persone tirarono fuori delle mitragliatrici e cominciarono a sparare dritti su di lui.
    I fori apparirono presto sulla carne dell'uomo, fori brucianti che facevano zampillare il sangue come fontanelle. Quarantacinque colpi su tutto il corpo.
    Il ragazzo cadde a terra, in una pozza di sangue, il freddo che cominciò a impossessarsi di lui, la cocaina nella valigetta si era cosparsa sulle ferite e per terra, avendo così la stranissima senzazione di morire in un lido bianco e duro.
    Riaprì gli occhi, ma questa volta non vedeva il gruppo di assassini, vedeva se stesso, il colorito della carne più chiaro e il sangue che lo circondava.


    "MA COSA CAZZO?!"

    Era mattina, gli agenti della polizia che stavano sollevando il suo corpo mettendolo in un sacco di plastica nero.

    -E' morto.-

    Sentì dire. La confusione prese il sopravvento nello spirito del ragazzo.

    -Morto? Come sarebbe a dire Morto? E poi...-

    La mano destra andò a prendere una catena che aveva attaccata al centro del petto.

    -Cosa é questa?-

    Spaesato si accasciò al terreno, con le mani intricate nei capelli, inconsapevole della sua situazione.
     
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  2. Haist
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    E così, sei morto.

    Una vera e propria esecuzione, non c'è niente da dire.

    Una morte violenta, di cui nessuno vorrebbe morire, ed è toccata a te.

    Degna fine per uno che ha passato una vita come la tua, non trovi?

    Ed ora ti trovi lì, in mezzo alla strada, impossibilitato a spostarti da quel luogo maledetto, dove la gente transita senza vederti... ignari persino dell atua presenza.

    Il tempo passa, e te ti senti affogare, oppirmere dalla rassegnazione e dalla rabbia.

    Dalla tua impotenza...

    Improvvisamente, una fitta di dolore intenso, fortissimo ti attanaglia il cuore e la cassa toracica.
    Abbassi lo sguardo, allarmato, e vedi con stupore che la tua catena ha cominciato ad autodivorarsi, doloroso anello dopo anello.

    Ti senti costretto in ginocchio da cotanta sofferenza, e nel soffrire pensieri oscuri ed emozioni represse sorgono in te...

    Non sei stato un santo in vita, ma mai ti aveva sfiorato l'idea che un tale abisso potesse nascondersi nei meandri della tua anima, un abisso nel quale hai cominciato soltanto adesso a sprofondare, sempre di più...

    CITAZIONE
    Descrivi i tuoi sentimenti e le tue sensazioni in questa situazione a te sconosciuta e dolorosa, soprattutto quelle legate alla catena e al dolore.
    Questo post deve essere prettamente descrittivo, mi serve per vedere quello che sai fare come descrizioni. Pertanto, dacci dentro! ^^

     
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  3. .-'Yue'-.
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    Comprensione e Dolore

    SPOILER (click to view)
    narrato
    -parlato-
    "pensato"


    Cosa ci faceva ancora lì? Perché era in quello stato? Perché aveva una catena sul petto? Perché nessuno lo vede? Perché... Perché... Perché...?
    La testa del ragazzo era piena di perché, tanto piena che gli era venuto l'emicranea o almeno quello che doveva essere un'emicranea. Strinse gli occhi più forte che poteva, per scacciare i pensieri, ma il suo unico pensiero era il ricordo della morte, il momento della fucilazione ultima, che ha tagliato il fragile filo della sua vita.
    Rivedeva la piccola folla estrarre mitra e pistole, puntarle con estrema precisione sul suo petto e premere i grilletti senza esitazione. Assassini, spietai e senza remore.


    "Perché a me...? Perché io...?"

    Dove doveva esserci il cuore un dolore straziante salì in più punti invadendo il ragazzo, o meglio quello che ne rimaneva; come un potente veleno letale, infido come una serpe in seno, mortale come il bacio di un vampiro.
    Aprì gli occhi per vedere la gente che passava e non notava quel ragazzo di appena diciannove anni, anche se ne dimostrava di più, rannicchiato in un angolo con le mani tra i capelli, disperato ed impaurito. Lentamente si alzò, facendo pressione al muro dietro di se per sostenersi. Le mani tremanti andarono a sostenere l'etereo corpo di Alejandro.
    Deglutì, o almeno fu un riflesso incondizionato. Le persone camminavano, parlavano, si salutavano, correvano... Ma non lo notavano.
    Il ragazzo provò a parlare con qualcuni di loro, ma nessuno gli rispose, nessuno si fermò e tutti lo oltrepassarono, come se fosse fatto d'aria.
    Il terrore era visibile nei suoi occhi, la bocca semi spalancata e incapace di articolare suono, l'intero corpo tremava come una foglia lambita da un uragano.
    La mano destra andò a coprirsi il volto, lasciando visibile solo un occhio.


    "Sono... Morto... Non sono più vivo... sono solo... Morto... E questo é l'aldilà...? Mamma... Dove sei...? Perché non ti ho ritrovato...?"

    La rassegnazione si instillava nel ragazzo come un alambicco estrae il liquore, lentamente, goccia a goccia. Si accasciò contro il muro, la disperazione lasciava il posto alla rasegnazione, il terrore all'apatia.
    Un ghigno apparve sul suo volto, sempre coperto da quella mano. Movimenti convulsi delle spalle davano esattamente l'idea di una risata, peccato che non ci fosse nessuno ad osservarlo. Di scatto aprì le braccia ai suoi lati, la testa alta mentre una risata pazzoide prorompeva dalla sua bocca, accompagnata da molte parole.


    -AHAAAHAHAHAH!! Sono morto!! E per cosa? Per della fottutissima cocaina??? AhaahHAHAHahaHAh... Non posso smettere di ridere!!-

    Ma nessuno lo ascoltava. I pendolari passavano veloci, come al solito mentre una rabbia incontrollabile cominciava ad avvolgerlo, come una calda coperta in un giorno particolarmente freddo. Il ghigno psicopatico non abbandonò le sue labbra mentre, deambulando, si diresse verso una stradina che conosceva molto bene. Ancora pochi passi e sarebbe andato via da quel luogo così funesto, quel luogo che era l'unico testimone della sua cruenta morte.
    Ma qualche cosa lo tratteneva, la catena che aveva attaccata al corpo.
    L'espressione sul volto di Alejandro divenne furente quando capì finalmente il dato fondamentale di tutta la storia: era totalmente impotente.
    A pieni polmoni urlò, senza badare a nessuno, con la remota speranza che qualcuno ascoltasse quello che aveva da dire.


    -NON POSSO VIVERE, NON POSSO PARLARE, NON POSSO ANDARMENE... COSA DIAVOLO E' QUESTA PUNIZIONE?-

    Mentre le parole sgorgavano dalle labbra, la sottile e funesta lama del dolore arrivò sul suo petto, facendogli smorzare quello che per lui era il "respiro". Il cuore e le costole si contorcevano in un valzer di sofferenza e il corpo non rispondeva più ai comandi del ragazzo.
    Con somma difficoltà guardò il punto in cui la catena doveva esistere, e gli anelli essere saldamente legati l'uno all'altro.
    Lo spettacolo era raccapricciante: ogni singolo anello aveva aperto delle piccole fessure, simili a bocche dentute che si attaccavano agli altri anelli, divorandosi l'un l'altro.
    La sopportazione era giunta ad un limite, Alejandro cadde in ginocchio, le mani lungo ai fianchi mentre la catena continuava allegramente a masticarsi per poter morire.
    La bocca del ragazzo era aperta, sbavante, gli occhi sgranati rivolti al cielo. Un dolore tanto atroce che ardeva persino nel centro delle ossa, tanto opprimente da schiacciarlo sul duro cemento del marciapiede.
    La mente si annebbiò e pensieri di pura malvagità scaturirono dall'angolo più remoto del suo nero cuore.


    "No... Non é una punizione... E' colpa loro... Di quelli che mi hanno dato la roba... di quelli che mi hanno chiesto di entrare nel giro... dei bambini che mi picchiavano... E COLPA DI MIA MADRE SE IO SONO MORTO!!!"

    Ogni muscolo era contratto, bava bianca cominciava ad uscire dalla bocca del ragazzo mentre lacrime argentee solcavano il viso, contorto in una smorfia di puro dolore e folle comprensione. Questa volta urlò, urlò con tutto se stesso.

    -SIIIIII!!! E' COLPA SUA!!! E COLPA DI MIA MADRE.... SI... E' COLPA DEL MONDO!!! TUTTI HANNO LA COLPA DELLA MIA MORTE, IO, CHE LI HO AIUTATI!!!! SIIII!!!!! DEVONO MORIRE... AHHAhaHahaHAhaHAaHahahHA... DEVONO SOFFRIRE QUANTO HO SOFFERTO IO, DEVONO MORIRE IN MANIERE CENTO VOLTE PIù DOLOROSE, DEVONO PASSARE NEL PIù PURO STATO DI DEPRESSIONE SUICIDA!!!!-

    Una piccola parte, ancora umana, salva dalla corruzione e dal dolore non riusciva a comprendere come fosse possibile che tanta rabbia potesse scaturire dal suo cuore, come fosse lontanamente immaginabile che lui covasse così tanto odio per tutti gli esseri umani.
    Ma sempre questa parte, lentamente, cominciava a pensarla esattamente come diceva l'oscuro dolore.
     
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  4. Haist
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    La tua anima si sta lentamente contorcendo e deviando a causa della tua misera condizione. Ora, soltanto odio e rabbia formano il tuo essere, risvegliando quel lato oscuro che era da sempre presente in te ma latente... fino a quel momento.

    Ti sei ormai perso nell'abisso di oscurità che contraddistinguerà inevitabilmente il tuo futuro.

    I secondi passano, scanditi dalla tintinnante, cannibale catena che ti porti appresso, quasi lenta campana funebre.

    uno dopo l'altro, gli anelli cadono, finchè l'ultimo pezzo non si sbriciola.

    Nuovamente, provi un dolore immenso, come provocato da un paletto conficcato nel petto e, dal punto in cui era situato il tuo cuore, una vampata di calore ed energia ti avvolge completamente.

    Senti i tuoi connotati modificarsi, e nuove parti del corpo crescere e svilupparsi.

    Cosa ti sta succedendo?

    CITAZIONE
    Descrivi per bene la tua nuova forma Hollow. Sii particolareggiato, stai andando bene finora.

     
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  5. .-'Yue'-.
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    La nuova forma del Vendicatore

    SPOILER (click to view)
    narrato
    -parlato-
    "pensato"


    L'odio e la rabbia alimentavano la sua pazia mentre, sempre queste due, cominciavano a prender posto definitivamente e inesorabilmente nei confronti dello spirito umano. Gli occhi lacrimanti del ragazzo non vedevano più nulla, solo una profonda oscurità c'era intorno a lui, avvolgendolo come una morbida coperta rassicurante e protettiva. Il dolore era talmente parte di lui che i suoi pensieri pulsavano all'unisono con la maledizione. Il pensiero di non poter più camminare nelle strade come una persona normale, la dolorosa immagine di non poter più mangiare nulla di commestibile, come un bel bento per colazione. Ma nonostante questo aveva fame, la salivazione ne era testimone, oltre che spasmodica oltre all'inversimile quella non sembrava aver voglia di arrestarsi, anzi. Oramai tutta la catena ne era pregna e il suo stomaco e le sue fauci reclamavano cibo, un cibo diverso dagli altri. Di poco abbassò il capo e continuò a scrutare i passanti e mentre li osservava non poteva fare a meno di pensare.

    "Sembrano appetitosi..."

    Le orecchie erano ancora riempite dal tintinnare della catena. Anche lei mangiava ma lui no, lui doveva subire il grande angustio della fame, condito con il dolore che dal petto si diramava in tutte le direzioni, facendogli sentire come se miliardi e miliardi di spilli arroventati gli si conficcassero lentamente ed inesorabilmente all'interno delle carni, delle ossa, della pelle, delle unghie, delle pupille; in tutti i punti del suo corpo.
    Poi un suono secco, cristallino e un altro tintinnamento, quello della catena caduta sul freddo cemento del marciapiede dove Alejandro era inginocchiato. Gli occhi del ragazzo, persi nel vuoto, si sgranarono e con paura si spostarono quel tanto che basta per vedere cosa fosse successo. Lì dove la catena si stava distruggendo ora cera un buco, che lo attraversava da parte a parte, un buco grande dove prima, presumibilmente, vi era un cuore.
    Nello stesso momento che il ragazzo prendeva cognizione di questo il dolore divenne, se possibile, ancora più forte e distruttivo di quello precedente. La mente di Alejandro andò a fuoco, facendogli ruggire bestemmie e cattiverie mentre il suo pensiero vertiva soltanto su due parole: uccidere e fame.
    Il suo corpo andò a dissolversi con rapidità e a ricostituirsi; il dolore scomparso e dal "buco" un'energia distruttiva e bruciante cominciò a scaturire.
    Gli occhi e la bocca del ragazzo si chiusero, grondanti bava e lacrime mentre, con infinita lentezza il ragazzo sentiva il suo corpo mutare in tutte le sue forme e strutture.
    Sentiva di diventare decisamente più grosso, di diventare sempre più pesante, possente e alto, una sorta di super uomo. Le mani e i piedi si strinsero e contrassero più volte prima di diventare vere e proprie zampe artigliate, il dito completamente fuso con l'unghia, affilati come rasoi mentre dall'osso sacro usciva un prolungamento a formare una coda, con tanto di pungiglione che, poteva ben sentire e capire, poteva far fuoriuscire come e quando voleva. Aprì gli occhi e vide che la sua pelle non era più scura ma di un intenso color verde fango e sul petto una folta peluria marrone cominciava a crescere e a prendere strane peculiarità. Con la sola forza di volontà questi potevano diventare duri ed affilati come le crune di un ago. Sorrise il ragazzo guardando il suo nuovo corpo. Le lacrime e la bava che fino a quel momento erano appiccicate al viso del ragazzo "umano" si staccarono e si impastarono interamente sul volto del neo-hollow, formando così una maschera a forma di teschio, dai lineamenti affilati e poco benigni; un sorriso davvero poco raccomandabile era dipinto sulla faccia e gli occhi divennero completamente gialli, scavati in due profondi pozzi neri. Simboli di colore blu scuro apparirono sotto e sopra l'occhio destro, quasi a formare una artigliata portata da un animale feroce.
    Tra il dolore e il potere il ragazzo stava cominciando a credere di essere affetto dalla confusione mentale, non capiva effettivamente cosa stesse succedendo, sentiva soltanto che i suoi istinti, quelli più primordiali e infimi si stavano risvegliando e gridavano con prepotenza dentro di se.
    A fatica tentò di mettersi in piedi, osservando ancora il suo corpo e la gente con una sola parola nella mente che le labbra nascoste dalla maschera ripetevano in continuazione.


    -FaMe...fAmE...FaMe...-
     
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    Will you save me, Sensei?

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    La tua trasformazione è definitivamente completa quando gli ultimi brani di carne che compongono il tuo ex corpo esplodono inondando il vicolo di gocce di materia biancastra.

    Lentamente sollevi il tuo nuovo corpo, mentre ti muovi goffamente cercando di prendere confidenza con i muscoli sovradimensionati che compongono la tua carne.

    Poi come se avesse risposto ad un richiamo un uomo si affaccia sul vicolo, osservando con curiosità il disordine causato dai tuoi erratici movimenti.

    Però pur non vedendoti cade in preda al terrore ed inizia a scappare; immediatamente la ragione di ciò si palesa sotto i tuoi occhi, tre uomini vestiti di nero con occhiali da sole image
    escono dal vicolo dietro di te e scattano all' inseguimento, dividendosi in tre stradine diverse per accerchiare il loro bersaglio. Un cinico sorriso attraversa l'altrimenti inespressivo volto della tua maschera quando li riconosci per quello che sono...
    tre del commando che ti ha eliminato.

    SPOILER (click to view)
    Non c'è molto da dire....Buon appetito!
    Ah, non hai ancora raggiunto il grado di energia gialla, secondo le nuove direttive lo otterrai in seguito sorry^^
     
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  7. .-'Yue'-.
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    Sazio... ma non troppo

    SPOILER (click to view)
    narrato
    "pensato"
    -parlato-
    -parlato capo sicari-
    -parlato del giovane uomo-
    -parlato del gorilla-


    A fatica l'ex umano si mise in piedi sui suoi piedi artigliati, quei piedi che si mutarono in vere e proprie zampe artigliate. La testa girava mentre lo stomaco brontolava, la pesante mole che ora Alejandro doveva sostenere era di molto superiore a quella di cui era abituato, per lui era come avere una zavorra di cento e passa kili sopra di se. I movimenti erano scordinati e più volte dovette appoggiarsi sulle sue ginocchia possenti in modo da non cadere. Gli ultimi brandelli di "carne umana" che aveva addosso scivolavano sopra ai muscoli pantagruelici e violenti. L'aria era diventata ad un tratto pesante e lui respirava con avidità, quasi cercando di non risucchiare soltanto l'ossigeno ma qualche cosa di più, come se stesse ricercando nelle particelle dell'aere una fonte di sostentamento. Una volta in piedi, eretto nei suoi tre metri di altezza, aprì gli occhi e con assurda veemenza fece scattare tutti i muscoli del suo corpo, le braccia in alto con le mani artigliate aperte, quasi volesse gremire e violentare gli oggetti e tutto ciò che lo circondava; gli ultimi resti "umani" esplosero dal corpo imbrattando i muri intorno a se, facendo gocciolare dalle pareti una sostanza bianca e molliccia.
    Una volta fatto questo fece ritornare le braccia al loro posto, lungo i fianchi, gli avambracci leggermente piegati in avanti, cercando quell'equilibrio perduto. Con somma lentezza alzò il suo piede destro, facendo contrarre tutti i muscoli della gamba per poi riappoggiarlo sgraziatamente sul terreno e quasi cadde in ginocchio, la sua nuova forza era altamente distruttiva e lui era del tutto incapace di sostenerla. La dove il piede venne poggiato ora un piccolo cratere che raffigurava l'orma di quella gigantesca "zampa" artigliata, e con somma soddisfazione e disappunto Alejandro osservava la scena: la soddisfazione di poter distruggere con un suo minimo movimento tutto ciò che lo circondava lo riempiva di una oscura gioia ma il disappunto di non riuscire a controllarsi era un freno alle sue immense e nuove capacità.
    Strinse i denti sotto alla maschera, alzando ora il piede sinistro, tentando di bilanciarsi non solo con le braccia ma anche con la coda, da cui spuntava ogni tanto il pungiglione di un metro, una scaglia ossea affilata quasi quanto una zampakuto. Lentamente, dosando attentamente la sua forza, poggiò il piede avanti a se, notando che ora riusciva a non lasciare segni e a camminare normalmente. Sotto alla maschera un sorriso di puro piacere contorse il volto, ma invisibile agli occhi estranei.
    Per più di due ore l'ex umano continuò ad allenarsi con i suoi assurdi arti, distruggendo molto di quello che lo circondava; più e più segni di artigliate sbadate potevano essere viste sulle pareti e un lampione poco distante era spezzato a metà, caduto su di un fianco come un albero abbattuto da un taglialegna.
    Alejandro alzò lo sguardo verso il vicolo, quel vicolo che lo ha visto morto e rinato.
    Un uomo, incuriosito dal rumore che il neo-hollow aveva provocato, si affacciò nello stretto passaggio, osservando e probabilmente tentando di capire chi o cosa avesse provocato tutto quel caos.
    Poco più di un uomo, forse di qualche anno più grande di Alejandro, folti capelli neri e grandi occhi chiari, indossava una camicia bianca, una cravatta blu e un paio di pantaloni di un qualche probabile vestito color antracite, ai piedi scarpe nere lucide.


    "UnO dElL'aLtA sOcIeTà PrObAbIlMeNtE... cHiSsà Se E' sUcCuLeNtO o No..."

    A questo pensava il ragazzo mentre osservava l'altro, la bava che ricominciava a colare dalla bocca e dalle due mascelle aperte, quella della maschera e quella del volto sottostante. Ma fu un momento, un attimo e il giovane uomo cambiò repentinamente espressione sul volto; il puro terrore e sgomento, quasi potesse vedere Alejandro, ma l'hollow era praticamente certo di una cosa: quell'uomo non poteva vederlo.
    Il giovane uomo d'affari si voltò e cominciò a correre nella parte opposta a quella del mostro, urlando e sbracciando come un forsennato.
    Nella mente del gigante, oltre al pensiero fisso del cibo, un altro pensiero si accavallò nel cervello regredito: perchè quella persona stava scappando? Cosa era successo per farle fare quella corsa così disperata? Magari era stato tutto il macello che l'Hollow aveva provocato per riuscire a controllare la sua nuova mole? Queste domande premevano così forte che Alejandro volle accertarsene, ma fece in tempo a fare un solo passo quando sentì distintamente l'odore di altri tre umani, vestiti completamente di nero e muniti di occhiali neri. Il primo aveva i capelli lunghi fino alle spalle e un pizzetto a forma "triangolare" con la base nel mento e la punta sotto il labbro inferiore, una cicatrice lunga che partiva dalla fronte fino alla guancia destra, passando per l'occhio, lo sguardo corrucciato e i denti stretti; il secondo aveva delle fattezze gorillesche, più grande degli altri due, corti capelli scuri con delle incipienze ai lati, sulle tempie; il terzo aveva buffi capelli rossi messi in una acconciatura orrida e sembrava il più mingherlino ma il più schizzofrenico dei tre.
    La coda dell'Hollow ebbe un fremito, un singolo sussulto che testimoniò non solo il nervosismo ma anche l'eccitazione che nell'ex umano andava a prendere posto nel suo animo corrotto. Li vide correre, stando ben fermo e aspettando il fare dei tre, mentre questi parlavano.
    Il primo di questi, sempre a denti stretti, disse agli altri due.


    -Se ce lo facciamo scappare Gomez ci ammazza!-


    -Non preoccuparti, capo!...-

    Disse il "gorilloide".

    -...Riusciremo a prenderlo! Anche se corre come una gazzella!-

    "Stupido" pensò l'Hollow mentre osservava i tre dirigersi ognuno in un viottolo differente, cercando di accerchiare la preda.
    Sotto la maschera un sorriso sadico e cinico storpiò di nuovo il volto nascosto. Quei tre facevano parte dei suoi assassini, se li ricordava bene. La fame si mescolò con un altro pensiero, un pensiero tanto furente e bruciante che quasi sopperì il primo: vendetta.
    La sola cosa che gli importasse, doveva far pagare a tutti quella mancanza di gentilezza e di pietà, soprattutto a coloro che gli avevano regalato la morte. Anche se da un certo punto di vista avrebbe dovuto ringraziare quei sicari, grazie a loro ora lui disponeva di una forza tanto grande che nemmeno un carrarmato sarebbe stato capace di abbatterlo.
    Quelle quattro persone non avevano capito che ora, da una preda, si era passati a quattro prede e tutte cacciate dallo stesso cacciatore. Alejandro.
    Ma in un momento la sua mente fece un sussulto e si chiese come si chiamasse. Non aveva ricordi del suo nome, non aveva quasi più ricordi e la cosa, detta con molta semplicità, non gli importava minimamente.
    Uno di quegl'uomini aveva detto un nome, un certo "Gomez" e che li avrebbe uccisi.
    Lui sarebbe stato quel "Gomez".
    Poi la mente passò ancora con velocità, cercando il metodo migliore per non farsi scappare nessuna delle sue quattro vittime; dopo qualche minuto decise di arrampicarsi sul tetto di uno dei palazzi, in modo da non perdere di vista nessuno. Gli artigli affondavano il cemento e i mattoni che costituivano i palazzi come un coltello caldo affonda nel burro; così cominciò a scalare, velocemente, la coda dietro se che si muoveva frenetica, eccitata quasi quanto lui, quasi come se quella avesse una volontà propria, ma non era così, era per il semplice fatto che ancora non riusciva a comandare quell'ammasso di fasce muscolari, visto che lui una coda non l'aveva mai avuta.
    Una volta sui tetti cominciò a saltare da una parte all'altra, cercando le sue prede. La caccia lo stava mandando in visibilio, la voglia di uccidere era talmente alta che le sue mani artigliate si aprivano e chiudevano con tanta violenza da quasi ferirlo ogni volta che l'artiglio toccava la sua pelle.
    E dopo un po' eccoli lì, un rosso, un gorilla e un biondo all'inseguimento di un quarto uomo che si era trovato in un vicolo cieco.
    Con decisione decise di scendere, mettendosi sulle quattro zampe, infilzando gli artigli per mantenersi saldo alle mura. Di poco era distante quando i tre uomini accerchiarono il giovane uomo che, spaventato, mise la schiena contro il muro del vicolo cieco, le mani che a tastoni cervanano una qualche via di uscita.
    I tre, con il fiato grosso, cominciarono a ridere e, lentamente, estraerono dalla cinta i loro "cannoni" argentati, facendoli battere sul fianco. Il biondo si avvicinò all'uomo terrorizzato, prendendogli il viso con la mano sinistra, stringendo sulle guance.


    -E allora... tu volevi fregare il capo eh? Ma non lo sai che chi vuole fregare Gomez deve fare i conti con noi? eh? lui ti sembra una donna? rispondi!-

    L'ultima parola venne urlata in faccia alla preda, che tremante rispose con un timido e impaurito.

    -No...-

    -E allora perchè volevi fotterlo? Signore sacrosanto, non è stata una cosa intelligente, non è vero ragazzi?-

    Gli altri due brutti ceffi sghignazzarono e entrambi fecero il segno di no con la testa, mentre caricavano le pistole e le puntavano dritte dritte verso il giovane uomo. Il capo dei tre si allontanò, indietreggiando senza mostrare la schiena e puntando la pistola anch'egli.

    -E adesso devi pagare...-

    -AnChe VoI...-


    Disse di rimando l'Hollow, senza però essere sentito. Scese dal muro e si mise dietro ai tre. La mano destra prese, con violenza, la testa del rosso e con somma soddisfazione strinse con tutta la forza che aveva. Brandelli di cervella e sangue macchiarono gli altri due che si voltarono, terrorizzati, guardando il vuoto e sparando alla cieca. I proiettili colpivano il mastodontico corpo maligno senza però che questo si ferisse, l'immagine che vedevano i due ancora vivi era soltanto una miriade di pallottole completamente schiacciate a qualcosa di invisibile. La mano sinistra afferrò il gorilla, facendolo alzare da terra. Il biondo guardava con un misto di paura e di schifo l'operato di Gomez, che cominciò a foracchiare il tipo con gli artigli della mano destra, prima ad un polmone, poi nella zona pancreatica e infine nella zona pubica, lasciandolo per terra, agonizzante e sanguinante. Il capo di questi tre cominciò a scappare, o almeno ci provò e non riuscì nell'impresa, perchè il pungiglione della coda andò ad infilzarsi in mezzo al cranio, facendo cadere gli occhiali al biondo, che fece roteare gli occhi mostrando solo il bianco mentre una fontana di sangue impregnava i capelli, il volto e i vestiti del sicario.
    Gomez dovette aspettare solo qualche minuto prima di vedere i tre Konpaku che, tremanti e spossati stringevano tra le mani la loro catena. Ora potevano vedere bene chi o cosa lo avesse ucciso.
    l'Hollow sorrise sotto la maschera, un sorriso che non poteva essere visto e le uniche parole che disse furono.


    -rIcOrDaTe ChE gOmEz Vi Ha UcCiSi!-

    Per poi cominciare il lauto pasto. I tre tentarono di fuggire, ma l'hollow era decisamente più veloce e potente e cominciò a mangiare. Ad ogni boccone di anima il suo corpo diventava più forte e potente e la fame sembrava placarsi; il sangue delle anime colava dalla maschera e imbrattava interamente il suo corpo mentre le urla dei tre erano una gioia per le orecchie del mostro, che godeva e si saziava delle anime, sbrodolandosi come un bambino piccolo.
    Il quarto uomo rimase paralizzato dal terrore nel vedere quella scena dei tre, morti senza un apparente motivo spiegabile e dopo qualche secondo cominciò a fuggire.
    Ma l'hollow non aveva intenzione di finire il banchetto senza il dessert, la coda si mosse da sola e con il pungiglione-lama recise con un colpo sicuro e netto la testa del fuggitivo, facendo rotolare il capo e far fare al corpo ancora un paio di metri prima che questo cadesse a terra, colto da spasmi muscolari per poi fermarsi.
    E l'anima del giovane uomo si palesò, anch'esso con una catena al petto. Guardava con raccapriccio e puro terrore il mostro che aveva davanti e che si avvicinava con lentezza, mentre quest'ultimo si pregustava il momento in cui le lacrime avrebbero condito le "carni dell'anima".
    L'uomo urlò con tutto il fiato che aveva in gola, senza però avere la forza di muoversi. Ad un metro da lui, con la maschera sporca di sangue ai lati della bocca, questo parlò.


    -bUoN aPpEtItO!-

    E con queste sole due parole, aprì le fauci e smembrò il corpo d'anima del ragazzo, gustandosi il terrore e la consapevolezza di non avere via di scampo, mentre le lacrime del Konpaku lavavano via il sangue che aveva già sporcato la maschera e l'anima del ragazzo.
    Quattro corpi vennero trovati tre ore dopo e nessuno, nessuno, riusciva a capire come potessero essere stati uccisi. Molto lontano da quel misfatto Gomez rideva di gusto, anche se il suo stomaco riempito reclamava ancora delle anime fresche e potenti...
     
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    Il primo sangue è stato versato, il tuo corpo si è facilmente sbarazzato dei quattro umani, e ha iniziato a mutare ancora: i muscoli si sono disposti correttamente, gli artigli si sono induriti a sufficienza e finalmente il corpo risponde con sufficiente prontezza ai comandi impartitigli.

    CITAZIONE
    L'utente .-'Yue'-. raggiungecon successo l'energia gialla e ottiene il grado di Demi-hollow

    Tutto sta funzionando a dovere quando improvvisamente due raggi di energia ti passano sopra la testa, una figura biancovestita ti appare alle spalle, sopra un tetto a circa dieci metri d'altezza e venti di distanza; troppi per raggiungerlo in tempo.
    Questi ti rivolge parole cariche di rabbia e di disgusto.
    Orrido mostro, pagherai per tutto il male che hai commesso! Io, Luis Delgado, quincy incaricato della purificazione di questa zona ti ucciderò, preparati!
    Detto questo ti scaglia altre due frecce dirette verso la maschera.
    Capisci che non lo puoi battere in campo aperto, tuttavia le baracche alle tue spalle con i loro stretti vicoli ti sembrano decisamente un posto migliore per cacciare.

    SPOILER (click to view)
    Questo è il tuo primo combattimento serio fatti valere! E ricorda, spesso la strategia è migliore della forza bruta^^
     
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  9. .-'Yue'-.
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    Uno scontro molto più difficile

    SPOILER (click to view)
    narrato
    "pensato"


    Gomez se ne stava lì, con le ginocchia piegate e le mani avanti alla maschera osservando i suoi artigli; stavano diventando, poteva sentirlo, più duri ed affilati mentre il movimento dei muscoli faceva intuire all'ex ragazzo che questi stavano prendendo una nuova forma e una nuova totale reattività. Anche la coda stava cominciando a seguire i suoi ordini, sembrando ora più una estenzione del suo corpo che una semplice parte a se stante.
    L'Hollow apriva e chiudeva ripetutamente le sue mani avanti a se mentre quella trasformazione si stava completando, portò avanti la coda e, con il solo volere del pensiero, estrasse il pungiglione-lama prima lentamente, poi velocemente per vedere la reattività della sua coda.
    Decisamente rapida e letale.
    Sorrise soddisfatto sotto la maschera, mentre gli occhi gialli si fessurizzavano dal piacere di quella vista: il suo corpo era diventato, finalmente, "suo".


    "BeNe... FiNaLmEnTe Ho PiEnO cOnTrOlLo Di Me StEsSo... PrOvIaMo AnCoRa..."


    E da quella posizione fece scattare violentemente la coda a terra, con quanta più forza riuscì a mettere. La terra sotto la mole dell'arto si ruppe, sfagliando il cemento in piccole zolle, grosse come dei pneumatici.
    L'evidente espressione di soddisfazione a quella scene venne nascosta, ancora, dalla maschera che indossava.
    Ma quel momento di pura estasi finì ben presto perchè due raggi di energia bianca passarono proprio sopra alla sua testa, andando a distruggere ulteriormente il terreno avanti a se. Veloce Gomez si girò verso l'origine dei "raggi" e poco più in alto di lui, ad una ventina di metri di distanza, un figuro vestito di bianco che impugnava l'arco lo scrutava con un'espressione conosciuta molto bene dal mostro: disgusto.
    E le parole che ne seguirono non furono altrettanto gentili. Quell'uomo si presentò, dicendo di chiamarsi Luis Delgado e che era un Quincy. La domanda sorse spontanea nell'ottusa mente hollowificata di Alejandro.


    "CoSa E' uN qUiNcY?"

    Ma non ci fu tempo ne di presentarsi ne di effettuare un assalto, primo perchè troppo lontano e secondo perchè quel "Quincy" aveva già scagliato altri due raggi di energia da quel buffo arco. Ma non aveva frecce, bensì estrapolò il reiatsu nell'ambiente per poi convogliarlo in due raggi di potenza inaudita. Gomez, in quel momento, sentì l'assurdo e impellente bisogno di sfamarsi con la sua anima, perchè nella sua istintività sentiva che quell'anima sarebbe stata un'ottima pietanza. Ma i due raggi scagliati puntarono dritti dritti verso la sua maschera. Fu sempre l'istinto a dirgli di spostarsi e che potesse essere pericoloso se la maschera si fosse rotta. Con un balzo di almeno quindici metri evitò quei due raggi sparati ad altissima potenza e concentrazione. La mente dell'hollow cominciò a lavorare febbrilmente mentre l'acquolina cominciava a riempirgli la bocca.

    "In CaMpO aPeRtO nOn Ho SpErAnZe..."

    Si voltò e vide una miriade di baracche, tutte allineate a formare quasi un labirinto di cunicoli stretti e insidiosi. L'hollow, prima di fuggire, afferro con il pungiglione-lama, infilzandolo, un pezzo di cemento e tentò di spararlo dritto dritto verso lo stomaco del Quincy, per poi sparire tra i cunicoli. Doveva assolutamente fuggire.
    Non distrusse niente, forse per non lasciare tracce del suo passaggio e cominciò a correre, sgraziatamente e rumorosamente, tentando una fuga disperata mentre cercava di capire come potesse depistare il "giustiziere". Decise così di lasciare dei segni nei cunicoli, ma passando in altri, in modo da confondere per bene le idee, aiutandosi con gli artigli e la coda.
    Un nuovo sentimento stava affiorando nella sua mente, battendo di gran lunga quelli della fame e della vendetta: la paura di essere ucciso ancora una volta e, se avesse voluto continuare la sua nuova vita, avrebbe dovuto far terminare quella dell'altro.
     
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    Il blocco di cemento vola rapido nell' aria, in direzione dell' arciere e per un attimo ti illudi di averlo colpito, sfortunatamente il pezzo di pietra cade inerte a terra, ancora lontano dal bersaglio, evidentemente la tua forza fisica non ti consente ancora una simile potenza.

    Alcuni istanti dopo ti immergi nel mare di casupole e camper alle tue spalle. La tua goffa sagoma che si muove tra le ombre è uno spettacolo inquietante, un cacciatore nella notte feroce e affamato, una prospettiva poco invidiabile per il quincy, tant'è che dopo un paio di minuti l'aura spirituale dell'arciere scompare. Percorri ancora il dedalo di stradine fino a trovarti nella piazza centrale.

    Alla fine del vicolo in cui ti trovi una visione ti fa ribollire il sangue, i tre gorilla che avevi massacrato prima non erano i soli in giro a quest'ora, in mezzo alla piazza (Uno spiazzo circolare di 90 metri di diametro con una statua al centro) una mezza dozzina di tizi in nero sta scambiando una misteriosa valigetta con un uomo dall'aria losca.

    Ti sposti leggermente in avanti per osservare meglio quando uno dei guarda spalle di Gomez si gira verso di te e con un grido di terrore urla agli altri...

    Cosa diavolo è quella cosa, sparategli!
    Fatela a pezzi!


    Ti chiedi come sia possibile che ti abbia visto, ma questo è l'ultimo dei tuoi problemi, due sgherri si portano alla tua sinistra a circa 20 metri, imitati da altri due che si portano alla tua destra mentre quello che sembra essere il capo si allontana a circa 60 metri da te gridando

    E' nel vicolo, riempitelo di piombo!

    I proiettili sibilano verso di te, un tempo ti avrebbero ucciso ma ora...

    SPOILER (click to view)
    Perfetto, divertiti ma ricorda che il massimo della distanza da te percorribile in un post è di 30 metri, per quanto riguardai proiettili viaggiano a velocità 200 ma non hanno molte possibiltà di danneggiarti seriamente, tuttavia se in grande quantità...
     
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9 replies since 7/3/2008, 18:06   224 views
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